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COMUNE DI CASARANO PROVINCIA DI LECCE

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Academic year: 2022

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COMUNE DI CASARANO PROVINCIA DI LECCE

Documento Unico di Programmazione

2020-2022

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Comune di Casarano – DUP 2020-2022

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SOMMARIO

PREMESSA ...4

SEZIONE STRATEGICA (SES) ...5

IL CONTESTO ECONOMICO ...5

IL QUADRO TENDENZIALE DI FINANZA PUBBLICA ...7

IL PERCORSO PROGRAMMATICO 2020-2022 ... 10

ANALISI STRATEGICA DELLE CONDIZIONI INTERNE ... 11

LA POPOLAZIONE ... 11

ORGANIZZAZIONE E MODALITÀ DI GESTIONE DEI SERVIZI PUBBLICI LOCALI ... 13

SERVIZI GESTITI TRAMITE DELEGA DI FUNZIONI O GESTIONI ASSOCIATE ... 14

ELENCO PARTECIPAZIONI COSTITUENTI IL GAP ... 14

RISORSE FINANZIARIE ... 15

INVESTIMENTI CHE SI INTENDONO REALIZZARE A PARTIRE DALL’ANNO 2020 ... 16

SPESA CORRENTE PER L’ESERCIZIO DELLE FUNZIONI FONDAMENTALI ... 16

INDIRIZZI GENERALI IN MATERIA DI GESTIONE DEL PATRIMONIO ... 16

IL REPERIMENTO E L’IMPIEGO DI RISORSE STRAORDINARIE ED IN CONTO CAPITALE ... 17

INDEBITAMENTO ... 18

EQUILIBRI DI PARTE CORRENTE E GENERALI DI BILANCIO ED EQUILIBRI DI CASSA ... 23

RISORSE UMANE ... 24

STRUTTURA ORGANIZZATIVA ... 25

UNA SINTESI DEL CONTESTO DI CASARANO ... 34

OBIETTIVI STRATEGICI DELL’ENTE ... 35

SEZIONE OPERATIVA(SEO) – PARTE PRIMA ... 41

QUADRO RIASSUNTIVO 2020 – 2022 ... 42

VALUTAZIONE GENERALE SUI MEZZI FINANZIARI ... 42

ANALISI DELLE RISORSE ... 42

ENTRATE DA FISCALITÀ LOCALE ... 42

ADDIZIONALE COMUNALE ALL’IRPEF ... 42

IUC ... 42

IL FONDO DI SOLIDARIETÀ COMUNALE - ANDAMENTO FONDO DI SOLIDARIETÀ COMUNALE 2020-2022 ... 43

TRASFERIMENTI CORRENTI (TITOLO 2.00) ... 44

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ENTRATE EXTRATRIBUTARIE (TITOLO 3.00) ... 44

SANZIONI AMMINISTRATIVE DA CODICE DELLA STRADA ... 44

ENTRATE IN CONTO CAPITALE (TITOLO 4.00) ... 45

ENTRATE DA TITOLI ABITATIVI E RELATIVE SANZIONI ... 45

ACCENSIONE DI PRESTITI (TITOLO 6.00) ... 45

INDIRIZZI GENERALI IN MATERIA DI TRIBUTI E TARIFFE DEI SERVIZI ... 46

RIEPILOGO GENERALE ENTRATE PER TITOLI ... 46

INDIRIZZI SUL RICORSO ALL’INDEBITAMENTO PER IL FINANZIAMENTO DEGLI INVESTIMENTI ... 46

DEBITO CONSOLIDATO E CAPACITÀ DI INDEBITAMENTO ... 46

GLI INDIRIZZI IN MATERIA DI INDEBITAMENTO... 47

STRUMENTI URBANISTICI VIGENTI ... 47

SPESA: RIEPILOGO GENERALE DEGLI OBIETTIVI OPERATIVI PER MISSIONI E PROGRAMMI49 SPESA PER MISSIONI E PROGRAMMI ... 49

OBIETTIVI STRATEGICI ... 50

Sezione Operativa (SeO) Parte seconda ... 56

PROGRAMMAZIONE DEI LAVORI PUBBLICI ... 57

PROGRAMMAZIONE DEL FABBISOGNO DI PERSONALE ... 57

PIANO DELLE ALIENAZIONI E VALORIZZAZIONI DEL PATRIMONIO IMMOBILIARE ... 57

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Comune di Casarano – DUP 2020-2022

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PREMESSA

Il processo di armonizzazione contabile degli Enti territoriali è stato definito in attuazione della legge delega 5 maggio 2009, n. 42, recante i principi e i criteri direttivi per l'attuazione del federalismo fiscale, e tenendo in considerazione le disposizioni della legge di contabilità e finanza pubblica (legge 196/2009) e del decreto legislativo 118/2011. L’ambito di applicazione del decreto è costituito dalle Regioni a statuto ordinario, dagli Enti locali di cui all’articolo 2 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267 (Province, Comuni, Città metropolitane, Comunità montane, Comunità isolane, Unioni di comuni e Consorzi di enti locali) e dai loro enti e organismi strumentali. Al fine di favorire la transizione al nuovo ordinamento contabile, destinato a cambiare radicalmente la gestione finanziaria degli enti territoriali, il decreto legislativo 118/2011 ha previsto un’applicazione graduale dei nuovi principi e istituti, consentendo agli enti di distribuire in più esercizi l’attività di adeguamento alla riforma e di limitare nei primi esercizi gli accantonamenti in bilancio riguardanti i crediti di dubbia esigibilità. L’attività più impegnativa richiesta agli enti ha riguardato l’applicazione della nuova configurazione del principio della competenza finanziaria potenziata. Se correttamente applicato, il nuovo impianto della contabilità finanziaria determina un tendenziale ridimensionamento delle poste in conto residui che devono essere costituite solo da crediti e debiti veri ed esigibili. L’attuazione della riforma costituisce una tappa fondamentale nel percorso di risanamento della finanza pubblica e favorirà il coordinamento della finanza pubblica, il consolidamento dei conti delle Amministrazione Pubbliche anche ai fini del rispetto delle regole comunitarie, le attività connesse alla revisione della spesa pubblica e alla determinazione dei fabbisogni e costi standard.

La programmazione nelle pubbliche amministrazioni garantisce l’attuazione del principio costituzionale del buon andamento (art. 97) in quanto è diretta ad assicurare un ottimale impiego delle risorse secondo i canoni di efficacia, efficienza ed economicità. Essa inoltre rende concreto il principio della democrazia partecipativa, in quanto fornisce gli strumenti per “valutare” l’operato dell’azione amministrativa conoscendo preventivamente gli obiettivi dichiarati e, successivamente, i risultati raggiunti. In sostanza, dunque, un corretto processo di programmazione è espressione di una amministrazione moderna che intende fronteggiare in modo permanente, sistemico e unitario le discontinuità ambientali e organizzative ed anche finanziarie. Già l’Osservatorio per la finanza e la contabilità degli enti locali scriveva come la programmazione rappresenti “il «contratto» che il governo politico dell’ente assume nei confronti dei cittadini e degli altri utilizzatori del sistema di bilancio stesso.

L’attendibilità, la congruità e la coerenza dei bilanci è prova della affidabilità e credibilità dell’Amministrazione. Gli utilizzatori del sistema di bilancio devono disporre delle informazioni

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necessarie per valutare gli impegni politici assunti e le decisioni conseguenti, il loro onere e, in sede di rendiconto, il grado di mantenimento degli stessi”1.

