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Rassegna Stampa. Giovedì 11 Febbraio 2021

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Rassegna Stampa

Giovedì

11 Febbraio

2021

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Giovedì 11 febbraio 2021

PRIMO PIANO 5

MICHELE DE FEUDIS

l La Puglia in giallo non significherà il ritorno alla normalità per bar, pizzerie e ri- storanti. Anzi. Dopo una serie di decisioni ondivaghe assunte dal governo nazionale, mol- ti imprenditori preferiscono rimanere ancora chiusi, in attesa di disposizioni che consentano una ripartenza economicamente sostenibile.

Lo stato dell’arte del settore è puntualizzato da Antonello Magistà, ristoratore con il Pa- sha di Conversano, aderente a Confesercenti e coordinatore provinciale barese della Fede- razione italiana degli esercenti pubblici e tu- ristici: «Non ci saranno tutte le riaperture ipo- tizzate. I ristoranti non sono attività che si accendono e spengono come un interruttore.

Temiamo, come a dicembre, di tornare già lunedì in arancione…». Spiega ancora: «Siamo in un Limbo, chiusi da tre mesi e mezzo. Un ristorante ha bisogno di sei giorni lavorativi per organizzare l’apertura. Con noi c’è stato un gioco al massacro. Negli ultimi undici mesi

abbiamo lavorato solo venti settimane».

Qualcuno però riaprirà già nelle prossime ore: «Andare in giallo può essere una occasione per le attività a gestione familiare, ma le im- prese del settore più strutturate. con più di- pendenti, non sono sostenibili con la sola aper- tura a pranzo. Da noi al ristorante si va a pranzare preferibilmente il fine settimana. An- che in città con tanti in smart working sarà difficile arrivare al pareggio dei conti». Ma- gistà illustra poi un dato paradossale: «La zona gialla è per noi peggiorativa: con quella aran- cione almeno ci sono i ristori». Queste le tre richieste della categoria rappresentata da Ma- gistà: «Le nostre urgenze sono l’arrivo della cassa integrazione di novembre ai nostri di- pendenti, perché non possono stare tre mesi senza stipendio; i ristori arretrati anche per le attività al fine di avere liquidità per riaprire; lo spostamento dell’orario di chiusura dalle 22 alle 24. Ogni territorio ha le sue tradizioni: da noi la giornata lavorativa finisce alle 20,30, è assurdo prevedere la chiusura dei locali alle 22.

Sarebbe opportuno in alternativa proporre una chiusura anticipata del commercio, al fine di darci almeno tre ore per accogliere i clien- ti».

Realista il commento di Nicola Pertuso, dirigente nazionale Fipe, che attende risposte dal governo: «Il Cts ha dato parere favorevole alla possibilità che ristoranti e baristi in zona gialla possano accogliere clienti nei propri po- sti a sedere fino alle 22, rispettando i protocolli.

Perché questa misura sia approvata c’è però necessita di un Dpcm. Chiediamo che ugual- mente i locali con posti a sedere possano ac- cogliere clienti anche in zona arancione. Spe- riamo che Draghi ci dia risposte», chiarisce.

Sulla zona gialla, infine, Pertuso è netto:

«Può sembrare un passo importante, ma lo è parzialmente. I ristoratori hanno business plan per il servizio diurno e serale. In Puglia sono per la grande maggioranza locali serali.

La zona gialla può aiutare i bar, non i ri- storanti. Per questo nei prossimi giorni tanti ristoratori non apriranno», conclude.

Vaccini, in Basilicata arruolati i medici di base

L'assessore alla Sanità: «In autunno immunizzati al 70%»

ANTONELLA INCISO

lLa corsa all’immunizzazione dei lucani è partita.

L’obiettivo è arrivare al 70 per cento della popolazione vaccinata entro l’autunno. Il programma ambizioso, l’assessore regionale alla Sanità, Rocco Leone, lo spiega ai medici di base con cui ha sottoscritto un accordo per coinvolgerli nella campagna vaccinale. «Una campagna vaccinale per essere capillare ed efficace deve neces- sariamente comprendere la Medicina Generale che, quale parte integrante del Sistema Sanitario Regionale, è chiamata ad affiancare le strutture regionali e azien- dali affinché il piano vaccinale predisposto dalle au-

torità sanitarie nazionali e re- gionali venga espletato garan- tendo il raggiungimento degli obiettivi prefissati» precisa l’as - sessore, confermando di voler rispettare il cronoprogramma del Ministero della Salute. Un impegno che arriva nel giorno in cui in Basilicata avvia, uffi- cialmente, da Forenza la vacci- nazione degli over 80. Cento dosi per un comune che ha la per- centuale di popolazione più an- ziana, ed a cui seguiranno già, oggi, altri 6 comuni, tra Potentino e Materano. In attesa, questo che - da fine febbraio - in Basilicata possa ini- ziare la vaccinazione dei prof, del personale tecnico - amministrativo e delle forze dell’ordine under 55 con il vaccino «Astrazeneca». Accelerare, dunque, per immu- nizzare subito la popolazione. Mentre anche in Basi- licata il numero dei contagi è in crescita. Nelle ultime 24 ore, ad esempio, sono stati analizzati 834 tamponi mo- lecolari: 98 risultati positivi al coronavirus, a cui si aggiunge un altro decesso che porta a 334 i morti totali.

A preoccupare, poi sono alcuni cluster individuati in comuni come Tolve (dove i contagi sarebbero legati ad un festa privata), Sant'Arcangelo, in provincia di Po- tenza, e Policoro, in provincia di Matera, con la scoperta di alcuni focolai che, tra l'altro, hanno costretto i sindaci a sospendere la didattica in presenza in diverse scuole.

Già, le scuole. Scuole superiori, soprattutto, dove, come nel caso di Potenza, a fronte alla crescita di contagi si stanno programmando altri tamponi di controllo.

CORONAVIRUS

I NODI DELL'EMERGENZA

SERVIZIO AL TAVOLO NEI LOCALI Da oggi è possibile la consumazione all’interno (fino alle 18) e lo spostamento tra i Comuni senza limitazioni

MASSIMILIANO SCAGLIARINI l BARI.Dopo la rettifica dei dati relativi all’occupazione dei posti letto di Terapia intensiva, da oggi la Puglia è essere classificata in zona gialla: sì al consumo al tavolo (o al banco) nei locali pub- blici fino alle ore 18, niente limiti agli spostamenti tra Comuni. Il decreto che ha disposto il passag- gio dalla zona arancione, firmata nella serata di martedì dal mini- stro Roberto Speranza, è stata in- viata per la pubblicazione in Gaz- zetta ufficiale ma - fino alla serata di ieri - non era ancora disponibile online: è stato necessario insegui- re i vertici del ministero per ot- tenerne una copia alle 20,22.

Non è una questione formale, perché il provvedimento - che è in vigore da oggi - permette agli ope- ratori economici di tornare all’at - tività (quasi) ordinaria: tanti ri- storatori (si veda l’articolo in bas- so) a fronte della situazione di in- certezza potrebbero aver scelto di non riaprire.

La Puglia ha dunque trascorso in zona arancione tre giorni di troppo, da lunedì a mercoledì. La scoperta di 109 letti di Intensiva già regolarmente operativi ma non comunicati al ministero ha fatto sì che, venerdì scorso, il riempimento fosse pari al 37%, oltre la soglia critica del 30%: un dato che ha imposto alla Cabina di regia di classificare la Puglia a rischio «alto» (contro il «modera- to» della settimana precedente).

Riportando il totale dei letti di- sponibili nelle Intensive a 569, il riempimento è sceso al 28% (da martedì è poi risalito al 29%) e dunque ha consentito alla Puglia di essere riportata a rischio «mo- derato».

Una ricostruzione che collima per filo e per segno con quanto contenuto nel decreto del mini- stro Speranza, secondo cui la Re- gione ha riconosciuto l’errore. La Puglia - è detto nel provvedimento - «ha chiesto un riesame dei dati da parte della Cabina di regia, pre- cisando di non aver provveduto a comunicare i dati aggiornati re- lativi ai posti letto e rappresen- tando che “sono stati aggiornati

noi potevano essere valutati di- versamente, perché alcuni indi- catori sono numerici ma possono comunque dare luogo a delle va- lutazioni. Quindi sulla base di un gruppo di indicatori noi abbiamo chiesto al ministero di valutare eventualmente in maniera diffe- rente il totale livello di rischio, quindi abbiamo risposto con una relazione di un paio di pagine mo- strando quelle che erano le nostre evidenze e la nostra interpreta- zione del dato». E comunque, pro- segue Lopalco, «Zona gialla non significa liberi tutti, zona gialla significa che possiamo permetter- ci qualche cosina in più rispetto alla zona arancione ma che co- munque il rischio è ancora co- munque elevato».

