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(1)Lezione di giovedì 7-10-2010 ore aula P100 • Introduzione al corso

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(1)

Lezione di giovedì 7-10-2010 ore 14:00 - 15:30, aula P100

• Introduzione al corso.

• Gli insiemi.

– definizione di insieme e di elementi di un insieme; i simboli ∈ e 6∈. Modi di specificare un insieme: dando gli elementi e fornendo una legge. L’insieme vuoto

∅.

– Definizione di sottoinsieme: A⊂ B.

– Definizione di uguaglianza degli insiemi A e B:

A = B ⇔ (i) A ⊂ B e (ii) B ⊂ A

– Complemento di un insieme A rispetto all’insieme campione Ω: Ac. Osservare che ω∈ Ω soddisfa la relazione ω ∈ A oppure ω ∈ Ac. Ancora Ωc=∅ e ∅c = Ω.

Rappresentazione mediante diagrammi di Venn di A e di Ac.

– L’unione di due sottoinsiemi A⊂ Ω e B ⊂ Ω: A ∪ B. Rappresentazione mediante diagrammi di Venn. Proprietà

(i) A∪ B = B ∪ A (ii) (A ∪ B) ∪ C = A ∪ (B ∪ C).

Univocità della scrittura A∪ B ∪ C.

– L’intersezione di due sottoinsiemi A ⊂ Ω e B ⊂ Ω: A ∩ B. Rappresentazione mediante diagrammi di Venn. Proprietà

(i) A∩B = B∩A (ii) (A∩B)∩C = A∩(B∩C) (iii) A∪(B∩C) = (A∩B)∪(A∪C).

– Leggi di de Morgan (con dimostrazione non richiesta)

(i) (A∪ B)c= Ac∩ Bc (ii) (A∩ B)c= Ac∪ Bc. – Esercizi sugli insiemi. In particolare sono stati svolti i due esercizi

∗ Dimostrare che A ⊂ B ⇒ Bc⊂ Ac.

∗ Dimostrare che valgono le relazioni

A∩ (B ∩ C) = (A ∩ B) ∪ (A ∩ C) A∪ (B ∪ C) = (A ∪ B) ∩ (A ∪ C)

Queste due relazioni sono state utilizzate per introdurre il principio di dualità.

(2)

Lezione di lunedì 11-10-2010 ore 14:00 - 15:30, aula P100

• Il prodotto cartesiano A × B di due insiemi A e B; coppie ordinate.

– Esempio: A ={1, 2, 3} e A = {5, 6}. Calcolo di A × B e di B × A. Osservare che A× B 6= B × A.

• Insiemi di numeri.

– i numeri naturali N ={0, 1, 2, 3, · · ·} e loro rappresentazione sulla retta.

– i numeri interi Z e loro rappresentazione sulla retta.

– i numeri razionali Q e loro rappresentazione sulla retta. Operazioni con le frazioni.

∗ Esempio: calcolo dell’espressione

1

213 +16 1−12 · 43

– i numeri reali. L’introduzione è stata fatta con i seguenti passi:

∗ tra due punti della retta che corrispondono a due numeri razionali cadono infiniti altri punti che sono in corrispondenza con numeri razionali;

∗ però, non tutti i punti della retta possono essere messi in corrispondenza con un numero razionale: il punto che corrisponde a √

2, costruibile con riga e compasso, ben distinto sulla retta, non è associabile a nessun razionale perché

√26∈ Q. Nascono i numeri irrazionali.

∗ ampliamento di Q in modo da comprendere anche tutti i punti della retta che non è possibile mettere in corrispondenza con alcun numero razionale. I numeri reali.

∗ Distinzione tra le espansioni decimali dei numeri razionali (numero finito di cifre oppure infinito ma con un periodo) e degli irrazionali (numero infinito di cifre e aperiodici).

– Esercizi.

∗ Dimostrare che√ 36∈ Q.

∗ Dimostrare che√

2− 1 6∈ Q.

∗ Trovare due numeri x, y irrazionali tali che x · y ∈ Q.

∗ Trovare due numeri x, y irrazionali tali che x + y ∈ Q.

∗ Trovare un numero irrazionale x tale da soddisfare contemporaneamente alle due condizioni

(i) 0 < x < 1 e (ii) x contiene solo le cifre 0 e 1.

(3)

Lezione di martedì 12-10-2010 ore 15:45 - 17:15, aula P100

• Enunciazione ed esemplificazione delle tre proprietà di R: (i) R è completo; (ii) Q è denso in R; (iii) R è ordinato.

• Proprietà delle disequazioni. Osservazione che x2 ≥ 0 e x2 = 0 se e solo se x = 0.

Estensione a [f (x)]2≥ 0. Dimostrazione che x2+ y2≥ 2xy ∀ x, y ∈ R.

• Il valore assoluto |x|: definizione e primi esempi. Calcolo di |√ 2−√

3| e di |x − 2|.

Estensione a |f(x)|. Proprietà del valore assoluto: |x · y| = |x| · |y|, |x/y| = |x|/|y|,

|x+y| ≤ |x|+|y|, ||x|−|y|| ≤ |x−y|. Distanza di due punti sulla retta e suo significato geometrico.

• Sottoinsiemi della retta reale.

– insiemi finiti ed infiniti.

– insiemi limitati ed illimitati superiormente e/o inferiormente. Insiemi limitati.

Esempi

∗ Z né sup. né inf. limitato.

∗ N inf. limitato ma sup. illimitato.

∗ A =xn = (−1)(n+2), n∈ N = {−1, 1} sup. e inf. limitato.

– Intervalli: definizione, nomenclatura e illustrazione grafica dei vari casi possibili.

Intervalli aperti/chiusi ad un estremo.

– Esercizi

∗ Disegnare l’insieme e dire se è sup. e/o inf. limitato e se è un intervallo A = ((1, 3)∩ (−∞, 2]) ∪ [5, 5]

∗ Idem per l’insieme

A = [0, 2)∪ [4, +∞]

(4)

Lezione di mercoledì 13-10-2010 ore 14:00 - 15:30, aula P100

• Esercizio: Dato l’insieme

A =



xn = 1

n + 1, n∈ N



disegnarlo sulla retta reale, dire se è finito o infinito, se è sup. e/o inf. limitato e se è un intervallo. Dimostrare le relazioni

(i) 0 < xn+1< xn e (ii) xn− xn+1< 1 n2.

• Potenze ad esponente intero: definizione e proprietà. Esempio: calcolare l’espressione

 1 2

−2

· 2−4

32 = 1

36

• Radice n−esima: definizione, esistenza ed unicità. Osservazione che √

x2 = |x| e pf(x) = |f(x)|. Esempi:

r

√ 2− 22

, q

(x2+ 1)2, q

(x− 1)2

• Potenza ad esponente razionale: definizione e proprietà. Esempi:

3−2/5, q

2·√3 2, √

32

• Risoluzione di equazioni in una variabile.

– Principi di equaivalenza.

– Equazioni di primo grado: la forma normale ax = b e sua discussione al variare di a, b∈ R. Esempi:

∗ Risolvere 3x − 5 = 0

∗ Discutere, al variare del parametro k ∈ R, le soluzioni dell’equazione (x + k) + (kx− 2) = 0

∗ Risolvere l’equazione (2x − 1)2= 4x2− 6x + 7

– Equazioni di secondo grado in forma normale ax2+bx+c = 0 con a6= 0. Formula risolutiva nei tre casi di ∆ > 0 (due radici distinte), ∆ = 0 (una radice doppia) e

∆ < 0 (assenza di radici). Esempio

∗ Risolvere 2x2+ x− 1 = 0.

