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Agenzia Europea per la Cooperazione Giudiziaria EUROJUST

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Academic year: 2022

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Agenzia Europea per la Cooperazione Giudiziaria EUROJUST

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INDICE

CAPITOLO I Il 2020: un anno difficile, perseverando nell’impegno a servizio dei magistrati

italiani ... 3

CAPITOLO II Il Desk italiano “Giovanni Falcone e Paolo Borsellino”: le risorse umane e l’organizzazione ... 7

2.1 Composizione ... 7

2.2 EJTN Trainee e Stagisti ... 9

2.3 L’impegno per la Vice Presidenza di Eurojust ... 9

2.4 Il Programma Organizzativo attuato nel 2020 ... 10

CAPITOLO III L’operatività di Eurojust e del Desk italiano nel 2020 ... 12

3.1 L’operatività di Eurojust attraverso l’analisi aggregata dei dati ... 12

3.1.1 I dati quantitativi ... 12

3.1.2 La natura dei casi trattati dall’Agenzia ... 14

3.1.3 Le principali forme di criminalità emerse ... 15

3.1.4 Le frodi informatiche ... 16

3.1.5 I Traffici internazionali di droga e di riciclaggio ... 17

3.2 L’operatività del Desk italiano nel corso del 2020 ... 18

3.2.1 Le forme di criminalità emergenti nella casistica Italiana ... 24

3.2.2 L’aumento delle Frodi on line ... 25

3.2.3 Il Traffico internazionale di stupefacenti ... 26

3.2.4 Il coinvolgimento delle organizzazioni mafiose ... 26

3.3 L’operatività con i paesi terzi ... 28

3.4 I moduli operativi di Eurojust ... 30

3.4.1 Le riunioni di coordinamento ... 31

3.4.2 I coordination centres ... 33

3.4.3 Le squadre investigative comuni ... 35

3.5 Il coinvolgimento dell’organismo negli strumenti di mutuo riconoscimento: l’esperienza in materia di MAE ... 37

3.6 L’alimentazione del registro giudiziario europeo anti-terrorismo gestito da Eurojust ... 39

CAPITOLO IV Gli approfondimenti: Ordine di Indagine Europeo - Digital Evidence - Sequestri e Confische all’estero ... 42

4.1 L’Ordine di Indagine Europeo (OIE) ... 42

4.2 Prove digitali e carattere transnazionale ... 45

4.3 L’acquisizione della prova digitale in UE ... 46

4.4 Il ruolo di EUROJUST ... 49

4.5 ENCROCHAT ... 50

4.6 I certificati per il sequestro e la confisca ... 52

CAPITOLO V Alcuni casi operativi: esempi paradigmatici ... 54

CAPITOLO VI Le prospettive ... 58

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A cura del membro nazionale per l’Italia a Eurojust, dr. Filippo SPIEZIA

con il contributo di dr. Silvio FRANZ, dr.ssa Teresa MAGNO, dr. Aldo INGANGI, assistenti al membro nazionale

e di Dir.P.P.(t.SFP) Sergio ORLANDI e M.O. GdF Marco MOSELE, esperti nazionali distaccati

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CAPITOLO I

Il 2020: un anno difficile, perseverando nell’impegno a servizio dei magistrati italiani

Sono lieto di presentare la Relazione dell’Ufficio italiano di Eurojust per il 2020, frutto del lavoro di analisi e di raccolta dei dati operato da tutti i componenti del Desk, con la supervisione ed il coordinamento di questo membro nazionale.

Anche per Eurojust il 2020 è stato un anno particolare. La pandemia Covid-19 ha determinato straordinarie circostanze che hanno condizionato la vita individuale, economica e sociale. Rilevantissimo è stato anche l’impatto sul funzionamento del servizio giustizia, sull’ordinario svolgimento delle diverse procedure in campo civile e penale, sulla gestione della situazione carceraria. Analoghe conseguenze si sono avute su un settore altrettanto importante dell’attività giudiziaria, quello dei rapporti di cooperazione giudiziaria internazionale.

Basti pensare, in materia di procedure basate sul Mandato d’Arresto Europeo, alle conseguenze verificatesi nelle fasi finali della consegna, talvolta ritardate a causa della temporanea impossibilità di presa in carico dei detenuti da parte dello Stato emittente, ovvero per l’adozione di misure di contenimento adottate nei vari Stati membri. Laddove la consegna non è stata attuata nei termini, le autorità giudiziarie di esecuzione hanno proceduto al suo rinvio, facendo applicazione dell’articolo 23 comma terzo della Decisione Quadro 584 del 2002, ritenendo integrate situazioni di forza maggiore.

