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PALATINOE.Ó.7.5Ó.ÌX. 14.
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LA
RAPPESENTATIONE
DI SATA TEODORA
V ERGINE, E M A R T
IR E.
IN FIRENZE, ÉT IN PISTOIA,
per Pier' Antonio Fortunati.
L'Angelo
annunzia.S
llentiovditc. e fùgià inAntiochiavxja
Vergine
chiamataTeodora,
qual'h<bbcdi bellezzetanta copiaéfi^ìo
mi
faròrmeftìto éì quelli,^
qual'hai indoflb,c
non bau
crpaura»etua virginitàflaràficura.
T?lcofa
vdtndo
ilt.rannoferocemanda
al amorte
il piogiouinctto^Theodora
gridandoad altavoce
iforfqudl'io che fenza alcunirifpetto
vuol
il noftroSignorfìapoftaincroce.:CiionGoftùiChe
non
Iftadifetto^ilgiouin dice lafciami morire, etuavirginità
non
impedire.Sendo
fra lorquefta pietofa guerrafarvno,el'altroil
Tiranno ammazzarce
COSÌ
morendo
quil'vn T^Itro interra in cicloandorno
infiemea trionfare » ,iapctechechifaqualchevoU'crra- VI pregh
am
civogliateperdonare,fe
commet)am'error,ò
inauuertcnzafanciullinoi fìam
con poca
fpcrienza..
Vengono
fuoridue Donne
ySe aDaria
Clarizia dice. .che
ilRoman
Confaidiki s'innamora,Clariminia
iovorrei fcti piace, e d'ognibu5
pcnlierohauendo
inopia, ch'anJaflìmlioggia vedercprocuradicorromperla
àogn'hora
lei ch*al,:rofpofoche Gicsù
non
vuole contradicecon
fatti> ccon
parole.Ard
eU
Tiranno.,enon punto
fi quieta, cfpronalo bora l'ira& hor
l'amore, lavefginTeodora
ftando cheta moftha vtcchiezza'nclgiouinil iiorerpreparataamorireontenta..elieta
prima
chemai
offendere HSignore, ,mei>at^lMogpdd,lejne.rctgcc
,cafllJ)^i'fc^.^^oIjipft;cfclfce;:/:1 ) I
queflaftila^
qualeilConCerlcfà c
non mi
fpiacc, che tutteduehabbiam
sìricca vetta pèrcheglièfcgno, chenoi ftiam 'ip.pacccon
li noflri mariti,ingaudio,e fefta, diconacqae oggi
il noflro Imperatore, perònoi fiaancoutiafargUhonprc.
Ciarizia
-
O Dariamia,
ìhò
tantaallegrezzaquanta
inmia
vitamai
io habbiprcfó,ma
l?CH vorjc^qu^ftacontentezza
'|epi'à,no\tì,4S|r<fi j^Jiuepìero
v
*<;hiaroa(BoTtoJor.i,,é
con
prerfczza 'A)éwò quaindà'Uvaìcl^Cuohaurò
intcfo.Et
ilChnftiano Eiirialqvedendo
inmapde'luphflarlafpetctréllài,^.
vennetlalei intalropdadicende parche lei fola fempi,c incafa flaHL.,
muta
la vertemeco,
ò ycreinella,; \. .fiWBAJ piglia iJr%ceralcuno.,
ò
fpaffi.cde tto
luogo
tip^rti'fuggcnd<».; ' '^-- V' ' ^ Daria.^
4?*^- -,
Come
M
ci
no
1!
0-
eh
li
n
ai
e
Dtie
Oli
Fili
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PALATINOE.6.7.56.IX.14.
Cotte
fivoglia;eocm èmio
cóftutAemai
rifiucaralca nacompagnia
roaffimcqucfta qual ecom' vn fiume d'ognihoncftà,
ed
ognileggiadriac
tamo
è dituavitachiarolume
che l'amo più chela pcfiona mia:
pia eccola Ji
quà
cheparvn
Iole qucflpdìfiaf:l;cc fcileie) vuole V^cncf'ior S.Teodora
e dice.Doue
nVaTidace voi fcv*è inpiacere didirbxefefipuò
manifcftarc.Clarizia.
