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CORSO DI FORMAZIONE DOCENTI NEO ASSUNTI

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Academic year: 2022

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(1)

CORSO DI FORMAZIONE DOCENTI NEO ASSUNTI

(Sec. I grado)

I DISTURBI SPECIFICI D’APPRENDIMENTO

25 gennaio 2021

Prof.ssa Maria Teresa Delicati

(2)

.

I DSA sono… alunni con un’intelligenza

uguale o superiore alla norma che utilizzano

un diverso modo di apprendere

(3)

Bibliografia - Sitografia

 Giacomo Stella

 AID

 Ing. Giacomo Cutrera (DEMONE BIANCO) Dislessico

adulto, laureato in Ingegneria Informatica Membro del Consiglio Direttivo Nazionale AID

https://www.youtube.com/watch?v=Jh5d_sW2b1o

 Luca Grandi

https://www.youtube.com/watch?v=

CBJfRgywfac

(4)

Disturbi Specifici di Apprendimento

disturbi funzionali che derivano da una peculiare architettura neurobiologica del soggetto che provoca difficoltà nell’acquisizione e nella stabilizzazione di alcuni processi di identificazione e di scrittura delle parole e dei numeri. (G. Stella, 2004)

• Sono deficit funzionali di natura neurobiologica;

• Si manifestano in persone con normali capacità cognitive (QI nella norma o superiore);

• Non dipendono da problemi psicologici (emotivo-relazionali, familiari, ecc…);

• Non dipendono da pigrizia o da scarso interesse;

• Sono presenti dalla nascita e si manifestano quando si viene esposti all’apprendimento della lettura e della scrittura;

• Sono modificabili nel tempo ma non si risolvono; cioè non scompaiono.

(5)

Legge 8 ottobre 2010, n. 170

Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico

Art. 1 – Riconoscimento e definizione di

dislessia, disgrafia, disortografia e discalculia

(6)

DISLESSIA: disturbo specifico di Lettura che si manifesta come difficoltà di automatizzazione del processo di interpretazione dei segni grafici. Ne consegue un deficit nella velocità e nell’accuratezza della lettura. Con ripercussioni sulla comprensione del testo a causa dell’eccessivo impegno nella transcodifica che causa perdita di informazioni dalla memoria a breve termine (Mbt) ed errori di sostituzione di parole che alterano il significato.

prof.ssa Maria Teresa Delicati ITTS

(7)

DISORTOGRAFIA: un disturbo specifico di scrittura che si manifesta in difficoltà nei processi linguistici di

transcodifica.

DISGRAFIA: un disturbo specifico di scrittura che si manifesta in difficoltà nella

realizzazione grafica

.

DISCALCULIA: un disturbo specifico

che si manifesta con una difficoltà negli automatismi del calcolo e

dell’elaborazione dei numeri.

(8)

Quali caratteristiche presenta un/una alunno/a DSA

• Lavora lentamente a causa delle sue difficoltà, perciò è sempre pressato dal tempo.

• Non prende bene gli appunti perché non riesce ad ascoltare e scrivere contemporaneamente.

• Può avere difficoltà nel memorizzare termini

specifici, non di uso comune, le “non-parole”.

(9)

• Può avere difficoltà nella lettura e/o scrittura di lingue straniere (es. inglese, latino, greco, ecc..);

• Il dislessico non è disattento, ha altri tempi di attenzione;

• La decodifica avviene lentamente, ma ciò non significa che abbia difficoltà intellettive, può scrivere una parola due volte o non scriverla;

• Può avere difficoltà nello studio (storia, geografia, scienze, letteratura, problemi

aritmetici) quando questo è veicolato dalla lettura e si giova invece dell'ascolto

(es. registratori, adulto che legge, libri digitali);

(10)

Le conseguenze di questi disturbi si riflettono

1) Sugli apprendimenti

(nonostante l’intelligenza nella norma)

rischio dispersione

2

) Sullo sviluppo psicologico

(nonostante l’origine neurobiologica).

(11)

Le conseguenze sugli apprendimenti

Nel sistema scolastico gli apprendimenti avvengono tramite il canale della letto – scrittura. I bambini con DSA hanno un deficit nella velocità e nell’accuratezza della lettura e della scrittura. Possono comunque riuscire a leggere e scrivere impegnando al massimo le capacità attentive e le energie.

Quindi le loro prestazioni sono altalenanti e solitamente di breve durata. Ciò può venire erroneamente interpretato come scarso impegno.