Le misure adottate durante la crisi epidemiologica hanno avuto un impatto anche sulla tempestiva esecuzione delle richieste di cooperazione giudiziaria emesse per le esigenze di acquisizione probatoria. Mentre in alcuni Stati membri l’emissione degli ordini di indagine europei è continuata normalmente, in altri ha risentito della sospensione delle attività giudiziarie. Nella fase esecutiva si è spesso proceduto alla definizione di alcune priorità per gli ordini c.d. passivi. In diversi Stati è stata assicurata la trattazione delle sole procedure urgenti, tenendo conto della gravità del reato e del rischio di dispersione delle fonti di prova. In altri, le misure che hanno richiesto un contatto fisico (ad es. ispezioni personali, audizione di persona, ecc.) sono state rinviate ovvero si è fatto ricorso ad adeguate modalità alternative (privilegiando il ricorso alla video o teleconferenza).

Altro effetto – da salutare questa volta con favore – si è verificato nella trasmissione degli ordini di indagine, per cui la maggior parte degli Stati membri ha accettato la comunicazione elettronica delle richieste (mediante posta elettronica) come mezzo più efficace – ed in concreto unico praticabile – nella situazione attuale. Anche l’attività delle squadre investigative comuni ne ha risentito, per la impossibilità, in molti casi, di svolgere le necessarie riunioni operative tra i propri membri, sicché l’interscambio informativo è stato quasi integralmente sostituito dalla comunicazione elettronica.

Sul piano delle diverse minacce criminali alla sicurezza dei cittadini europei, si è registrato l’uso sempre più massiccio di malwares e di applicazioni per carpire con modalità

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il ricorso a campagne di phishing e la creazione di domini relativi alla pandemia, per trarre in inganno le vittime e indurle a fornire informazioni personali sensibili per porre in essere reati contro il patrimonio. Sono stati compiuti attacchi a server di strutture di cura impegnate in prima linea nella lotta contro la pandemia e sono continuati quelli a strutture informatiche di tipo strategico. Vi è stato, inoltre, un incremento e sempre più diffuso ricorso al deep web per alimentare i traffici illeciti (droga, armi, prodotti contraffatti) e per le attività di riciclaggio, con il diretto coinvolgimento della criminalità organizzata, anche di stampo mafioso. Quest’ultima ha continuato a sviluppare sinergie con vari gruppi criminali internazionali, specie per alimentare nuovi canali di approvvigionamento di sostanze stupefacenti, in particolar modo della cocaina. Sul finire dell’anno, poi, gli attacchi in Francia e a Vienna hanno fatto riemergere la gravità della minaccia terroristica di tipo jihadista, mai invero sopita, alimentata dalla propagazione della “chiamata individualizzata” alla Jihad sui social media.

In questo difficile scenario, operativo e criminale, Eurojust ha cercato di rispondere sul campo alle varie sfide, mantenendo inalterati i servizi erogati a beneficio delle autorità giudiziarie per le loro esigenze di cooperazione giudiziaria e di coordinamento internazionale.

Mentre sul piano organizzativo il Direttore amministrativo ha adottato misure per prevenire la diffusione del COVID-19 nell’ambiente di lavoro, sul piano operativo:

1) Eurojust ha assicurato la continuità di tutti i servizi operativi, avendo tempestivamente dotato il personale con postazioni informatiche mobili che hanno consentito il lavoro a distanza, incluso l’accesso al sistema informatico centrale per CMS (case management system);

2) il Collegio ha adottato nuove regole interne di funzionamento per l’adozione di delibere, anche da remoto, nonché per la registrazione di nuovi casi operativi;

3) è stato sperimentato con successo un ricorso intensivo allo strumento della videoconferenza per la organizzazione e lo svolgimento di meeting di coordinamento con le autorità giudiziarie nazionali, con servizi di traduzione assicurati in loco dall’Agenzia.

Il Desk italiano ha fortemente contribuito a tale processo di ammodernamento, dimostrando flessibilità operativa. Questo membro nazionale ha adottato una serie di disposizioni organizzative interne per garantire la continuità di tutti i servizi, per le esigenze di cooperazione giudiziaria e di coordinamento investigativo delle autorità giudiziarie italiane. In tal modo, sono state soddisfatte tutte le esigenze delle autorità richiedenti, con un ricorso intensivo allo strumento della videoconferenza, sia per lo svolgimento di riunioni di coordinamento, che per gli scambi informativi.

Con il ricorso al sistema “Jabber” della Cisco è stato possibile coniugare le descritte esigenze di flessibilità con quelle, altrettanto importanti, di sicurezza nella trasmissione dei dati. Inoltre, per superare alcune difficoltà emerse in occasione delle prime riunioni di coordinamento in videoconferenza utilizzando le connessioni passanti per la R.U.G., è stata intrapresa una collaborazione tra Eurojust e D.G.S.I.A.. Sono state, pertanto, individuate soluzioni compatibili con le politiche di sicurezza della rete e, all’esito, è stata adottata una procedura standardizzata culminata nell’adozione di un protocollo operativo stipulato con il Direttore della D.G.S.I.A.. La sua attuazione sta garantendo la funzionalità

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del collegamento tramite R.U.G. per lo svolgimento delle necessarie riunioni di coordinamento con tutte le autorità straniere, anche di paesi terzi (Brasile, Australia, USA).