Prcftocontenteicmoiltuo volere, ete
COI
noi dcfidcriaramenare,
noiandiamo
quella fcftaavederequal fi diceil Confolefa fare, t)
Teodora
miavicnnccon
hdìche
t'accompagneremo
acafa poi.S. Teodora, lo
hò
lafciatoa calala nutricefolaa«imalata,
come
voi fapcte, fiche partirminon
parch'ame
licene ancor qucftocredovoi vorrete andatevoi, etornatefelice, e
come
lafiabeilami
direte.Daria.
poi cheta
fciim
peditanoiandcrcmo
&ogni
cofa poiti ridiremo.Duegiouani
del Confoleefcon fuo-ra,& vdendoTcodora,dice
FauftoaCrifpo.
Crifpo
mio
d'il ver,chetenepare diqueftavaga
ebellagiouanetta, laqual'è(latacon
Taltrea parlareCrifpo.
aQumz?anoì<;Iiesòn*arà
piacere.Vanno
alConfolo,eCrifpodice.poi che
partimmo
quidagl'occituoivna donna fcontrammo
fattain Cicloie
non
creatainterraquitra noi fuovoito honeftofotto bianco velo piùbel noììfenatura òfarà poichedaterra
prouo
il caldo, egieto fe potefliveder ilfuobel vifo<iirefti furti natain paradifo*
Q
jiflzianoConfolc.Voi
m'hauctesi benfcaldato ilpetto cof bel voflro parlar, edolceftiie,ch'iovòcortei meniateal
mio
cofpctto andatea lei,econ
parlare humileditegliche
non
babbi alcunfofpctto neftimiamc
venirfiacofa vile perchevigltirofemenate
corteichefc
mi
piaceràbeata lei.Faurto.
Noi non
fappiammolto
beala fua cafa nelnome
fuo^pur mettiamociinvia^percheil luogosòben dou'criroafa.
Partano,
Sbandando
diceCnfpo*
Venere
è tutta lafperaozamia non
partirànoRra vogliafìarafa efelatroueremdoue
cheCu.Faufto.
Crifpo guarda ben febenMTcorgo
fe lefon quelle
donnne
ch'ioaccorgo.Crifpo.
Cam
in3 percheGioueci
èamicoefonqucllcdue
donaeche con
leiparlauan
U
daquel palazzoanticoFauRo.
01»
Faufloellaro'aportonelcuortalfaetta Io
non Aimo
piùhuom^ni, òDei,ch'altro ch'a lci
nonpolfo
bora pcnfare poi ch'iovedo
ch'invan nóm'affitlcone
dame
partefuam:m
jria in fretta evedo riufciti i penfier mie»,Faufto. lafciali vn pòfinirilfuo parlafe,
Io hò
pcnfetolafacciavedereepe trcm
poidKoftci^'"^^^^
j^^^.^
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PALATINOE.6.7.56.IX.14.
Oaria,e Clarìzìa tornatidpJafla, fefla, diceDaria.
Non
$ò Clarijiacome
tiè piaciutaJa fcfla
laqual'hoggihabb'amo
vifla,oc dimmi come
bellat'èparata.Clariz.
5
altro piacerein quellanon
fiacquifta, iofonpentita dicffcruivenuta,c
ritornoadirataftracca, emfta perlagoflFezzadiquei ch'hannodetto ame
èparfapienadi difetto..
. Paria.
«ai
tu vedutequellebellefpofe, fi bendihfcto, eb'acca intonacate.
tantecolgane, e pietreprezioie,
ChcàOrafipareuan
mar.tatc..Clarizia.
Io
tilòdirchel'erangraziofecon
que'nafoni ebocchincfquarciatc poflb giurarfc brneim-rammento
Diuna ven'erafenzamancamento.
