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OSSERVAZIONI SUL FLUSSO MIGRATORIODEL TORDO BOTTACCIO E DEL FRINGUELLO

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Academic year: 2021

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(1)

– I.F.M. n. 1 anno 2008

PAOLO CASANOVA (*) - ANNA MEMOLI (**) - LORENZO PINI (***)

OSSERVAZIONI SUL FLUSSO MIGRATORIO DEL TORDO BOTTACCIO E DEL FRINGUELLO

In quattro osservatori toscani, dal 1995 al 2002, è stata svolta un’indagine per la determinazione del flusso migratorio sulla dorsale appenninica delle popolazioni di Frin- guello (Fringilla coelebs) e di Tordo bottaccio (Turdus philomelos). La metodologia uti- lizzata è stata quella dell’avvistamento e i risultati dei rilievi hanno confermato la forte espansione delle popolazioni di Fringuello e la fase di stasi di quelle di Tordo bottaccio.

Le indagini hanno evidenziato i rapporti esistenti tra la dinamica di popolazione delle due specie e le modifiche nelle aree di sosta e di svernamento.

Parole chiave: Tordo bottaccio; Fringuello; migrazione autunnale.

Key words: Song thrush; Chaffinch; autumnal migration.

P REMESSA

La conoscenza dell’etologia e delle esigenze bioecologiche, congiunta- mente allo status di popolazione degli animali soggetti a prelievo venatorio, presenta particolari difficoltà nel caso degli uccelli migratori. Questi infatti possono compiere lunghi spostamenti, dalle aree di nidificazione a quelle di svernamento, e attraversare paesaggi molto differenti dal punto di vista ambientale.

La maggior parte delle popolazioni migratrici viene cacciata in aree diverse da quelle nelle quali si riproducono. Pertanto, nella pianificazione del prelievo venatorio, occorrerebbe riferirsi ad accordi internazionali ben definiti tra i vari Paesi nei quali sono presenti quartieri di nidificazione e di svernamento, oppure soltanto aree di transito e di sosta.

(*) Docente di Gestione faunistica presso il Dipartimento di Scienze e Tecnologie Ambientali Forestali dell’Università di Firenze.

(**) Dottore di ricerca presso il Dipartimento di Scienze e Tecnologie Ambientali Forestali del- l’Università di Firenze.

(***) Dottorando di ricerca presso il Dipartimento di Ingegneria Agraria e Forestale dell’Uni-

versità di Firenze.

(2)

La direttiva n. 79/409/CEE prevede che l’attività venatoria venga svolta nel rispetto di una utilizzazione ecologicamente equilibrata 1 .

Quindi, il principale obiettivo della gestione dell’avifauna migratrice è la conservazione delle popolazioni, delle diverse specie, a livelli ottimali per la loro sopravvivenza.

I programmi di prelievo venatorio non possono prescindere dai risultati dei «censimenti» effettuati durante le diverse fasi del loro ciclo biologico.

Così dovrebbero risultare cacciabili solo quelle popolazioni che possono essere censite. Tuttavia solo per alcune specie stanziali esistono metodi di rilievo collaudati e applicabili su vasta scala. Per l’avifauna migratrice non è possibile effettuare veri e propri censimenti, ma solo rilevare la dinamica delle diverse popolazioni.

Nel caso dei Passeriformi, la determinazione della consistenza numerica e della dinamica di popolazione si presenta particolarmente complessa per l’estrema eterogeneità della loro distribuzione, che non favorisce certo il ricorso a metodi di stima standardizzati.

Al momento della migrazione, gli uccelli tendono ad associarsi in grup- pi che hanno in comune la stessa area di nidificazione. In tal modo, le diver- se specie danno origine a singole popolazioni. I componenti di ciascuna popolazione, nell’ambito della propria individualità, si comportano in modo da rispettare la fedeltà al territorio d’origine comune e la loro migra- zione avviene lungo itinerari costanti che li portano a sostare e a svernare in zone ben determinate. La «costanza» con la quale gli uccelli migratori scel- gono i vari percorsi locali («passi»), rappresenta un aspetto fondamentale quando vengono svolte indagini sulla dinamica delle popolazioni migratrici (R OTONDI , 1962).