Mettendo in campo nuove idee e nel solco tracciato dal nuovo Regolamento 1727/2018, Eurojust (Desk Italiano) ha intrapreso iniziative operative proattive, con la condivisione di importanti informazioni a beneficio delle autorità italiane requirenti, come nel caso della vicenda EncroChat, di cui si parlerà nella presente relazione.

Certamente le attività in presenza restano indispensabili, in quanto funzionali al rafforzamento della reciproca fiducia tra le magistrature europee, specie nei casi particolarmente complessi e per il buon funzionamento degli strumenti basati sul principio del mutuo riconoscimento.

Tuttavia, date le circostanze critiche emerse, le iniziative assunte hanno consentito di mitigare gli effetti della pandemia sulla operatività del Desk italiano, che ha concluso il proprio anno operativo confermando il rilevante trend emerso già negli anni precedenti, in cui erano stati toccati livelli di eccellenza.

Quest’Ufficio è dunque riuscito nell’intento di restare al fianco di tanti colleghi in un difficile momento, confermandosi punto di riferimento nel settore della cooperazione giudiziaria e del coordinamento investigativo in casi complessi di criminalità transnazionale.

Ciò è confermato non solo dai dati relativi alle nuove procedure gestite, ma, soprattutto, dall’elevato numero delle riunioni di coordinamento svoltesi su iniziativa italiana e dalle molteplici attività per costituire nuove squadre investigative con le autorità giudiziarie straniere.

Nel corso del 2020, il gruppo di lavoro coordinato da questo membro nazionale si è giovato dell’innesto di un nuovo magistrato, il dr. Aldo Ingangi, nominato dal Ministro della Giustizia quale terzo assistente del membro nazionale, che si è affiancato ai colleghi dr. Silvio Franz e dr.ssa Teresa Magno. In tal modo ha trovato attuazione uno degli obiettivi perseguiti da questo membro italiano, con l’allargamento della componente magistratuale del Desk, che si allinea numericamente agli altri Desk stranieri parimenti impegnati.

Con il contributo di tutti ed anche dei due esperti nazionali distaccati, provenienti dalla Guardia di Finanza e dal Corpo di Polizia Penitenziaria, l’ufficio italiano ha dunque conseguito ottimi risultati operativi nel contesto dell’Agenzia europea, confermandosi modello ispiratore di buone prassi nell’erogazione dei servizi a beneficio delle autorità giudiziarie italiane, per le loro esigenze di cooperazione e di coordinamento transnazionale.

Tale propensione si è manifestata anche sul fronte della elaborazione di documenti a carattere “strategico”, di volta in volta condivisi con tutti i colleghi italiani, con cui sono state documentate preziose informazioni e buone pratiche operative nelle più svariate materie, dall’ordine di indagine penale agli strumenti per il sequestro e la confisca dei proventi di reato.

Speciale attenzione è stata riservata alla materia del terrorismo, assicurando la costante implementazione del registro giudiziario antiterrorismo. In tale ambito si segnala un’ottima risposta da parte delle procure competenti, in totale sinergia con la Direzione Nazionale Antimafia ed Antiterrorismo, che si conferma prezioso ed indispensabile corrispondente nazionale di Eurojust e con cui vi è una interlocuzione pressochè quotidiana.

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Nella presente Relazione saranno esposti i dati operativi complessivi dell’Agenzia e quelli afferenti il Desk italiano nel 2020. Inoltre, saranno offerti alcuni approfondimenti tematici sulla base dell’ampia esperienza maturata, nei settori della cooperazione giudiziaria e del coordinamento transnazionale. Infine, verrà presentata una rassegna di alcuni casi di particolare impatto operativo, dei quali è possibile riferire sinteticamente gli esiti.

A conclusione dell’intenso quanto difficile anno di lavoro, ringrazio di cuore i colleghi ed il personale tutto in servizio presso l’ufficio italiano di Eurojust, per l’abnegazione dimostrata ed il generoso contributo dato al raggiungimento dei descritti risultati operativi.

Parimenti ringrazio i tanti colleghi italiani che, confermando la loro fiducia, si sono avvalsi, numerosi, dei servizi di Eurojust, alimentando nel contempo un indispensabile circuito informativo.

