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a4.4 La Linea eLastica

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Meccanica, Macchine ed Energia – articolazione Energia 2 – Giuseppe Anzalone, Paolo Bassignana, Giuseppe Brafa Musicoro • Copyright © Ulrico Hoepli Editore S.p.A.

a4.4 La Linea eLastica

Progettando un elemento di una costruzione o di un organo meccanico, oltre a determinare le sollecitazioni e le tensioni, può essere utile co­

noscere anche le deformazioni prodotte dai carichi esterni; ciò diventa indispensabile nella determinazione delle reazioni vincolari delle travi iperstatiche, ossia delle travi con vincoli sovrabbondanti. Inoltre, l’in­

fluenza sulla deformazione dell’asse geometrico, det ta linea elastica o deformata elastica delle travi inflesse, da parte delle forze di taglio, è trascurabile, per cui si considerano solo le azioni di deformazione dovute al momento flettente.

Si consideri una trave inflessa, soggetta a un generico sistema di for­

ze esterne, e si assuma un sistema di assi cartesiani ortogonali tali che, l’asse delle ascisse coincida con l’asse della trave e l’asse delle ordinate rappresenti l’abbassamento y subito da una sezione generica in se guito alla deformazione (4Fig. 4.23).

Fig. 4.23

Rappresentazione della linea elastica di una trave, sottoposta a un sistema generico di forze esterne.

"

L’abbassamento y si assume positivo verso il basso, affinché le ordinate y risultino positive nella maggior parte dei casi.

In riferimento alla figura 4.23, la generica sezione S posta alla di­

stanza dx dall’origine degli assi, per effetto della deformazione, subisce una ro tazione dϕ rispetto alla posizione originaria, che può essere es­

pres sa come:

dy

ds =tgϕ [4.83]

Essendo piccolissimo l’angolo di rotazione, non è un errore sensibile so­

stituire tg ϕ con ϕ e ds (lunghezza del tronco dx in seguito alla deforma­

zione) con dx; per cui la [4.83] diventa:

dy

dx[4.84]

da cui, derivando rispetto a x, si ottiene:

d y dx

d dx

2 2 = ϕ ovvero:

d y

dx22 dx d= ϕ [4.85]

poliglotta Linea elastica GB: Elastic curve F: Ligne élastique D: Elastische Linie

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Com’è stato detto riguardo alla flessione semplice, una trave di lunghez­

za l, soggetta a un momento flettente costante su tutta la lunghezza, si deforma secondo un arco di cerchio, il cui raggio di curvatura R è:

R E I Mf

=

e la rotazione ϕ di una delle sezioni estreme della trave rispetto all’altra (angolo di flessione) risulta:

ϕ = l = R

M l E I

f

Pertanto l’angolo dϕ, espresso nella [4.85], rappresenta la rotazione fra le due se zioni comprendenti il tronco dx e vale:

d M dx

E I

ϕ = f [4.86]

Sostituendo nella [4.85] risulta:

d y dx

M E I

2 f

2 = [4.87]

che rappresenta l’equazione differenziale della linea elastica.

Osservazioni: il termine (dy/dx), espresso nella [4.84], rappresenta la de rivata prima di y(x) e si indica comunemente con y'; invece il ter- mine (d2y/dx2), espresso nella [4.87], indica la derivata seconda di y(x) e si rappresenta con y''; quindi le relazioni [4.84] e [4.87] si possono scrivere nel modo seguente:

y' = ϕ e:

y M

E I

"= f

Ipotizzando l’asse x positivo verso destra e l’asse y positivo verso il basso, l’equazione differenziale della linea elastica diventa:

y M

E I

"= − f [4.88]

in cui la curvatura y'' e il momento flettente Mf hanno segno opposto.

Infatti, se il momento è positivo, la linea elastica rivolge la concavità nel verso negativo dell’asse y, quindi la curvatura è negativa (4Fig. 4.24a);

mentre se il momento è negativo, la linea elastica rivolge la concavità nel verso positivo dell’asse y, perciò la curvatura è positiva (4Fig.4.24b).

