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La Cultura come veicolo di coesione

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Academic year: 2021

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Carta dei Comuni: Una Nuova Agenda Europea per la Cultura.

La Cultura come veicolo di coesione.

La cultura è parte costituente dell’identità di ogni cittadino.

Il patrimonio culturale, materiale e immateriale, e la molteplicità delle sue diverse espressioni culturalicontribuiscono al consolidamento delle comunità locali e nazionali e sono punti di riferimento nella formazione civile e sociale dei cittadini.

Nella costruzione dell’identità culturale individuale, le politiche culturali a livello locale, regionale, nazionale e europeo devono essere armonizzate percomplementarsi a vicenda, sempre tenendo in considerazione lecondizioni economiche e sociali della realtà quotidiana dei cittadini.

L’Italia, paese che si distingue globalmente per la densità e la ricchezza del patrimonio culturale con 54 siti iscritti alla World Heritage List dell’UNESCO, è stata da sempre punto di riferimento storico per la cultura europea, facilitando e favorendo gli scambi interculturali grazie alla sua posizione centrale nel Mediterraneo.

In un panorama globale soggetto a continui cambiamenti dal punto di vista politico, economico, tecnologico e sociale, però, guardare al passato non è più sufficiente.

Data la non-materialità dei settori creativi e culturali, manca a livello organizzativo una consapevolezza del potenziale intrinseco della cultura: non vieneattualizzato infatti il potenziale impatto innovativo su altri settori dell’economia per l’insufficienza di investimenti sistematici. Inoltre, la frammentazione strutturale durante le fasi di definizione eattuazione delle politiche culturali rappresenta un’ulteriore problematicarispetto all’armonizzazione della legislazione e delle iniziative a livello europeo e nazionale.

È necessario trasformare proprio queste sfide globali in opportunità a livello locale, utilizzando le innovazioni tecnologiche per migliorare le prassi in uso e coinvolgere le generazioni future nella preservazione del loro patrimonio culturale. Gli intermediari fondamentali in questo processo sono gli enti e le comunità locali, in grado di rendere tangibili gli effetti dellepolitiche culturali europee e nazionali, contribuendo alla vitalità e allo sviluppo della collettività.

Bisogna partireda una definizione olistica del concetto di cultura che permetta di integrarne le diverse dimensioni socioeconomiche e realtà geografiche. Lo sviluppo di politiche europee e nazionali atte a promuovere e valorizzare il patrimonio culturale e lesue diverse espressioni culturali deve essere coniugato in maniera cross settoriale, per massimizzare il potenziale trasformativo economico e sociale della cultura.

La Nuova Agenda Europea per la Culturadeve includere la cultura e il suo fondamentale impatto innovativo economico e sociale focalizzando la stesura delle politiche culturali europee su tre pilastri normativi interconnessi: la partecipazione democratica dei cittadini, il coinvolgimento di tutti gli stakeholders tramite partenariati pubblico-privati e la sua funzionecome strumento di coesione sociale e di mediazione politica.

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La cultura èmotore per la coesione sociale e per lo sviluppo economico perché i settori culturali e creativi europei creano effetti positivi durante tutte le fasi di produzione e promozione dei prodotti culturali. Capitalizzare le opportunità digitali offerte dalla tecnologia permetterà di sfruttare i nuovi media e promuovere la cultura e la creatività in maniera interattiva, avvicinando meglio tutte le diverse fasce sociali e soprattutto i giovani, in quanto futuri custodi e promotori del patrimonio culturale.

A livello globale, e specialmente in un clima politico in cui la polarizzazione e l’estremizzazione rappresentano pericoli reali per la democrazia, la cultura è strumento indispensabile per creare ponti di dialogo e di pace con il resto del mondo.

La diversità culturale europea arricchisce tutti gli Stati Membri e rende l’Unione Europea un attore globale più dinamico. Nell’ambito della politica estera, ciò consente di promuovere la cultura e la creatività come denominatore comune fra le nazioni, istituendo un dialogo interculturale che permetta di reagire alle sfide globali sperimentate da tutte le nazioni. Organizzare le relazioni internazionali su principi di cooperazione culturale e sul rispetto dei valori comuni avvicina i popoli e rafforza l’economia e la società, ponendo la cultura come strumento di sviluppo sostenibile e di coesione sociale.Nel contesto di una Nuova Agenda Europea per la Cultura è, dunque, essenziale rafforzare il ruolo di questa nelle relazioni esterne dell’Unione europea.

La diplomazia culturale non deve essere percepita come strumento esclusivo delle grandi istituzioni globali e nazionali.Tramite partenariati coordinati da organismi sovranazionali con paesi europei e extraeuropei, gli enti locali possono essere il primo modello di cooperazione culturale per i cittadini, educandoli alle relazioni pacifiche fra popoli di culture differenti.

Senza il rafforzamento delle industrie culturali e creative a livello locale, concretizzato attraverso il coinvolgimento di enti pubblici e privati, è impossibile creare il giusto contesto mondiale fondato sul rispetto e sulla comprensione reciproca che, a sua volta, può poi abilitare la cooperazione culturale.

Il motto dell’Unione Europea, “Unita nelle diversità”, si applica anche alla diversità di culture presente negli Stati Membri e a livello subnazionale. Stringere un dialogo fra le culture, promuovendo il patrimonio europeo comune tramite le diverse iniziative europee come per esempio il marchio del patrimonio europeo, permette di rafforzare il senso di appartenenza dei cittadini all’Unione e di un’identità europea comune.

A livello nazionale,deve essere data priorità alla dimensione locale della cultura, che deve esserecoltivata con programmi e iniziative apposite.

Nonostante la sua ricchezza culturale, l’Italia non è adeguatamente rappresentata in molte iniziative europee.È necessario valorizzarne il ruolo storico nell’integrazione europea e nella creazione di una comune identità europeaenfatizzando la dimensione educativa e sociale assunta dal valore simbolico del patrimonio culturale.

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I cittadini costruiscono la propria identità culturale attraverso l’interazione con le comunità locali e attraverso l’esperienza culturale vissuta in prima persona.

Un’organizzazione bottom-up delle politiche culturali permetterebbe non solo una maggiore partecipazione democratica e un maggiore coinvolgimento dei cittadini, ma anche migliori risultati nell’ambito dell’attuazione delle politiche stesse. Declinare i criteri delle politiche europee secondo le tipicità delle realtà locali consentirà di proporre azioni più mirate e più efficaci, coinvolgendo le comunità locali nel processo iterativo di problem-solving.

Enfatizzare il ruolo degli enti locali equivale a rimettere al centro delle politiche culturali i cittadini, fornendo loro gli strumenti legislativi, amministrativi e economici per essere attori partecipi e consapevoli nelle questioni culturali.

Per agevolare questo processo, inoltre, è necessario facilitare l’accessibilità ai finanziamenti strutturali europei in modo da coinvolgere meglio gli enti locali nella manutenzione, nell’amministrazione e nella promozione dei propri siti culturali e luoghi d’interesse.

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