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CAPITOLO II

Il Desk italiano “Giovanni Falcone e Paolo Borsellino”:

le risorse umane e l’organizzazione

2.1 Composizione

L’Ufficio italiano di Eurojust è attualmente composto da:

Nome e Funzione E-Mail Recapiti Telefonici

PERSONALE MAGISTRATUALE Dr. Filippo SPIEZIA

membro nazionale italiano fspiezia@eurojust.europa.eu Uff.: +31 70 412 5200 Cell: +39 3280187544 Dr. Silvio FRANZ

assistente del membro nazionale

sfranz@eurojust.europa.eu Uff.: +31 70 412 5204 Cell: +39 3358110501 Dr.ssa Teresa MAGNO

assistente del membro nazionale

tmagno@eurojust.europa.eu Uff.: +31 70 412 5205 Cell: +31 6 15045447 Dr. Aldo INGANGI

assistente del membro nazionale

aingangi@eurojust.europa.eu Uff.: +31 70 412 5209 Cell: +31 6 46203768 PERSONALE FORZE di POLIZIA

M.O. Marco MOSELE esperto nazionale distaccato

della Guardia di Finanza

mmosele@eurojust.europa.eu Uff.: +31 70 412 5206 Cell: +39 3201884551

Dir.P.P. Sergio ORLANDI esperto nazionale distaccato della Polizia Penitenziaria

sorlandi@eurojust.europa.eu Uff.: +31 70 412 5442 Cell: +39 3357152994 SEGRETERIA

ITSecretariat@eurojust.europa.eu

Uff.: +31 70 412 5202 Uff.: +31 70 412 5742 Fax: +31 70 412 5201

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Nel capitolo introduttivo si è dato conto dell’innesto di un nuovo magistrato, nella persona del dr. Ingangi, che ha preso servizio al Desk nel mese di giugno del 2020, mentre il Luogotenente CC, M. Varanese, ha concluso la sua missione di esperto nazionale ed è rientrato nel suo reparto originario dei Carabinieri.

La componente magistratuale che oggi è presente nell’Ufficio rappresenta la base minima imprescindibile per garantire l’operatività e la funzionalità del Desk. E’ auspicabile che ciò si consolidi anche alla luce del nuovo Regolamento 1787/2018 su Eurojust. Inoltre, la perdurante compresenza del personale di Polizia Giudiziaria, attualmente limitato ai due esponenti della Guardia di Finanza e della Polizia Penitenziaria, si conferma oltre che risorsa indispensabile per l’operatività del Desk, anche quale concreto esempio di best practice all’interno dell’Agenzia. Grazie ad essa sono, infatti, stati agevolati i contatti, specie nelle fasi genetiche di instaurazione delle procedure ad Eurojust, con le forze di polizia italiane e con le autorità nazionali, nel pieno rispetto delle norme vigenti. Tale apporto è stato particolarmente utile nel campo delle squadre investigative comuni, alla cui formazione il predetto personale specializzato di polizia operante al Desk, ha spesso fornito informazioni, anche per l’accesso ai relativi finanziamenti.

Alla luce dei risultati positivi raggiunti dai suddetti SNE e per gli effetti operativi ottenuti per i propri Corpi di provenienza, oltre che per il prestigio acquisito in ambito internazionale, si auspica che tale formula organizzativa possa stabilizzarsi nel tempo ed arricchirsi anche con il coinvolgimento delle altre forze di polizia (con un distacco, a rotazione, di altri esperti, come già verificatosi nel biennio precedente).

La stesura della presente relazione costituisce occasione propizia per reiterare la propria gratitudine al Comandante Generale della Guardia di Finanza ed al Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria per aver consentito il distacco di proprio qualificato personale presso il Desk italiano di Eurojust.

Dal punto di vista delle risorse umane va evidenziato che il costante incremento operativo ha generato, a sua volta, un carico di lavoro per la segreteria particolarmente oneroso.

L’intervenuta dematerializzazione e digitalizzazione dell’Ufficio, se hanno costituito una risposta significativa per migliorare la funzionalità sul piano amministrativo, rischiano di essere misure non più sufficienti. È per questo che si avanzano sul punto nuove proposte, che si portano all’attenzione del competente Ministro della Giustizia.

Mentre il problema è stato già presentato alla Direzione amministrativa di Eurojust, che a sua volta si confronta con una carenza di budget e con limiti di pianta organica – non rimossi dalla Commissione europea in sede di approvazione del bilancio per il nuovo anno – si ritiene che la formula del distacco di esperti nazionali possa essere sperimentata anche con riguardo al personale amministrativo. In tal modo la segreteria interna dell’Ufficio potrebbe giovarsi di una unità addizionale, oggi quanto mai necessaria, mediante il distacco di una unità di personale dall’amministrazione centrale del Ministero della Giustizia, anche con modalità di collegamento da remoto.

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2.2 EJTN Trainee e Stagisti

Anche nel 2020 il Desk italiano ha ospitato lo svolgimento di stage quadrimestrali a beneficio di magistrati italiani, organizzati di concerto tra EJTN, la Scuola della Magistratura e questo membro nazionale.