Trilpo.
Cortcfe
donne, doue
ftàqui intorno colei ch'oggivi parlaabuon'hora
,
prima
che voifjceflì quiritorno.Daria
àClanzia.10
credo chequedo
voglia Teodora?- '>qualtiparlòal principio delgiorno
.
picchiate qui,
&
ellaverrà fuora.Picchianoal'viciodi
Teodora,
eClariziadice.
Teodora,
coltor voglion parlarti, eperùnoihabbianfattochiamarti.Faufto.
11 nobileproconCuIe Quinziano,
tiprrga venghiprr iuacortefia,
.
. iìn'al palazzoch'e
pcco
lontano,
noiti fareno
honeHa compagnia,
eveleraivn
nobtJeRomano
fì^tfoitrdebbialcunacola ria,
.
perche folpertuo
benevuòi
par!4itii ccome degna
leivuol
honorarti*Santa
Teodora.
Io
non
sòachefarvoftrofignoremandi
permepouerafcmm
nella»;bifognoIO
non hò
delfuo honore, ecredocertamente
ionon
ddquella^guardate
ben
anon
pigliarerrore*Cr.ilpo.
Non temer
punto, cheletifauella,bor
chetupiangitu rideraipoi, peròdifpontidi venircon
noi,S<
Teodora
aClarizia,e Daria»Sorelle
mie
devcngaui pietadedel'amiatrifta,e dolorolaforte vi
raccomando
la mia honeftadcpiacciaui
accópagnarmi
infinoincerte CÌanzia..
Hor non
fai tu,chelanoftr'arfi-cizia diuidcrnon
la puol'altro chemorte,
,
non
dubitar noitiaccompagneremo
,
e i)reftofaluaquitiridurremo.
-
' Santa Teodora.^
Poi
chemeco
verreteiòfoncontenta voflro fignor andar a vbbidtre,benché
l'anlata fortemi
fpauenta,ò Dio
delOel,
dedammi
tanto ardire;';chenel
mal
faracofluinon
conlenta..
Paufto.
i^nderaiCri'fpoa
Qjinziano
adire chenon
dcuap:jflarvna mcz'hora,
che vedràlafua bellaTeodora.
Cnf^
va,étrouailProconfolo,,
' edice.
Iofon
venuto
piòche
digaloppo
perlabuona
nouellach'io:tiporto
,
vedidalungi,c
non
ftaràtroppo,che Teodora
tidarà conforto,né
pericolociè d'aleuno intoppo.Q«inzianoi
.
Sdi
J \
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PALATINOE.6.7.56.IX. 14.
dallafineftra
mia
fj^eiTovive
ggio^ chc'Icapo
tuo in quàjC la$*aggira«.Mona
Acconcia.I
jò
chetudireftimolto peggio perche
del veroilcattiuofadira
ma
folqucfta graziaaD o
chicggio^ cnechidinoidicelabugìapoffa creparein
mezzo
dellairia.yicn*ictuvuoi ognicofaàcercare tuttelecaflc
mie
tivoglio aprire,e
fé nulladi tuopuoimrouare
vedtaiognicofa acciò
non
poffa dire che m'haitrottatipcriocccbiarubbare Ina crediame
chetifarò diidirefudicia.bergbinella, lordale brutta
Io
credoellefinaado rmentato fiurialo poichetanto bada,òforicchcgl afpcttaeiferchiamatOt Crilpidicc.
Eg'i hàforfè t'-ouato
mala
flraJapoichccosi fiètan COritardaio
,
cfaràbench'vndinoidentro
vada
efarlole potràdiquiuivfcirf
,
perchemolt'altriancor voglionvenire»
Faufto.
I vò,afpettaqui;
non
tipartire percheitorneròinvn momento.