L’integrazione della linea elastica può essere eseguita, caso per caso, se sono note le espressioni del momento flettente Mf, in funzione dell’ascissa x, e del momento quadratico I; integrando due volte si ottie­

ne l’ordinata y, che tuttavia non è completamente determinata.

poliglotta

Equazione differenziale GB: Differential equation F: Equation differérentielle D: Differentialgleichung

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Meccanica, Macchine ed Energia – articolazione Energia 2 – Giuseppe Anzalone, Paolo Bassignana, Giuseppe Brafa Musicoro • Copyright © Ulrico Hoepli Editore S.p.A. Infatti, poiché in ogni operazione di integrazione compare una co stante, per determinare completamente l’ordinata y occorre calcolare il valore di due costanti C1 e C2, che si ottiene tenendo conto delle condizioni di vincolo della trave.

Eseguendo una prima integrazione della [4.87] si ricava l’espressione dell’angolo di rotazione ϕ = y' di ciascuna sezione, ossia dell’inclinazione della tangente in ogni punto della linea elastica; una seconda integrazio­

ne consente di determinare l’espressione dell’ordinata y, ossia l’abbas­

samento della sezione, detto freccia di inflessione o, semplicemente, freccia. Ricavato il valore delle co stanti, si calcola la freccia y, funzione della variabile x, assegnando alla x i valori corrispondenti alle sezioni di cui si vuole determinare l’abbassamento.

Esempio 1

Determinare la freccia e la rotazione dell’estremo libero di una tra­

ve a mensola, di sezione costante, soggetta a un carico F concentrato nell’estremo libero (4Fig. 4.25).

Fig. 4.24

Andamento della linea elastica in funzione del momento flettente:

a) curvatura negativa con momento flettente positivo;

b) curvatura positiva con momento flettente negativo.

Fig. 4.25

Rappresentazione della linea elastica di una trave a mensola, di lunghezza l, sottoposta a un carico concentrato nell’estremo libero.

Soluzione

L’espressione del momento flettente è:

Mx = −F x [4.89]

Per la [4.88] l’espressione della linea elastica diventa:

E I y"=F x [4.90]

integrando tale equazione una prima volta si ha:

E I y'= F x2 +C1

2 [4.91]

poliglotta Freccia di inflessione GB: Deflection F: Flèche par pliage D: Durchbiegung

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integrando la seconda volta si ottiene:

E I y= F x63 +C x C1 + 2 [4.92]

Considerando l’origine degli assi x e y all’estremo libero della mensola e tenendo conto delle condizioni di vincolo della trave, nella sezione d’inca­

stro (x = l) devono essere nulle sia la freccia sia la rotazione, ossia:

y = 0 e:

y' = 0 Quindi risulta:

C F l

1

2

= − 2 e:

C F l

2

3

= + 3

Sostituendo i valori delle due costanti nelle relazioni [4.91] e [4.92] si ottiene:

E I y'= F x2F l2

2 2

e:

E I y= F x3F l2x+F l3

6 2 3

Pertanto i valori massimi della rotazione ϕ e della freccia f che si hanno nella sezione all’estremo libero (x = 0), sono:

ϕ = = −y F l ' E I2

2 e:

f y F l

= = E I3

3 [4.94]

L’angolo ϕ risulta negativo perché la rotazione è sinistrogira.

Nel caso delle travi appoggiate, si può eseguire il calcolo della freccia e della rotazione considerando la trave costituita da due mensole e adottan­

do, quindi, le espressioni delle frecce e delle rotazioni concernenti queste ultime.

Esempio 2

Determinare la freccia massima e la rotazione degli appoggi di una trave appoggiata, soggetta a un carico F concentrato in mezzeria (4Fig. 4.26).

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Meccanica, Macchine ed Energia – articolazione Energia 2 – Giuseppe Anzalone, Paolo Bassignana, Giuseppe Brafa Musicoro • Copyright © Ulrico Hoepli Editore S.p.A. Soluzione

La tangente alla deformata nel suo punto di mezzo è orizzontale, per cui ogni metà della trave si comporta come una mensola di lunghezza l/2, soggetta a un carico, concentrato nel suo estremo libero, di intensità F/2 (4Fig. 4.26b).