L’inserimento di magistrati trainee (portato stabilmente a due e, ove possibile, anche a tre magistrati per annualità) sta rappresentando una importante occasione per offrire un’opportunità unica per la formazione internazionale di vari colleghi italiani, con un indiretto beneficio per la gestione delle attività operative del Desk, che in tal modo può avvalersi di ulteriori risorse nelle procedure trattate, sotto la supervisione del membro nazionale. Nel 2020 ha svolto il proprio tirocinio la Dr.ssa Angela Continisio, proveniente dalla Procura di Castrovillari. La collega merita particolare apprezzamento per aver condotto la sua esperienza internazionale ad Eurojust in condizioni di obiettiva difficoltà, a causa della pandemia Covid- 19. Ciò nonostante, la dr.ssa Continisio ha potuto partecipare a tutti i moduli operativi di Eurojust, acquisendone ben presto familiarità con gli stessi e potendo contribuire al buon esito di diverse procedure di cooperazione giudiziaria e di coordinamento in cui è stata coinvolta.

2.3 L’impegno per la Vice Presidenza di Eurojust

Nel 2020 lo scrivente membro nazionale ha continuato, sino al 17 Dicembre, l’esercizio delle delicate funzioni di Vice Presidente di Eurojust, in aggiunta ai compiti di coordinamento dell’Ufficio italiano, oltre che di diretta trattazione di specifiche procedure operative assegnate. L’esercizio di tali funzioni operative – tratto non comune agli altri membri nazionali del gruppo di Presidenza – ha costituito un’indispensabile leva per poter, a partire dal loro concreto svolgimento, valorizzare all’interno dell’Agenzia l’esperienza italiana, specie nel contrasto alle forme gravi di criminalità organizzata e di terrorismo internazionale.

Inoltre, il medesimo si è fortemente adoperato affinché nella transizione verso la nuova dimensione istituzionale di Agenzia, ne fosse preservata la propria indipendenza rispetto a tutti i profili operativi e durante la messa a regime del nuovo organismo interno di gestione – l’Executive Board –, che vede la partecipazione della Commissione europea. Tanto nel pieno rispetto del suddetto carattere di indipendenza di Eurojust espresso nel considerando 16 del Regolamento 2018/1727.

Tale esigenza si è posta non solo con riguardo ai singoli casi operativi trattati, ma anche rispetto agli altri aspetti di competenza, come la elaborazione di documenti “strategici”

trasmessi alle autorità giudiziarie nazionali, alla luce delle previsioni di cui al considerando 12 del citato Regolamento.

Nell’esercizio delle proprie funzioni di Vice Presidente, si è poi occupato:

• del miglioramento delle procedure decisionali interne, essenziali al funzionamento del Collegio, presieduto in alcune sedute, in sostituzione del Presidente;

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• del monitoraggio delle varie procedure gestionali interne;

• del miglioramento delle relazioni istituzionali con la Commissione europea, il Parlamento europeo ed il Consiglio;

• delle attività di rappresentanza esterna di Eurojust, su mandato del Presidente;

• dell’attuazione delle strategie deliberate dall’Agenzia in occasione delle procedure per l’approvazione dei bilanci annuali e del “Multi-Financial Budget 2021-2027”.

Sono inoltre ascrivibili specificamente a questo membro italiano:

a. la perdurante attuazione, in ambito italiano, del registro anti-terrorismo (avviato nel mese di Settembre 2019), con il coinvolgimento di tutte le autorità giudiziarie italiane in costante coordinamento e scambio informativo con il Procuratore Nazionale Antimafia e Antiterrorismo;

b. il lancio della costituzione, sotto l’egida di Eurojust, di un gruppo europeo di magistrati esperti – C.D. FOCUS GROUP –, individuati in ciascuno Stato membro, per lo scambio di esperienze e di informazioni a carattere strategico in materia di reati connessi al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina (smuggling of migrants);

c. l’individuazione – previa consultazione con le autorità giudiziarie italiane – dei Paesi Terzi con i quali avviare e concludere accordi di cooperazione nel quadro della elaborazione strategica quadriennale di Eurojust, ai sensi del nuovo Regolamento istitutivo;

d. l’attività di negoziato – tuttora in corso – svolta con FRONTEX, ai fini della stipula di un accordo operativo per lo scambio di informazioni a carattere operativo tra le due Agenzie Europee.

2.4 Il Programma Organizzativo attuato nel 2020

Come già comunicato nelle precedenti relazioni annuali, le molteplici attività del Desk italiano si svolgono nel rispetto di un programma organizzativo e gestionale (POG), adottato la prima volta nel 2016 e rinnovato nel 2018. Per le esigenze di adeguamento al nuovo regolamento di Eurojust 2018/1727, entrato in vigore il 12 dicembre 2019, è stato adottato nel corso del 2020 un nuovo ordine di servizio, con il quale sono state apportate limitate variazioni al vigente POG, al fine di dar conto degli intervenuti mutamenti normativi, con particolare riguardo all’esercizio delle funzioni, tipicamente giudiziarie, come nel caso della emissione di ordini di indagine europei, funzioni assegnate dal nuovo Regolamento al membro nazionale e da ritenersi riservate a questi ovvero ai suoi assistenti.