In realtà si tratta di “stanchezza” perché la non automatizzazione del processo di letto – scrittura implica un dispendio di energie enorme nella transcodifica. Questo dovrebbe essere tenuto in conto sia dai genitori che dagli insegnanti.

(12)

Le conseguenze psicologiche

Il continuo insuccesso nelle prestazioni scolastiche genera una situazione di frustrazione negli alunni con DSA e di insoddisfazione sia dei genitori che degli insegnanti.

Tutto ciò si ripercuote negativamente nella sua autostima e sulla formazione della sua personalità. Possono quindi manifestarsi disturbi comportamentali, atteggiamenti di disinteresse e rifiuto ad impegnarsi, atteggiamenti di chiusura in se stesso, somatizzazioni.

Questo si traduce nella dipendenza dagli altri nell’affrontare gli apprendimenti scolastici.

Nei ragazzi con DSA subentra la rassegnazione che si esprime con l’apatia e la mancanza di reazioni di riscatto che spesso sfociano nell’abbandono scolastico.

(13)

La dislessia non è una malattia da cui si può guarire, ma può essere compensata

Favorire in classe occasioni di conversazione nelle quali sia possibile parlare delle proprie difficoltà e diversità facendo riferimento ai diversi stili di apprendimento.

inclusione

(14)

Oggi il dislessico può studiare senza leggere

• Può studiare ASCOLTANDO (sintesi vocale – libri digitali – adulto che legge per lui).

• Nei primi anni del ’900 i dislessici venivano

definiti “ciechi per la lettura” o “soggetti di

madrelingua orale”.

(15)

L’adolescenza: un’età incerta

• Ristrutturazione dell’immagine di sé

• Rifiuto dello status di dipendenza dall’adulto

• Il bisogno di omologazione e conferma rispetto il gruppo dei pari

TU POTRESTI ESSERE DISLESSICO MA STRAORDINARIO! "UNA NUOVA STELLA SULLA TERRA"

Dedicato a chi pensa di essere una nullità, a chi pensa di non

farcela, a chi si sente diverso, a chi vive il disagio scolastico, a chi si sente incompreso, a chi... è dislessico

“Stelle sulla terra”

(16)
(17)

I DSA nella scuola secondaria di primo grado I problemi legati all’adolescenza peggiorano la

situazione, anche perché le richieste della scuola secondaria di primo grado aumentano, per

questo occorre costruire un ambiente per

l’apprendimento, un clima relazionale positivo:

non chiedere all’alunno dislessico ciò che non può dare, ma ciò che sa fare, per poter

migliorare l’autostima.

(18)

LA RISPOSTA E’: DIDATTICA ATTIVA 1 Didattica laboratoriale

2 Cooperative Learning

3 Peer education – Il gruppo classe come risorsa 4 Metodologie didattiche innovative (Web quest – flipped classroom – digital storytelling)

5 Ambienti di apprendimento 2.0 – piattaforma

moodle…

(19)

AMBIENTE DI APPRENDIMENTO

Didattica alunno centrica Learning by doing

Didattica orientativa

(20)

i processi valutativi hanno rilevanza ed incidenza

• sugli aspetti psicologici ed emotivi

• sulla costruzione di una positiva immagine di sé

• su eventuali comportamenti personali, scolastici o sociali

• sul sentimento di adeguatezza

• sui livelli di autostima

• sul senso di autoefficacia

• sulle aspettative di successo

• sulla motivazione allo studio

• …ed in definitiva sul successo scolastico stesso

(21)
(22)

PIANO DIDATTICO PERSONALIZZATO

Misure dispensative e strumenti compensativi

«Sono misure che non violano l’imparzialità, ma al

contrario mettono il dislessico sullo stesso piano dei suoi compagni» (Giacomo Stella)

«Lo strumento compensativo è una cosa che ti permette di sfruttare al meglio le tue potenzialità» (Luca Grandi)

«Non c’è nulla che sia ingiusto quanto far parti uguali fra

disuguali» (Lorenzo Milani)

(23)

CHE COSA SONO GLI STRUMENTI COMPENSATIVI?

•Strumenti finalizzati alla manifestazione del proprio

potenziale. In altre parole, tutto ciò che possiamo mettere in atto per raggiungere mete che altrimenti sarebbero

difficilmente raggiungibili, se non impossibili.