La Regione sta comunque con- tinuando a ripulire il proprio ar- chivio informatico, in particolare aggiornando i numeri dei guariti e degli attualmente positivi, che sono 47.106 ma che dovrebbero es- sere molti di meno in quanto - secondo alcune Asl - parecchie mi- gliaia non sono stati ancora re- gistrati. Ieri dal bollettino sono emersi (in un solo giorno) 1.454 attualmente positivi in meno ri- spetto a martedì. Martedì gli at- tualmente positivi erano scesi di altre 1.725 unità rispetto a lunedì:

siamo a oltre 3mila guariti in ap- pena due giorni, e quasi altret- tante persone in isolamento do- miciliare in meno. Non è un mi- racolo, è un effetto dei numeri che vengono rimessi a posto.

LE CATEGORIE SOFFERENTI PERTUSO (FIPE): «IL CTS È FAVOREVOLE A FAR TORNARE I CLIENTI A SEDERSI NEI BAR E NEI LOCALI. MANCA PERÒ IL DPCM»

«Troppe incertezze: tanti ristoranti non apriranno»

Magistà (Fiepet): «La chiusura dei locali alle 22 non funziona. Deve essere portata almeno alle 24»

sul sistema informativo del Mi- nistero della salute i posti effet- tivamente attivi di terapia inten- siva ed area medica, a far data dal 23 gennaio u.s., rinvenienti dalla completa messa a regime delle strutture realizzate anche dalla Protezione civile” e, in partico- lare, che “sono stati comunicati ulteriori centonove posti letto di terapia intensiva e centotredici posti letto di area medica, già pre- disposti per essere conferiti alla rete assistenziale Covid-19 dalla predetta data”».

I posti di cui si parla sono ap- punto i 20 letti aggiuntivi del «Riu- niti» di Foggia, i 23 del «Dimic- coli» di Barletta, i 28 del «Perrino»

di Brindisi, i 20 di Taranto e i 18 del Policlinico di Bari che, per qual-

che motivo, la Regione aveva omesso di comunicare al ministe- ro. La Cabina di regia del mini- stero si è dunque riunita lunedì, decidendo di «operare una riva- lutazione della classificazione del rischio calcolata nella settimana 38 e relativa alla settimana 25-31 gennaio 2021, facendo seguito ad una rettifica nella dotazione di po- sti letto attivi in terapia intensiva ed in area medica riportata dalla regione al flusso dedicato e coor- dinato dal Ministero della salute Dg Programmazione».

Dunque il ministero conferma che c’è stato un errore della Re- gione, anche se per l’assessore alla Salute, l’epidemiologo Pier Luigi Lopalco, non è andata così. «C’era - no alcuni indicatori che secondo

Il bollettino: altri 25 morti Sono 1.063 i nuovi positivi

Questo il quadro della pandemia in Puglia: su 10.517 test per l'infezione da Covid-19 sono stati re- gistrati ieri 1.063 casi positivi e 25 decessi. Il tasso di positività è pari al 10,1%, in crescita rispetto al 7,3 di ieri. I nuovi infetti sono distribuiti in questo modo tra le varie province: 350 in provincia di Bari, 95 in provincia di Brindisi, 128 nella provincia Bat, 61 in provincia di Foggia, 108 in provincia di Lecce, 307 in provincia di Taranto, 3 residenti fuori regio- ne, 11 casi di provincia di residenza non nota. Per quanto riguarda i 25 decessi: 14 sono registrati in provincia di Bari, 3 in provincia Bat, 8 in provincia di Foggia. Dall'inizio dell'emergenza sono stati effet- tuati 1.398.270 test. I casi di pugliesi attualmente positivi sono 47.106.

UN ALTRO PASTICCIO SUI POSITIVI Anche ieri i guariti sono scesi di altre 1.700 unità: siamo a 3mila in due giorni

L’archivio informatico non è stato aggiornato

PARTE LA CAMPAGNA

Puglia gialla con tre giorni di ritardo

Il decreto del ministero: «La Regione aveva dimenticato di aggiornare i posti letto»

109

I LETTI DIMENTICATI La Regione non aveva aggiornato il numero dei posti di Intensiva, facendo salire la

percentuale di occupazione oltre il 30%: questo ha portato venerdì scorso a

confermare la zona arancione

LE

PROTESTEI ristoratori e i proprietari di locali serali - come pub e pizzerie - chiedono che nella zona gialla sia possibile ritardare la chiusura delle attività fino alle 24, al fin di provare a rendere sostenibili economicamente le riaperture dopo mesi di stop

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COVIDI controlli

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Giovedì 11 febbraio 2021

6 PRIMO PIANO

CORONAVIRUS

I NODI DELL'EMERGENZA

LA LETTERA A DRAGHI

Le forze sociali invieranno un documento unitario affinché intervenga

per porre rimedio alle criticità del settore

Puglia, prof verso lo sciopero

«Stop alla didattica fai da te»

I sindacati: lunedì un’ora di astensione contro l’ordinanza di Emiliano

lSindacati in agitazioni e sciopero del personale sco- lastico e personale docente, nonché dei dirigenti procla- mato per la prima ore di lezioni di lunedì prossimo.

Il mondo della scuola è in vera fibrillazione e per que- sto domani alle 10 è con- vocata una conferenza stam- pa promossa da Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals Con- fsal, Gilda, Anief e Anp di Puglia una conferenza stam- pa dal forte impatto riven- dicativo: in quella sede sa- ranno spiegate le ragioni che porteranno ad incrociare le braccia per un’ora (lunedì prossimo) al fine di avere risposte dalla politica ai trop- pi problemi irrisolti del set- tore. «I segretari generali di tutte le organizzazioni sin- dacali rappresenteranno, le ragioni ed il disagio mani- festato da tutta la scuola pu- gliese, in merito alle ordi- nanze del presidente della Re- gione Puglia, Michele Emi- liano»: obiettivo delle prote- ste sarà ottenere un cambio nelle politiche per la scuola del governatore pugliese, che finora ha prodotto ordinanze volte a temperare per motivi di pridenza sanitaria gli orientamenti del governo na- zionale.

Fino al 20 febbraio, infatti, l’ordinanza di Emiliano pre- vede che «l’attività didattica ed educativa per i servizi educativi per l’infanzia, per la scuola dell’infanzia e per il primo ciclo di istruzione, per i Cpia (centri provinciale per istruzione adulti)» si svolga secondo il Dpcm del 14 gen- naio, ma le Istituzioni sco- lastiche del primo ciclo di istruzione «garantiscono co- munque il collegamento onli- ne in modalità sincrona per tutti gli alunni le cui famiglie, o loro stessi ove maggiorenni nel caso dei Cpia, richiedano espressamente di adottare la didattica digitale integrata, tenendo presente che a coloro che hanno chiesto la didattica digitale integrata, non può essere imposta la didattica in presenza». Alle scuole secon- darie è preposta una orga- nizzazione delle lezioni in modo che «l’attività didattica in presenza venga svolta nel limite del 50% della popo- lazione scolastica».

Durante l’incontro dei sin- dacati verrà presentata la let- tera che i segretari pugliesi delle varie sigle invieranno insieme, nella stessa giorna- ta, al premier Mario Draghi affinché prenda di petto la gestione dell’emergenza scuo- la.

I sindacati, in conclusione, richiedono di applicare in to- to il Dpcm disposto dal pre- mier Conte, senza libertà di scelta lasciata alle famiglie, anche perché i numeri ultimi della pandemia registrano un arretramento della diffusione dei contagi che secondo i pa- rametri nazionali potrebbe

portare la Puglia ad essere di colore “giallo” con rischio lieve o moderato. Le richie- ste, quindi, sono di favorire il rientro del primo ciclo tutto in presenza e delle superiori almeno al 50 per cento. Sul piano dei trasporti, poi è in- dispensabile il potenziamen- to dei bus dedicati e della sicurezza nelle scuole. In vi- sta della prossima ordinanza

della Regione, domani, i sin- dacati daranno un segnale affinché la Regione tenga con- to delle esigenze didattiche e formative, nonché della ri- chiesta di omologare l’istru - zione degli studenti pugliesi a quelli di tutto il resto d’Italia.

Come, del resto, previsto dall’impianto costituzionale in merito alla formazione na- zionale.

PAOLO PINNELLI

lIl dubbio dei tamponi dubbi al drive through. Non è un gioco di parole, uti- lizzando tra quelle purtroppo più in voga in questo momento Covid, ma è uno strano fenomeno - al momento inspiegabile, al- meno ai comuni mortali - che si mani- festerebbe con i tamponi fast che vengono effettuati dal giovedì al sabato al drive through di Canosa, in zona Costantinopoli.

Partiamo da qui, dall’estrema periferia:

l’amministrazione comunale - diligente- mente - ha fatto in modo di approntare, di concerto con il 118 e la Asl, uno spazio per effettuare i tamponi drive through, senza scendere dalle auto. Un luogo quindi adat- to, anzi, adattissimo: si gira attorno al pa- lazzetto dello sport senza dar fastidio a nessuno, né al traffico né agli abitanti della

zona, abbastanza lontani dal percorso.

