• Non ci sono risultati.

6.1 - Germogliamento 6 - DISCUSSIONE

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2021

Condividi "6.1 - Germogliamento 6 - DISCUSSIONE"

Copied!
25
0
0

Testo completo

(1)

6 - DISCUSSIONE

Dall’esame complessivo dei dati raccolti, alla luce dell’analisi statistica, appare evidente che i risultati sia vegetativi che produttivi hanno mostrato più differenze in relazione alle due annate, rispetto a quelle addebitabili ai portinnesti o ai cloni comparati.

6.1 - Germogliamento

Dall’elaborazione dei dati raccolti nel 2002 e 2003, considerando la fase di germogliamento, si nota che le differenze tra le due annate sono molto più forti rispetto a quelle esistenti tra i portinnesti (che tra l’altro si invertono di segno nelle due annate) e di quelle tra i cloni (Fig.1.).

Nel primo anno di osservazione (2002) le piante, indipendentemente dal clone o dal portinnesto, hanno presentato una schiusura di gemme superiore rispetto a quelle lasciate con la potatura (+28%). Questo si desume abbastanza evidentemente confrontando i dati dei due anni sempre nella Fig. 1.

Tale incremento vegetativo può essere attribuito, con molta probabilità, ad una gelata molto grave, verificatasi a Gennaio del 2002, inferiore ai 9 °C sotto lo zero, o forse una più leggera (- 2 °C), verificatasi a Marzo.

Questi eventi metereologici, infatti, danneggiando un certo numero di gemme ibernanti, hanno provocato una elevata schiusura di gemme di controcchio o di gemme latenti, che hanno quindi contribuito all’aumento del numero di gemme per pianta.

(2)

Dalla schiusura di queste gemme di controcchio e/o latenti si è sviluppato un certo numero di germogli sterili per pianta che è stato in generale asportato con le prime operazioni di potatura verde.

Sembrerebbe quindi che il Vermentino si possa considerare alla pari di vitigni come il Sauvignon ed il Moscato Bianco, sensibile nel momento in cui le gemme sono in uno stato di relativa dormienza (Zinoni et al. 2000). 0,0 2,0 4,0 6,0 8,0 10,0 12,0 14,0 16,0 18,0 n ° g em m e p er p ia n ta . 639 640 766 795 CAPV S 12 CAPV S 3 VCR 1 420 A 1103 P Cloni e portinnesti GEMME SCHIUSE 2002 2003

Fig. 1 – Numero medio di gemme schiuse in due anni consecutivi sui ceppi dei diversi cloni e sui due portinnesti (indipendentemente dal clone).

Le viti innestate su 1103 Paulsen, forse in conseguenza alla loro maggiore vigoria o forse in conseguenza ad una maggiore sensibilità al freddo, possiedono un maggior numero di germogli per ceppo rispetto a quelle innestate su 420 A (Fig. 1).

(3)

Comunque le differenze riscontrate tra i cloni, a questo proposito, risultano non significative dal punto di vista statistico.

Una conferma indiretta del minor danno subito dalle viti innestate su 420 A sembrerebbe apparire dalla percentuale di schiusura nel 2002 (Fig.2) e dal maggior numero di grappoli presenti su queste piante in tale annata (Fig. 3).

Invece un’annata più calda, come il 2003, ha favorito, anche se con una differenza meno marcata dell’anno precedente, i cloni innestatati su 1103 Paulsen. 84,0 86,0 88,0 90,0 92,0 94,0 96,0 % s c h iu s u ra . 420 A 1103 P MEDIA Portinnesti SCHIUSURA GEMME 2002 2003

Fig. 2 – Percentuale di schiusura delle gemme nei due anni nelle viti innestate sui due portinnesti.

(4)

6.3 – Evoluzione del germogliamento e fioritura

I numerosi rilievi condotti sulle gemme degli speroni in due momenti diversi della primavera 2003 hanno permesso di mettere in evidenza alcuni aspetti di un certo interesse.

In primo luogo esiste un gradiente di germogliamento tra i diversi cloni, leggero, ma significativo, finora mai messo in evidenza: i cloni CAPVS 3 e CAPVS 12 hanno un risveglio più lento, preceduto dai cloni francesi 766, 795, 639. I cloni più precoci sarebbero il VCR 1 ed il 640 (Fig.3).

