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COMUNE DI CASARANO PROVINCIA DI LECCE

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COMUNE DI CASARANO PROVINCIA DI LECCE

Documento Unico di Programmazione

2019-2021

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Comune di Casarano – DUP 2019-2021

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SOMMARIO

PREMESSA ...4

SEZIONE STRATEGICA (SES) ...5

IL CONTESTO ECONOMICO ...5

IL QUADRO TENDENZIALE DI FINANZA PUBBLICA ...9

IL PERCORSO PROGRAMMATICO 2019-2021 ... 11

ANALISI STRATEGICA DELLE CONDIZIONI INTERNE ... 13

LA POPOLAZIONE ... 13

ORGANIZZAZIONE E MODALITÀ DI GESTIONE DEI SERVIZI PUBBLICI LOCALI ... 15

SERVIZI GESTITI TRAMITE DELEGA DI FUNZIONI O GESTIONI ASSOCIATE ... 15

ELENCO PARTECIPAZIONI COSTITUENTI IL GAP ... 16

RISORSE FINANZIARIE ... 17

INVESTIMENTI CHE SI INTENDONO REALIZZARE A PARTIRE DALL’ANNO 2019 ... 17

SPESA CORRENTE PER L’ESERCIZIO DELLE FUNZIONI FONDAMENTALI ... 19

INDIRIZZI GENERALI IN MATERIA DI GESTIONE DEL PATRIMONIO ... 20

IL REPERIMENTO E L’IMPIEGO DI RISORSE STRAORDINARIE ED IN CONTO CAPITALE ... 21

INDEBITAMENTO ... 21

EQUILIBRI DI PARTE CORRENTE E GENERALI DI BILANCIO ED EQUILIBRI DI CASSA ... 24

RISORSE UMANE ... 25

STRUTTURA ORGANIZZATIVA ... 26

UNA SINTESI: ANALISI SWOT DEL CONTESTO DI CASARANO ... 35

OBIETTIVI STRATEGICI DELL’ENTE ... 35

SEZIONE OPERATIVA(SEO) – PARTE PRIMA ... 41

QUADRO RIASSUNTIVO 2019 - 2021 ... 42

VALUTAZIONE GENERALE SUI MEZZI FINANZIARI ... 42

ANALISI DELLE RISORSE ... 42

ENTRATE DA FISCALITÀ LOCALE ... 42

ADDIZIONALE COMUNALE ALL’IRPEF ... 42

IUC ... 42

ALTRI TRIBUTI COMUNALI ... 44

RISORSE RELATIVE AL RECUPERO DELL’EVASIONE TRIBUTARIA ... 44

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Comune di Casarano – DUP 2019-2021

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IL FONDO DI SOLIDARIETÀ COMUNALE - ANDAMENTO FONDO DI SOLIDARIETÀ

COMUNALE 2019-2021 ... 44

TRASFERIMENTI CORRENTI (TITOLO 2.00) ... 44

ENTRATE EXTRATRIBUTARIE (TITOLO 3.00) ... 46

SANZIONI AMMINISTRATIVE DA CODICE DELLA STRADA ... 48

ENTRATE IN CONTO CAPITALE (TITOLO 4.00) ... 49

ENTRATE DA TITOLI ABITATIVI E RELATIVE SANZIONI ... 49

ALTRE ENTRATE IN CONTO CAPITALE ... 50

ACCENSIONE DI PRESTITI (TITOLO 6.00) ... 52

INDIRIZZI GENERALI IN MATERIA DI TRIBUTI E TARIFFE DEI SERVIZI ... 52

RIEPILOGO GENERALE ENTRATE PER TITOLI ... 53

INDIRIZZI SUL RICORSO ALL’INDEBITAMENTO PER IL FINANZIAMENTO DEGLI INVESTIMENTI ... 55

DEBITO CONSOLIDATO E CAPACITÀ DI INDEBITAMENTO ... 55

GLI INDIRIZZI IN MATERIA DI INDEBITAMENTO... 56

STRUMENTI URBANISTICI VIGENTI ... 56

SPESA: RIEPILOGO GENERALE DEGLI OBIETTIVI OPERATIVI PER MISSIONI E PROGRAMMI57 SPESA PER MISSIONI E PROGRAMMI ... 57

OBIETTIVI STRATEGICI ... 58

Sezione Operativa (SeO) Parte seconda ... 69

PROGRAMMAZIONE DEI LAVORI PUBBLICI ... 70

PROGRAMMAZIONE DEL FABBISOGNO DI PERSONALE ... 72

PIANO DELLE ALIENAZIONI E VALORIZZAZIONI DEL PATRIMONIO IMMOBILIARE ... 74

PIANO BIENNALE DEGLI ACQUISTI ... 80

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Comune di Casarano – DUP 2019-2021

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PREMESSA

Il processo di armonizzazione contabile degli Enti territoriali è stato definito in attuazione della legge delega 5 maggio 2009, n. 42, recante i principi e i criteri direttivi per l'attuazione del federalismo fiscale, e tenendo in considerazione le disposizioni della legge di contabilità e finanza pubblica (legge 196/2009) e del decreto legislativo 118/2011. L’ambito di applicazione del decreto è costituito dalle Regioni a statuto ordinario, dagli Enti locali di cui all’articolo 2 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267 (Province, Comuni, Città metropolitane, Comunità montane, Comunità isolane, Unioni di comuni e Consorzi di enti locali) e dai loro enti e organismi strumentali. Al fine di favorire la transizione al nuovo ordinamento contabile, destinato a cambiare radicalmente la gestione finanziaria degli enti territoriali, il decreto legislativo 118/2011 ha previsto un’applicazione graduale dei nuovi principi e istituti, consentendo agli enti di distribuire in più esercizi l’attività di adeguamento alla riforma e di limitare nei primi esercizi gli accantonamenti in bilancio riguardanti i crediti di dubbia esigibilità. L’attività più impegnativa richiesta agli enti ha riguardato l’applicazione della nuova configurazione del principio della competenza finanziaria potenziata. Se correttamente applicato, il nuovo impianto della contabilità finanziaria determina un tendenziale ridimensionamento delle poste in conto residui che devono essere costituite solo da crediti e debiti veri ed esigibili. L’attuazione della riforma costituisce una tappa fondamentale nel percorso di risanamento della finanza pubblica e favorirà il coordinamento della finanza pubblica, il consolidamento dei conti delle Amministrazione Pubbliche anche ai fini del rispetto delle regole comunitarie, le attività connesse alla revisione della spesa pubblica e alla determinazione dei fabbisogni e costi standard.

La programmazione nelle pubbliche amministrazioni garantisce l’attuazione del principio costituzionale del buon andamento (art. 97) in quanto è diretta ad assicurare un ottimale impiego delle risorse secondo i canoni di efficacia, efficienza ed economicità. Essa inoltre rende concreto il principio della democrazia partecipativa, in quanto fornisce gli strumenti per “valutare” l’operato dell’azione amministrativa conoscendo preventivamente gli obiettivi dichiarati e, successivamente, i risultati raggiunti. In sostanza, dunque, un corretto processo di programmazione è espressione di una amministrazione moderna che intende fronteggiare in modo permanente, sistemico e unitario le discontinuità ambientali e organizzative ed anche finanziarie. Già l’Osservatorio per la finanza e la contabilità degli enti locali scriveva come la programmazione rappresenti “il «contratto» che il governo politico dell’ente assume nei confronti dei cittadini e degli altri utilizzatori del sistema di bilancio stesso.

L’attendibilità, la congruità e la coerenza dei bilanci è prova della affidabilità e credibilità dell’Amministrazione. Gli utilizzatori del sistema di bilancio devono disporre delle informazioni

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necessarie per valutare gli impegni politici assunti e le decisioni conseguenti, il loro onere e, in sede di rendiconto, il grado di mantenimento degli stessi”1.