Nel vigente programma organizzativo si conferma, dunque, la natura di paperless office del Desk italiano, attesa l’avvenuta de-materializzazione dei suoi documenti operativi,

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essendosi rivelata tale scelta anche rispettosa delle esigenze ambientali ed idonea a determinare un alleggerimento degli oneri di segreteria.

Si conferma altresì la regola della totale condivisione degli atti e delle informazioni operative che pervengono al membro nazionale. Ciò non solo agevola la funzione di coordinamento interno, ma favorisce anche la crescita professionale del personale, che può confrontarsi con le soluzioni giuridiche proposte da ciascun componente e sentirsi stimolato per il raggiungimento di standard qualitativi crescenti, in adesione al progetto organizzativo adottato.

Altro aspetto qualificante del vigente programma è l’assegnazione dei casi operativi con criteri tendenzialmente automatici e predefiniti, di guisa da assicurare la massima trasparenza interna nella gestione degli affari dell’Ufficio, con una conduzione assimilabile a quella di un ufficio requirente italiano.

Particolarmente utili si sono dimostrate le procedure di coassegnazione, che hanno consentito a questo membro nazionale di assicurare un ottimale coordinamento del Desk, specie con riguardo ai casi di maggiore rilevanza e complessità.

Positiva si sta poi confermando la creazione di aree tematiche, la cui responsabilità è stata assegnata a specifici componenti del Desk, al fine di raccogliere in modo sistematico informazioni in materia di cooperazione giudiziaria, in specifici settori di intervento, valorizzando in tal modo l’esperienza sin qui maturata. Si ricordano le singole aree tematiche in cui è organizzato l’ufficio italiano di Eurojust:

a. l’area strumenti di cooperazione giudiziaria (responsabile dr. Silvio Franz) con il compito di curare la raccolta sistematica di informazioni giuridiche e giurisprudenziali sull’applicazione degli strumenti di cooperazione giudiziaria negli Stati Membri, anche alla luce delle singole legislazioni nazionali.

b. l’area per il cybercrime ed e-evidence (responsabile dr.ssa Teresa Magno), volta ad assicurare la raccolta metodica di informazioni giuridiche e giurisprudenziali in materia di cybercrime, in ambito europeo e tenendo conto delle singole legislazioni nazionali. Nell’ambito della medesima area tematica rientra anche il progetto per la realizzazione di una connessione sicura con i Corrispondenti nazionali ed i procuratori Distrettuali e, quindi, la facilitazione dei contatti con le competenti autorità italiane. Di quest’ultimo aspetto si sta attivamente occupando anche il dr. Ingangi che ha collaborato con questo membro nazionale nella preparazione e redazione del protocollo di lavoro con la D.G.S.I.A. per lo svolgimento di video-conferenze in occasione delle riunioni di coordinamento.

c. l’area squadre investigative comuni, assegnata al M.O. GdF Marco Mosele, che sotto la costante supervisione di questo membro nazionale, fornisce supporto al Desk ed alle autorità nazionali in ambito JIT;

d. l’area terrorismo internazionale assegnata al membro nazionale, supportato dal dirigente della polizia penitenziaria dr. Sergio Orlandi, nel cui ambito avviene il funzionamento del registro antiterrorismo ed il rapporto con ECTC (Europol).

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CAPITOLO III

L’operatività di Eurojust e del Desk italiano nel 2020

3.1 L’operatività di Eurojust attraverso l’analisi aggregata dei dati Nonostante la riduzione di alcune attività svolte in presenza, Eurojust ha conseguito, nel 2020, un eccellente risultato operativo complessivo, confermando la propria posizione baricentrica nello spazio europeo di libertà, sicurezza e giustizia, per le esigenze di cooperazione giudiziaria e di coordinamento delle autorità nazionali. I casi operativi trattati nel corso del 2020 danno conto, ancora una volta, di un trend crescente, in linea con quanto emerso negli anni precedenti.

3.1.1 I dati quantitativi

I dati statistici finali consegnano un aumento complessivo pari al 13% dell’operatività complessiva dell’Agenzia rispetto

ai dati del 2019, determinato da ben 4200 nuovi casi trattati (a fronte dei 3892 del 2019), e da 4599 procedure registrate negli anni precedenti, il cui sviluppo operativo ha interessato anche il 2020.

Essa si è manifestata tanto rispetto a casi bilaterali (ossia coinvolgenti le autorità giudiziarie di due soli Stati membri), quanto in

quelli multilaterali (concernenti autorità giudiziarie di tre o più Stati membri UE o di Stati terzi).

Ciò si evince dalla infografica che segue.

