Decurtazione punti patente:
quando scatta la revisione?
14 Marzo 2021 | Autore: Mariano Acquaviva
Revisione della patente: quando la legge prevede l’obbligo? Cosa succede a chi commette almeno tre gravi infrazioni nell’arco di un anno?
Non si può guidare un veicolo su strada senza la necessaria autorizzazione amministrativa. Il titolo che consente di essere abilitati a circolare con una vettura
su una strada pubblica prende il nome di patente. Già da diverso tempo la legge italiana ha introdotto i famosi punti, senza i quali non si può più circolare se non dopo aver sostenuto nuovamente gli esami di guida. La patente, da questo punto di vista, funziona un po’ come le tessere fedeltà che vengono date ai clienti delle catene commerciali, con la differenza che i punti patente si possono sia perdere che acquistare. Da tanto deriva che le violazioni al codice della strada comportano non solo l’obbligo di pagare una multa ma anche la sottrazione di alcuni punti.
Quando scatta la revisione per decurtazione punti patente?
Al conseguimento del titolo abilitativo alla guida, ognuno parte con venti punti:
questi possono diminuire in base alle infrazioni commesse, oppure aumentare nell’ipotesi di perdurante rispetto del codice della strada. Come vedremo, la decurtazione dei punti della patente rappresenta una sanzione accessoria, nel senso che si affianca alla sanzione principale costituita dall’obbligo di pagare un importo in denaro. Ciò non significa, però, che la decurtazione dei punti sia una sanzione di minore importanza: e infatti, il conducente che si ritrova “a secco” di punti non potrà più circolare in strada. Con questo articolo vedremo come funziona la decurtazione dei punti e quando scatta l’obbligo di revisione della patente.
Punti della patente: cosa sono?
La legge attribuisce a ogni persona in possesso di una patente di guida un numero di punti (pari a venti) che possono essere sottratti a seguito delle infrazioni al codice della strada.
I punti patente costituiscono il misuratore dell’affidabilità del cittadino alla guida:
un numero elevato di punti significherà un maggiore rispetto dei precetti del codice della strada. Insomma: i punti patente corrispondono ad una specie di
“fedina stradale”.
Punti patente: come funzionano?
La quota iniziale di punti patente è soggetta a variazione, sia in negativo che in positivo: se ad ogni infrazione del codice della strada può corrispondere una decurtazione proporzionata alla gravità della propria condotta, il trascorrere del tempo al contrario aiuta l’automobilista ad aumentare o a recuperare i punti persi.
Se non si commettono infrazioni vengono aggiunti 2 punti ogni due anni, fino ad
arrivare ad un massimo complessivo di trenta punti (tetto massimo oltre il quale non si può andare).
Così come esiste un limite massimo di punti cumulabili, ne esiste anche uno di punti decurtabili: nell’ipotesi in cui con un’unica condotta il conducente commetta più violazioni, la decurtazione non potrà superare il limite dei 15 punti, a meno che tra le violazioni commessi non ne figuri una che comporti la sospensione immediata o la revoca della patente. In tale ipotesi non si tiene conto del limite dei 15 punti, e al conducente possono essere sottratti anche tutti.
Per i neopatentati è previsto un regime un po’ più rigido: nei primi tre anni dal rilascio, in caso di violazione subiscono una decurtazione doppia dei punti.
Decurtazione punti: cos’è?
La decurtazione dei punti è una sanzione accessoria [1] rispetto alla sanzione principale rappresentata, in genere, dalla multa, cioè dall’obbligo di pagare una determinata sanzione pecuniaria.
La decurtazione dei punti è una sanzione destinata all’effettivo trasgressore, cioè a colui che concretamente era alla guida al momento dell’infrazione.
È evidente, però, che non sempre si può sapere chi era alla guida del veicolo che ha violato il codice della strada. È il caso del superamento dei limiti di velocità o di ogni altra infrazione rilevata con gli strumenti elettronici (autovelox, tutor, photored, ecc.) per cui bisogna ricorrere alla contestazione differita, cioè alla notifica a casa della multa.
In casi del genere, quando l’organo accertatore non può conoscere l’identità di chi è alla guida del veicolo, il proprietario del mezzo con cui è stato violato il codice della strada riceverà a casa il verbale con l’importo da pagare; in allegato troverà inoltre un modulo da compilare e da restituire all’organo accertatore nel quale dovrà indicare il nominativo di colui che si trovava alla guida al momento dell’infrazione.
Se il proprietario non ottempera a quest’obbligo entro sessanta giorni, senza addurre un giustificato e documentato motivo, è soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da 292 a 1.168 euro.