Esistono differenze significative anche tra i portinnesti: le piante su 420 A hanno un germogliamento più precoce rispetto a quelle innestate su 1103 Paulsen. STADIO FENOLOGICO 1,00 1,05 1,10 1,15 1,20 1,25 1,30 1,35 CAPV S 1 2 CA PVS 3 766 795 639 VC R 1 640 420 A 1103 P Cloni e portinnesti 1 5 -0 4 -0 3 . 4,20 4,30 4,40 4,50 4,60 4,70 4,80 2 6 -0 4 -0 3 . 15/04/2003 26/04/2003

Fig. 3 – Distribuzione degli stadi fenologici tra i diversi cloni ed i due portinnesti in due date diverse.

(5)

E’ interessante rilevare come pressoché le stesse differenze, rilevate il 15 aprile, si ritrovino 11 giorni dopo, sulle stesse piante, ma con stadi fenologici più avanzati.

Esiste una stretta correlazione positiva tra i dati rilevati alle due date (r2

=0,96). I due gradienti sono quindi pressoché paralleli sia nei cloni che nei portinnesti (Fig. 3)

L’ordine di germogliamento non corrisponde tuttavia a quello di fioritura, malgrado che, anche in questo caso, le differenze tra cloni in molto casi fossero statisticamente significative. Può darsi che altri fattori climatici, nutrizionali e pedologici, siano intervenuti nel frattempo a modificare in parte le gerarchie che si erano stabilite al risveglio delle gemme. L’eccessiva vigoria iniziale dei germogli dei cloni VCR1 e 640 sembrerebbe aver ritardato l’antesi dei fiori circa un mese dopo, mentre gli altri cloni che si trovavano a stadi fenologici leggermente più ritardati hanno, sia pure di poco anticipato la apertura dei fiori (Fig. 4).

STADIO FENOLOGICO E FIORITURA

50 60 70 CAPV S 12 766 CAPV S 3 795 639 VCR 1 640 420 A 1103 P Cloni e portinnesti % f io ri tu ra . 4,3 4,4 4,5 4,6 4,7 4,8 S ta d io f en o lo g ic o . % fioritura 26/04/2003

Fig. 4 – Rapporto tra stadi fenologici (rilevati il 26 aprile) e la percentuale di apertura dei fiori, rilevata circa un mese più tardi.

(6)

Lo stesso fenomeno sembrerebbe verificarsi sui due portinnesti: quello che anticiperebbe l’evoluzione delle fasi fenologiche (basate, come e noto, sullo sviluppo delle foglie e del germoglio), rallenterebbe l’antesi dei fiori.

Le leggere differenze nelle percentuali di schiusura delle gemme e nella loro distribuzione tra i cloni, che possono emergere dal confronto tra le tabelle 7 e 8 e 12 e 13, possono trarre origine dal fatto che questo rilevamento è molto più facile quando i germogli sono ai primi stadi fenologici, oppure dalla successiva comparsa di germogli da gemme di sottocchio. Entrambe queste cause portano a considerare più elevata la percentuale di schiusura nei rilievi effettuati più tardivamente.

La seconda osservazione che scaturisce dai rilievi effettuati in fase di germogliamento, seguendo e distinguendo le gemme presenti sui 5 o 6 speroni del cordone speronato, permette di evidenziare, la variazione del gradiente di germogliamento tra i due rilievi (Fig. 5). Si passerebbe da un iniziale gradiente più o meno mesotono ad un successivo gradiente più o meno acrotono.

Nel rilievo del 26 aprile, infatti, si nota un gradiente di schiusura che, partendo dalle gemme dello sperone 1, aumenta più o meno progressivamente fino allo sperone 5.

Lo sperone 6, o comunque le gemme che si trovano all’apice del cordone speronato, forse anche a causa di problemi legati alla contemporaneità di formazione del cordone stesso, germoglia più tardivamente di tutti gli altri speroni.

Variazioni di gradiente su di una branca di pianta legnosa al momento del germogliamento sono segnalate da Arias O. e Crabbè (1975).

(7)

STADI FENOLOGICI 1,00 1,10 1,20 1,30 1° 2° 3° 4° 5° 6° Posizione speroni 15 -0 4-03 . 4,30 4,40 4,50 4,60 4,70 4,80 26 -0 4-03 . 15-apr 26-apr

Fig. 5 – Stadi fenologici medi rilevati il 15 aprile ed il 26 aprile sulle gemme portate dai diversi speroni dislocati lungo il cordone speronato.

