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2. Analisi Locale
Dalla scala territoriale scendiamo a quella locale, esaminiamo alcune tematiche già sollevate in precedenza e aggiungiamone altre al fine di analizzare in maniera più approfondita l’area oggetto di studio. Lo studio partirà da una scomposizione per livelli di analisi: ‐ La struttura del paesaggio ‐ La memoria del paesaggio ‐ Il paesaggio degli insediamenti ‐ Il paesaggio agrario ‐ Il paesaggio dell’acqua ‐ Il paesaggio percettivo ‐ Il paesaggio critico2.1. La Struttura
Quando si cerca di determinare la struttura di un certo territorio si deve compiere un lavoro di sintesi tra tutte le conoscenze accumulate sul luogo e stilare uno schema di elementi che possiamo dire essere la colonna vertebrale del nostro sito. Sono stati individuati tre elementi. Un primo elemento, di natura storica ‐ archeologica, è la maglia territoriale o interpoderale. Tale maglia, si vede subito, essere meno regolare rispetto a quella delle zone immediatamente vicine e il motivo è da imputarsi all’antico passaggio dell’Auser che interrompeva il sistema della centuriazione. La presenza del Paleoalveo dell’Auser è quindi un secondo elemento strutturante il luogo.Infine ci sono i laghi. Questi ultimi si sono formati in seguito all’estrazione di ghiaia nella zona, cambiando il volto floristico, faunistico e insediativo del luogo. E’ a loro che poi dobbiamo il nome “Isola Bassa” a indicare probabilmente le depressioni lacustri.
Cap. 2: Analisi Locale Pagina | 35 Figura 2‐1 Schema della Struttura del luogo: in azzurro i limiti del letto dell’Auser, in rosso l’area di studio e il reticolo a indicare la centuriazione.
2.2. La Memoria e il Paesaggio degli Insediamenti
La regione della piana di Lucca può essere distinta in due zone insediative: la città compatta e la città diffusa. La prima tutta racchiusa nel raggio dei primi kilometri dal centro della città (città + prima periferia) e l’altra diluita nel resto della piana. L’area oggetto di studio si trova in quest’ultima regione che storicamente è appartenuta alle “sei miglia”20 e organizzata sull’assetto territoriale storico delle “corti”. La città diffusa quindi è organizzata in un sistema di piccoli nuclei insediativi e storiche corti collegate fra loro da una maglia viaria vicinale di antica formazione e rimasta in efficienza fino agli anni ’60. I cambiamenti socio‐ economici che si ebbero in quegli anni comportarono inevitabilmente grosse trasformazioni, così accanto alle corti sorsero nuove tipologie edilizie estranee al tessuto insediativo proprio della zona. La crescita di tale tessuto avvenne sull’orditura della viabilità storica20
Pagina | 36 comportando una frammentazione del tessuto urbano e un’erosione della maglia territoriale.
La nostra area è posta in una zona di confine tra il Comune di Lucca e di Capannori e tra gli abitati di Lammari, S. Cassiano e Picciorana, di conseguenza lontana dalle arterie viarie principali. Per questi motivi è stata investita dal fenomeno in maniera meno aggressiva rispetto ad altre aree e la maglia interpoderale infatti non è stata modificata sostanzialmente.
Il sistema della “corte” è l’elemento insediativo che quindi più caratterizza e regola la nostra area oltre che gran parte del territorio agrario della piana di Lucca.
2.2.1. La corte lucchese
Evoluzione naturale della curtis medievale già nel XVII si afferma fortemente nel territorio divenendo l’insediamento tipico della popolazione contadina.
La corte lucchese si insedia nel sistema della centuriazione seguendo rigorosamente l’orientamento nord‐sud, è costituita da uno o due raggruppamenti longilinei che si fronteggiano parallelamente. Tale insediamento nasce essenzialmente per coniugare l’abitazione con il luogo di lavoro. L’aia, lo spazio comune, è poi il centro della vita di corte e viene vissuta dagli abitanti per ogni attività: lavoro, divertimento, raccoglimento… La sua origine è legata al sistema societario patriarcale, in cui le famiglie dei figli andavano a costruire in adiacenza alla casa del padre così, per successive aggregazioni nasce la schiera di corte. La corte, è poi caratterizzata da alcuni elementi sempre presenti21:
• Il Passo o Callare è l’ingresso alla corte, unico per tutte le famiglie, può essere perpendicolare o parallelo alla schiera.
