Dipartimento di Fisi a e Astronomia
Corso di Laurea Spe ialisti a in Fisi a
Utilizzo delle Matri i Random
nello studio della `stabilità- omplessità'
dei sistemi e ologi i
Laureando Relatore
Alessandro Spiezia Dott. Samir Suweis
Correlatore
A Sam, per hé mihamostrato ( on l'esempio)
he osa signi hi a. m. d. g.
In queste pagine 'è un po' ditutti oloro he
questo lungo amminomi hafattoin ontrare.
EdisseDiobrulli hinolea quedirettili,golaviventeeu elli
vo-linosopralaterrailrmamentodel ielo. E reò Dioi o odrilli
grandi e ogni gola vivente stris iante di uibrulli avano l'a qua
se ondo laloro spe ie e ogni u ello di alase ondo la sua spe ie
e vide Dio he buono. E benedì loro Dio: siate fruttuosi e siate
molti e riempite le a que nei mari e gli u elli si moltipli hino
sullaterra. Efusera efumattinagiornoquinto. EDio disse
fa - iaus irelaterragolaviventese ondolasua spe iequadrupedie
rettilieanimaliditerrase ondo lasuaspe ie. E ioè. Efe eDio
animalidella terra se ondo la lorospe ie e i quadrupedise ondo
1 Introduzione 1
1.1 Lostudio della dinami adelle popolazioni . . . 1
1.2 Cennistori i . . . 3
1.2.1 Gliinizi: Fibona ied Eulero . . . 3
1.2.2 La res ita esponenziale: ilmodellodi Malthus. . . 3
1.2.3 L'eetto logisti o: il modellodi Verhulst . . . 5
1.2.4 Relazioniintraspe i he: ilmodello di Volterra . . . . 6
1.3 Obiettivo estruttura della tesi . . . 8
1.3.1 Struttura della tesi . . . 9
2 Stabilità delle omunità e ologi he 11 2.1 Stabilitàeautovalori . . . 11
2.1.1 Classi azionedeipunti singolarinelpiano . . . 13
2.1.2 Il problema in
R
n
ed il aso nonlineare . . . 162.2 Appli azione aisistemi e ologi i: laCommunityMatrix . . . . 16
2.2.1 Studioqualitativo della CM . . . 19
2.2.2 Appro io on matri irandom . . . 22
3 Il modello Lotka-Volterra 25 3.1 Il modello Lotka-Volterra. . . 25
3.1.1 Il aso
2n
-spe ie . . . 283.2 Modellia
2n
-spe ie on simmetriespe iali . . . 293.2.1 Le equazionip-P on matri eantisimmetri a . . . 31
3.2.2 Il modello ompetitivo on matri esimmetri a . . . 31
4 Criteri di stabilità per e osistemi omplessi 35 4.1 Studiodei modelli. . . 36
4.1.1 Modello di May . . . 36
4.1.2 Modello preda-predatore . . . 37
4.1.5 Diagonaligeneralizzate . . . 44
4.2 Strutture reali . . . 45
4.2.1 Modello preda-predatore (a as ata ea ni hia) . . . . 45
4.2.2 Modello mutualisti o (bipartitoe bipartito-nestato) . . 46
4.2.3 Modello mutualisti o (interazioniasimmetri he) . . . . 47
4.2.4 Osservazione on lusiva . . . 48
4.3 Le `interazionideboli' . . . 49
4.3.1 Distribuzioninormalee uniformea onfronto. . . 50
4.3.2 Distribuzione
Γ
. . . 504.4 Il modellogeneralizzato Lotka-Volterra . . . 53
5 Con lusioni 57 5.1 Uno sguardod'insieme . . . 57
5.2 Paradossodella omplessità-stabilità? . . . 58
5.3 Ulteriori prospettivedi ri er a . . . 58
5.3.1 Dinami he dinon-equilibrio . . . 59
5.3.2 Eetto della distribuzionedell'abbondanza delle spe ie 59 5.3.3 Struttura della rete . . . 60
A Appendi i 61 A.1 Appendi e I . . . 61
A.1.1 Autovaloridimatri i simmetri he ed antisimmetri he . 61 A.1.2 Autovaloridi
U
−1
AU
rispetto adA
. . . 61A.1.3 Condizionine essarie perla stabilità . . . 62
A.2 Appendi e II . . . 63
A.3 Appendi e III . . . 64
A.3.1 Cir ularlaw estabilità . . . 64
1.1 Modello diMalthus odella res ita esponenziale . . . 4
1.2 Modello diVerhulst o della res italogisti a . . . 5
1.3 Prin ipiodies lusione . . . 7
2.1 Illustrazionedella denizione distabilità . . . 12
2.2 Il aso degli autovalorireali . . . 14
2.3 Il aso degli autovalori omplesso- oniugati . . . 15
2.4 Rappresentazione s hemati a di una rete a tre livelli. . . 21
2.5 Variazionedella stabilità alvariaredella onnettività . . . 22
3.1 Ritrattoin faseperil sistemaLotka-Volterra . . . 27
3.2 Andamentoneltempo di
H(t)
eP (t)
. . . 273.3 Caso 2p-2P, autovalori on parte reale nulla . . . 29
3.4 Caso 2p-2P, autovalori on parte reale non nulla . . . 30
4.1 Modello `diMay', p-Pe mutualisti o- ompetitivo ombinato . 40 4.2 Modellimutualistoe ompetitivoseparati . . . 42
4.3 Modello p-Pa as atae a ni hia . . . 46
4.4 Modello mutualisti o bipartitoe bipartito-nestato . . . 47
4.5 Modello mutualisti o asimmetri o . . . 48
4.6 Distribuzione degli autovaloriperstatisti he dierenti . . . 52
A.1 Cir ularlaw . . . 65
2.1 Latabelladei segni diOdum . . . 19
Random matrix theory has found appli ations in many elds, ranging from
physi s,numbertheory and e ology.
Forty years ago, in his book entitled Stability and omplexity in model
e o-systems, Robert May proved that su iently large or omplex e ologi al
networks have a probability of persisting that is lose to zero, ontrary to
previous expe tations. May analysed large networks in whi h spe ies
inte-ra t atrandomand study analyti allythe asymptoti stabilityof e osystem
dynami s asa fun tion of the number of spe ies and numberof intera tions
through the use of randommatrix theory.
However, in natural system pairs of spe ies have well-dened intera tions
(for example predator-prey, mutualisti or ompetitive) and several re ent
works have extended May's results to these relationships and nd
remarka-ble dieren es between dierent intera tions. This master thesis is aimed
Introduzione
1.1 Lo studio della dinami a delle popolazioni
I servizi e osistemi i 1
sono, se ondo la denizione data dalla Valutazione
degli E osistemi del Millennio (Millennium E osystem Assessment 2
2005,
abbreviato MA), i bene i multipli forniti dagli e osistemi al genere
uma-no. Questi, se ondo l'ordinediimportanzastabilitodal MA, sidividono in
quattro ategorie:
•
supportoallavita( i lodeinutrienti,formazionedelsuoloeproduzione primaria...),•
approvvigionamento (produzione di ibo, a qua potabile, materiali o ombustibile...),•
regolazione(regolazionedel limaedellemaree,depurazionedell'a qua, impollinazionee ontrollo delle infestazioni...),•
valori ulturali(fra uiquelliesteti i, spirituali,edu ativieri reativi). An hé questi servizi e osistemi i siano garantiti e onservati, è ne essarioomprendere i fattori he determinano la dinami a delle popolazioni nelle
diverse omunitàe ologi he. Infattièstatopiùvolte do umentato ome,
an- he inbrevetempo,ilnumerodiindividuidiunaspe iepuòsubirevariazioni
rilevanti.
Questi ambiamenti possono portare ad una diminuzione rapida, no quasi
alla s omparsa, dei soggetti oppure alla loro res ita smisurata. Solo per
1
e osystem servi es
2
itare al uni esempi [1℄ e [2℄ nel 1992 si è assistito ad un alo vertiginoso
delleriserve dimerluzzo nell'Atlanti o tanto daparlarediun ` ollasso'della
spe ie,mentre,ametàdeglianni60,sieraassistitoadunaumento
onsidere-voledelle stesse. Oppure, apartiredal1916 [3℄, sièveri atauna diusione
`invasiva' della marmottanegli Stati Unitiintrodottanello stato del
Massa- husetts po o dopo la metà del 1800. Fenomeni he riguardano da vi ino
la vita dell'uomo se si onsidera he il pes e fornis e il 20% delle proteine
animali per l'alimentazione e he la diusione in ontrollata delle marmotte
ha prodotto la deforestazione di una super ie pari a 52.000
km
2
. Per non
parlare di situazioni più no ive per la salute dell'uomo ome la diusione
degliinsettiportatoridimalattie(ad esempiolamalaria)in onseguenza dei
ambiamenti limati idel pianeta.