•Sono gli strumenti che permettono di compensare la debolezza funzionale derivante dal disturbo, facilitando l’esecuzione dei compiti automatici (non intelligenti)

compromessi dal disturbo specifico proprio come un paio di occhiali permette al miope di leggere ciò che è scritto sulla lavagna.

•Nelle Linee Guida (2011) sono definiti come “strumenti didattici e tecnologici che sostituiscono o facilitano la prestazione richiesta nell’abilità deficitaria”.

(24)

CHE COSA SONO LE MISURE DISPENSATIVE?

•Sono interventi che “consentono all’alunno di non svolgere alcune prestazioni che, a causa del disturbo, risultano particolarmente dispendiose e non migliorano l’apprendimento” (Linee Guida, 2011).

•Riguardano la dispensa da alcune prestazioni.

•Sono le strategie didattiche messe in atto per favorire i processi di inclusione e di raggiungimento degli obiettivi formativi.

•Nelle Circolari Ministeriali sono misure dispensative dare più tempo per le verifiche, assegnare meno compiti a casa, esonerare dall’imparare a memoria formule o altre nozioni, ecc., accorgimenti che potrebbero apparire come delle “concessioni”, ma che in realtà sono strategie didattiche.

(25)

DIDATTICA METACOGNITIVA

Avere una filosofia di lavoro metacognitiva significa avere presente una modalità di approccio alla valutazione del compito orientata a porre domande, piuttosto che alla proposizione di affermazioni, «Come hai fatto? Come potresti fare?».

In questo senso gli errori possono divenire una straordinaria fonte di riflessione strategica, una formidabile, e talvolta

unica, occasione di automonitoraggio sul processo volontariamente, ma inconsapevolmente, attivato.

(G. Stella)

(26)

DIDATTICA METACOGNITIVA

Far scoprire all’alunno che l’errore non è un

«peccato mortale», un evento da rifuggire in ogni modo, una catastrofe irrimediabile.

Aiutare l’alunno a utilizzarlo per riflettere sulle modalità procedurali impiegate, stimolando la ricerca di ciò che l’ha prodotto.

Insegnare le abilità di studio: sottolineature, schemi, mappe, tecnica del prendere appunti.

Favorire l’uso di mediatori didattici.

(27)

L’uso delle mappe migliora:

• La comprensione del testo

• Il vocabolario e l’esposizione

• La memorizzazione

• Il recupero delle informazioni

• La memorizzazione di termini scientifici

• La produzione del testo

• L’apprendimento di una lingua straniera

• La capacità di prendere appunti

(28)

Che cosa può fare la scuola per gli alunni DSA

• Il dislessico apprende ascoltando, per questo occorre far sì che acceda all’ascolto del

testo, in quanto l’obiettivo è la

comprensione del testo, non la lettura.

• Dispensare dallo studio delle lingue straniere in forma scritta, a causa delle difficoltà

rappresentate dalla differenza tra scrittura e pronuncia.

• Ridurre il carico di lavoro a casa, ridurre il

numero degli esercizi, non i contenuti.

(29)

Che cosa può fare la scuola per gli alunni DSA

• Fare sempre verifiche orali (magari interrogando il dislessico dopo altri compagni, interrogazioni

programmate, offrendogli così un’ ulteriore possibilità di imparare ascoltando) oppure scritte, ma strutturate.

• Poter svolgere la stessa prova dei compagni su un contenuto comunque significativo, ma ridotto.

• Dare più tempo per lo studio e per le verifiche.

• Incoraggiare, gratificare e usare il rinforzo come strumento usuale.

• Usare sempre lo stampato maiuscolo, anche alla lavagna.

• Consegnare uno schema della lezione.

• Costruire insieme un glossario per aree di contenuto.

(30)

PROCEDURE OPERATIVE

 Inserimento nel POF normativa dislessia:

adeguamento della didattica alle circolari ministeriali

 Presentazione al Consiglio di classe dell’allievo

dislessico da parte del coordinatore e/o del referente DSA

 Programmazione incontri con operatori sanitari, famiglia

 Predisposizione Percorso Personalizzato: livello del disturbo, obiettivi personalizzati, interventi

compensativi e dispensativi, criteri di valutazione

 Condivisione del Percorso Personalizzato con la

famiglia

(31)

PDP

• È un atto dovuto perché presente nella normativa in materia BES.

• È uno strumento che orienta e monitora il lavoro didattico.

• È uno strumento fondamentale per lo studente che potrà accedere a tutto ciò che gli è necessario anche in sede di esami.