• Le Schiere pure ovvero la schiera di sole abitazioni ha le facciate allineate ma spesso di altezza e colorature diverse (per distinguere le famiglie). Il fronte principale è rivolto a sud con il piano terreno per la zona giorno e i piani superiori per le camere.
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Pagina | 37 • Le Schiere miste ospitano invece nella parte centrale le abitazioni e alle estremità i
rustici (Figura 2‐2).
• I Rustici o cascine sono le costruzioni adibite al lavoro, per ospitare il bestiame e il fieno o per il deposito e la lavorazione dei prodotti. Di due piani generalmente, il livello superiore è areato dalle mandolate (ovvero tamponamenti che permettevano il passaggio dell’aria per aerare i locali).
• Il Tirasotto, addossato alle cascine, è il locale adibito al deposito e al riparo di attrezzi di particolare volume come il barroccio.
• L’Aia, il cuore della corte, è una superficie aperta, destinata all’uso comune e delimitata dalle schiere delle abitazioni e cascine. La si usa oltre che come luogo di lavoro, per le riunioni, i balli e canti, le veglie serali estive o per i giochi dei bambini. La pavimentazione può essere in cotto, in pietra, più semplicemente in terra battuta o (più recentemente) in calcestruzzo (Figura 2‐3).
• La Religiosità, aspetto che fortemente permea la vita contadina non può non trovare spazio anche nella corte. La popolazione contadina, oltre a essere un’assidua frequentatrice della chiesa paesana infatti, ama ricoprire di segni religiosi i luoghi in cui svolge le attività quotidiane. Si trovano quindi croci, cappelline, edicole, immagini sacre, bassorilievi, statuette o piccole incisioni, in particolare dedicati ai temi della Modanna, Gesù o i Santi. • Infine gli Annessi erano gli elementi di servizio ma indispensabili alla corte. Come il Pozzo comune alle famiglie, lo stallino dove si trovava il maiale, il forno, il pollaio…
Pagina | 38 Figura 2‐2 La schiera mista di Corte del Pinaccio Figura 2‐3 L’aia di Corte Nieri
Figura Si not callare SCH Gli A L’O Figura a 2‐5 Planime tino la schiere re si apre tra i HIERA delle A ANNESSI ORTO 2‐4 Vista aer etria della Cor e mista sul lato i rustici e gli or ABITAZIONI rea della Corte rte di via del F o nord e i Rust rti. e di via del Fo Fondaccio. stici su quello s AIA Il CALLARE ondaccio. sud. Al centro I RUSTICI o l’aia contorn CI Cap. 2: A nata dagli anne Analisi Locale Pagina | 39 nessi. Infine il e 9
Pagina | 40 Se volessimo scattare una fotografia del paesaggio della piana ci accorgiamo di quanto alcuni elementi siano sempre protagonisti della scena. In primo piano il terreno, arato di fresco o coltivato, con le sue tonalità di marrone e giallo e qua e là il soffice manto dei verdi prati arricchito da alberi sparsi e filari. In secondo piano si delinea la corte singola o in gruppi. Sullo sfondo i rilievi, ai margini della conformazione della pianura: le Pizzorne se scattiamo la foto verso nord o i monti Pisani se verso sud. Sulla scena predomina un forte senso di orizzontalità: dei campi, delle abitazioni, dei prati, qua e là interrotta dalla verticalità e ripetitività dagli alberi. Tre fasce di colore dominano il paesaggio: gli ocra dei campi, delle schiere di corti, delle coltivazioni; i verdi, dei prati e delle piante; l’azzurro del cielo. La corte, protagonista della scena, si pone a mediazione tra terra e cielo. Figura 2‐6 Corte di Via del pinaccio con sul fondo le Pizzorne
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2.3. Il Paesaggio Agrario e dell’acqua
Per questa analisi sono stati studiati gli aspetti caratterizzanti il paesaggio naturale: gli elementi del paesaggio agrario e quelli dell’ambiente umido.
Nei primi ricadono le alberature: gli alberi singoli di grandi o piccole dimensioni, i filari, i canneti, le viti; gli usi del suolo: seminativo, frutteto, ulivi, prato, incolto e bosco.