Sonosu ientiquestipo hiesempiper apirel'importanzadella
omprensio-ne dell'evoluzionedelle spe ie: non soloper onos ere ime anismi profondi
he regolano la natura, ma per garantire la sopravvivenza dell'uomo sulla
terra.
Ci hiediamo: 'è una spiegazione teori a generale he i permette di
om-prendereal unime anismi he determinanoladinami adellepopolazionee
lalorostabilità? Come agis e,a questo riguardo, l'interazione trale spe ie?
Sipuò sperare ditrovare un modello he des rive e quanti a lastabilità di
un e osistema?
Riteniamo he queste domande siano parti olarmenteaas inantiperun
-si o. Negli ultimi de enni infatti l'utilizzo dei paradigmi della me ani a
statisti ahapermessodi arontare problemi ompletamentenuovi ed
inter-dis iplinaria omunatida omportamentiemergentilargamente
indipenden-tidai dettaglimi ros opi i. Quest'ambito di ri er ain si a è generalmente
hiamatostudiodeisistemi omplessi. Glistrumentiteori ifornitidalla
me - ani a statisti ae l'uso di modelliessenziali (null models), he sempli ano
e allo stesso tempo olgono gli aspetti hiave del sistema in esame, sono i
due pilastri su ui un si o può basarsi per ostruire teorie he rispondano
a questi quesiti, senza dover addentrarsi in dettagli troppo spe i i da ui i
omportamenti universali non possono dipendere.
Questa tesi illustra e riassume i re enti sviluppi ottenuti nello studio della
1.2 Cenni stori i
Prima dientrare nelvivo della nostratrattazione, pensiamosia utile fornire
al uni enni sulla storiadello studio della dinami adelle popolazioni [4℄.
1.2.1 Gli inizi: Fibona i ed Eulero
I primipassi inquesto ampofurono mossidalmatemati opisanoLeonardo
Fibona i(1175-1235) he nella sua elebre opera Liber Aba i del1202
mo-dellizzòla res itadi una popolazione di onigli 3
.
Più di inque ento anni dopo il matemati o e si o svizzero Eulero
(1707-1783) nel suo testo Introdu tio in analysin innitorum del 1748 spostò
l'at-tenzione dagli animali allo studio della popolazione umana. Il suo lavoro
diede avvio, in epo a moderna, agli studi matemati i sulla res ita della
popolazioneumana e larelativasostenibilità terrestre.
1.2.2 La res ita esponenziale: il modello di Malthus
Il so iologo ingleseThomas Robert Malthus(1766-1834) nella sua opera An
Essay on the Prin iple of Population del 1798 per primo sviluppò in epo a
moderna gli studi di Eulero. Egli onfrontò il tasso di res ita (geometri o)
della popolazione umana on quello(aritmeti o) della sostenibilità terrestre
ene dedusse he, pergarantire lasopravvivenza degliuominisulla terra,
do-vevano essere eguagliati. Arrivando aprospettare il ontrollo demogra o.
Il modello più sempli e he des rive la res itadi una singola popolazione,
he prende ilnomedalsuo ideatore,si basasuipotesi moltosempli ate he
si appli ano ad una situazione ideale. Esso prevede he la popolazione sia
omogenea ( omposta da individui identi i)ed isolata (non soggettaa
immi-grazionio emigrazioni) e he l'habitatsia invariate (le risorse adisposizione
3
Ilmatemati oitaliano er avaunalegge hedes rivessela res itadiunapopolazione
di onigli. Questoil suoragionamento: disponiamodi una oppia di onigli appena nati
he diventa fertile al ompimento del primo mese e dà alla lu e una nuova oppia al
ompimento del se ondo mese. Ipotizziamo he le nuove oppie nate si omportino in
modo analogo e he quelle fertili, dal se ondo mese di vita in poi, diano alla lu e una
oppia di gli al mese. Si veri a allora he: dopo un mese una oppia di onigli sarà
fertile,dopodue mesi e nesarannodue di ui unasola fertile,nel meseseguente (terzo
mese dal momento iniziale) i saranno 2+1=3 oppie per hé solo la oppia fertile avrà
generato; di queste tre due saranno le oppie fertili, quindi nel mese seguente (quarto
Figura 1.1: Modello diMalthus odella res ita esponenziale.
della popolazione e le ondizioni di vita ui è sottoposta non sono
inuen-zate né da fattoriesterni, né dalla sua presenza). Nelle ondizioni des ritte,
la fertilità e la mortalità sono le uni he ause di variazione del numero di
individuidella spe ie esono aratteristi he ostantineltempo. Il numero di
nas ite e di morti nell'unitàdi tempo è dunque proporzionaleal numero di
individuipresenti; inaltre parole l'evoluzionediuna popolazioneèdes ritta
dalla seguenteequazione
dN(t)
dt
= βN(t)
− µN(t) = (β − µ)N(t)
(1.1) dove i parametriβ
≥ 0
eµ
≥ 0
, detti rispettivamente fertilità spe i a e mortalità spe i a, sono osì deniti:• β =
frazione dinuovi nati nell'unitàditempo,• µ =
frazionedi individui he muore nell'unitàdi tempo. Siottiene inquesto modoilmodello di Malthus in uiil parametroε = (β
− µ)
(1.2)è detto usualmente parametro di Malthus o potenziale biologi o della
popo-lazione. Assegnando l'arbitraria ondizione iniziale
N(0) = N
0
, l'evoluzio-ne della popolazione è perfettamente determinata. Risulta infatti obbedireall'equazione
La popolazione (Figura 1.1) è destinata all'estinzione nel aso in ui
ε < 0
oppure alla res ita illimitata seε > 0
. Perε = 0
inve e, la popolazione rimane ostante(i nati ompensanoi morti inegual misura).1.2.3 L'eetto logisti o: il modello di Verhulst
Il problema della dinami a delle popolazioni viene ripreso e approfondito
agliinizidelXIXse olodalmatemati obelgaPierreFrançoisVerhulst
(1804-1849). NelsuotestoNoteonthelawof populationgrowth del1838egli
propo-ne dimodi arel'equazione (1.1)pertener ontodelleinterazionire ipro he
degliindividuiall'internodella stessaspe ie. Leipotesifenomenologi he
for-mulate da Malthus, he hanno ondotto alla (1.1), non sono realisti he per
des rivere l'evoluzione di una popolazione omplessa in un intervallo esteso
ditempo. Infatti all'aumentaredella densità dellaspe ie, il tasso di res ita
diminuis ea ausa della ompetizionetragli individui. Inoltre l'habitat,
ol-tre adesseremodi atoda auseintrinse he,èsoggettoan he allevariazioni
he siveri ano all'internodellapopolazione(es. raggiungimentodiun erto
livellodidensità).
Verhulst, nell'equazione dalui proposta, modellizzò ime anismi intrinse i
Figura1.2: Modello diVerhulst o della res italogisti a.
alla popolazione ( ompetizione intraspe i a) he indu ono variazioni delle
ondizioni di vita delle spe ie. Egli aermò he, a ausa di tale
popolazioneprodu e una diminuzione di fertilitàed un aumento di
mortali-tà (eetto logisti o). Per tener onto di queste due lassi di fenomeni, egli
assunse la dipendenza lineare della fertilità e della mortalità dalnumero di
individui
N
della spe ie. Propose osì di sostituire i parametri della (1.1) on i seguentiβ[N] = β
− ˜
βN,
µ[N] = µ + ˜
µN
dove,
β
,β
˜
,µ
,µ
˜
, sono ostanti non negative. In questo modo il potenziale biologi o (1.2) assume lanuovaformaε[N] = β[N]
− µ[N] = ε
1
−
N
K
dove
ε
, potenziale biologi o intrinse o, eK
, apa ità portante dell'ambiente, sonoentrambipositivi. Ilmodello osìottenuto,dettologisti oodi Verhulst,èdes ritto dall'equazione
dN(t)
dt
= ε
1
−
N(t)
K
N(t)
(1.4) la ui soluzione èN(t) =
KN
0
N
0
+ (K
− N
0
)e
−εt
,
(1.5)e tende asintoti amentea
K
qualunque siail valore inizialeN(0) = N
0
6= 0
(Figura1.2). Glistudi diVerhulst introdusseronella dinami adellepopola-zione l'importante on etto di stato stazionario.