Nel periodo di nidificazione, si distribuiscono su aree di modesta esten- sione, specialmente le specie che nidificano in colonia (es. Cesena e Tordo sas- sello). In quello di svernamento, oltre alla più ampia vastità delle aree occupa- te, perdono la loro caratteristica territorialità: cioè il comportamento tipico della gran parte degli uccelli attraverso il quale essi occupano e difendono atti- vamente, con il volo e con il canto, una porzione di terreno durante la stagione riproduttiva e la fase di allevamento della prole (M ITCHELL et al., 1988).

Un altro importante elemento da considerare è l’estrema variabilità nella fenologia della migrazione che caratterizza individui della stessa spe- cie, ma appartenenti a popolazioni diverse.

1

L’art. 2 dispone che le popolazioni di tutte le specie di uccelli presenti in Europa vengano

mantenute «a un livello che corrisponda in particolare alle esigenze ecologiche, scientifiche e culturali,

pur tenendo conto delle esigenze economiche e ricreative».

(3)

In questo lavoro verrà riferito sui risultati di una ricerca incentrata sullo studio della dinamica di popolazione di alcune delle più comuni specie di Passeriformi in transito sulla dorsale appenninica tosco-romagnola durante il volo post-nuziale.

La metodologia utilizzata è quella dell’avvistamento, che consente di osservare ogni anno, in una determinata località, le popolazioni così da con- sentire una stima del loro flusso, avendo a disposizione serie temporali a medio e lungo termine (S PAGNESI et al., 1987). Essa non permette di valuta- re la densità delle popolazioni; tuttavia, ai fini del prelievo venatorio, può risultare più utile conoscere il trend, anziché la consistenza numerica che, tra l’altro, può essere soggetta a forti variazioni stagionali e annuali.

L A METODOLOGIA DELL ’ AVVISTAMENTO

La metodologia dell’avvistamento si basa sulla fedeltà alle linee di passo (S CHMIDT -K OENIG , 1985; D ORST , 1984; B ERTHOLD , 1993) che caratterizza le singole popolazioni migratrici e consente di definire la presenza di eventua- li trend delle popolazioni stesse: cioè se il numero dei loro effettivi tende a aumentare, a diminuire o a rimanere costante nel corso degli anni.

Rispetto alle altre tecniche, l’avvistamento può ridurre lo scarto esisten- te tra il numero degli individui effettivamente migranti e di quelli conteg- giati. Difatti vi è sempre una differenza tra gli individui che transitano su un osservatorio in un giorno (migrating population), la parte di popolazione che può essere potenzialmente contata (count population) e gli individui effettivamente contati (migration count).

La maggior parte dei ricercatori ha da tempo evidenziato l’impossibilità di eseguire, con le consuete metodologie, osservazioni complete perché, quando uno stormo di uccelli in migrazione sorvola un punto di avvista- mento o di cattura, i vari individui che lo compongono si presentano dispo- sti a «strati». In basso, e quindi facilmente visibili o catturabili, si trovano in genere i soggetti più giovani e comunque più deboli; in alto gli adulti più vigorosi e quindi capaci di mantenere un volo più diretto (B ELLROSE , 1971).

Questa osservazione, ancora non da tutti riconosciuta, comporta importan- tissime conseguenze nell’interpretazione dei dati raccolti in campagna.

Attraverso l’avvistamento è possibile limitare l’errore dovuto alla «stra-

tificazione» perché, con l’aiuto di un binocolo, si possono contare molti

uccelli (ma non tutti) che volano a quote piuttosto alte e che altrimenti pas-

serebbero inosservati. Sono quelli che compongono il cosiddetto «volo

segreto» di K RAMER (1931) e che in genere risultano anche di difficile cattu-

ra perché tendono a evitare soste intermedie fra i diversi punti di «tappa»,

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disponendo di energie sufficienti a compiere voli rapidi e diretti. Con l’av- vistamento, è quindi possibile intercettare la maggior parte degli uccelli che transitano su un punto di rilievo e stimare in modo attendibile il flusso gior- naliero (C ASANOVA et al., 1989).

