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Basilea 2, come cambia il rapporto tra impresa e banca

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Academic year: 2022

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Basilea 2, come cambia il rapporto tra impresa e banca

Molti interrogativi sui sistemi di rating che gli istituti di credito utilizzeran- no per la valutazione dei rischi

Il primo gennaio 2008 entrerà in vigore l’accordo interna- zionale conosciuto come Basilea 2. Le banche dovranno classificare i clienti in base alla loro rischiosità, attraverso procedure di rating sempre più sofisticate. Cambierà, dun- que, sostanzialmente, il rapporto tra gli attori del credito: la banca dovrà valutare il rischio che corre concedendolo, le aziende dovranno fornire tutte le indicazioni specifiche per consentire la valutazione. Su “Basilea 2”, le sue incognite e le sue prospettive, presso i locali della Confindustria di Catanzaro, organizzata dalla Camera di Commercio, si è svolta una tavola rotonda, alla quale hanno partecipato, oltre al presidente della Camera di Commercio, Paolo Abramo, il direttore per l’Italia di Moody’s KMV, Giovanni Butera, il presidente della Fondazione Marincola Politi,

Antonio Marincola Politi, il direttore di InEuropa Srl, Raffaele Mostaccioli, il segretario dell’Ordine dei Dottori Commercialisti di Catanzaro, Maurizio Toraldo, il direttore della Banca d’Italia del capoluogo, Francesco Pierro, il pre- sidente di Confindustria Catanzaro, Giuseppe Speziali ed il presidente della Federazione Banche di Credito Cooperativo, Flavio Talarico. Moderatore della tavola rotonda il giornalista Marcello Barillà, direttore di

“Obiettivo Calabria”. Il presidente della Camera di Commercio, Paolo Abramo, nell’aprire il convegno ha subito detto che l’accordo internazionale Basilea 2 non è così semplice come può apparire. “Il sistema bancario - si è chiesto - dispone di un numero di indicatori ampio e com- pleto per valutare la rete di micro e piccole imprese che

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costituiscono l’ossatura della nostra economia? Ed ancora, le imprese possiedono la cultura necessaria per affrontare le novità ed accettare le sfide di Basilea 2? Le risposte - ha proseguito - sono tutt’altro che scontate ed infatti, ad oggi, non siamo ancora in grado di stabilire con certezza se l’ac- cordo internazionale disegna uno scenario di incognite o di opportunità. Una condizione questa, nella quale non solo il sistema bancario, ma soprattutto le imprese, sembrano esse- re la componente più a rischio, anche perché in una regione come la Calabria, dove il credito è già di per sé un proble- ma, la situazione potrebbe complicarsi ulteriormente. Per questa ragione la Camera di Commercio, luogo naturale e istituzionale d’incontro tra i soggetti sociali ed economici, ha inteso promuovere questa tavola rotonda, che mette a confronto tutti quelli che, a vario titolo, avranno un ruolo nell’affrontare le novità di Basilea 2. Gli interrogativi prin- cipali riguardano soprattutto i sistemi di rating che le ban- che utilizzeranno per valutare i rischi. Gli istituti di credito - ha quindi specificato Abramo - hanno sostanzialmente due strade: utilizzare il rating esterno standardizzato o imple- mentare sistemi interni. Il primo è uno strumento in posses- so di pochi soggetti, come le grandi corporate ed è ben dif- ficile che possano avvalersene le piccole medie imprese.

Quanto al rating interno, saranno pochissime le banche che decideranno di farvi ricorso, poiché la sua implementazione comporta l’investimento di svariati milioni di euro, dai 50 ai 250, secondo Confartigianato”. Il presidente della Camera Commercio ha fatto presente che le imprese dovranno organizzarsi e prestare maggiore attenzione agli equilibri finanziari che presiedono ad una corretta gestione aziendale, “prevedendo il riequilibrio della struttura finan- ziaria dell’attivo e del passivo, non solo per adeguarsi alle regole di Basilea 2, ma soprattutto per rispondere alle sfide del mercato”.