Va
dentro,etornafuora> e dice.Chi
potràmai
vncalo talfentire ch*a raccontailoquafimifpauento quit'ègranmal
chetu nonfiadiftrutta. Eurialoindonna
conuertircMonaMinoccla.
'—
Tu
credi colbrauarfarmi patiràma
(i tipìglioper lacapellina cunon
(araitanto audaceè(icura*.
Mona
Acconcia.Come
incafami
vienlagallinati giuro
non
faròfcmpjiceò
puràma
faròch'ornatalamia
cucina dquello raòfaròtu dica ilvero cheme
lamangerò
fenzà penficro»,
Mona
Minoccia.Hìitì fate
Mona Acconcia
chemi
pento d'hauercon
voidelKuoua quiOionatofilapcrdcflì, i
m
rireidi (lento.,
Mona
Acconcia..
Hòr
fu iovòche
VIGà
perdonato,mafemai
piùdir talcofavi fentoi10
hò
veduto,eftaflìquiuidentro Crilpo.Se
quefl'c vero andianoaraccontare alConfole,poifaccia quel cheglipare.Vanno
alConfole,e dice Fauìto.Ottimo Confol
noihabbiam menato Teodora
là doucdicefti,e per lavia
hauendo
rifcontratovngipuan
d'atti, cdi coftumihoneftf,11qualfubitùdaquellafù entrato diuentò
donna
eindoflbhalefuc vefti, io(onfuggito fenza
con
lui parlaretemendo
anch'iodonna
diuentare.Quinziano.
Queffa par
ammiranda
,e cofanuoua mentre
quicoflui,ch'aitutto intenda>f^rditalcofa paragon*,eproua^
Faufto.
hon
vi (ara rimcflTo talpeccato,non
perdjantempo
andiancenea filarelloanderò,benche(lupido, etremenda
cb^iosòchelber vMnfcgneràmàgi^are.. peròchefpcflb de*Chriflianfitroua
,
Piartonfii e vtenfuoraSanta
Teodora
i che d'huominififandonne com
'intédo.vedilada
huoroo
,Srentraincafa^ Quinziano.^evengono
fuoriFauftoic.Andate
tuttidue, enon
temete,Oilpo>
e diceFauOo^ ecoftuipredo quìmi
menerete.Vatt-
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PALATINOE.6.7.56.IX.Ì4.
Vannoa pV<htarè,évKn
fuora"Eutla- Iovcftitodadonna,c Crifpodicc.O
fiahuomo, ò donna, ò
quelche fianon
sòcome
tidebba falutare»e fla confufala
mia
fantafia:fappich^al Confolti
dcbban
menare- Burlala.Iofon parato, mectiam^ciinvìa
.chetuttj chiarirà il
mio
parlare, edi venira luihó
grandiletto,ne cofaalcun^^
mi può
dar fofpetto.Siicìóo arrjuatidiceQuinzìano.
Seitu.coJuic'ha
hauuto
tantoardire levcftcd'vna
femcnina pigliare, ccontroalmio
volerfarla fuggire, io puniròtalmenteiltuoerrore,ch'amaramfnte
tifaròmorire.Eurialofoh*io
non Teodora
cquelc'hòfattoperfua pudicrtia .
non me
nepento,e lofareiancora*Qjinziano-
Fallacctraditor picndi nequizia^
menatel
viacheTiramtdiuora
fate
predo
punirtantamalizia fuordellaterra prefto lomenate,
e col ferro fuecarne
confumatc Legano
Eurialo, emenandolo
allamortc^vienfuora Santa
Tpodora,
cdice."Fermate
V9Ìerrate,fonquell'ioche morirde
bbcCjnóqoeUo
innocente qual'hà voluto faluar i.honormio
edelvoftro fignorqucfl-èl^-mentc, . ch'iomorta
fìaperch'an:ado ilmio
X^lo dìprettamentedoue
l*hai fattaandare, lelue ricchezzehò
ftimate niente.fcioglietelui, c'ife rj in
me
voltate,»e
cojiquellomie
carneirapaflaie, , ,Eurialo.
spartiti
Teodora,
eiion volereimpedir
mio
martirio, ernia vittoria delafciamilapalma
poffederc,non mi
loriltrionfo,efamia
gloria, lafciamiilcielco-martirigodere
,jnecancellarla mia(etirta
memoria
3fatevoi quelch'ilfignorcvi hàirapoflo
il
fimgue mio
diverfatequitofto.cfe tufeiChriftiano, e
donde
fei ,dimmi
checofa tuhaiafarcon
lei*Eurialo.