I primi destinatari degli inviti per sot- toporsi ai tamponi rapidi sono stati gli operatori e il personale della scuola, do- centi e insegnanti.

Due settimane fa, la prima «ondata» di

test, la scorsa, la seconda «ondata»: decine e decine di test e risultati quasi immediati.

Fin qui nulla di strano, anzi, segno di gran- de efficienza. Il problema, anzi, il feno- meno dei tamponi dubbi è invece esploso quasi subito. La prima settimana sono stati in tanti ad essere richiamati per rifare il test in ospedale, perché il risultato sarebbe stato «dubbio». Sabato sera, la seconda e più intensa ondata: decine tra docenti e personale scolastico, dopo aver effettuato il test, sono stati richiamati. Alla spicciolata, dopo meno di un’ora, si sono quasi tutti ritrovati davanti al pronto soccorso dell’ex ospedale per rifare il tampone rapido.

Le palpitazioni che tutti i «pazienti dub- bi» hanno vissuto nell’attesa, si sono man mano affievolite davanti all’evidente con- sistenza della presenza di colleghi «dubbi».

Secondo test e tutti, o quasi tutti negativi.

lMIGGIANO.I decessi del focolaio esploso a metà gennaio nella Rsa «San Vincenzo»

raggiungono quota 13, tutti ospiti della struttura. Ed i famigliari di una delle vittime preannunciano un esposto in Procura tramite il proprio legale di fiducia, per la morte del loro congiunto, avvenuta 5 giorni dopo essere stato trasferito al Dea di Lecce in seguito all’aggravarsi delle proprie condizioni.

Una situazione che ha vissuto fasi drammatiche quella della «San Vincenso»,, con- tagiando anche parte del personale d ella Rsa. Al momento i degenti negativizzati sono 12 mentre gli attuali positivi sono 16 e sono 11 i ricoverati nei reparti Covid dei nosocomi salentini provenienti dalla struttura di Miggiano. Migliora, presso la stessa «San Vin- cenzo», la situazione dei contagi tra il personale: dei 26 operatori in pianta organica, 23 sono ora i negativi e soltanto tre quelli assistiti ai loro domicili dalle Usca della Asl. «In queste ore - fa sapere il prof. Pier Luca Di Cagno - i nostri 16 ospiti ancora positivi e assistiti all’interno della residenza verranno sottoposti a tampone da personale medico della Asl». Si spera quindi, che, dopo le polemiche dei giorni scorsi tra la Rsa e la Asl - incentrata anche dalla difficoltà di reperire infermieri per completare l’organico ridotto dai contagi - si possa pian piano riportare la situazione sotto controllo.

SCUOLAUna docente a lezione con la mascherina

AVEVA 44 ANNI, POTREBBE ESSERSI CONTAGIATA IN AULA

Santeramo, muore un’insegnante e monta la rabbia dei colleghi

ANNA LARATO

lSANTERAMO IN COLLE.Il mondo della scuola e l’intera comunità di Santeramo in Colle sono sotto choc.

Ieri mattina al Fabio Perinei, ospe- dale della Murgia, Maria Lobefaro, 44 anni, insegnante di sostegno che ha combattuto strenuamente per una de- cina di giorni contro il ma- ledetto virus, ma non c’è l’ha fatta.

Un calvario, il suo, comin- ciato la notte tra il 28 e il 29 gennaio quando la donna vie- ne ricoverata al Perinei. Su- bito dopo le condizioni di Ma- ria si fanno abbastanza cri- tiche a causa della sua obesità.

Ed è per questo che dalle pa- gine della «Gazzetta» di ieri, Giuseppe, fratello di Maria aveva lancia un appello ac- corato quanto disperato. «Mia sorella sta lottando tra la vita e la morte. Aiutatemi. Per poter guarire necessita della trasfusione di plasma.

Sono disperato. Chiedo con il cuore in mano alle persone che si sono ne- gativizzate dal covid di donare il pla- sma». Poi, però, la triste notizia: Ma- ria Lobefaro, insegnante di sostegno nel I circolo didattico della primaria Hero Paradiso, ha perso la sua bat- taglia contro il covid che l’ha stron- cata.

Maria è la più giovane di questa seconda ondata a Santeramo e la do- dicesima da quando è iniziata la pan- demia. E si va ad aggiungere alla lunga lista di morti causati dal Covid.

A Santeramo in colle, 27mila abitanti, a cavallo tra Puglia e Basilicata, i numeri dei contagi stanno risalendo in maniera drammatica.

È stato il sindaco della città mur-

giana, Fabrizio Baldassarre, a dare la triste notizia e ad esprimere il suo cordoglio alla famiglia della vittima con un post su Facebook: «Oggi è giorno di lutto per la nostra comunità scolastica cittadina». E ancora: «Ma- ria era una professionista seria e disponibile, costantemente pronta al sorriso e all’accoglienza degli alunni con i quali esercitava la propria de- licata missione. Esprimo a nome mio personale e di tutta l’amministrazio - ne il cordoglio sincero alla famiglia di Maria e mi stringo con affetto a tutta la comunità scolastica di Santera- mo».

Dopo il report del 5 febbraio in cui si registravano 50 nuovi contagi di «cui 36 direttamente riconducibili - spie- gava Baldassarre - all’ambito scola- stico, circa l’80%», il primo cittadino aveva disposto la chiusura sino al 13 febbraio della scuola dell’infanzia, delle primarie e medie. Qualche gior- no dopo anche il dirigente dell’istituto superiore Pietro Sette aveva disposto lo stop delle lezioni in presenza. Nel mondo della scuola c'è molta appren- sione mista a dolore e angoscia. E qualcuno si chiede «perché non chiu- dere prima le scuole?». Per un collega di Maria, il maestro Pino Pontran- dolfo, «non si dovrebbe arrivare al punto di contare i deceduti per com- prendere che la scuola non potrà mai essere un luogo sicuro. Il “sacrificio”

di Maria dovrebbe farci riflettere, per- ché in questo momento altre persone stanno lottando per vivere, persone che il virus lo hanno contratto at- traverso la scuola. Forse per qual- cuno pochi contagi sono spiccioli o

"una rondine non fa primavera". Per noi quella rondine ha smesso di vo- lare... non possiamo permettere che accada ancora».

ALTAMURA L'ospedale Perinei dove è stata ricoverata la professoressa Lobefaro

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IL CASO IL SINDACO MORRA HA CHIESTO SPIEGAZIONI: LA ASL HA RISPOSTO CHE IL DISSERVIZIO SAREBBE LEGATO ALLE CONDIZIONI METEREOLOGICHE. «INVALIDANO I DATI»

Canosa, il mistero dei tamponi dal risultato «incerto»

Decine di cittadini richiamati dopo un’ora: hanno dovuto ripetere il test rapido effettuato nel «drive trough»

COVIDUn laboratorio con i tamponi

Quasi perché alcuni erano ancora «dubbi».

A questi ultimi è stato effettuato il tampone molecolare e invitato a restare a casa in attesa del risultato, per molti risultato, due giorni dopo, negativo. La procedura è esat- ta, per carità, ma decine di test risultati

«dubbi» e addirittura alcuni «doppiamente dubbi» lasciano a dir poco... tanti dubbi.

Il sindaco di Canosa, Roberto Morra, contattato nelle ore serali di sabato, ha ammesso di essere stato messo subito al corrente dello strano fenomeno e di aver, giustamente, già chiesto spiegazioni alla Asl. Risposta: ci sarebbe qualche strano fenomeno meteorologico che invalidereb- be i test rapidi. Tra tanti dubbi una sola certezza: lo spreco di denaro pubblico e il drive through a Canosa potrebbe finire per essere ridicolizzato. Anzi il dubbio, in que- sto caso, non c’è.

Miggiano, 13 decessi nella Rsa S. Vincenzo

i parenti pensano a un esposto in Procura

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Giovedì 11 febbraio 2021

PRIMO PIANO 7

LA POLEMICA I GOVERNATORI ZAIA E CIRIO INSISTONO CON IL GOVERNO SULL’ACQUISTO IN AUTONOMIA RISPETTO ALL’UNIONE EUROPEA. LA RISPOSTA: LA STRATEGIA NON PREVEDE NEGOZIATI PARALLELI

A rilento i vaccini destinati alle scuole

Consegnate le prime dosi di AstraZeneca, ma poche Regioni le stanno utilizzando: dubbi sugli over 55

lROMA.Parte a rilento la campagna di vac- cinazione con Astrazeneca: le prime 249mila dosi consegnate all’Italia sono state tutte distribuite ma le somministrazioni non sono ancora comin- ciate. Solo poche Regioni inizieranno oggi men- tre la maggior parte (Puglia compresa) definirà il programma nel fine settimana o ancora più avan- ti. Un weekend che dovrebbe coincidere con la prima scelta «operativa» del presidente incari- cato Mario Draghi, se avrà sciolto la riserva e giurato al Quirinale: prorogare o meno il divieto di spostamento tra le Regioni, che scade il 15 feb- braio e che coincide con la riapertura degli impianti sciistici.