Il compito di un’amministrazione è quello di sviluppare il proprio territorio e di migliorare il benessere dei propri cittadini, nel rispetto delle regole e dei ruoli istituzionali che il nostro ordinamento ha stabilito. Questo compito, assai difficile, a causa del contesto economico ancora critico e della scarsità di risorse a disposizione per soddisfare i bisogni fondamentali della comunità, diventa impossibile senza una efficace attività di programmazione in grado di mettere a fuoco gli obiettivi che, all’interno dei principi e dei valori che sono alla base dell’azione politica, riteniamo strategici. Programmare significa quindi fare delle scelte, nella consapevolezza che le risorse sono limitate rispetto ai bisogni e che nell’individuare le priorità “irrinunciabili”, altre esigenze vengono sacrificate. Programmare significa anche stringere un patto di trasparenza e di lealtà con i cittadini, perché nel dichiarare preventivamente quelli che sono gli obiettivi che si intendono raggiungere entro la fine del mandato amministrativo, ci si espone al rischio del “giudizio” finale sui risultati che saranno conseguiti. Consapevoli dell’importanza del compito che ci è stato assegnato, affidiamo a questo documento “l’immagine” di come vorremmo migliorare il nostro comune e attraverso quali azioni intendiamo concretizzare tale risultato, affinché ognuno possa valutare in anticipo la rispondenza degli obiettivi con i reali bisogni della collettività e seguire progressivamente la loro concreta attuazione.

SEZIONE STRATEGICA (SES) IL CONTESTO ECONOMICO

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Il quadro economico generale in cui si iscrivono le scelte di Fiscal Policy prefigurate dalla Nadef si presenta meno favorevole di quanto non fosse lo scorso aprile. I dati ora a disposizione mostrano che durante la prima metà dell’anno la crescita del Pil ha perso vigore in tutta l’Area dell’euro, risentendo soprattutto delle avverse conseguenze che fattori economici e geopolitici stanno producendo sugli scambi internazionali.

Del ripiegamento ciclico, chiaramente registrato dai dati di contabilità nazionale relativi ai primi due trimestri dell’anno (dallo 0,7 allo 0,4 per cento il tasso di crescita trimestrale del complesso dell’Area dell’euro) e dagli ultimi dati sulla produzione industriale (-0,8 per cento mensile sia a giugno che a luglio), si trova conferma negli andamenti degli indici a più elevata frequenza, i quali segnalano tutti - da quelli sul clima di fiducia di famiglie e imprese a quelli sull’“economicsentiment” generale o sullo stato del settore dei servizi (Pmi) - una tendenziale regressione pur se su livelli che si mantengono elevati rispetto agli standard di lungo periodo.

Nonostante gli sviluppi appena accennati, secondo le indicazioni dei principali organismi e centri di ricerca internazionali, pubblici e privati, nei prossimi trimestri la crescita dovrebbe mantenersi su livelli non distanti da quelli attuali, con valori leggermente sotto il 2 per cento medio per l’anno in corso: sarebbe sostenuta in particolare dagli investimenti, che dovrebbero continuare a beneficiare dell’elevato grado di utilizzo degli impianti e da condizioni di finanziamento molto favorevoli; si gioverebbe di positive decisioni di spesa delle famiglie, alimentate da andamenti del reddito disponibile reale non dissimili da quelli registrati nel recente passato sostenuti soprattutto da una buona intonazione del mercato del lavoro che, all’interno dell’Area ha visto una sostanziale stabilizzazione del tasso di disoccupazione intorno all’8 per cento, valore di circa un punto inferiore a quello di un anno fa. Quanto alla composizione dell’offerta, apporti significativi sono attesi dal settore dei servizi mentre, secondo le valutazioni di consenso, la produzione industriale potrebbe continuare a

1 Principio contabile della programmazione, n. 1.3 approvato dall’Osservatorio per la finanza e la contabilità degli enti locali nel 2003. 2 Principio contabile della programmazione, n. 1.3

2Fonte: Audizione della Corte dei Conti sulla Nota di aggiornamento del Documento di Economia e Finanza 2018

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6 risentire del rallentamento della domanda internazionale connessa alla decelerazione degli scambi commerciali. Sul fronte dei prezzi, la variazione annua di quelli al consumo sembra essersi attestata intorno al 2 per cento, un livello che ha tuttavia risentito del rincaro dei prodotti energetici: nella definizione core il tasso di inflazione è poco sopra l’1 per cento e le attese sono per una sua crescita.

I rischi del contesto esterno sembrano soprattutto legati alle politiche statunitensi in materia di dazi e alla possibile ulteriore estensione dei loro avversi effetti (che finora hanno interessato soprattutto Cina, Canada e Messico) all'Area dell’euro. A tali minacce si sommano, come opportunamente rimarcato dalla Nota, le fragilità finanziarie di alcuni paesi emergenti.

Su un tale scacchiere si muovono le politiche monetarie della BCE il cui ultimo Consiglio direttivo (13 settembre) ha confermato la lettura del quadro macroeconomico già fornita in agosto e nel sottolineare i progressi compiuti verso il conseguimento di un tasso di inflazione vicino al 2 per cento, ha ribadito la volontà di proseguire nel ridosaggio della politica monetaria non convenzionale attraverso l’ulteriore riduzione degli acquisti netti di titoli prima (tra ottobre e dicembre 2018, dai 30 ai 15 miliardi per l’intera Area) ed il successivo azzeramento a partire dal 2019. E’ stato altresì ribadito che saranno comunque garantite condizioni monetarie molto accomodanti grazie al reinvestimento delle risorse dei titoli che verranno a scadenza e al mantenimento degli attuali livelli i tassi di riferimento almeno fino all’estate del 2019.

Il rallentamento osservato nel complesso dell’Area dell’euro è stato registrato anche in Italia dove il tasso di crescita congiunturale del Pil reale è sceso allo 0,2 per cento nel secondo trimestre dell’anno (0,4 e 0,3 per cento nei precedenti quarti). Secondo i dati dell’ISTAT, nei primi sei mesi del 2018 il Pil è cresciuto dell’1,3 per cento su base annua e di mezzo punto percentuale rispetto al secondo semestre 2017.

Relativamente vivace è stato il contributo della domanda interna al netto delle scorte, specie nella componente investimenti. Come viene esaustivamente descritto nella Nota, anche per il nostro Paese gli indicatori più recenti segnalano che la crescita sta continuando, ma a ritmi più moderati che in passato.

Secondo diffuse valutazioni il terzo trimestre potrebbe aver registrato un tasso di incremento congiunturale non dissimile dal secondo. Ne deriverebbe che l’1,2 per cento di crescita media annua2018, prefigurato dalla Nota, sconta una parte finale dell’anno in vivace recupero. In una ipotesi di scenario più piatto l’anno in corso sarebbe destinato a chiudersi con un effetto di trascinamento sul 2019 di circa 4 decimi di punto, il più basso degli ultimi quattro anni, a significare che una più marcata componente di aumento del Pil dipenderà il prossimo esercizio dai comportamenti dell’anno e non da puri effetti contabili.

In Italia la crescita ha scontato soprattutto il calo pronunciato delle esportazioni, le quali, aumentate del 6 per cento su base annua nel secondo semestre 2017, sono poi diminuite dell’1,5 nei primi sei mesi del 2018.

Continuano ad osservarsi miglioramenti del mercato del lavoro sul quale si registrano incrementi occupazionali con livelli di impiego non dissimili a quelli precrisi. Si evidenzia un qualche timido recupero in termini di disoccupazione giovanile mentre la spinta alla crescita del reddito disponibile nominale non pare riconducibile all’andamento dei salari che continuano a crescere a tassi complessivamente modesti.

