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2. PATRICK K. ADDAI Patrick K.Addai (la K nel nome sta per

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Academic year: 2021

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2. PATRICK K. ADDAI

Patrick K.Addai (la K nel nome sta per Kwasi, il giorno della settimana in cui è nato1

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HOFMANN, H., Afrikanische Geschichten- Ein Ashanti-Prinz aus Ghana trommelt

Geschichten, in Ich habe den Menschen gerne, sagte der Hund (progetto), Dicembre

2004,p.20,

) è uno scrittore di storie per bambini e attore di teatro che proviene dal Ghana ed appartiene al popolo Ashanti. Attualmente vive e lavora in Austria dove ha compiuto i suoi studi universitari. Ha iniziato la sua carriera universitaria a Linz dove si è laureato in economia nazionale; in seguito ha completato la sua istruzione con una laurea in Sociologia e Scienze Politiche a Salisburgo. E’ proprio durante gli anni universitari che è entrato in contatto con il mondo del teatro, mostrando un interesse particolare per tutto ciò che riguarda i bambini. Patrick K.Addai ha lavorato per qualche anno in teatro come attore: nel 2004 ha preso parte alla pièce Fremde, Strangersdi Joshua Sobol messa in scena al teatro Drachengasse di Vienna. Durante questi anni è entrato in contatto con i bambini ed è da qui che ha sviluppato la sua idea di lavorare con loro non solo in teatro ma livello scolastico. Egli, infatti, si è reso conto che i più piccoli non sanno quasi niente riguardo all’Africa e per questo ha deciso di proporre un programma per scuole e asili: raccontare ai bambini storie africane e trasmettere così informazioni su cultura, religione, usanze, uomini e anche animali. Secondo Patrick K.Addai in questo modo i bambini possono entrare in contatto con la mentalità del popolo africano. Il programma che l’autore sviluppa si chiama Die Groβmutter übernimmt das Fernsehen.L’idea di base per questo progetto parte da una

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differenza culturale tra il continente africano e l’Europa: in Africa non c’è elettricità e non c’è la possibilità di poter avere una televisione; i bambini non guardano cartoni animati ma ascoltano le storie che la nonna racconta loro sostituendosi al televisore. Da qui il titolo del progetto da cui poi nascerà un’opera vera e propria dell’autore.

Deshalb habe ich ein kindergerechtes Programm mit dem Titel "Die Großmutter übernimmt das Fernsehen" ausgearbeitet. Auf Basis dieses Programms habe ich in vielen Schulen und Kindergärten erzählt und gelesen. Die Reaktionen waren enorm. Ich habe den Kindern ausführlich darüber berichtet, wie wir zu Hause leben, dass es bei uns in den Dörfern keinen Strom gibt und deswegen auch kein Fernsehen, aber dafür gibt es die Großmutter! Die Großmutter erzählt den Kindern Geschichten, genauso wie das Fernsehen Geschichten zeigt. Dann habe ich Geschichten von meiner eigenen Großmutter erzählt, die ich als Kind zu hören bekommen habe. Das hat die Kinder begeistert2

Bei der Präsentation meines Programms habe ich erlebt, wie ehrlich und offen für alle neuen Dinge Kinder sind. Diese Erfahrung hat mich sehr stark motiviert und war ausschlaggebend für die Fortsetzung meines Programms. Im Jahr 1997 bekam ich dann die offizielle Empfehlung vom Landesschulrat in Oberösterreich, mein Programm in Schulen und Kindergärten durchzuführen

Con la presentazione del progetto Patrick K.Addai afferma di essersi reso conto di quanto schietti, sinceri e aperti siano i bambini nei confronti di tutte le novità. Questa scoperta ha motivato l’autore al punto di farlo proseguire su questa strada:

3

Quando Patrick K.Addai si reca nelle scuole o negli asili non racconta semplicemente storie, ma le fa vivere. Egli non si limita a riferire qualcosa ma rende partecipi e coinvolge i piccoli spettatori attraverso gesti, musica e anche balli.

.

2

ADDAI, P.K., Bewusstseinsbildung über Afrika in Schulen und Kindergӓrten, in TRANS: Internet- Zeitschrift für Kulturwissenschaften, nr. 15, Wien, 2004,

http://www.inst.at/trans/15Nr/11_2/addai15.htm.