1.2.4 Relazioni intraspe i he: il modello di Volterra
L'interazione ( ompetitiva) all'interno della stessa spe ie, vista nel
model-lo pre edente, è solo un aspetto del più vasto fenomeno delle interazioni in
e ologia. In parti olare le interazioni ompetitive tra le diverse spe ie he
vivononella stessani hiae ologi a,ovvero he vivononello stessoambiente
e ompetonoperlestesse risorse, gio ano un ruolo fondamentale nella
dina-mi a delle popolazioni.
Ilprimomodello hetiene ontodiquesto aspettodelproblema,fu proposto
dal matemati o e si o italiano Vito Volterra (1860-1940) nel testo
Varia-zioni e uttuazioni del numero d'individui in spe ie animali onviventi del
1927. In questo suo lavoro troviamoenun iato per la prima volta il
prin i-pio di es lusione: duespe ie possono oesistereinun medesimoambientese
o upano ni hiee ologi he separate; qualoraqueste siano sovrapposte, una
Figura1.3: Prin ipio dies lusione ( aso
h
1
K
1
< h
2
K
2
).e ologi a in ompetizione per le stesse risorse. A livellomatemati o questa
forma di interazione si tradu e nel vin olare il tasso di res ita di ias una
spe ie all'altra. Siano
N
1
(t)
edN
2
(t)
ilnumero diindividui delle due spe ie e, supponendo he ognuna di esse in assenza dell'altrasi evolva se ondo unmodello logisti o, indi hiamo on
ε
1
eε
2
i rispettivi potenziali biologi i in-trinse i e onK
1
eK
2
lerispettive apa ità portanti. Se entrambe lespe ie o upano la stessa ni hia, il potenziale biologi o di ias una diminuis e alres ere delladensitàdell'altra( ompetitore). Ipotenzialibiologi idelledue
popolazioni sono allora
ε
1
[N
1
, N
2
] = ε
1
− γ
1
(h
1
N
1
+ h
2
N
2
)
ε
2
[N
1
, N
2
] = ε
2
− γ
2
(h
1
N
1
+ h
2
N
2
)
on
γ
1
,γ
2
,h
1
eh
2
ostanti non negative. Il parametroh
i
può essere inter-pretato ome una misuradell'o upazione dell'ambienteda partedi ias unindividuo della spe ie
i
-esima, in talmodoil termine(h
1
N
1
+ h
2
N
2
)
misura ilgrado omplessivo dio upazione,quandosono presentiN
1
individuidella prima spe ie edN
2
individui della se onda. Inoltreγ
misura l'eetto he l'o upazione hasulpotenzialebiologi odella spe iei
-esima.Arriviamo osìallaformulazione,perunmodello ompetitivo,delleequazioni
della dinami ase ondo l'idea di Volterra
dN
1
(t)
dt
=
h
ε
1
− γ
1
h
1
N
1
(t) + h
2
N
2
(t)
i
N
1
(t)
dN
2
(t)
dt
=
h
ε
2
− γ
2
h
1
N
1
(t) + h
2
N
2
(t)
i
N
2
(t)
(1.6)he, nel aso di una singola spe ie, si ridu e all'equazione di Verhulst (1.4)
dis ussanel paragrafopre edente.
Se, adesempio, perssare le idee poniamo 4
h
1
K
1
< h
2
K
2
(supremaziadellapopolazione`due'sulla`uno')edintegriamo
numeri amen-teil sistema(1.6) otteniamo le traiettorie delle soluzioniriportate inFigura
1.3.
Indipendentementedaldatoiniziale, omesievin ean hedaunostudio
ana-liti odelleequazioni,l'andamentodelsistemaè ompletamentedeterminato:
a antoa asiin uilapopolazione`uno' res enotevolmente,allaneil
me - anismodella ompetizione prevalea favore di una delle due spe ie (stando
all'esempiolanumero `due'). Arriviamo osìa enun iare`matemati amente'
ilprin ipiodi es lusione,dettoan he prin ipiodi Lotka-Volterra,denitoin
pre edenza: due spe ie distinte non possono o upare a lungo la stessa
ni - hiae ologi a, ne essariamenteuna delleduesiestingue mentre l'altratende
asaturarla[4,p46℄. Sinoti omel'es lusionevienedeterminatadalprodotto
tra apa ità dell'ambiente (
K
i
) e misura dell'o upazione della ni hia (h
i
) enon dall'uno odall'altro terminepresi separatamente.Per giusti are la oesistenza di spe ie diverse nella stessa ni hiae ologi a
dobbiamo introdurre un se ondo prin ipio fondamentale di interazione,
re-sponsabiledell'esistenzadios illazionipermanentinelnumerodiindividuidi
spe ie inrelazionetraloro. Dellostudiodiquesto modello, onos iuto on il
nomediLotka-Volterra, io uperemonelterzo apitolodelpresentelavoro.
1.3 Obiettivo e struttura della tesi
Con lapresentetesi vogliamo dunque dasi i esplorare l'ambito della
dina-mi a delle popolazioni. Come si è visto nei paragra pre edenti un ampo
di indagine sviluppato da se oli ma he, grazie all'avvento dei al olatori e
allanas itadellateoriadellereti,hasubitoinquesti ultimi inquant'anniun
notevoleimpulso. Inparti olare iòsu ui i on entriamoèla omprensione
del rapporto tra omplessità estabilità neisistemi e ologi i.
La questione, an ora oggi dibattuta e di grande interesse, fu introdotta da
Robert May [5℄ più di quarant'anni fa. Nel suo testo dal titolo eloquente
Satbility and omplexity in model e osystems del 1973 aerma: in general
mathemati almodelsof multispe ies ommunities, omplexitytendes tobeget
4
instability rather then stability (p 74). Una omplessità denita, ome
ve-dremonel orsodellatesi,dalprodottotranumerodispe ieinteragenti(
S
)e probabilitàdelle lorointerazioni(C
): if we ontrast simple few-spe ies ma-themati almodels with theanalogouslysimple multispe ies models,the latterare in generallessstablethenthe former(p75). Un'aermazione he las ia
sorpresisesipensa,an hesolointuitivamente,alla omplessitàdellerelazioni
tra le spe ie in natura ed alla lorostabilità e he sembra addirittura essere
smentita da osservazioni empiri he in ui e osistemi molto ri hi di spe ie,
ome adesempiole foreste tropi ali,sono stabili e resistentia perturbazioni
esterne. Lo stesso May al une righe dopo, a questo proposito, s rive: the
balan e of eviden e would seem to suggest that, in the real world, in reased
omplexity in usually asso iated with greather stability(p 75).
Alla lu e degli studi più re enti, indagheremo dunque questo rapporto
er- ando di apire: ome stabilità e omplessità sono tra loro orrelate in un
sistema e ologi o, quali ` ondizioni di omplessità' garantis ono la stabilità
e quali inve e la ompromettono e ome variano questi riteri (qualitativi e
quantitativi) a se onda del sistema studiato ovvero in relazione al tipo di
interazioni tra le spe ie. In parti olare nella soluzione dei sistemi
nonlinea-ri i on entreremo sullo studio della Community Matrix fa endo ri orso al
metodorisolutivodelle random matri es.