Iofon Chriftiano,efon diqucflaterra nealtro
hò
afarcon
lei#fenon
laf de, cvedendo
tua mente, chetanto erra hebbi diqucfta verginemercede, perliberarla dellaingiufta guerra acciònon
fuflcde'tuoi vili; heredc, preiiifuoipanni,eleifen'èfuggi»
hor
puoifarcercartudoue
(laita.Quinziano. Santa
Teodora.
Adunque d*huomo donna
tufeifatta.Non
fatediammazzarlo
alcun difcgno :ò
sfacciato,ribaldochelamente
ifonqucIWo quarhà
inodiotanto, perfida,etriftahaidimoftro 1queft'atto voftro fignorchecon
ogni fuoingegno
itifaròmorirtantoafpramcntc cercail luio rifoconucrtirin pianto, che aciafcunotfcropiofarai fatto, di farmorir
me con
ferro,ò
legnodimmi vnpoco huomo
vile,eda niente SpogliatelaJma
diquefloviimanto,
fetu
huomo, ò
feidonna
trasformato fcme fcampando coHui
vccideretecon Teodora,
hai ilnome
mutato. fiatepurcertichevenepentirete..jEurialo« fau/lo.
Que-
QuencfoncorcmiraSin,
eraréàchWcBboJar morte
di voidue.ncfluDodicoflor
tcmon
lamortai •e
fon icpene
all'vno,e l'altrocareDebbo
morir'o chem
)flrairartecóbattcndo
chi prima dièhauer morte. difuggirdi4^cM
coiu ilpnmofue
Crifpo.
lovòcoftoroal
Confolemenare
ilferroaguzzi
come
vuoilua forte perchecenepotremo
ancor pentire, fecoftoronoi ficciamomorire.Fauflo.
Ta
haiben
detto auuiamoci infieme c ritorniamoal Conlolprettamente, poichéncflun divoilamorteteme
lui VI
può
contentareimmantinente, del!'vno,c l'altro puòfatiarlafpemc vedete
cheglièquì a noi prefentc combattetehor
chidcbbedepor Palma
nequi bifogna difputenecarte,
dunque
meritom^>rte, evò
morire pregoti qucft'uionvogliimpedire*Qt^in«iano
Sevoi voleteadorarlo
DioGiouc
i vogliol*vno,e fàltroI barare
,
cinnanzixhedrqaìandiatealtroue
ivifarò l'vno,efiltro ripofare, pr ichetantaamicitiainvoidue pione
d:lmioti
vo Teodora
donaret horrifpondetefe quello vi piace, acciòviuia telungotempo
in pace#^Eurialo, 6t acquiftardi
morte
lagranpalma..Se
macularvoleflSilcorpomio
E
voltoalConfole
dicr.Andafuamo
perdarà
coftuimorte come
diccfli pertorgU la vita,venne
colìd,econ
lagrime forte col fuo parlar inìpedì noftra gita, credoftoltitialamenralla morte, ch'ai tutto vuoldelmondo
far partita«^-ai coftuidicemgiiifta!effcrlamorte,'
t debbe morir
l«ipergiufta fotte.Quinziano,
.
Che
dìtùTeodora,
chesìflqjta , . ^.tei,chevuoi patir
morie
tàntdi^ra^,
Santa
Teodora.