• È uno strumento che «racconta» la storia scolastica del ragazzo, al quale ogni docente, di ruolo o supplente, può accedere, in ogni momento dell’anno scolastico.

• Va ricordato che ogni alunno DSA è un individuo unico e particolare, pertanto non possiamo pensare che ciò che va bene a uno vada bene anche all’altro: va predisposto un PDP ad hoc per ogni singolo alunno DSA.

(32)

ITER PER LA COMPILAZIONE

1. Acquisizione della segnalazione specialistica.

2. Incontro di presentazione tra il coordinatore della classe, la famiglia dello studente, il D.S. o il referente DSA e verbalizzazione degli incontri.

3. Accordo tra docenti per la raccolta dati e per la stesura del PDP (ad es. nel consiglio di ottobre – dicembre?).

4. Stesura del documento da parte del Consiglio di

Classe: ogni insegnante deve indicare per la propria disciplina quali sono gli obiettivi didattici.

personalizzati che propone allo studente e quali

misure dispensative e strumenti compensativi ritiene

più idonei.

(33)

5. Il PDP deve essere verificato almeno due volte l’anno a cura del coordinatore e del Consiglio di Classe, soprattutto in sede di scrutini.

6. Il PDP compilato e protocollato, firmato da tutti i docenti e dalla famiglia, va dato in copia alla

famiglia con lettera protocollata.

7. Non è un documento statico, ma può essere

modificato ogni qualvolta sia necessario, spesso

l’alunno, crescendo, compensa e occorre quindi

cambiare strategie didattiche.

(34)

La valutazione deve riflettere il percorso dell’allievo e

registrare i suoi progressi: valutare quindi il livello raggiunto tenendo conto dei punti di partenza. Ricordare anche di

separare la valutazione di competenze diverse coinvolte in

uno stesso compito o in una stessa verifica (ad es. separare

la valutazione della competenza ortografica da quella della

competenza compositiva).

(35)

Didattica individualizzata

La didattica individualizzata consiste nelle

attività di recupero individuale che può svolgere l’alunno per potenziare determinate abilità o per acquisire specifiche competenze, anche

nell’ambito delle strategie compensative e del metodo di studio; tali attività individualizzate possono essere realizzate nelle fasi di lavoro individuale in classe o in momenti ad esse

dedicati, secondo tutte le forme di flessibilità del

lavoro scolastico consentite dalla normativa.

(36)

Didattica personalizzata

La didattica personalizzata, invece, anche sulla base di quanto indicato nella Legge 53/2003 e nel Decreto legislativo 59/2004, calibra l’offerta didattica, e le

modalità relazionali, sulla specificità ed unicità a livello personale dei bisogni educativi che

caratterizzano gli alunni della classe, considerando le differenze individuali soprattutto sotto il profilo

qualitativo.

(37)

Didattica personalizzata

La didattica personalizzata si sostanzia attraverso l’impiego di una varietà di metodologie e strategie didattiche, tali da promuovere le potenzialità e il successo formativo in ogni alunno con l’uso dei

mediatori didattici (schemi, mappe concettuali, etc.).

“Individualizzato” è l’intervento calibrato sul singolo,

anziché sull’intera classe o sul piccolo gruppo, che

diviene “personalizzato” quando è rivolto ad un

particolare discente.

(38)

Gli insegnanti che mi hanno salvato erano adulti di fronte ad adolescenti in pericolo. Hanno capito che bisognava agire tempestivamente. Si sono buttati.

Non ce l’hanno fatta. Si sono buttati di nuovo,

giorno dopo giorno, ancora, ancora… Alla fine mi hanno tirato fuori. E molti altri con me. Ci hanno letteralmente ripescati. Dobbiamo loro la vita.

...si possono, si devono salvare dal "coma

scolastico" quei ragazzi che cadono tramortiti come povere rondini contro la barriera della lettura e

della scrittura.

Daniel Pennac: Diario di scuola

(39)

«Ogni alunno ha diritto di esprimere le sue

potenzialità al massimo. La didattica non deve dare a tutti la stessa cosa ma a ciascuno la migliore, in base alle sue possibilità. Un cervello in età

evolutiva non può adattarsi a un metodo unico per tutti». (D. Lucangeli)

«Date un credito di fiducia ai vostri alunni e loro ve lo

restituiranno con il loro successo nella vita. Magari

voi non lo saprete mai, ma loro se ne ricorderanno e

ve ne saranno riconoscenti». (G. Stella)

(40)

Grazie per l’attenzione!

teresadelicati@gmail.com

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