ISTITUZIONE DEI CONCENTI
DELL’ ACCADEMIA NAZIONALE
DI
SANTA CECILIA
SOTTO L’EGIDA DELI O STAIO E D E I CO Al IJ N E DI ISO Al A
STAGIONE 1 9 5 2-53
TE A T R 0 ARGENTINA
DOMENICA 23 NOVEMBRE 1952
L’ACCADEMIA NAZIONALE DI SANTA CECILIA è il più an tico istituto musica’.e esistente. Deriva infatti dall’associazione clic formatasi in Roma nel 1566 fu. ad istanza del Palestrina suo primo Presidente, canonicamente costituita dal Pontefice Gregorio XIII nel 1584 col titolo di « Congregazione dei Musici sotto l’invocazione di Santa Cecilia » al quale si aggiunse poi quello di « Accademia ».
La Congregazione pervenne rapidamente a grande notorietà e nello svolgimento della sua missione ufficiale notevolmente contribuì al progresso della musica sacra e profana.
Divenuta Roma nel 1870 capitale del Regno d’Italia, l’Accademia riformò il suo statuto procedendo, fra l’altro, alla fondazione del Liceo di S. Cecilia, che è oggi Conservatorio di Stato, retto da una Commissione Amministrativa di cui è Presidente di diritto il Presi dente dell’Accademia.
In appresso, con apposite disposizioni legislative, sono stati isti
tuiti i Corsi di Perfezionamento dell’Accademia di grado superiore per alunni italiani e stranieri già diplomati al termine degli studi musi
cali. I Corsi di Perfezionamento sono attualmente impartiti dai se
guenti docenti: Ildebrando Pizzetti per la Composizione; Bernardino Molinari per la Direzione d’Orchestra; Carlo Zecchi per il Pianoforte;
Gioconda De Vito per il Violino; Enrico Mainardi per il Violoncello;
Arturo Bonucci per la Musica da Camera. ,
Ai Corsi di Perfezionamento si aggiunge un corso libero di Canto italiano tenuto da Luigi Ricci, e l’insegnamento delle principali iin gue estere.
L’Accademia, che per le sue antiche tradizioni e la sua multi
forme attività riguardante tutti i rami dell’arte musicale ha impor
tanza e compiti rappresentativi di carattere nazionale, è composta di 70 Accademici effettivi (italiani) e 30 Accademici onorari (stra- neri) eletti fra i musicisti di maggiore rinomanza o fra persone par
ticolarmente benemerite dell’arte musicale o dell’Accademia. Il Pre sidente, eletto dall’Assemblea degli Accademici, è nominato con de
creto del Capo dello Stato, e lo Statuto dell’Accademia è sancito per legge.
Inoltre l’attività dell’Accademia si svolge con pubblicazioni, con corsi e premi nazionali e internazionali, conferimento di borse di stu-
dio, congressi, emissione di pareri, conferenze, lezioni e manifesta
zioni culturali varie per il pubblico e per gli studenti, associazioni nazionali e internazionali ; e, ancora, con la Biblioteca, la Sezione Assistenza, la collaborazione sia con l’istituto Italiano per la Storia della Musica sia con il Centro di Studi di Musica Popolare, ospitati nella sede accademica. L’Accademia ha il patronato dell’Associazione Nazionale della Liuteria Artistica Italiana.
Auspice il Conte Enrico di San Martino, nel 1895, anno della sua elezione a Presidente Accademico (carica da lui tenuta fino alla morte avvenuta nel 1947), l’Accademia iniziò regolari serie di concerti. Esse si svolsero fino al 1908 nella « Sala dei Concerti dell’Accademia », da quell’anno in poi riservata alla musica da camera. I concerti sinfo
nici dal 1908 al 1936 furono dati all’« Augusteo » (onde il nome usuale, in quel periodo, di Orchestra dell’Augusteo) e dal 1936 al 1946 nel teatro «Adriano » ; hanno ora luogo nel teatro « Argen
tina », in attesa delia costruzione della nuova apposita sede. I con
certi estivi hanno luogo nella Basilica di Massenzio. Dal 1912 al 1944 Direttore stabile e Direttore artistico dei Concerti è stato il Maestro Bernardino Molinari, attuale Vicepresidente e Consulente Artistico.