Il compito di un’amministrazione è quello di sviluppare il proprio territorio e di migliorare il benessere dei propri cittadini, nel rispetto delle regole e dei ruoli istituzionali che il nostro ordinamento ha stabilito. Questo compito, assai difficile, a causa del contesto economico ancora critico e della scarsità di risorse a disposizione per soddisfare i bisogni fondamentali della comunità, diventa impossibile senza una efficace attività di programmazione in grado di mettere a fuoco gli obiettivi che, all’interno dei principi e dei valori che sono alla base dell’azione politica, riteniamo strategici. Programmare significa quindi fare delle scelte, nella consapevolezza che le risorse sono limitate rispetto ai bisogni e che nell’individuare le priorità “irrinunciabili”, altre esigenze vengono sacrificate. Programmare significa anche stringere un patto di trasparenza e di lealtà con i cittadini, perché nel dichiarare preventivamente quelli che sono gli obiettivi che si intendono raggiungere entro la fine del mandato amministrativo, ci si espone al rischio del “giudizio” finale sui risultati che saranno conseguiti. Consapevoli dell’importanza del compito che ci è stato assegnato, affidiamo a questo documento “l’immagine” di come vorremmo migliorare il nostro comune e attraverso quali azioni intendiamo concretizzare tale risultato, affinché ognuno possa valutare in anticipo la rispondenza degli obiettivi con i reali bisogni della collettività e seguire progressivamente la loro concreta attuazione.

SEZIONE STRATEGICA (SES) IL CONTESTO ECONOMICO

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I dati finora disponibili sembrano indicare come l’economia si stia muovendo da tre trimestri ai margini della recessione. Un andamento da ricondurre soprattutto al calo degli investimenti e delle esportazioni.

Nonostante i segnali di ripresa che vengono dall’industria, è ormai evidente che l’Italia registra un deciso rallentamento come già scontato nelle previsioni più recenti dei principali istituti internazionali e conferma inoltre il mantenimento di un gap di crescita rispetto agli altri paesi dell’area di circa un punto.

I recenti andamenti congiunturali si riflettono naturalmente sul percorso di finanza pubblica, accentuando l’assottigliarsi dei margini di manovra già evidente a seguito delle scelte operate, dopo il lungo confronto con la Commissione europea, con la Legge di Bilancio. Ciò rende oggi ancor più complesso prefigurare interventi che possano contrastare le spinte recessive e, al tempo stesso, preservare l’equilibrio di bilancio e, soprattutto, porre il debito pubblico su uno stabile sentiero di riduzione, condizione indispensabile per allontanare i rischi di nuove crisi finanziarie.

Il DEF 2019 rivede in misura significativa lo scenario economico prospettato sia a settembre, nella NaDEF, sia a dicembre con la revisione degli obiettivi di finanza pubblica concordata con la Commissione europea. L’aggiustamento è netto per l’anno in corso, con un tasso di crescita per il 2019 che si riduce

1 Principio contabile della programmazione, n. 1.3 approvato dall’Osservatorio per la finanza e la contabilità degli enti locali nel 2003. 2 Principio contabile della programmazione, n. 1.3

2Fonte: Audizione della Corte dei Conti sul DEF 2019

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dall’1 (1,5 nel caso della NaDEF) allo 0,2 per cento, ma è marcato anche per l’intero periodo di programmazione per il quale si prefigura un tasso di sviluppo medio annuo più che dimezzato rispetto alla NaDEF (dall’1,5 allo 0,65 per cento) e comunque in decisa riduzione (di un terzo) nel confronto con le valutazioni di dicembre.

L’analisi alla base della ridefinizione della cornice macroeconomica è in larga parte condivisibile. Il complesso delle informazioni che si sono rese disponibili negli ultimi mesi, sia di natura quantitativa e consuntiva, riguardanti in particolare l’intero 2018, sia di ordine qualitativo e previsionale, danno conto di una frenata ragguardevole. Per quel che riguarda il 2018, i dati di contabilità nazionale evidenziano che il prodotto interno lordo ha decelerato nei primi due trimestri dell’anno e successivamente, in un contesto di accresciuta incertezza e di rallentamento dell’economia europea, ha smesso di espandersi fino a registrare la recessione. In media d’anno l’incremento in termini reali è stato pari allo 0,9 per cento, valore significativamente inferiore alle previsioni elaborate in aprile in sede di DEF 2018 (1,5 per cento) e in settembre nella Nota di aggiornamento (1,2 per cento).

Il rallentamento ha tra le sue motivazioni di fondo la mutata congiuntura internazionale.

In generale si assiste ad una riduzione degli scambi commerciali, anche connessa a politiche protezionistiche e guerre doganali con negative conseguenze per i paesi il cui modello di sviluppo fa molto affidamento sulle esportazioni. In particolare, come rimarcato dallo stesso Documento, si è di fronte a rilevanti difficoltà del settore automobilistico e dei segmenti manifatturieri ad esso collegati di cui in Europa stanno risentendo soprattutto gli attori principali del comparto, in primis Germania e Italia.

Tuttavia, il rallentamento in corso riflette anche un ripiegamento della domanda interna. Come viene osservato nel Documento, nel corso del 2018 la crescita dei consumi si è più che dimezzata, in un contesto in cui il reddito disponibile in termini reali ha manifestato una sostanziale tenuta. Le famiglie sembrano aver adottato comportamenti di prudenza e rinviato le scelte di spesa con la conseguente risalita, in media d’anno, della propensione al risparmio. Sulle decisioni di consumo potrebbero aver influito negativamente le notevoli variazioni dei valori dei portafogli finanziari (effetti ricchezza).

Nel complesso, per quel che riguarda il quadro macroeconomico, il DEF da un lato opera, per il 2019- 2020, un aggiustamento che lo allinea alle principali previsioni di consenso; dall’altro, per il biennio 2020-2022, sembra limitarsi a riproporre la ridotta capacità di sviluppo che l’economia italiana ha espresso in media negli ultimi decenni senza prospettare un percorso di solido recupero riferibile alla strategia di politica economica e di bilancio proposta. La scelta, diversa rispetto agli anni scorsi, di costruire un quadro programmatico che non rimuove le clausole di salvaguardia, consegna differenze limitate tra scenario tendenziale e programmatico. Ciò rende di non facile apprezzamento in prospettiva la composizione della domanda aggregata, dal momento che al di là delle tendenze degli investimenti, i quali vengono individuati come principale motore della ripartenza, la prospettiva dei consumi potrà mutare significativamente a seconda che si procederà o meno alla disattivazione delle clausole sulle

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imposte indirette. Si osserva che nel quadro disegnato, ispirato certamente a criteri prudenziali, il differenziale di crescita rispetto all’Area dell’euro, pari a 0,9 punti di Pil negli ultimi 25 anni risulterebbe pari a 1,3 punti quest’anno, a 9 decimi nel 2020 e a 8 decimi nel 2021 e 2022.

Tra gli elementi che destano perplessità vi è il rapporto tra le dimensioni prospettate per la crescita del Pil reale, nel complesso limitata, e quelle del relativo deflatore la cui variazione sembra riflettere una possibile effervescenza nel comparto prezzi. Con riferimento ai consumi, si riscontra un salto nella variazione del deflatore la cui crescita passerebbe tra il 2019 e il 2020 dall’1 al 2,3 per cento, soprattutto a riscontro degli incrementi delle imposte indirette previste dalla vigente legislazione. Ma di entità analoga è la variazione nel quadro programmatico: una variazione che non sembra in linea con la disattivazione delle clausole di salvaguardia sull’Iva. Un tale impulso porta nel 2020 la variazione del deflatore del Pil al 2 per cento un valore che tende ad accrescere l’ammontare nominale del prodotto che è alla base dei principali indicatori di bilancio.