A tale mensola è possibile applicare la [4.94], per cui si ha:

f

F l E I

F l

= E I

 

 = 2 2

3 48

3

3

Per quanto riguarda l’angolo di rotazione dell’estremità, applicando la [4.93] risulta:

ϕ =

 

 = F l

E I

F l E I 2 2

2 16

2

2

Nella tabella 4.1 sono indicati i valori delle rotazioni ϕ e delle frecce f re la­

tivi ad alcune travi a mensola e appoggiate, con diverse condizioni di ca ri co.

Fig. 4.26

a) Rappresentazione della linea elastica di una trave appoggiata, di lunghezza l, sottoposta a un carico concentrato in mezzeria.

b) Trave a mensola di lunghezza l/2, soggetta a un carico concentrato F/2 all’estremità libera, che costituisce la metà della trave appoggiata.

Tabella 4.1 Valori delle frecce e delle rotazioni per alcune travi soggette a vari sistemi di carico (continua) Schema della trave Freccia f Rotazione ϕ

f F l

= E I3

3 ϕ = F l

E I

2

2

f Mf l

= E I

2

2 ϕ = Mf l

E I

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Tabella 4.1 Valori delle frecce e delle rotazioni per alcune travi soggette a vari sistemi di carico (segue) Schema della trave Freccia f Rotazione ϕ

f q l

= E I4

8 ϕ= q l

E I

3

6

f F l

= E I

3

48 ϕ = F l

E I

2

16

f Mf l

= E I

2

8 ϕ = Mf l

E I 2

f q l

= 5 E I 384

4

ϕ = q l E I

3

24

a4.5 cenni suLLe travi iperstatiche

I problemi riguardanti le travi con vincoli sovrabbondanti, o travi iper- statiche, si dicono staticamente indeterminati e non possono essere ri solti con le sole equazioni cardinali della Statica (equazioni di equili­

brio relative alla traslazione e alla rotazione). Ogni vincolo presenta da una a tre reazioni e il numero di equazioni di equilibrio corrisponde al numero del le reazioni vincolari. Pertanto, per risolvere i problemi iper­

statici, oc cor re aggiungere al sistema formato dalle equazioni cardinali della Statica – sufficienti per i sistemi staticamente determinati (siste­

mi isostatici) – le equazioni supplementari con cui completare il numero di equazioni costituenti il sistema.

Le equazioni supplementari si basano sul principio che i vincoli sovrabbondanti, non necessari per l’equilibrio, limitano la deformazione del corpo.

Il procedimento da seguire per risolvere questo tipo di problemi è il se guente:

— si eliminano i vincoli sovrabbondanti, sostituendoli con le reazioni in­

co gnite; in questo modo si rende la trave isostatica e si determinano

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Meccanica, Macchine ed Energia – articolazione Energia 2 – Giuseppe Anzalone, Paolo Bassignana, Giuseppe Brafa Musicoro • Copyright © Ulrico Hoepli Editore S.p.A.

le deformazioni generate dai carichi esterni, nei punti dove sono posti tali vincoli;

— si determinano le deformazioni nei punti dei vincoli eliminati, consi­

derando la trave soggetta alla sola azione delle reazioni eliminate;

— si impone che le deformazioni, generate separatamente dai carichi esterni e dai vincoli eliminati, siano uguali.

Si ottengono così tante equazioni quante sono le incognite sovrabbon­

danti che, associate alle equazioni cardinali della Statica, consentono di risolvere il problema.

Esempio

Determinare le reazioni vincolari e tracciare i diagrammi delle sollecita­

zioni di taglio e flessione della trave iperstatica (4Fig. 4.27), soggetta a un carico distribuito uniformemente.

Fig. 4.27

a) Trave incastrata a un estremo e appoggiata all’altro, sottoposta a un carico uniformemente distribuito su tutta la sua lunghezza.

b) Trave a mensola, soggetta al carico distribuito.

c) Trave a mensola, soggetta solo all’azione della reazione RVB del vincolo.

d) Diagramma del taglio.

e) Diagramma del momento flettente.