Nei primi nove mesi dell’anno il tasso di inflazione al consumo si è portato all’1,5 per cento dallo 0,9 del dicembre 2017; non tenendo conto della componente energetica (inflazione core), il recupero è risultato più modesto.

L’economia ha evidenziato un crescente miglioramento del quadro creditizio con particolare riferimento alla dinamica dei prestiti: permanentemente solida quella delle famiglie, specie per mutui, e in crescita, ma modesta, quella delle imprese. Possibili effetti di offerta sul fronte dell’erogazione credito potrebbero essersi messi in moto negli scorsi trimestri, determinati dal tendenziale miglioramento del quadro dei non performingloans. In un tale scenario si sono inserite le tensioni finanziarie di fine maggio-metà giugno con una crescita sensibile del premio per il rischio sui titoli decennali italiani, successivamente rientrata e, purtroppo, riemersa nelle scorse settimane.

La Nota dà conto del cambiamento di scenario e ricalibra il quadro macroeconomico generale rivedendo verso il basso di 3 decimi di punto la crescita 2018, in considerazione di un radicale aggiustamento delle esportazioni che in luogo del 5,2 per cento del DEF 2018 crescerebbero solo dello 0,4 per cento.

Aggiustamenti altrettanto rilevanti interessano le importazioni – -3,7 punti, a conferma di problemi legati all’interscambio mondiale – mentre limature di 3 decimi ed 1 punto interessano rispettivamente consumi delle famiglie ed investimenti fissi lordi. Non evidenziandosi modifiche sul fronte dell’andamento del deflatore del Pil, la revisione della crescita nominale sconta per intero quella in volume, anche se la minore espansione del 2018 viene sostanzialmente compensata, in termini di livello del Pil, dal miglioramento del valore 2017 di cui alla predetta revisione dei conti da parte dell’ISTAT.

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La riarticolazione del quadro macroeconomico 2018 appare in linea con la lettura che si riscontra nella maggior parte delle valutazioni interne ed internazionali e non sollecita particolari rilievi. Per quel che riguarda il triennio di previsione 2019-2021, nelle analisi del quadro tendenziale offerto dalla Nota, il rallentamento in corso si protrarrebbe senza sostanziali recuperi e si tradurrebbe in una riduzione della crescita stimata nel DEF dello scorso aprile di 3 decimi di punto in ognuno dei tre anni considerati (nella media del triennio, 1 per cento contro 1,3 per cento).

A differenza dell’aggiustamento operato sull’anno in corso, la revisione del quadro di crescita tendenziale 2019-2021 è concentrata soprattutto sulla domanda interna al netto delle scorte, mentre è marginale quella sulle esportazioni nette. Non si riscontrano mutamenti, come già si commentava più sopra, nelle valutazioni circa l’andamento del deflatore. Il quadro occupazionale risente della più bassa crescita del prodotto e presenta un incremento delle unità di lavoro di 2 decimi in meno in ognuno degli anni 2019-2021. La stima del Pil non prefigurerebbe per l’anno in corso una riduzione dello storico divario di crescita rispetto alla media europea (1,2 contro 2 per cento), mentre il gap si restringerebbe leggermente, anche in assenza di interventi, nel 2019-2021, periodo per il quale per l’insieme dell’Area dell’euro le valutazioni di consenso scontano un ritorno a tassi tra l’1,6 e l’1,8 per cento.

Per quel che riguarda il triennio di previsione 2019-2021, nelle analisi del quadro tendenziale offerto dalla Nota, il rallentamento in corso si protrarrebbe senza sostanziali recuperi e si tradurrebbe in una riduzione della crescita stimata nel DEF dello scorso aprile di 3 decimi di punto in ognuno dei tre anni considerati (nella media del triennio, 1 per cento contro 1,3 per cento).

Lo scenario programmatico sconta un sensibile effetto delle manovre annunciate e finanziate, in parte significativa, in deficit. Per il 2019 si fissa un tasso di sviluppo dell’1,5 per cento (di 6 decimi di punto più elevato di quello a legislazione vigente) e nel successivo biennio rispettivamente dell’1,6 e dell’1,4 per cento. Gli effetti sulla crescita, pur attenuandosi, permarrebbero negli anni successivi.

Deficit e crescita: scarti rispetto al quadro tendenziale (2019-2021); punti % di Pil

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Il quadro macroeconomico programmatico appare ottimistico alla luce delle attuali tendenze del ciclo economico internazionale. Esso sconta un marcato abbattimento dello scarto negativo, osservato prima della crisi ed ancora nel recente passato, tra tasso di crescita dell’Italia e tasso di sviluppo del resto dell’Area dell’euro.

Se l’effetto sulla crescita economica del maggiore deficit (rispetto al tendenziale) ipotizzato nella Nota appare in linea con le stime degli anni passati (nell’ultimo quadriennio il rapporto tra impulso fiscale e maggior crescita del Pil assunto nel passaggio dal quadro tendenziale a quello programmatico, è stato pari, in media, a 0,5, lo stesso valore ora prefigurato), desta perplessità che l’effetto della politica di bilancio in termini di maggiore crescita del Pil permanga dopo il 2019, allorquando la Fiscal Stance, così come misurata dalla variazione annua del saldo e dell’avanzo primario strutturali, torna ad essere neutrale o lievemente restrittiva.

Le evidenze empiriche fornite dalle ricerche in materia di “moltiplicatori fiscali”, pur segnalando situazioni diversificate in ragione di una serie di aspetti, suggeriscono che è opportuno assegnare valori pronunciati (anche sensibilmente superiori all’unità) solo agli investimenti pubblici di carattere infrastrutturale, mentre quelli associati ai trasferimenti presentano valori pari a meno di un terzo di quelli relativi agli investimenti e tra i più bassi nell’ambito delle diverse voci di spesa pubblica; peraltro, gli stessi moltiplicatori della spesa per investimenti sono tendenzialmente elevati solo quando si è in presenza di alta efficienza e qualità dei progetti, caratteristiche che purtroppo non sempre si riscontrano nell’esperienza italiana.

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Quanto all’efficacia del disegno di politica economica descritto nella Nota, va considerato che gli effetti di stimolo della domanda derivanti dai provvedimenti proposti, si esplicheranno nei confronti di una porzione comunque limitata dell’ampia platea di famiglie e imprese. Non può, dunque essere sottovalutata l’eventualità che il resto degli operatori, di gran lunga prevalente, reagisca in modo difforme alle prospettive finanziarie, connesse soprattutto all’andamento del debito pubblico e dei tassi di interesse: le imprese, rinviando i programmi di investimento (anche per i riflessi sul funzionamento del circuito creditizio); le famiglie, traducendo le incertezze sulle aspettative in una riduzione della propensione al consumo.

IL QUADRO TENDENZIALE DI FINANZA PUBBLICA

La Nota di aggiornamento presenta un quadro di finanza pubblica mutato rispetto al DEF, in ragione delle modifiche registrate nel quadro economico e della revisione operata sui dati di consuntivo dell’ultimo biennio e resa nota dall’ISTAT il 21 settembre scorso (ISTAT, Conti economici nazionali. Anni 2015-2017). A dette variazioni si aggiungono quelle dovute all’aggiornamento delle stime sulla base del monitoraggio.

Per il 2018, il nuovo quadro tendenziale evidenzia un peggioramento dei conti. La spesa per interessi si conferma in riduzione rispetto al 2017, ma registra un aumento rispetto a quanto previsto nel DEF di circa 2 miliardi. Si assesta sui livelli previsti la spesa corrente primaria, seppur con alcuni mutamenti nel contributo atteso dalle sue principali componenti: la ripresa, oltre le attese, dei consumi intermedi trova

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compensazione, in prevalenza, nella revisione delle stime per prestazioni sociali, di pressoché pari importo tra pensioni e altre prestazioni sociali. La nuova consistente revisione al ribasso degli investimenti (-1,5 miliardi rispetto al DEF) consente di mantenere l’impatto sulla spesa complessiva al di sotto dei 500 milioni.