IL QUADRO TENDENZIALE DI FINANZA PUBBLICA

Il DEF 2019 opera un aggiornamento delle stime alla luce della disponibilità dei consuntivi 2018 resi noti dall’Istat e, soprattutto, della revisione che lo stesso DEF apporta al quadro di previsione macroeconomico.

Sulla valutazione dei risultati rispetto ai dati di preconsuntivo della Nota tecnico illustrativa alla Legge di Bilancio (NTI) e, soprattutto, sul rilievo delle modifiche indotte sul quadro tendenziale del DEF dalle nuove prospettive economiche, pesa quest’anno la revisione del perimetro delle Amministrazioni Pubbliche operata dall’Istat con la diffusione delle nuove stime il 9 aprile scorso al fine di includere alcune unità istituzionali. Ciò ha reso necessario predisporre le nuove previsioni per il quadriennio 2019- 22 sulla base di tale mutata cornice. L’impatto sui saldi del 2017 e 2018 è risultato, in ogni caso, limitato.

Più di rilievo la ricomposizione interna al conto per voci economiche.

Il consuntivo 2018 conferma sostanzialmente gli andamenti previsti nella NTI. Si discostano in misura inattesa i soli contributi agli investimenti, che risultano superiori per poco più di 2,4 miliardi. Tale andamento, e una crescita del prodotto inferiore al previsto, comportano un rapporto indebitamento/Pil del 2,1 per cento (contro l’1,9 previsto), comunque in miglioramento rispetto al 2017.

Di poco inferiore alle attese (era previsto raggiungere 1,7 per cento), l’avanzo primario sale al 1,6 per cento del Pil, con un miglioramento di circa 0,2 punti percentuali rispetto al 2017.

Crescono rispetto all’anno precedente le entrate correnti e si confermano in riduzione sia gli interessi passivi che la spesa in conto capitale.

Sul buon andamento delle prime ha inciso l’aumento dei contributi sociali (+4,2 per cento) e delle imposte indirette (+2,1 per cento). L’incremento del gettito Iva è da ricondurre all’ampliamento dello split payment, esteso dal 2018 alle operazioni di tutte le pubbliche amministrazioni inserite nel conto

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economico della PA, delle società controllate dalle pubbliche amministrazioni centrali e locali, nonché delle società quotate (DL n. 50/2017) e all’aumento del gettito sulle importazioni, anche per effetto della crescita del prezzo del petrolio.

Tali risultati riescono a compensare il calo (-0,7 per cento) delle imposte dirette che risentono della riduzione di 3,5 punti percentuali dell’aliquota IRES e della proroga a metà 2018 dei benefici fiscali per gli investimenti in beni strumentali nuovi e ad alto contenuto tecnologico. Nell’esercizio si sono esauriti, poi, gli effetti della rottamazione delle cartelle esattoriali contabilizzati nel 2017, mentre sono in flessione anche le entrate in conto capitale per il venir meno dell’emersione delle attività finanziarie e patrimoniali detenute all’estero.

Sul fronte delle spese, il calo degli interessi per il sesto anno consecutivo (sul 2018 non ha ancora inciso pienamente l’aumento dello spread registrato nella seconda metà dell’anno), il venir meno degli interventi una tantum a favore delle banche in difficoltà e l’ulteriore flessione della spesa per investimenti (in riduzione del 3,8 per cento contro il 2,2 previsto nel quadro di preconsuntivo), hanno consentito di compensare gli aumenti della spesa per redditi da lavoro (+3,1 per cento), per prestazioni sociali (+2,2 per cento) e per i contributi agli investimenti (3,8 miliardi in più di quanto erogato lo scorso anno).

Il risultato dell’anno appena concluso, valutato al netto delle riduzioni riconducibili al venir meno degli interventi per le operazioni straordinarie del 2017 per la gestione delle crisi bancarie, mette in evidenza l’emergere di nuove tensioni sul fronte della spesa.

Il quadro tendenziale del DEF, mostra, invece, un netto peggioramento rispetto a quanto previsto con la NTI. La Nota, incorporando gli effetti della Legge di Bilancio per il 2019, delineava, dopo l’aumento del disavanzo dovuto alla manovra finanziata in deficit per oltre il 40 per cento, un percorso di lento miglioramento dei saldi. L’avanzo primario dal 2019 al 2021 sarebbe passato dall’1,6 al 2,3 per cento del Pil e l’indebitamento netto, pari a 2 punti percentuali nell’anno in corso, avrebbe ridotto la sua incidenza sul prodotto di mezzo punto percentuale a fine periodo.

La revisione del Pil nominale – che costituisce l’aggregato di riferimento per le verifiche sui conti pubblici – incide in misura significativa sui risultati ora attesi per il 2019 e per il prossimo triennio:

l’indebitamento netto cresce di circa mezzo punto di Pil rispetto alle precedenti stime, raggiungendo il 2,5 per cento, 0,35 punti in più rispetto al 2018 (il 2,4 per cento considerando la definitiva indisponibilità dei 2 miliardi di spesa accantonati). Corretti in aumento, pur mantenendo un profilo decrescente, anche i risultati attesi per gli anni successivi: poco sotto il 2 per cento nel 2020, contro l’1,8 inizialmente previsto, 1,8 nel 2021 contro 1,5, risalendo all’1,9 per cento nel 2022.

Superiore è la correzione nel caso del saldo primario, la grandezza che misura le scelte discrezionali delle politiche di bilancio: il DEF prefigura una riduzione dell’avanzo dall’1,6 all’1,1 per cento del Pil nel

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2019 (1,2 considerando il taglio dei 2 miliardi accantonati) ed un’ulteriore flessione nel biennio successivo fino al 1,9 per cento del prodotto contro il 2,3 del quadro tendenziale della NTI.

Tale andamento è principalmente ascrivibile alle entrate tributarie a legislazione vigente, attese scendere nel 2019 di 8,2 miliardi rispetto alla NTI. Ne sono interessate soprattutto quelle dirette, in calo di 6,5 miliardi.

Variazione che si aggiunge alle riduzioni già scontate nell’anno dalla Nota per gli effetti dei provvedimenti introdotti con la Legge di Bilancio 2019. Si tratta della disattivazione delle clausole di salvaguardia, dell’estensione dell’ambito di applicazione del regime forfettario agevolato e della tassazione a favore delle imprese che reinvestono gli utili in beni strumentali e per l’incremento dell’occupazione. Ad esse va ad aggiungersi l’aumento della deducibilità dell’IMU sugli immobili strumentali e la proroga per l’anno delle detrazioni fiscali delle spese destinate all’efficientamento energetico.

Una riduzione che si conferma pressoché nella stessa entità nel 2020, per attestarsi a poco meno dei 6 miliardi nel 2021. A partire dal prossimo anno la dinamica delle entrate tributarie sconta gli aumenti automatici dell’IVA e delle accise (con effetti finanziari pari a circa 23 miliardi nel 2020, circa 1,3 punti percentuali di Pil e a 28,7 miliardi a decorrere dal 2021), come aggiornati dalla Legge di Bilancio. Ad essi si aggiungono gli effetti attesi dall’obbligo della trasmissione elettronica dei corrispettivi all’Agenzia delle Entrate e dalla definizione agevolata delle contestazioni fiscali e delle controversie tributarie pendenti. Le imposte indirette in rapporto al Pil accentuano la loro crescita dal 14,5 per cento nel 2019 al 15,6 per cento nel 2020, al 15,8 per cento nel 2021 e al 15,7 per cento nel 2022.