" "

Soluzione

Il carico complessivo agente sulla trave è:

Q = q l Le equazioni di equilibrio sono:

R

R R Q

M Q l R l

OA

VA VB

A VB

=

+ − =

− + − =

0

0

2 0

[4.95]

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Meccanica, Macchine ed Energia – articolazione Energia 2 – Giuseppe Anzalone, Paolo Bassignana, Giuseppe Brafa Musicoro • Copyright © Ulrico Hoepli Editore S.p.A.

Eliminando per esempio l’appoggio B, la trave diventa isostatica, ossia una trave a mensola con carico distribuito (4Fig. 4.27b) e il valore della freccia all’estremo B è dato da:

f Q l

'=1 E I 8

3 [4.96]

Tale relazione indica la freccia all’estremo libero di una trave a mensola, sottoposta a un carico uniformemente distribuito (4Tab. 4.1).

Considerando la trave a mensola soggetta solo all’azione della rea­

zione RVB del vincolo eliminato (4Fig. 4.27c), la freccia generata ha il valore (4Tab. 4.1):

f R l

E IVB

"= 1 3

3 [4.97]

Poiché l’estremità della trave originaria non presenta alcuno sposta­

mento, le due frecce si devono compensare, ossia devono avere lo stesso valore assoluto, f' = f'':

1 8

1 3

3 3

Ql E I

R l E IVB

= [4.98]

l’equazione supplementare appena descritta è associata alle equazioni di equilibrio del sistema, espresse dalla [4.95], per ricavare tutte le rea­

zioni vincolari.

Dalla [4.98] si ottiene il valore:

RB= 3Q

8 [4.99]

sostituendo nel sistema [4.95], dalla seconda equazione si ricava:

RVA = −Q 3Q= Q 8

5

8 [4.100]

dalla terza equazione si ricava:

MA =Q lQ l= Q l 2

3 8

1

8 [4.101]

Determinate le reazioni vincolari, è possibile disegnare i diagrammi di sollecitazione del taglio e del momento flettente.

Il taglio in una sezione generica pertanto vale:

T= −3ql q x

8 [4.102]

e varia linearmente come rappresentato nella figura 4.27d.

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Il momento flettente generico vale:

M=3ql xq x

8 2

2 [4.103]

ed è rappresentato da un diagramma parabolico (4Fig. 4.27e).

Il momento flettente massimo si ha dove il taglio è nullo, ossia per x = (3/8) l e vale:

Mmax = 9 Q l

128 [4.104]

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L’unità didattica in breve a4

Generalità

Quando i vincoli di una struttura sono strettamente sufficienti al suo equilibrio, essa è detta isostatica; al contrario, quando i vincoli sono sovrabbondanti, la struttura è detta iperstatica.

L’effetto che le azioni esterne esercitano localmente in una sezione generica di una trave, ad asse rettilineo orizzontale e a sezione costan­

te, è analizzato considerando la trave caricata da un sistema di forze, situato nel piano di sollecitazione, contenente il suo asse; la trave, in questo caso, è detta piana. Una trave, sottoposta a un sistema di forze perpendicolari al proprio asse geometrico, che generano sollecitazioni di taglio e flessione, è detta trave inflessa.

Per calcolare le sollecitazioni di taglio e di flessione nelle travi in­

flesse, occorre inizialmente determinare le reazioni vincolari, i cui valori sono calcolati mediante le equazioni cardinali della Statica.

Poiché si considerano le travi piane ad asse orizzontale, sottoposte a carichi perpendicolari al proprio asse, i vincoli sviluppano solo reazio­

ni verticali, per cui la condizione di isostaticità della tra ve può essere realizzata mediante due appoggi semplici, non essendovi differenza, in questo caso, fra la cerniera e il carrello; così facendo le reazioni vinco­

lari da determinare si riducono a due. Pertanto, per la determinazio­

ne delle reazioni vincolari, sono sufficienti due sole equazioni cardinali della Statica: quella di equilibrio relativa alla traslazione verticale e quella di equilibrio re la tiva alla rotazione intorno a qualunque punto del piano della trave.

Determinate le reazioni vincolari, si procede al calcolo delle solle­

citazioni di taglio e di flessione in una generica sezione S della trave, prendendo in esame le forze a sinistra o a destra della suddetta sezione.