Ben più rilevante la revisione, invece, sul fronte delle entrate, che si concentra prevalentemente sulle imposte: quelle dirette registrano un calo di 3,9 miliardi rispetto alle previsioni dello scorso aprile. A questo si aggiunge una flessione delle indirette (-1,5 miliardi) e dei contributi sociali. Nel complesso, tali andamenti portano ad un peggioramento del risultato atteso in termini di indebitamento di oltre due decimi di punto (da 1,59 a 1,85 per cento del Pil) e ad una riduzione dell’avanzo primario dall’1,95 all’1,81 per cento. Un risultato che non sembra riconducibile esclusivamente al rallentamento della crescita, giacché almeno per il 2018 il dato relativo al Pil nominale è rivisto in crescita di oltre 1,3 miliardi (oltre alla revisione apportata dall’ISTAT di oltre 8miliardi annui per gli esercizi 2016 e 2017).

Il peggioramento dei conti si accentua guardando al triennio 2019-2021. Rispetto al DEF, la Nota rivede al rialzo, in media di 3 decimi di punto all’anno, le previsioni di indebitamento netto. La revisione riflette sia una minore crescita del prodotto, sia una maggiore spesa per interessi; quest’ultima è basata sull’attesa di maggiori rendimenti attualmente incorporata nella struttura a termine dei tassi.

L’indebitamento crescerebbe all’1,2 per cento del Pil nel 2019 e allo 0,7 l’anno successivo; nell’anno terminale non sarebbe più conseguito il pareggio nominale di bilancio, ma un disavanzo di mezzo punto percentuale. L’avanzo primario continuerebbe a crescere nel tempo per effetto dell’aumento delle imposte indirette (“clausole di salvaguardia”), ma mantenendosi inferiore di 3 decimi di punto nel 2019 e di 4 decimi di punto nel biennio successivo rispetto alle stime del DEF dello scorso aprile. La spesa per interessi tornerebbe a crescere in valore assoluto e in termini di prodotto (circa 0,2 punti percentuali del prodotto in media nel triennio risalendo nel 2021 al 3,8 per cento del Pil). La revisione dei tassi rispetto al DEF comporta un onere di oltre 3 miliardi (sempre rispetto a quanto previsto) nel 2019 e di 4,6 miliardi nell’anno terminale della previsione.

La spesa corrente primaria presenta variazioni in aumento di fatto contenute: 1,5 miliardi nel 2019 e 1,6 miliardi nel 2020. La revisione al ribasso della spesa per investimenti (-1,7 miliardi nel 2019 e -1,1 nel biennio successivo) consentirebbe di annullare o contenere la crescita della spesa finale primaria, non impedendo, tuttavia, un aumento di quella complessiva in termini di prodotto di poco meno di mezzo punto percentuale in media nel triennio.

Il rallentamento del prodotto si riverbera anche sulle entrate, che sono riviste in riduzione di 6 miliardi nel 2019 e di poco meno di 10 miliardi a fine periodo. Una flessione che riguarda soprattutto quelle dirette (-4,5 miliardi) e, nel biennio 2020-2021, quelle indirette per 2,5 miliardi.

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IL PERCORSO PROGRAMMATICO 2019-2021

Nel quadro programmatico il Governo prevede una sospensione della manovra di consolidamento fiscale scontata nel quadro tendenziale per il 2019, per riavviare dal 2020 il percorso di riassorbimento del disavanzo.

Una scelta ritenuta coerente, nell’impostazione del Governo, con l’obiettivo di miglioramento delle prospettive di crescita e di superamento della debolezza delle condizioni cicliche.

Le misure previste nel programma - che dovranno trovare una concreta definizione nella prossima manovra - punterebbero a sostenere il reddito delle fasce della popolazione maggiormente colpite dalla recessione. Misure che, associate a quelle per le imprese, il Governo ritiene idonee a favorire una più sostenuta ripresa della produzione e ad aumentare il potenziale di crescita. Migliorando le aspettative delle imprese, esse dovrebbero, in tale ottica, portare ad una più decisa ripresa degli investimenti privati attraverso una accelerazione della domanda interna. Una domanda che si ritiene possa così tornare a tassi di crescita confrontabili con quelli dei maggiori Paesi europei. Gli interventi di sostegno dei redditi e quelli volti a consentire un pensionamento anticipato punterebbero anche ad incidere sul mercato del lavoro, fornendo nuovo impulso alla domanda di impiego, offrendo ulteriori opportunità per le fasce più giovani della popolazione e consentendo alle imprese di ringiovanire la forza lavoro.

A ciò si dovrebbe accompagnare un programma straordinario di investimenti e di manutenzione delle infrastrutture rivolto alla messa in sicurezza del Paese.

Il Governo conferma, infine, la volontà di disattivare nel 2019 la restante quota delle clausole di salvaguardia previste a legislazione vigente ed il conseguente aumento di imposte indirette.

Per attuare tale strategia viene definito un andamento programmatico dei saldi fortemente peggiorativo rispetto ai valori tendenziali aggiornati. L’indebitamento netto passa dall’1,2 al 2,4 per cento nel 2019. Nel biennio successivo il percorso di riduzione riprende, ma mantenendosi ben al di sopra del dato tendenziale: 2,1 per cento rispetto allo 0,7 nel 2020, 1,8 rispetto allo 0,5 per cento nel 2021.

Minore è la correzione nel caso del saldo primario, la grandezza che misura le scelte discrezionali delle politiche di bilancio: la Nota prefigura una riduzione dell’avanzo dal 2,4 all’1,3 per cento del Pil nel 2019 ed un’ulteriore flessione nel biennio successivo fino al 2,1 per cento del prodotto contro il 3,3 del quadro tendenziale.

L’eliminazione nel prossimo anno della parte residua della clausola di salvaguardia e l’avvio di gran parte delle misure previste dal programma di Governo (oltre che il maggior onere connesso all’aumento della spesa per interessi) porterebbero ad un incremento del disavanzo di poco meno di 22 miliardi.

Tale scostamento rispetto al quadro tendenziale cresce, rispettivamente, a 26,4 e 25,3 miliardi nel 2020 e nel 2021, quando tuttavia l’importo delle clausole che il Governo prevede di riassorbire sale dai 12,4

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miliardi del 2019 a circa 20. Ciò, a parità di altre condizioni e pur considerando la crescita prevista, potrebbe porre la necessità di individuare nuove risorse.

Si tratta di una scelta particolarmente impegnativa, la cui valutazione in termini di congruenza e di realizzabilità delle coperture potrà essere fatta solo al momento della presentazione della legge di bilancio. Tale impostazione deve essere letta alla luce sia di un quadro tendenziale che, come si era già osservato in occasione del DEF, sconta un profilo di riduzione significativo della spesa in comparti determinanti per i servizi ai cittadini, che degli obblighi imposti dal rispetto degli Accordi europei e, soprattutto, di quelli di riassorbimento del debito che, più di ogni altro elemento, continua a condizionare le scelte di bilancio del nostro Paese ed esporlo a rischi di instabilità finanziaria.

Forma parte integrante del DEF 2018 il “Programma Nazionale di Riforma”, che si articola in48 azioni strategiche. I contenuti di tale documento sono naturalmente suscettibili di importanti aggiornamenti ad opera del nuovo governo nazionale.

