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Metodi della Ricerca Sociale (VI) a.a. 2017/2018 docente S. Licursi

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Metodi della Ricerca Sociale (VI)

a.a. 2017/2018 docente S. Licursi

(2)

L’esperimento nelle scienze sociali

Parliamo di esperimento quando la

conoscenza/esperienza deriva da un deliberato intervento modificativo di fatti naturali da parte

dell’uomo

Diversa dall’esperienza osservativa

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Quale applicazione nelle scienze sociali?

Es., immaginiamo di voler capire se la propaganda elettorale influenza il

comportamento di voto

Cosa NON possiamo fare: rilevare sulla stessa unità, u, il comportamento elettorale, Y, senza propaganda elettorale (X=c) e con propaganda elettorale (X=t)

problema fondamentale dell’inferenza

causale

*

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Quale applicazione nelle scienze sociali?

Cosa possiamo fare:

possiamo dividere la nostra popolazione composta di n unità, u, in due gruppi, che possano dirsi statisticamente equivalenti

Statisticamente equivalenti = i due gruppi differiscono in media solo per differenze accidentali,rispetto a tutte le variabili caratterizzanti le unità solo

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Quale applicazione nelle scienze sociali?

Per ottenere due gruppi con caratteristiche analoghe si utilizzerà un processo di randomizzazione, ossia

l’appartenenza al primo o al secondo gruppo delle unità sarà definita dal caso.

Si potrà poi procedere sottoponendo ad un gruppo il valore c della variabile X e all’altro gruppo il valore t della variabile X.

Si osserverà il valore Y dei due gruppi e si potrà

quantificare l’effetto causale di X su Y sui due gruppi e complessivo, ossia l’effetto causale medio

T= E(Y

t

) – E(Y

C

)

dove E è il valore medio

Yt è il risultato sul gruppo sperimentale e

YC è il risultato sul gruppo di controllo

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Possibili applicazioni del metodo sperimentale

nella valutazione delle politiche:

il caso della Valutazione dei programmi per

il contrasto alla povertà educativa

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Tipi di esperimenti

laboratorio di sul campo

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Esperimenti di laboratorio, Stanley Milgram

Nel 1961 Stanley Milgram lavora alla Yale University e i suoi studi si focalizzano sul tema dell’obbedienza.

Nella società in cui vive (non così diversa dalla nostra) sembra essere indispensabile la presenza di

un’autorità, dalla quale può sottrarsi solo chi vive in totale isolamento. La riflessione di Milgram parte dalla diffusione dell’ideologia nazista: nel 1933 sono stati uccisi 45 milioni di persone, per volontà di un solo uomo, i cui ordini venivano eseguiti in larga scala.

L’obbedienza viene definita in questi anni come il meccanismo psicologico che collega l’azione

individuale a uno scopo politico. La storia recente

suggerisce che l’obbedienza può indurre le persone a

mettere in atto determinati comportamenti, al di là

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Esperimenti di laboratorio, Stanley Milgram

A partire da queste premesse, Milgram decide di testare la tendenza dell’uomo all’obbedienza attraverso la

somministrazione di scariche elettriche a una vittima. Crea quindi un finto generatore di corrente, con 30 possibili

voltaggi, in un range che va da 15 a 450 volt. La vittima è un collaboratore dello studioso, che simula risposte

differenti a seconda del voltaggio indotto. Le scosse vengono gradualmente incrementate in intensità su

indicazione dello sperimentatore, fino a raggiungere livelli di voltaggio indicati sull’apparecchio come altamente

pericolosi. Il momento in cui il soggetto si rifiuta di

procedere nel somministrare le scariche elettriche viene definito come atto di disobbedienza e segna il termine dell’esperimento.

A ciascun partecipante viene assegnato un punteggio, sulla base del voltaggio più alto raggiunto prima dell’atto di

disobbedienza. L’obiettivo dello studio è identificare e

soppesare i fattori rilevanti nel determinare l’obbedienza o

meno dei soggetti durante l’esperimento.

