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S1:E3 Sua Maestà Storm Elvin Thorgerson

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Academic year: 2022

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S1:E3 “Sua Maestà Storm Elvin Thorgerson”

Storm Thorgerson è il re del movimento evolutivo visuale del rock, le sue opere sono entrate a far parte della memoria collettiva per la loro originalità e carica espressiva e in cui si “divertiva a citare: “… tra gli altri Magritte, Kandinsky e Picasso.”

Nato in Inghilterra il 28 febbraio 1944 a Potters Bar,

nel Middlesex, aveva radici norvegesi. Studiò alla Summerhill e alla Brunswick

d i C a m b r i d g e , m a f u a l l a H i g h S c h o o l f o r B o y s d e l Cambridgeshire che incontrò

Syd Barrett e Roger Waters. Si laureò

con lode in inglese e filosofia all’Università di Leicester e conseguì il

master in cinema e televisione al Royal College of Art.

Nel 1968 inizia la sua carriera professionale insieme ad Aubrey Powell, fondando lo studio di arte grafica Hipgnosis, culla creativa per la quale produce una lunga serie di rivoluzionarie cover di album discografici, ha scritto la storia del rock lavorando con Pink Floyd, Syd Barrett, The Nice, Led Zeppelin, Brand X, 10cc, Peter Gabriel, AC/DC e moltissimi altri.

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Il suo lavoro era frutto di un’intensa collaborazione con gli artisti, con cui analizzava la genesi del disco e ne studiava i testi fino ad assimilarne il significato e tradurlo in un’opera d’arte visuale. È interessante notare che, nonostante l’approfondita analisi del contenuto musicale, Thorgerson esercita il diritto creativo come artista autore della copertina, non vuole semplicemente rappresentare il progetto musicale, lo vuole evocare catalizzando l’attenzione del pubblico eccitandone l’immaginazione.

La peculiarità di Thorgerson è l’elemento surreale, che ricorre nella struttura di tutti i suoi lavori. Subisce l’influenza di Magritte, rivelata dalla presenza di oggetti reali posti in contesti in cui assumono un nuovo significato, non prevedibile e totalmente immaginario. È un visionario surrealista che si getta nel futuro, interiorizza le intuizioni di Magritte e le sottopone a una profonda

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riflessione, che trasforma nelle raffinate immagini ottenute t r a m i t e l a f o t o g r a f i a , l e e s p o s i z i o n i m u l t i p l e , i fotomontaggi.

Nel 1998, il giornalista Steven Cerio intervista Thorgerson sull’influenza di Magritte nei suoi lavori, Thorgerson risponde:

“Il nostro primo libro, che è del 1978, venne chiamato Walk Away René perché pensavamo di esserci lasciati quell’influenza alle spalle, ma la gente diceva che eravamo comunque Surrealisti. Credo che le nostre opere non siano così strane come le sue. Non credo che la mucca (Atom Heart Mother), Ummagumma o Division Bell siano lontanamente come Magritte“.

Thorgerson ridimensiona il suo legame con il pittore surrealista, in realtà non ne rinnega il peso, lo riconosce facendogli omaggio con citazioni esplicite in alcune sue opere.

Tra i suoi lavori più significativi sono le copertine

realizzare per Alan Parson Project, di cui amo in particolare l’ouroboro, il

serpente che morde la propria coda di Vulture Culture, è una cover molto

rappresentativa del lavoro concettuale di Thorgerson, che ha una struttura

circolare, con le sue opere ci provoca dandoci mille indizi, ci induce a

seguire il percorso visuale portandoci alla destinazione, ma quando crediamo di

aver compreso il messaggio, ci accorgiamo che abbiamo già ripreso il viaggio,

avviluppati in un loop mentale dove non c’è inizio e non c’è fine. L’osservatore non è però mai sopraffatto,

non ci sono limiti grazie all’uso di paesaggi naturali di estrema apertura, che

danno sempre respiro e vita alla libera

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interpretazione.

Thorgerson non aveva solo la freccia magrittiana nel suo arco, amava William Blake, Salvador Dalì e Luis Buñuel, ha alimentato la sua geniale immaginazione con ricerche continue, facendo germogliare anche le mille letture, come nel caso del libro di fantascienza Childhood’s End di Arthur C. Clarke, che ha ispirato copertina di Houses of the Holy dei Led Zeppelin.

La storia narra che Thorgerson e Powell incontrarono i Led Zeppelin, di ritorno dal tour in Giappone, a Victoria Station e mostrarono loro le tavole poste nel bagagliaio dell’auto.

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Led Zeppelin – Houses Of The Holy

Questo episodio accadde due mesi dopo la pubblicazione

della copertina di The dark side of the Moon, una delle le più celebri

copertine della storia e una delle tante che Thorgerson ha progettato per i

Pink Floyd.

Si ispira al processo di rifrazione della luce attraverso un prisma di vetro, collabora con l’illustratore George Hardie, che la disegna secondo i tratti essenziali che ben conosciamo. È un omaggio ad Alex Steinweiss, padre dell’arte figurativa legata alla musica e alla sua copertina della

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Sonata per pianoforte no. 5 di Beethoven.

Pink Floyd – The dark side of the Moon

Nei Primi anni ’90 Thorgerson fonda la società di design StormStudios insieme al designer Peter Curzon, al fotografo Rupert Truman e all’illustratore Dan Abbot. La Società è tutt’ora attiva in vari campi del design, con progetti di copertine di album per Pink Floyd, Muse, Biffy Clyro, Steve Miller Band, Ian Dury e The Blockheads, Pendulum, The Cranberries, The Mars Volta, Alan Parsons e molti altri.

Thorgerson è autore di lungometraggi, documentari

televisivi, video musicali e molti libri, tra cui: Classic Album Covers of

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60s(1989); Mind over Matter (1997); 100

Best Album Covers (1999); Raging Storm (2011); The Gathering Storm (2013),

ultimo libro di memorie pubblicato postumo nel settembre 2013, dedicato alla

storia artistica cinquantennale di Thorgerson dalle origini con Hipgnosis a

StormStudios.

Nel 2003 subisce un grave ictus, successivamente gli

viene diagnosticato un cancro contro cui ha lottato a lungo, cedendo alla morte

nella primavera del 2013, a 69 anni.

Il premio Prog Magazine è stato ribattezzato Storm Grand Thorgerson Award in suo onore.

Dopo la sua morte, l’amico d’infanzia David Gilmour parla in sua memoria nell’ultimo episodio del podcast ‘The Lost Art of Conversation’:

“Avevo 13 anni, lui ne aveva 15. Era un chiacchierone e rimase così per tutta la vita. È stato il motore dietro la maggior parte delle nostre opere d’arte fino alla sua morte. Era una persona con idee geniali. Voleva sempre fare tutto correttamente, qualunque cosa costasse!”…”una forza costante nella sua vita, sia sul piano lavorativo che umano, una spalla sulla quale piangere, e un grande amico“.

(il ponte su cui si sono conosciuti compare nel video del singolo del 1994 “High Hopes”).

Nel 2011 Roddy Bogawa dedica un documentario a Thorgerson, con video-interviste a Aubrey Powell, David Gilmour, Nick Mason, Robert Plant, Peter Gabriel, Graham Gouldman, Alan Parsons, Steve Miller, Noel Hogan And Fergal Lawler Of The Cranberries, Rob Dickinson Of Catherine Wheel, Dominic Howard From Muse, Cedric Bixler Zavala Of The Mars Volta, Simon Neil And James Johnston Of Biffy Clyro, Damien Hirst, Sir Peter Blake, Jill

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Furmanovsky.

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