1.3.1 Struttura della tesi
Il presente lavoro si arti ola in inque apitoli. Nel apitolo se ondo, dopo
lapresente introduzione, ri hiamiamoi on etti e gli`strumenti'matemati i
prin ipali he useremo nella nostra trattazione. In parti olare presentiamo
in modo sinteti o lo studio della stabilità degli equilibri di un sistema
tra-mite la soluzione del problema agli autovalori, introdu iamo il on etto di
Community Matrix e del suo studio on metodi random. Nel terzo apitolo
approfondiamo l'analisi del sistema Lotka-Volterra ome modello
paradig-mati o distudio analiti odi una Community Matrix. Partendodal modello
lassi o a due spe ie preda-predatore, allarghiamo il nostro sguardo al
mo-delloa
2n
-spe ieperpoi on entrar isulle soluzionididuemodelliaspe iali simmetrie.Nelquarto apitolori aviamoi riteridistabilità pere osistemi omplessie
vediamo ome questa ambiain presenza di strutture reali delle reti e delle
weak intera tion. Inne, nelquinto apitolo, ra ogliamoi risultati ottenuti
e er hiamo di riesprimere, alla lu e dei lavori più re enti, il rapporto tra
Stabilità delle omunità
e ologi he
La denizione di stabilità di una omunità e ologi a he presentiamo è
mu-tuatadallostudiodeisistemidinami i[6, ap1℄. Perquesto motivo
introdu- iamo ora al uni on etti fondamentali on ernenti questo ambito diri er a
della matemati a.
2.1 Stabilità e autovalori
Dato un sistema autonomodi equazionedierenziale
˙
x
= f(x),
(2.1)per un assegnato ampo vettoriale 1
f
: R
n
→ R
n
, i punti
c
∈ R
n
-
orri-spondenti alle soluzioni ostanti della forma
x
(t) = c
dell'equazione (2.1) - si di ono punti di equilibrio o singolari del sistema e le soluzioni ad essiorrispondenti sono dette stazionarie.
Perturbiamo il sistema spostandolo (di po o) dal suo stato di equilibrio: si
allontanerà dal suo punto singolare senza più farvi ritorno o ritornerà,
do-po un erto tempo, in esso? In questo ontesto si inseris e la denizione di
stabilità (alla Ljapunov) di un punto singolare.
Denizione 2.1 (Punto di equilibrio stabile). Un punto di equilibrio di
˙
x
= f(x)
si di e stabile se per ogni intornoU
di esisteun intornoV
di , tale he ogni movimentox
(x
0
, t)
, on dato inizialex
0
inV
, resta inU
per ogni tempo.1
Lafunzione
f
: R
n
→ R
n
A parole possiamo dire he `si resta indenitamente vi ino a
c
pur di partireabbastanza vi ino' [6,p 12℄, ome mostratoin Figura2.1.Lo studio della stabilità dei punti di equilibrio risulta fa ile per sistemi
Figura2.1: Illustrazionedella denizionedi stabilità.
lineari(omogenei a oe ienti ostanti)in
R
n
della forma˙
x
= Ax
(2.2) onx
∈ R
n
eA
matri e ostanten
× n
. Nel aso di generi i sistemi nonlineari inR
n
, di ili da studiare, i si può
ri ondurre allaforma(2.2),qualora il ampovettoriale f possieda un punto
singolare , eseguendouno sviluppodiTaylor attornoallasingolarità. Posto
infatti
x
= c + ξ
, on˙x = ˙
ξ
, e ri ordando hef
(c) = 0
, si ottiene˙
ξ
= Aξ + O(
kξk
2
)
(2.3)on
A
matri e ja obiana di f valutata nel punto singolare , i ui elementi sonoa
ij
=
∂f
i
∂x
j
(c).
(2.4)Il sistema lineare (2.2) si ottiene tras urando i termini di se ondo ordine
nella (2.3), dove abbiamo eettuato il ambio di variabile da
ξ
ax
. Tale sistema, onA
datadalla (2.4), èdetto equazione alle variazioni per l'equa-zionex
˙
= f(x)
, relativa allasoluzione parti olarex
= c
.Cer hiamo orasoluzioniparti olarifattorizzate della forma
x
(t) = τ (t)u
onu
∈ R
n
ostante. La loroparti olarità onsiste nel fatto he le omponenti dix
evolvono on la stessa legge temporale, mantenendo la soluzionex
(t)
x
(t)
siaidenti amente nulla, allorax
(t)
non si annullamai 2e osì
τ (t)
. Per lalinearitàdiA
valeAτ (t)u = τ (t)Au
ed an ora,perlalinearità dell'opera-tore derivazione, valean hed
dt
(τ (t)u) = ˙τ (t)u
; dunque per(2.2) deve essere˙τ (t)u = τ (t)Au
. iò si rende possibile se e solo se i vettoriu
eAu
sono paralleli,ovvero se3
Au = λu
(2.5)on
λ
opportunonumeroreale. La(2.5)èdettaequazione agliautovalori per l'operatore lineareA
,u
si di e autovettore eλ
l'autovalore orrispondente. Per ogni autovaloreλ
, l'evoluzionetemporale del fattoreτ (t)
si ottiene dal-l'integrazione di˙τ (t) = λτ (t)
e si ha:τ (t) = Ce
λt
, on
C = τ (0)
ostante arbitraria.Proposizione 2.1. Per l'equazione lineare
x
˙
= Ax
si hanno soluzioni par-ti olari fattorizzate della formax
(t) = Ce
λt
u
in orrispondenza di ogni autovettore
u
diA
, essendoλ
il orrispettivo au-tovalore.Il pro edimentoseguito ondu e allasoluzione generale dell'equazione
li-neare (2.2) nel aso in uila matri e
A
ammettan
autovettori linearmente indipendenti, ovvero se glin
autovalori, soluzioni dell'equazione algebri adet(A
− λI) = 0
digradon
, sonodistinti. DoveI
èlamatri eidentitàn
× n
.2.1.1 Classi azione dei punti singolari nel piano
Proseguiamo ora la trattazione restringendo i al aso
n = 2
ed an ora alla generi a situazione in ui0
6= λ
1
6= λ
2
6= 0
. Generalizzeremo nel prossimo paragrafo,ina ordo on lenalitàdelnostrostudio,irisultatiquiottenuti.Nel aso sempli ato s elto abbiamo
det(A)
6= 0
ed inoltrei due autovetto-riu
(1)
e
u
(2)
sono linearmente indipendenti. Autovettori e autovalori sono
in generale omplessi ma, poi hé in dinami a delle popolazioni lavoriamo
on matri i reali, solo due sono i asi possibili: 1)
λ
1
, λ
2
reali o 2)λ
1
, λ
2
omplesso- oniugati.2
Se
x
(t)
ènullain unistanteènullasempre. 3Dividendo per
τ (t)
6= 0
si haAu =
˙
τ(t)
τ(t)
u
, e dunque, poi hé il primo membro è indipendente daltempo,seguene essariamente heil rapporto˙
τ(t)
1) Autovalori
λ
1
, λ
2
realiIn questo aso an he gliautovettori
u
(1)
e
u
(2)
possono essere presi realie la
soluzione generale (reale) può s riversi nella forma
x
(t) = C
1
e
λ
1
t
u
(1)
+ C
2
e
λ
2
t
u
(2)
on
C
1
, C
2
∈ R
ostantiarbitrarie. A se onda deisegni diλ
1
, λ
2
sihannotreFigura2.2: Il aso degli autovalorireali.
sotto asi (Figura 2.2):
(i) se
λ
1
< λ
2
< 0
, tutte le soluzioni tendono all'origine pert
→ +∞
. Il punto riti o sidi e nodo stabile.(ii) Seall'opposto
0 < λ
1
< λ
2
,tuttelesoluzioni onvergonoall'originepert
→ −∞
(provengono ioè dall'origine). Il punto riti o si di e nodo instabile.(iii) Innese
λ
1
< 0 < λ
2
,sihannoduesoluzioniparti olari( orrispondenti aC
1
= 0
eaC
2
= 0
) he onvergono all'origine(rispettivamentelungo la retta diu
(2)
per
t
→ −∞
e lungo la retta diu
(1)
per
t
→ +∞
). Tutte lealtre soluzionidivergonoa ostandosi asintoti amenteall'unaoall'altra retta. Il punto riti osi di e sella o olle.
