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DOCUMENTODELSINDACO COMUNE DI VILLAFRANCA DI VERONA

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Academic year: 2022

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COMUNE DI VILLAFRANCA DI VERONA Provincia di Verona

DOCUMENTO DEL SINDACO

INDICE

0_PREMESSA 3

1_ LE LINEEPROGRAMMATICHE DELMANDATO 5

1.1 SISTEMAAMBIENTALE EPAESAGGISTICO 1.2 SISTEMAINSEDIATIVO

1.3 SISTEMARELAZIONALE

2_GLIOBIETTIVI DELPAT 11

2.1 DALP.A.T. ALP.I.

2.2 PRINCIPALI OBIETTIVI DELPAT 2.3 I NUMERI DELPAT

2.4 ILPERCORSO DELPI E GLI ELABORATI

2.5 ILPERCORSO DEGLIACCORDI TRA SOGGETTI PUBBLICI E PRIVATI ART. 6 L.R. 11/2004

3_DALLA LETTURA DEL TERRITORIO AD UN PROGETTO DI SVILUPPO SOSTENIBILE– LE AZIONI DELP.I. 16 3.1 SISTEMAAMBIENTALE EPAESAGGISTICO

3.2 SISTEMAINSEDIATIVO 3.3 SISTEMARELAZIONALE

3.4 COLLEGAMENTO AL PROGRAMMA OPERE PUBBLICHE E SOSTENIBILITÀ ECONOMICA 3.5 MONITORAGGIO DELLAVAS ESOSTENIBILITÀ AMBIENBTALE

4_ I CONTENUTI DELP.I. 22

4.1 I CONTENUTI DELP.I.

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0. PREMESSA La Legge Urbanistica Regionale 11/2004, come evidenzia l’art. 2, stabilisce i criteri e gli indirizzi degli strumenti di pianificazione per conseguire un miglioramento complessivo della qualità della vita, per la promozione e realizzazione di uno sviluppo sostenibile e durevole nel rispetto dei principi di sussidiarietà, adeguatezza, efficienza e concertazione.

Il Comune di Villafranca di Verona ha già avviato il rinnovo della propria strumentazione di governo del territorio attraverso l'approvazione del PAT, avvenuta in conferenza dei servizi il 18.02.2015 atto conclusivo della procedura svolta ai sensi dell'art.15 della L.R. 11/2004.

L'Amministrazione Comunale intende dar corso alle disposizioni operative contenute nel P.I. a seguito dell’approvazione del PAT attraverso la redazione di un nuovo Piano degli Interventi ovvero lo strumento che “in coerenza e in attuazione del PAT individua e disciplina gli interventi di tutela e valorizzazione, di organizzazione e di trasformazione del territorio programmando in modo contestuale la realizzazione di tali interventi, il loro completamento, i servizi connessi e le infrastrutture per la mobilità” (art.12 - L.R. 11/2004).

Risulta pertanto importante sviluppare il Piano degli Interventi, redatto sui principi della L.R.11/2004 in quanto:

 il PRG, pur essendo stato integrato e modificato con diverse varianti, non si può considerare più attuale, nella sua impostazione generale, per una gestione efficace del territorio: le trasformazioni interne al territorio comunale e, ancor più, quelle che hanno interessato il contesto territoriale, richiedono una riformulazione complessiva non solo della “disciplina” delle trasformazioni, ma anche della struttura del piano stesso;

 il PRG come primo PI presenta dei limiti evidenti essendo stato concepito e strutturato secondo schemi, regole, obiettivi generali e riferimenti normativi superati, ad esempio, rimane privo di un'adeguata componente programmatoria coordinata alla valutazione delle attuali disponibilità economiche di spesa;

i nuovi obiettivi, strategici o di tutela, previsti dal PAT, potranno trovare una dimensione operativa esclusivamente in una rielaborazione del PRG che attualmente costituisce il Piano degli Interventi per le parti compatibili.

Il Piano degli Interventi dovrà quindi operare necessariamente su altri contesti locali ovvero affrontare contenuti progettuali che sappiano valorizzare il territorio e le risorse insediative esistenti, favorendo un loro adeguamento, riutilizzo compatibile e messa

“a sistema”.

Parallelamente il Piano degli Interventi dovrà essere un attivatore di iniziative e risorse economiche che permettano da un lato ai privati di soddisfare le proprie esigenze ed aspettative in modalità coerenti con i criteri dello sviluppo sostenibile, dall'altro all'Amministrazione di realizzare o acquisire servizi e opere di rilevante interesse per la comunità locale.

Nel suo processo di formazione adotterà un processo di elaborazione trasparente e aperto alla partecipazione ed alle esigenze delle comunità locali, promuovendo occasioni di contatto e confronto fra le scelte politiche e tecniche del Piano e le esigenze locali, anche al fine di individuare alcune priorità sulle azioni da intraprendere.

Il Piano degli Interventi si propone pertanto di affrontare alcuni dei temi progettuali e obiettivi di trasformazione delineati dal PAT, selezionati in base alla priorità e fattibilità, ovvero aggiornare alcuni contenuti del precedente strumento comunale, puntando particolarmente sulla cooperazione tra Amministrazione Pubblica e soggetti privati nell'attuazione delle scelte urbanistiche più importanti per il futuro di Villafranca di Verona, affinché il disegno del Piano degli Interventi possa trovare un completo compimento nei cinque anni di validità delle sue previsioni di trasformazione e sviluppo del territorio.

In particolare gli obiettivi enunciati nel presente Documento diverranno punto di partenza del concreto rapporto di interazione tra l'Amministrazione e la cittadinanza per la costruzione della fase di concertazione e il conseguente sviluppo del progetto di territorio.

Tuttavia le risorse economiche e le esigenze temporali dei cittadini e degli operatori di settore, e le modalità di espressione delle stesse, impongono all'Amministrazione di considerare il processo di “costruzione” del PI non come un processo monolitico bensì articolato attraverso l'attivazione di più P.I. parziali o “tematici” che affronteranno diversi tematismi, riferendoli al complesso degli obiettivi espressi nel presente Documento e relazionandoli con il “progetto del territorio” definito nelle sue linee guida concettuali.

Il processo sopradelineato, garantendo unitarietà e coerenza, consente una messa a punto di nuovi indirizzi statali e regionali che spingono a salvaguardare, qualificare, e valorizzare il territorio nelle sue componenti fisiche, paesaggistiche, infrastrutturali, insediative, sociali e produttive e riconoscendo nelle politiche territoriali un fattore fondamentale per conseguire gli obiettivi di coesione sociale, benessere collettivo e capacità competitiva dell’economia.

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Il Piano degli Interventi provvederà principalmente all’assestamento generale della Normativa Tecnica e del ridisegno tecnico sulla nuova CTRN.

Le tematiche strategiche delineate dal PAT saranno sviluppate anche con diversi e specifici P.I. “Tematici”.

Il presente Documento, alla luce di questi principi e obiettivi, si articola in quattro parti:

1. la prima recepisce le linee programmatiche del mandato di questa Amministrazione;

2. la seconda sintetizza gli obiettivi contenuti nel PAT che, in modo particolare, stabiliscono le invarianti paesaggistiche e i limiti delle trasformabilità;

3. la terza parte introduce i temi che saranno affrontati nel Piano degli Interventi, strumento che è da concepirsi come strumento aperto e che, pertanto, vale la pena di essere elaborato e approvato in più fasi implementando progressivamente strati informativi e apparati decisori e prescrittivi;

4. la quarta parte descrive i contenuti tecnici del Piano degli Interventi.

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1. LE LINEEPROGRAMMATICHE DELMANDATO La pianificazione strategica non mette al riparo l’attività pianificatoria dalla possibilità di incorrere in possibili errori: ogni piano è uno strumento che guarda al futuro e la conoscenza di questo e delle interazioni che le variabili in gioco prenderanno con l’evolversi degli anni non è nelle certezze di nessun esperto.

Tuttavia deve esserci la consapevolezza che l’assenza dell’azione di governo non blocca il processo di trasformazione:

semplicemente si realizza in modo non coordinato, con esiti complessivamente negativi sul piano territoriale e sociale.

L’alternativa decisionale non è dunque tra impedire o permettere il verificarsi di alcuni fenomeni ma tra il consentire che essi si sviluppino in modo deregolamentato in assenza di una chiara esplicitazione delle preferenze dell’amministrazione in relazione agli obiettivi da perseguire o, viceversa, in maniera controllata all’interno di argini e conformemente ad indirizzi dettati dall’azione di governo.