Cosa che non è possibile con gli impianti di cattura, perché la loro mas- sima efficacia non è proporzionale alla intensità del passo. Ciò comporta quasi sempre una notevole differenza qualitativa e quantitativa tra gli indi- vidui catturati e quelli migranti: mentre si tolgono gli uccelli incappati nelle reti, operazione piuttosto lunga e delicata, molti altri continuano a «passa- re» senza che si possa eseguire alcuna altra cattura o alcun conteggio.

L’avvistamento si basa quindi sull’installazione di punti di osservazione in zone interessate da una accertata corrente di «passo» e dove, molto importante, non vi siano condizioni ambientali capaci di favorire la sosta dei migratori, così da evitare doppi o tripli conteggi dovuti alla presenza di soggetti in «pastura». È evidente che le zone di transito obbligato, a diffe- renza delle aree di sosta, costituiscono i luoghi ideali per l’avvistamento perché in esse l’abbondanza delle diverse specie risulta scarsamente influenzata dalla tipologia degli habitat, mancando spesso una qualsiasi offerta alimentare.

I punti di osservazione, di solito, vengono scelti in zone di crinale nelle quali l’assenza, o la ridotta presenza, di vegetazione arborea facilita il rico- noscimento delle specie in volo. Gli osservatori vengono di norma installati in località sottoposte, a vario titolo, a divieto di caccia e ciò per ragioni pra- tiche facilmente intuibili. In tali zone non devono essere presenti condizioni che, anche in via del tutto accidentale, possano produrre un’azione di disturbo al normale «passo» e alla conseguente attività di rilievo, come tagli del bosco, lavori stradali, operazioni agricole straordinarie ecc.

La validità dei risultati è strettamente legata all’abilità di chi effettua le osservazioni nel conteggiare e riconoscere le specie in volo. Le difficoltà aumentano quando gli uccelli transitano in gruppi plurispecifici perché il rilevatore deve determinare le diverse specie presenti nel gruppo e stimarne il numero. L’incidenza di tali cause di errore si può diminuire mantenendo costante, nei vari anni, la presenza del personale nei punti di osservazione:

uno stesso tecnico addetto sempre allo stesso luogo di avvistamento.

L’attività del rilevatore può venire negativamente influenzata anche da condizioni meteorologiche avverse (nebbia e piogge). Esse riducono la visi- bilità, perciò vi possono essere individui che sfuggono al conteggio.

Infine la validità dell’indagine è correlata, in senso positivo, alla possibi-

lità di effettuare osservazioni standardizzate: predeterminando cioè il

numero e la disposizione spaziale dei punti di avvistamento nonché il perio-

do e l’orario della giornata durante i quali effettuare i conteggi. I rilevatori

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devono quindi garantire la loro presenza per tutto il periodo previsto dal- l’indagine, evitando giornate di mancato rilievo che possono influire negati- vamente sull’attendibilità dei risultati finali.

M ATERIALI E METODI

I rilievi, che hanno riguardato un periodo di otto anni (1995-2002), sono stati effettuati negli osservatori di Starniano e di Fonte dei Seppi, posti su Monte Morello, di Gamberaldi e la Badiola, situati rispettivamente sull’Appennino tosco-emiliano e in Maremma 2 (Tab.1).

Tabella 1 – Osservatori utilizzati.

– Used observatories.

Località Altitudine (s.l.m.) Periodo di osservazione

Gamberaldi (FI) 824 1 ottobre-9 novembre

Fonte dei Seppi (FI) 615 1 ottobre-9 novembre

Starniano (FI) 480 1 ottobre-9 novembre

La Badiola (GR) 35 10 ottobre-20 novembre

2

Tutti gli osservatori si trovano in zone sottoposte a divieto di caccia sulla base delle normative vigenti in materia e, in particolare, in riferimento all’art. 23 della legge 157/92.