∗ Nel caso di radici reali, vale la fattorizzazione

ax2+ bx + c = a(x− x1)· (x − x2).

∗ Determinare, se possibile, un valore del parametro k ∈ R tale che l’equazione x2+ (2k− 1)x + (k2− k) = 0

abbia x = 0 come soluzione.

(5)

Lezione di giovedì 14-10-2010 ore 14:00 - 15:30, aula P100

• Elementi di geometria analitica: parte generale.

– Sistema di riferimento cartesiano Oxy. Corrispondenza biunivoca tra i punti P del piano (ente geometrico) e le coppie di numeri reali: P ↔ (x, y), x, y ∈ R.

∗ Esempio: rappresentare sul piano cartesiano i punti A = (−3, 2), B = (2, 0), C = (2,−1), P = (0, 1), Q = (−1, −2).

– La distanza Euclidea di due punti P = (xP, yP) e Q = (xQ, yQ):

P Q =q

(xP − xQ)2+ (yP − yQ)2≥ 0.

∗ Esempio: calcolare la distanza dei punti P = (−1, −2) e Q = (−3, 1). Risulta P Q =√

13.

– Coordinate del punto medio M = (xM, yM) del segmento P Q:

xM =xP+ xQ

2 , yM =yP+ yQ

2

∗ Esempio: dato P = (1, −1) determinare il punto Q = (xQ, yQ) in modo che il punto medio del segmento P Q sia M = (2, 3). Risulta xQ = 3, yQ = 7.

– Grafico di un’equazione F (x, y) = 0.

∗ Il punto P = (xP, yP) appartiene al grafico dell’equazione F (x, y) = 0 se e solo se F (xP, yP) = 0.

∗ Esempio: data F (x, y) = x3+ x· y, il punto P = (0, 1) appartiene al grafico di F (x, y) = 0 perché

03+ 0· 1 = 0

mentre il punto Q = (−1, 2) non vi appartiene giacché (−1)3+ (−1) · 2 = −1 − 2 = −3 6= 0.

• La retta.

– La forma implicita ax + by + c = 0 ed i suoi possibili grafici.

– La forma esplicita (per a6= 0) y = mx + q.

– Calcolo della retta passante per due punti assegnati: caso della retta passante parallela all’asse x, parallela all’asse y e caso generale.

– Retta parallela ad un’altra retta data e passante per un punto assegnato. Con- dizione di parallelismo di due rette in forma esplicita.

(6)

Lezione di lunedì 18-10-2010 ore 14:00 - 15:30, aula P100

• Calcolo della retta passante per P = (xp, yp) e ortogonale ad una retta r data:

– caso r: y = y;

– caso r: x = x;

– caso r: y = mx + q impostando il sistema di due equazioni nelle due incognite m e q. Condizione affinché le rette y = m1x + q1 e y = m2x + q2 siano ortogonali.

∗ Esempio: retta passante per P = (−1, 1) e ortogonale a r: y = 52x−12.

• Esercizio: trovare il punto di intersezione delle due rette y = 2x − 1 e y = −x + 4.

• Illustrazione del concetto di distanza di un punto P da una retta r: d(P, r) = minQ∈r(P Q).

Metodo per determinare d(P, r).

– Esercizio: trovare la distanza del punto P = (−1, 1) dalla retta y = 52x−12.

• La parabola: equazione cartesiana y = ax2+ bx + c, a6= 0, a, b, c ∈ R.

– Il vertice della parabola V = (xv, yv) con xv =−b/(2a) e yv= ax2v+ bxv+ c.

– l’asse di simmetria della parabola x =−b/(2a)

– Grafico qualitativo della parabola nei sei casi che corrispondono a

∗ a > 0 con ∆ > 0, ∆ = 0 e ∆ > 0

∗ a < 0 con ∆ > 0, ∆ = 0 e ∆ > 0

– Esercizio: disegnare, trovare l’asse di simmetria, l’intersezione con l’asse y ed il vertice della parabola y = x2+ 4x + 5.

• La circonferenza: equazione cartesiana (x − xc)2+ (y− yc)2 = r2 con C = (xc, yc) centro della circonferenza di raggio r > 0.

– interpretazione geometrica della equazione della circonferenza.

– l’equazione x2+y2+αx+βy +γ = 0 e sua equivalenza con l’equazione precedente.

– Esercizio: individuare la/e eventuali circonferenze e trovarne centro e raggio (i) x2+ 2y2− x + 1 = 0, (ii) x2− 2xy + y2= 0

(iii) x2+ y2− x − y + 2 = 0, (iv) 2x2+ 2y2− 4x + 8y + 6 = 0

• Le disequazioni: definizioni.

– quando x = a è soluzione di una disequazione?

– cosa significa risolvere una disequazione?

– principi di equivalenza delle equazioni – Esempi

∗ 3x2− x < 2 + x ha x = 1 come soluzione ma non ha x = 2 come soluzione

∗ 3x2− 1 < x + 2 è equivalente a (3x2− 1) · (−x2− 1) > (x + 2) · (−x2− 1) perché−x2− 1 ≤ −1 < 0 sempre.

(7)

Lezione di martedì 19-10-2010 ore 15:45 - 17:15, aula P100

• Disequazioni di primo grado

– discussione di ax + b > 0 per a6= 0.

– −3x + 6 ≤ 0

• Disequazioni di 2 grado ax2+ bx + c > 0, ax2+ bx + c ≥ 0, ax2 + bx + c < 0, ax2+ bx + c≤ 0. La risoluzione è fatta per via grafica appoggiandosi al grafico della parabola y = ax2+ bx + c.

– Rappresentazione esplicita delle soluzioni per tutti e quattro i casi per a > 0.

– Esempi

∗ x2+ x− 6 ≤ 0

∗ −x2− x − 1 ≥ 0

∗ Determinare, se esiste, k ∈ R tale che

x2− 2kx + 2 > 0 ∀ x ∈ R

• Disequazioni fratte. La risoluzione è fatta con la regola dei segni illustrata sul seguente esempio

(x− 3) · x x2− 3x + 2 > 0

– Osservare che si possono risolvere immediatamente anche tutte le disequazioni con≥ 0, < 0 e ≤ 0.

– Osservare che, con qualche cautela sugli estremi dei vari intervalli, si possono risol- vere anche disequazioni che hanno gli stessi fattori in ordine qualsiasi. Esempio:

x· (x − 3) · (x2− 3x + 2) > 0

• Sistemi di disequazioni: si cercano gli x ∈ R che risolvono contemporaneamente tutte le disequazioni del sistema. Il modo di procedere è stato illustrato con gli esempi

x− 1 ≥ 0

−x + 3 > 0 x2− 3x + 2 < 0

x

x−2 < 0

−x2+ 1 ≥ 0

• Introduzione alla trigonometria.

– Richiamo geometrico di angolo. Angolo retto, piatto e giro.

– Misura degli angoli in gradi e radianti. Formula di passaggio da gradi a radianti.

Esempi.

– Angoli orientati e circonferenza goniometrica.