Contemporaneamente un’attenta attività di monitoraggio può consentire di “tarare” gli strumenti predisposti anche durante il processo attuativo e di gestione.

Al fine di centrare l’obiettivo del piano è quindi opportuno ricercare la condivisione dello stesso: nel momento in cui il piano smette di essere un mero elenco di progetti per divenire altresì espressione di una visione del futuro non si può immaginare che tale rappresentazione venga costruita sulla base di logiche di alleanza di breve periodo. La necessità è dunque quella di sottrarre l’attività di piano ai “litigi di parte” favorendo l’emergere degli interessi trasversali. Non bisogna quindi solo cercare di costruire una vision condivisa del futuro, bisogna cercare di farlo in modo ragionevole ed indipendentemente da chi esercita ed eserciterà il governo nei prossimi anni.

La cittadinanza di Villafranca di Verona necessita, inoltre, di un progetto amministrativo strategico che non la rinchiuda nel recinto dei confini topografici, nella consapevolezza che il suo destino si intreccia con quello delle Comunità contermini con le quali si va progressivamente fondendo a ragione dell’incessante mobilità sociale indotta dalle dinamiche del lavoro, delle esigenze residenziali, della formazione, del commercio e del divertimento.

L’impegno degli amministratori locali per quanto riguarda i settori dell’urbanistica, dell’ambiente e dei trasporti sta andando proprio in questa direzione, senza nulla precludere allo sviluppo economico o produttivo e al miglioramento dei servizi, ma ponendo allo stesso tempo attenzione alla qualità edilizia, urbana ed ambientale, nell’interesse della comunità residente.

In particolare questa Amministrazione ha sempre ritenuto centrale il tema del rispetto del nostro territorio e della nostra terra. Per questo l’azione di governo cittadino è stata concentrata a salvaguardia di tutti gli elementi di interesse storico, artistico, ambientale ed identitario al fine di garantirne anche in futuro le qualità.

Una città più bella e più sicura, con maggiori spazi fruibili da tutti e con adeguate e moderne strutture pubbliche, va a vantaggio non solo dei residenti ma anche del sistema produttivo e dello stesso mercato edilizio.

Uno dei principali obiettivi del programma elettorale di questa Amministrazione era l’adozione del PAT strumento indispensabile per il futuro del territorio. Si è riusciti, invece, non solo ad arrivare al completamento dell’iter procedurale del PAT stesso, ma avviare con il presente Documento Programmatcio Preliminare le attività per la redazione del PI, il quale, in continuità al piano strutturale, porrà le proprie basi sulle linee guida del programma del mandato attuale qui di seguito riassunte.

1.1 SISTEMAAMBIENTALE EPAESAGGISTICO 1.1.1 Gli obiettivi di qualità paesaggistico-ambientale

La necessità di non sottovalutare le condizioni di sicurezza e salubrità dell'ambiente fisico è presente in primo luogo nella consapevolezza diffusa sul tema della salvaguardia degli equilibri idraulici ed idrogeologici, in un ambiente ricco di risorgive che necessita di controllo delle qualità delle acque (minacciata dall'utilizzo di diserbanti, dagli scarichi inquinanti, dai rischi connessi con la gestione delle cave e delle discariche), di monitoraggio delle falde acquifere, di manutenzione degli argini fluviali, di limitazione dell'impermeabilizzazione del suolo, privilegiando il recupero edilizio e l'utilizzo dei crediti edilizi, di dotazione di una rete infrastrutturale efficace ed attenta alla tutela ambientale.

Tra le situazioni di criticità percepite dalla Comunità vi è:

 l'elevato sfruttamento del territorio per cave e discariche aggravato dall'assenza di ripristini ambientali;

 l'impatto ambientale generato dall'aeroporto;

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 l'insufficiente manutenzione del verde pubblico e la ridotta sensibilità civica nella cura degli spazi pubblici;

 l'inquinamento atmosferico ed acustico, l'insicurezza a causa del continuo aumento del traffico;

 l'insufficienza delle alberature nell'arredo urbano e nel paesaggio rurale.

Il rispetto della qualità dell’aria deve essere attuato, in collaborazione con gli enti Provincia e Regione, attraverso un costante monitoraggio delle emissioni in atmosfera delle sostanze nocive generate soprattutto dagli impianti industriali, dal traffico veicolare, aeroportuale e dagli impianti termici civili. (Monitoraggio VAS)

Lo sviluppo di strategie per favorire azioni che portino a vantaggi ambientali stabili nel tempo, deve realizzarsi anche attraverso l’utilizzo di strumenti operativi quali:

 il Piano Urbano della Mobilità – PUM e Piano Generale del Traffico Urbano - PGTU. Si tratta di uno strumento di pianificazione e di gestione della mobilità che coordina un insieme di interventi concernenti gli aspetti più legati al traffico e il miglioramento delle condizioni ambientali relative all’inquinamento acustico ed atmosferico nell’area urbana;

 Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile – PAES. Si tratta di strumento che ottimizza le risorse energetiche e ambientali del territorio e conseguentemente attiva un processo di programmazione delle azioni da sviluppare, all’interno di una strategia programmatica e operativa di risparmio energetico.

Il PAT porrà attenzione sull’importante sistema di fruizione ambientale necessariamente intercomunale, incardinato sull'asse del Tione e del suo Parco e che trova riferimenti alla scala territoriale nelle Colline di Custoza, nel Parco Fluviale del Mincio, nei fontanili condivisi con Povegliano e Mozzecane, passando per il Castello scaligero, cardine del sistema dei beni naturali e culturali dell'intero distretto.

Sarà possibile apprezzare la ricchezza di paesaggi umanizzati (e i relitti di quelli naturali) del Distretto, valorizzando il reticolo di memorie visitabili e tracce percorribili di impronta storica. In primis la consolare Via Postumia, antesignana nobile del discusso corridoio V, dorsale per la valorizzazione dello spazio rurale villafranchese e riferimento per occasioni di offerta di nuovi servizi rurali imperniati sulle imprese agricole (multifunzionali), principali gestori e custodi da sempre dello spazio rurale villafranchese.

La programmazione e l’attuazione di interventi in ambito paesaggistico, a protezione del territorio e della popolazione in esso collocata, devono essere realizzate in forma trasparente attraverso la comunicazione e concretizzando le diverse politiche settoriali di riferimento che prevedono anche la partecipazione attiva con azioni concrete dei cittadini, senza le quali qualsiasi norma è destinata a rimanere astratta e poco efficace. In tal senso sono auspicabili:

 azioni mirate di risanamento (recupero, pulizia, bonifica dei siti degradati);

 interventi di salvaguardia e conservazione di aree a particolare pregio attraverso l’istituzione di parchi locali, magari anche di interesse sovra comunale, o mediante l’inserimento di specifiche norme nel Piano degli Interventi. Auspicabili pure forme attive di utilizzazione dei parchi da parte dei privati e dei residenti, incentivando e valorizzandone l’attività, e salvaguardando così sia il patrimonio ambientale che quello culturale;

 studi di fattibilità, ricerche in materia di tutela e risanamento delle acque, nonché delle diverse tecniche di depurazione, delle risorse idriche sotterranee e delle risorgive (l’acqua rappresenta un bene primario ed un patrimonio da tutelare e salvaguardare);

1.1.2 Energia

L’attuale economia mondiale si basa sul mercato dei combustibili fossili (petrolio, carbone, ecc.), ma questi non sono inesauribili e presentano elevati costi in termini di impatto ambientale per il nostro pianeta; ecco perché servono proposte alternative che possano sostituire progressivamente e almeno parizalemente le fonti attualmente in uso.

Le recenti disposizioni legislative nazionali in materia di energia e le politiche comunitarie sui cambiamenti climatici si sono orientate da tempo nella direzione dello sviluppo e utilizzo di fonti energetiche pulite come quelle rinnovabili (eolica, solare, geotermica, ecc.). In questo senso il protocollo di Kyoto e la cosiddetta strategia del 20/20/20 promossa dal Consiglio europeo nel marzo 2007, rappresentano gli indirizzi operativi di politica energetica a livello comunitario in una logica di sostenibilità ambientale e di riduzione delle emissioni di gas serra in atmosfera.