L’ambiente umido invece comprende gli specchi d’acqua, i canali, le scoline ma anche le opere infrastrutturali quali i pozzi, le vasche di raccolta e gli attraversamenti. Dalla maglia interpoderale emerge subito un tessuto agrario basato sugli schemi dei campi chiusi e dei campi aperti. I primi principalmente posizionati nelle aree a nord dei laghi, sono definiti dai filari alberati e dalle scoline, i secondi, concentrati nelle aree in prossimità di via del Pinaccio, sono delimitati dalla viabilità e dai canali. I campi chiusi sono poi contraddistinti da omogeneità di uso del suolo, prati, alternati a seminativi o a frutteti. La maglia dei campi rimane quindi continua tranne in alcune zone, dove sono presenti i laghi e la viabilità. Le canalizzazioni corrono da nord a sud e in particolare indichiamo il Rio Fanuccio, il Canale Ozzeretto che più a valle rappresenterà il confine naturale tra i Comuni di Lucca e Capannori, e il Canale demaniale del Vannucci. In tali canalizzazioni sfociano le numerose scoline che disegnano la tessitura agraria. Figura 2‐7 Veduta aerea della zona di Isola Bassa
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2.4. Il Paesaggio percettivo
Con questo termine si vuole indicare lo studio volto a evidenziare gli elementi alla base della percezione del paesaggio. Questi elementi sono: Le Cesure sul territorio. Barriere di tipo naturale o artificiale che ostruiscono la vista e impediscono fisicamente di percepire gli elementi caratterizzanti il paesaggio. Tali cesure sono i fitti filari alberati e le lunghe schiere delle abitazioni. Le Direzionalità, che segnano il territorio secondo un andamento univoco e lineare. Prime fra tutti la viabilità, specialmente se affiancata da un filare alberato o da un canale.
Le Prospettive visive, cioè punti privilegiati per la loro posizione che permettono di percepire singoli elementi del paesaggio o dell’abitato. Sono punti focali che consentono di apprezzare particolari segni del luogo quali una corte, un’ alberatura ecc. Le prospettive visive sono valorizzate dalle direzionalità e ostacolate dalle cesure.
Le Prospettive sceniche. Punti strategici che introducono a una prospettiva allargata e da cui è possibile avere la percezione del paesaggio o del centro abitato. Esse rappresentano per la loro conformazione, una quinta scenica che si apre all’osservatore. Un esempio sono alcuni punti visuali sulle colline, sui laghi, sullo skyline dell’abitato ecc. Come per le prospettive visive anche per quelle sceniche le cesure possono provocare interruzioni. Maglia urbana diffusa. Ovvero quando il tessuto urbano si fa rarefatto e gli insediamenti appaiono distanti gli uni tra gli altri. Il bordo tra città e campagna appare difficilmente percettibile. Maglia urbana compatta. E’ il caso in cui gli insediamenti, molto vicini tra loro, creano una concentrazione dell’abitato in spazi limitati. In questo caso il limite tra città e campagna si fa netto.
Insediamenti decontestualizzati. Quando nel tessuto urbano emergono alcuni insediamenti che, per le loro caratteristiche (estetiche, tipologiche, conservative ecc.), si differenziano fortemente dal resto degli abitati. Essi in particolare, appaiono fuori dal
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Pagina | 43 contesto territoriale in cui si trovano. Nel nostro caso sono stati individuati due edifici che hanno caratteristiche estetiche completamente estranee al luogo come la colorazione molto accesa. Figura 2‐8 Estratto della Tavola 7 dove sono indicati gli elementi di percezione del Paesaggio.
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2.5. Il Paesaggio Critico
Al fine della redazione del progetto è necessario a questo livello procedere a un’analisi dei valori e criticità che costituiscono il nostro sito. Gli elementi di valore individuati sono: I laghi, punto focale del futuro parco. Le case di corte che rappresentano il tessuto insediativo storico. Le strade campestri che oltre a essere una viabilità storica, rappresentano un’insieme di percorsi che permettono di attraversare il paesaggio lontano dalla viabilità trafficata. I filari alberati, che ancora oggi consentono di immaginare come doveva essere ilpaesaggio agrario dei campi chiusi ‐ campi aperti del passato. Gli elementi di criticità: Le forme diffuse di inselvatichimento che rendono poco fruibile il verde. Fenomeni assimilabili a discariche. Gli edifici e le resedi in abbandono. Gli Insediamenti decontestualizzati. La viabilità che necessita di marciapiedi e quindi poco sicura per i pedoni. Viabilità con scarsa o nessuna manutenzione. I grandi assi viari di previsione, che pongono il problema dell’impatto con il paesaggio e la conseguente cancellazione di parte del tessuto agrario e insediativo.