2) Autovalori
λ
1
, λ
2
omplesso- oniugati Denotiamoλ
1
= λ
eu
(1)
= u
. Di onseguenza si ha
λ
2
= ¯
λ
( omplesso oniugatodiλ
)e, oniugando l'equazioneAu = λu
,segue(poi héA
è reale)u
(2)
= ¯
u
( omplesso oniugato diu
). In analogia al aso pre edente la soluzione generale omplessa può s riversi nella formaon
C, D
∈ C
( he diviene reale perC = ¯
D
) ostanti arbitrarie. De ompo-nendo ilvettore u ed il numeroλ
inparti reali ed immaginarieu
= v + iw
eλ = α + iω
onv
, w
∈ R
2
e
α, ω
∈ R
es rivendoC
in formaesponenzialeC = ρe
iϕ
dalla(2.6),mettendoinevidenzai oe ientidivew,siottienel'espressione
x
(t) = 2ρe
αt
h
cos(ωt + ϕ)v
− sin(ωt + ϕ)w
i
nella quale ompaiono soloquantitàreali.
Sihanno pertantoan ora tre sotto asi (Figura2.3):
Figura2.3: Il aso degli autovalori omplesso- oniugati.
(iv)
Re[λ] = α = 0
: intal asoilmotoèperiodi o,letraiettoriesonoellissi. Il punto riti o èdetto entro4
.
(v)
Re[λ] = α < 0
: intal asoilmoto onverge aspiraleversol'originepert
→ +∞
. Il punto riti oè detto fuo o stabile.(vi)
Re[λ] = α > 0
: intal asoilmoto onverge aspiraleversol'originepert
→ −∞
. Il punto riti oè detto fuo o instabile.Ra ogliamo quanton qui dimostratoevidenziando iò he più i
servi-rà nel orso della tesi: la stabilità sia nel primo aso he nel se ondo si ha
se l'autovalore, o almeno la sua parte reale, è minore di zero. Questa è la
ondizionedistabilitàa uifaremoriferimentonelproseguodelnostrostudio.
4
2.1.2 Il problema in
R
n
ed il aso nonlineare
Sela lassi azionedeipuntisingolaridelsistemarisultapiuttostosempli e,
ome si è visto, in
R
2
, si ompli a inve e al res ere della dimensione dello
spazio delle fasi. Risulta essere an ora sempli e il solo aso in ui la
ma-tri e
A
ammette autovaloriλ
1
, . . . , λ
n
distinti e tutti non nulli. Come nel aso bidimensionale,an he inR
n
gliautovalorio sono reali osono in oppie
omplesso- oniugate. A noibastasapere he leproprietàenun iatenel
para-grafopre edente sitrasportano senza variazioneai sistemi
R
n
, ome mostra
laproposizioneseguente[6, p31℄.
Proposizione2.2(Stabilitàin
R
n
). Si onsideril'equazionelineare
x
˙
= Ax
inR
n
. Setuttigliautovaloridi
A
hannoparterealenegativa(positiva),allora il punto di equilibrio è asintoti amente stabile per tempi positivi (negativi).Se almeno uno degli autovalori ha parte reale positiva (negativa), allora il
punto di equilibrio è instabile per tutti i tempi positivi (negativi).
Daultimoa enniamoalproblemadistabilireil omportamento
qualita-tivo dei sistemi nonlineari prossimi a quelli lineari nelle vi inanze dei punti
singolari,ovvero lo almente. Posto il fatto he non è garantitala
orrispon-denza del omportamento dell'equazione nonlineare
x
˙
= f(x)
e quellodella relativa equazione alle variazionix
˙
= Ax
, tuttavia si può dimostrare he, nei asi onsiderati nella proposizione pre edente, le proprietà di stabilitàdel problema nonlineare oin idono on quelle del orrispondente problema
lineare. Pre isamentesi ha he [6,p 31℄
Proposizione 2.3 (Stabilità per sistemi nonlineari). Si onsiderino
l'equa-zione nonlineare
x
˙
= f(x)
inR
n
, e la orrispondente equazione linearizzata
˙
x
= Ax
relativa ad un punto singolare . Allora, se tutti gli autovalori diA
hanno parte realenegativa (positiva), è asintoti amente stabile per tem-pi positivi (negativi); se uno almeno degli autovalori ha parte reale positiva(negativa), è instabile per tempi positivi (negativi).
Dunque an he per il aso nonlineare in
R
n
possiamo adottare lo stesso
riteriodi stabilitàenun iato nelparagrafopre edente.
2.2 Appli azione ai sistemi e ologi i:
la Community Matrix
Appli hiamo quanto visto nora alla dinami adelle popolazioni [5, p 20ss℄.
siste-Supponiamo he la dinami a di un sistema a molte spe ie sia data dalle
S
equazionidN
i
(t)
dt
= F
i
N
1
(t), N
2
(t), . . . , N
S
(t)
(2.7)dove
N
i
(t)
è il numero di individui dellai
-esima spe ie al tempot
. La loro res ita (o de res ita) è data da una funzione nonlineareF
i
he des rive le interazionitralepopolazionistesse. L'equilibrioN
∗
i
dellai
-esimapopolazione si ottieneponendo azero la rispettivaderivata temporale (ovvero il tasso dires ita/de res ita)
0 = F
i
(N
1
∗
, N
2
∗
, . . . , N
S
∗
).
Per apire la natura dell'equilibro trovato, ri orriamo alla teoria delle
per-turbazionivistainpre edenza. Espandiamo ias una spe ieattorno
all'equi-librio
N
i
(t) = N
i
∗
+ x
i
(t),
(2.8) onx
i
pi ola perturbazione iniziale dellai
-esima popolazione. Sostituia-mo la (2.8) nella (2.7) e la sviluppiamo in serie di Taylor, tras urando itermini di ordine superiore al se ondo. Otteniamo osì un'equazione
linea-rizzata he des rivela dinami adella variazionedella popolazione neipressi
dell'equilibrio
dx
i
(t)
dt
=
S
X
j=1
a
ij
x
j
(t).
(2.9)In formavettoriale ompatta s riviamo
dx(t)
dt
= Ax(t)
dove
A
èpropriolaCMdenitainpre edenza. Inessa ias unterminea
ij
de-s rivel'eettodellaspe iej
-esimasullaspe iei
-esimaneipressiall'equilibrio. Cias un elementodi matri eè dellaformaa
ij
=
∂F
i
∂N
j
N
∗
.
(2.10)L'insieme delle soluzioni per il sistema di equazioni dierenziali (2.9) può
essere s ritto nellaforma
x
i
(t) =
S
X
j=1
C
ij
exp(λ
j
t),
(2.11)dove
C
ij
è una ostante legata ai dati iniziali e la dipendenza tempora-le è fattorizzata nell'esponenziale. LeS
ostantiλ
j
, onj = 1, 2, . . . , S
,he aratterizzano l'andamentotemporale delsistema sonoi suoi autovalori. Sostituendola (2.11) in(2.9) si ottenere
λx
i
(t) =
S
X
j=1
a
ij
x
j
(t)
o,in formamatri iale,(A
− λI)x(t) = 0
on
I
matri eunitariaS
× S
. Questoinsiemediequazionipresentasoluzioni non banali see solose ildeterminate siazzeradet(A
− λI) = 0.
Si ottengono osì polinomi di grado
S
inλ
he determinano il valore degli autovalori diA
. Questi possono essere numeri omplessi s ritti, nella for-mapiù generale, omeλ = ζ + iξ
. Sostituendoli nella (2.11), la parte realeζ
produ e, a se onda del segno, una res ita o una de res ita esponenziale mentre la parte immaginariaξ
produ e le os illazioni sinusoidali. Appare evidente he le perturbazioni all'equilibrio si spengono nel tempo se, e solose, tutti gli autovalori
λ
hanno parte reale negativa. Se an he uno solo ha partereale positiva,l'esponenziale res esemprepiù neltempoel'equilibriorisultainstabile. Se unoo più autovalorisono immaginaripuri (ed irestanti
hannopartereale negativa)siamo nel aso parti olare dellaneutralstability.
Ritroviamo osì quanto già aermato in pre edenza: una ongurazione di
equilibrio nel sistema a molte spe ie sarà stabile lo almente se, e solo se,
tutti gli autovalori della CM gia iono nel semipiano sinistro (negativo) dei
numeri omplessi. Nulla inve e possiamo dire sulla stabilità dell'equilibrio
se i sono uno o più autovalori on parte reale positiva. In questo aso
pos-siamo soloaermare he il sistemanon haun puntodi equilibrio stabile: la
perturbazioneinizialmente res e ma, per onos erne l'evoluzione,si devono
studiarei terminidi ordinesuperiore al se ondo, almomentotras urati.