Anche i contributi sociali, pur se su livelli inferiori, sono stimati in crescita per l’effetto congiunto dell’andamento dei redditi da lavoro dipendente, del venir meno degli effetti economici sia delle misure di esonero contributivo previste dalle Leggi di Stabilità 2015 e 2016 per le nuove assunzioni a tempo indeterminato che degli interventi di agevolazione per le assunzioni di giovani introdotti con la Legge di Bilancio 2018, nonché dei provvedimenti previsti dalla Legge di Bilancio 2019 in materia di occupazione.

Nel nuovo quadro tendenziale sono riviste in riduzione in termini assoluti anche le previsioni di spesa (confrontate al netto degli effetti riconducibili alle modifiche nel perimetro della PA e del taglio di 2 miliardi, non scontati nel quadro della NTI): limitatamente nel 2019 (-0,8 miliardi rispetto alla NTI), in misura più consistente nel triennio successivo (7,3 miliardi nel 2020 e circa 3 nel 2021). Ne sono interessate, soprattutto, le spese per consumi intermedi, per le prestazioni sociali e per gli investimenti.

Viene tuttavia mantenuto un profilo crescente alla spesa. La spesa per pensioni, riflettendo anche gli effetti delle nuove misure relative al pensionamento anticipato (c.d. Quota 100) e alle altre misure previste dalla Legge di Bilancio, è prevista crescere del 3,2 per cento nel 2019, del 3,6 per cento nel 2020 e del 3,4 per cento nel 2021. Le altre prestazioni sociali, con l’entrata in vigore del Reddito di

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Cittadinanza, aumentano nel triennio rispettivamente del 8,3 per cento, del 3,4 per cento e del 1,3 per cento.

L’evoluzione degli investimenti fissi lordi (sempre al netto degli effetti di revisione del perimetro) sconta una ripresa dell’attività di spesa, con una crescita nominale del 6,7 per cento nel 2019 che dovrebbe raggiungere il 10,7 per cento nel 2020. La dinamica rallenta nei due anni successivi, con una crescita attesa del 6,9 per cento nel 2021 e del 3,6 per cento nel 2022.

Nonostante la riduzione in termini assoluti per la spesa per interessi, prevista scendere al 3,6 per cento del Pil nel 2019 e nel 2020, per tornare a salire nel 2021 e 2022, rispettivamente al 3,7 e al 3,9 per cento del Pil, l’incidenza della spesa totale sul Pil rimane sostanzialmente stabile al 48,9-49 per cento nel 2019-2020, circa 6 decimi di punto superiore al quadro di previsione della NTI.

IL PERCORSO PROGRAMMATICO 2020-2022

A fronte del nuovo quadro tendenziale che comporta un consistente incremento della stima di indebitamento netto, il DEF indica due linee di intervento da assumere nell’immediato, rinviando alla Legge di Bilancio per ciò che riguarda l’eventuale sostituzione delle rilevanti clausole di salvaguardia incidenti sull’Iva e aggiustamenti ulteriori per gli anni successivi al 2020.

Già scontata nel tendenziale la riduzione di 2 miliardi relativi alle spese delle amministrazioni centrali rese indisponibili in Legge di Bilancio, si punta a imprimere un impulso alla crescita con misure di stimolo agli investimenti privati e delle amministrazioni territoriali e di snellimento delle procedure di approvazione delle opere pubbliche con i due preannunciati provvedimenti, il DL ‘Crescita’ e DL ‘Sblocca Cantieri’. L’impatto complessivo sulla crescita dei due decreti viene stimato in 0,1 punti percentuali di Pil nel 2019: la crescita del Pil nello scenario programmatico passa dall’1,1 all’1,2 percento in termini nominali.

Per quanto riguarda il successivo triennio, lo scenario programmatico conferma la legislazione vigente in materia fiscale nell’attesa di definire nel corso dei prossimi mesi, nella Nota di aggiornamento del DEF, eventuali misure alternative e/o un programma di revisione della spesa pubblica. Ciò potrà incidere sul livello della pressione fiscale che, nel 2020 sale al 42,7 per cento, dal 42 del 2019, per scendere solo a fine periodo al 42,5. Si prevedono, inoltre, maggiori investimenti pubblici in confronto al tendenziale.

Per la copertura delle maggiori occorrenze per le politiche invariate (rinnovi contrattuali …) per maggiori investimenti (previsti raggiungere il 2,6 per cento del prodotto negli anni terminali della previsione) e per il miglioramento dei saldi vengono previste ulteriori riduzioni di spesa corrente e maggiori entrate, soprattutto dalla lotta all’evasione, ma senza specificarne al momento né il quantum e né le modalità.

L’indebitamento netto nel quadro programmatico scenderebbe al 2,1 per cento nel 2020 e quindi all’1,8 per cento nel 2021 e all’1,5 per cento nel 2022.

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Un percorso impegnativo, soprattutto se, come negli ultimi anni, si punta ad una piena eliminazione delle clausole di salvaguardia. Si tratterebbe infatti di muovere da un disavanzo tendenziale effettivo del 3,2 per cento nel 2020 e del 3,4 per cento nel 2021 e 2022, individuando misure per poco meno di 21 miliardi nel 2020 e 29 e 36 miliardi nel biennio successivo, oltre a quelle necessarie a soddisfare le ulteriori esigenze programmate.

Nel DEF si compie quindi una scelta di rinvio nella definizione dei contenuti effettivi della manovra, e ciò desta perplessità, sia per la portata degli interventi che si profilano, sia per l’incertezza che si determina nelle scelte degli operatori economici, famiglie e imprese, che da tagli di spesa o aumenti di entrata vengono necessariamente interessati. Si rammenta al riguardo che, proprio a questo fine e per muovere verso una più ordinata gestione del bilancio, la legge 196 ha previsto una definizione della spending review già nel DEF per tutti i livelli di governo, onde consentire l’individuazione delle misure da inserire in Legge di Bilancio.

Va poi considerato che tale impostazione deve essere letta alla luce di un quadro tendenziale che, come si era già osservato in occasione della Nota, sconta già un profilo di riduzione significativo della spesa corrente primaria al netto di quella per prestazioni sociali: essa si riduce di oltre un punto di Pil nell’orizzonte della previsione. Di qui i ridotti spazi di manovra per importanti settori dei servizi ai cittadini, i limitati margini per il rispetto degli Accordi europei e, soprattutto, per il riassorbimento del debito che, più di ogni altro elemento, continua a condizionare le scelte di bilancio del Paese.

ANALISI STRATEGICA DELLE CONDIZIONI INTERNE LA POPOLAZIONE

Il grafico in basso, detto Piramide delle Età, rappresenta la distribuzione della popolazione residente a Casarano per età, sesso e stato civile al 1° gennaio 2019.

La popolazione è riportata per classi quinquennali di età sull'asse Y, mentre sull'asse X sono riportati due grafici a barre a specchio con i maschi (a sinistra) e le femmine (a destra). I diversi colori evidenziano la distribuzione della popolazione per stato civile: celibi e nubili, coniugati, vedovi e divorziati.

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Distribuzione della popolazione di Casarano per classi di età da 0 a 18 anni al 1° gennaio 2019.

Elaborazioni su dati ISTAT.

Il grafico in basso riporta la potenziale utenza per l'anno scolastico 2019/2020 le scuole di Casarano, evidenziando con colori diversi i differenti cicli scolastici (asilo nido, scuola dell'infanzia, scuola primaria, scuola secondaria di I e II grado).

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Popolazione straniera residente a Casarano al 1° gennaio 2019. Sono considerati cittadini stranieri le persone di cittadinanza non italiana aventi dimora abituale in Italia.