Il direttore per l’Italia Moody’s Kwm, Giovanni Butera, ha messo in evidenza come in questa fase di cambiamento esi- stono sempre molti rischi che possono coinvolgere sia il sistema bancario che le aziende: “Come società di valuta- zione, sia delle banche, che delle imprese - ha affermato - ci opereremo affinché ci sia un processo trasparente, un pro- cesso condiviso, che possa essere avallato anche dai nostri sistemi di analisi. Abbiamo creato delle strutture tecnologi- che che permettono alla banche di valutare meglio le impre- se ed alle imprese di potere capire quali sono i sistemi che le banche utilizzano per potere valutare queste concessioni di credito. Ci proponiamo, insomma, di essere degli inter- mediari in termine di cultura e di formazione, per fare sì che queste sfide, che noi andiamo ad affrontare, siano solo una fonte di opportunità e di successo”.

Antonio Maricola Politi ha evidenziato come il compito di una fondazione “è quello di considerare le necessità della società e creare delle sintesi. La stessa ha fatto proprie quel- le che erano le preoccupazioni della Confartigianato, riu- scendo a realizzare, lasciatemelo dire, con enorme soddisfa- zione, ciò che oggi sta accadendo “.

Per Raffaele Mostaccioli, “il progetto nasce su iniziativa della Confartigianato, che, a seguito di un progetto di ricer- ca fatto con l’Università di Catanzaro, ha verificato l’impat- to negativo che potrebbe avere Basilea 2 sulle imprese del territorio. A questo punto si è pensato di creare una struttu- ra che potesse essere di supporto alla piccole e medie impre- se della Calabria e del Meridione, per avere la possibilità di creare un rating specifico proprio per queste imprese, strut- turalmente e potenzialmente diverse da quelle del resto d’Italia. Su questo progetto abbiamo avuto numerose ade- sioni, quali l’Unione delle Camere, la Confindustria, la Confartigianato regionale, oltre quella provinciale, più una serie di partner privati. Iniziamo con tutti loro un percorso

Paolo Abramo: “Non siamo ancora in grado di stabilire con

certezza se l’accordo internazionale disegna uno scenario di

incognite o di opportunità”

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che durerà tre / quattro anni che dovrebbe portarci ad avere il riconoscimento, da parte della Banca d’Italia, per diven- tare una società esterna alle banche per la concessione del rating alle piccole e medie imprese. Fra gli altri partner menzionerei la Fondazione Marincola Politi, mentre, come partner tecnico la società Moody’s, che sta sopra tutti e che sarà quella che ci accompagnerà nel discorso del raggiungi- mento del riconoscimento della Banca d’Italia. Da ricorda- re anche il coinvolgimento della Sapienza di Roma, il cui preside della facoltà di Economia fa parte del consiglio di amministrazione di questa società che abbiamo creato, pro- prio per dare quel crisma di scientificità a tutta l’operazio- ne”.

“Basilea 2 impone alle banche di accantonare delle somme in funzione del rischio e dell’investimento dell’azienda, per cui diventa importante il modo in cui le aziende interessate saranno valutate dalle banche attraverso il così detto rating». E’ quanto asserito nel suo intervento dal segretario dell’Ordine dei Commercialisti di Catanzaro, Maurizio Toraldo, che ha poi così proseguito. «Si creerà una sinergia ancora maggiore fra impresa e commercialista, perché le imprese stesse saranno stimate attraverso i bilanci, compi- lati con l’ausilio dei dottori commercialisti, per cui si dovrà

porre sempre maggiore attenzione non solo alle tradiziona- li componenti economiche e patrimoniali, ma alla compo- nente finanziaria, quella che consentirà alla impresa di accedere in misura agevolata al credito e quindi al rating”.

Secondo il presidente di Confindustria, Giuseppe Speziali,

“Basilea 2 impone un approccio nuovo nel rapporto tra impresa e banca, sicuramente più obiettivo. Oggi siamo nelle condizioni di avere un rapporto più trasparente nella fase in cui la misurazione del valore di una azienda è data da alcuni parametri e da alcuni rating che sono oggettiva- mente apprezzabili e sui quali si può inserire sicuramente anche una valutazione non esclusivamente di carattere numerico, ma ambientale. Se da una parte abbiamo quindi questa opportunità, dall’altra dobbiamo renderci conto che il rapporto banca-impresa è da considerarsi un rapporto tra due imprese, per cui anche la banca ha bisogno di avere riscontro di quello che fa. In questo senso - ha proseguito Speziali - come associazione di categoria dobbiamo dare la possibilità all’azienda di capire quale è il nuovo approccio e di adeguarsi in questa direzione. Quindi bilanci più tra- sparenti, immobilizzazioni che devono essere coperte non con mezzi a breve terme, ma a medio lungo termine, mag- giore informativa di bilancio. Elementi tutti che daranno