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La natura bilaterale della procedura trattata ha richiesto il coinvolgimento di Eurojust, tenuto conto della natura transnazionale (ossia riguardante il territorio di uno o più Stati membri) delle fattispecie criminose indagate dalle autorità giudiziarie nazionali, ed in cui si sono manifestate le esigenze di cooperazione e coordinamento ai sensi dell’art. 2 comma primo del Regolamento 1727 del 2018.

I dati esposti confermano che, pur manifestandosi l’expertise tipico dell’Agenzia rispetto ai casi multilaterali – ove Eurojust è in grado di esprimere una capacità operativa unica ed esclusiva nel suo genere, in ambito europeo – essenziale è stato il suo intervento anche nei casi di natura bilaterale. In essi è stato garantito un corretto e tempestivo esercizio degli strumenti basati sul principio del mutuo riconoscimento, ed in cui, il setting operativo, si manifesta, di regola, nel rapporto tra autorità emittente ed autorità di esecuzione.

In tali procedure Eurojust ha svolto un insostituibile ruolo di mediazione tra le autorità giudiziarie dei paesi membri, operanti in contesti ordinamentali e di diritto penal-processuale non sempre armonizzati ed in cui perdura la carenza di una quadro generale di regole comuni, a livello europeo, in materia di ammissibilità della prova.

Inoltre, non va trascurato che gli stessi strumenti di cooperazione giudiziaria previsti dal diritto dell’UE contengono spesso, all’interno dei loro statuti normativi, il richiamo a principi di carattere generale, tanto in fase di emissione quanto in sede di esecuzione, come, ad es., il richiamo al principio di proporzionalità.

Ciò ha inevitabilmente determinato fasi di consultazione tra l’autorità emittente e l’autorità di esecuzione, per la cui definizione l’intervento di Eurojust è stato spesso dirimente.

In molti casi, l’esercizio delle prerogative operative dei membri nazionali e dei loro assistenti ha consentito di individuare soluzioni adeguate, in grado di tenere in bilanciamento tanto le esigenze processuali dell’autorità giudiziaria dello Stato emittente quanto quelle dello Stato di esecuzione.

In alcuni casi l’azione svolta da Eurojust in procedure di natura bilaterale è avvenuta svolgendo un ruolo di supplenza dei Punti di Contatto della Rete Giudiziaria europea. Ciò è accaduto laddove vi è stata una difficoltà di tempestiva comunicazione tra i predetti e le autorità procedenti, ovvero in casi di particolare urgenza. Specie in quest’ultimi, l’esistenza di una stabile struttura operativa in capo ad Eurojust, ha certamente reso possibile l’erogazione dei servizi necessari alle autorità procedenti, nel rispetto del principio di complementarietà con la Rete dei Punti di Contatto. In questa ottica, vi sono ancora margini di miglioramento reciproco ed il Collegio di Eurojust, d’intesa con la Rete Giudiziaria europea, ha cercato di definire nel corso del 2020, con maggior precisione, i rispettivi ambiti operativi. Inoltre, per ragioni di

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trasparenza sono state di recente adottate dal Collegio delle linee guida che consentiranno di assicurare traccia dei casi propri della EJN nel sistema automatico di gestione dei dati di Eurojust.

3.1.2 La natura dei casi trattati dall’Agenzia

Approfondendo l’analisi ed andando oltre la mera dicotomia casi bilaterali/casi multilaterali, si osserva che ampio ed articolato è il panorama dei diversi settori nei quali Eurojust è intervenuta a benficio delle autorità nazionali. L’info-grafica che segue può ritenersi esplicativa delle diverse aree di intervento dell’organismo, per come sviluppatasi nel 2020, ossia:

- per la trasmissione e facilitazione di ordini di indagine europei di cui alla Direttiva n. 41 del 2014 (in Italia trasposta con il Decreto Legislativo n. 36 del 2016). Eurojust, in particolare, ha trattato nel 2020, n. 1754 nuove procedure relative ad ordini di indagine europei;

- per la trasmissione e facilitazione di rogatorie internazionali verso paesi europei esclusi dal perimetro applicativo dell’Ordine di indagine europeo (Irlanda, Dani- marca) e verso paesi terzi.

In particolare, Eurojust ha trattato 1282 rogatorie internazionali;

- per l’agevolazione e lo scambio informativo in materia di mandato

d’arresto europeo, di cui alla Decisione quadro 584 del 2020 e per l’applicazione di altri strumenti di cooperazione giudiziaria basati sul principio del mutuo riconoscimento (ai sensi dell’art. 2 comma secondo lettera b) del Regolamento 1727 del 2018). Eurojust è intervenuta, in particolare, in 541 procedure basate su MAE. Inoltre Eurojust è intervenuta in 68 procedure estradizionali verso paesi terzi;

- per la necessità di prevenire possibili conflitti di giurisdizione comunicati ad Eurojust ai sensi dell’art. 12 della Decisione Quadro GAI 948 del 2009 (Decisione trasposta in Italia, come è noto, con il Decreto Legislativo n. 29 del 2016) ovvero emersi nel contesto dell’azione di coordinamento investigativo svolta da Eurojust. Ciò è avvenuto in 117 procedure;

- per il supporto a procedure di asset recovery (per le esigenze di sequestro e confisca dei proventi di reato). Ciò è avvenuto in 99 casi.