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Sebbene le fonti rinnovabili non possano costituire la soluzione a tutti i nostri problemi energetici, risulta in ogni caso necessario e auspicabile favorirne lo sviluppo e l’impiego e allo stesso tempo sostenere sistemi di informazione ed educazione che portino a sensibilizzare il cittadino verso tali tematiche.

L’ambiente deve intendersi anche come naturale fonte di energia. Politiche mirate allo sfruttamento dell’energia solare, geotermica, idrica ed eolica permettono alle amministrazioni comunali notevoli risparmi anche in termini economici. In questo senso i Comuni, compreso il nostro, possono svolgere un ruolo importante, soprattutto, nella predisposizione di quegli strumenti orientati alla promozione delle fonti pulite, al risparmio energetico ed al contenimento dei consumi.

Il Piano Azione per l’energia sostenibile (PAES), già approvato ed il Prontuario per la Qualità Architettonica e Mitigazione Ambientale del Piano degli Interventi possono rappresentare gli strumenti pianificatori dove individuare le strategie da adottare per attuare gli interventi in questo settore (rispetto, per esempio, all’utilizzo dei combustibili tradizionali o all’installazione di impianti fotovoltaici e di pannelli solari) e agevolare un uso razionale dell’energia attraverso politiche mirate al miglioramento delle prestazioni energetiche degli edifici.

Azioni strategiche rivolte alla riduzione dei consumi energetici derivano anche dal Piano di Inquinamento per il Contenimento Luminoso (PICIL), anche questo già approvato, con lo scopo di ridurre l’inquinamento luminoso e regolamentare le nuove installazioni, sottoponendo al regime di autorizzazione, gli impianti di illuminazione esterna, anche quelli a carattere pubblicitario.

1.2 SISTEMAINSEDIATIVO

1.2.1 Il progetto di sviluppo della città

Pensare alla città e al suo futuro significa mettersi in sintonia con il sentimento diffuso della comunità che la abita, con il desiderio di recuperare paesaggi e valori che, con la loro autenticità, possono ristorarci dalla fatica del vivere e, in qualche modo, riconciliarci con le nostre più profonde aspirazioni. Per trovare così nella memoria condivisa stimoli di riflessione sulla vivibilità della città, sulla qualità dell'abitare nella "polis", che trova alimento nelle sue radice antiche ma che trova nuove ragioni e nuove possibilità nella continua evoluzione delle tecniche e delle tecnologie.

Una città che dovrà saper custodire bene le ragioni della sua identità, mentre si misura (e si arricchisce) nell'esercizio intenso delle relazioni che sa intrattenere, nelle reti lunghe e corte, con gli attori selezionati dai processi di globalizzazione della società e dell'economia.

Quello che registra ormai da anni la Città di Villafranca è una crescita continua della propria popolazione; crescita che ancora di recente ha accentuato i suoi valori in modo cospicuo, grazie tanto agli apporti naturali che a quelli migratori, apporti questi ultimi che sono passati da un valore medio attorno al 5%o (cinque per mille)dei primi anni '90 a valori di poco inferiori al 15%o (quindici per mille) da fine secolo.

Sono soprattutto i valori di vivibilità (di residenzialità) che entrano in gioco per determinare la crescente attrattività del territorio di Villafranca, assieme alla buona dotazione di opportunità di lavoro, alla buona accessibilità verso l'area metropolitana (in prospettiva ancora migliorabile, vista l'entità dei progetti di opere per la mobilità ancora in cantiere), alla qualità dell'ambiente agro naturale e del paesaggio rurale.

Non a caso, in un periodo segnato da forti correnti migratorie di origine straniera Villafranca vede invece il prevalere della componente nazionale dei nuovi iscritti all'anagrafe, in larga misura esito dei progressi di crescita e redistribuzione suburbana della popolazione dell'area metropolitana veronese.

Lavorare al futuro della città con il Piano Urbanistico significa, allora, pensare ai luoghi da valorizzare, alle strade da costruire, ai servizi alla persona ed alla comunità da organizzare, entrando nella mente e nel cuore delle persone che abitano la città e sono gli interpreti originali ed unici della sua peculiarità, dei pregi, dei difetti, della sua essenza e delle sue aspirazioni ad un futuro migliore; un futuro da non temere, crocevia di opzioni e di valori.

1.2.2 Gli obiettivi di qualità delle funzioni e dei tessuti urbani

Villafranca ha un'antica tradizione urbana che si è costruita nel rapporto con gli scambi commerciali sulla rotta degli itinerari storici padani, ponendosi al centro di un vasto comprensorio agricolo che si è caratterizzato per la qualità della produzione e per la capacità di generare e accumulare valore.

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Questa tradizione commerciale trova oggi conferma in modo del tutto originale in un mercato ambulante che è forse il più importante della provincia e che dà vita nella città storica ad una sorta di centro commerciale naturale che sostiene la presenza di un commercio di vicinato tra i più diffusi e i più solidi in campo regionale; cosa che consente di guardare ai processi di modernizzazione - in questo caso ma anche, più in generale, quando ci poniamo di fronte alle prospettive del cambiamento - con la fondata speranza di mantenere equilibri "convenienti" tra tradizione e innovazione.

Villafranca ospita la più importante area produttiva della corona metropolitana, un'area che, nonostante la sua non più giovane età, mostra un impianto cospicuo da vera e propria città dell'industria e protagonisti imprenditoriali di prestigio .

Un impianto che ancora può essere migliorato nel disegno ma che soprattutto deve essere rinnovato nelle prestazioni: siano esse ambientali, candidandosi come poche altre realtà ad intercettare le nuove politiche comunitarie e regionali per l'innovazione tecnologica e organizzativa delle APEA (Aree Produttive Ecologicamente Attrezzate, promosse dalla Comunità Europea); siano esse economiche, incentivando processi di sostituzione con attività a maggior valore aggiunto e a maggior contenuto tecnologico.

Ruoli formativi appunto che, oltre a rafforzare il ruolo di Villafranca come polo di servizi di un sudovest veronese molto sollecitato da dinamiche di sviluppo e di crescita produttiva e da politiche di rango regionale con un forte contenuto di innovazione territoriale, possono rappresentare l'occasione di una integrazione e di uno scambio - metropolitano - con Verona sulle funzioni

"alte" dell'economia della conoscenza entro un quadro infrastrutturale che le favorisca e le renda possibili.

Le politiche urbane di cui il Piano Urbanistico di Villafranca intende farsi promotore puntano sostanzialmente ad un modello di sviluppo economico fortemente competitivo, improntato a alti tassi di crescita della produttività e quindi allo sviluppo di attività ad alto valore aggiunto e di occupazione ad alto contenuto formativo. Politiche che per questo richiedono una scenario sociale ed un progetto insediativo fortemente integrato, che sappia contenere le disuguaglianze e mitigare le sollecitazioni disgregatrici del processo di globalizzazione.

Per le attività artigianali, diffuse capillarmente nel territorio, che hanno avuto ed hanno un'importante funzione di sviluppo economico e sociale, il Piano deve perseguire politiche di miglioramento, innovazione e accorpamento all'interno di appositi ambiti di sviluppo.

1.2.3 Gli obiettivi per il sistema insediativo residenziale e dei servizi POLITICHE PER IL CAPOLUOGO

Il piano di Villafranca pone particolare attenzione al governo dei processi di riqualificazione urbana volti al consolidamento della città pubblica. Tutti i servizi, a partire da quelli particolarmente "sensibili" e strategici della formazione, dovranno presentare una offerta di qualità sempre maggiore e capace di rispondere all'incremento anche quantitativo della domanda con soluzioni localizzative ed edilizie che aumentino "l'effetto città".

Il Polo ospedaliero rappresenta da questo punto di vista, uno dei principali luoghi urbani. Non è solo un "contenitore" di importanti servizi sanitari, ma anche un polo funzionale fondamentale nel determinare il rango urbano e nel fare città. Per questo l'Amministrazione Comunale ha sostenuto con forza il mantenimento di questa struttura decidendo, in fase di redazione del PAT, di inquadrare il progetto di ristrutturazione della struttura sanitaria in un più vasto progetto di riqualificazione del quadrante sud della città, per garantire adeguate condizioni di funzionalità e sicurezza al nuovo ospedale.