In ambito e ologi ola CM ontiene indirettamente(o direttamentenel aso
diunadinami alineare)l'eettodelleinterazionitralespe iesull'evoluzione
del sistema. Essa ra hiude informazionisia sulla `biologia' he sulla
`dina-mi a' del sistema [5, p 21℄: i suoi autovalori infatti ne rivelano la stabilità
o l'instabilità. Nel aso lineare il generi o termine
a
ij
des rive esattamente l'eetto della spe iej
-esima sulla popolazione della spe iei
-esima. Nel aso nonlineareinve ea
ij
des rive taliproprietà solovi inoalpuntodiequilibrio. Inoltre iltipodi interazione (mutualisti o, preda-predatore, ompetitivo...)maniera diretta (o indiretta nel aso nonlineare) l'interazione (links) tra le
varie spe ie(nodi)delsistema. L'utilizzodistrumentimatemati isviluppati
nell'ambito della teoria delle reti omplesse risulteràdunque digrande
utili-tà per la soluzione del nostro problema. Inoltre il fatto he l'intensità delle
interazioni èdi ilmentemisurabile ispinge prima (prossimoparagrafo) a
studiare dei riteri qualitativi della stabilità del sistema indipendentemente
dal valore delle interazioni. In se ondo luogo (paragrafo seguente) vedremo
ome tale di oltà suggeris a l'utilizzo di matri i random per modellizzare
leCM di sistemie ologi ia molte spe ie.
2.2.1 Studio qualitativo della CM
In tutta generalità, possiamo aermare he la CM i dà informazioni sul
segno delle interazioni esistenti tra le spe ie in una omunità. Odum [7℄
per primo, nel suo lavoro Fundamentals of e ology del1953, le lassi ònel
modoseguente: sel'eetto della
j
-esimaspe ie sullai
-esima fa aumentare il rate di res ita di quest'ultima allora alla orrispondente entrata della CMè asso iato un segno `
+
'. Contrariamente, se lo fa de res ere, si assegna un `−
' allarispettivaentrata. Inne se la spe iej
non ha eetto sulla spe iei
, l'entrata èzero.Così per le oppie degli elementi dimatri e
a
ij
ea
ji
possiamo ostruire una tabella he ontiene tutte le possibile interazioni (Tabella 2.1). A parte il+ 0
−
+ ++ +0 +
−
0 0+ 00 0
−
− −
0−
0−−
Tabella 2.1: Latabelladeisegni diOdum.
aso di non interazione (
00
), inque distinte ategorie esauris ono tutte le ombinazioniesistenti: ommensalism (+0
), amensalism (−0
), mutualism o symbiosis (++
), ompetition (−−
) epredator-prey (+
−
).Apres inderedalpre isovalorenumeri o heognielementopuòassumere, i
hiediamosee osapossiamodiredellastabilitàdiunsistema onos endosolo
il segno (
+,
−, 0
) delle sue interazioni(e non il lorovalore): lostudio an he soloqualitativodellaCM, fornis eimportantiinformazionisulla stabilitàdelSi parla di stabilità qualitativa 5
di un sistema quando questa si determina
a pres indere dall'intensitàdi ias una interazione. Nel ampo dell'e ologia
questoaspettodiri er arisultafondamentaleladdove, omenell'ambitodelle
food web, non sempre si può risalire alle quantitàimpli ate nelle interazioni
masoloai segni deldiagramma.
Quirk e Ruppert [8℄, in un lavoro del 1965, enun iarono i riteri ne essari e
su ienti an hé una matri e
A
,S
× S
di elementia
ij
, possa onsiderarsi qualitativamente stabile:1.
a
ii
≤ 0
, pertutti glii
.Questo primo riterio ri hiede he, all'interno di una stessa spe ie, le
interazioninon produ anofeedba k positivi destabilizzanti.
2.
a
ii
6= 0
,almeno peruni
.All'interno della stessa spe ie, si hiede he almeno una popolazione
dell'intera omunità manifestiun eetto auto-stabilizzante.
3.
a
ij
a
ji
≤ 0
,per tutti glii
6= j
.Leinterazionipuramentemutualisti he (
++
)e ompetitive(−−
) on-tribuis ononegativamente allastabilitàdelsistema.4. Per ogni sequenza di tre o più indi i
i, j, k, . . . , q, r
( oni
6= j 6= k 6=
. . .
6= q 6= r
),ilprodottoa
ij
a
jk
. . . a
qr
a
ri
siazero. An hei` ir oli hiusi' ontribuis ono negativamentealla stabilitàdelsistema.5.
det(A)
6= 0
.Si ri hiede he la matri e
A
sia non-singolare an hé il sistema non sia sotto determinato. Ovvero il numero delle popolazioni non devesuperare quello delle equazioni.
Se questi riteri non sono rispettati, nulla possiamo dire sulla stabilità del
sistema: lamatri eèstabileoinstabilease onda deivalorinumeri iassunti
da ias uno dei suoi elementi.
Primadipresentareun sempli e asodistudio,soermiamo isul`terzo
rite-rio'. Sostanzialmenteesso aerma heleinterazioni ommensal (
0+
), amen-sal (0
−
)edingeneralepreda-predatore(−+
)sono onsistenti olprin ipiodi `stabilità qualitativa' mentre relazioni simbioti he, siano esse mutualisti he(
++
) o ompetitive (−−
), non lo sono. In altre parole un sistema preda-predatore è qualitativamente più stabile di uno ompetitivo o mutualisti o[9℄.
Perillustrareilfunzionamentodeisuddetti riteriqualitativi, prendiamo
ome esempioil aso studiato daHubble [10℄ e s hematizzato inFigura2.4.
Egli trovò he un siatto sistema era instabile, ma vide he poteva essere
Figura2.4: Rappresentazione s hemati a di una rete atre livelli.
stabilizzato tagliandouno dei seguenti legami: o tra 2e 3o tra3 e 1.
Sup-ponendo he i tre livelli presentino ias uno un feedba k negativo (
a
ii
=
−1
, oni = 1, 2, 3
)allorointerno,alloralaCMperquestosistemahalaseguente struttura 6A
1
=
− − −
+
− −
+ +
−
.
Con evidenza la matri enon soddisfa la ondizione 4) e dunque non è
qua-litativamentestabile. Tuttavia se rimuoviamoil linktra illivello3 e 1 (oin
alternativatrail livello2e 3),la CM sisempli a e assume laforma
A
2
=
− − 0
+
− −
0 +
−
.
Lamatri e osìottenutasoddisfatuttii riteridistabilitàenun iatiedunque
è qualitativamentestabile.
Il presenteesempio, oltrea mostrareil`funzionamento'della CM, ripropone
an helatesi da uisiamopartiti: unaretesempli e, onun numeroinferiore
diinterazioni, èpiù stabile di una omplessa.
6
2.2.2 Appro io on matri i random
Riassumendoquanto vistonora possiamoaermare he lo studiodella
sta-bilitàdiunsistemasiridu eallasoluzionedelproblemaagliautovaloriperla
CM. Questo ipermettedirestringereil nostro ampodiindagine, evitando
dirisolvere le equazionidierenziali he ne determinano la dinami a. È
im-portanteri ordare he lamatri e inquestione èdeterminata, oltre he dalla
dinami a del sistema, an he dalla sua biologia: ontiene infatti le relazioni
tra le varie spe ie. Inoltre, nel paragrafo pre edente, abbiamo visto ome
possa essere appro iataan he `solo' qualitativamente.
Ma il vero obiettivo è studiare sistemi dove
S
, numero totale delle spe ie, è molto grande e l'intensità dell'interazione diversi ata tra spe ie e spe ie.Comesi ostruis e unamatri e osì aratterizzatae omepuò essererisolta?
GardnereAshby [11℄, attornoaglianni `70, studiaronola stabilitàdigrandi
sistemi omplessii uielementierano onnessi inmodorandom. Essividero,
on elaborazioni fatte al omputer a 4, 7 e 10 variabili, he questi sistemi
risultavano stabili no ad un livello ` riti o' di onnettività, oltre il quale
diventanoimprovvisamenteinstabili. Quasi sifosseinpresenzadiuna
`tran-sizionedi fase'(Figura 2.5).