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Esperimenti di laboratorio, Stanley Milgram

Vengono reclutati 40 uomini, dai 20 ai 50 anni, convinti di

partecipare a uno studio su memoria e apprendimento, volto a indagare il ruolo della punizione. Una persona fingerà di essere l’insegnante e l’altro lo studente, che riceverà le sanzioni previste.

Lo sperimentatore viene interpretato da un 31enne professore di biologia, mentre la vittima è un uomo di 47 anni, contabile,

addestrato alla parte.

Ai 40 partecipanti viene detto che la sorte deciderà chi dovrà

subire le punizioni: si trovano quindi ad uno ad uno in coppia con il complice contabile, che finge di essere un partecipante alla

sperimentazione. Estraggono entrambi un bigliettino da un

cappello, e tutti si ritrovano a fare la parte dell’insegnante, mentre il complice estrae sempre il ruolo della vittima. In entrambi i

bigliettini era scritto “insegnante”.

In una stanza attigua, il contabile viene fatto posizionare su una finta sedia elettrica, legato al fine di evitare movimenti improvvisi

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Esperimenti di laboratorio, Stanley Milgram

I compiti, presentati in ordine crescente di difficoltà, sono relativi

all’apprendimento di alcune parole. Prima di azionare il generatore, viene detto ai soggetti di comunicare alla vittima il voltaggio prescelto. Durante la prova, lo sperimentatore istruisce i partecipanti su come partire dando scariche di 15 volt e aumentare gradualmente ad ogni risposta errata.

Al raggiungimento dei 300 volt si sente un colpo provenire dalla stanza dove si trova la vittima. Da questo momento in poi, la vittima non fornirà più alcuna risposta alle domande dei soggetti.

I partecipanti, durante lo studio, chiedono al finto sperimentatore come comportarsi. Per ogni dubbio del soggetto, Milgram ha predisposto un set di risposte da fornire. Per favore, vada avanti. L’esperimento richiede che lei vada avanti. È assolutamente necessario che lei proceda. Non ha scelte, deve andare avanti.

La prima variabile indagata è il livello massimo di voltaggio a cui arrivano i soggetti, a cui si aggiunge una misurazione dei tempi di latenza e della durata delle scosse. I collaboratori di Milgram annotano qualsiasi

comportamento dei soggetti durante l’esperimento e al termine della procedura intervistano e somministrano alcune scale ai partecipanti.

Insegnante e vittima vengono poi fatti incontrare e si cerca di congedare i partecipanti in un clima sufficientemente sereno.

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Esperimenti di laboratorio, Stanley Milgram

Conclusioni:

Nel suo articolo Milgram ragiona su due punti: innanzitutto l’estrema tendenza all’obbedienza dimostrata in questa

situazione. 26 persone hanno agito contro le proprie regole morali per seguire i dettami dello sperimentatore, fonte

autorevole in quel setting, seppur priva di strumenti per far valere i propri dictat. La disobbedienza non sarebbe stata punita, non avrebbe comportato una perdita. E nonostante alla fine molti abbiano espresso perplessità e giudizi negativi rispetto alla procedura, in più della metà l’hanno eseguita.

Un secondo risultato inaspettato è lo straordinario clima di tensione generato durante lo studio. Milgram probabilmente poteva prevedere che la situazione sarebbe stata

stressante, ma non si immaginava che i soggetti

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Esperimenti sul campo, Sherif (1967)

Oggetto: le dinamiche che portano alla formazione della solidarietà verso i membri del gruppo (ingroup) e dell’ostilità verso coloro che ne rimangono fuori (l’outgroup).

La modalità: per condurre la ricerca, vennero coinvolti per circa 3 settimane, durante un campo estivo, adolescenti tra gli 11 e i 12 anni che prima non si conoscevano tra loro.

Tre fasi:

- Prima tutti insieme

- Poi separati in due gruppi, posti a distanza e impegnati in attività che stimolavano la collaborazione e la solidarietà all’interno dei 2 gruppi

- Poi coinvolti in attività competitive (emerge il conflitto)

- Infine, coinvolti in attività che richiedevano la collaborazione di entrambi i gruppi (ritornava un clima sereno e le relazioni

attraversavano i due gruppi).

Obiettivo: dimostrare che le caratteristiche strutturali dei contesti influenzano i rapporti interpersonali

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