Considerazioni che valgono anche per il Polo Scolastico superiore e il Polo Sportivo, questioni nodali per il rafforzamento del ruolo territoriale della città nel medio-lungo periodo; una questione che in larga misura dipende da decisioni che devono essere assunte a livello regionale e provinciale alle quali la città deve fornire un quadro di riferimento urbanistico razionale ed aperto che consenta di valutare al meglio, e con lungimiranza, le convenienze di valorizzazioni immobiliari che possono accompagnare nuove decisioni e nuove politiche più attente alla dimensione dei servizi e all'accessibilità territoriale necessaria.

Completa la funzione di rango urbano l'ipotesi di realizzare un unico Polo della Sicurezza in cui trovino sede, con le articolazioni territoriali necessarie, la Polizia Locale, la Caserma dei Carabinieri, la Guardia di Finanza e i Vigili del Fuoco con lo scopo di rafforzare l'integrazione e la collaborazione tra i soggetti che si occupano di garantire la sicurezza sul territorio per rispondere alle esigenze del comprensorio villafranchese.

POLITICHE PER IL CENTRO STORICO

Per il Centro Storico sono in primo piano politiche di salvaguardia e valorizzazione del tessuto edilizio, che prevedono modalità di protezione e una gamma di interventi possibili, con particolare attenzione agli elementi di pregio che qualificano il tessuto

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storico. Il Castello Scaligero, che necessita di urgenti interventi di restauro, dovrà essere integrato nel sistema del "Serraglio"

fino a diventare una porta urbana che marca anche fisicamente l'integrazione della città con la nuova direttrice di valorizzazione ambientale del Parco del Tione e del Serraglio.

Più in generale il Castello andrà valorizzato nel contesto del sistema delle "Città Murate", così come il Palazzo Bottagisio , bene da recuperare e valorizzare all'interno del circuito culturale del "Risorgimento " al fine di costituire un polo turistico-ricettivo del territorio villafranchese.

POLITICHE PER LE FRAZIONI

Per le frazioni ci si concentrerà sulla loro diversa realtà di centri rurali segnati da una transizione produttiva rilevante che impone di aumentarne il contenuto residenziale, recuperando i volumi rurali e trasferendo le attività artigianali non compatibili con il tessuto residenziale .

Il consolidamento dei centri di Quaderni e Rosegaferro nel quadrante sud è accompagnato dalle esigenze di qualificare gli spazi pubblici esistenti (strade, giardini e piazze) e di garantire un equilibrato sistema di servizi alla persona anche attraverso una maggior integrazione tra le strutture scolastiche, sportive e culturali con il centro urbano.

Sempre in questo quadrante per la frazione di Pizzoletta si potranno cogliere le opportunità di attivare politiche di collaborazione e concertazione con il comune confinante di Mozzecane per dimensionare in modo adeguato le dotazioni di spazi pubblici.

Per i centri di Alpo e Rizza si potenzieranno i fattori di dotazione e integrazione locale per contrastare l'effetto periferia determinato dalle dinamiche del capoluogo metropolitano, ricercando in particolare per il caso di Rizza, le condizioni di cooperazione intercomunale mentre per le frazioni minori di Caluri e Calzoni si attiveranno manovre compensative ambientali legate ai possibili sviluppi delle aree aeroportuali.

Per il centro di Dossobuono il PAT promuove politiche di riqualificazione dello spazio abitato per compensare l'attuale assenza di spazi pubblici e più in generale frammentazione dei servizi.

Per il quadrante nord dovrà essere prestata particolare attenzione alla ristrutturazione dei centri aggregativi quali piazze, centri sportivi e parchi pubblici.

1.2.4 La programmazione commerciale

I grandi centri commerciali sorti nell’ultimo ventennio anche nella Regione Veneto e l’elevata mobilità dell’utente hanno determinato la chiusura di una rete locale di piccoli e medi esercizi commerciali che erano la linfa vitale del nostro tessuto economico, privando soprattutto le frazioni di quei servizi che erano tanto cari a chi era abituato a una vita da vicinato, per non parlare dei disagi subiti dalle persone anziane private di questi servizi “sotto casa”. Ormai la realtà è questa.

Il nostro impegno sarà quello di agevolare qualsiasi piccolo insediamento commerciale volesse riaprire nel nostro territorio. Nel contempo ci adegueremo a quanto previsto dalla L.R. 50/2012 che rivede la normativa degli strumenti urbanistici vigenti.

1.2.5 Una sicurezza partecipata

Una buona programmazione urbana deve considerare come prioritario il tema della riqualificazione delle zone poco servite, in modo particolare di quelle più degradate, ove il tessuto urbano è molto frammentato, spesso privo di identità e dei servizi necessari al cittadino.

Per queste zone è sempre stata nostra intenzione attuare una serie di programmi specifici che possano riqualificare il tessuto esistente anche dal punto di vista ambientale, al fine di dotarle di servizi pubblici e privati adeguati. Ci stiamo impegnando a realizzare in queste zone, facilmente individuabili soprattutto nelle frazioni, una serie di interventi di arredo urbano con la creazione di spazi comuni atti a favorire l’aggregazione sociale dei cittadini fruitori.

Una buona programmazione del territorio comprende anche la previsione di adeguati servizi di quartiere. Le richieste che provengono da ciascuna zona devono essere considerate con grande attenzione al fine di favorire una localizzazione equilibrata dei servizi e delle strutture sociali.

In una società nella quale la maggior parte dei cittadini utilizza gli spazi pubblici solo nei giorni festivi è importante coinvolgere chi, invece, fruisce di questi spazi durante tutto l’arco della settimana: gli anziani e i bambini. Sono loro che, se interpellati ed ascoltati nelle loro esigenze e desideri, possono “vivere la città” evitando che spazi come parchi e giardini vengano abbandonati nelle mani della microcriminalità.

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Il modo migliore per assicurare la sicurezza dei luoghi non sta infatti nella repressione, bensì nel controllo sociale esercitato dalla Comunità nel vivere i propri spazi: ecco perché si deve riflettere in modo critico sulla qualità sociale dei quartieri realizzati negli ultimi trent'anni.

1.3 ILSISTEMARELAZIONALE

Villafranca si colloca in un quadro infrastrutturale in forte evoluzione, evoluzione che va favorita, ma anche governata per la portata che assume e per la governance di alto livello che richiede. Sono in gioco sistemi e attori di rango nazionale come le autostrade, le ferrovie e l'aeroporto, tutti portatori di una progettualità rilevante, giustificata e sostenuta da una dinamica particolarmente intensa della domanda di mobilità e di relazioni.

Una progettualità alla quale i sistemi locali devono far fronte con chiarezza di intenti, proponendo argomentazioni convincenti per sostenere le esigenze e il punto di vista locale:

 per le autostrade, chiedendo una migliore connessione con l'aeroporto e la Città (entro un orizzonte ravvicinato e con soluzioni realistiche);

 per le ferrovie, integrando il progetto di metropolitana leggera tra Verona e Mantova nel potenziamento "di corridoio" dell'Alta Capacità, anche prendendo in considerazione una soluzione di stazione in linea all'aeroporto e negoziando soluzioni di attraversamento del territorio urbano del capoluogo che non penalizzino le connessioni tra le diverse parti della città e che offrano nuove opportunità di integrazione per l'interscambio e per la sosta;

 per l'aeroporto, negoziando i progetti di sviluppo dello scalo con un assetto più razionale (e più sostenibile nelle sue implicazioni finanziarie) delle aree per la sosta e l'accoglienza e con un quadro di compensazioni ambientali che riduca l'esposizione dei tessuti e delle funzioni urbane più impattate

Queste manovre sono indispensabili anche per rafforzare un ruolo di Villafranca come polo di servizi e porta metropolitana per un vasto comprensorio che rappresenta il naturale riferimento delle politiche urbane della Città.

Anche le relazioni metropolitane, sempre più complesse ed interconnesse che coinvolgono tutte le tipologie insediative presenti nel comune e nel distretto, pongono con forza il tema della infrastrutturazione viaria: tanto quella di rango che quella complementare.

Le arterie viarie, indispensabili alla prospettiva di crescita e di vivibilità, sono legate alla Grezzanella fino al collegamento con la mediana di pianura che da Mozzecane arriva a Isola della Scala. Questa arteria pensata già negli anni ottanta non è ancora riuscita a vedere la luce se non per stralci, che non danno ancora un serio contributo alla soluzione dei problemi di Villafranca. Il suo completamento è un obiettivo prioritario per la Città di Villafranca.