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Mit groβer Ausdruckskraft, viel Mimik und schauspielerischen Können erzӓhlt Patrick von seiner Heimat, Brӓuchen, Menschen, Tieren und Musik, sodass die Kinder nicht anders können als an seinen Lippen zu hӓngen und mit offenern Mund und gespanntern Gesichtsausdruck die Geschichten mitzuerleben4

L’autore ha fondato anche una casa editrice a cui ha dato il nomeAdinkra; essa è stata pensata tanto per la promozione e divulgazione delle sue opere quanto per quelladella letteratura africana e l’incontro culturale. Patrick K.Addai, come editore, può sviluppare le proprie idee nel modo che ritiene migliore e presentare le sue opere quando e come

.

Patrick K. Addai, contemporaneamente allo sviluppo del progetto Die Groβmutter übernimmt das Fernsehen, inizia anche scrivere storie per bambini in cui parla dell’Africa e attraverso le quali cerca di mettere in risalto le tradizioni e la cultura della propria patria; i suoi libri raccontano quell’Africa un po’ sconosciuta al mondo occidentale, quella che può essere raccontata solo da chi vi ha vissuto. La produzione dell’autore non è così vasta: egli ha scritto in totale otto opere per bambini. Il suo primo libro Die Groβmutter übernimmt das Fernsehenrisale al 1999 e prende il titolo proprio dal progetto che lo ha visto in giro per le scuole a trasmettere informazioni sul continente africano. In seguito ha scritto “Ich habe den Menschen gerne” sagte der Hund (2001) , Der alte Mann und die geheimnisvolle Rauchsӓule (2003), Der Jӓger un d der Hase. Ein Hasenpovoll Gold(2005),Der Schnarchen der Ungeheuer. Sasabonsan(2006),Kofi. Das afrikanische Kind (2007),Wörte sind schön aber Hühner legen Eier. Sprichwörter, Geschichten und Mythen aus Ghana(2007), Die Affendiebe aus Timbuktu (2009).

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vuole. In un’intervista rilasciata dall’autore ad Afrikanet (un portale internet che viene aggiornato da una a tre volte alla settimana e pensato per persone con origini africane residenti in Austria, Germania e Svizzera) racconta che il nome dato alla sua casa editrice non è preso a caso. Adinkra, infatti, nel linguaggio ashanti significa “dire addio a qualcuno ma con la speranza di potersi incontrare di nuovo”.5

- Nel 1999 ha vinto un premio interculturale, Inter-Kultur-Preis, riconoscimento assegnato ogni anno dalla regione dall’Alta Austria in ambito di migrazione ed integrazione. Sempre nella stessa intervista Patrick K. Addai si dice soddisfatto per il successo che le sue opere riscuotono ogni volta non solo a livello nazionale ma anche internazionale; egli affermache ciò che scrive viene tradotto in ben cinque lingue (giapponese, ceco, francese, tedesco e bulgaro) e spera che in futuro verrà tradotto in molte altre. Parla, inoltre, di come si sente a scrivere in una lingua che non è la propria ma che si è trovato ad imparare quando si è trasferito in Austria: lo trova divertente poichè i lettori possono imparare nuove parole e approcciarsi ad un tipo di scrittura diversa rispetto a quella alla quale sono abituati. L’intervista continua con l’autore che si dice contento di poter parlare del continente di origine per farlo emergere sotto una luce diversa.

Nel corso degli anni non sono mancati per Patrick K. Addai riconoscimenti:

5

INOU, S., Patrick Addai: Ein ergfolgreicher Kinderbuchautor, in Afrikanet.info, 2006,

http://www.afrikanet.info/archiv1/index.php?option=com_content&task=view&id=485& Itemid=2.

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Der Inter-Kultur-Preis ist eine der ältesten Auszeichnungen, die im Bereich Migration und Integration verliehen werden.[….]. Viele Menschen in Oberösterreich engagieren sich für ein friedliches Zusammen-Leben. Die besten Projekte werden von der Volkshilfe Flüchtlings- und MigrantInnen-Betreuung und der Gesellschaft für Kulturpolitik (GfK) mit dem Inter-Kultur-Preis ausgezeichnet. Der Inter-Kultur-Preis soll solche Projekte fördern und setzt ein Zeichen gegen Intoleranz und Diskriminierung.6

- Nel 2001 ha vinto il premio per l’innovazione per la regione Alta Austria.