(8)

6.2 – Fertilità reale delle gemme basali

Il minor numero di grappoli per pianta riscontrato nel 2002 è pertanto la conseguenza di un maggior numero di germogli sterili, derivanti dalle gemme di controcchio, di cui è ben nota la bassa fertilità (Pàstena, 1990), (Fig 6).

6,0 7,0 8,0 9,0 10,0 11,0 12,0 13,0 14,0 n ° g ra p p o li . 639 640 766 795 CAPV S 12 CAPV S 3 VCR 1 420 A 1103 P Cloni e portinnesti N° GRAPPOLI PER PIANTA

2002 2003

Fig. 6 – Confronto tra il numero medio di grappoli per pianta rilevati sui 7 cloni e sui due portinnesti nei due anni di osservazione.

(9)

In entrambi gli anni la fertilità reale è superiore nelle viti innestate su 420 A, forse in conseguenza della loro minore vigoria vegetativa (Fig. 7).

Comunque le differenze a questo riguardo tra cloni, tra portinnesti e tra le loro possibili combinazioni, nella singola annata, sembrano piuttosto aleatorie.

Considerando il comportamento complessivo dei cloni nell’annata 2003 (che si può considerare normale), la fertilità reale delle gemme basali oscilla tra 1,06 ed 1,19, quindi in definitiva è piuttosto bassa, specialmente se confrontata a quella dei cloni di Vermentino selezionati nella Maremma toscana da Scalabrelli e collaboratori (Scalabrelli et alii, 2005).

Sulla base dei valori del 2003, il solo clone CAPVS 12 si staccherebbe dagli altri per una minore fertilità.

0,0 0,2 0,4 0,6 0,8 1,0 1,2 n °g r/ n °g e m m e t o t. . 639 640 766 795 CAP VS 1 2 CAP VS 3 VCR 1 420 A 1103 P Cloni e portinnesti FERTILITA' REALE 2002 2003

Fig. 7 – Confronto tra la fertilità reale rilevata nei diversi cloni e calcolato sui portinnesti, indipendentemente dai cloni (N° grappoli/N° gemme totali)

(10)

6.3 - Produzione per pianta

La produzione per pianta nei due anni è risultata strettamente correlata al n° di grappoli rilevato in precedenza: nel 2002 si è aggirata sui 2 Kg circa, mentre nel 2003 ha oscillato tra i 3,5. ed i 4 Kg (Fig. 8).

Nel complesso questi valori si accordano pienamente, specialmente quelli dell’ annata 2003, con la produzione rilevata da Scalabrelli in 7 presunti cloni di origine toscana (Scalabrelli et alii, 2005).

Mediamente le viti innestate su 420 A sono risultate più produttive, con differenze nel 2003, non statisticamente significative.

Le differenze tra i cloni, emerse nel 2002, solo in parte sono state confermate nell’anno successivo.

La bassissima produzione del VCR 1 nel 1° anno, attribuibile essenzialmente alla più ridotte dimensioni dei grappoli ed allo scarso peso degli acini, non ha trovato conferma nell’anno 2003. La produzione leggermente più abbondante del CAPVS 12 risulta costante in entrambe gli anni.

(11)

0,00 0,50 1,00 1,50 2,00 2,50 3,00 3,50 4,00 K g u va . 639 640 766 795 CAPV S 12 CAPV S 3 VCR 1 420 A 1103 P Cloni e portinnesti PRODUZIONE PER PIANTA

2002 2003

(12)

6.4 - Qualità della vendemmia

Nell’annata 2002, caratterizzata da un basso numero di grappoli per germoglio, gli acini dei grappoli hanno avuto modo di crescere notevolmente.

Il peso da essi raggiunto al momento della vendemmia era così quasi doppio rispetto a quello da essi manifestata nell’anno seguente (Fig. 9).

L’azione del portinnesto è stata, di conseguenza, pressoché nulla nell’anno in cui la fertilità era molto bassa (2002), mentre è apparsa più evidente nell’anno (2003) in cui, a seguito del maggior numero di grappoli per germoglio, si è fatta più forte la competizione tra attività produttiva e vegetativa.

Nel 2003 in effetti si nota un peso degli acini leggermente maggiore nei grappoli delle viti innestate su 1103 Paulsen, in accordo forse alla vigoria leggermente superiore indotta da questo portinnesto e alla minore fertilità di campo delle sue gemme.

Per quanto riguarda i cloni, soltanto il clone VCR 1 mantiene nei due anni un peso sensibilmente minore degli acini, in concordanza con la minore fertilità delle gemme.