Infine, va ricordato che L’Italia è il primo Paese che collega gli “Indicatori di benessere equo e sostenibile (BES)” alla programmazione economica e di bilancio,attribuendo ad essi un ruolo nell’attuazione e nel monitoraggio delle politiche pubbliche. La Legge 163/2016 ha stabilito che gli indicatori BES debbano essere incorporati nel ciclo di programmazione economico-finanziaria mediante due documenti predisposti dal MEF. Per il 2018/2019, il documento utilizza i seguenti 12 indicatori:

1. reddito medio disponibile aggiustato pro capite 2. indice di disuguaglianza del reddito disponibile

3. indice di povertà assoluta (incidenza a livello individuale) 4. speranza di vita in buona salute alla nascita

5. eccesso di peso

6. uscita precoce dal sistema di istruzione e formazione

7. tasso di mancata partecipazione al lavoro delle donne 25-49 anni

8. rapporto tra tasso di occupazione delle donne 25-49 anni con figli e senza figli in etàprescolare 9. indice di criminalità predatoria (vittime di furti in abitazione, borseggi e rapine /1000 abitanti)

10. indice di efficienza della giustizia civile (durata media effettiva in giorni deiprocedimenti di cognizione civile ordinario definiti dei tribunali)

11. emissioni di CO2 e altri gas clima alteranti

12. indice di abusivismo edilizio (costruzioni abusive per 100 costruzioni autorizzate daicomuni).

L’Allegato BES al DEF 2018 monitora l’andamento dei 12 indicatori ed estende fino al2021 la previsione per i quattro indicatori sperimentali già inseriti nel DEF 2017.

Obiettivo dell'intero Governo è il perseguimento prioritario della crescita dell'economia in un quadro di coesione e inclusione sociale. Esso sarà perseguito all'interno di una politica di bilancio caratterizzata dalla continuazione della riduzione del rapporto debito/PIL. Il Governo intende muoversi in una

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direzione per cui non vi sarà un peggioramento del saldo strutturale: non attuando un aumento della spesa nominale di parte corrente, ma operando la ricomposizione della spesa, riducendo la quota di spesa corrente rispetto alla spesa in conto capitale, che evidentemente dovrà aumentare.

Tre punti prioritari per l'azione del Ministero saranno: inclusione sociale e politiche attive del lavoro, con particolare enfasi sul contrasto alla povertà e all'inserimento nel mercato del lavoro;riforma delle imposte dirette con l'obiettivo prioritario di ridurre gradualmente il carico fiscale sui redditi più bassi e medi e sulla piccola impresa; rilancio degli investimenti pubblici non solo tramite maggiori risorse di bilancio, ma andando anche a rimuovere gli ostacoli burocratici e le debolezze organizzative che li hanno frenati negli ultimi anni.

Il Ministro ha ricordato in proposito che gli investimenti degli enti territoriali hanno subìto una contrazione quasi del 50 per cento dal 2008 al 2017, scendendo a 11 miliardi di euro dai 21,8 del2008 e valutando tale situazione drammatica, non solo dal punto di vista dell'apporto che gli stessi possono portare alla crescita, ma anche per quanto riguarda la competitività dell'economia italiana nei processi di globalizzazione. Il Governo è quindi determinato a invertire il calo degli investimenti pubblici in atto dall'inizio della crisi, ritenendo che gli ostacoli alla spesa pubblica per investimenti siano essenzialmente:

la perdita di competenze tecniche e progettuali delle amministrazioni pubbliche; la difficile interazione tra le amministrazioni sia centrali che territoriali; gli effetti non voluti dell'applicazione del recente Codice degli appalti.

ANALISI STRATEGICA DELLE CONDIZIONI INTERNE LA POPOLAZIONE

Il grafico in basso, detto Piramide delle Età, rappresenta la distribuzione della popolazione residente a Casarano per età, sesso e stato civile al 1° gennaio 2018.

La popolazione è riportata per classi quinquennali di età sull'asse Y, mentre sull'asse X sono riportati due grafici a barre a specchio con i maschi (a sinistra) e le femmine (a destra). I diversi colori evidenziano la distribuzione della popolazione per stato civile: celibi e nubili, coniugati, vedovi e divorziati.

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Distribuzione della popolazione di Casarano per classi di età da 0 a 18 anni al 1° gennaio 2018.

Elaborazioni su dati ISTAT.

Il grafico in basso riporta la potenziale utenza per l'anno scolastico 2018/2019 le scuole di Casarano, evidenziando con colori diversi i differenti cicli scolastici (asilo nido, scuola dell'infanzia, scuola primaria, scuola secondaria di I e II grado).

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Popolazione straniera residente a Casarano al 1° gennaio 2018. Sono considerati cittadini stranieri le persone di cittadinanza non italiana aventi dimora abituale in Italia.

Gli stranieri residenti in provincia di Lecce al 1° gennaio 2018 rappresentano il 3,2% della popolazione residente.

*Fonte dei dati: www.tuttitalia.it

ORGANIZZAZIONE E MODALITÀ DI GESTIONE DEI SERVIZI PUBBLICI LOCALI

Servizio Modalità di Appaltatore

svolgimento

Biblioteca Appalto Ass. Liceo DOCET

Refezione scolastica Appalto La Fenice Srl

Manutenzione immobili strade e piazze Diretta/appalto

Ditte di volta in volta Individuate

Recupero evasione tributaria ICI e TARSU

Appalto

supporto/concessione

riscossione coattiva Andreani Tributi Srl

Accertamento e riscossione imposta comunale sulla pubblicità

Appalto

supporto/concessione

riscossione coattiva Andreani Tributi Srl Raccolta RSU - Spazzamento strade –Ecocentro Appalto Consorzio GEMA

Asilo Nido Diretta Gestione diretta

Trasporto Urbano Appalto Tundo Srl

Scuola Materna Comunale Appalto Ass. Liceo DOCET

SERVIZI GESTITI TRAMITE DELEGA DI FUNZIONI O GESTIONI ASSOCIATE

Servizio Modalità di Soggetto gestore/Comune capofila

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Servizi sociali ricadenti nelle seguenti aree di intervento:

Comune di Casarano – Comune capofila Ambito di Zona

· famiglia e minori – compresa funzione di tutela

minori Forma associata –-

· disagio adulti

· Anziani

· Immigrazione

Ambito di raccolta Ottimale – ARO Forma

Associata

Comune di Casarano – Comune capofila dal 2016

Area Vasta – Pit 9

Forma

Associata Comune di Casarano – Comune capofila

Centrale unica di Committenza Diretta – forma

associata

Comune di Casarano – Comune Capofila

ELENCO PARTECIPAZIONI COSTITUENTI IL GAP

Nel DUP devono essere esplicitati gli indirizzi generali sul ruolo degli organismi facenti parte del Gruppo Amministrazione Pubblica (GAP). Sono inclusi in tale gruppo:

• gli organismi strumentali (quali le istituzioni ex art. 114 del d.lgs. n. 267/2000);

• gli enti strumentali, controllati e partecipati;

• le società controllate e partecipate.

Di seguito effettuiamo una ricognizione di tutti gli organismi gestionali esterni a cui partecipa l’ente, con individuazione, per ciascuno, della eventuale appartenenza al GAP:

Codice fiscale

società Denominazione società Anno di costituzione

% Quota di

partecipazione Attività svolta

B C D E F

04341280750

CASARANO CITTA' CONTEMPORANEA SRL IN LIQUIDAZIONE

2010 100,00

OPERAZIONI DI

CARTOLARIZZAZIONE DEI PROVENTI DERIVANTI DALLA DISMISSIONE DEL PATRIMONIO IMMOBILIARE DEL SOCIO UNICO COMUNE DI CASARANO

04246470753 GAL SERRE SALENTINE SRL 2009 2,01

Realizzare tutti gli interventi previsti dal Piano di Sviluppo Rurale 2007 – 2013 - Asse IV LEADER

03465430753

AREA SISTEMA DI CASARANO E COMUNI ASSOCIATI SCARL IN LIQUIDAZIONE

2000 5,26

Attività di consulenza gestionale Ricerca e sviluppo sperimentale nel campo delle Scienze sociali e umanistiche

04818500755 G.A.L. Capo di Leuca Società

consortile a responsabilità limitata 2016 0,95

Realizzare tutti gli interventi previsti dal PSR Puglia 2014- 2020 - Misura 19, dedicata all'attuazione dell'Iniziativa LEADER, in continuità con le precedenti programmazioni in materia di sviluppo rurale

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17 80016780753

CONSORZIO UNIVERSITARIO INTERPROVINCIALE

SALENTINO

nd 1,33%

Contribuisce al progresso civile, sociale ed economico del Salento, sostenendo lo sviluppo

dell’istruzione dell’università, delle accademie e degli istituti di alta formazione artistica e musicale come definiti dalla legge.

