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volume 21, numero 3, 2006

Microbiologia Medica 256

166

FREQUENZA DEL GENOTIPO 4 DI HCV IN CALABRIA

Liberto M.C.1, Barreca G.S.1, Quirino A.1, Capicotto R.1,

Lamberti A.G.1,Vinci M.1, Di Cello C.1, De Rosa M.2,

Silva A.M.2, Giraldi C.3, Greco F.3, Matera G.1, Focà A.1

1Cattedra di Microbiologia, Università “Magna Græcia” di Catanzaro; 2Laboratorio di Virologia, A. O. B.M.M. di Reggio Calabria; 3Unità Operativa di Virologia, A. O. di Cosenza

Introduzione. HCV ha come caratteristica principale una

sostanziale eterogeneità genomica. Ciò determina la presenza di genotipi e sottotipi diversamente distribuiti nel territorio. Scopo del presente studio è stato quello di valutare l’anda-mento dei genotipi di HCV in Calabria nel periodo compreso tra Marzo 2001 e Aprile 2006 (ultimo aggiornamento maggio 2005).

Metodi. Lo studio è stato condotto in collaborazione tra il

Policlinico Universitario “Mater Domini” di Catanzaro, l’A.O. dell’Annunziata di Cosenza e l’A.O. “Bianchi-Melacrino-Morelli” di Reggio Calabria. L’RNA virale è stato estratto da campioni di siero provenienti da 3640 pazienti anti HCV positivi, rivelato mediante RT-PCR (Cobas Amplicor HCV, Roche) e genotipizzato mediante tecnica di ibridazione inversa su supporto solido (Versant HCVgenotipo LiPA, Bayer). Dal 2003 presso l’A.O. di Cosenza la genotipizzazione è stata effettuata tramite sequenziamento del genoma virale (Trugene HCV 5’ NC genotyping Kit, Bayer).

Risultati. I genotipi principalmente circolanti in Calabria

sono stati: genotipo 1b (46.3%), 2a/2c (19.2%), 3 (9.8%), 4 (5.96%), 1a (5.3%), 2 (5%), 1 (4.6%), 1a/1b (1.6%) e altri genotipi con percentuali inferiori al 1%. Si è registrato un decremento del 7% per i genotipi 1b e 2a/2c ed un incre-mento del 3.1 % e del 1.5% rispettivamente dei genotipi 3 e 4 rispetto ad uno studio condotto nel quinquennio 1997-2001.

Conclusioni. È stato messo in evidenza che:

a) sebbene i genotipi 1b e 2a/2c abbiano subito un eviden-te decremento, rimangono pur sempre quelli maggior-mente presenti sul nostro territorio;

b) l’incremento del genotipo 3 sia dovuto ad un aumento del numero dei tossicodipendenti nella nostra Regione (Ufficio centrale di Statistica-Ministero dell’Interno); e c) il genotipo 4 sia tra i genotipi maggiormente circolanti in Calabria diventando il quarto genotipo rispetto al periodo precedentemente esaminato (1997-2001).

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I TEST MOLECOLARI AD AMPIA LINEARITÀ ED ELEVATA SENSIBILITÀ PER LA

DETERMINAZIONE DELLA CARICA VIRALE: CONFRONTO TRA VECCHI E NUOVI METODI

Capobianchi M.R.; Angeletti C.; Lauria F.N.; Amendola A.; Garbuglia A.R.,Solmone M.

Istituto nazionale per le Malattie infettive “L. Spallanzani”, Roma

Introduzione. La determinazione della carica virale nelle

infezioni da HBV, HCV e HIV-1 con metodi differenti può avere importanti implicazioni cliniche. Esistono vari meto-di commerciali per la quantificazione della carica virale meto-di tali virus, differenti per tecnica di rilevamento, sensibilità,

range dinamico, regione genomica bersaglio.

Abbiamo confrontato le performance analitiche del metodo COBAS Ampliprep TaqMan (CAP-CTM) (amplificazione di sequenze con Real-Time PCR) con quelle del sistema Versant 3.0 (amplificazione del segnale mediante ibridazio-ne) per HBV, HCV e HIV.

Metodi. Sono stati utilizzati 150 campioni HBV-positivi,

stratificati in HBeAg positivi o Anti-HBeAb-positivi; 92 campioni HCV-positivi e 43 campioni HIV-1-positivi. Sono inoltre stati effettuati test con pannelli standard a con-centrazione nota.

Risultati. La correlazione tra i risultati ottenuti con i due

metodi è elevata per tutti i virus: HBV: r=0.9389, p<0.001;

HCV (tutti i genotipi): r=0.7702 (p<0.001));

genotipi HCV 1-2-3-4: r=0.721, p<0.001; r=0.753,

p<0.001; r=0.0.873, p<0.001 e r=0.783, p<0.001;

HIV-1: r=0.9005, p<0.001.

Dall’analisi dei valori medi emerge che per HCV ed HIV i valori ottenuti con CAP/CTM sono più elevati di quelli ottenuti con bDNA, mentre per HBV si osserva l’opposto. L’analisi Bland&Altman indica che le differenze sono mag-giori a valori elevati di carica virale. Per tutti e 3 i virus, una quota rilevante di campioni mostra differenze notevoli tra i due metodi (>0.5 Log o>1 Log), che non sembrano genotipo-dipendente.

Conclusioni. Nonostante l’elevata correlazione e

l’espres-sione in unità internazionali, i risultati dei due metodi non sono sempre confrontabili: in genere CAP/CTM mostra maggiore sensibilità e range dinamico più ampio, ma, a valori elevati di carica virale, si evidenzia una sottostima di HBV-DNA e una sovrastima di HIV- ed HCV-RNA. In considerazione delle differenze evidenziate tra i due metodi, si reputa necessario una più ampia sperimentazione per valutare l’impatto del nuovo metodo sui processi dia-gnostici e la eventuale influenza sulla decisione clinica.

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