– Definizioni di sin(α), cos(α) e tan(α) per un angolo orientato α.

(8)

Lezione di mercoledì 20-10-2010 ore 14:00 - 15:30, aula P100

• Richiamo delle definizioni di sin(α), cos(α) e tan(α) con riferimento alla circonferenza goniometrica. Principali proprietà:

– Segno di sin(α), cos(α) e tan(α) nei vari quadranti.

– −1 ≤ sin(α) ≤ 1, −1 ≤ cos(α) ≤ 1

– tan(α) = sin(α)/ cos(α) e sin2(α) + cos2(α) = 1 con dimostrazione.

– Valori di sin(α), cos(α) e tan(α) per alcuni angoli notevoli: π/6, π/4, π/3 e loro calcolo ricorrendo alla geometria.

• Formule di riduzione degli angoli al primo quadrante: dimostrazione in vari casi con esempi

– Calcolare sin(300) – Semplificare

tanπ 4

· sin(π + α) + 5 sin(α) − 2 cosπ 2 − α

+ 2 sin(−α)

– Semplificare

sin2π 4

· cos (2π − α) + sin2(π + α)· cos2π 4



• Equazioni goniometriche: condizioni di risolubilità e determinazione delle soluzioni (ragionando sulla circonferenza goniometrica) per

– sin(x) = a, a∈ R – cos(x) = b, b∈ R – tan(x) = c, c∈ R

• Esempi di equazioni:

– sin(x) = 2 non ha soluzioni – sin(3x) = 1/2

– cos(x− π/3) = −√ 3/2.

• Esercizi per casa – cos(3x) =−1 – tan(2x− π/4) = −1

(9)

Lezione di giovedì 21-10-2010 ore 13:00 - 15:30, aula P100

• Esercizi

– Calcolare sin(9210).

– Utilizzando la relazione fondamentale sin2(α) + cos2(α) = 1, calcolare cos(α) sapendo che

π < α < 3π

2 , sin(α) =−1 4 – Disegnare il grafico di x2− xy = 0.

– Disegnare il grafico di x· (x + y) − x − y = 0.

– Calcolare (risultato: 11) 16 cos2π 6

+ 48 sin2π 4

+ 11tg3π 4

− 36 cos2(π).

– Dimostrare che

s

1− 1

1 + tg2(α) =| sin(α)|.

– Dimostrare che

tg2(π + α) + sin(π + α)· sin(−α) + sinπ 2 + α

· cos(−α) = 1 cos(α).

• Esercizio: risolvere l’equazione 2 cos(x) − 3 cos(x) − 2 = 0 mediante la posizione t = cos(x).

• Formule trigonometriche utili:

– addizione – duplicazione – bisezione – esercizi:

∗ Scrivere sin(3α) in funzione di sin(α)

∗ Risolvere l’equazione sin(x) · cos(2x) + cos(x) · sin(2x) = −1

• Applicazioni della trigonometria ai triangoli – rettangoli

∗ Esempio di scomposizione di un vettore lungo due direzioni ortogonali.

– qualsiasi

∗ Teorema di Carnot o del coseno

∗ Teorema dei seni

• Funzioni

– Il concetto di funzione f : A 7→ B. Dominio A, codominio B, corrispondente f (x)∈ B di x ∈ A. Esempio: f(x) = x2− 3 · x.

– Grafico di una funzione. Confronto col grafico di una equazione F (x, y) = 0.

Esempi di grafici di rette e parabole. Esempi di grafici di che non corrispondono a funzioni: x = x e circonferenza con interpretazione sul grafico stesso dei motivi per cui il grafico di queste equazioni non può essere il grafico di una funzione.

(10)

Lezione di lunedì 25-10-2010 ore 14:00 - 15:30, aula P100

(11)

Lezione di martedì 26-10-2010 ore 15:45 - 17:15, aula P100

• Funzioni periodiche.

• Le funzioni sin(x), cos(x), tg(x): grafici e periodo.

– Periodo di f (x) = sin(3x).

• La funzione esponenziale ax: proprietà e grafici nei casi a > 1 e 0 < a < 1.

– Risolvere

8x+ 4x− 2x

8x = 1

– Risolvere

2x> 4,  3 4

x

≥16 9

• Il logaritmo loga(b) e le sue proprietà.

– Calcolare log36 + 2· log92

– Trovare x tale che log2 4x2+ = 1

• La funzione logaritmo f(x) = loga(x) ed il suo grafico per a > 1 e 0 < a < 1.

Commento ai grafici.

– Risolvere le disequazioni

log10(x− 2) ≥ 1, log1/3(3x− 6) ≥ −2, log1/2(x2− x) ≤ −1

(12)

Lezione di mercoledì 27-10-2010 ore 13:00 - 15:30, aula P100

• Esercizi

– Disegnare il sottoinsieme del piano cartesiano che soddisfa l’equazione (x2+ y2− 1) · (x + y − 1) = 0

– Si consideri l’insieme

A = (−∞, 1) ∪ [2, 3) ∪ {4}.

1. Rappresentare A sulla retta specificando se è o meno un intervallo.

2. Indicare se A è superiormente e/o inferiormente limitato.

3. Trovare una funzione f definita su tutto R tale Im(f ) = A.

– Sia

f (x) = 1

x+ ln(x + 1) 1. Valutare f (e2− 1).

2. Trovare il dominio di f . – Sia

f (x) =

 |x + 2| , x < 0 g(x) , x≥ 0.

1. Trovare, se possibile, una funzione g tale che f sia invertibile su tutto R.

2. Trovare, se possibile, una funzione g tale che f (x) > 0∀x ∈ R.

3. Trovare, se possibile, una funzione g tale che f (x)≥ 0 ∀x ∈ R.

4. Trovare, se possibile, una funzione g tale che Im(f ) = R.

– Trovare il dominio della funzione

f (x) =

s√x + 1

−x2+ 1 + e2x. – Calcolare cos(α/2) sapendo che

(i) 3π

2 < α < 2π, (ii) cos(α) = 1 3

• Calcolo dell’inversa della funzione f(x) = loga(x) e sua rappresentazione sul piano cartesiano.

• Le funzioni f(x) = xn, n∈ N: grafici e proprietà. Le inverse di f(x) = xn sono state ottenute graficamente mediante simmetria rispetto alla retta y = x. Un particolare riguardo è stato dato ai seguenti due punti

– calcolo dell’inversa di f (x) = x2 considerandone la restrizione agli x ≥ 0. Si ottiene la funzione√x definita per x≥ 0;

– calcolo dell’inversa di f (x) = x3. Si ottiene la funzione √3

x definita su tutto R.

Breve commento sul significato da attribuire a √3

x per x < 0: √3

x =−√3

−x.

• Funzioni polinomiali P (x) = anxn+ an−1xn−1+· · · + a1x + a0 con n∈ N.

– n è il grado del polinomio e gli an,· · · , a0 i coefficienti.

(13)

– Esempi

P (x) = a3x3+ a2x2+ a1x + a0, P (x) = 3x + 1, P (x) = 0

– Definizione di zero o radice di un polinomio: α∈ R è radice se e solo se P (α) = 0.

– Un polinomio di grado n ha al più n zeri ciascuno contato con la sua molteplicità.

Ad esempio, il polinomio P (x) = (x− 3)2 ha lo zero α = 3 con molteplicità 2.