RISORSE FINANZIARIE

L’attività di programmazione implica una valutazione delle risorse finanziarie disponibili per il finanziamento delle spese. Nel rinviare alla sezione operativa la valutazione dei mezzi finanziari nell’orizzonte temporale di riferimento del bilancio, riteniamo utile in questa sede tratteggiare l’evoluzione della situazione economico-finanziaria dell’ente, con particolare riguardo per gli investimenti in corso e programmati, gli equilibri di bilancio, l’indebitamento e la gestione del patrimonio.

INVESTIMENTI CHE SI INTENDONO REALIZZARE A PARTIRE DALL’ANNO 2019

La crisi economico-finanziaria vissuta dal Comune di Casarano, unitamente alla crisi economica generale, ha determinato una forte contrazione degli investimenti in opere pubbliche. Sono state impiegate le risorse disponibili rinvenienti da finanziamenti comunitari, statali e regionali.

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SPESA CORRENTE PER L’ESERCIZIO DELLE FUNZIONI FONDAMENTALI

Il mancato esercizio della delega conferita al Governo per l’individuazione delle funzioni fondamentali dei comuni prevista dall’articolo 2 della legge 5 giugno 2003, n. 131, attuativa della riforma del Titolo V della Costituzione, ha condotto per anni ad un vuoto legislativo che solo di recente è stato colmato con interventi d’urgenza. Dopo una prima, provvisoria, individuazione delle funzioni fondamentali nell’ambito del processo di attuazione del cosiddetto “federalismo fiscale”, prevista dall’art. 21, comma 3, della legge 5 maggio 2009, n. 42, le funzioni fondamentali dei comuni sono state individuate dall’articolo 14, comma 32, del d.L. n. 78/2010, convertito con modificazioni dalla legge n. 122/2010, come modificato dall’articolo 19, comma 1, del d.L. n. 95/2012 (L. n. 135/2012). Si tratta nello specifico delle funzioni di:

organizzazione generale dell'amministrazione, gestione finanziaria e contabile e controllo;

organizzazione dei servizi pubblici di interesse generale di ambito comunale, ivi compresi i servizi di trasporto pubblico comunale;

catasto, ad eccezione delle funzioni mantenute allo Stato dalla normativa vigente;

la pianificazione urbanistica ed edilizia di ambito comunale nonché la partecipazione alla pianificazione territoriale di livello sovra comunale;

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attività, in ambito comunale, di pianificazione di protezione civile e di coordinamento dei primi soccorsi;

l'organizzazione e la gestione dei servizi di raccolta, avvio e smaltimento e recupero dei rifiuti urbani e la riscossione dei relativi tributi;

progettazione e gestione del sistema locale dei servizi sociali ed erogazione delle relative prestazioni ai cittadini inclusa la cabina di regia dell’Ambito sociale di Zona;

edilizia scolastica per la parte non attribuita alla competenza delle province, organizzazione e gestione dei servizi scolastici;

polizia municipale e polizia amministrativa locale;

tenuta dei registri di stato civile e di popolazione e compiti in materia di servizi anagrafici nonché in materia di servizi elettorali, nell'esercizio delle funzioni di competenza statale.

INDIRIZZI GENERALI IN MATERIA DI GESTIONE DEL PATRIMONIO

Il patrimonio immobiliare del comune rappresenta contemporaneamente una fonte di reddito ed una voce di spesa. Una fonte di reddito in quanto, in un quadro di crescenti ristrettezze delle risorse di bilancio derivanti dai tagli ai trasferimenti erariali e dalla diminuzione delle entrate proprie dell’ente, la valorizzazione del patrimonio pubblico assume una rilevanza strategica sia per ridurre i costi che per innalzare il livello di redditività. Una voce di spesa in quanto il patrimonio immobiliare assorbe notevoli risorse per essere mantenuto ad un livello di decoro soddisfacente. La manutenzione della città e degli edifici è strumento fondamentale per affermare un diffuso senso di cura che si riflette, inevitabilmente, su un generale miglioramento della qualità urbana. Il tema del decoro urbano che comprende sia la manutenzione della viabilità, dei marciapiedi, del verde e degli arredi urbani, che la manutenzione degli edifici pubblici (scuole, municipio, cimiteri, ecc.) è da sempre uno dei temi sensibili nell’ambito dei rapporti con la cittadinanza. Le possibilità di intervento in questi ambiti sono fortemente limitate dai vincoli imposti dal patto di stabilità e solamente con un’efficace programmazione (pluriennale) degli interventi è possibile far fronte alle esigenze fisiologiche (dovute alla normale usura) del patrimonio e mantenere una efficace capacità di intervento per bisogni straordinari ed emergenze.

Nondimeno, il nostro programma di mandato pone l’attenzione sulla “CRESCITA INCLUSIVA” in quanto è nostro convincimento che “una comunità si evolve, progredisce realmente, solo se è capace di attivare tutte le proprie risorse perché nessuno resti escluso dalle sue dinamiche e tutti possano accedere alle possibilità che offre”.

Per ciò che riguarda il “CENTRO STORICO” è nostra volontà di:

 intercettare finanziamenti regionali, statali o comunitari al fine di continuare la riqualificazione del centro storico con la basolatura di borgo Terra, Piazza San Giovanni, Piazza San Domenico, Piazza Martiri Ungheresi, e delle vie adiacenti;

 prevedere la ristrutturazione e valorizzazione del frantoio ipogeo ubicato in via Bonifacio IX e la sua apertura al pubblico;

 provvedere all’ adozione del piano dei colori.

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 incentivare la valorizzazione dell’architettura “povera” delle case a corte mediante agevolazioni dei tributi comunali subito dopo la chiusura della procedura di dissesto.

Il “DECORO URBANO” avrà particolare attenzione soprattutto sugli spazi fruibili dai bambini, prevedendo il rifacimento integrale dei Giardini William Ingrosso, Piazza Umberto I, e Piazza Giovanni XXIII, il ripristino e rifacimento dei marciapiedi e degli attraversamenti pedonali al fine di abbattere le barriere architettoniche. Inoltre, è nostra intenzione adottare un piano del verde con piantumazione di varietà arboree autoctone, l’implementazione del verde pubblico sugli spazi adeguati del territorio comunale. Si proseguirà con l’installazione, l’ammodernamento e l’integrazione, ove insufficiente, dell’arredo urbano e all’aggiornamento e attribuzione dei numeri civici su tutte le strade comunali.

IL REPERIMENTO E L’IMPIEGO DI RISORSE STRAORDINARIE ED IN CONTO CAPITALE

La crisi economica che ha colpito il paese si avverte in maniera ancora più forte nel settore dell’edilizia, entrato in una fase di stagnazione dal 2008 ad oggi. Le stime per una ripresa del mercato prevedono tempi molto lunghi (decenni) prima di ritornare ai livelli pre-crisi, forse non più ripetibili. Questa situazione ha determinato una forte contrazione delle risorse a disposizione dei comuni per il finanziamento degli investimenti, connesse ai proventi dell’attività edilizia (permessi di costruire) e ai proventi delle alienazioni che, peraltro, per ciò che concerne il comune di Casarano devono essere prioritariamente impiegati per il risanamento dell’ente.