La Grezzanella propone un sostanziale ribaltamento degli accessi territoriali alla Zona Industriale e al Centro Storico consentendo una nuova e più importante centralità all'area della stazione e ponendo l'esigenza di non accentuare nel nuovo progetto di metropolitana leggera la separazione tra l'area urbana e le funzioni e le provenienze dell'Ovest. Ma la Grezzanella potrà essere apprezzata in tutta la sua efficacia solo quando sarà realizzata la connessione a Sud della città, che consenta una nuova accessibilità a questo quadrante.

E' da migliorare, in prospettiva, lo scambio con le provenienze da Valeggio e Sommacampagna e l'integrazione di queste con i recapiti urbani e con la viabilità primaria, studiando soluzioni anche radicali che puntino a migliorare la funzionalità della rete primaria e la tutela delle aree urbane sensibili.

E' da migliorare anche lo scambio con le frazioni attraverso misure di moderazione negli attraversamenti, circoscritti interventi di bypass stradale nelle situazioni "più calde", manovre per la dotazione di spazi artigianali e di micro logistica (strettamente legati al fabbisogno locale) e infine una diffusa strategia di potenziamento delle connessioni ciclabili anche come recapito ai luoghi di lavoro e ai servizi.

Sarà di utile supporto il modello di simulazione del traffico appositamente predisposto, che consentirà di valutare le diverse configurazioni del sistema della mobilità (dalle intersezioni alle aree di sosta alle nuove tratte) proiettandolo in una dimensione necessariamente anche intercomunale, dove si renda utile concertare soluzioni che garantiscano efficienza e sostenibilità alla rete e agli scambi di persone e merci e coerenza allo sviluppo degli insediamenti.

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2. GLIOBIETTIVI DELPAT 2.1 DALP.A.T. ALP.I.

A seguito dell’approvazione del primo Piano di Assetto del Territorio (PAT), il piano regolatore generale vigente, per le

parti compatibili con il PAT, diventa il Piano degli Interventi.

(L.R. 11/2004, art. 48, comma 5 bis) 25.11.2008 Documento Preliminare

(D.G.C. n. 166 del 25.11.2008) 09.12.2008 Accordo di Pianificazione tra Comune, Regione e Provincia 20.02.2014 Adozione del PAT

(D.C.C. n. 4 del 20.02.2014) 26.11.2014 Commissione Regionale VAS

(parere n. 217 del 26.11.2014) 18.12.2014

29.01.2015

Valutazione Tecnica Regionale (n. 63 del 18.12.2014 e n. 5 del 29.01.2015)

18.02.2015 Conferenza di Servizi di Approvazione del PAT

13.07.2015 Ratifica approvazione (D.G.R. n. 889 del 13/07/2015) 22.07.2015 Pubblicazione sul B.U.R

(12)

2.2 PRINCIPALI OBIETTIVI DELPAT

Sistema Ambientale

 Valorizzazione dell'ambiente fluviale del Tione come Corridoio Ecologico di connessione tra la Collina Morenica del Garda e gli ambienti umidi delle Grandi Valli Veronesi;

 riqualificazione paesaggistico-ambientale volta ad aumentare l’attrattività degli ambiti rurali attraverso la valorizzazione delle componenti (culturali, architettoniche e paesaggistiche),

 qualificare lo spazio rurale come sistema attrezzato di percorsi e aree per la fruizione ambientale e il tempo libero;

 definizione degli specifici strumenti di tutela delle zone a maggiore naturalità (ambiti fluviali, zone umide, aree vegetate, diversificatori lineari e puntuali),

 salvaguardia delle aree a preminente vocazione agricola, con limitazione del loro consumo,

 promozione delle colture a qualità riconosciuta e certificata,

 promozione di pratiche colturali e di allevamento ecocompatibili;

 definizione delle caratteristiche tipologiche, costruttive e formali che riguardano l’edificazione in zona agricola;

 valorizzazione e recupero del patrimonio edilizio rurale (riutilizzo dei fabbricati rurali non più funzionali all’attività agricola e di quelli abbandonati),

 creazione e consolidamento di fattorie plurifunzionali per la diversificazione delle attività agricole e la valorizzazione delle potenzialità del territorio, attraverso ad esempio la produzione biologica, l’agriturismo, la produzione di servizi ambientali in genere,

 sviluppo dell’ospitalità agrituristica,

 salvaguardia delle attività agricole sostenibili e dei valori antropologici, archeologici, storici e architettonici presenti nel territorio;

 conservazione o la ricostituzione del paesaggio agrario e del relativo patrimonio di biodiversità, delle singole specie animali o vegetali, dei relativi habitat, e delle associazioni vegetali e forestali;

 la salvaguardia o ricostituzione dei processi naturali, degli equilibri idraulici e idrogeologici e degli equilibri ecologici;

 definisce indirizzi e prescrizioni per gli interventi di trasformazione urbanistica ed edilizia nelle zone sottoposte a vincolo idrogeologico nelle aree urbanizzate o da urbanizzare;

 detta direttive per la verifica della compatibilità degli interventi con la sicurezza idraulica del territorio,

 detta direttive per gli interventi di ricomposizione ambientale dei siti delle cave di ghiaia e argilla nei quali è stata conclusa l’attività di escavazione e per i quali non è stata ancora eseguito il ripristino

Sistema Insediativo (residenziale e dei servizi)

 indirizza ogni azione verso la riqualificazione degli ambiti degradati del centro urbano del capoluogo e delle frazioni e incentiva il proseguimento delle azioni di recupero del patrimonio edilizio dei centri storici;

 prevede il completamento della riqualificazione dell’area della stazione ferroviaria;

 individua delle opportunità di sviluppo residenziale in termini quantitativi e localizzativi;

 definisce gli standard urbanistici e i servizi principali necessari agli insediamenti esistenti e di nuova previsione;

 promuove la qualità e la sostenibilità in edilizia, fornendo direttive al P.I. per l’assunzione di indirizzi e criteri tecnico costruttivi, volti a incentivare la consapevolezza del valore della sostenibilità ambientale;

 verifica l’assetto fisico funzionale degli insediamenti e promuove il miglioramento della funzionalità degli insediamenti esistenti e della qualità della vita all’interno delle aree urbane;

 individua i principali servizi a scala territoriale, ovvero le parti dei territori ad elevata specializzazione funzionale;

 promuove la costituzione di un parco urbano con valenza anche sovracomunale;

 prevedere azioni di riconversione urbanistica delle strutture scolastiche più degradate;

 messe in rete degli spazi comuni che possono essere utilizzati da più scuole;

 avvio del processo di attuazione del piano di riorganizzazione scolastica;

Sistema Insediativo (settore produttivo, commerciale e ricettivo)

 valuta la consistenza e l’assetto del settore secondario e terziario e ne definisce le opportunità di sviluppo, in coerenza con il principio dello “sviluppo sostenibile”:

 individua le parti del territorio caratterizzate dalla concentrazione di attività economiche, commerciali e produttive;

 fornisce criteri generali per la definizione dell’assetto fisico funzionale degli ambiti specializzati per attività produttive di rilievo sovracomunale, quantificando il fabbisogno di aree e dei relativi servizi, con riguardo alle diverse destinazioni in essere.

 fornisce criteri generali per il dimensionamento e la localizzazione delle nuove previsioni produttive, commerciali e direzionali;

 fornisce i criteri per il riconoscimento delle attività produttive in zona impropria;

 consolidare e qualificare il ruolo strategico del mercato ambulante, valutando l'ipotesi di un suo eventuale potenziamento (da collegare alla disponibilità di spazi e di aree da destinare a parcheggio);

 promuovere il consolidamento dei servizi commerciali frazionali;

 promuovere la riqualificazione urbana di Dossobuono, che risente degli effetti generati dalle infrastrutture e dal traffico non solo sulla qualità dell'abitare, ma anche sulla rete commerciale tradizionale;

 governare il processo in atto di ristrutturazione e concentrazione della rete commerciale, promuovendo il consolidamento dei negozi di vicinato, promuovendo l'ingresso o l'evoluzione verso medie strutture di vendita limitatamente alle politiche di riqualificazione e trasformazione urbana;

(13)

 ricercare sinergie e valorizzare le opportunità offerte dalla presenza dell'aeroporto Catullo, dalla contiguità con la collina morenica, dal costituendo Parco Regionale Tartaro Tione, dalla domanda di ricettività attrezzata espressa dal sistema produttivo locale (e dal polo Postumia in particolare) e, non da ultimo, dalla domanda di fruizione ambientale e per il tempo libero espressa dalla città metropolitana di Verona;