Alla base della falsa par- tenza ci sono sostanzialmen- te una serie di nodi politici irrisolti, come conferma la nota delle Regioni al termine della riunione della Commis- sione salute con la quale si chiede un «tavolo tecnico paritetico» al ministro uscente Roberto Speranza per «sgomberare il campo dalle incertezze che stanno creando dif- ficoltà all’andamento della campagna». Ma ci sono anche problemi organizzativi, visto che ogni regione sta andando per conto suo, che con-

fermano quanto lo stesso Draghi ha sottolineato nei colloqui con i partiti: la necessità di rivedere tutta la logistica e la gestione della campagna vaccinale, anche in vista del prevedibile aumento delle dosi destinate al nostro paese nelle prossime settimane, e di far finalmente partire la piat- taforma informatica e il call center per la gestione delle prenotazioni e il monitoraggio in tempo reale dell’andamento delle somministrazioni.

Le «indicazioni precise» chieste dalle Regioni al ministro, spiega il coordinatore della Com- missione e assessore alla Salute del Piemonte, Luigi Icardi, sono tre: sull’uso di Astrazeneca sulle persone over 55 e senza patologie, sull'ac- quisto da parte dell’Italia di vaccini in autonomia rispetto agli accordi con l’Europa e sulla data di somministrazione della seconda dose». Su que- st’ultimo punto il ministero ha risposto con la circolare pubblicata oggi con la quale l’Aifa rac- comanda che la seconda dose sia somministrata

«idealmente nel corso della 12ª settimana (da 78 a 84 giorni) e comunque ad una distanza di almeno 10 settimane (63 giorni) dalla prima dose». Nella circolare si sottolinea inoltre che, non essendoci dati disponibili sull'intercambiabilità del siero con altri vaccini, «i soggetti che hanno ricevuto la prima dose» di Astrazeneca, «devono ricevere la seconda dose» dello stesso farmaco «per com- pletare il ciclo di vaccinazione». Anche sulla possibilità di utilizzare il siero per le persone

oltre i 55 anni senza patologie l’Aifa ha già ri- sposto, il 2 febbraio: «Sulla base dei risultati di immunogenicità e dei dati di sicurezza, il rap- porto beneficio/rischio di tale vaccino risulta favorevole anche nei soggetti più anziani senza fattori di rischio».

Posizione alla quale si aggiunge la precisa- zione arrivata ieri dagli esperti dell’Oms che ne hanno raccomandato l’utilizzo anche per le per- sone con oltre 65 anni. Quanto all’acquisto di vaccini in autonomia rispetto all’Ue - rilanciata anche da Luca Zaia e dal governatore del Pie- monte Alberto Cirio - il governo ha difeso più volte la scelta fatta. Come la stessa Commissione Ue, che ad una domanda specifica sulla volontà di alcune regioni italiane ha ricordato come gli stati membri «siano d’accordo a non avviare negoziati paralleli»: «La base della strategia Ue - ha detto un portavoce - è di negoziare insieme e non in pa- rallelo, perché questo rimetterebbe in questione la forza e l’efficacia della nostra strategia».

Il dato certo è che la vaccinazione con Astra- zeneca - destinata agli appartenenti alle forze di polizia e armate, al personale scolastico e a quello delle carceri - è ancora al palo. E tra oggi e domani arriveranno altre 292.800 dosi, che saranno con- segnate entro il fine settimana. La prima a partire dovrebbe essere la Toscana, già nelle prossime ore: in 24 ore tutte le 15.400 dosi arrivate sono state prenotate.

PUGLIA VIA ALLA FASE-2 DEI VACCINI, È POSSIBILE FARE RICHIESTA ANCHE NELLE FARMACIE

Dalle 14 le prenotazioni degli over-80

lPoche regole e la possibilità di regi- strarsi per il vaccino anche nelle farmacie:

ecco la modalità da seguire in Puglia per i vaccini destinati agli ultraottantenni (nati a partire dal 1941). Oggi (a partire dalle 14) sarà possibile prenotarsi, utilizzando il Cup degli ospedali, il sito web PugliaSalute op- pure recandosi nelle farmacie. Le sommi- nistrazioni inizieranno, salvo problemi con le forniture, a partire dal 22 febbraio.

«Abbiamo stilato insieme alla Regione Puglia le linee guida che noi farmacisti do- vremo seguire per la prenotazione della vaccinazione anticovid per gli over 80. Una possibilità che si apre a partire da oggi - spiega Francesco Fullone, presidente di Fe- derfarma Bari e Puglia -. La persona in- teressata, l'utente ultraottantenne o un suo delegato potrà recarsi in farmacia e pro-

cedere alla prenotazione presentando la tes- sera sanitaria. Dovrà in quel momento an- che comunicare se il vaccino andrà fatto a domicilio o in una struttura ambulatoriale.

Il farmacista assegnerà quindi un codice che sarà diverso a seconda del tipo di pre- notazione, domiciliare o ambulatoriale».

Sono 148mila, secondo l'ultimo dato del ministero della Salute, i vaccini anti Covid somministrati in Puglia: circa 85mila sono le donne. Le dosi inoculate agli operatori sanitari (il dato è aggiornato alla mattina- ta) sono 120.813; 12.578 quelle somministra- te a ospiti e dipendenti delle Rsa, 12.223 a operatori non sanitari. La fascia di età con il maggior numero di vaccinati è quella tra 50 e 59 anni (38.953), segue quella tra 40 e 49 anni (30.364), poi quella tra 60 e 69 anni (27.314).

SCUOLA Si attende in Puglia una nuova ordinanza del governatore Michele Emiliano per regolare dal prossimo 21 febbraio le modalità di accesso all'istruzione degli studenti pugliesi

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Gli scienziati pugliesi

«Si può essere positivi ma senza contagiare»

E il virus avanza negli under 14

l Uno studio clinico su 84 pazienti che, pur se cli- nicamente guariti dal covid, presentavano tampone po- sitivo (eseguito dopo 18 giorni, in media) sono stati ri- conosciuti «non più contagiosi» in quanto, nelle colture cellulari, non è stato rinvenuta presenza di virus vitale né crescita virale (positività del tampone dovuta a presenza di tracce geniche del virus). I risultati dello studio, coor- dinato da Maria Pia Foschino (direttore Malattie dell’Ap - parato respiratorio del Riuniti di Foggia) e Antonio Fa- sanella, (direttore generale dell’Istituto Zooprofilattico di Foggia), pubblicati sulla rivista scientifica Journal of Cli- nical Medicine, forniscono dimostrazione scientifica, che, tra le prime al mondo, tranquillizza clinico ed epidemio- logo riguardo alla dimissione, dopo 21 giorni dall’infe - zione, di soggetto asintomatico per almeno 3 giorni con- secutivi.

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Mascherine: Una, due o più? Uno studio del Virginia Polytechnic Institute e della State University, pubblicato su The Guardian, dimostra che basta una mascherina se buona e ben indossata aderente alle superfici del viso e senza spiragli vuoti. Si può ricorrere, in caso di emergenza, a due mascherine (di stoffa sulla chirurgica) quando non si disponga di quella effettivamente efficace a due, come FFP2. Il Ministero Salute, già nel novembre 2020 aveva bollato come fake news il ricorso a più mascherine.

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Aumentano i contagi tra gli under 14: l’ultimo rapporto dell’Associazione di epidemiologia (Aie) denuncia che si è registrato un picco di contagi tra persone di 0-13 anni (specie in Centro Italia e, tra gli under 10 anni, pur se meno elevato, in Puglia) e che è da temere che essi contagino adulti ed anziani. L’eventuale responsabilità della varian- te inglese non è stata dimostrata ed è in corso di indagine.

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Nuova mutazione del coronavirus descritta da ricer- catori dell’università di Milano su Emerging Microbes &

Infections. Essa differisce dalle altre mutazioni perché interessa il gene codificante per la proteina ORF-6 (Open Reading Frame: quadro aperto di lettura), che consente di codificare un’intera proteina senza modificarne la strut- tura ma mutandone i modi di creare malattia. I ricercatori ritengono che la variante potrà accelerare la diffusione ma non ridurre l’efficacia dei vaccini in uso.