Sehr geehrter Herr Addai!

Als Landeskulturreferent freue ich mich mitzuteilen, dass das Land Oberösterreich für das Projekt ‘Ich habe den Menschen gerne, sagte der Hund’ im Rahmen des Innovationstopfes 2001 eine Förderungbetrag zur Verfügung stellt.

Landeshauptmann Dr. Josef Pühringer7

- Un ulteriore riconoscimento nel 2005 con il Preis für afrikanische Literatur für Weltoffenheit. Il progetto è stato curato da Patrick Addai stesso per promuovere i talenti africani.

- Nel 2006 ottiene l’ Adler Awardessendo riconosciuto come il miglior autore africano d’Europa. L’ Adler Entrepreurship Award è un premio pensato per africani che vivono in Europa. Vengono apprezzati i loro progetti e lavori e la realizzazione di questi. Per l’occasione Patrick K. Addai viene premiato a Bonn.

- Nel 2007 la sua opera Das Schnarchen der Ungeheuer viene selezionata per essere inserita nella Andersen Anthologie ovvero nella lista dei candidati al premio Hans Christian Andersen.

Dal 1967 la commissione di lettura presieduta da David Bixio (che inventò il premio in onore del celebre scrittore, che a Sestri Levante soggiornò, innamorandosene) premia le fiabe inedite, operando una selezione fra le oltre 1.000 favole in arrivo ogni anno, suddivise nelle varie sezioni collettive e individuali del concorso. Particolarità del premio infatti è quella di accogliere fiabe provenienti sia dagli adulti (oltre i 17 anni),

6

http://www.volkshilfe-ooe.at/inter-kultur-preis-2015/.

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che dai ragazzi, nelle sezioni:Scuola materna (da 3 a 5 anni), Bambini (da 6 a 10 anni) e Ragazzi (da 11 a 16 anni). Il concorso è aperto anche agli autori stranieri,che possono partecipare con fiabe in lingua inglese, francese, tedesca, spagnola, araba, cinese e russa, in linea con l’internazionalità del Premio.8

- Nel 2008 è Wörte sind schön aber Hühner legen Eier ad entrare nella Andersen Anthologhie; stessa sorte per Kofi. Das afrikanische Kind nel 2009 e per Die affendiebe aus Timbuktu nel 2010.

.

La stessa opera ottiene il marchio “White Ravens”. Esso viene ottenuto da libri che meritano attenzione a livello globale.

- Nel 2010 Patrick Addai vince nuovamente il premio Adler Award come miglior autore africano in Europa.

Il successo riscosso dall’autore ci fa capire come il suo intento di raccontare ai più piccoli la sua Africa per farla conoscere stia andando a buon fine. I riconoscimenti in questo senso parlano chiaro. Il suo impegno a livello letterario sembra essere premiato sia dal punto di vista della scrittura per bambini sia da quello culturale. Risulta molto importante il contribuito che Addai dà per la diffusione della conoscenza africana in Europa.

Con i dati finora analizzati sembra che la scelta di Patrick K.Addai di rivolgersi al pubblico dei più piccoli non sia fatta caso poichè egli vede in loro la purezza e l’innocenza di chi giudica senza precontetti. I pregiudizi che le persone adulte non riescono a scrollarsi di dosso, non sono presenti nei bambini che non giudicano ma osservano e immagazzinano informazioni in modo del tutto naturale. Sull’innocenza e assenza di stereotipi nei bambini, Patrick K.Addai spende molte parole ed è uno dei punti sui cui si

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sofferma maggiormente quando gli vengono fatte domande sul successo del suo progetto iniziale e dei suoi libri, in seguito. L’autore è ben consapevole del fatto che l’Africa sia vista dal mondo occidentale come un continente povero, caratterizzato da guerre e senza prospettive di vita migliori. Poichè questa immagine dell’Africa viene messa in evidenza dai media, l’autore si propone l’obiettivo di far emergere attraverso la scrittura l’altro lato della medaglia: un’Africa ricca di tradizione, cultura e bellezza.