Studiamo dunquela stabilitàdelle CM on un appro io random. Siadato
Figura2.5: Variazionedella stabilità alvariare della onnettività.
un sistema a
S
spe ie, on self-intera tion negative. Stabiliamo una s ala deitempiunitaria. Deniamo osì univo amenteilvaloredegli elementiinterazioni. Deniamola onnettività
C
omeprobabilitàdi ias una oppia di elementi di entrare in relazione: essa esprime la per entuale di elementidiversi da zero nella matri e o, equivalentemente, il rapporto tra i link
esi-stenti nella rete e quellipossibili. Dunque una parte degli elementi
a
ij
della matri e, he potrebbero a endersi al momento dell'interazione, non lofan-no: essi on probabilità
1
− C
rimangono zero. Il valoredei rimanentiviene preso dauna qual he distribuzionestatisti ae assumiamo he possanoesse-re, onugualprobabilità,positivionegativi. Peresempioprendiamo ias un
elementodellamatri edauna distribuzione statisti a onvalor medio zero e
s arto quadrati o medio
σ
2
. Consideriamo
σ
omel'espressionediunaspe ie di`forza mediadiinterazione' il uivalormedio-persempli ità-può esserepensato omune a tutte le interazioni. Abbiamo osì ostruito un ensemble
di matri i random a media zero e on standard deviation
σ
. È importante notare omeinquestoappro iola` asualità'entraingio osolo omes eltainiziale degli elementi
a
ij
he vanno a denire, di volta in volta, il parti o-lare modello studiato. Lo studio poi della stabilità, inteso ome soluzionedel problema agli autovalori, è strettamente deterministi o. In a ordo on
quanto già pre edentemente aermato il sistema di matri e
A
è stabile se -e solo se - gli autovalori diA
hanno parte reale negativa.Dato un sistema on un numero ssato
S
di spe ie, onnettivitàC
e forza media di interazioneσ
, i hiediamo, qualesia la probabilitàP (S, C, σ)
he una parti olare matri e, tratta dall'ensemble, orrisponda ad una omunitàstabile.
Per
S
grandi, servendo i di te ni he analiti he sviluppate per lo studio di grandi matri i random (Appendi e III), possiamo aermare [12℄ he la CMsarà quasi ertamente 7
stabile
P (S, C, σ)
→ 1
perσ(SC)
1/2
< 1
(2.12)
e quasi ertamente instabile
P (S, C, σ)
→ 0
perσ(SC)
1/2
> 1.
(2.13)
La aratteristi aprin ipale dei risultatiottenutipergrandi sistemi (
S
≫ 1
) è he la sharp transition da un andamento stabile (2.12) ad uno instabile7
In teoriadella probabilità, si di e heun evento a ade quasi ertamente se a ade
onprobabilità uguale a uno. La dierenza tra un evento quasi erto e uno erto è la
stessadierenzatraunevento hea ade onprobabilitàunoeuno hea adesempre. Se
uneventoè ertoalloraa adràsempreenessunrisultatoall'infuoridiquestoeventopuò
maia adere;seuneventoèquasi erto allorairisultatiall'infuoridi questoeventosono
(2.13) si ha quando uno dei tre parametri (
S
,C
oσ
) in gio o supera un valore riti o.Insintesiquestiensemble dimatri irandom moltogenerali, he
rappresenta-noreti e ologi he (opiù orrettamenteCM) on interazionimiste,mostrano
laseguenteproprietà: all'aumentaredella omplessità 8
, denita omeil
pro-dotto trail numero dispe ie
S
e la onnettivitàC
, avviene una transizione tra una fase in ui il sistema è stabile ad una in ui è instabile. Questatransizione è tanto più velo e quanto più il sistema e ologi o è biodiverso
(
S
grande) o onnesso (C
grande), ed il valore riti o di omplessità he dà questa transizione èdeterminato dall'equazioneσ(SC)
1/2
= 1
.
Con riferimentoalla diseguaglianza(2.12), on ludiamo osservando he due
dierenti sistemi on forza media di interazione rispettivamente
σ
1
eσ
2
e onnettivitàC
1
eC
2
hanno un arattere distabilitàsimile seσ
1
2
C
1
≃ σ
2
2
C
2
.
Altrimenti detto una rete è stabile se le spe ie he interagis ono on molte
altre (
C
grande) lo fanno debolmente (σ
pi olo) oppure, vi eversa, quelle he interagis onofortementelo fanno on po he.8
Il modello Lotka-Volterra
In questo apitolo presentiamo il modello onos iuto on il nome di
Lotka-Volterra 1
[13℄ e [14℄: esso des rivere una dinami a di tipo preda-predatore
(
−+
) tra due o più spe ie. Se per un sistema a due spe ie è possibile deli-nearel'interatopologianonlineare dello`spazio dellefasi'(nel qualeilpuntorappresentaun possibilestatodelsistema)e osìeettuareun'analisiglobale
ir a lasua stabilità, onl'aumentaredelnumero dellespe ie questa te ni a
analiti a di soluzione delle equazioni non è appli abile. Ma, ome
presente-remonei paragra su essivi,sipossono ugualmentestudiareanaliti amente
al uni asi multi-spe ie on matri ia spe iali simmetrie.
3.1 Il modello Lotka-Volterra
Il modello Lotka-Volterra ostituis e la più sempli e ed essenziale
rappre-sentazione di una dinami a preda-predatore (da ora in poi p-P) a res ita
ontinua. Nell'interazione nonlineare p-P tra le due spe ie una (la preda)
ostituis e il ibodell'altra(il predatore) [6℄e[5, ap 3℄.
Dette
H(t)
(herbivore or pray) eP (t)
(predator) rispettivamente le po-polazioni delle prede e dei predatori al tempot
, le equazioni del sistema sono
dH(t)
dt
=
h
a
− αP (t)
i
H(t)
dP (t)
dt
=
h
− b + βH(t)
i
P (t)
(3.1) 1on
a
,α
,b
eβ
ostanti non negative. I parametria
eα
fanno riferimento rispettivamente al tasso di res ita2
e de res ita delle prede, mentre i
para-metri
β
eb
fanno riferimentoa quellideipredatori 3. La fortunadelmodello
èdovutaalfatto he, nonostantel'estrema sempli itàed illimitatorealismo,
riprodu efedelmente leproprietà di stabilitàdiuna vasta lassedi sistemi 4
.
Nel aso
α = β = 0
(assenzadiinterazione)ledueequazionisono indipenden-ti e si hanno soluzioni della formaH(t) = D exp(at)
( res ita esponenziale delle prede) eP (t) = F exp(
−bt)
(de res ita esponenziale dei predatori): le prede(ipes i5
pi oli)sinutronodelmaterialeadisposizionenelmaree
re-s onoindenitamente,mentreipredatori(ipes i grossi), he possono ibarsi
solodei pes i pi olie non delmaterialedisperso nel mare,muoiono.
All'a endersi dell'interazione (
α, β
6= 0
) le prede sono mangiate dai pre-datori ed il tasso di res ita diP (t)
, perH(t)
abbastanza grande, diventa positivo, mentre, perP (t)
abbastanza grande, diventa negativo il tasso di res itadiH(t)
(ilprodottoH(t)P (t)
,interminidiinterazione, orrisponde adun eetto proporzionalealla probabilità di in ontro). Si vede subito heesistono due soluzioni parti olari stazionarie, pre isamente la soluzione
ba-nale
H
∗
= P
∗
= 0
(morte),maan he lasoluzione più interessante
H
∗
= b/β
e
P
∗
= a/α
(vita).
L'analisi degli autovalori della CM i permette di studiare il arattere di
stabilità del sistema (3.1) per i suoi punti di equilibrio
(H
∗
, P
∗
)
. Essa, in
a ordo on la (2.10),ha laforma
2
× 2
A =
a
− αP (t)
−αH(t)
βP (t)
−b + βH(t)
H
∗
,P
∗
.
I aso:H
∗
= b/β
eP
∗
= a/α
.Gli autovaloriin questo aso sono la oppia omplessa oniugata di numeri
immaginaripuri
λ
H,P
=
±i(ab)
1/2
.
Poi hé entrambi gli autovalori hanno parte reale nulla (Figura 2.3), siamo
nel aso della neutral stability ovvero, se spostato dall'equilibrio,il sistema
nonsi omporta néinmodostabile (tornaalpunto dipartenza)né instabile
(laperturbazione res eall'innito),maos illaattornoalvalorediequilibrio
delle popolazioni(Figura3.1).