– Un polinomio di grado dispari ha sempre almeno uno zero reale. Non così per un polinomio di grado pari: P (x) = x2+ 1≥ 1 > 0 ∀x ∈ R e quindi non ha alcun zero.

• Funzioni razionali R(x) – Definizione

R(x) = P (x) Q(x) dove P (x) e Q(x) sono polinomi. Esempio

R(x) = x2+ x + 1 x2− 1

– Una funzione razionale è definita su tutto R eccetto gli (eventuali) zeri del deno- minatore. Nel caso precedente, il dominio è R\{−1, 1}.

• Inverse delle funzioni trigonometriche

– L’inversa della funzione f (x) = sin(x): la funzione arcsin(x).

∗ Poiché f(x) non è invertibile ne considero la restrizione a [−π/2, π/2].

∗ Dominio: [−1, 1], Im(f) = [−π/2, π/2], monotona crescente.

– L’inversa della funzione f (x) = cos(x): la funzione arccos(x).

∗ Poiché f(x) non è invertibile ne considero la restrizione a [0, π].

∗ Dominio: [−1, 1], Im(f) = [0, π], monotona decrescente.

– L’inversa della funzione f (x) = tg(x): la funzione arctg(x).

∗ Poiché f(x) non è invertibile ne considero la restrizione a [−π/2, π/2].

∗ Dominio: R, Im(f) = (−π/2, π/2), monotona crescente.

• La risoluzione grafica dell’equazione f(x) = g(x): le soluzioni sono gli (eventuali) punti di intersezione delle due curve y = f (x) e y = g(x).

– Esempio: determinare il numero di radici dell’equazione 2x· sin(x) = 1

riscrivendola come sin(x) = 12x

e tracciando, sullo stesso piano cartesiano, i grafici di f (x) = 2xe g(x) = (1/2)x.

• Risoluzione grafica della disequazione f(x) > g(x).

• Traslazione di grafici: dato il grafico di f(x) di cui non si conosce l’espressione trovare i grafici di

(14)

– g(x) = f (x + α), α∈ R assegnato. Il grafico di g si ottiene da quello di f per traslazione lungo l’asse x.

– g(x) = f (x) + α, α∈ R assegnato. Il grafico di g si ottiene da quello di f per traslazione lungo l’asse y.

– g(x) = f (−x). Il grafico di g si ottiene da quello di f per simmetria rispetto all’asse y.

– g(x) = −f(x). Il grafico di g si ottiene da quello di f per simmetria rispetto all’asse x.

(15)

Lezione di giovedì 28-10-2010 ore 13:00 - 15:30, aula P100

• Esercizi

– Dimostrare che√ 76∈ Q.

– Trovare F (x, y) tale che l’equazione F (x, y) = 0 ha il grafico riportato in figura

– Determinare, se esistono, dei valori del parametro k∈ R tali che l’equazione (x + 1)2= (x− 1) · (x + 1) + kx

non ha alcuna soluzione reale.

– Indicare, motivando la risposta, quali delle seguenti affermazioni sono vere e quali false

 V  F un’equazione di 2 grado ha sempre due soluzioni.

 V  F un’equazione di 1 può avere infinite soluzioni.

 V  F x33+ x27+ 13 = 0 ha almeno una soluzione negativa.

 V  F α = 1 è uno zero di P (x) = x3+ x2− 2.

– Sia P (x) = (x−3)·Q(x) dove Q(x) è un polinomio e P (1) = 3. Valutare P (P (1)).

– Risolvere l’equazione log2(x2− 5) = 2.

– Disegnare il grafico delle seguenti funzioni

(a) f (x) = ln(|x|), (b) f (x) =|ln(|x|)| , (c) f (x) =|ln(x)|

(d) f (x) = sin(|x|), (e) f (x) =|sin(x)|

• Definizione di punto di accumulazione x0 per un insieme I ⊂ R. Determinazione dei punti di accumulazione di I = (a, b).

• Definizione di limite finito – commento della scrittura

x→xlim0f (x) = l

mediante il grafico una funzione f e utilizzando opportuni intorni di l di ampiezza ǫ e i corrispondenti (ossia, che seguono dai precedenti|f(x) − l| < ǫ) intorni di x0 di ampiezza δ. Osservare che δ = δ(ǫ).

(16)

– Esempio: verificare che

x→2lim3x2= 12.

E’ x0= 2, f (x) = 3x2 e l = 2. Dalla disequazione

|3x2− 12| < ǫ si trova l’intorno di x0dato da

r 4− ǫ

2, r

4 + ǫ 2

 .

– Osservare che nella definizione di limite non compare assolutamente x0 dove la funzione potrebbe anche non essere definita e avere comunque limite:

f (x) = x2− 1

x− 1 ha dominio R\{1} e limx→1f (x) = 2 Infatti

x2− 1 x− 1 − 2

< ǫ ⇔ |x − 1| < ǫ che è un intorno di x0= 1 di ampiezza δ = ǫ.

– Alcuni limiti importanti (da sapere!)

x→xlim0k = k, lim

x→x0x = x0

dove k ed x0sono dei numeri reali. f (x) = k è la funzione costante che assume il valore k su tutto R.

– Non tutte le funzioni hanno limite:

Dall’esame della figura si osserva che le prime due non hanno limite e la terza si (e vale 1).

– Introduzione ai limiti destro e sinistro.

(17)

Lezione di martedì 2-11-2010 ore 14:00 - 15:30, aula P100

• definizioni di limite sinistro e destro:

lim

x→x0

f (x) = l ⇔ ∀ǫ > 0, ∃ δ = δ(ǫ) : |f(x) − l| < ǫ ∀x : x0− δ < x < x0

lim

x→x+0

f (x) = l ⇔ ∀ǫ > 0, ∃ δ = δ(ǫ) : |f(x) − l| < ǫ ∀x : x0< x < x0+ δ

• Non sempre esiste il limite sinistro e/o destro – La funzione

f (x) =

 sin 1x

, x < 0

1 , x≥ 0

non ha limite sinistro ma ha limite destro (che vale 1).

– Le funzioni

(i) f (x) = sin 1 x



, (ii) f (x) = cos 1 x



definite su R\{0} non hanno né limite sinistro né destro.

• Però,

x→xlim0

f (x) = l ⇔ lim

x→x0

f (x) = lim

x→x+0

f (x) = l

Se i limiti destro e/o sinistro non esistono oppure esistono ma non coincidono tra loro, il limite non esiste.

• Limite infinito: esame e formalizzazione delle scritture (limite, limite sinistro, limite destro)

x→xlim0

f (x) = +∞ ⇔ ∀M > 0, ∃ δ = δ(M) : f(x) > M ∀x : 0 < |x − x0| < δ

lim

x→x0

f (x) = +∞ ⇔ ∀M > 0, ∃ δ = δ(M) : f(x) > M ∀x : x0− δ < x < x0

lim

x→x+0

f (x) = +∞ ⇔ ∀M > 0, ∃ δ = δ(M) : f(x) > M ∀x : x0< x < x0+ δ

e delle analoghe

x→xlim0f (x) =−∞ ⇔ ∀M > 0, ∃ δ = δ(M) : f(x) < −M ∀x : 0 < |x − x0| < δ

lim

x→x0

f (x) =−∞ ⇔ ∀M > 0, ∃ δ = δ(M) : f(x) < −M ∀x : x0− δ < x < x0

lim

x→x+0

f (x) =−∞ ⇔ ∀M > 0, ∃ δ = δ(M) : f(x) < −M ∀x : x0< x < x0+ δ

(18)

(a) 1/x2, x0= 0 (b) tan(x), x0= π/2 (c) | ln(x)|, x0= 0

Figura 1: Limite, limite destro e limite sinistro di tre funzioni f (x). In azzurro è rappresentata la retta y = M che entra nella definizione di limite.