Nicola Simonetti

STUDIO CLINICO SU 84 PAZIENTI

Speranza

Hanno affisso manifesti a Erchie Sanzionati due coniugi negazionisti

ERCHIE . Due coniugi sono stati denunciati per vilipendio della Repubblica dai Carabinieri della Stazione di Erchie. In parti- colare – stando a quanto riferito dai militari dell’Arma -, «nell’arco temporale fra il 2 e 3 gennaio 2021, i due hanno abusivamente af- fisso in vari punti del centro urbano, 22 manifesti recanti una frase offensiva rivolta ai cittadini». In esso si leggeva: «Vi hanno visti co- sì devotamente asserviti e sottomessi che non hanno non potuto prorogare un'emergenza che non esiste! Non possono non esiste- re i tiranni quando il popolo è composto da servi come voi».

Previsto l'obbligo di quarantena Per la Svizzera «Puglia zona a rischio»

GINEVRA. La Svizzera ha aggiunto Marche, Puglia e Umbria

alla lista delle zone a rischio covid, insieme a 7 nuove regioni fran-

cesi - tra cui l’Ile de France che comprende Parigi - e ai lander te-

deschi di Sassonia-Anhalt e Brandeburgo. Dal 22 febbraio per chi

proviene dalle zone e dai Paesi inclusi nella lista sarà obbligatorio

un test negativo effettuato 72 ore prima e una quarantena obbliga-

toria di 10 giorni, riducibile a 7 in caso di un secondo tampone ne-

gativo. Tra le new entry della lista anche Albania, Serbia, Colom-

bia ed Emirati arabi uniti.

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Giovedì 11 febbraio 2021

XVIII I

Scuola, docenti tarantini contro la ricetta Draghi

Fa discutere l’ipotesi di allungare il calendario delle lezioni fino a fine giugno

PAMELA GIUFRÈ

l Insegnanti e sindacati del mondo dell’istruzione non digeriscono la “ricetta Draghi” sulla scuola. Con Mario Draghi, ex presidente della Bce, la Banca centrale eu- ropea, incaricato dal presidente della Re- pubblica Mattarella di formare il nuovo governo, torna l’idea di allungare il calen- dario delle lezioni fino a fine giugno; idea che già aveva suscitato tanto scalpore quan- do nel mese di dicembre fu lanciata da Az- zollina. E tornano le polemiche e le prese di posizione. Ma se in prima battuta, ovvero quando la proposta fu avanzata dall’ex mi- nistro all’Istruzione, le reazioni furono im- mediate e trasversali, provenienti sia dagli addetti ai lavori che dalla politica, adesso gli esponenti dei partiti sembrano essere più possibilisti, forse perché lo ha detto Draghi.

Continua invece a non essere affatto d’ac - cordo chi nel mondo della scuola opera quo- tidianamente. E così, mentre domani le or- ganizzazioni sindacali di categoria terran- no a Bari una conferenza stampa congiunta per inquadrare il “caso scuola” sia in am- bito nazionale che regionale (il 20 febbraio scade l’ultima ordinanza del presidente del- la Puglia, Michele Emiliano, sulla didattica a richiesta, in presenza o a distanza), anche oggi, come negli ultimi giorni, da quando si è rifatta largo l’ipotesi di prolungare la scuola, tra le mura degli istituti di ogni ordine e grado non si parla d’altro.

Nella maggior parte dei casi alle prese con una “didattica a centauro” - come il preside del liceo Galileo Ferraris, Marco Dalbosco, ha ribattezzato questo metodo di insegnamento misto, con parte degli alunni in presenza dall’aula e parte da casa at- traverso la classe virtuale - i docenti ac- colgono quest’altra novità come l’ultima trovata ad effetto. Per “colpire” oramai è moda parlare di scuola. «Il problema di queste affermazioni che si stanno susse- guendo - dichiara Fabio Mancini, docente di Lettere all’istituto Archimede nonché pro- fessore di Pedagogia sociale alla Lumsa e di Didattica generale alla facoltà Teologica - è che chi le fa, indipendentemente da chi parla, non conosce la scuola. Non sa come funziona. Noi invece, come docenti, sap- piamo bene che la scuola non si è mai fer- mata. E come noi ne sono consapevoli le famiglie e, soprattutto, gli studenti, dai più piccoli, che in molti casi sono in presenza e se non sono in classe seguono le lezioni da casa secondo il regolare orario scolastico; ai più grandi, i quali sono invitati a svolgere compiti anche in giorni ed orari che vanno ben al di fuori delle normali lezioni, come accadeva prima. Per noi insegnanti infatti non si parla più di lavoro, ma di super- lavoro. Anche se qualcuno in alcuni giorni si avvale dello smart working. Al mattino siamo collegati per fare le videolezioni, al pomeriggio dobbiamo prepararle e non è come organizzare l’ordinaria attività quo- tidiana in presenza. Siamo diventati tutti

“informatici” al di là delle specializzazioni delle nostre lauree. Ma lo facciamo per il bene dei nostri studenti, ci sacrifichiamo perché crediamo nella nostra missione e nel ruolo della scuola, che continua a formare i ragazzi anche se c’è il covid, come tanti altri lavoratori di differenti ambiti continuano ad esercitare la loro attività anche se sono in smart working. Allungare il calendario scolastico significa negare tutta questa at- tività, anzi, non conoscerla affatto. Sarebbe come dire che un dipendente di un ufficio pubblico qualsiasi non abbia svolto le pra- tiche che doveva in tutti questi mesi solo perché per via della pandemia ha fatto il suo lavoro da casa. Un’assurdità».

Secondo il prof, dunque, «queste affer- mazioni denotano anche una incoscienza politica dell’ingovernabile. Intendo dire che stanno governando qualcosa di cui non

sanno. Va da sé che se questo non è ac- cettabile per un ministro, che deve cono- scere il settore che gli viene assegnato, ci può anche stare per un presidente del Con- siglio o un governatore in generale, purché però in ogni ambito si faccia affiancare e consiliare da chi è competente in materia».

Detto questo, per Fabio Mancini «la ri- modulazione del calendario è priva di sen- no. Le scuole - prosegue il prof - hanno deliberato orari confacenti all’ordinario ca- lendario scolastico. Tutti i docenti stanno svolgendo regolarmente le loro ore con i ragazzi, i quali, in presenza o a distanza, stanno comunque seguendo tutte le lezioni, facendo interrogazioni e compiti come nella norma». Forse però negli ambienti romani questo concetto sfugge. E non è il solo: «Fino a fine giugno i docenti della scuola primaria e della secondaria di primo grado sono re- golarmente in servizio per tutti i necessari adempimenti e per gli esami di terza media.

Nella secondaria di secondo grado, dopo l’ultimo scrutinio di metà giugno ci sono gli Esami di Stato e si prosegue sino a metà luglio. Chi farebbe lezione agli studenti?

Ecco perché le affermazioni fatte in questo momento ci appaiono infondate».

COVID NEI LOCALI PUBBLICI RIPRENDE IL SERVIZIO AL TAVOLO, MA FINO ALLE 18. SALAMINA: SENZA I RISTORI PROMESSI NON CE LA POTREMO FARE

Torna il giallo, ristoranti aperti

Con il cambio di colore le restrizioni si attenuano. Fipe: finalmente si riparte

COVID E LOCALI PUBBLICI Il pranzo di San Valentino al ristorante? Sarà di nuovo possibile. Da oggi la Puglia torna ad essere “zona gialla”.

Nei bar, pizzerie, ristoranti e gelaterie tornerà il servizio al tavolo, ma fino alle 18.

Ecco come si stanno organizzando anche i ristoratori jonici

.

lIl pranzo di San Valentino al ristorante?

Sarà di nuovo possibile. Da oggi infatti la Puglia dovrebbe tornare ad essere “zona gial- la” ed una delle principali restrizioni contro il covid-19 che viene meno con l’abbandono - almeno per ora - dell’odiato arancio, è pro- prio la chiusura di bar, pizzerie, ristoranti e gelaterie. Nei locali pubblici tornerà il ser- vizio al tavolo, ma fino alle 18 perché co- munque il giallo non significa scampato pe- ricolo. La Regione Puglia era rimasta aran- cio, come è noto, per un difetto di comu- nicazione dei dati trasmessi al ministero del- la Salute. Tutto il resto d’Italia, con qualche eccezione, è tornato giallo già da un paio di settimane. Sul nostro territorio il cambio di colore avviene dunque ufficialmente oggi e ci riporta a metà gennaio quando ristoranti, pizzerie, bar e gelaterie erano aperti con consumo sul posto fino alle 18. Intanto già qualcuno si sbilancia ed ipotizza un allar- gamento del coprifuoco fino alle 22, per il momento orario di fine di tutte le attività in cui - in teoria - nessuno dovrebbe più cir- colare se non per cause di forza maggiore, dimostrabili, per le vie della Regione. Re- gione dalla quale si continuerà a non uscire, ma ci si potrà spostare da un Comune all’al - tro, fino a ieri concessione vietata tanto quanto non rispettata (c’è da dirlo).