La comunità straniera più numerosa è quella proveniente dalla Romania con il 38,5% di tutti gli stranieri presenti sul territorio, seguita dal Marocco (15,9%) e dall'Albania (12,1%).

*Fonte dei dati: www.tuttitalia.it

ORGANIZZAZIONE E MODALITÀ DI GESTIONE DEI SERVIZI PUBBLICI LOCALI

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Servizio Modalità di Appaltatore

svolgimento

Biblioteca Appalto Ass. Liceo DOCET

Refezione scolastica Appalto CIRFOOD Srl

Manutenzione immobili strade e piazze Diretta/appalto

Ditte di volta in volta Individuate

Recupero evasione tributaria ICI e TARSU

Appalto

supporto/concessione

riscossione coattiva Andreani Tributi Srl

Accertamento e riscossione imposta comunale sulla pubblicità

Appalto

supporto/concessione

riscossione coattiva Andreani Tributi Srl

Raccolta RSU - Spazzamento strade –Ecocentro Appalto Consorzio GEMA

Asilo Nido Diretta Gestione diretta

Trasporto Urbano Appalto Tundo Srl

Scuola Materna Comunale Appalto Ass. Liceo DOCET

SERVIZI GESTITI TRAMITE DELEGA DI FUNZIONI O GESTIONI ASSOCIATE

Servizio Modalità di Soggetto gestore/Comune

capofila svolgimento

Servizi sociali ricadenti nelle seguenti aree di intervento:

Comune di Casarano – Comune capofila Ambito di Zona

· famiglia e minori – compresa funzione di tutela

minori Forma associata –-

· disagio adulti

· Anziani

· Immigrazione

Ambito di raccolta Ottimale – ARO Forma

Associata

Comune di Casarano – Comune capofila dal 2016

Area Vasta – Pit 9

Forma

Associata Comune di Casarano – Comune capofila

Centrale unica di Committenza Diretta – forma

associata

Comune di Casarano – Comune Capofila

ELENCO PARTECIPAZIONI COSTITUENTI IL GAP

Nel DUP devono essere esplicitati gli indirizzi generali sul ruolo degli organismi facenti parte del Gruppo Amministrazione Pubblica (GAP). Sono inclusi in tale gruppo:

• gli organismi strumentali (quali le istituzioni ex art. 114 del d.lgs. n. 267/2000);

• gli enti strumentali, controllati e partecipati;

• le società controllate e partecipate.

Di seguito effettuiamo una ricognizione di tutti gli organismi gestionali esterni a cui partecipa l’ente, con individuazione, per ciascuno, della eventuale appartenenza al GAP:

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Comune di Casarano – DUP 2020-2022

15 DENOMINAZIONE DEGLI ENTI FACENTI PARTE DEL GRUPPO

AMMINISTRAZIONE PUBBLICA ESERCIZIO 2017

QUOTA DI PARTECI- PAZIONE

TIPOLOGIE (corrispondenti alle missioni del bilancio –

art. 11-ter e 11-quinquies del d.lgs. 118/2011)

Capo- gruppo intermedia ORGANISMI STRUMENTALI

Non presenti %

ENTI STRUMENTALI CONTROLLATI

Casarano Citta’ Contemporanea Srl IN LIQUIDAZIONE 100 Servizi istituzionali generali e di gestione

No ENTI STRUMENTALI PARTECIPATI

Gruppo d’azione locale Serre Salentine s.r.l. (società mista pubblico/privata)

2,01 Sviluppo economico e competitività

No Consorzio Universitario Interprovinciale Salentino 1,33 Istruzione e diritto allo

studio

No

G.A.L. Capo di Leuca Società consortile a responsabilità limitata (società mista pubblico/privata)

0,95 Sviluppo economico e competitività

No SOCIETA’ CONTROLLATE

Non presenti

SOCIETA’ PARTECIPATE

Non presenti %

Elenco ricognitorio società/enti presenti nel Gap

% di partecipaz

ione

Valore patrimonio

netto Valore totale

attivo Valore totale ricavi

caratteristici Consolidamento Sì/No

Consorzio Universitario

Interprovinciale Salentino C.U.I.S. 1,33% === === ===

No (non redige Stato Patrimoniale

e Conto Economico)

Società Consortile GAL - Gruppo di Azione Locale “Capo di Leuca”

S.C.A.R.L.

0,95% 10.001,00 37.306,00 34.772,00

No (partecipazione

<1% e società mista pubblico/privata)

Gruppo d’azione locale Serre

Salentine s.r.l. 2,01% 99.975,00 103.651,00 17,00 No (società mista

pubblico/privata)

Casarano Citta’ Contemporanea

Srl IN LIQUIDAZIONE 100% 3.783.600,00 6.854.465,00 1.500,00

Si (totale attivo e patrimonio netto

>3% soglia di rilevanza)

RISORSE FINANZIARIE

L’attività di programmazione implica una valutazione delle risorse finanziarie disponibili per il finanziamento delle spese. Nel rinviare alla sezione operativa la valutazione dei mezzi finanziari nell’orizzonte temporale di riferimento del bilancio, riteniamo utile in questa sede tratteggiare l’evoluzione della situazione economico-finanziaria dell’ente, con particolare riguardo per gli investimenti in corso e programmati, gli equilibri di bilancio, l’indebitamento e la gestione del patrimonio.

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Comune di Casarano – DUP 2020-2022

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INVESTIMENTI CHE SI INTENDONO REALIZZARE A PARTIRE DALL’ANNO 2020

La crisi economico-finanziaria vissuta dal Comune di Casarano, unitamente alla crisi economica generale, ha determinato una forte contrazione degli investimenti in opere pubbliche. Sono state impiegate le risorse disponibili rinvenienti da finanziamenti comunitari, statali e regionali.

Il allegato al DUP viene riportato l’elenco completo, secondo lo schema ministeriale delle opere che si intendono realizzare.

SPESA CORRENTE PER L’ESERCIZIO DELLE FUNZIONI FONDAMENTALI

Il mancato esercizio della delega conferita al Governo per l’individuazione delle funzioni fondamentali dei comuni prevista dall’articolo 2 della legge 5 giugno 2003, n. 131, attuativa della riforma del Titolo V della Costituzione, ha condotto per anni ad un vuoto legislativo che solo di recente è stato colmato con interventi d’urgenza. Dopo una prima, provvisoria, individuazione delle funzioni fondamentali nell’ambito del processo di attuazione del cosiddetto “federalismo fiscale”, prevista dall’art. 21, comma 3, della legge 5 maggio 2009, n. 42, le funzioni fondamentali dei comuni sono state individuate dall’articolo 14, comma 32, del d.L. n. 78/2010, convertito con modificazioni dalla legge n. 122/2010, come modificato dall’articolo 19, comma 1, del d.L. n. 95/2012 (L. n. 135/2012). Si tratta nello specifico delle funzioni di:

organizzazione generale dell'amministrazione, gestione finanziaria e contabile e controllo;

organizzazione dei servizi pubblici di interesse generale di ambito comunale, ivi compresi i servizi di trasporto pubblico comunale;

catasto, ad eccezione delle funzioni mantenute allo Stato dalla normativa vigente;

la pianificazione urbanistica ed edilizia di ambito comunale nonché la partecipazione alla pianificazione territoriale di livello sovra comunale;

attività, in ambito comunale, di pianificazione di protezione civile e di coordinamento dei primi soccorsi;

l'organizzazione e la gestione dei servizi di raccolta, avvio e smaltimento e recupero dei rifiuti urbani e la riscossione dei relativi tributi;

progettazione e gestione del sistema locale dei servizi sociali ed erogazione delle relative prestazioni ai cittadini inclusa la cabina di regia dell’Ambito sociale di Zona;

edilizia scolastica per la parte non attribuita alla competenza delle province, organizzazione e gestione dei servizi scolastici;

polizia municipale e polizia amministrativa locale;

tenuta dei registri di stato civile e di popolazione e compiti in materia di servizi anagrafici nonché in materia di servizi elettorali, nell'esercizio delle funzioni di competenza statale.