Nota: non esistono

(i) lim

x→0

1

x, (ii) lim

x→π/2tan(x) perché limiti sinistro e destro sono diversi tra loro.

– Calcolare i limiti (i) lim

x→0

−1

|x|, (ii) lim

x→π/2|tan(x)| , (iii) lim

x→0|ln(|x|)|

(19)

Lezione di mercoledì 3-11-2010 ore 14:00 - 15:30, aula P100

• Esercizi

– Determinare le soluzioni di

| sin(x) = 0|.

– Determinare il numero di radici dell’equazione ln(|x|) = 2 − x2 – Determinare il numero di radici dell’equazione

 1 2

x

· log1/2(x) = 1

– Risolvere la disequazione

log2(x) > log1/2(x) – Risolvere la disequazione √

x≤ x

– Determinare la forma delle eventuali soluzioni della disequazione 2x· log2(x) > 1

– La funzione f soddisfa la condizione

x→+∞lim f (x) = 2.

(i) Può essere pure

x→+∞lim f (x) = 0 ? (ii) Può esistere un k0∈ N tale che

f (k) = 0∀ k ∈ N, k ≥ k0? – Si consideri il seguente grafico della funzione f (x)

(20)

(i) Scrivere l’espressione di f .

(ii) Trovare le soluzioni delle equazioni (i) f (x) =−1, (ii) f (x) = 3

2, (iii) f (x) = 5 2. (iii) Calcolare, se esistono, i limiti

x→0limf (x), lim

x→0+f (x), lim

x→0f (x).

• Verificare mediante la definizione di limite che vale la relazione

x→+∞lim x x + 1 = 1 Soluzione: è

x x + 1− 1

=

x− (x + 1) x + 1

= | − 1|

|x + 1|= 1

|x + 1|

Poiché x→ +∞, possiamo sicuramente assumere x > 0 da cui risulta x + 1 > 1 > 0 per cui è|x + 1| = x + 1. Allora, per ogni ǫ > 0 abbiamo

1

|x + 1| = 1

x + 1 < ǫ ⇔ x > ν =1 ǫ − 1 che è quanto si doveva far vedere.

• Limite infinito (+∞ e −∞) per x → +∞. Esempi importanti:

x→+∞lim xα= +∞, α > 0, lim

x→+∞loga(x) = +∞, a > 1, lim

x→+∞ax= +∞, a > 1,

x→+∞lim loga(x) =−∞, 0 < a < 1

• Limite infinito (+∞ e −∞) per x → −∞. Esempio importante:

(21)

Lezione di giovedì 4-11-2010 ore 14:00 - 15:30, aula P100

(22)

Lezione di venerdì 5-11-2010 ore 9:30 - 12:30, aula P4

• Esercizio: sia

f (x) =

 −1 , x ≤ 0

1

x , x > 0

(i) Disegnare il grafico di f e calcolarne dominio e immagine.

(ii) Determinare le eventuali soluzioni di f (x) = 0.

(iii) Dire se f è invertibile e, se non lo è, trovarne una restrizione in cui lo sia.

(iv) Calcolare, se esistono,

x→0limf (x), lim

x→0+f (x), lim

x→0f (x)

• Esercizio: sia

f (x) =

 2x + 1 , x≤ 1/2 3 , 1/2 < x < 3/2 (i) Calcolare f (1/2), f (0), f (1).

(ii) Disegnare il grafico di f e calcolare il dominio e l’immagine di f . (iii) Dire se f è invertibile.

(iv) Dire se f è crescente e se lo è in senso stretto.

(v) Risolvere l’equazione f (x) = 0.

(vi) Calcolare

x→(1/2)lim f (x), lim

x→(1/2)+f (x), lim

x→1f (x)

• Le funzioni continue: definizione di funzione continua in un punto x0e in un intervallo (a, b).

• Classi di funzioni continue

– sono continue le funzioni polinomiali, esponenziali, trigonometriche, razionali (dove definite).

– sono continue la somma, il prodotto, il quoziente, la composizione e l’inversa (se esiste) di funzioni continue.

• La continuità permette di calcolare rapidamente molti limiti: ad esempio (i) lim

x→0ln(x2+x+1), (ii) lim

x→0+

x2+ cos(x)

2x2+ sin(x), (iii) lim

x→3

x2+ x− 1

x2+ 3 , (iv) lim

x→0e2x+x2,

• Proprietà delle funzioni continue

– Teorema di Weierstrass: una funzione continua in un intervallo chiuso e limitato ha in esso massimo e minimo.

– Teorema degli zeri: una funzione continua in un intervallo I⊂ R tale che f(a) · f (b) < 0 per a, b ∈ I ha in I almeno un punto ξ compreso tra a e b tale che f (ξ) = 0. Osservazione: i punti ξ possono essere più di uno.

– Teorema di tutti i valori: una funzione continua in un intervallo I ⊂ R che assume il valore f (a) per a∈ I ed il valore f(b) per b ∈ I assume nell’intervallo di estremia e b anche tutti i valori compresi tra f (a) ed f (b). Osservazione: può assumere più valori rispetto a quelli garantiti dal teorema.

(23)

Per tutti e tre i teoremi abbiamo visto degli esempi ed osservato che se le ipotesi vengono a mancare non si può concludere nulla!

• Limiti fondamentali e loro applicazioni nella risoluzione di forme indeterminate

x→0lim sin(x)

x = 1, lim

x→0

1− cos(x) x2 = 1

2

x→0lim ex− 1

x = 1, lim

x→0

ln(1 + x)

x = 1

x→+∞lim

 1 + 1

x

x

= e, lim

x→−∞

 1 + 1

x

x

= e Esempi

x→0lim sin(2x)

x , lim

x→0

sin(3x)

sin(5x), lim

x→0

1− cos(x))

x2 , lim

x→0+

ln(1−√x

x .

(24)

Lezione di lunedì 8-11-2010 ore 14:00 - 15:30, aula P100

• Calcolare i seguenti limiti

x→+∞lim x2sin 1 x2



, lim

x→+∞

 1 + 2

x

3x

• Calcolare i seguenti limiti

x→−∞lim

px2+ 1− x

, lim

x→+∞x

e1/x− 1

, lim

x→0

ex− e−x sin(x)

• Calcolare i seguenti limiti

x→+∞lim

px2+ 1− x

, lim

x→0+

cos(x)

sin(x), lim

x→+∞e−xcos(x)

• Calcolare il limite

x→−∞lim

px2+ 1−p

x2− x

• La relazione

f (x) = [g1(x)]g2(x)= eg2(x) ln( g1(x) ) e sue conseguenze:

– f è definita per gli x tali che ln(g2(x) > 0 – f (x) > 0 ovunque è definita

– Il calcolo del limite

x→xlim0f (x) può essere fatto nel seguente modo

(i) lim

x→x0

g2(x) ln( g1(x) ) = y0, (ii) lim

x→x0

f (x) = lim

x→y0

ey dove x0, y0sono numeri reali o−∞ o +∞. Esempio:

x→0lim+(1 + 3x)2/x

• Sia

x→+∞lim f (x) = +∞.