Sup ponendo, per esempio, di esaminare le forze a sinistra della sezione S, si osserva che la forza di taglio T è data dalla somma algebrica di tutte le forze (compresa la reazione vincolare) poste a sinistra della sezione considerata. Se nella sezione in esame è applicata una forza, essa non de v’essere compresa nella sommatoria. Il momento flettente si ricava dalla somma algebrica dei momenti di tutte le forze poste a sinistra del­

la sezione S, compresa la reazione vincolare.

Al fine di ottenere valore e segno coincidenti, dev’essere stabilita una convenzione per quanto riguarda il segno da attribuire al taglio e al mo­

mento flettente.

Per le forze di sinistra si considerano positivi il taglio, se rivolto verso l’alto, e il momento flettente, se ha verso orario. Per le forze di destra si considerano positivi il taglio, se rivolto verso il basso, e il momento flet­

tente, se ha verso antiorario. Il taglio T e il momento flettente M variano generalmente da sezione a sezione; inoltre il taglio, il momento flettente e il carico sono legati fra lo ro: nei tratti in cui la trave è scarica, il taglio è costante, mentre il mo mento flettente è massimo nelle sezioni dove il taglio è nullo. Le variazioni delle sollecitazioni di taglio e di flessione in tutte le se zioni di una trave pos sono essere rappresentate mediante dia­

grammi. L’e sa me di tali diagrammi consente di individuare direttamente

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le sezioni più pericolose, os sia le sezioni dove si hanno i valori massimi delle sollecitazioni esterne, po tendo così procedere ai calcoli di progetto o di verifica della resistenza della trave.

Si disegna al di sotto della trave una linea orizzontale, detta linea fon damentale, avente la stessa lunghezza della trave, e si individua­

no alcune sezioni caratteristiche, che di solito sono quelle in corrispon­

denza dei carichi e degli appoggi. Si calcolano i valori della forza di ta glio, immediatamente prima o dopo le sezioni stesse, e si riportano sul la li nea fondamentale, secondo una scala opportuna (per esempio la stes sa di quella adottata per le forze), i segmenti verticali, proporzionali ai valori trovati del taglio; collegando gli estremi di tali segmenti con tratti rettilinei orizzontali si ottiene il diagramma del ta glio. Il dise­

gno del diagramma è eseguito, convenzionalmente, riportando sopra o sotto la linea fondamentale le forze di taglio di valore, rispettivamente, positivo o ne gativo.

Il procedimento per determinare il diagramma del momento flettente è analogo a quello del taglio. Assumendo le stesse sezioni caratteristiche, si ricavano i valori dei momenti e si rappresentano sulla linea fon da­

men tale, in corrispondenza delle sezioni considerate, mediante segmenti verticali a essi proporzionali secondo la scala prescelta. Unendo con tratti rettilinei i loro estremi si ottiene il diagramma del momento fletten- te, in cui sopra o sotto la linea fondamentale si riportano, rispettivamen­

te, i valori positivi o quelli negativi.

La linea elastica

Progettando un elemento di una costruzione o di un organo meccanico, ol­

tre a determinare le sollecitazioni e le tensioni, può essere utile conoscere anche le deformazioni prodotte dai carichi esterni; ciò diventa indispensa­

bile nella determinazione delle reazioni vincolari delle travi iperstatiche.

L’influenza sulla deformazione dell’asse geometrico, detta linea ela- stica o deformata elastica delle travi inflesse, da parte delle forze di ta glio, è trascurabile, per cui si considerano solo le azioni di deformazio­

ne dovute al momento flettente.

L’integrazione dell’equazione differenziale della linea elastica consente di determinare i parametri della deformazione, ossia, la frec- cia di inflessione e gli angoli di rotazione di ciascuna sezione.

I problemi riguardanti travi iperstatiche sono detti staticamente indeterminati e non possono essere risolti con le sole equazioni cardi­

nali della Statica. Ogni vincolo presenta da una a tre reazioni e il nu­

mero di equazioni di equilibrio corrisponde al numero delle reazioni vin­

colari. Pertanto, per risolvere i problemi iperstatici, occorre aggiungere al sistema formato dalle equazioni cardinali della Statica (sufficienti per i sistemi isostatici), le equazioni supplementari, con cui completare il nu mero di equazioni costituenti il sistema.