La “zona gialla” è una bella notizia per molti, al di là dei richiami dell’assessore regionale alla Sanità, Vito Lopalco, a non interpretare l’allentamento delle restrizioni come un liberi tutti. A gioire, in modo par- ticolare, in queste ore, sono soprattutto ti- tolari e dipendenti dei pubblici esercizi, che negli ultimi giorni hanno protestato soprat- tutto per il clima di incertezza e di confusione che travolgeva le loro attività più di altre.

«Siamo contenti - esulta Antonio Salami- na, commissario provinciale di Fipe Risto- ranti, la federazione dei pubblici esercizi che fa capo a Confcommercio Taranto - e molto fiduciosi in una possibile ripresa, che però ci sarà solo e soltanto se ai nostri sforzi e al nostro lavoro, che contiamo di intensificare

da questo momento in poi, si affiancheranno anche l’impegno e l’interesse del governo.

Senza i ristori promessi non ce la potremo fare, ma se il governo si formerà al più presto e ci sarà erogato subito quanto dovuto, po- tremo lasciarci alle spalle tutta la confusione di questi mesi e rivedere la luce in fondo al tunnel».

Per Salamina, il “debutto” di San Valen- tino, ovvero la possibilità di apparecchiare per le coppie di innamorati, è un momento importante, ma deve rappresentare l’inizio di una risalita: «Speriamo che questo giallo sia costante e che ci traghetti verso un gra- duale ritorno alla normalità. Perdere un’al - tra settimana, e, tra l’altro, per errori com- messi nell’inviare i dati, è stato deleterio da tutti i punti di vista. Ci siamo abbattuti mo- ralmente oltre che economicamente. Per noi una settimana di lavoro sarebbe stata utile

per pagare luce, gas e acqua, perché le bol- lette continuano ad arrivare, checché se ne dica, nonostante la chiusura».

Fipe Ristoranti chiede che il ristoro con- cesso alla categoria tenga conto di questo periodo di stop non dovuta. «Speriamo - dice Salamina - in un aiuto più sostanzioso dal momento che la zona arancione non ci spet- tava e che, è inevitabile sottolinearlo, ha penalizzato soprattutto le nostre attività.

Tutto il resto, come ci hanno più volte di- mostrato immagini trasmesse in tv, pubbli- cate sui giornali e postate sui social, è ri- masto aperto». Già da oggi, dunque, si at- tendono a braccia aperte i primi clienti: «La gente ha voglia di uscire. È stanca di questa pandemia senza fine. Perciò siamo certi che lavoreremo tanto in questi giorni e ci au- guriamo che sarà così per il futuro».

[P.Giuf.]

LA POLEMICAInsegnanti e sindacati del mondo dell’istruzione non digeriscono la “ricetta Draghi” sulla scuola foto Todaro

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Giovedì 11 febbraio 2021

I XIX

L’INFEZIONE DA COVID19 CORRE IN PROVINCIA DI TARANTO

«Nel container Terapia intensiva cure di primo livello ai pazienti»

Il presidente di Sistema 118, Mario Balzanelli, affronta la questione con dati alla mano

Boom di nuovi casi e 5 vittime

Il numero dei positivi al virus torna a salire, raggiunta quota 307 in sole 24 ore

lSi contano 307 nuovi positivi su 1063 nuovi casi registrati in Puglia e cinque decessi. La percentuale di positività si at- testa sul 10%. I decessi sono avvenuti, 3 al Moscati, 1 al presidio San Marco di Grot- taglie e 1 al Giannuzzi di Manduria.

Il virus non allenta la presa, sebbene l’intera Regione rientri nei parametri per la zona “gialla”, parametri che si rifanno esclusivamente al computo dei letti di te- rapia intensiva. Letti che al Moscati sa- rebbero “spuntati” nelle ultime ore e che risulterebbero comunque inutilizzabili per penuria di personale medico addetto alla gestione.

I 307 nuovi casi rilevati nella giornata di ieri preoccupano non poco, aprendo dubbi sulla corrispondenza alla realtà. Non è dato sapere se i 307 contano anche i test di altri giorni che però sono stati processati ieri.

Dall’inizio dell’emergenza in Puglia so- no stati effettuati 1.398.270 test. I pazienti guariti sono 80.617, mentre il totale dei casi Covid nella nostra Provincia sale a 18.046 su 131.211 in Puglia.

Un altro dato che negli ultimi giorni de- sta attenzione è quello dei ricoverati che nell’intera Regione schizzano a 1655, di cui 321 nelle strutture sanitarie del tarantino, così distribuiti: 67 al Moscati (26 in Malattie

Infettive; 25 in Pneumologia; 16 in Riani- mazione); 55 al Giannuzzi di Manduria (51 in Medicina e 4 in Rianimazione), 53 al San Pio di Castellaneta; 47 al San Marco di Grottaglie; 27 al presidio ospedaliero “Val - le d’Itria” di Martina Franca; 22 alla casa di cura Santa Rita; 19 al centro ospedaliero Militare di Taranto. Il presidio Covid post acuzie di Mottola ospita 31 pazienti.

Il Dipartimento di Igiene e prevenzione dell’Asl ha attivato tutte le procedure per l’acquisizione delle notizie anamnestiche ed epidemiologiche, finalizzate a rintrac- ciare i contatti stretti.

[F. Mar.]

LA TERAPIA INTENSIVA DEL MOSCATI Il Container di cui oggi si discute quale luogo deputato alla terapia intensiva per implementare il

«Moscati» di 22 posti letto non utilizzabili anche per la mancanza di personale sanitario, dal 17 settembre al 17 novembre è stato in grado di fornire cure e assistenza di primo livello

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LA PANDEMIA CONVEGNO SCIENTIFICO ORGANIZZATO DALL’ISTITUTO SUPERIORE DI SCIENZE RELIGIOSE GIOVANNI PAOLO II E DALL’UNIVERSITÀ ALDO MORO

«Il Covid fa paura, ma Dio non ci abbandona»

L’arcivescovo, mons. Santoro, ringrazia tutti coloro che si stanno dedicando agli ammalati

L’ARCIVESCOVO DI TARANTOMons. Filippo Santoro

TARANTO

FEDERICA MARANGIO

l Se è vero che il tasso di mortalità è direttamente propor- zionale alla qualità dell’assisten - za e delle cure ricevute, allora «la Covid Station è un modello vin- cente».

Il Container di cui oggi si di- scute quale luogo deputato alla terapia intensiva per implemen- tare il Moscati di 22 posti letto non utilizzabili anche per la mancanza di personale sanita- rio, dal 17 settembre al 17 no- vembre è stato in grado di for- nire cure e assistenza di primo livello. Il presidente nazionale della Società Italiana Sistema 118, Mario Balzanelli, affronta la questione con dati alla mano.

«Il risultato di questa impo- stazione clinica, gestionale e di ricerca scientifica – precisa – in cooperazione multidisciplinare, con gli specialisti infettivologi, pneumologi e anestesisti riani- matori, ha evidenziato che il tas-

so di mortalità di quest’area de- dicata alla gestione dell’emer - genza Covid, nei tre mesi del 2020, è stato del 2,14%, il più basso confrontato con il dato re- gionale del 2,68%, nazionale del 3,46% e mondiale 2,2%».

Senza dimenticare il nume- ro di vite strappate alla mor- te che in quel periodo bal- zavano agli onori delle cro- nache per le estenuanti at- tese nelle ambulanze, quali sono le lezioni apprese dal modello Taranto della Co- vid Station?

«Il Covid-19 ci ha insegnato che le vite umane si salvano anticipando al massimo il mo- mento diagnostico e, più ancora, il momento terapeutico ai pa- zienti con grave insufficienza re- spiratoria acuta secondaria alla infezione da SARS-CoV-2».

Qualora si riuscisse ad an- ticipare le cure, il paziente è salvo?

«Purtroppo non sempre. I pa-

zienti affetti da Covid-19 tendo- no, da una condizione clinica di apparente, rassicurante stabili- tà, a scompensarsi all’improv - viso, a deteriorarsi, e se non vengono soccorsi ricevendo tem- pestivamente le cure più appro- priate di supporto respiratorio, precipitano, accedendo alle te- rapie intensive quando ormai, nella maggior parte dei casi, è troppo tardi».

Taranto ha realizzato tra i primi in Italia un modello di struttura campale. Con che caratteristiche si presenta- va dal punto di vista strut- turale e logistico?

«I pazienti sono stati gestiti in ambienti appositamente predi- sposti con impianti di areazione a pressione negativa, dotati di tubature specifiche per l’eroga - zione di ossigeno ad alti flussi – in grado di assicurare flussi di 40-60 litri/minuto –, con presen- za di ventilatori ad elevate pre- stazioni in grado di erogare le

massime pressioni finalizzate a riaprire alveoli polmonari inon- dati da liquidi infiammatori».

Lei ha contratto il Covid in servizio. Dal letto di ospe- dale dove era ricoverato sappiamo che lanciava ap- pelli continui sull’uso della visiera anti-droplet e della mascherina.