Negli osservatori di Fonte dei Seppi, Gamberaldi e Starniano, i rilievi sono stati effettuati tra il 1° ottobre e il 9 novembre di ciascun anno, tutti i giorni, da un’ora prima dell’alba fino a mezzogiorno; alla Badiola, l’inizio e il termine delle osservazioni sono state posticipati di 10 giorni (10 ottobre – 20 novembre) in quanto la Maremma viene interessata più tardi dai flussi migratori.

Il presente lavoro prende in esame il Fringuello (Fringilla coelebs L.) e il Tordo bottaccio (Turdus philomelos Brehm). Il primo è una specie da diver- si anni non cacciabile in Italia, come in gran parte dei Paesi europei; il secondo è da sempre soggetto a prelievo venatorio.

Il riconoscimento degli uccelli, in volo o posati su «buttatoi», è avvenu-

to ad occhio nudo o con l’ausilio di binocoli, in genere 10x50 o i più lumi-

nosi 7x50. Al riguardo è opportuno precisare che il campo di osservazione

è stato di circa 50 m a destra e sinistra dell’osservatorio, distanza prossima a

quella massima alla quale è possibile riconoscere, in condizioni di buona

visibilità, le specie in esame.

(6)

I dati raccolti hanno consentito di determinare e di rappresentare grafi- camente il periodo di passo, la fenologia e l’abbondanza delle popolazioni del Tordo bottaccio e del Fringuello.

La rappresentazione grafica del periodo di passo è stata ottenuta ripor- tando, sull’asse delle ordinate, la media registrata nei diversi anni dei capi osservati per ciascuna pentade e, su quello delle ascisse, le pentadi stesse. In tal modo è stato possibile stabilire il flusso medio che si è verificato in ogni pentade negli otto anni di indagine e la pentade di massimo flusso.

Per evidenziare la fenologia del passo di ogni singola popolazione con- siderata, si sono trasformate in percentuali le osservazioni per pentadi rela- tive a ciascun anno. Sono state quindi allineate le pentadi che presentava- no le percentuali più alte (S CHUBERT et al., 1986; C ASANOVA et al., op. cit.) e la media ottenuta è stata utilizzata per la rappresentazione grafica della fenologia. Questo serve ad inquadrare meglio l’andamento generale del volo migratorio in quanto evidenzia il numero di pentadi in cui realmente si sviluppa il passo, prescindendo da quello stabilito dalla durata del moni- toraggio.

Per la rappresentazione grafica dell’abbondanza sono stati costruiti degli istogrammi con il numero totale e corretto di individui delle singole specie avvistati in ogni anno di rilevamento.

Si è proceduto a correggere i dati raccolti per ridurre l’errore dovuto ai giorni nei quali non è stato possibile effettuare il rilievo. I dati giornalieri sono stati sommati per pentadi e i totali ottenuti divisi per il numero dei giorni di rilievo effettivo. Ciò ha consentito di calcolare la media giornaliera delle osservazioni per ogni pentade e stimare in modo abbastanza verosimi- le, anche se non esatto, il flusso totale delle specie esaminate.

Per stabilire se le variazioni numeriche riscontrate nel corso degli anni

fossero da attribuire ad effettivi trend, è stato calcolato per ogni popolazio-

ne il coefficiente di correlazione di Spearman tra i valori dei totali di osser-

vazione nei vari anni e gli anni stessi (F OWLER E C OHEN , 1993). Si tratta di

un test non parametrico che viene utilizzato per campioni piccoli, da un

minimo di 7 unità campionarie a un massimo di 30. Per la sua applicazione

è necessario fare una classificazione per ranghi dei valori di ogni variabile

(in questo caso le variabili sono il totale degli avvistamenti annui e gli anni

stessi) in ordine crescente. Una correlazione positiva indica un aumento

numerico della popolazione, una di segno negativo una diminuzione. L’as-

senza di correlazione sta ad indicare una mancanza di trend, per cui le

eventuali variazioni della consistenza numerica degli effettivi di popolazio-

ne sono collegate soltanto ad una irregolarità del passo, dovuta a cause

accidentali.