Sistema relazionale

 ridefinizione, a privilegio del pedone, dell'arredo e dell'assetto degli spazi pubblici;

 promuovere il potenziamento del trasporto pubblico, con riguardo sia alla connessione diretta all'aeroporto Catullo che all'attivazione del Servizio Ferroviario Metropolitano nella linea Verona, Villafranca Mantova, anche attraverso la partecipazione attiva alla redazione del PUT per l'area metropolitana veronese;

 la previsione dei percorsi ciclo/pedonali e degli elementi di mobilità alternativa, che utilizzino anche il sistema naturalistico ed i tracciati storici e comunque colleghino la residenza con i servizi ed i luoghi di lavoro;

 la selezione funzionale della viabilità in modo da depurare gli abitati dai traffici pesanti;

 l’adozione di idonee sistemazioni in alcuni punti neri, caratterizzati da particolare pericolosità;

 la soluzione delle relazioni fra il capoluogo e le frazioni, finalizzata ad abbattere le barriere infrastrutturali (strade statali e ferrovie), ove interrompano la connessione diretta tra i diversi poli del sistema.

 le fasce di rispetto delle infrastrutture per la mobilità locale, ed il perimetro del “Centro Abitato” ai fini dell’applicazione dei rispetti stradali;

(14)

2.3 I NUMERI DELPAT Demografia

Consumo di suolo

Dimensionamento Residenziale

Carico insediativo aggiuntivo di edilizia residenziale (mc)

A.T.O. NOME

Nuova previsione Residuo di P.R.G. Complessivo

1 Centro storico di Villafranca - 115.508 115.508

2 Città della residenza e dei servizi 211.875 69.447 281.322

3 Polo Postumia - - -

4 Ambito dell‘Innovazione 3.000 - 3.000

5 Parco del Tione e del Serraglio - 26.600 26.600

6 Rurale Sud di Quaderni, Rosegaferro e Pizzoletta 60.000 104.185 164.015

7 Rurale Nord / Aeroporto 8.000 47.627 55.627

8 Centro abitato di Dossobuono 80.000 82.427 162.427

9 Periurbano metropolitano di Alpo, Rizza e Dosdegà 44.000 63.995 107.995

Dimensionamento altre previsioni

Carico insediativo aggiuntivo

commerciale/direzionale/alberghiero (mq) Carico insediativo aggiuntivo produttivo (mq)

A.T.O. NOME

Nuova

previsione Residuo di

P.R.G. Complessivo Nuova

previsione Residuo di

P.R.G. Complessivo

1 Centro storico di Villafranca 26.000 15.000 41.000 - - -

2 Città della residenza e dei

servizi 24.000 12.000 36.000 - 60.000 60.000

3 Polo Postumia 60.000 - 60.000 80.000 99.985 179.895

4 Ambito dell‘Innovazione - - - 20.000 - 20.000

5 Parco del Tione e del

Serraglio - - - - - -

6 Rurale Sud di Quaderni,

Rosegaferro e Pizzoletta 5.000 - - - - -

7 Rurale Nord / Aeroporto - 120.000 120.000 - - -

8 Centro abitato di Dossobuono 20.000 - 20.000 - - -

9 Periurbano metropolitano di

Alpo, Rizza e Dosdegà 5.000 - 5.000 - - -

Popolazione 2012 33.280 abitanti

Popolazione 2021 39.000 abitanti (proiezione PAT)

SAU/STC 63,73%

TRASFORMABILESAU 55.75 ha

(15)

2.4 ILPERCORSO DELPI E GLI ELABORATI

ll PI è formato da:

 relazione programmatica

 elaborati grafici (tavole alle diverse scale 1:5000, 1:2000)

 norme tecniche operative

 prontuario per la qualità architettonica e la mitigazione ambientale

 registro dei crediti edilizi

 banca dati alfa-numerica con quadro conoscitivo Documento del Sindaco (c.d. Documento Programmatico Preliminare)

CONCERTAZIONE (Fase di ascolto e partecipazione e raccolta di

manifestazione di interesse)

ADOZIONE (per ciascuna variante parziale

o generale al P.I.)

PUBBLICAZIONE

(Fase di pubblicazione e di presentazione delle osservazioni 30gg+30gg)

APPROVAZIONE (per ciascuna variante parziale

o generale al P.I.)

(16)

2.5 ILPERCORSO DEGLIACCORDI TRA SOGGETTI PUBBLICI E PRIVATI ART. 6 L.R.N. 11/2004

La Legge Urbanistica Regionale n. 11/2004 consente ai Comuni di concludere Accordi con soggetti privati per assumere nella pianificazione proposte di progetti ed iniziative di rilevante interesse pubblico, finalizzati alla determinazione di alcune previsioni del contenuto discrezionale degli atti di pianificazione territoriale ed urbanistica, nel rispetto della legislazione e della pianificazione sovraordinata, senza pregiudizio dei diritti dei terzi, precisando altresì che l’Accordo costituisce parte integrante dello strumento di pianificazione cui accede ed è soggetto alle medesime forme di pubblicità e di partecipazione.

Prima di dare avvio al processo di partecipazione dei soggetti interessati partecipare attivamente nella pianificazione comunale con proposte di progetti ed iniziative, è ritenuto opportuno, nello spirito di omogeneità trasparenza ed equità di valutazione, delineare un percorso che consenta anche ai privati le valutazioni di competenza in ordine all’applicazione della normativa regionale.

Pertanto le proposte di Accordo di cui all’art. 6 della legge regionale n. 11/2004, saranno assoggettate al seguente procedimento:

- Approvazione del Documento del Sindaco da parte della Giunta Comunale;

- Illustrazione del Documento del Sindaco in Consiglio Comunale;

- Approvazione in Consiglio Comunale dei Criteri perequativi, dello schema di Avviso pubblico (Bando), dello schema di comanda di partecipazione, dello schema di Accordo;

- Pubblicazione del Bando per Accordi art. 6 LR 11/2004;

- Ricezione delle proposte di Accordo ed Istruttoria delle stesse;

- Individuazione delle proposte di Accordo da inserire nel PI con deliberazione di Giunta Comunale;

- SOTTOSCRIZIONE DEGLI ACCORDI con previsione di automatica risoluzione nel caso di mancata conferma in sede di approvazione del P.I. (art. 6 L.R. 11/2004);

- Adozione del P.I. integrato con le proposte di Accordo sottoscritte e da confermare con l’approvazione del P.I. ; - Pubblicazione del P.I. comprensivo degli Accordi;

- Approvazione del P.I. e degli Accordi confermati che determina l’automatica risoluzione degli Accordi non confermati;

- Decorrenza del termine di 5 anni per concretizzare le previsioni urbanistiche ai sensi dell’art. 18 comma 7 della LR 11/2004.

(art. 18, comma 7, della Legge Urbanistica Regionale n. 11/2004: “Decorsi cinque anni dall’entrata in vigore del piano decadono le previsioni relative alle aree di trasformazione o espansione soggette a strumenti attuativi non approvati, a nuove infrastrutture e ad aree per servizi per le quali non siano stati approvati i relativi progetti esecutivi, nonché i vincoli preordinati all’esproprio di cui all'articolo 34. In tali ipotesi, fino ad una nuova disciplina urbanistica, si applica l’articolo 33).

3. DALLA LETTURA DEL TERRITORIO AD UN PROGETTO DI SVILUPPO SOSTENIBILE– LE AZIONI DELP.I.

Il Comune di Villafranca di Verona, come ricordato in premessa, attraverso la redazione del PAT e del successivo PI intende compiere il “trasferimento” della propria strumentazione urbanistica dai canoni della vecchia L.R. 61/85 alla nuova L.R. 11/04, attuando lo sdoppiamento del piano comunale tra livello strutturale e livello operativo.

Il PAT, per come è definito nella sua articolazione dagli atti d'indirizzo regionali, non risulta essere uno strumento di facile lettura ed interpretazione. Le stesse simbologie della Tav.4, che contiene le “azioni strategiche”, non risultano particolarmente efficaci nel trasmettere:

 quali siano i “grandi sistemi territoriali” di riferimento;

 quale sia il disegno del “progetto di sviluppo del territorio” verso il quale si vuole tendere attraverso la pianificazione.

È infatti necessario che le previsioni del Piano degli Interventi, siano esse più o meno rilevanti, concorrano all'attuazione di strategie specifiche in modo coordinato con le finalità generali.