Anche sul fronte dell’indebitamento non vi sono particolari margini di acquisizione delle risorse, per quanto si dirà specificatamente nel paragrafo seguente.

Al di là di quanto già detto sopra, appare quindi evidente che per il finanziamento degli investimenti sarà necessario attivare canali alternativi quali:

 finanziamenti regionali finalizzati;

 fondi europei;

 investimenti privati (operazioni di Partenariato Pubblico-Privato).

INDEBITAMENTO

L’indebitamento del Comune di Casarano presenta livelli elevati, frutto – in passato – di una decisa politica di finanziamento degli investimenti attraverso il ricorso al debito, accompagnata da operazioni di rinegoziazione dei mutui con emissione di BOC che hanno allungato la durata dei prestiti irrigidendo la spesa corrente.

Al 1 gennaio 2019 lo scadenziario muti presenta la seguente situazione:

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EQUILIBRI DI PARTE CORRENTE E GENERALI DI BILANCIO ED EQUILIBRI DI CASSA

L’art. 162, comma 6, del TUEL impone che il totale delle entrate correnti (i primi 3 titoli delle entrate, ovvero: tributarie, da trasferimenti correnti ed entrate extratributarie) sia almeno sufficiente a garantire la copertura delle spese correnti (titolo 1) e delle spese di rimborso della quota capitale dei mutui e dei prestiti contratti dall’Ente.

All’equilibrio di parte corrente possono concorrere anche entrate diverse dalle entrate correnti (entrate straordinarie) nei soli casi espressamente previsti da specifiche norme di legge.

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RISORSE UMANE

Per il raggiungimento degli obiettivi è fondamentale, oltre che la disponibilità di risorse finanziarie, anche l’apporto delle risorse umane sia sotto il profilo quantitativo (numero di persone necessarie allo svolgimento dei servizi, individuato nella dotazione organica) che sotto il profilo qualitativo (adeguatezza delle competenze e delle professionalità, disponibilità al cambiamento, senso di appartenenza, grado di autonomia e di coinvolgimento). Nell’ultimo decennio la provvista di personale è stata caratterizzata da un quadro normativo via via più restrittivo, sia in termini di reclutamento del personale che in termini di incentivazione. La conseguenza è stata quella di un progressivo invecchiamento e di una costante riduzione del personale in servizio, a fronte di nuovi carichi di lavoro e

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di un quadro normativo in costante evoluzione che richiede un aggiornamento professionale continuo. I tagli alla formazione hanno ulteriormente compromesso il quadro, rendendo difficile l’attuazione di un percorso di adeguamento delle competenze e professionalità necessarie a garantire un buon livello di erogazione dei servizi.

STRUTTURA ORGANIZZATIVA

Il nuovo assetto organizzativo alla data del 11/09/2018 è il seguente:

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La corrispondete dotazione organica per settore è la seguente:

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Nell’anno 2018 sono cessati dal servizio, numero nove dipendentidi cui un dipendente Agente di Polizia Locale cat. C.

le capacità assunzionali del triennio 2015 – 2017, sommate a quella dell’anno 2018 e al netto della quota utilizzata nella programmazione del fabbisogno 2018 – 2020 per € 160.377,92, per cui nell’anno

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2019 si possono utilizzare i resti assunzionali del 2018 per € 12.245,60 in aggiunta alle cessazioni di personale registrate in tale anno, per cui la capacità assunzionale complessivamente disponibile per la programmazione del fabbisogno di personale risulta essere così composta:

Anno Capacità assunzionale Quota residua utilizzabile

2015 € 23.726,43 (100% cessazioni 2014) € 0,00

2016 € 0,00 (100% cessazioni 2015) € 0,00

2017 € 103.612,77 (75% cessazioni 2016) € 0,00

2018 € 45.624,32 (75% cessazioni 2017) € 12.245,60 2019 € 194.993,66 (100% cessazioni 2018) € 194.993,66

Totale Capacità assunzionale al 01.01.2019 € 207.579,26

UNA SINTESI: ANALISI SWOT DEL CONTESTO DI CASARANO

Il quinquennio precedente non è stato certamente facile, ma le azioni politico-amministrative messe in campo, ci consentono di guardare avanti e hanno aperto le porte della nostra Città ad un futuro migliore.

E’ stato un ciclo fortemente caratterizzato dalle difficoltà finanziarie dell’Ente ereditate dalle precedenti amministrazioni, nonché dalla grande determinazione e dalla capacità politico-amministrativa, che hanno tracciato un percorso di risanamento finanziario, di sviluppo e crescita della nostra Città.

Casarano è tornata ad essere un punto di riferimento del nostro territorio aggregando altri Comuni nello svolgimento di importanti funzioni vedi: Commissione Paesaggio, Centrale di unica Committenza, Casarano Capofila dell’Ambito di Raccolta Ottimale dei Rifiuti, ed ancora Capofila nell’ ambito della cultura, della ricerca ed innovazione tecnologica (vedi Sistema Culturale… Finanziato dal MIBACT e aggregazioni di comuni ed Enti per un importante progetto di ricerca sullo spettro dell’autismo).

Il ruolo della Città nel contesto provinciale e regionale è stato potenziato in questi anni anche in ambito socio assistenziale attraverso il rilancio dell’Ambito Sociale di Zona (Casarano capofila di sette Comuni) portando lo stesso per erogazione di servizi e per capacità di spesa tra i primi in Puglia.

Questi anni hanno rappresentato la costruzione di solide basi per la realizzazione di altri e più importanti progetti ed obiettivi che sono stati pianificati senza perdere mai di vista la concreta possibilità della loro realizzazione nei tempi ragionevolmente appropriati della consiliatura stessa.

Le linee programmatiche riprendono i contenuti della proposta di programma elettorale e rappresentano una guida all’ azione politico-amministrativa di questo governo basata sulle linee strategiche di seguito indicate.

OBIETTIVI STRATEGICI DELL’ENTE

Promozione del Territorio e Cultura

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36 Il patrimonio culturale, artistico e demo–antropologico costituiscono un legame fondamentale tra passato, presente e futuro. La cultura è l’elemento essenziale per il dialogo tra i popoli, è importante per la crescita e lo sviluppo delle comunità anche in chiave economica grazie alle straordinarie potenzialità nel settore del turismo e alle opportunità che offrono le nuove tecnologie applicate alla valorizzazione dei beni culturali. In virtù della nostra continuità amministrativa, stiamo procedendo al recupero dei principali edifici storici della Città, ovvero Palazzo D’Elia e Palazzo De Judicibus ai quali daremo la destinazione di contenitori culturali, abbiamo realizzato la progettazione definitiva dei lavori di ristrutturazione di Palazzo De Donatis con destinazione museo, ma anche la riapertura della Biblioteca Comunale e la valorizzazione della Chiesa di Casaranello sono il segno tangibile che sono state costruite solide basi per lo sviluppo della Cultura e della conservazione delle tradizioni e ciò continuerà ad essere prioritario nella programmazione politico-amministrativa futura.

Consapevoli del fatto che la cultura è un elemento importante dello sviluppo economico, vogliamo che Casarano lanci questo messaggio nel territorio per divenire un modello da esportare. Per raggiungere questo obiettivo abbiamo dato vita ad una aggregazione di 64 comuni, di cui Casarano è capofila, che ha appunto come scopo quello di progettare in forma integrata la valorizzazione e la fruizione dei beni culturali anche a fini turistici. Nell’attività amministrativa del periodo 2017-2022 sarà concretizzato il predetto percorso con la realizzazione del SISTEMA CULTURALE INTEGRATO DEL SUD SALENTO.