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B REVI NOTIZIE SULLE SPECIE PRESE IN ESAME

Le informazioni sulla migrazione e sulla distribuzione sono tratte da A LERSTAM (1990) e B ERTHOLD (op. cit.).

Fringuello (Fringilla coelebs L.) Distribuzione

Nidifica in tutta l’Europa eccetto le zone più a nord dell’Islanda e della Scandinavia; presente anche nell’Asia occidentale e centrale e nell’Africa del nord, è stato introdotto in Nuova Zelanda.

In Italia è sedentario nidificante a distribuzione molto ampia; è anche migratore regolare da metà settembre a metà novembre e da marzo ad apri- le e svernante da ottobre a marzo.

Movimenti migratori che interessano l’Italia

È un migratore parziale e la tendenza alla sedentarietà aumenta man mano che ci si sposta dai paesi nord-orientali verso i paesi sud-occidentali.

Gli spostamenti autunnali avvengono da nord-est verso sud-ovest.

Le popolazioni provenienti dalla Finlandia, dai paesi Baltici, dalla Polo- nia e dalla Russia nord-occidentale raggiungono la Francia sud-occidentale e la Spagna occidentale, passando attraverso l’Olanda, la Germania e la Svizzera. Le popolazioni scandinave si dirigono in Inghilterra, in Olanda, in Francia e Spagna occidentale passando attraverso la Danimarca e la Germa- nia nord-occidentale. Diversi contingenti sorvolano lo stretto di Gibilterra per svernare nella costa nord-occidentale dell’Africa. Gli individui prove- nienti dall’Europa sud-orientale e dalla ex Cecoslovacchia orientale sverna- no nel nord e centro Italia.

La migrazione autunnale si svolge da agosto a dicembre; i maggiori movimenti si verificano tra settembre e novembre. In genere le popolazioni che nidificano a nord partono prima (verso la metà di settembre), mentre per quelle meridionali gli spostamenti più consistenti si verificano nelle prime due decadi di ottobre.

Nella migrazione autunnale le femmine partono prima dei maschi e i giovani prima degli adulti; in quella primaverile, che si svolge tra febbraio e aprile, sono i maschi a partire per primi.

In Italia il passo si verifica da metà settembre a metà novembre e si con- centra nella seconda decade di ottobre; il ripasso avviene in marzo-aprile.

Tordo bottaccio (Turdus philomelos Brehm) Distribuzione

Nidifica in Europa centro-settentrionale, fino al 68° parallelo nord, e in

parte dell’Asia centrale, fino al lago di Baikal.

(8)

In Italia le popolazioni migratrici sono di passo da metà settembre a metà novembre e da febbraio ad aprile; nelle regioni centro-meridionali è svernante.

In Toscana la specie è comune, come nidificante, al di sopra degli 800- 1000 m; sembra inoltre che sia in atto una tendenza a colonizzare anche i rilievi non appenninici come è avvenuto nelle Colline Metallifere (T ELLINI

F LORENZANO , 1997).

Movimenti migratori che interessano l’Italia

Generalmente residente, migrano soprattutto le popolazioni dell’est e del nord Europa.

I tordi che affluiscono in Italia provengono principalmente dalla diret- trice carpatico-danubiana e, in minor misura, dalla via centro-europea.

I contingenti più numerosi arrivano dall’Ungheria e dalla ex Cecoslo- vacchia, seguiti da altri provenienti dalla Polonia e dalla Germania meridio- nale. Alcune popolazioni sostano nel nostro Paese, per poi riprendere la migrazione verso paesi limitrofi, come la Francia o la Spagna, altre utilizza- no l’Italia come quartiere di svernamento, specialmente gli individui prove- nienti dall’Ungheria.