Analizzati i diversi sistemi e le loro strutture è possibile rendere esplicito quale sia il “progetto di sviluppo del territorio” che il PI intende perseguire, al quale si riferiranno le scelte tecniche e progettuali, e al quale dovranno concorrere coerentemente le proposte di intervento dei privati che vogliano trovare accoglimento nello strumento urbanistico.

(17)

3.1 SISTEMAAMBIENTALE EPAESAGGISTICO

Per un corretto sviluppo del territorio è essenziale che tutti i nuovi interventi edilizi rispettino le disposizioni relative alla tutela idraulica, che non devono essere considerate una ulteriore richiesta e aggravio di costi da parte della Pubblica Amministrazione, ma al contrario un requisito di qualità essenziale delle costruzioni, necessario a garantire l'incolumità di persone e cose (al pari delle norme antisismiche).

Il PI intende promuovere il rispetto del territorio agricolo, che deve essere valutato per le sue potenzialità e qualità produttive, paesaggistiche ed ambientali, considerandolo come una risorsa non rinnovabile, pertanto da utilizzare nel migliore dei modi.

Saranno pertanto considerate positivamente le proposte di nuovi interventi che:

 prevedono la contestuale realizzazione di interventi di mitigazione idraulica in grado di migliorare le condizioni di sicurezza del territorio e risolvere situazioni problematiche, anche in accordo con i competenti Consorzi di Bonifica, attraverso bacini di laminazione, risezionamento degli alvei degli scoli, ecc.;

 aumentano la qualità ambientale e paesaggistica, attraverso una ricomposizione di filari e siepi, la creazione di boschi di pianura, la creazione di quinte arboree in grado di mascherare elementi incongrui,

 prevedono l'impiego di fonti energetiche rinnovabili, una valorizzazione delle produzioni agricole di qualità e della filiera corta produttore-consumatore;

 migliorano le caratteristiche degli allevamenti zootecnici, riducendo l'estensione delle fasce di rispetto;

In generale il PI punta:

 alla valorizzazione dei corsi d'acqua (Fiume Tione) e scoli consortili attraverso il ripristino della vegetazione dei tratti di fascia ripariali esistenti e promozione del loro potenziamento accentuandone il valore ecologico come principali corridoi ecologici ambientali;

 al miglioramento della qualità delle acque e valorizzazione paesaggistica e ricreativa del territorio rurale;

 al miglioramento della mobilità in ambito urbano e periurbano, creando un sistema di percorsi riservati agli utenti non motorizzati, in particolare completando il sistema esistente contribuendo in tal modo a migliorare la qualità della vita;

 a favorire la conoscenza e la valorizzazione del patrimonio storico, artistico, architettonico, culturale, ambientale e paesaggistico;

 all’eliminazione delle opere incongrue o degli elementi di degrado quali gli edifici e gli altri manufatti che, per caratteristiche localizzative, morfologiche, strutturali, funzionali, volumetriche ed estetiche, costituiscono elementi non congruenti con il contesto paesaggistico, ambientale od urbanistico, o sotto il profilo igienico-sanitario e della sicurezza.

3.2 SISTEMAINSEDIATIVO 3.2.1 Residenziale

Il Comune di Villafranca di Verona, come molti altri nel Veneto ha una struttura insediativa sostanzialmente inquadrabile in due diverse categorie:

 i nuclei urbani, ciascuno con le sue caratteristiche e peculiarità;

 le aggregazioni insediative lineari miste agricole-residenziali distribuite lungo gli assi viari principali e lungo gli assi viari di collegamento con le frazioni

Relativamente ai nuclei urbani sono riconoscibili quelli del Capoluogo, Rosegaferro, Pizzoletta, Quaderni, Dossobuono, Caluri, Alpo e Rizza.

I nuclei urbani, sviluppatesi in corrispondenza degli incroci della viabilità principale, presentano delle caratteristiche tipologiche varie e un “mix” di diverse funzioni: oltre alla residenza vi trovano sede i servizi pubblici, gli esercizi commerciali ma anche alcune attività produttive. Risultano tuttavia riconoscibili i segni del passato grazie alle numerose testimonianze storico culturali costituiti da Ville Venete, capitelli e oratori.

(18)

Le aggregazioni insediative lineari miste agricole-residenziali sono invece aggregati di tipo prevalentemente residenziale, costituiti principalmente da abitazioni unifamiliari o bifamiliari, che ormai non hanno più forti relazioni con il mondo produttivo rurale, e da fabbricati rurali non più utilizzati per l'attività agricola, intervallate da spazi liberi più o meno ampi. Vi si trovano infatti solo marginalmente attività ancora legate all'agricoltura. Sono cresciuti per la sommatoria di singoli interventi individuali lungo viabilità (talvolta su entrambe i lati), senza una programmazione o progettazione urbanistica. Spesso rispondono semplicemente ad una necessità di disporre di abitazioni in aree di proprietà, senza adeguate opere di urbanizzazione (accessi organizzati dalla strada principale, infrastrutture a rete, fognature, parcheggi, marciapiedi, ecc.), non prestano una particolare attenzione alla qualità architettonica-edilizia e costituiscono una problematica interferenza con la funzionalità e sicurezza della strada.

Il progetto del PI per l'edificazione diffusa è quello di consentire l'attuazione delle strategie definite dal PAT, nel rispetto dei vincoli e delle compatibilità ambientali, attraverso una ricomposizione e riuso delle strutture esistenti, misurate possibilità di incremento volumetrico per necessità familiari, cambi di destinazione d'uso. Tutto questo dovrà necessariamente uniformarsi alle nuove regole perequative per un proporzionato impegno da parte di tutti gli interventi nel miglioramento della qualità degli insediamenti e dei relativi servizi.

In generale si intende promuovere interventi coordinati in grado di migliorare la qualità degli insediamenti, favorendo una riqualificazione delle parti centrali e dei “centri storici” agendo su fronti edificati, spazi scoperti (pubblici e privati) e la compatibilità della viabilità di attraversamento. La disciplina degli interventi volta alla valorizzazione del patrimonio storico e paesaggistico prevederà la rimozione degli elementi incongrui o di degrado utilizzando anche i nuovi strumenti di compensazione urbanistica da esprimere in altre aree.

In particolare è intenzione dell’amministrazione migliorare le condizioni ambientali del tessuto edilizio in località Rosegaferro e Quaderni, prevedendo il trasferimento dei carichi insediativi incongrui oppure prevedere opportune opere infrastrutturali compensative.

Per quanto riguarda il sistema insediativo residenziale sono previste:

 la valutazione delle richieste di interventi abitativi per rispondere a necessità familiari e non speculative nel quadro normativo offerte dai riferimenti della legislazione urbanistica e dei livelli di pianificazione superiore, compatibilmente con l’obiettivo del miglioramento della qualità della vita. Le richieste di intervento “puntuali” saranno valutate in relazione allo stato di fatto degli insediamenti, specialmente lungo la viabilità di connessione, al fine di non aggravare oltremodo situazioni critiche.

 in particolare saranno considerati coerenti interventi che limitino quanto più possibile il consumo di territorio agricolo, prevedendo il riuso di edifici esistenti non più funzionali alle esigenze agricole, razionalizzando gli accessi esistenti sulla viabilità, migliorando le vie di deflusso delle acque, realizzando opere di urbanizzazione ed evitando saldature tra le attuali edificazioni a nastro o interventi che portano ad un'edificazione su entrambe i lati contrapposti della viabilità;

 l'assegnazione della specifica categoria di valore e della corrispondente disciplina, agli edifici con valore storico ambientale individuati dal PAT;

 la definizione di una disciplina specifica per il sistema di insediamenti rurali in forma di villa e di aggregato rurale;

 la predisposizione delle condizioni utili a favorire l’attivazione delle zone di espansione previste dal vigente PRG e non attuate;

 l'applicazione, in tutti gli interventi edificatori, dei principi perequativi, o, più in generale di condizioni per cui al vantaggio del singolo si accompagna un beneficio per l’ambiente e/o la collettività. Naturalmente l’entità e la natura di tale beneficio vanno selezionate e calibrate diversamente in base all’entità e ai caratteri specifici dell’intervento;

 la definizione di nuovi ambiti per lo sviluppo degli insediamenti, da attuare congiuntamente alla realizzazione di attrezzature di servizio per la collettività, in coerenza con i principi citati al punto precedente;

 la definizione di progetti specifici per la riconversione e riqualificazione delle aree/attrezzature, presenti negli insediamenti e nel territorio aperto, attualmente dismesse o non attuate;

 riqualificazione energetica e miglioramento della compatibilità ambientate degli edifici esistenti e di nuova realizzazione predisponendo il Prontuario per la Qualità Architettonica e Mitigazione Ambientale;

 riqualificazione degli spazi e dei fronti edificati in rapporto con la valorizzazione del paesaggio aperto rurale;

 contenimento dell'edificato nelle aree contigue agli ambiti agricoli di particolare integrità;