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alla banca che valuta l’azienda la possibilità di potere avere un approccio più trasparente e sicuramente migliore rispetto a quello che attualmente avviene. Questo proble- ma, per le aziende meridionali, in genere, e calabresi, in particolare, è quindi anche di mentalità. Bisogna cercare di capire come l’approccio nuovo debba essere positivo e non viziato da quelle garanzie che poi diventano un punto cen- trale. Oggi si valuta l’azienda a prescindere dalle stesse garanzie, perché nel momento in cui l’azienda non può più pagare i debiti contratti, emerge un dato intrinseco alla reale condizione di lavoro dell’impresa, quindi alla reddi- tività che essa riesce ad esprimere”. Soffermandosi poi sulle piccole aziende, il presidente della Confindustria catanzarese ha sottolineato lo sforzo di adeguamento che bisognerà mettere in atto, “uno sforzo - ha evidenziato - per fare capire che nelle condizioni attuali le nostre picco- le e medie imprese saranno sicuramente penalizzate non soltanto nell’accesso vero e proprio al credito, ma anche nel costo del credito stesso, perché più è la rischiosità da parte delle banche, più si avrà un costo del danaro maggio- re per le aziende che vogliono avere credito. Lo sforzo è sicuramente, da una parte quello di adeguarsi alla nuova metodologia e dall’altra, e qui entrano i nostri compiti, dare gli strumenti alle stesse imprese per potere capire quale è il vero approccio nel rapporto banca- impresa”.

Speziali ha infine annunciato che Confindustria e Fidi Impresa (un consorzio di garanzia di secondo grado) pre- senteranno nei prossimi mesi “un modello di rating per le piccole e medie aziende calabresi, che darà la possibilità di confrontarsi con quello delle banche. Un confronto - ha concluso - che sarà senza dubbio utile alle imprese, ma,

aggiungerei, anche alle banche stesse”.

Il direttore della Banca d’Italia di Catanzaro, Francesco Pierro, ha innanzitutto sottolineato come le nuove disposi- zioni di vigilanza prudenziale per le banche “delineano una regolamentazione incentrata sul grado di esposizione ai rischi e sulla capacità di sviluppare idonee tecniche di gestione e controllo e di adottare presidi organizzativi coe- renti con le caratteristiche e le strategie aziendali. Le nuove regole rafforzano il legame tra profili patrimoniali e di carattere organizzativo, assegnando un ruolo fondamen- tale nella gestione e nel controllo dei rischi. Le disposizio- ni individuano le fasi del processo interno di valutazione dell’adeguatezza patrimoniale da parte delle banche, la periodicità, i principali rischi da sottoporre a valutazione, fornendo per alcuni di essi indicazioni su metodologie semplificate di calcolo. All’autorità di vigilanza spetta il compito di riesaminare il processo di autovalutazione, verificarne la coerenza dei risultati, formulare un giudizio complessivo sulla banca ed attivare, ove necessario, le opportune misure correttive”. Sempre a proposito delle disposizioni prudenziali, il direttore della Banca d’Italia di Catanzaro ha accennato al principio di proporzionalità,

«secondo cui - ha specificato - gli adempimenti richiesti agli operatori sono proporzionati alle loro dimensioni, alle caratteristiche operative ed alla rilevanza dei rischi che assumono. La determinazione dei requisiti patrimoniali si articola in un sistema di regole modulari, che consentono un ampio ventaglio di opzioni per i sistemi di misurazione e gestione dei rischi, opzioni che, entro certi limiti, posso- no essere esercitate anche in modo indipendente nei diver- si comparti di attività ». Circa la banche così dette minori,

Giuseppe Speziali: “Bilanci più trasparenti, maggiore informa-

tiva di bilancio, sono elementi che daranno alla banca che

valuta l’azienda la possibilità di potere avere un approccio

più trasparente. Questo problema, per le aziende calabresi,

è quindi anche di mentalità”