OBIETTIVI STRATEGICI COLLEGATI:

Tutela e Valorizzazione della Chiesa di Santa Maria della Croce “Casaranello”

Obiettivo dell’Amministrazione sarà quello di promuovere la conoscenza della cultura e del patrimonio culturale della città di Casarano con particolare riferimento alla Chiesa di Santa Maria della Croce che proporremo per il “ MARCHIO DEL PATRIMONIO EUROPEO.” I siti del patrimonio europeo sono elementi portanti nella creazione dell'Europa attuale. Testimoni degli albori della civiltà e dell'Europa, così come la conosciamo, questi siti celebrano e simboleggiano gli ideali, i valori, la storia e l'integrazione europei. La Chiesa di S. M. della Croce è riconosciuta come uno dei monumenti cristiani più antichi d’Europa e con i suoi mosaici parietali unici nel loro genere, segna la fine dell’età romana e l’inizio del medioevo e con esso la nascita dell’Europa. Per tale ragione riteniamo che la chiesa di Casaranello sia una delle pietre miliari nella creazione dell’Europa e meriti di fregiarsi del “MARCHIO DEL PATRIMONIO EUROPEO.” Saranno avviati importanti lavori di riqualificazione dell’ambiente circostante la Chiesa al fine di dar vita al monumento-museo Chiesa di S. M. della Croce con conseguente revisione della viabilità veicolare della zona stessa.

L’amministrazione si attiverà altresì per realizzare piccoli interventi di recupero e restauro dell’Antica Scalinata della Madonna della Campana (Via Maggia) e del frantoio ipogeo detto delle “Sette Pietre”

in via Bonifacio IX.

Più Europa nelle Politiche Culturali per Casarano

L’Unione Europea sostiene e promuove il settore della cultura ritenendolo uno dei settori strategici per la crescita sociale ed economica. Numerose sono le azioni che vanno a sostegno degli

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37 organismi culturali e creativi ma questo potenziale rimane ancora oggi scarsamente sfruttato. Per tale ragione vogliamo creare un apposito servizio che sappia creare un rapporto sinergico tra le istituzioni ed il territorio al fine di utilizzare al meglio gli strumenti che l’Europa mette a disposizione dei cittadini. L’ attività dell’ Amministrazione sarà così finalizzata a favorire le politiche giovanili, culturali e di integrazione sociale.

Crescita Inclusiva

Una comunità si evolve, progredisce realmente, solo se è capace di attivare tutte le proprie risorse perché nessuno resti escluso dalle sue dinamiche e tutti possano accedere alle possibilità che offre.

Seguendo questo convincimento stiamo realizzando i Laboratori di Progettazione Partecipata aperti alla cittadinanza, al partenariato locale e a tutti i portatori di interessi per la costruzione di una Strategia di sviluppo urbano sostenibile (SISUS), finalizzato quindi alla elaborazione di una visione strategica di sviluppo urbano sostenibile ed inclusivo. Per estendere il welfare a chi ne è escluso, occorre fare leva sul terzo settore, coinvolgendolo nelle scelte, nel rilevamento dei bisogni e nell’individuazione delle risposte. Casarano gode di un forte e radicato associazionismo, volontariato, affiancato da alcune cooperative e da un privato sociale attivo e dinamico, che è la forza di una politica sociale efficace ed inclusiva. L’attenzione che è stata spesa per attivare tanti servizi indispensabili a favore delle categorie più deboli (quali anziani, disabili, malati, minori, adulti in difficoltà socio-economica, immigrati, ecc.), ora dovrà rivolgersi a qualificare sempre di più quei servizi e a renderli più accessibili, cominciando dalla loro promozione sul territorio. Il passaggio da un welfare dei bisogni ad un welfare del benessere sociale si potrà avere anzitutto investendo risorse ed energie sulla prevenzione del disagio e delle dipendenze, non solo attraverso percorsi di formazione degli adolescenti, ma anche dei genitori e degli adulti che con loro interagiscono. Solo così gli sforzi fatti per le diverse misure contro la violenza di genere, contro il bullismo, contro le ludopatie, ad es., porteranno buoni frutti. Senza dimenticare che non c’è benessere diffuso se non si è in grado di dare risposte efficaci ai bisogni primari ed essenziali, quali la casa ed il lavoro. Il periodo di crisi che attraversiamo da anni ha indotto il Governo e la Regione a introdurre misure straordinarie di sostegno economico (ma non solo), per provare a tirare fuori dalla povertà almeno quella fetta di popolazione maggiormente a rischio. Le misure nazionali e regionali attualmente in fase di sperimentazione, ossia l’Inclusione Sociale Attiva e il Reddito di Dignità, se adeguatamente finanziate e supportate nel tempo, costituiscono l’unica via per affrancare dal bisogno una consistente platea di cittadini in difficoltà e restituire loro dignità e speranza. Le finanze comunali non hanno la forza di sostenere un impegno così oneroso, ma hanno il compito non facile di accompagnare i beneficiari nel percorso di formazione/tirocinio che li dovrà ricollocare nel mondo produttivo. Questa è la sfida che ci attende: riuscire a risvegliare il senso di solidarietà del Privato, dell’Associazionismo, del Privato Sociale, che ancora stenta a fidarsi e ad accogliere concittadini in cerca di una seconda occasione. La strada tracciata in questi anni dalla politica sociale comunale, che è passata da un’ottica assistenziale, ad una concezione di inclusione attiva e di

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38 corresponsabilità condivise tra chi eroga i servizi e chi ne usufruisce, è ormai una strada di non ritorno.

OBIETTIVI STRATEGICI COLLEGATI:

Patti di Inclusione Sociale Attiva

Ore di lavoro a favore della collettività, in cambio di retribuzione, per colmare le lacune e le iniquità che già sembrano lasciare le misure sovracomunali.

Casa e famiglia

La casa è l’altro tema che affligge tante giovani famiglie, sempre più soffocate da canoni troppo alti per le loro capacità economiche. Per dare una risposta occorre reperire risorse esogene per recuperare e ristrutturare gli alloggi comunali, quantomeno per rispondere al problema dell’emergenza abitativa temporanea. Si sta procedendo ad acquisire un bene demaniale da destinare all’accoglienza temporanea di adulti in difficoltà. Per sopperire alla richiesta di beni di prima necessità, si intende promuovere e supportare la costituzione di una “rete della solidarietà”

per la raccolta e distribuzione di eccedenze alimentari, prodotti farmaceutici e altri beni a fini di solidarietà sociale. Altro bisogno di minori e famiglie è vivere i luoghi pubblici in tranquillità e sicurezza, preservandone la loro bellezza e integrità. Si intende pertanto costituire una rete di associazioni di volontariato per il presidio responsabile dei luoghi pubblici, che educhi al rispetto dei beni comuni.

Sport

Lo sport ha una funzione sociale che si intende valorizzare, poiché è prevenzione e cura al tempo stesso. Un uso sano e positivo del tempo libero è elemento di integrazione ed inclusione sociale, generatore del benessere della persona. Per questo Casarano vuole essere città degli sport: una declinazione al plurale per rendere esplicita la ricchezza dell’offerta sportiva e la multidisciplinarietà garantita da una pluralità di associazioni, federazioni ed enti di promozione.

Sicurezza - Legalita’ e Partecipazione

Il tema della sicurezza e legalità coinvolge il cittadino sia come singolo sia come componente della collettività. Poiché statisticamente i fenomeni di criminalità sono maggiormente diffusi nelle aree urbane degradate o in stato di abbandono.

OBIETTIVI STRATEGICI COLLEGATI:

Riqualificare le aree degradate e mettere in sicurezza le aree abbandonate per evitare fenomeni di illegalità, devianza e microcriminalità in genere;

Garantire la manutenzione degli spazi a rischio degrado;

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