Le popolazioni che seguono la via Centro-europea raggiungono la regione prealpina attraverso i valichi delle Alpi Giulie o per infiltrazione frontale. Successivamente gli uccelli si dirigono verso l’area nord-tirrenica (soprattutto in Toscana), la Corsica e la Sardegna oppure proseguono verso la Francia mediterranea e la Spagna.

Le regioni nord-adriatiche sono attraversate da contingenti di origine ungherese che percorrono la via Meridionale. Essi si diffondono verso la bassa Toscana e il viterbese, in parte attraversando i rilievi appenninici interni (valichi tosco-romagnoli) e in parte seguendo la costa adriatica, per poi arrivare sul versante tirrenico. I tordi possono concludere il proprio viaggio (soprattutto se il clima è mite, senza abbondanti nevicate) oppure dirigersi più a sud, o ancora, migrare verso la Sardegna.

In Toscana confluiscono quindi due correnti provenienti da aree geo- grafiche molto distanti fra loro. In Maremma vi sono importanti luoghi di sosta e di svernamento per i bottacci che possono trovare abbondanti risor- se trofiche, sia nelle zone coltivate a olivo e vite, sia nelle aree a macchia mediterranea.

Il passo ha inizio nei primi giorni di ottobre e aumenta progressivamen-

te fino ad un massimo nella terza decade del mese. Nella prima decade di

novembre, pur subendo un calo, appare ancora notevole e si mantiene su

livelli discreti anche nella seconda metà del mese (S CEBBA , 1987); in genere

si esaurisce alla fine di novembre.

(9)

Il ripasso inizia verso la fine di febbraio e il maggior afflusso si verifica nella prima metà del mese di marzo.

R ISULTATI E DISCUSSIONE

Il primo aspetto da rilevare è la buona regolarità del periodo di passo per le due specie. Per il Fringuello il picco massimo del flusso negli osser- vatori di Starniano, Fonte dei Seppi e la Badiola, è stato registrato nell’ulti- ma decade di ottobre, mentre a Gamberaldi è risultato anticipato di circa 10 giorni. Indicativa è la situazione del Tordo bottaccio, il cui massimo flusso è stato rilevato in tutti gli osservatori nella medesima pentade (11-15 ottobre).

Anche i dati relativi alla fenologia hanno confermato la regolarità del passo. La pentade con la massima percentuale è risultata abbastanza coinci- dente nei quattro osservatori, così come il numero di pentadi nelle quali si è sviluppato il volo post-nuziale.

Un approfondimento a parte meritano i dati relativi alle abbondanze. Il primo aspetto riguarda il generale incremento numerico delle popolazioni di Fringuello che, in tutti gli osservatori, presentano valori piuttosto elevati.

Il secondo si riferisce ai dati rilevati alla Badiola che, nel Tordo bottaccio, appaiono mediamente più alti rispetto agli altri osservatori. È probabile che queste differenze siano dovute al fatto che la Badiola non si configura solo come un punto di passaggio obbligato, come nel caso degli altri osservatori, ma anche come area di sosta. È possibile, quindi, che i rilevatori siano stati indotti in errori di sovrastima per aver conteggiato più volte individui in sosta per la pastura, attratti da una vegetazione arbustiva e arborea ricche di frutti molto appetiti dal turdide. È un elemento non certo trascurabile quando si utilizza la metodologia dell’avvistamento, e non solo per la possi- bilità di sovrastimare la consistenza delle popolazioni.

Il coefficiente di Spearman ha evidenziato per il Fringuello un trend positivo a Gamberaldi (R = 0,90 con p = 0,002) e alla Badiola (R = 0,95 con p = 0,0002) e una assenza di trend a Starniano e a Fonte dei Seppi (Tabb. 2 e 3).

Il Tordo bottaccio non ha presentato alcuna correlazione significativa nei quattro osservatori.

L’elaborazione statistica ha confermato la tendenza ad una forte espan-

sione per il Fringuello. Al riguardo è opportuno rilevare come un costante

incremento numerico delle popolazioni di una specie possa portare alla

rarefazione di altre popolazioni, appartenenti a specie diverse, che presen-

tano una nicchia ecologica simile alla prima.