Il clone 795 presenta acini più piccoli solo nell’anno di maggior carica.

(13)

0,0 0,5 1,0 1,5 2,0 2,5 3,0 3,5 p e s o ( g ) . 639 640 766 795 CAP VS 1 2 CAP VS 3 VCR 1 420 A 1103 P Cloni e portinnesti PESO MEDIO ACINI

2002 2003

Fig. 9 – Peso medio degli acini nei diversi cloni e portinnesti nei due anni a

confronto.

Mediamente il grado rifrattometrico delle uve è stato superiore nella vendemmia 2002, rispetto a quella 2003, in ragione quindi della produzione nettamente inferiore.

Se nel 2002 i due portinnesti hanno avuto valori medi di grado zuccherino quasi uguali, nel 2003 il 1103 P ha raggiunto un grado rifrattometrico pari a 20,44, mentre il 420 A si è attestato a 19,59.

La causa di questa forte differenza si può spigare andando a vedere le interazioni clone-portinnesto (Tab. 30) dalle quali emerge come il 640, 766 e 795 innestati sul 420 A abbiano nel 2003 valori molto più bassi rispetto a quelli innestati su 1103 Paulsen, dimostrando quindi una maggiore sofferenza ad una annata più siccitosa (Fig. 10).

Riesce difficile stabilire le ragioni oggettive di questo diverso comportamento dei cloni, salvo ammettere una non perfetta

(14)

rappresentatività dei campioni raccolti per la determinazione del grado rifrattometrico.

Anche tra i cloni vi sono differenze di comportamento molto accentuate tra i due anni: 640, 795, CAPVS3 e VCR 1 hanno una gradazione zuccherina più alta nell’annata con minore produzione, i cloni 639 e 766 hanno gradazioni quasi uguali nei due anni, il clone CAPVS 12 ha invece un maggiore grado rifrattometrico nell’anno 2003.

Soltanto il clone 639 ha mantenuto alto e costante nelle due annate, il grado rifrattometrico, seguito dal 766 che però innestato su 420 A ha rivelato diversi limiti.

Nel complesso il range di variabilità dei cloni saggiati corrisponde abbastanza bene a quello dei cloni toscani in corso di selezione (Scalabrelli et al., 2005).

17,0 17,5 18,0 18,5 19,0 19,5 20,0 20,5 21,0 21,5 G ra d i B ri x . 639 640 766 795 CAPV S 12 CAPV S 3 VCR 1 420 A 1103 P Cloni e portinnesti GRADO RIFRATTOMETRICO 2002 2003

Fig. 10 – Confronto tra i gradi rifrattometrici registrati alla vendemmia nelle due

(15)

Per quanto riguarda l’acidità titolabile, nell’anno 2002 esiste una minore ampiezza di variabilità tra i cloni, mentre una leggera differenza è stata evidenziata tra i portinnesti (Fig. 11). Nell’anno successivo, caratterizzato da una più elevata produzione a pianta, aumenta la variabilità tra i cloni, mentre scompare quella tra portinnesti.

4,0 4,5 5,0 5,5 6,0 6,5 g /l ac .t ar ta ri co . 639 640 766 795 CAPV S 12 CAPV S 3 VCR1 420 A 1103 P Cloni e portinnesti ACIDITA' TITOLABILE 2002 2003

(16)

E’ evidente che le variazioni dell’acidità sono correlate con le variazioni sulla percentuale zuccherina delle uve (Fig.12): esiste infatti una correlazione inversa tra questi due parametri (r2

= 0,49), molto più forte nel primo anno e leggermente inferiore nel secondo.

In questo anno infatti alcuni cloni si vanno a collocare in posizioni molto distanti rispetto alla retta che interpreta questa regressione : il cloni 640 ha un grado rifrattometrico medio ed una elevata acidità, mentre il clone 795 ha un basso valore rifrattometrico ed una media acidità. Il clone 640 sembrerebbe quindi a maturazione più tardiva e suscettibile, eventualmente, di raggiungere valori più elevati di concentrazione zuccherina e corrispondenti minori contenuti valori di acidità titolabile, secondo quanto evidenziato dalla retta di regressione.

Il clone 795 sembra collocarsi invece troppo distante dalla retta di regressione e quindi non suscettibile di una interessante evoluzione della maturazione. I valori di acidità e gradi Brix del suo campione, nell’anno 2003,sembrerebbero dipendere da qualche causa non individuale.