Afrika ist bekannt als ein armer Kontinent mit endlosen Bürgerkriegen und hoffnungslosen Menschen, aber die vielen reichen Kulturen und Traditionen dieses großen Kontinents sind den Menschen in den entwickelten Ländern bis jetzt weitgehend verborgen geblieben. Warum bin ich zu diesem Schluss gekommen? Über die negative Seite von Afrika ist viel in den Zeitungen zu lesen und auch im Fernsehen zu erfahren. Aber wie die Menschen in Afrika leben und wie ihre Mentalität beschaffen ist, das kann nur von den Afrikanern und Afrikanerinnen selbst vermittelt werden.9

Ich glaube, es ist wichtig zu zeigen, dass auch Afrika etwas Positives anzubieten hat. Wir müssen unseren Kindern die richtigen Informationen geben und versuchen, sie so zu erziehen, dass sie einmal in einer Welt ohne Vorurteile und Secondo Patrick K.Addai è molto importante mostrare che anche il continente africano ha qualcosa di positivo da offrire; egli ritiene che ai bambini debbano essere date le giuste informazioni di modo che possano crescere in un mondo senza discriminazioni o pregiudizi e nel quale si possa giudicare l’altro solo in base al modo in cui si comporta e non all’aspetto fisico o alla provenienza. Ogni persona dovrebbe essere giudicata come essere a se stante e non venire associata ad un gruppo.

9

ADDAI, P.K., Bewusstseinsbildung über Afrika in Schulen und Kindergӓrten, cit,

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Diskriminierung leben können. Ein afrikanisches Sprichwort sagt: "Eine Kuh wird mit den Ohren geboren, aber die Hörner kommen erst später." Man soll sich Zeit nehmen, um vorurteilslos zuzuhören, und erst dann agieren. Meines Wissen nach sind alle Menschen gleich, egal ob sie schwarz, weiß, gelb oderrot sind. Was uns aber unterscheidet ist, wie gut man den Menschen kennt, der einem gegenübersteht10

Ich habe immer wieder erlebt, wie die Kinder bei der ersten Begegnung mit mir reagiert haben: Manche bekommen Angst, andere sind auf Anhieb sehr interessiert und neugierig und rücken näher zu mir. Nach dem Programm sind dann alle begeistert, und jedes Kind will Fragen stellen und auch meine Haare angreifen, nur um mir zu zeigen, dass sie keine Angst mehr haben. Diese "Warten und Anschauen"-Effekte kommen bei jedem Menschen vor, egal ob er schwarz oder weiß ist. Die Kinder in Afrika reagieren genauso, wenn ein Europäer zu uns kommt. Meistens wird gefragt: "Warum sind Sie schwarz, aber die Handflächen weiß?" Solche Fragen habe ich bis jetzt nie selbst beantworten müssen, weil die Antwort immer sofort von den Kindern selbst gekommen ist

.

Durante il suo impegno nelle scuole ed asili, Patrick K.Addai ha potuto notare le varie reazioni dei bambini quando lo hanno visto per la prima volta. Egli afferma che qualcuno si è impaurito mentre altri hanno da subito mostrato un certo interesse e curiosità nei suoi riguardi;nonostante ciò, una volta finito l’incontro, tutti si sono sempre mostrati molto entusiasti facendo domande all’autore e mostrando così di non avere più nessun timore. Secondo Addai la reazione dei bambini è del tutto normale; afferma che lo stesso atteggiamento di paura e diffidenza lo hanno anche i bambini africani quando un europeo si presenta loro.

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Si può intuire che il pubblico dei più piccoli sia considerato dall’autore il migliore per poter parlare

. 10 Ibidem 11 Ibidem.

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dell’Africa e di tutto ciò che riguarda l’argomento perchè loro saranno interessati a sapere sempre di più. La curiosità dei bambini fa sì che Patrick K.Addai possa raccontare del suo continente di origine non sono quello che scrive nelle sue opere: attraverso le domande i piccoli ascoltatori fanno emergere particolari più o meno significativi che si aggiungonoalle storie dell’autore. Se si considera il fatto che i bambini non hanno nessun tipo di filtro, esprimono ciò che pensano o provano in modo spontaneo, si può capire allora perchè l’autore li ritenga i più adatti ad accogliere il messaggio che vuole trasmettere. Inoltre, Patrick K,Addai, può raccontare dell’Africa in modo leggero: non ha bisogno di usare un linguaggio specifico ma, al contrario, deve esprimersi nel modo più semplice e diretto possibile. Nel corso dei capitoli successivi si potrà analizzare meglio la letteratura proposta da Patrick K.Addai cercando di capirne più a fondo sia la forma che i contenuti.

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