(10)

Le cause della notevole espansione del Fringuello possono essere ricer- cate nella capacità di questa specie ad occupare diverse nicchie ecologiche.

È noto come la riduzione della biodiversità vegetale incida negativamente anche sulla biodiversità animale. L’affermarsi della monocoltura ha portato alla scomparsa di particolari microambienti penalizzando, in tal modo, quelle specie ad essi biologicamente legate. Tuttavia il Fringuello si è dimo- strato specie molto adattabile ed è stato in grado di superare le radicali tra- sformazioni ambientali prodotte dall’uomo. Inoltre ha compensato la perdi- ta di ambienti ai quali era in precedenza legato beneficiando dell’espansio- ne delle coltivazioni erbacee, quale quella del girasole. La notevole capacità di adattamento, con conseguente possibilità di utilizzare abbondanti risorse trofiche e di allargare l’areale di nidificazione, con molta probabilità ha

Tabella 2 – Medie, minimi, massimi e deviazioni standard dei totali annui degli avvistamenti nei quat- tro osservatori nel periodo 1995-2002.

– Averages, minimums, maximums and deviations standard of the annual totals of sights in the four observatories between 1995-2002.

Specie Osservatorio N. anni Media Minimo Massimo Dev. std

Fringuello Starniano 8 2713,55 996,33 7397,50 1986,04

F. dei Seppi 8 5039,45 1680,00 11454,00 3210,72

Gamberaldi 8 6130,72 2085,50 23357,17 7100,57

La Badiola 8 5737,20 292,92 12679,75 4973,24

Tordo bottaccio Starniano 8 81,76 42,75 197,00 51,18

F. dei Seppi 8 116,42 43,25 448,75 136,13

Gamberaldi 8 169,11 101,00 237,00 54,74

La Badiola 8 509,33 54,92 1349,83 382,70

Tabella 3 – Correlazione per Ranghi di Spearman (R) dei totali annui degli avvistamenti nei quattro osser- vatori nel periodo 1995-2002.

– Spearman rank correlation coefficients (R) of the annual totals of sights in the four observatories between 1995-2002.

Specie Osservatorio N. anni R p-level

Fringuello Starniano 8 0,119048 0,778886

F. dei Seppi 8 0,428571 0,289403

Gamberaldi 8 0,904762 0,002008

La Badiola 8 0,952381 0,000260

Tordo bottaccio Starniano 8 -0,166667 0,693239

F. dei Seppi 8 0,142857 0,735765

Gamberaldi 8 0,238095 0,570156

La Badiola 8 0,404762 0,319889

(11)

favorito anche il suo successo riproduttivo; ciò può aver rappresentato un ulteriore elemento per l’affermazione di questa specie.

Un discorso a parte merita il Tordo bottaccio che, a conferma di prece- denti indagini, appare in fase di stasi. Per T UCKER e H EATH (1994) le popo- lazioni di questo turdide mostrano una tendenza alla diminuzione nelle Isole Britanniche e nei Paesi Bassi, mentre nelle altre regioni europee la specie appare stabile o fluttuante. Da indagini effettuate nel periodo 1999- 2001 dall’Institut Méditerranéen du Patrimoine Cynégétique et Faunistique (IMPCF) di Vergèze (Francia) sullo stato di conservazione del bottaccio in Europa, la specie è risultata in leggera crescita in 29 paesi su 36. Dette inda- gini sono state confermate nel rapporto del 2000 del Bird Life International (H EATH et al., 2000) dal quale si rileva come la consistenza delle popolazio- ni nidificanti nei Paesi dell’Unione Europea sia stimata da 12 a 15 milioni di coppie riproduttrici. Occorre tuttavia considerare anche l’accresciuta tendenza alla sedentarietà delle popolazioni di questa specie nelle aree immediatamente più a sud di quelle di nidificazione, già nota da tempo (A.F.M.I., 1989), che ha determinato un probabile calo numerico delle popolazioni migratrici, in particolare per quelle che raggiungono il nostro Paese che, come detto, provengono soprattutto dall’Ungheria e dalla ex Cecoslovacchia.