Togliendoli dal calcolo dalla regressione, l’indice passa a r2

(17)

BIENNIO 2002 - 2003 795 (03) VCR1(03) CAP3 (03) CAP12 (02) 640 (03) VCR1 (02) 766 (02) CAP12(03) CAP3 (02) 639 (02) 640 (02) 639 (03) 795 (02) 766 (03) R2 = 0,4905 R2 = 0,7036 5,2 5,4 5,6 5,8 6,0 6,2 6,4 18,2 18,6 19,0 19,4 19,8 20,2 20,6 21,0 21,4 21,8 Grado rifrattometrico A ci d it à t it o la b ile .

Fig. 12 – Rapporto tra grado rifrattometrico e acidità titolabile rilevata nei due anni nei cloni posti a confronto (tra parentesi anno di rilievo).

Dallo studio del rapporto fra gradi Brix / acidità si possono avere elementi molto utili per la valutazione dei cloni di Vermentino (Fig.13).

Il 639 ha il comportamento più costante nei due anni indipendentemente dalla carica ed ha un rapporto molto elevato.

(18)

Il clone 766 ha quasi le stesse caratteristiche, ma probabilmente ha una tendenza a maturare leggermente più tardi.

Il CAPVS 3 ha un comportamento molto variabile fra i due anni, con una tendenza a manifestare una più alta acidità nel secondo anno. Questo potrebbe richiedere una vendemmia più tardiva oppure l’impiego per conferire una maggiore acidità del mosto.

Il VCR1, pur avendo prodotto in misura sensibilmente minore, manifesta valori alti di acidità e contenuti zuccherini piuttosto bassi. Potrebbe essere interessante, ove si dimostrasse, dove le minori dimensioni degli acini conferiscano pregi particolari al vino da essi ottenuto. 2,00 2,50 3,00 3,50 4,00 4,50 G .B ri x/ g /la c. t ar ta ri co . 639 640 766 795 CAPV S 12 CAPV S 3 VCR1 420 A 1103 P Cloni e portinnesti

RAPPORTO GRADI BRIX / AC. TITOLABILE

2002 2003

Fig. 13 – Rapporto tra grado rifrattometrico e Acidità titolabile nei diversi cloni.

(19)

Dall’esame dei risultati di laboratorio, sembrerebbe di poter affermare che mediamente i cloni di Vermentino saggiati hanno un fabbisogno termico, espresso secondo l’indice eliotermico di Huglin, di circa 2440 gradi/giorno.

I cloni più esigenti, probabilmente, necessitano di qualche centinaio di gradi giorno in più (Fig. 14 e 15).

0 100 200 300 400 500 600 700 °C

Aprile Maggio Giugno Luglio Agosto Settembre

Mesi

INDICE ELIOTERMICO DI HUGLIN

2002 2003

Fig. 14 – Distribuzione mensile dei gradi dell’indice eliotermico di Huglin negli anni 2002 e 2003 nell’intervallo tra il 1° aprile e la metà di settembre.

(20)

SOMMATORIA INDICE HUGLIN 0 500 1000 1500 2000 2500 3000

Aprile Maggio Giugno Luglio Agosto (Settembre)

Mesi G ra d i . 2002 2003

Fig. 15 – Sommatoria gradi dell’indice di Huglin dal 1° aprile al 15 settembre negli anni 2002 e 2003.

(21)

6.5 – Potatura

Il rilievo relativo al peso del materiale asportato con la potatura (Fig.5) mette in evidenza che, nel corso del 2002, le viti, che presentavano un maggior numero di gemma schiuse (Fig. 1), hanno avuto un maggior rigoglio vegetativo, rispetto all’anno 2003 (peso della potatura 2004).

Questo parametro tuttavia non sembra fornire informazioni utili per quanto riguarda la vigoria dei cloni, infatti, come si è visto, le differenze non sono statisticamente significative e talvolta non appaiono costanti negli anni (Fig. 16).

E’ invece accertato che, nelle condizioni della prova, il portinnesto 1103 Paulsen è decisamente più vigoroso del 420 A, in entrambe le annate, dimostrando tutta la sua forza vegetativa nell’annata 2002 a seguito delle abbondanti piogge verificatesi soprattutto da aprile a giugno (Fig. 17).

(22)

0,60 0,80 1,00 1,20 1,40 K g m at er ia le p er p ia n ta . 639 640 766 795 CAPV S 12 CAPV S 3 VCR 1 420 A 1103 P Cloni e portinnesti MATERIALE DI POTATURA 2003 2004

Fig. 16 – Peso del materiale asportato con la potatura al termine dell’inverno 2002-2003 e 2002-2003-2004.