Dunque, per applicare correttamente la decurtazione dei punti patente al conducente, nelle ipotesi di contestazione differita, la giustizia chiede collaborazione all’intestatario del veicolo il quale, pena una sanzione economica, dovrà comunicare chi si trovava alla guida, fosse anche lui stesso.
Revisione della patente: cos’è?
La revisione della patente di guida può essere disposta dalla Motorizzazione o dal Prefetto quando ci sono dubbi sulla permanenza dei requisiti fisici e psichici prescritti o dell’idoneità tecnica alla guida, oppure quando il conducente perde tutti i punti sulla patente [2].
In tal caso, essi possono imporre ai titolari della patente di guida una visita medica e/o un esame di idoneità tecnica. L’esito della visita medica o dell’esame di idoneità viene comunicato ai competenti uffici per gli eventuali provvedimenti di sospensione o revoca della patente.
La visita medica è sempre obbligatoria nei seguenti casi:
guida in stato di ebbrezza grave o sotto l’effetto di sostanze stupefacenti;
coma di durata superiore alle 48 ore;
minorenne che ha commesso infrazioni che comportano la sospensione della patente;
a seguito di incidente che ha provocato lesioni gravi a persone.
Revisione della patente per decurtazione dei punti
Chi esaurisce tutti i punti della patente deve sottoporsi alla revisione della stessa, cioè deve rifare gli esami per la patente, sia l’esame teorico che l’esame pratico, per verificare che si possiedono ancora i requisiti tecnici.
Deve fare la revisione della patente anche chi, dopo la notifica della prima violazione che comporti una perdita di almeno 5 punti, commetta altre due violazioni non contestuali nell’arco di dodici mesi dalla data della prima violazione, che comportino ciascuna la decurtazione di almeno 5 punti.
In altre parole, la revisione è obbligatoria non solo quando si perdono tutti i punti sulla patente, ma anche quando se ne perdono 15 a causa di tre infrazioni diverse commesse nell’arco di un anno, purché ogni infrazione comporti la decurtazione di almeno 5 punti ciascuna.
Quindi, se un automobilista commette, nell’arco di un anno, un’infrazione che comporta la decurtazione di 8 punti (ad esempio: inversione di marcia in prossimità o corrispondenza degli incroci), un’infrazione che comporta la decurtazione di 5 punti (ad esempio: circolazione senza cinture di sicurezza allacciate) e infine un’infrazione che comporta la decurtazione di 2 punti (esempio:
sosta negli spazi riservati a veicoli per persone invalide), non sarà costretto alla revisione della patente (a meno che non abbia perso tutti i punti) perché non tutte le violazioni hanno comportato una decurtazione di almeno 5 punti.
Revisione per decurtazione punti: è necessario l’avviso?
Secondo una recente pronuncia della Corte di Cassazione [3], nel caso di tre sanzioni da 5 punti in un anno, la revisione della patente è obbligatoria anche senza comunicazione relative alla variazione del punteggio all’automobilista.
In pratica, chi commette in dodici mesi tre infrazioni per le quali è prevista la decurtazione di almeno 5 punti della patente, deve sottoporsi a revisione obbligatoria della patente anche se non gli è giunta alcuna comunicazione, né dal Prefetto né dalla Motorizzazione.
In pratica, secondo la Corte di Cassazione, non è essenziale requisito di validità del provvedimento di revisione della patente di guida la previa comunicazione della variazione del punteggio della patente stessa.
Secondo i giudici, ciascun conducente può controllare in tempo reale lo stato della propria patente con le modalità indicate dal Dipartimento Ministeriale per i trasporti terrestri; ciò significa che ogni persona alla quale è stata contestata un’infrazione e che ovviamente ben conosce l’esito della contestazione stessa ha l’onere di visionare la propria posizione in modo da poter utilmente accedere al corso di recupero
Per sapere come controllare i punti della propria patente, si consiglia la lettura
dell’articolo Come faccio a sapere quanti punti ho sulla patente?
Decurtazione punti: cosa succede se non si fa la revisione?
Secondo la legge, è sempre disposta la sospensione della patente di guida fino al superamento della revisione con esito favorevole. La sospensione decorre dal giorno successivo allo scadere del termine indicato nell’invito a sottoporsi ad accertamento ai fini della revisione, senza necessità di emissione di un ulteriore provvedimento da parte degli uffici provinciali o del prefetto.
Chiunque circola durante il periodo di sospensione della patente di guida è soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da 168 a 679 euro e alla sanzione amministrativa accessoria della revoca della patente di guida.
In pratica, il conducente che deve sottoporsi alla revisione della patente e non ottempera a quest’obbliga rischia di vedersi sospesa la patente.
[1] Art. 126-bis cod. str.
[2] Art. 128 cod. str.
[3] Cass. ord. n. 28298 dell’11 dicembre 2020.
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