Calcolare i limiti

x→+∞lim [f (x) + 10] , lim

x→+∞[f (x) + sin(x)] , lim

x→+∞f (x) − sin10(x)

x→+∞lim [f (x)]2, lim

x→+∞[f (x)]−1

• Sia

x→+∞lim f (x) =−1.

Calcolare i limiti

x→+∞lim [f (x)]7, lim

x→+∞[f (x)]0, lim

x→+∞f (x) + f3(x)

(25)

Lezione di martedì 9-11-2010 ore 15:40 - 17:15, aula P100

• Esercizio: sia

f (x) =

ln(−x) , x < 0

0 , x = 0

e−x , x > 0 (i) Valutare f (−e2), f (0), f (2).

(ii) Abbozzare il grafico di f determinandone dominio e immagine.

(iii) Giustificare la non invertibilità di f .

(iv) Trovare una possibile restrizione ove f è invertibile.

(v) Calcolare

x→0limf (x), lim

x→0+f (x) (vi) Calcolare, se esiste, o motivare la non esistenza di

x→0limf (x).

• Esercizio: sia

f (x) =

 − sin(x) , x < 0 sin(x) , x > 0 (i) Valutare f (−π/2), f(π/2), f(π/4).

(ii) Abbozzare il grafico di f determinandone dominio e immagine.

(iii) Calcolare

x→0limf (x), lim

x→0+f (x) (iv) Calcolare, se esiste, o motivare la non esistenza di

x→0limf (x).

• Definizione di derivata di f in x0: esiste finito

h→0lim

f (x0+ h)− f(x0)

h = lim

x→x0

f (x)− f(x0) x− x0 Definizione della funzione f(x). Esempi di calcolo delle derivate di

ex= lim

h→

ex+h− ex

h , sin(x) = lim

h→

sin(x + h)− sin(x) h

• Il significato geometrico della derivata di f in x0ed il legame con l’esistenza della retta tangente al grafico di f nel punto x0: la retta per P e Q ha equazione

r : y = f (x0) +f (x0+ h)− f(x0)

(x0+ h)− x0 (x− x0)

Per h→ 0, il punto Q si sposta lungo il grafico della funzione y = f(x) avvicinandosi a P e la retta r va a coincidere con la retta tangente t nel punto P

t : y = f (x0) + f(x0)(x− x0) Dunque, f(x0) è il coefficiente angolare della retta tangente.

(26)

• L’interpretazione geometrica fatta va bene se esiste f(x0). Però, non sempre una funzione è derivabile in un punto x0. Ad esempio, la funzione

f (x) =|x2− 1|

non ha f(−1) e f(1). Di conseguenza, non ha retta tangente nei punti di ascissa x0=−1 e x0= 1 come evidenzia il seguente grafico

Ad esempio, per x0 =−1, ci sono due rette tangenti: una per x → −1 ed una per x→ −1+. Corrispondentemente, è

h→0lim

f (−1 + h) − f(−1)

h = lim

h→0

|(−1 + h)2− 1| − |(−1)2− 1|

h = 2· lim

h→0

|h|

h e l’ultimo limite non esiste perché

· lim

h→0

|h|

h =· lim

h→0

−h h =−1

(27)

dato che per h→ 0 è h < 0 e, quindi,|h| = −h mentre

· lim

h→0+

|h|

h =· lim

h→0+

h h= 1 dato che per h→ 0+ è h > 0 e, quindi,|h| = h.

Questa osservazione permette di “scoprire” i punti x0 di non derivabilità (non esiste f(x0)) di una funzione osservandone il grafico: sono i punti dove manca la retta tangente, ossia non esiste o non è unica. Ad esempio, nella seguente figura i punti (di ascissa) x1, x2, x3 sono i soli di non derivabilità per il grafico di f (x) evidenziato in rosso. Per il punto x1 sono indicate, anche, le due rette tangenti.

(28)

Lezione di mercoledì 10-11-2010 ore 14:00 - 15:30, aula P100

• Tabella di derivate elementari:

f (x) f(x)

xα α· xα−1, α∈ R sin(x) cos(x)

cos(x) − sin(x) tan(x) 1 + tan2(x)

ex ex

ln(x) 1x

arcsin(x) 1

1−x2

arccos(x) −1−x1 2 arctan(x) 1+x12

• Algebra delle derivate

f (x) f(x)

α· f(x) + β · g(x) α· f(x) + β· g(x) f (x)· g(x) f(x)· g(x) + f(x) · g(x)

f (x) g(x)

f(x)·g(x)−f(x)·g(x) [ g(x) ]2

• La derivata della funzione composta f(g(x)) è

f(g(x))· g(x)

• La derivata della funzione inversa f−1(x) è 1

f(ξ) dove ξ è tale che f (ξ) = x.

• Esempio: calcolo delle seguenti derivate (i) f (x) = 2x3+1

x− 3 ln(x), (ii) f (x) =√x, (iii) f (x) = ln(x2− x)

(iv) f (x) = sin(cos(x)), (v) f (x) =psin(x2), (vi) f (x) = esin(x)+ ecos(2·x)

• Esercizio: calcolare le seguenti rette tangenti:

– retta tangente a f (x) = ex nel punto x0= 0.

– retta tangente a f (x) = sin(2x) nel punto x0= 0.

• Esercizio: la funzione f(x) è derivabile in x0= 1 ed ha

x→xlim0f (x) = π 2.

Calcolare in x0la derivata di g(x) = sin(f (x)).

(29)

• Esercizio: sapendo che la funzione h(x) è derivabile e diversa da −1 su R, calcolare la derivata di g(x) definita da

g(x) = h(x) h(x) + 1. Valutare, inoltre, g(x) per h(x) = x2− 2x.

• Punti di massimo relativo ed assoluto: x0 è di massimo relativo per la funzione f : A7→ R se esiste δ > 0 tale che

f (x0)≥ f(x) ∀ x ∈ A : |x − x0| < δ (⋆)

Se, invece, la condizione (⋆) vale per tutti i punti del dominio A, il punto x0 è detto punto di massimo assoluto. Chiaramente, un punto di massimo assoluto è anche un punto di massimo relativo ma non viceversa. Graficamente, abbiamo una delle seguenti possibili situazioni.

(a) f (x) = 1 − |x|, x0= 0 è p.to di massimo assoluto

(b) I punti x0≥ 0 sono di massimo assoluto.

(c) f (x) = |x2− 1|, x0 = 0 è di massimo relativo ma non assoluto.

(d) x0= 0 è di massimo assoluto.

Figura 2: Una funzione può avere uno o più punti di massimo relativo e/o assoluto.

• Punti di minimo relativo ed assoluto: x0è di minimo relativo per la funzione f : A7→ R se esiste δ > 0 tale che

f (x0)lef (x) ∀ x ∈ A : |x − x0| < δ (⋆)

Se, invece, la condizione (⋆) vale per tutti i punti del dominio A, il punto x0 è detto punto di minimo assoluto. Chiaramente, un punto di minimo assoluto è anche un punto di minimo relativo ma non viceversa. Esempi di punti di minimo relativo ed assoluto.