INDIRIZZI GENERALI IN MATERIA DI GESTIONE DEL PATRIMONIO

Il patrimonio immobiliare del comune rappresenta contemporaneamente una fonte di reddito ed una voce di spesa. Una fonte di reddito in quanto, in un quadro di crescenti ristrettezze delle risorse di bilancio derivanti dai tagli ai trasferimenti erariali e dalla diminuzione delle entrate proprie dell’ente, la valorizzazione del patrimonio pubblico assume una rilevanza strategica sia per ridurre i costi che per innalzare il livello di redditività. Una voce di spesa in quanto il patrimonio immobiliare assorbe notevoli risorse per essere mantenuto ad un livello di decoro soddisfacente. La manutenzione della città e degli

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edifici è strumento fondamentale per affermare un diffuso senso di cura che si riflette, inevitabilmente, su un generale miglioramento della qualità urbana. Il tema del decoro urbano che comprende sia la manutenzione della viabilità, dei marciapiedi, del verde e degli arredi urbani, che la manutenzione degli edifici pubblici (scuole, municipio, cimiteri, ecc.) è da sempre uno dei temi sensibili nell’ambito dei rapporti con la cittadinanza. Le possibilità di intervento in questi ambiti sono fortemente limitate dai vincoli imposti dal patto di stabilità e solamente con un’efficace programmazione (pluriennale) degli interventi è possibile far fronte alle esigenze fisiologiche (dovute alla normale usura) del patrimonio e mantenere una efficace capacità di intervento per bisogni straordinari ed emergenze.

Nondimeno, il nostro programma di mandato pone l’attenzione sulla “CRESCITA INCLUSIVA” in quanto è nostro convincimento che “una comunità si evolve, progredisce realmente, solo se è capace di attivare tutte le proprie risorse perché nessuno resti escluso dalle sue dinamiche e tutti possano accedere alle possibilità che offre”.

Per ciò che riguarda il “CENTRO STORICO” è nostra volontà di:

 intercettare finanziamenti regionali, statali o comunitari al fine di continuare la riqualificazione del centro storico con la basolatura di borgo Terra, Piazza San Giovanni, Piazza San Domenico, Piazza Martiri Ungheresi, e delle vie adiacenti;

 prevedere la ristrutturazione e valorizzazione del frantoio ipogeo ubicato in via Bonifacio IX e la sua apertura al pubblico;

 provvedere all’ adozione del piano dei colori.

 incentivare la valorizzazione dell’architettura “povera” delle case a corte mediante agevolazioni dei tributi comunali subito dopo la chiusura della procedura di dissesto.

Il “DECORO URBANO” avrà particolare attenzione soprattutto sugli spazi fruibili dai bambini, prevedendo il rifacimento integrale dei Giardini William Ingrosso, Piazza Umberto I, e Piazza Giovanni XXIII, il ripristino e rifacimento dei marciapiedi e degli attraversamenti pedonali al fine di abbattere le barriere architettoniche. Inoltre, è nostra intenzione adottare un piano del verde con piantumazione di varietà arboree autoctone, l’implementazione del verde pubblico sugli spazi adeguati del territorio comunale. Si proseguirà con l’installazione, l’ammodernamento e l’integrazione, ove insufficiente, dell’arredo urbano e all’aggiornamento e attribuzione dei numeri civici su tutte le strade comunali.

IL REPERIMENTO E L’IMPIEGO DI RISORSE STRAORDINARIE ED IN CONTO CAPITALE

La crisi economica che ha colpito il paese si avverte in maniera ancora più forte nel settore dell’edilizia, entrato in una fase di stagnazione dal 2008 ad oggi. Le stime per una ripresa del mercato prevedono tempi molto lunghi (decenni) prima di ritornare ai livelli pre-crisi, forse non più ripetibili. Questa situazione ha determinato una forte contrazione delle risorse a disposizione dei comuni per il finanziamento degli investimenti, connesse ai proventi dell’attività edilizia (permessi di costruire) e ai

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proventi delle alienazioni che, peraltro, per ciò che concerne il comune di Casarano devono essere prioritariamente impiegati per il risanamento dell’ente.

Anche sul fronte dell’indebitamento non vi sono particolari margini di acquisizione delle risorse, per quanto si dirà specificatamente nel paragrafo seguente.

Al di là di quanto già detto sopra, appare quindi evidente che per il finanziamento degli investimenti sarà necessario attivare canali alternativi quali:

 finanziamenti regionali finalizzati;

 fondi europei;

 investimenti privati (operazioni di Partenariato Pubblico-Privato).

INDEBITAMENTO

L’indebitamento del Comune di Casarano presenta livelli elevati, frutto – in passato – di una decisa politica di finanziamento degli investimenti attraverso il ricorso al debito, accompagnata da operazioni di rinegoziazione dei mutui con emissione di BOC che hanno allungato la durata dei prestiti irrigidendo la spesa corrente.

Al 1 gennaio 2020 lo scadenziario muti presenta la seguente situazione:

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EQUILIBRI DI PARTE CORRENTE E GENERALI DI BILANCIO ED EQUILIBRI DI CASSA

L’art. 162, comma 6, del TUEL impone che il totale delle entrate correnti (i primi 3 titoli delle entrate, ovvero: tributarie, da trasferimenti correnti ed entrate extratributarie) sia almeno sufficiente a garantire la copertura delle spese correnti (titolo 1) e delle spese di rimborso della quota capitale dei mutui e dei prestiti contratti dall’Ente.

All’equilibrio di parte corrente possono concorrere anche entrate diverse dalle entrate correnti (entrate straordinarie) nei soli casi espressamente previsti da specifiche norme di legge.

BILANCIO DI PREVISIONE EQUILIBRI DI BILANCIO (solo per gli Enti locali) (1)

2020 - 2021 - 2022

EQUILIBRI ECONOMICO-FINANZIARIO COMPETENZA ANNO 2020

COMPETENZA ANNO 2021

COMPETENZA ANNO 2022

Fondo di cassa all'inizio dell'esercizio 0,00 A) Fondo pluriennale vincolato per spese correnti iscritto

in entrata

(+) 0,00 0,00 0,00

AA) Recupero disavanzo di amministrazione esercizio precedente

(-) 224.791,20 135.985,18 140.855,68

B) Entrate titoli 1.00 - 2.00 - 3.00 (+) 19.364.130,02

17.810.404,80

17.810.224,07 di cui per estinzione anticipata di prestiti 0,00 0,00 0,00 C) Entrate Titolo 4.02.06 - Contributi agli investimenti

direttamente destinati al rimborso dei prestiti da amministrazioni pubbliche

(+)

D) Spese Titolo 1.00 - Spese correnti (-) 17.945.273,12

16.439.712,39

16.399.369,33 di cui

- fondo pluriennale vincolato 0,00 0,00 0,00

- fondo crediti di dubbia esigibilità 728.074,64 766.394,35 766.394,35

E) Spese Titolo 2.04 - Trasferimenti in conto capitale (-) 0,00 0,00 0,00 F) Spese Titolo 4.00 - Quote di capitale amm.to mutui e

prestiti obbligazionari

(-) 1.194.065,70 1.234.707,23 1.269.999,06 - di cui per estinzione anticipata di prestiti 0,00 0,00 0,00 - di cui Fondo anticipazioni di liquidità (DL 35/2013 e

successive modifiche e rifinanziamenti)