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il relatore ha indicato le soluzioni più idonee, “soluzioni - ha evidenziato - comunque caratterizzate da grande semplicità realizzativa, ma che preservano i significativi progressi della nuova normativa, per esempio la programmazione plu- riennale dell’adeguatezza patrimoniale e l’analisi dell’im- patto di scenari macroeconomici avversi. La nuova disposi- zione di vigilanza prudenziale, per ciò che concerne la parte introduttiva, contiene una guida per la ricerca delle metodo- logie più semplici nell’ambito di ciascuna componente della regolamentazione, che dovrebbe consentire agli intermedia- ri caratterizzati da operatività più tradizionale, di ricorrere ad una parte minima del complesso normativo. In ogni caso - ha concluso Pierro - si mira, da un lato, a preservare i van- taggi di una regolamentazione per obiettivi: adattabilità all’innovazione finanziaria e libertà per gli intermediari di introdurre nuove tecniche di gestione dei rischi, dall’altro, a ridurre l’incertezza degli operatori sull’accettabilità delle metodologie da essi elaborate “.

Il presidente della Federazione Banche di Credito Cooperativo, Flavio Talarico, da parte sua, dopo avere fatto un excursus sulla struttura dell’accordo Basilea 2, ha foca- lizzato il suo intervento sul sistema rating del Credito Cooperativo. “Il Credito Cooperativo - ha sottolineato - ha sviluppato a livello nazionale un sistema di classificazione dei rischi di credito (Crc), avente come obiettivo la valuta- zione del merito creditizio delle imprese che richiedono un affidamento. Detto sistema è organizzato per valutare il cliente e non l’operazione, attraverso la compilazione di un questionario differente per ogni macrocategoria di impresa e tiene in debita considerazione i giudizi soggettivi e motiva- ti degli analisti, che si troveranno a valutare il merito credi- tizio del cliente nella fase di accettazione e /o revisione annuale. Il sistema di che trattasi, inoltre, è condiviso all’in- terno del credito nazionale ed è validato dalla Banca d’Italia”. Talarico ha quindi illustrato due tipologie di infor- mazioni: una qualitativa e l’altra quantitativa. “Le informa- zioni qualitative - ha specificato - riguardano la governance dell’impresa, i rischi cui è sottoposta la stessa, il posiziona- mento strategico ed il profilo gestionale. L’area di indagine della governance si prefigge, in particolare, di valutare la

capacità dell’azienda di individuare in modo chiaro e traspa- rente un responsabile e l’esistenza di una struttura proprieta- ria ben definita, all’interno della quale emerga, con un ruolo guida, un socio o un gruppo compatto di soci. Quanto all’area di indagine dei rischi l’obiettivo è calcolare le carat- teristiche specifiche dell’impresa rispetto ai rischi finanzia- ri, legali e operativi, in modo da valutare l’esposizione della stessa a tale rischi, che potrebbero pregiudicare il suo futu- ro. Sul posizionamento strategico l’indagine va a valutare la distribuzione del fatturato su più o meno prodotti, cioè la dipendenza dell’azienda da un singolo prodotto /servizio.

Infine sul profilo gestionale l’obiettivo è puntato sulla capa- cità di gestire l’azienda in termini di governo dei processi interni”. Per quel che concerne le informazioni quantitative, il presidente Talarico, ha evidenziato quelle riguardanti i dati di bilancio, le informazioni sui fidi e sul loro utilizzo (presenza di sofferenze, di posizioni con passaggio a perdi- ta ecc.), le informazioni riguardo protesti, decreti ingiuntivi, fallimenti in corso o pregressi, le informazioni sui dati inter- ni di comportamento del cliente nei confronti della banca e del sistema bancario, discriminando le relazioni che manife- stano sintomi di deterioramento del rischio. “Il metodo Crc - ha concluso il presidente della Federazione Banche di cre- dito cooperativo - peserà in modo significativo le informa- zioni qualitative che l’impresa fornirà all’operatore al momento della pratica di affidamento. Il peso adottato dal sistema per questo tipo di informazione è del 20% e ciò rap- presenterà un vantaggio per l’impresa cliente della Bcc, per- ché verrà valorizzato e sviluppato il patrimonio informativo proveniente dall’affinità territoriale esistente tra la banca ed il cliente”.

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