2
Lepredeinfatti,in assenzadi predatori,si sviluppano onunpotenziale biologi odi
tipomalthussiano.
3
Ipredatori,inassenzadiprede,siestinguono onunpotenzialebiologi omalthussiano.
4
Ciò heè ontenutonelleparentesiquadredella(3.1) orrispondealprim'ordinedello
sviluppo,attornoadunpuntodiequilibrio, diunavasta lassedi modellipiùgenerali.
II aso:
H
∗
= P
∗
= 0
.
Contrariamentea quantoappenavisto,questa soluzione èinstabile 6
(Figura
2.2)inquantoseintrodu iamounapredanelsistema heharaggiunto
l'estin-zione essa si riprodu e, aumentandone la popolazione, se ondo una res ita
malthussiana(Figura3.1).
Figura 3.1: Ritratto in fase per il sistema Lotka-Volterra. A sinistra gura
`amano', adestra gura ottenuta medianteintegrazione numeri a
(a = α =
b = β = 1)
.In altre parole ladinami a os illaattorno alpunto diequilibrio di
oesi-stenza trovato, on massimi e minimi su edentesi per
H(t)
eP (t)
tra loro sfasati(Figura3.2).Figura3.2: Andamento neltempodi
H(t)
eP (t)
. 63.1.1 Il aso
2n
-spe ieEstendiamoquantovistonoraal aso
2n
-spe ie,ovverostudiamounsistema an
-predatori onP
i
(t)
popolazionedell'i
-esima spe ie (i = 1, 2, . . . , n
) en
-prede on popolazioneH
i
(t)
. Le equazioni analoghe alla (3.1) per questo aso sono
dH
i
(t)
dt
=
h
a
i
−
P
n
j=1
α
ij
P
j
(t)
i
H
i
(t)
dP
i
(t)
dt
=
h
−b
i
+
P
n
j=1
β
ij
H
j
(t)
i
P
i
(t)
(3.2)on tutti i parametripositivi, ome vistoin pre edenza.
L'equilibrio
P
∗
i
deglin
-predatori,oltreallasoluzione banale(instabile)P
∗
=
H
∗
= 0
,sitrovaeguagliandoazeroilterminetraparentesiquadrenellaprima rigadella (3.2). Il sistema dellen
-equazioni lineari asso iate può essere osì s rittonella forma ompattaαP
∗
= a
(3.3)on
α
matri en
×n
dielementiα
ij
,P
∗
e
a
vettori olonna. Allostessomodo, perl'equilibrioH
∗
i
delleprede, valeβH
∗
= b.
(3.4)L'uni arestrizione a uivasoggetto ilnostro modelloè he i oe ienti he
ompaiono in (3.3) e (3.4) diano risultati positivi per tutte le popolazioni
all'equilibrio(feasibility ondition).
Comein pre edenza, in a ordo on (2.10), si ottieneuna CM he inquesto
aso hala formadiuna matri ea blo hi
2n
× 2n
A =
0
−α
∗
β
∗
0
.
(3.5)I due blo hi diagonali rappresentano le interazioni all'interno delle singole
spe ie (per il modello ostruito sono matri i nulle), mentre
α
∗
e
β
∗
sono le
matri i
n
× n
on elementi rispettivamenteα
∗
ij
= H
i
∗
α
ij
eβ
∗
ij
= P
∗
i
β
ij
.
I
2n
autovaloridellamatri e (3.5) ompaiono inn
- oppie ias una avente la forma[5,p 45℄λ
1
= ζ + iξ
eλ
2
=
−ζ − iξ.
3.2. MODELLI A
2N
-SPECIE CON SIMMETRIE SPECIALI 29 hanno parte reale nulla, ri adiamo osì nel aso visto in pre edenza dellaneutral stability (Figura3.3). Oppure almeno uno ha parte reale positiva e
siamonell'instabilità(Figura3.4). Ilsistema
n
-predeen
-predatoridunqueal megliohalastesse proprietàdi stabilitàdel orrispondetemodellop-Ped ingeneraleilmodelloamoltespe ieèinstabilepiuttosto he os illante. An ora
una volta i troviamo di fronte ad un aso in ui la omplessità diminuis e
lastabilità.
Figura 3.3: Caso 2p-2P, autovalori on parte reale nulla: os illazione nelle
prede. Si noti ome l'ampiezza delle os illazione aumenta rispetto al aso
p-P,inoltrelapresenza didue frequenze dios illazione ompli ail tra iato.
3.2 Modelli a
2n
-spe ie on simmetrie spe iali Inquestasezionestudiamodue asidelmodelloLotka-Volterraamoltespe ieon simmetrie spe iali he i permettono di fare onsiderazioni analiti he
sugli autovaloridella CM. Prima dipro edere generalizziamola forma delle
Figura 3.4: Caso 2p-2P, autovalori on parte reale non nulla: os illazione
nelleprede. Sinoti omeuna spe ie tendea`sparire' el'altraad`esplodere'.
neiqualiladinami adelle
S
spe ie interagentièdes ritta daequazioni delle formadN
i
(t)
dt
=
h
G
i
(N
1
, N
2
, . . . , N
j
, . . . , N
S
)
j6=i
i
F
i
(N
i
).
(3.6)Ovvero il tasso di res itadella
i
-esima spe ie non dipende dalle interazioni all'interno della spe ie stessa e osì può essere fattorizzato7
. Assumiamo
inoltre he gli
S
equilibri (diversi da zero) delle popolazioni si ottengono risolvendo l'equazioneG
i
= 0
. Si vede fa ilmente he le (3.2) sono un aso parti olare della più generale (3.6) onF (N)
≡ N
eG
lineare. Come visto nelparagrafopre edente, leperturbazioninella(3.6) ondu onoalmeglioadun omportamentopuramenteos illatorio 8
, mapiù ingenerale l'equilibrio è
instabileedil sistematendeasempli arsi,permezzo dell'`espulsione' delle
spe ie, alne di raggiungere lastabilità [15℄.
7
Questa assunzione impli a in fatto he gli elementi diagonali della CM siano tutti
nulli:
a
ii
= 0
. 83.2. MODELLI A
2N
-SPECIE CON SIMMETRIE SPECIALI 31 3.2.1 Le equazioni p-P on matri e antisimmetri aStudiamo un aso spe iale dell'equazione (3.6) per un sistema ad
S
spe ie interagenti, ias una on popolazioneN
i
(t)
dN
i
(t)
dt
=
"
a
i
−
S
X
j=1
α
ij
N
j
(t)
#
N
i
(t)
(3.7)nella qualei oe ienti diinterazione
α
ij
sono antisimmetri i, ovveroα
ij
=
−α
ji
( on elementi nulli sulla diagonale
α
ii
= 0
). La s elta fatta può essere osì interpretata: se il oe ienteα
ij
> 0
laj
-esima spe ie preda lai
-esima, se inve eα
ij
< 0
allora laj
-esima spe ie è predata dallai
-esima. La stessa spe ie dunque può agire, nelle sue diverse interazioni, sia da preda he dapredatore. Dal punto divista si o il valore assunto dai oe ienti
α
ij
può essere interpretato ome misura dell'e ienza dei predatori, mentre la loroantisimmetria esprime l'idea he i guadagni delle popolazioni dei predatori
sono direttamenteproporzionalialleperdite delle prede.
Al solito, eguagliando a zero il termine tra parentesi quadre nella (3.7),
otteniamo ilvalore diequilibrio
N
∗
i
di ias una popolazionea
i
=
S
X
j=1
α
ij
N
j
∗
.
Lo studio degli autovalori di questo sistema mette in lu e la sua natura
del tutto spe iale. Sapendo he una matri e antisimmetri a ha autovalori
immaginari puri (Appendi e I), possiamo aermare he il sistema (3.7), se
perturbato, segue un andamento puramente os illatorio 9
. Siamodunque nel
asodellaneutralstability in ontrasto onilrisultatoottenutoperilsistema
più generale (3.2).
3.2.2 Il modello ompetitivo on matri e simmetri a
Inquestose ondomodelloasimmetriaspe iale,parti olarizziamol'equazione
(3.7) imponendo i seguenti vin oli:
a
i
> 0
eα
ij
non negativi. Come si vede questo aso,adierenzadiquellivistineiparagrapre edenti,prevedean he9
SebbenelaCM abbia elementi