«Ho avuto una grave forma di polmonite da Covid-19. Ho esau- rito le energie e parlavo con estrema fatica, ma ciò non mi impediva di scrivere messaggi invocando l’utilizzo dei disposi- tivi di protezione personale che si dimostrano di grande aiuto nel contrasto al virus».

Il tempo è sempre una va- riabile determinante, ancor di più con il Covid?

«Prevenire l’infezione e inter- venire il prima possibile può fare la differenza. Lo abbiamo appu- rato nella struttura ricettiva in- termedia ad alta intensità di cure che è stata smantellata nono-

stante evitasse le file delle am- bulanze davanti ai Pronto Soc- corso degli Ospedali Covid e, no- nostante in tre mesi ci sia stato un numero ridotto di morti (16)».

L’esperienza di questa strut- tura campale a gestione 118 e ad assetto operativo mul- tidisciplinare finirà in una pubblicazione scientifica?

«Forniremo a breve al nuovo Ministro della Salute la rendi- contazione del lavoro svolto e, ampiamente supportati dai dati e dalle evidenze, la nostra pro- posta di vision nella strategia di contrasto del Covid-19 a livello territoriale, con la seconda edi- zione delle Linee di Indirizzo Te- rapeutico della SIS 118».

Balzanelli ha definito la pan- demia una tragedia che può e deve essere interpretata quale una maxi-emergenza non con- venzionale continuata, in un contesto in cui si diventa tutti bersaglio di un virus letale.

l In occasione della Giornata del malato, l’arci - vescovo di Taranto, monsignor Filippo Santoro, ha vo- luto mandare un suo messaggio di ringraziamento a medici, infermieri, sanitari, amministrativi della sa- nità e volontari «per la dedizione - ha scritto l’arci - vescovo -, con cui vi state dedicando a chi è malato».

«Tutta la comunità vi è riconoscente per la testi- monianza che state offrendo, esponendovi in prima persona». E «Società, diritto e religione durante le epi- demie: problemi e prospettive», è il titolo di un convegno di alto profilo scientifico si è svolto nei giorni scorsi in modalità telematica, organizzato dal prof. Francesco Castelli dell’Istituto Superiore di Scienze religiose Gio- vanni Paolo II e dal Prof. Stefano Vinci del Dipartimento Jonico dell’Università degli Studi di Bari Aldo Moro avente ad oggetto una riflessione multidisciplinare tra storia, diritto, scienze, medicina, teologia, pedagogia e religione.

Il convegno ha visto la partecipazione di circa 100 uditori tra docenti e studenti di università italiane e

straniere, i quali hanno affrontato problematiche con- nesse all’impatto che le epidemie hanno avuto sulla società tra storia e attualità. Particolarmente signi- ficativo l’intervento dell’arcivescovo Filippo Santoro, che ha messo in rilievo la visione antropologica globale delle pandemie, mai da osservare solamente nel segno della ricerca del farmaco adeguato ma sempre nella consapevolezza che Dio non abbandona mai il suo po- polo. L’arcivescovo ha espresso il suo ringraziamento nei confronti di medici, infermieri, operatori sanitari, cappellani, amministrativi e volontari per «la dedizione con cui si stanno dedicando a chi si è ammalato. Il vostro lavoro - ha aggiunto - ci sta aiutando a comprendere che siamo chiamati a vivere non solo per noi stessi, che dobbiamo prenderci cura dei volti feriti delle persone e che, con l’impegno di ciascuno, la vita di tutti può essere tutelata e custodita». La prima sessione di taglio squi- sitamente storico è stata moderata dal prof. Vittorio de Marco, ordinario di storia contemporanea all’Univer - sità degli Studi del Salento - Dip. di SSSU che ha visto la

partecipazione dei professori Alfredo di Napoli (ISSR San Sabino, Bari), Francesco Paolo de Ceglia (Univer- sità degli Studi di Bari Aldo Moro, DISUM), Liborio Dibattista (Università degli Studi di Bari Aldo Moro, DISUM), Francesco Mastroberti (Università degli Studi di Bari Aldo Moro, Dipartimento di Giurisprudenza), Francesco Castelli (ISSR Giovanni Paolo II) e Stefano Vinci (Università degli Studi di Bari Aldo Moro, DJSGE). La seconda sessione, moderata dal prof. Ric- cardo Pagano, ordinario di pedagogia all’Università degli Studi di Bari Aldo Moro e direttore del Dipar- timento Jonico, si è focalizzata sulla crisi attuale che la società sta vivendo in conseguenza della pandemia in atto ed ha visto coinvolti i professori Loris de Nardi (Centro de Estudios Históricos Universidad Bernardo O’Higgins, Chile), Leandro Martinez Peñas (Univer- sidad Rey Juan Carlos, Madrid), Adriana Schiedi (Uni- versità degli Studi di Bari Aldo Moro, DJSGE), Vincenzo Annicchiarico (ISSR Giovanni Paolo II), Roberto Mas- saro e Francesco Nigro (Facoltà Teologica Pugliese).

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Giovedì 11 Febbraio 2021 www.quotidianodipuglia.it

Attualità

Aperte le adesioni per le dosi

di AstraZeneca E a Brindisi primo Toss in campo per i tamponi

Vaccini anti-Covid a scuola, in Puglia parte la campagna di ade- sione tra insegnanti e personale non docente destinata a quanti vorranno sottoporsi alla profi- lassi anti-virus. Fase di vaccina- zione che prevede l’utilizzo delle fiale di siero AstraZeneca, desti- nate proprio al personale scola- stico under 55. Somministrazio- ni che, come ha annunciato l’as- sessore regionale alla Sanità Pier Luigi Lopalco nelle scorse ore, dovrebbero partire dal 15 febbraio. Ma tra gli insegnanti e il personale Ata degli istituti sco- lastici pugliesi i dubbi restano:

buona parte del corpo docente impiegato nelle scuole di ogni ordine e grado della regione rientrerebbe, infatti, nella fascia di età degli over 55.

Del resto, non è un mistero che l’Italia sia il Paese con gli in- segnanti più “anziani” del mon- do. E a confermalo è l’ultimo rapporto dell’Ocse sull’istruzio- ne “Education at a glance 2020”:

numeri alla mano, nel Paese si registra la quota più alta di do- centi ultra 50enni (oltre il 59%).

La stessa Organizzazione per la Copeerazione e lo sviluppo ri- marca, inoltre, come nelle scuo- le italiane vi sia la quota più bas-

sa di insegnanti di età compresa tra i 25 e i 34 anni: sono solo lo 0,5% del corpo docenti, contro il 3% dei 50-59enni. «A fronte di questa analisi oggettiva, nono- stante la maggior parte di docen- ti sia propensa ad aderire alla campagna vaccinale, molti inse- gnanti rientrano nella fascia di età compresa tra i 55 e 57 anni - fa sapere il presidente di Anp (Associazione nazionale près- idi) della provincia di Lecce Gio- vanni Casarano - C’è il timore, dunque, che l’efficacia del vacci- no AstraZeneca possa ridursi proprio in relazione al fattore dell’età». Ma tant’è.

Nella giornata di ieri le Asl di Lecce, Brindisi e Taranto hanno già provveduto a inoltrare ai di- rigenti scolastici di ogni provin-

cia circolari esplicative che chia- riscono nel dettaglio tempi e mo- dalità di raccolta e trasmissione delle adesioni alla campagna vaccinale da parte di insegnanti e personale non docente. E già nella mattinata di ieri il dirigen- te dell’Ufficio scolastico provin- ciale Vincenzo Melilli - facente funzioni dell’Usp regionale - ha convocato un incontro con i prèsidi pugliesi proprio per fare il punto sull’imminente avvio della campagna vaccinale nelle scuole e fornire linee operative omogenee. Confronto che ha vi- sto protagonisti l’assessore alla Sanità Lopalco e il delegato re- gionale alla Scuola Sebastiano Leo. «Nel dettaglio, la campagna di adesione negli istituti scolasti- ci della provincia di Lecce - fa

sintesi Casarano - è già partita in queste ore e si concluderà vener- dì. Una volta raccolte le adesioni di disponibilità, i dati saranno trasmessi alla Asl che provvede- rà a stilare il calendario delle somministrazioni». Campagna vaccinale che, secondo quanto avrebbe anticipato ieri il diretto- re del Dipartimento di Preven- zione della Asl di Lecce Alberto Fedele, dovrebbe avvenire nelle stesse scuole attraverso squadre di operatori sanitari e medici che saranno procederanno alla somministrazione in loco.