0,00 0,00 0,00

G) Somma finale (G=A-AA+B+C-D-E-F) 0,00 0,00 0,00 ALTRE POSTE DIFFERENZIALI, PER ECCEZIONI PREVISTE DA NORME DI LEGGE, CHE HANNO EFFETTO SULL'EQUILIBRIO EX ARTICOLO 162, COMMA 6, DEL TESTO UNICO DELLE LEGGI SULL'ORDINAMENTO DEGLI ENTI LOCALI

H) Utilizzo avanzo di amministrazione per spese correnti (2)

(+) 0,00

di cui per estinzione anticipata di prestiti 0,00

I) Entrate di parte capitale destinate a spese correnti in base a specifiche disposizioni di legge o dei principi contabili

(+) 0,00 0,00 0,00

di cui per estinzione anticipata di prestiti 0,00 0,00 0,00 L) Entrate di parte corrente destinate a spese di

investimento in base a specifiche disposizioni di legge o dei principi contabili

(-) 0,00 0,00 0,00

M) Entrate da accensione di prestiti destinate a estinzione anticipata dei prestiti

(+) 0,00 0,00 0,00

EQUILIBRIO DI PARTE CORRENTE (3)

O=G+H+I-L+M 0,00 0,00 0,00

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EQUILIBRI ECONOMICO-FINANZIARIO COMPETENZA

ANNO 2020

COMPETENZA ANNO 2021

COMPETENZA ANNO 2022 P) Utilizzo avanzo di amministrazione per spese di

investimento (2)

(+) 0,00

Q) Fondo pluriennale vincolato per spese in conto capitale iscritto in entrata

(+) 0,00 0,00 0,00

R) Entrate Titoli 4.00 - 5.00 - 6.00 (+) 22.330.191,48 4.460.527,79 844.533,78 C) Entrate Titolo 4.02.06 - Contributi agli investimenti

direttamente destinati al rimborso dei prestiti da amministrazioni pubbliche

(-)

I) Entrate di parte capitale destinate a spese correnti in base a specifiche disposizioni di legge o dei principi contabili

(-) 0,00 0,00 0,00

S1) Entrate Titolo 5.02 per Riscossioni crediti di breve termine

(-)

S2) Entrate Titolo 5.03 per Riscossioni crediti di medio- lungo termine

(-)

T) Entrate Titolo 5.04 relative a Altre entrate per riduzioni di attività finanziaria

(-) 0,00 0,00 0,00

L) Entrate di parte corrente destinate a spese di investimento in base a specifiche disposizioni di legge o dei principi contabili

(+) 0,00 0,00 0,00

M) Entrate da accensione di prestiti destinate a estinzione anticipata dei prestiti

(-) 0,00 0,00 0,00

U) Spese Titolo 2.00 - Spese in conto capitale (-) 22.330.191,48 4.460.527,79 844.533,78 di cui fondo pluriennale vincolato di spesa 0,00 0,00 0,00

V) Spese Titolo 3.01 per Acquisizioni di attività finanziarie (-) 0,00 0,00 0,00 E) Spese Titolo 2.04 - Trasferimenti in conto capitale (+) 0,00 0,00 0,00 EQUILIBRIO DI PARTE CAPITALE

Z=P+Q+R-C-I-S1-S2-T+L-M-U-V+E 0,00 0,00 0,00

RISORSE UMANE

Per il raggiungimento degli obiettivi è fondamentale, oltre che la disponibilità di risorse finanziarie, anche l’apporto delle risorse umane sia sotto il profilo quantitativo (numero di persone necessarie allo svolgimento dei servizi, individuato nella dotazione organica) che sotto il profilo qualitativo (adeguatezza delle competenze e delle professionalità, disponibilità al cambiamento, senso di appartenenza, grado di autonomia e di coinvolgimento). Nell’ultimo decennio la provvista di personale è stata caratterizzata da un quadro normativo via via più restrittivo, sia in termini di reclutamento del personale che in termini di incentivazione. La conseguenza è stata quella di un progressivo invecchiamento e di una costante riduzione del personale in servizio, a fronte di nuovi carichi di lavoro e di un quadro normativo in costante evoluzione che richiede un aggiornamento professionale continuo. I tagli alla formazione hanno ulteriormente compromesso il quadro, rendendo difficile l’attuazione di un percorso di adeguamento delle competenze e professionalità necessarie a garantire un buon livello di erogazione dei servizi.

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STRUTTURA ORGANIZZATIVA

Il nuovo assetto organizzativo determinato con deliberazione della Giunta comunale n. 158 in data 20/06/2019 è il seguente:

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UNA SINTESI DEL CONTESTO DI CASARANO

Il quinquennio precedente non è stato certamente facile, ma le azioni politico-amministrative messe in campo, ci consentono di guardare avanti e hanno aperto le porte della nostra Città ad un futuro migliore.

E’ stato un ciclo fortemente caratterizzato dalle difficoltà finanziarie dell’Ente ereditate dalle precedenti amministrazioni, nonché dalla grande determinazione e dalla capacità politico-amministrativa, che hanno tracciato un percorso di risanamento finanziario, di sviluppo e crescita della nostra Città.

Casarano è tornata ad essere un punto di riferimento del nostro territorio aggregando altri Comuni nello svolgimento di importanti funzioni vedi: Commissione Paesaggio, Centrale di unica Committenza,

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Casarano Capofila dell’Ambito di Raccolta Ottimale dei Rifiuti, ed ancora Capofila nell’ ambito della cultura, della ricerca ed innovazione tecnologica (vedi Sistema Culturale… Finanziato dal MIBACT e aggregazioni di comuni ed Enti per un importante progetto di ricerca sullo spettro dell’autismo).

Il ruolo della Città nel contesto provinciale e regionale è stato potenziato in questi anni anche in ambito socio assistenziale attraverso il rilancio dell’Ambito Sociale di Zona (Casarano capofila di sette Comuni) portando lo stesso per erogazione di servizi e per capacità di spesa tra i primi in Puglia.

Questi anni hanno rappresentato la costruzione di solide basi per la realizzazione di altri e più importanti progetti ed obiettivi che sono stati pianificati senza perdere mai di vista la concreta possibilità della loro realizzazione nei tempi ragionevolmente appropriati della consiliatura stessa.

Le linee programmatiche riprendono i contenuti della proposta di programma elettorale e rappresentano una guida all’ azione politico-amministrativa di questo governo basata sulle linee strategiche di seguito indicate.

OBIETTIVI STRATEGICI DELL’ENTE

Promozione del Territorio e Cultura

Il patrimonio culturale, artistico e demo–antropologico costituiscono un legame fondamentale tra passato, presente e futuro. La cultura è l’elemento essenziale per il dialogo tra i popoli, è importante per la crescita e lo sviluppo delle comunità anche in chiave economica grazie alle straordinarie potenzialità nel settore del turismo e alle opportunità che offrono le nuove tecnologie applicate alla valorizzazione dei beni culturali. In virtù della nostra continuità amministrativa, stiamo procedendo al recupero dei principali edifici storici della Città, ovvero Palazzo D’Elia e Palazzo De Judicibus ai quali daremo la destinazione di contenitori culturali, abbiamo realizzato la progettazione definitiva dei lavori di ristrutturazione di Palazzo De Donatis con destinazione museo, ma anche la riapertura della Biblioteca Comunale e la valorizzazione della Chiesa di Casaranello sono il segno tangibile che sono state costruite solide basi per lo sviluppo della Cultura e della conservazione delle tradizioni e ciò continuerà ad essere prioritario nella programmazione politico-amministrativa futura.