Oonfole, alquanto
mie
paroleafcolta coluinon
dee patirlamorte
fcur^ , perhaoermedel
locobrtittotoftadoue
virginitànon
ftà ficuraio
non
harcilibcrata coftci,ne cauatadalluogo iniquo,e rio, ne mai gl Idolituoi adorerei
perchevoglioadorarfolo
mio Dio
dalqual giamaifepafarm»potrei,
faquelche vuoi
non
perderleparolechd mio
coraltrocheGicsiinon
vuoleSanta Teodora.
Tu
faich'ionon
vòtecopacc,ò
tregua - epiùdiqueOo non ne
flar'inforfè^
mio
cuor datequantopuò
fidilegua -^il credlrtu^
come poco
trafcorfc, 'ecreder,che tue voglietriflefcgua,«
quanto poco
(labilemifcorfe,non
vòmarito,nèGioue
adorarefichedi
me
fahorquel chetipare» ' Quinziano.ifonquell'ioche fjlfhòdifprcgiato,
,Of3ngnemaladctto,&oflinatd
occidjme,e lui fialiberato* crudcle,ingrata,ed'ognigràmal
degna
Quinziano. .Eùrialodi leragionitue,
c centraleidifendila tuapartei
fatcciaiainfiaquiprcftolegato, tornaétaf^gljin
modo,
cbelmio
fdegno^clurp^ne^
e duolicfliiatiato,;coftoc f
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PALATINOE.6.7.56.IX. 14.
tcfìor
non me Aron
JIpaura fegno Icutaegli dinanzialmio
confpetto ardate prefioa farquelche v'hòdetto*banta
Tcodora,&
Eurialodiconocan- tandomentre vanno
amorire.Benedetto
fia tuGjesù clemente riguarda}f;rui iqoi amcrirvanno con
lietocuor, econallcgramente
Teodora
Eunatofringrazia lche non
glie perGiesù
lavita cara.Poifalutulio
con
pietofa grazia,e inginocchiatapofeil colloabaflbji e fèdella terradelfuofartguefazia.
Haueria mcfloap''tà
vndurofatJo vedt|ìdolabeltà fuacadermorta,
, . „ ffiouettc allhorailgiouine ilfuopaflb.
Pel
fantonomc
tuo,po^chcvintohanno
Édiflcafpettame
dolcemia
fcorta^.'
ilTirannocrudcl, etcfeguendo checom'infieme Vinto habbiàlaguerra
rote*
hanno
il laccio dellciernodanno
k cosiinfiemcentriamdelciel la porta.A
tetcrniamo,con
paceridendo,È
poiiclefueginocchiainterra e neimartiriiene* doloriamari, fenza dimorte
hauer alcuntimore quàdo
difpcmeilnoflrocuorpafcédo. fottoilferrocrudél fuoi occhiferra»Sono
(ktitrionfiinoftri pariCosì
fàl»vno,el'altrovincitore, ervno,el'altrohà
vintoilfiergiuditio&
infiemcfalirnoa l'altok>1opertuo
amor
itormenticifoncari.douc
figode
ilfempitcrnoamore
Giesùaccettail nóttrofacrifizioi
Cerchiamo adunque
noiqiicSoben
fotoVanno
dentro,efonoammazzati^
e l'Angelolicenzia
.
Gloriofe,felici, ebeat'alme
checolfangueverfatoal cielportate, voflre vittrici,etrionfanti palme.
Non
furnoperlamorte
fpauentatc, anzipareua faceflìnoa garachilefpadeprimahaueffi insaguinate
Quanto
fuavederlicofararaabbandoniamo
la flrada,elcamfn
torto leniamoverfo ilciel lamente
avolp,Quefto
mortai viaggio è tantocorto,,
chein
poco tempo
vecchi diucntianio&
heggil'huomo
è viuo,edoma morto Noi
giouanctti grazievirendiamo
divoftra grata,c quieta
aqdienza
. de* noftrì error
perdono
vichiediaaH>*Andate
inpace,cpigliatelicenza^IL FIKE.
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