Le equazioni supplementari si basano sul principio che i vincoli sovrabbondanti, non necessari per l’equilibrio, limitano la deformazione del corpo.

Il procedimento da seguire per risolvere questo tipo di problemi è il seguente:

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— si eliminano i vincoli sovrabbondanti, sostituendoli con le reazioni in cognite, e si rende la trave isostatica, determinando le deforma­

zioni generate dai carichi esterni nei punti dove sono posti tali vincoli;

— si determinano le deformazioni nei punti dei vincoli eliminati, con­

siderando la trave soggetta alla sola azione delle reazioni eliminate;

— si impone che le deformazioni generate separatamente dai carichi esterni e dai vincoli eliminati siano uguali.

Si ottengono così tante equazioni quante sono le incognite sovrabbon­

danti che, associate alle equazioni cardinali della Statica, consentono di risolvere il problema.

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prObLeMi di riepiLOGO a4

1. Eseguire il dimensionamento della trave a mensola (4Fig. 4.28), realiz­

zata con un profilato IPE in acciaio S 235, sapendo che la forza applicata all’estremo libero ha intensità F = 2000 N e la lunghezza della trave è l = 3 m.

Fig. 4.28

Trave a mensola soggetta a un carico F concentrato all’estremo libero.

2. Dimensionare la trave a mensola di lunghezza l = 4,5 m, soggetta a più carichi concentrati (4Fig. 4.29), impiegando un profilato HE in acciaio S 235 e considerando i seguenti dati: F1 = 500 N, F2 = 900 N, F3 = 600 N, x1 = 1,5 m e x2 = 3 m. Eseguire, inoltre, una verifica a taglio.

3. Eseguire il dimensionamento della trave su due appoggi di estremità, a sezione circolare piena e di lunghezza l = 6 m, sottoposta a un sistema di forze concentrate (4Fig. 4.30), sapendo che il materiale utilizzato è l’acciaio S 235 e che F1 = 8000 N, F2 = 4000 N, F3 = 6000 N, x1 = 2,5 m, x2 = 3 m e x3 = 4,5 m. Eseguire, inoltre, una verifica a taglio.

ud15

4. Una trave con due appoggi di estremità, realizzata con un profilato HE in acciaio S 275, è sottoposta a un carico uniformemente distribuito (4Fig. 4.31). Eseguire il dimensionamento della trave, sapendo che ha

Fig. 4.29

Trave a mensola soggetta a più carichi concentrati.

Fig. 4.30

Trave appoggiata alle estremità, soggetta a più carichi concentrati.

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una lunghezza l = 7 m e che l’intensità per unità di lunghezza del carico è q = 550 daN/m.

Fig. 4.31

Trave appoggiata alle estremità, soggetta a un carico uniformemente distribuito.

5. Una trave con due appoggi di estremità (4Fig. 4.32) è soggetta a un ca­

rico uniformemente distribuito su una parte della sua lunghezza.

Dimensionare la trave considerando i seguenti dati: carico distribuito q = 6000 N/m; lunghezza della trave l = 6 m; lunghezza del tratto di trave interessato dal carico distribuito a = 2,5 m; sezione quadrata;

σams = 160 N/mm2.

Fig. 4.32

Trave appoggiata alle estremità, soggetta a un carico uniformemente distribuito su una parte della sua lunghezza.

6. Si consideri una trave con due appoggi intermedi, sottoposta a un siste­

ma di forze concentrate (4Fig. 4.33). Si vuole eseguire il dimensiona­

mento della trave realizzata con un profilato IPE in acciaio S 275, ipo­

tizzando i seguenti dati: lunghezza totale della trave lt = 9 m; distanza fra gli appoggi l = 5 m; lunghezza degli sbalzi x1 = x4 = 2 m; x2 = 2,5 m;

x3 = 3,5 m; F1 = 800 N; F2 = 1600 N; F3 = 1800 N; F4 = 1000 N.

Fig. 4.33

Trave con appoggi intermedi, soggetta a carichi concentrati.

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