E’ interessante rilevare che il peso del materiale asportato con la potatura varia poco tra i due anni, probabilmente in ragione non solo di regimi idrici estivi poco diversi (Fig. 17), ma anche degli interventi di potatura verde, sapientemente condotti, ma sfortunatamente non registrati.

(23)

0 50 100 150 200 250 300 S o m m a m m /t ri m es tr e .

gen-mar apr-giu lug-set ott-dic

Trimestri

PIOGGIA TRIENNIO 2001-2003

2001 2002 2003

Fig. 17 – Piogge registrate presso la stazione metereologica di Suvereto nel triennio 2001-03, distribuite nei 4 trimestri.

(24)

6.6 - Indice di Ravaz

Questo indice che, in modo piuttosto empirico, ma molto sintetico, permette di esprimere il rapporto tra l’attività produttiva (Kg uva) e quella vegetativa (Kg di materiale asportato con la potatura) per ciascuna pianta, ci conferma il grande squilibrio verificatosi tra tali parametri nell’anno 2002 (Fig. 18).

Tale squilibrio, evidentemente dovuto a cause metereologiche, che hanno fortemente ridotto la produzione, è stato recuperato perfettamente nel 2003, quando l’indice di Ravaz si colloca per quasi tutti i cloni tra 3 e 4.

Soltanto nel caso del VCR1 tale indice si mantiene nettamente più basso rispetto agli altri cloni, con un valore inferiore a 3 nell’anno 2003 ed addirittura inferiore a 0,7 nel 2002. Questa indicazione appare alquanto allarmante, se si tiene conto che, in definitiva, a una minor produzione di uva per ceppo, non ha corrisposto un sensibile miglioramento dei parametri qualitativi della vendemmia nei due anni considerati (Tab. 13 e Tab. 26).

(25)

0,00 0,50 1,00 1,50 2,00 2,50 3,00 3,50 4,00 K g u va / K g p o ta tu ra . 639 640 766 795 CAPV S 12 CAPV S 3 VCR1 420 A 1103 P Cloni e portinnesti INDICE DI RAVAZ 2002-03 2003-04

Fig. 18 – Confronto tra gli Indici di Ravaz (Kg uva/Kg materiale asportato con la potatura) dei cloni e dei portinnesti nei due anni.

Anche se le differenze tra i vari cloni sono di lieve entità, vale la pena di segnalare la costanza del CAPVS 12, che risulta sempre primo in entrambe le annate.

Figura

Fig. 1 – Numero medio di gemme schiuse in due anni consecutivi sui ceppi dei diversi  cloni e sui due portinnesti (indipendentemente dal clone).
Fig. 2 – Percentuale di schiusura delle gemme nei due anni nelle viti  innestate sui due portinnesti.
Fig. 3 – Distribuzione degli stadi fenologici tra i diversi cloni ed i due portinnesti in  due date diverse.
Fig. 4 – Rapporto tra stadi fenologici (rilevati il 26 aprile) e la percentuale di apertura  dei fiori, rilevata circa un mese più tardi.
+7

Riferimenti

Documenti correlati

Sapendo che la conversione avviene mediante confronto con una successione mononotona di tensioni equidistanti generate da un DAC (considerato ideale), determinare la minima

Restando nel primo ambito, Rocco e Chiara sono entusia- sti di esporre i progetti da loro proposti e più volte sottoli- neano l’importanza per una struttura particolare come una

[r]

fare una parte di impasto al cacao. Utilizza olio in sostituzione del burro. quantità di frutta secca a guscio nella tua alimentazione; rappresentano un ottimo spuntino, ma modera

Un impulso importante di magma primitivo nel sistema superficiale, dovrebbe infatti variare gli equilibri chimico- fisici del sistema ricco in cristalli che alimenta la

Il quadro che si delinea è quello di una letteratura, e più in generale di un momento storico, fortemente in uenzati dai muta- menti e sociali e economici; la proposta che si

Se il bambino ha più di tre anni, si deve sistemare leggermente prono in avanti con la testa verso il basso; quindi si danno 5 colpi decisi con il palmo della mano sulla schiena,

nell'ambito della «Commissione permanente sulla malattia diabetica», che ha operato presso il Ministero della salute con il coinvolgimento delle Regioni,