Intanto il primo team di ope- ratori sanitari, così come previ- sto dal Piano di sicurezza per le scuole pugliesi approvato nelle scorse settimane dalla Giunta regionale, è già pronto a scende-

re in campo nelle scuole di Brin- disi. Un gruppo di 15 infermieri, 3 assistenti sanitari e 5 tecnici della prevenzione individuati dalla Asl di Brindisi già dalla scorsa settimana. A rallentare le procedure operative di scree- ning e tracciamento dei contagi a scuola, tuttavia, sarebbe la ca- renza di test rapidi le cui fornitu- re sarebbero in ritardo in tutte le Asl pugliesi. Criticità che a Brin- disi, comunque, sarà superata già dall’inizio della prossima set- timana. Docenti e personale sco- lastico saranno, infatti, sottopo- sti ai tamponi tradizionali e ana- lizzati utilizzando i macchinari a disposizione della Asl.

Prèsidi e organizzazioni sin- dacali, tuttavia, continuano a te- nere i riflettori puntati sull’ordi- nanza regionale che garantisce alla famiglie la Didattica digitale a distanza su richiesta. E i mal di pancia restano. Per luendì 22 febbraio i sindacati del mondo della scuola hanno proclamato lo sciopero di tutto il personale scolastico, in relazione alla pri- ma ora di lezione. Ma i segretari di Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuo- la, Snals Confsal, Fgu Gilda, Anief e Anp di Puglia hanno già scritto una lettera al presidente della Consiglio Mario Draghi per denunciare il caos in cui ver- sa la scuola pugliese. Contenuto della missiva che sarà reso noto nelle prossime ore.

P.Col.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Massimiliano IAIA

Con quattro giorni di ritardo ri- spetto ai tempi - e soprattutto ai numeri - maturati, da oggi la Pu- glia passa in zona gialla. Una no- vità che comporta importanti cambiamenti sulle restrizioni imposte dal governo nel contra- sto alla diffusione del Covid.

Innanzitutto, gli spostamenti:

ci si potrà muovere da un Comu- ne all’altro, ma restando nella stessa regione, mentre è confer- mato il divieto di uscita dalle 22 alle 5, se non per stretta necessi- tà. Riapriranno musei e mostre (non ancora cinema, teatri, pale- stre e piscine). Ma la novità più attesa riguarda bar e ristoranti che potranno effettuare servizio ai tavoli fino alle 18. Un’apertura salutata con sollievo dagli opera- tori del settore, che però non hanno nascosto la loro amarezza per la “beffa” del ritardo del pas- saggio in zona gialla, dovuto a un errore della Regione, che non avrebbe comunicato al Ministe- ro il maggior numero di posti let- to a disposizione in terapia inten- siva. Tutt’altro che un dettaglio, se si pensa che proprio la percen- tuale dei posti letto occupati inci- de in maniera fondamentale nel- la valutazione del rischio di una regione.

Ma per quanto resterà in vigo- re l’ordinanza firmata martedì sera dal ministro Roberto Spe- ranza? Il timore di tanti, soprat- tutto di baristi e ristoratori, è che così come avvenuto prima e do- po le festività natalizie la riaper- tura duri per un periodo breve, per poi ripiombare presto in uno scenario di solo asporto e servi- zio a domicilio. Impossibile, d’al- tronde, stabilire una data certa:

la nuova ordinanza, per il mo- mento, non può che allinearsi a quelle firmate nei giorni scorsi per le altre regioni “gialle”, con la colorazione valida fino al 15 feb- braio. Come sempre, infatti, biso- gnerà attendere domani, per il consueto monitoraggio del ve- nerdì, che diventa determinante per l’attribuzione dei colori delle singole regioni.

Su questo aspetto, sia il mini- stero sia la Regione Puglia sono stati molto chiari. Il passaggio in zona gialla non vuol dire che il peggio sia passato, non si tratta di un “liberi tutti”, ma anzi sono forti le raccomandazioni a rispet- tare le solite regole di sempre, dall’utilizzo della mascherina al distanziamento sociale. «Capi- sco la stanchezza dei cittadini e di alcuni operatori economici che non ce la fanno più, però zo- na gialla non significa liberi tutti, zona gialla significa che possia- mo permetterci qualche cosina in più rispetto alla zona arancio- ne ma che comunque il rischio è ancora comunque elevato», ha detto ieri l’assessore regionale al- la Salute Pier Luigi Lopalco. Che ha aggiunto: «Sulla base di un gruppo di indicatori abbiamo chiesto al ministero di valutare eventualmente in maniera diffe- rente il totale livello di rischio».

I numeri saranno, come sem- pre, sotto la lente d’ingrandimen- to: ieri altri 1.063 positivi su 10.517 tamponi, per un tasso di positività del 10,1% (maggiore del 7,35% di martedì). Ancora una volta è molto alto il numero dei

positivi nella provincia di Taran- to (307), poco meno di Bari (350).

Poi 128 nella Bat, 108 nel Salento, 95 nella provincia di Brindisi, 61 nella provincia di Foggia, 3 resi- denti fuori regione, 11 casi di pro- vincia di residenza non nota.

Ci sono stati 25 decessi, ma nessuno sul fronte jonico-salenti-

no (anche se l’Asl Taranto ha da- to notizia di cinque morti nella giornata di ieri, non ancora inse- riti nel bollettino regionale). Si re- gistra anche il terzo decesso in Puglia tra i docenti scolastici:

una insegnante 44enne di Sante- ramo in Colle. Altri 2.492 guariti, mentre si registra un netto calo

degli attuali positivi: 47.106 (il da- to più basso dall’8 dicembre scor- so). Occhio ai ricoveri, però: in un giorno ce ne sono stati altri 75 in più.

La giornata odierna è impor- tante anche sul fronte vaccina- zioni: dalle 14 di oggi parte uffi- cialmente la “fase 2” con l’apertu-

ra delle agende di prenotazione per gli over 80. La vaccinazione degli ultraottantenni può essere effettuata in ambulatorio o a do- micilio. La prenotazione per la vaccinazione in ambulatorio può avvenire in tre modi: di per- sona in farmacia, per telefono al Cup delle Asl, sul portale Puglia- Salute https://www.sanita.pu- glia.it/. Al momento della preno- tazione verrà indicato il giorno, l’ora e il luogo della vaccinazio- ne. La prenotazione per la vacci- nazione a domicilio può avveni- re in due modi: di persona in far- macia o per telefono Centro Uni- co di Prenotazione. Chi si preno- ta verrà ricontattato per fissare l’appuntamento a domicilio.

Per prenotare la vaccinazione presso le farmacie abilitate al ser- vizio Farmacup, bisognerà porta- re con sé la tessera sanitaria dell’interessato, che si potrà reca- re di persona o incaricare altri.

«Invitiamo a non accalcarsi fin da oggi pomeriggio nelle farma- cie perché il servizio è capillare», ha detto Lopalco. Ad oggi sono stati somministrati 145.629 vacci- ni anti Covid: 83.948 sono le don- ne vaccinate, 61.681 gli uomini.

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Dosi nelle scuole, c’è il via libera Dubbi per gli insegnanti over 55

La zona gialla arriva con quattro giorni di ritardo: la Regione non aveva trasmesso al ministero il numero corretto dei posti letto disponibili in terapia intensiva

Ci si potrà muovere da un Comune all’altro, ma restando nella stessa regione, mentre è confermato il divieto di uscita dalle 22 alle 5, se non per lavoro, salute o stretta necessità

Ieri altri 1.063 positivi su 10.517 tamponi, per un tasso di positività del 10,10% (maggiore del 7,35% di martedì). Ci sono stati altri 25 decessi

Ad oggi in Puglia sono stati somministrati 145.629 vaccini anti Covid: 83.948 sono le donne vaccinate, mentre 61.681 sono gli uomini.

Da oggi è zona gialla Partono le adesioni

per i vaccini agli over 80

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Ministero e Regione invitano

comunque a comportamenti prudenti

Ieri le

circolari delle Asl pugliesi alle scuole e i primi

incontri con i dirigenti per dettare tempi e modi della campagna vaccinale che vedrà

coinvolti insegnanti e personale non docente.

Moduli da inviare ai Dipartimenti di

Prevenzione entro il 15 febbraio 350

128 95 61 108 307 3 11 1.063 Provincia di Bari

Provincia di Bat Provincia di Brindisi Provincia di Foggia Provincia di Lecce Provincia di Taranto Residenti fuori regione Residenza non nota TOTALE

Totali

GUARITI POSITIVI attuali TAMPONI

IERI

DECESSI

131.211

49.806 14.359

9.515 27.254 11.186

18.406 550

135

2.492 Ieri

80.617 47.106

Totali

10.517 Ieri

1.398.270

Totali

Foggia 8

Bat 3 Bari

Totali 14 Ieri 25

3.488

il coronavirus in Puglia

`

Per far parte dell’elenco si può

contattare il Cup o recarsi in farmacia

Somministrati finora oltre 145mila vaccini Zoom

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Polemiche per i ritardi sul nuovo colore

Spostamenti possibili da un Comune all’altro

Altri 1.063 casi positivi I decessi sono stati 25

1

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Ma sindacati e presidi scrivono a Draghi

e annunciano sciopero

per il 22 febbraio

Il coronavirus Le restrizioni

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