Principalmente sotto la sua direzione l’orchestra ha anche compiuto importanti giri di concerti all’estero. Il Coro dell’Accademia, porta
to ad alto livello artistico dal suo direttore Maestro Bonaventura Somma, ha acquistato anch’esso, oltre l’Orchestra, rinomanza inter
nazionale.
Per la più efficiente divulgazione delle manifestazioni musicali in Italia, l’Accademia fondò nel 1922 una « Unione Nazionale Concerti » promuovendo la collaborazione fra le Istituzioni e Società di Con
certi dei vari centri. L’Unione si trasformò poi in Associazione sin
dacale. E per più frequenti e metodiche intese di collaborazione inter
nazionale l’Accademia fondò nel 1929 la « Federazione Internazionale Concerti » che per molti anni ebbe florida vita con l’adesione dei principali Stati d’Europa, degli Stati Uniti d’America e del Giap
pone.
In Roma, fino a tutta la stagione estiva 1952, i concerti del.
l’Accademia hanno raggiunto il numero di 3606. Tutti i più grandi a celebri nomi che illustrano l’arte musicale sono indissolubilmente legati ai fasti dell’Accademia Nazionale di S. Cecilia; le più impor
tanti e complesse esecuzioni di tutti gli autori, di tutti i paesi, di tutte le scuole, fino alle più ardite manifestazioni della musica contempo
ranea, formano lo scopo e il programma dei suoi concerti.
ARTHUR RUBINSTEIN nativo di Lodz, in Polonia, dimostrò fin da fanciullo una grande passione per la musica, tanto che Joseph Joachim si assunse volontariamente la cura della sua educazione artistica. Paderewski gli fu in seguito largo di aiuti e di consigli.
La sua gloriosa carriera, che lo ha reso da molti anni celebre in tutto il mondo, risale al 1916. Egli partecipa, si può dire, in ogni stagione ai Concerti dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia ; ed è fra le più care conoscenze del pubblico romano.
PIETRO ARGÈNTO, nato a Gioia del Colle (Bari) diplomatosi in composizione e direzione d’orchestra nel Conservatorio di S. Pietro a Majella di Napoli con i maestri Napoli, Cilea e Napolitano, e nel Corso di Perfezionamento di direzione d’orchestra tenuto presso l Accademia Nazionale di Santa Cecilia da Bernardino Molinari, ha diretto numerosi concerti nelle scorse stagioni, oltreché a Roma (Adriano, Argentina, Sala dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Basilica di Massenzio, Teatro delle Arti), nelle principali città d'Italia e in vari centri musicali d’Europa. Già da vari anni docente di Direzione d’orchestra nel Conservatorio Pier Luigi da Palestrina di Cagliari, è passato poi, mantenendo la stessa cattedra, al Con
servatorio Martini di Bologna e, recentemente, al Conservatorio di S. Pietro a Majella di Napoli.
È uno dei direttori d’orchestra della Radio Italiana.
ISTITUZIONE DEI CONCERTI
DELL ’ACCADEMIA NAZIONALE
DI
SANTA CECILIA
SOTTO L’EGIDA DELLO STATO E DEL COMUNE DI ROMA
TEATRO ARG ENTINA
Domenica 23 novembre 1952 - ore 17.30 (III - 3620 dalla fondazione dei Concerti)
PIANISTA
ARTHUR RUBINSTEIN
DI RETTORE
PIETRO ARGENT O
PROGRAM M A
1. HECTOR BERLIOZ - Beatrice e Benedetto: Ouverture Còte St. André 1803 -
Parigi 1869
2. FEDERICO CIIOPIN - Concerto n. 2 in /a
minore
per pia- Zelazowa Wola (Polonia) 1810 - noforte e orchestraParigi 1849 Maestoso
Larghetto Allegro vivace
3. DANTE D’AMBROSI Zagarolo 1902
4. FERENC LISZT Raiding (Ungheria) 1811 - Bayreuth 1886
• Due pezzi per orchestra con violon
cello obbligato (prima esecu
zione nei concerti dell’Istitu
zione)
a)
Ariosob)
AllegroVioloncello solista : LUIGI CHIARAPPA - Concerto n. 1 in
mi bemolle maggiore,
per pianoforte e orchestra Allegro maestoso
Quasi adagio Allegretto vivace Allegretto marziale animato.