C ONCLUSIONI

La metodologia dell’avvistamento, utilizzata per oltre un decennio di indagini consente di conoscere i dati sul flusso giornaliero delle popolazioni studiate evidenziandone la dinamica.

Per avere dati più precisi e dettagliati sarebbe auspicabile utilizzare un maggior numero di osservatori. Pertanto, ogni Amministrazione provincia- le, o meglio ogni A.T.C., dovrebbe disporre di una rete di rilevamento pro- porzionale alla propria superficie.

Il programma di monitoraggio potrebbe venire ulteriormente poten-

ziato dal coinvolgimento attivo dei cacciatori, in modo da conoscere anche

il numero dei capi abbattuti: è inutile individuare un limite di prelievo per

specie e per popolazione quando poi non è possibile conoscere se e quan-

do tale limite viene raggiunto (S PAGNESI , S PINA , T OSO , 1988). I vantaggi

che ne deriverebbero sono di duplice natura: da un lato favorirebbero le

conoscenze sullo stato di conservazione delle popolazioni oggetto di cac-

cia, dall’altro rafforzerebbero nel mondo venatorio la consapevolezza di

dover effettuare forme di prelievo nel rispetto delle esigenze della conser-

vazione biologica.

(12)

Una corretta gestione dei migratori deve prevedere, oltre al prelievo venatorio programmato, anche il mantenimento di habitat favorevoli alla nidificazione, alla sosta e allo svernamento dei migratori. Il nostro Paese rappresenta una area di passaggio e di sosta per molte specie, la cui conser- vazione è legata alla tutela e alla gestione di ambienti forestali e rurali. Al riguardo riveste particolare importanza la biodiversità e le possibili strategie di gestione per il suo mantenimento. Boschi disetanei e polispecifici rappre- sentano ambienti adatti per la sosta e per il reperimento del cibo nelle diverse stagioni dell’anno per gli uccelli migratori, il cui ciclo biologico risulta compromesso dalla semplificazione della struttura e della composi- zione dei comprensori forestali.

0 200 400 600 800 1000 1200 1400 1600

1-5 6-10 11-15 16-20 21-25 26-30 31-4 5-9 10-14 15-20

pentadi

di c a pi o sse rv a ti

Badiola Fonte Seppi Gamberaldi Starniano

0 200 400 600 800 1000 1200 1400 1600

1-5 6-10 11-15 16-20 21-25 26-30 31-4 5-9 10-14 15-20

pentadi

di c a pi o sse rv a ti

Badiola Fonte Seppi Gamberaldi Starniano

Figura 2 – Fringuello; fenologia (dati medi).

Figura 1 – Fringuello; periodo di passo (dati medi).

(13)

0 5000 10000 15000 20000 25000

1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002

anno

n ° d i cap i os se rvat i

Badiola Fonte Seppi Gamberaldi Starniano

0 20 40 60 80 100 120 140

1-5 6-10 11-15 16-20 21-25 26-30 31-4 5-9 10-14 15-20

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Figura 4 – Tordo bottaccio; periodo di passo (dati medi).

Figura 3 – Fringuello; abbondanza (dati effettivi).

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Figura 5 – Tordo bottaccio; fenologia (dati medi).

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SUMMARY

Surveys on Song thrush and Chaffinch migratory flight

This research has been carried out in order to estimate the migratory flight of Chaffinch (Fringilla coelebs) and Song thrush (Turdus philomelos) populations across the Tuscan Apennines ridge. Four observation points have been used between 1995 and 2002 and the census methodology consisted in sighting.

The results show a great increase in Chaffinch populations; instead, Song thrush populations seem to be constant in time.

The results also point out the relationship between the population dynamic of these two species and the environmental changes in stopping and wintering areas.

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0 200 400 600 800 1000 1200 1400 1600

1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002

anno

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Figura 6 – Tordo bottaccio; abbondanza (dati effettivi).

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