(30)

Lezione di giovedì 11-11-2010 ore 14:00 - 15:30, aula P100

• Il legame tra la monotonia (crescenza e decrescenza) di una funzione f ed il segno della derivata prima f(x):

Teorema 1 Siaf derivabile in (a, b). Allora 1. f(x)≥ 0 ∀ x ∈ (a, b) ⇔ f è crescente in (a, b).

2. f(x) > 0∀ x ∈ (a, b) ⇒ f è strettamente crescente in (a, b).

Osservare che non vale il viceversa di 2. Ad esempio, f (x) = x3 è strettamente crescente in (−1, 1) ma è f(0) = 0. Inoltre, lo studio della monotonia di f ci permette di individuare gli eventuali punti di massimo e minimo. Alcuni esempi:

– f (x) = x3− 3x è continua su R, derivabile su R con f(x) = 3x2− 3. Dallo studio del segno di f(x) si trova che f è crescente (in senso stretto) in (−∞, −1] e in [1, +∞), decrescente in senso stretto in [−1, 1]. Quindi, in x = −1 ha un punto di massimo dove vale f (−1) = (−1)3− 3 · (−1) = 2. In x = 1 ha un punto di minimo dove vale f (1) = (1)3− 3 · (1) = −2.

– f (x) = x3 continua e derivabile su R con f(x) = 3x2. Poiché f(x)≥ 0 sempre, la funzione è monotona crescente.

– f (x) = 1/x2 è definita su R\{0} ed è ivi derivabile con derivata f(x) =−2/x3. Dalla studio del segno di f(x) si trova che f è crescente in (−∞, 0) e decrescente in (0, +∞). Non ci sono né punti di massimo né di minimo.

• Funzioni concave e convesse. Abbiamo visto due definizioni sia per la convessità che per la concavità. Vediamo solo le due per la convessità.

– f convessa in (a, b) se e solo se per ogni scelta di punti P1, P2∈ (a, b) il segmento che congiunge P1 con P2 sta sopra la parte di grafico di f compresa tra P1 e P2. – f convessa in (a, b) se per ogni punto P ∈ (a, b) del grafico di f la retta tangente

a P sta sotto il grafico di f .

Analoghe definizioni sono state date per una funzione concave in (a, b).

Abbiamo notato che la concavità può cambiare: ad esempio, la funzione f (x) = x3+ 2x2− 5x − 6 è concava per le x abbastanza negative e convessa per le x abbastanza positive.

Perciò, abbiamo formulato un teorema in grado di individuare gli itervalli della retta reale dove una funzione è convessa e dove è concava:

Teorema 2 Siaf derivabile due volte in (a, b). Allora f′′(x)≥ 0 ∀ x ∈ (a, b) ⇔ f è convessa in (a, b).

I punti dove f è derivabile e cambia concavità sono detti punti di flesso.

(31)

Lezione di lunedì 15-11-2010 ore 14:00 - 15:30, aula P100

• Sia f(x) continua e tale che f(f2(1)) = −2 e f(f2(2)) = 2. Dimostrare che esiste ξ∈ (1, 2) tale che f(f2(ξ)) = 0.

• Studiare la funzione

f (x) = x3− 4x.

• Sia f(x) = c, c ∈ R. Calcolare, utilizzando la definizione, f(x).

• Scrivere l’equazione della retta tangente alla curva y = 2x2−8x+1 nel punto di ascissa x0= 2.

• Calcolo della derivata di

f (x) = [g1(x)]g2(x) Si scrive

f (x) = [g1(x)]g2(x)= eg2(x)·ln( g1(x) )

e si deriva l’esponenziale utilizzando la regola della derivazione della funzione compo- sta. Esempi: calcolo delle derivate di

f (x) = 2x, g(x) = xsin(x) Ad esempio è

xsin(x)= esin(x)·ln(x)

per cui risulta

g(x) = esin(x)·ln(x)· (sin(x) · ln(x))

= esin(x)·ln(x)·



cos(x)· ln(x) + sin(x) · 1 x

 .

• Calcolo della derivata di

ln (|f(x)|) .

• Esercizio su massimi, minimi, punti di non derivabilità e risoluzione di disequazioni utilizzando il seguente grafico

(i) Quanto vale f (−2)? (ii) Trovare gli eventuali punti di massimo e di minimo di f(x) giustificando se sono relativi o assoluti. (iii) Trovare le eventuali soluzioni dell’equa- zione f (x) = g(x). (iv) Risolvere la disequazione f (x) > g(x). (v) Trovare, motivando la risposta, gli eventuali punti di non derivabilità di f .

(32)

Lezione di martedì 16-11-2010 ore 15:45 - 17:15, aula P100

• Esercizio: Determinare il numero di soluzioni delle equazioni a) |sin(x)| = e−|x|, b) |ln(|x|)| = e−|x|

• Il teorema di Rolle e sua interpretazione geometrica.

• Il teorema di Lagrange e sua interpretazione geometrica.

• Il teorema di de l’Hopital. Osservazione: il limite può esistere anche senza che esista il limite del rapporto delle derivate:

x→+∞lim

x + sin(x) x− sin(x) Tenendo presente che, per il teorema del confronto, è

x→+∞lim sin(x)

x = 0

si trova che il limite vale 1 mentre il limite del rapporto delle derivate, ossia

x→+∞lim

1 + cos(x)

1− cos(x) = lim

x→+∞

sin2 x2

cos2 x2 = lim

x→+∞

1 tg2 x2 non esiste in quanto è il limite per x→ +∞ di una funzione periodica.

• Esempi di calcolo di limiti con de l’Hopital

x→+∞lim ex

x3 = +∞, lim

x→+∞

x2

ln(x) = +∞

(33)

Lezione di mercoledì 17-11-2010 ore 14:00 - 15:30, aula P100

• Asintoti: significato geometrico dell’asintoto (visto al calcolatore) e corrispondente formulazione matematica.

– verticali: x = x0

– obliqui y = mx + q ed orizzontali y = q. Calcolo di m e q.

– Una funzione può essere priva di qualsiasi tipo di asintoto: f (x) = x2 non ha né asintoti obliqui né verticali.

Figura 3: y = x è asintoto per x→ +∞ e y = −x per x → −∞

Figura 4: y = 1 è asintoto orizzontale per x → +∞, y = x/4 − 1 è asintoto obliquo per x→ −∞ e x = −1 è asintoto verticale. Notare che per x → −∞ l’asintoto coincide con la funzione.

(34)

• Il fattoriale n!: definizione ed esempi. 0! = 1! = 1, 6! = 1·2·3·4·5·6, (n+1)! = n!·(n+1).

• Il simbolo di sommatoria

5

X

k=0

k = 1 + 2 + 3 + 4 + 5,

4

X

k=2

k2= 22+ 32+ 42

• La derivata di ordine n della funzione f(x) f(n)(x) =

f(n−1)(x)

, dove, per definizione, è f(0)(x) = f (x).

Esempio: f (x) = ex ha f(n)(x) = exper ogni n∈ N.