Consapevoli del fatto che la cultura è un elemento importante dello sviluppo economico, vogliamo che Casarano lanci questo messaggio nel territorio per divenire un modello da esportare. Per raggiungere questo obiettivo abbiamo dato vita ad una aggregazione di 64 comuni, di cui Casarano è capofila, che ha appunto come scopo quello di progettare in forma integrata la valorizzazione e la fruizione dei beni culturali anche a fini turistici. Nell’attività amministrativa del periodo 2017-2022 sarà concretizzato il predetto percorso con la realizzazione del SISTEMA CULTURALE INTEGRATO DEL SUD SALENTO.

OBIETTIVI STRATEGICI COLLEGATI:

Tutela e Valorizzazione della Chiesa di Santa Maria della Croce “Casaranello”

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Comune di Casarano – DUP 2020-2022

36 Obiettivo dell’Amministrazione sarà quello di promuovere la conoscenza della cultura e del patrimonio culturale della città di Casarano con particolare riferimento alla Chiesa di Santa Maria della Croce che proporremo per il ― MARCHIO DEL PATRIMONIO EUROPEO.‖ I siti del patrimonio europeo sono elementi portanti nella creazione dell'Europa attuale. Testimoni degli albori della civiltà e dell'Europa, così come la conosciamo, questi siti celebrano e simboleggiano gli ideali, i valori, la storia e l'integrazione europei. La Chiesa di S. M. della Croce è riconosciuta come uno dei monumenti cristiani più antichi d’Europa e con i suoi mosaici parietali unici nel loro genere, segna la fine dell’età romana e l’inizio del medioevo e con esso la nascita dell’Europa. Per tale ragione riteniamo che la chiesa di Casaranello sia una delle pietre miliari nella creazione dell’Europa e meriti di fregiarsi del ―MARCHIO DEL PATRIMONIO EUROPEO.‖ Saranno avviati importanti lavori di riqualificazione dell’ambiente circostante la Chiesa al fine di dar vita al monumento-museo Chiesa di S. M. della Croce con conseguente revisione della viabilità veicolare della zona stessa.

L’amministrazione si attiverà altresì per realizzare piccoli interventi di recupero e restauro dell’Antica Scalinata della Madonna della Campana (Via Maggia) e del frantoio ipogeo detto delle ―Sette Pietre‖

in via Bonifacio IX.

Più Europa nelle Politiche Culturali per Casarano

L’Unione Europea sostiene e promuove il settore della cultura ritenendolo uno dei settori strategici per la crescita sociale ed economica. Numerose sono le azioni che vanno a sostegno degli organismi culturali e creativi ma questo potenziale rimane ancora oggi scarsamente sfruttato. Per tale ragione vogliamo creare un apposito servizio che sappia creare un rapporto sinergico tra le istituzioni ed il territorio al fine di utilizzare al meglio gli strumenti che l’Europa mette a disposizione dei cittadini. L’ attività dell’ Amministrazione sarà così finalizzata a favorire le politiche giovanili, culturali e di integrazione sociale.

Crescita Inclusiva

Una comunità si evolve, progredisce realmente, solo se è capace di attivare tutte le proprie risorse perché nessuno resti escluso dalle sue dinamiche e tutti possano accedere alle possibilità che offre.

Seguendo questo convincimento stiamo realizzando i Laboratori di Progettazione Partecipata aperti alla cittadinanza, al partenariato locale e a tutti i portatori di interessi per la costruzione di una Strategia di sviluppo urbano sostenibile (SISUS), finalizzato quindi alla elaborazione di una visione strategica di sviluppo urbano sostenibile ed inclusivo. Per estendere il welfare a chi ne è escluso, occorre fare leva sul terzo settore, coinvolgendolo nelle scelte, nel rilevamento dei bisogni e nell’individuazione delle risposte. Casarano gode di un forte e radicato associazionismo, volontariato, affiancato da alcune cooperative e da un privato sociale attivo e dinamico, che è la forza di una politica sociale efficace ed inclusiva. L’attenzione che è stata spesa per attivare tanti servizi indispensabili a favore delle categorie più deboli (quali anziani, disabili, malati, minori, adulti

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Comune di Casarano – DUP 2020-2022

37 in difficoltà socio-economica, immigrati, ecc.), ora dovrà rivolgersi a qualificare sempre di più quei servizi e a renderli più accessibili, cominciando dalla loro promozione sul territorio. Il passaggio da un welfare dei bisogni ad un welfare del benessere sociale si potrà avere anzitutto investendo risorse ed energie sulla prevenzione del disagio e delle dipendenze, non solo attraverso percorsi di formazione degli adolescenti, ma anche dei genitori e degli adulti che con loro interagiscono. Solo così gli sforzi fatti per le diverse misure contro la violenza di genere, contro il bullismo, contro le ludopatie, ad es., porteranno buoni frutti. Senza dimenticare che non c’è benessere diffuso se non si è in grado di dare risposte efficaci ai bisogni primari ed essenziali, quali la casa ed il lavoro. Il periodo di crisi che attraversiamo da anni ha indotto il Governo e la Regione a introdurre misure straordinarie di sostegno economico (ma non solo), per provare a tirare fuori dalla povertà almeno quella fetta di popolazione maggiormente a rischio. Le misure nazionali e regionali attualmente in fase di sperimentazione, ossia l’Inclusione Sociale Attiva e il Reddito di Dignità, se adeguatamente finanziate e supportate nel tempo, costituiscono l’unica via per affrancare dal bisogno una consistente platea di cittadini in difficoltà e restituire loro dignità e speranza. Le finanze comunali non hanno la forza di sostenere un impegno così oneroso, ma hanno il compito non facile di accompagnare i beneficiari nel percorso di formazione/tirocinio che li dovrà ricollocare nel mondo produttivo. Questa è la sfida che ci attende: riuscire a risvegliare il senso di solidarietà del Privato, dell’Associazionismo, del Privato Sociale, che ancora stenta a fidarsi e ad accogliere concittadini in cerca di una seconda occasione. La strada tracciata in questi anni dalla politica sociale comunale, che è passata da un’ottica assistenziale, ad una concezione di inclusione attiva e di corresponsabilità condivise tra chi eroga i servizi e chi ne usufruisce, è ormai una strada di non ritorno.

OBIETTIVI STRATEGICI COLLEGATI:

Patti di Inclusione Sociale Attiva

Ore di lavoro a favore della collettività, in cambio di retribuzione, per colmare le lacune e le iniquità che già sembrano lasciare le misure sovracomunali.

Casa e famiglia

La casa è l’altro tema che affligge tante giovani famiglie, sempre più soffocate da canoni troppo alti per le loro capacità economiche. Per dare una risposta occorre reperire risorse esogene per recuperare e ristrutturare gli alloggi comunali, quantomeno per rispondere al problema dell’emergenza abitativa temporanea. Si sta procedendo ad acquisire un bene demaniale da destinare all’accoglienza temporanea di adulti in difficoltà. Per sopperire alla richiesta di beni di prima necessità, si intende promuovere e supportare la costituzione di una ―rete della solidarietà‖

per la raccolta e distribuzione di eccedenze alimentari, prodotti farmaceutici e altri beni a fini di solidarietà sociale. Altro bisogno di minori e famiglie è vivere i luoghi pubblici in tranquillità e sicurezza, preservandone la loro bellezza e integrità. Si intende pertanto costituire una rete di

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