ORCHESTKA S TABILE PELI.'ACCADEMIA
Lo strano destino che accompagnò BERLIOZ durante tutta la sua carriera artistica, volle che l’attività creatrice di questo musicista, continuamente agitato da progetti grandiosi, si con
cludesse, dopo la colossale e faticata impresa de «
Les 1 royens »,
non già con un lavoro altrettanto ambizioso, ma con una leggera opera comica, «Béatrice et Bénédict
», terminala nel 1862, su sog getto che lo stesso compositore trasse dalla commedia shakespeariana «
Mollo rumore per nulla
». InBéalrice
vi è della musica graziosa, colorita e caratteristica, con pagine aeree e delicate, d’una bellezza fragile e pensosa. E la genialità timbrica berlio- ziana vi si manifesta con una scrittura così discreta, fine, ed acuta, quale solo poteva maturare nell’estrema sapienza — qui tutta nascosta dietro un’essenziale
semplicità —
del mago dell’orchestra. Berlioz considerava quest’opera come una delle cose più giocose ed originali che egli avesse scritto.
Ouverture,
di un bel taglio classico alla Cherubini, è piena di una grazia deliziosa e di effervescente giocondità.L’allegro
iniziale è tratto dalloscherzo-dueltino
che termina l’opera, ed è basato su un motivo dal carattere capricciose e fantastico, di cui Strauss sembra essersi ricordalo nel suoTilt.
Dopo unan
dante
che riproduce un’ar/a di Beatrice (77m’en souvienl), Val- legro
riconduce il tema capriccioso, con un ritmo nuovo e con qualche variante. A questo tema si unisce in seguilo una seconda idea che richiamaLaudante: e
questi due elementi Berlioz sviluppa in uno spiritoso
movimento
rigorosamente tagliato nella tradizionaleforma-sonata.
I due
Concerti
per pianoforte e orchestra di CHOPIN appartengono alla produzione giovanile del maestro, che li ha com
posti tra i diciotto e i diciannove anni. Si tratta di opere de
stinate a mettere in rilievo soprattutto la virtù del solista, se
condo le esigenze di quell’epoca d’oro del pianoforte, e perciò non ci meraviglieremo se in esse la parte orchestrale non rag
giunge quella importanza sinfonica che ammiriamo, per esempio, nei maggiori
concerti
di Mozart ed in quelli di Beethoven. Ciò nonostante, per le loro doti poetiche, per la loro freschezza inventiva, per la loro originalità di scrittura, questiConcerti
di Chopin sono da porsi fra i capolavori del genere.Il
Concerto
infa minore,
pubblicato come secondo, fu invece composto per primo, nel 1829: Chopin ne scrisse dapprima la Romanza{Larghetto),
pagina ispirata dall’ardente passione suscitata nell'animo del diciottenne compositore dall’attrice Co stancia Gladkowska. Questo brano svolge due idee, una delicata, dolce e sognante che sembra esprimere il turbamento amoroso di un’anima giovanile; l’altra drammaticamente appassionala, piena di ardente irruenza. Questi due stati d’animo opposti si ritrovano, diversamente figurati e disposti in un’arabescata scrit
tura di bravura, nel primo tempo; taglialo nella forma di sonata bitematica e ricco di romantici contrasti. In questo movimento Chopin attua una originale concezione architettonica della forma sonata, spostando il centro emotivo sulla seconda idea. Nella
« ripresa », difatti, il compositore elimina il ritorno obbligato del primo tema e dà una insolita estensione a quello del secondo motivo, languido e grazioso, arricchito di nuovi, significativi elementi.
Il finale è una brillante stilizzazione della danza rustica po
lacca, la
Krakoviak,
ripensata con capricciosa fantasia e percorsa a volta da un certo tono nostalgico provocato, forse, dal ricordo della patria lontana.DANTE D’AMBROSI (Zagarolo 1902), ha compiuto gli studi musicali, iniziati a venti anni, nel Conservatorio S. Cecilia di Roma, diplomandosi in Composizione (scuola Bustini) e in Pia
noforte. Ila seguito successivamente un Corso di perfeziona
mento per direttori d’orchestra presso l’Accademia Nazionale di S. Cecilia in Roma (Bernardino Molinari).
E’ titolare di Coni posizione nei Conservatori musicali di Stato (Milano, Pesaro).
Fu chiamato da Riccardo Zandonai a Pesaro come suo vice direttore in quel Conservatorio « Rossini », Conservatorio ch’egli diresse infine, dopo la morte dello Zandonai, per vari anni.
Gli è stata di recente affidata la consulenza tecnico-musicale per le relazioni culturali con l’estero.