• Lo sviluppo in serie di Mac-Laurin di ordine n di f(x) è il polinomio

Pn(x) =

n

X

k=0

 f(k)(0) k! · xk



Ad esempio, per n = 5 si ottiene il polinomio

P5(x) = f(0)(0)

0! x0+f(1)(0)

1! x1+f(0)(2)

2! x2+f(0)(3)

3! x3+f(0)(4)

4! x4+f(0)(5) 5! x5 Se f (x) = ex, tenendo conto che x0= 1, risulta

P5(x) = 1 + x + x2 2 +x3

6 +x4 24+ x5

120

Il polinomio Pn(x) approssima bene vicino ad x0= 0 il comportamento della funzione.

Se cresce il grado del polinomio, migliora la approssimazione e cresce l’intervallo in cui è buona (visto, a livello intuitivo, al calcolatore con Derive per alcuni esempi).

Figura 5: L’approssimazione di Mac-Laurin della funzione f (x) = sin(x) (in rosso) miglio- ra al crescere del grado del polinomio. Notare che l’approssimazione è buona solo vicino all’origine mentre diventa scadente lontano da essa.

(35)

Lezione di giovedì 18-11-2010 ore 14:00 - 15:30, aula P100

• Esercizi: calcolare i limiti (applicando, se ritenuto opportuno, il teorema di De l’Ho- pital)

a) lim

x→0

sin(x)− x

x3 , b) lim

x→0

arctg(x)

x , c) lim

x→0+x ln(x), d) lim

x→+∞

arctg(x) 1 + x2 e) lim

x→0+

 cos √

x · x· ln(x) sin(x)



• Introduzione al calcolo integrale come limite di somme mediante esemplificazione (a livello intuitivo) dei seguenti tipi di integrali

– integrali di linea (calcolo del lavoro compiuto da una forza lungo una linea assegnata);

– integrali di superficie (calcolo della quantità di gesso depositata sulla lavagna a partire dalla conoscenza della densità superficiale);

– integrali di volume (calcolo della massa totale degli oggetti presenti in una stanza a partire dalla conoscenza della densità di massa).

Il lavoro del campo di forza ~F lungo una curva (orientata) γ è un particolare tipo di integrale detto di linea che si può pensare ottenuto (a livello intuitivo) come limite delle somme

L = Z

γ

F~· ~dl = lim

n→+∞

n

X

k=0

F~k· ~sk

e la somma va intesa pensando di far tendere a zero (per n→ +∞) le lunghezze dei singoli spostamenti ~sk.

(36)

Figura 6: Il calcolo del lavoro del campo di forza ~F lungo una linea γ che va da P1 a P5 è un particolare tipo di integrale (detto di linea di seconda specie).

• Integrazione indefinita come problema inverso alla derivazione: data f(x), trovare F (x) tale che F(x) = f (x). F (x) è detta una primitiva di f (x). Ad esempio, è noto che (x2)= 2· x per cui F (x) = x2 è una primitiva di f (x) = 2x.

Però, osserviamo che anche (x2+ 1) = 2x e, quindi, anche x2+ 1 è una primitiva di f (x). Estendendo il ragionamento, troviamo subito che tutte le funzioni del tipo x2+ c, c∈ R sono primitive di f perché (x2+ c) = 2x in quanto la derivata di una costante è (la funzione) nulla. Chiamiamo l’insieme di tutte le primitive di una data funzione f (x) l’integrale indefinito di f e lo indichiamo col simbolo

Z

f (x)dx.

Quindi, poniamo

Z

2xdx = x2+ c, c∈ R.

• Esempio

( sin(x) ) = cos(x) ⇒ Z

cos(x) dx = sin(x) + c c∈ R.

• Esempio

( arctg(x) )= 1

1 + x2

Z 1

1 + x2dx = arctg(x) + c c∈ R.

• Esempio

( ln (ln(|f(x)|)) ) =f(x) f (x) ⇒

Z f(x)

f (x) dx = ln(|f(x)|) + c c ∈ R.

Calcolare Z

−tg(x)dx =

Z − cos(x)

sin(x) dx = ln(| sin(x)|) + c, c ∈ R.

Z 2x

x2+ 1dx = ln(|x2+ 1|) + c = ln(x2+ 1) + c, c∈ R.

(37)

• Esempio

ef (x)

= ef (x)· f(x) ⇒ Z

ef (x)· f(x) dx = ef (x)+ c c∈ R.

Calcolare Z

exdx = ex+ c, c∈ R.

Z

2x ex2dx = e2x+ c, c∈ R.

Z

esin2(x)· sin(2x)dx = Z

esin2(x)· 2 sin(x) · cos(x)dx = esin2(x)+ c, c∈ R.

(38)

Lezione di giovedì 18-11-2010 ore 14:00 - 15:30, aula P100

• Tabella di integrali indefiniti (c ∈ R) Z

xαdx = xα+1

α + 1 + c, α6= −1, Z

x−1dx = Z 1

xdx = ln(|x|) + c Z

sin(x)dx =− cos(x) + c, Z

cos(x)dx = sin(x) + c Z

exdx = ex+ c,

Z 1

1 + x2dx = arctg(x) + c

Z 1

√1− x2dx = arcsin(x) + c, Z

− 1

√1− x2dx = arccos(x) + c

• Linearità dell’integrale indefinito Z

(αf (x) + βg(x)) dx = α Z

f (x)dx + β Z

g(x)dx Esempi:

Z

2x2+ x−1− 3ex dx =2

3x3+ ln(|x|) − 3ex+ c, c∈ R Z 

x5+ 10 x2+ 1



dx = x6

6 + arctg(x) + c, c∈ R Z

sin x + π

3

dx =−1

2cos(x) +

√3

2 sin(x) + c, c∈ R

• Regola di integrazione per parti (con dimostrazione) Z

f (x)· g(x)dx = f (x)· g(x) − Z

f(x)· g(x)dx Esempi:

Z

ln(x)dx = x ln(x)− x + c, c ∈ R

Z

x ln(x)dx = x2

2 ln(x)−x2

4 + c, c∈ R Z

xexdx = (x− 1)ex+ c, c∈ R Z

(x2− 1)exdx = (x− 1)2ex+ c, c∈ R Z

x cos(x)dx = x sin(x) + cos(x) + c, c∈ R Z

exsin(x)dx = ex

2 (sin(x)− cos(x)) + c, c ∈ R

(39)

• Regola di integrazione per sostituzione Z

f (φ(x))· φ(x)dx = Z

f (y)dy, y = φ(x), dy = φ(x)dx Esempi:

Z

x sin(x2+ 1)dx =−1

2cos(x2+ 1) + c, c∈ R Z

cos(x) ln(sin(x))dx = sin(x) ln(sin(x))− sin(x) + c, c ∈ R

Z

(2x + 1)ex2+1dx = ex2+x+ c, c∈ R

Z ex

√xdx = 2ex+ c, c∈ R

Z

tg(x)dx =− ln( | cos(x)| ) + c, c ∈ R

• Esercizi

– Calcolare il limite

x→0lim

x ln(1− x) sin(x2) – Sia

f (x) =

α , x < 0

0 , x = 0

x + β , x > 0 dove α e β sono parametri reali.

a) Posto α = −1 e β = 1 disegnare il grafico di f, specificandone domi- nio, immagine, eventuali punti di non continuità, eventuali punti di non derivabilità.

b) Determinare α e β in modo che la funzione f sia continua nel suo insieme di definizione.

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