(19)

 recupero della funzione urbana dei centri abitati;

3.2.2 Servizi

Per quanto riguarda la dotazione di servizi e strutture pubbliche, il PI nell'ambito del progetto di sviluppo del territorio affronterà i seguenti temi:

 verifica della disponibilità di aree per servizi a fronte del fabbisogno della popolazione residente e prevista, con conseguente individuazione dei vincoli di PRG scaduti, ridefinizione generale del sistema dei servizi e dei mezzi e modalità che si intendono mettere in atto per pervenire all’attuazione entro l’arco temporale del P.I., anche attraverso possibilità di intervento del soggetto privato e/o meccanismi di perequazione delle possibilità edificatorie;

 determinazione, in coerenza con gli standard minimi fissati dal PAT, delle tipologie e quantità di servizi necessari a soddisfare le esigenze reali degli insediamenti esistenti e di nuova previsione;

 integrazione e raccordo funzionale in un sistema continuo ed unitario degli spazi aperti tra verde pubblico, privato e territorio agricolo.

La qualità urbana e il sistema dei servizi diventano determinanti per qualificare il rango urbano della città di Villafranca. Usando l'eccellenza del Centro Storico come luogo ispiratore, si dovranno perseguire gli obiettivi di potenziamento e qualificazione degli spazi e delle dotazioni della "città pubblica” garantendo un adeguato mix funzionale tra residenza e servizi.

Contestualmente anche il sistema scolastico comunale dovrà essere maggiormente qualificato prevedendone una sua rilocalizzazione nell'ottica di realizzare nuovi poli scolastici (nido, scuola d'infanzia, scuola primaria e scuola secondaria di primo grado) in grado di offrire strutture più adeguate ai moderni standard qualitativi, maggiormente accessibili ed integrate ad ampie aree verdi e strutture sportive.

Particolarmente significativo l’obiettivo del completamento del Parco del Tione, vettore di naturalità che stabilisce una connessione tra le colline morenica e l’area dei fontanili.

Il PI intende pertanto promuovere:

 accordi pubblico-privati per l’acquisizione di aree a servizi con vincolo scaduto e/o nuove aree a servizi in grado di concertare le azioni strategiche indicate dal PAT;

 creazione di un sistema continuo di spazi aperti di pregio, pubblici e privati, con destinazione coerenti e compatibili impostato sulle parti agricole di maggior valore;

 individuazione del sistema di attrezzature per lo svago e la sosta lungo il Tione,

 adeguamento delle aree a servizi esistenti di rango territoriale e comunale integrandole a quelle di quartiere garantendo una sicura accessibilità alle stesse;

3.2.3 Produttivo - Artigianale

Il consolidamento degli ambiti produttivi esistenti, evitando ulteriori frammentazioni, è coerente con gli obiettivi indicati dal PTCP e dalla programmazione sovraordinata, e consente di limitare l’uso indifferenziato della rete stradale.

Al contempo, tuttavia, appare necessario riconoscere che la diffusione di alcune attività produttive esistenti, non sia condizione immediatamente eliminabile (anche in considerazione della difficile congiuntura economica) né in termini di subitaneo trasferimento di attività, né con una facile riconversione degli insediamenti esistenti dismessi o dismettibili.

Ne consegue che pur favorendo gli interventi volti alla riduzione della dispersione insediativa produttiva, il PI dovrà essere in grado di “governare” i processi in atto su una scala temporale più ampia che consideri da un lato le esigenze della produzione e, dall’altro, l’interesse generale per un ambiente e un paesaggio di maggiore qualità.

In funzione delle caratteristiche specifiche di ciascun insediamento (dimensione, localizzazione ed eventuale presenta di manufatti di archeologia industriale), il P.I. provvederà a favorire:

 il completamento della zona produttiva di interesse provinciale attestata nell’ATO Postumia verificando il ventaglio delle funzioni insediabili;

(20)

 la riconversione/riqualificazione delle aree produttive non ampliabili ma, nel caso di permanenza delle attività, il loro adeguamento subordinatamente alla mitigazione degli impatti;

Relativamente alle attività produttive localizzate in zona impropria, l’obiettivo prevalente della loro ricollocazione in zona propria sarà perseguito con la necessaria gradualità e flessibilità in relazione a:

 caratteristiche dell’attività e contesto insediativo;

 possibilità ed entità degli interventi di mitigazione e compensazione.

3.3 SISTEMARELAZIONALE

La posizione strategica di Villafranca che, per molti aspetti, ha determinato la fortuna dei suoi mercati, unita alla particolare conformazione della originaria maglia stradale, stanno alla base delle criticità della viabilità stessa.

Le dinamiche relazionali proprie di un sistema policentrico, con cui il nodo di Villafranca si rapporta alla scala regionale, si possono anche riscontrare con una certa analogia all'interno del territorio comunale, dove è ben riconoscibile una sorta di sistema stellare formato dal capoluogo e dalla corona delle sue frazioni.

Il PI, in recepimento delle indicazioni del PUT, inserirà le opere infrastrutturali di cui sia programmata la realizzazione che ne renderanno possibile l’attuazione in funzione del grado di dettaglio raggiunto da ciascuna opera si provvederà all’inserimento cartografico provvedendo, al contempo, l’adeguamento della disciplina di zona (distacchi, arretramento);.

Attraverso appositi accordi pubblico privati si creeranno le condizioni per la riorganizzazione degli accessi al centro della città e della realizzazione di stralci funzionali della nuova Grezzanella.

Lungo le strade comunali e provinciali il problema principale, da affrontare anche con un’attenta gestione degli interventi di riordino, è costituito dai frequenti accessi alle abitazioni private dovuti all'edificazione a nastro, e alle conseguenti manovre di immissione ed uscita, che non solo rallentano il traffico di passaggio, ma sono motivo di pericolosità per i diversi utenti della strada (automobilisti, pedoni, ciclisti). Un altro tema strettamente collegato è quello della scarsa fluidità e sicurezza degli incroci, dovuta spesso alla ristrettezza degli spazi di manovra tra l'edificato o all'interferenza del traffico con le funzioni urbane.

È opportuno pensare ad una sistemazione e messa in sicurezza degli incroci (e quindi dei centri urbani), attraverso interventi di ridisegno e modellazione della sede stradale, allargamento degli spazi di manovra e differenziazione delle pavimentazioni e dell'arredo urbano che favoriscano il rallentamento dei veicoli e la “condivisone degli spazi”. Saranno pertanto valutate positivamente di nuovi interventi urbanistici che:

 attraverso la demolizione, il trasferimento o l'arretramento di volumi edilizi permettono la messa in sicurezza degli incroci e il ridisegno della sede stradale;

 prevedono la realizzazione di nuove infrastrutture stradali o favoriscono il reperimento di opportuni sedimi per tali opere;

 ampliano oltre lo standard di legge la dotazione a parcheggi pubblici;

 prevedono la realizzazione di nuovi collegamenti ciclo-pedonali e la prosecuzione di percorsi esistenti.

3.4 COLLEGAMENTO AL PROGRAMMA OPERE PUBBLICHE E SOSTENIBILITÀ ECONOMICA

Il PI si rapporta al Programma triennale delle opere pubbliche vigente al quale si rimanda per ogni ulteriore approfondimento, riconoscendone tuttavia la sostanziale coerenza con gli obiettivi di pianificazione urbanistica enunciati dal PAT e attuati nel PI.

Considerato inoltre che per la costruzione della città pubblica il PAT conformemente alla L.R. 11/2004 ha individuato nella perequazione urbanistica lo strumento che persegue l’equa distribuzione dei diritti edificatori tra i proprietari degli immobili interessati dagli interventi ed, in relazione al valore di tali diritti, degli oneri derivanti:

- dalla realizzazione delle dotazioni territoriale e di quelle connesse con la sostenibilità e mitigazione ambientale degli interventi;

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