Ha vinto ripetutamente Concorsi nazionali e internazionali per musiche contemporanee (Accademia S. Cecilia di Roma, Rassegne nazionali del Sindacalo Musicisti, XI Olimpiade di Ber
lino, ecc.) e le sue musiche figurano normalmente nei programmi dei maggiori teatri italiani ed esteri.
Vari altri lavori sinfonici del D’Ambrosi, oltre agli odierni
« Due pezzi », sono stati già eseguiti nei concerti dell’Accademia, come « Tema con Variazioni » (dir. Bernardino Molinari), « Due impressioni della Notte di Natale > (dir. Mario Rossi), ■ Ouver
ture festiva (dir, Mario Rossi), « Ciaccona » per violoncello e or
chestra (dir. Pietro Argento). Una sua opera in un atto e quattro quadri, «La Deposizione», su testo di Enzio Cetrangolo, è stala di recente eseguila, per la prima volta, al Teatro Verdi di Trie
ste, a cura della Radio locale.
Fra le sue principali coni posizioni, oltre a quelle già elencate, si notano: per il teatro, il «Carillon di Hàarlem » in tre alti e 4 quadri, testo di A. Lega; per orchestra: la Suite « Ricordi paesani », Concerto per violino, Trittico sinfonico, Passacaglia, 5 danze italiane; per coro: Mottetti e Madrigali, «Campane»,
« La bimba riposa»; per pianoforte: «Bozzetti primaverili», Adagio, Ricercal i, Introduzione e Allegro ; per canto e pianoforte :
« Fogli d’Album », « A Villa Pamphilj » ; Quartetto d’archi ; Quin
tetto per fiati.
Ha composto inoltre musiche per films.
1 « Due pezzi » che figurano nel presente programma sono una versione orchestrale dei « Due pezzi per violoncello e pia
noforte » composti nel 1936. Essi constano di un «Arioso», nel quale la cantabilità solistica del violoncello è intramezzata da un episodio in stile
fugalo,
e di unAllegro
dalla forma dialogante.Attualmente D’Ambrosi è intento alla composizione di un
Balletto
e di unConcerto
per pianoforte e orchestra dedicato ad Ornella Puliti-SantoJiquido.Al primo
Concerto
per pianoforte LISZT spinge rivoluziona riamente la tecnica del pianoforte fino ai limiti delle possibiiità— come fu detto — più « trascendentali »: doppi trilli, rapidi salti della mano sinistra, molteplicità di disegni sovrapposti, tratti folgoranti di
ottave
che percorrono tutta la tastiera. Liszt (scrisse Clara Wieck, la famosa pianista, moglie di Schumann),« è unico nel suo genere; egli provoca il brivido e lo sbalordi
mento... La sua foga non conosce limiti ». Composto nel 1848, questo
Concerto,
dedicato al confratello Henry Li tolti, fu eseguitola prima volta sotto la direzione di Berlioz. La sua forma è libera e quasi « poemática », e si articola in quattro parti che si succedono senza interruzione, attraverso una « variazione » di motivi che conferisce all’insiene una segreta unità. Oltre a quello pianistico, quest’opera presenta un vivo interesse nella smagliante parte strumentale: d’un gusto nuovo ed assai pros
simo — nota Alfredo Casella - a quello di un Rimsky Korsakov.
N. C.
I
TEATRO ARGENTINA
Lunedi 24 Novembre 1952, ore 21.30
In replica del Concerto di Domenica 23 Novembre
PIANISTA
ARTHUR RUBÌNSTEIN
DI RETTORE
PIETRO ARGENTO
PROGRAMMA
1. BERLIOZ - Beatrice e Benedetto: Ouverture
2. CHOPIN - Concerto n. 2 in
fa minore
per pianoforte e orchestra3. D’AMBROSI - Due pezzi per orchestra con violoncello ob
bligato
a)
Ariosob}
AllegroVioloncello solista: LUIGI CHIARAPPA
4. LISZT Concerto in
mi bemolle maggiore
per pianoforte e orchestra
PROS S/MAMENTE TEATRO ARGENTINA
PIERRE MICHEL LE CONTE
TEATRO ARGENTINA
COMUNE
DI ROMA l7‘UIIla-im
ACCADEMIA DI 5. CECILIA
Direttore-responsabile Giovanni Biamonti
Tip. R. Mezzetti - Roma - Via del Corso, 72 LINE 50