(16)

- per la necessità di istituire squadre investigative comuni

previste dalla Decisione Quadro GAI 465 del 2002 (Decisione trasposta in Italia, come è noto, con il Decreto Legislativo n. 34 del 2016). A tali squadre Eurojust ha prestato assistenza, sia nella fase genetica, ai sensi

dell’art. 2 par. 4 lettera d) del Regolamento 1727/2018, che nelle successive procedure di finanziamento, ai sensi dell’art. 4 comma primo lettera f del medesimo. In particolare, Eurojust è intervenuta in occasione della costituzione di 74 nuove squadre investigative comuni e per il supporto a 188 squadre investigative già operanti e costituite negli anni precedenti, per un totale di 262 squadre investigative.

In tale contesto e con particolare riguardo agli strumenti di acquisizione della prova transfrontaliera, si confermano alcuni aspetti di criticità nella operatività dell’ordine di indagine europeo, con particolare riguardo alle intercettazioni di comunicazioni telematiche ed ambientali, come già segnalato in pregressi documenti di questo membro nazionale inviati alle autorità nazionali. Il tema verrà ripreso nuovamente nella presente relazione atteso il suo impatto su molte procedure operative.

Il dato complessivo esposto, indicativo di un rafforzamento del trend operativo di Eurojust, esprime una sempre maggiore fiducia che le autorità giudiziarie nazionali manifestano verso l’organismo, per la qualità dei “servizi” offerti rispetto alle esigenze della cooperazione giudiziaria e del coordinamento.

Tale esigenza si è addirittura rafforzata durante il periodo della pandemia da Covid 19, anche per la capacità di Eurojust di supportare ed agevolare lo scambio informativo tra autorità straniere utilizzando la propria piattaforma digitale.

3.1.3 Le principali forme di criminalità emerse

La crescita numerica della casistica trattata conferma, altresì, l’inequivocabile tendenza della criminalità, specie di quella organizzata, ad operare in modo transfrontaliero, rendendo sempre più necessario, sul piano dell’azione di contrasto, il ricorso a forme strutturate di

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scambio informativo e coordinamento tra le autorità giudiziarie, comprese quelle di polizia giudiziaria, responsabili dei procedimenti investigativi.

In particolare, relativamente alla fattispecie di natura penale emerse nelle procedure trattate, esse hanno riguardato, in prevalenza, forme di criminalità in aree definite prioritarie (priority crimes) secondo l’European Policy Cicle, quali i casi di frode, specie di tipo informatico, i casi di riciclaggio e di traffico internazionale di droga.

L’infografica a pagina seguente dà conto delle principali forme di criminalità trattate da Eurojust:

3.1.4 Le frodi informatiche

L’aumento del numero di frodi (informatiche) rappresenta un dato costante nella operatività di Eurojust e rende particolarmente allarmante tale tipo di minaccia, divenuta diffusa e pervasiva. Dall’analisi delle procedure condotte si conferma la difficoltà investigativa nell’organizzare una risposta strutturata e tempestiva, capace di risalire la catena criminale andando oltre l’individuazione dei singoli soggetti coinvolti nella fase finale dello schema delinquenziale (mule). In tal senso, il ricorso a squadre investigative comuni si conferma lo strumento di collaborazione per eccellenza, in quanto particolarmente efficace per affrontare le diverse fasi ed articolazioni attraverso cui si sviluppa tale forma di criminalità, come verrà chiarito dalla disamina di alcuni casi specificamente trattati da Eurojust.

In tali casi si sono posti molti problemi che riguardano l’acquisizione della prova digitale, per il cui approfondimento si rinvia alla trattazione che verrà fatta nell’apposito capitolo.

Non minori sono stati, poi, i problemi di giurisdizione rispetto alle concorrenti istanze punitive che si sono affacciate sullo scenario operativo.

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3.1.5 I Traffici internazionali di droga e di riciclaggio

Altre aree criminali nelle quali si registra un sensibile aumento rispetto agli anni precedenti sono quelle relative al riciclaggio, al traffico internazionale di droga ed alle varie forme di criminalità organizzata, incluse le fattispecie di partecipazione a gruppi criminali.

Tali dati sono coerenti con quelli emergenti da altre fonti europee ed internazionali, anche di polizia, che segnalano un costante incremento dei traffici internazionali di droga e dei suoi precursori, che costituiscono tra le forme di criminalità più lucrative, appannaggio quasi esclusivo delle organizzazioni criminali transnazionali.

Dalla casistica di Eurojust si conferma “l’esplosivo connubio” criminalità organizzata – tecnologie digitali derivante dall’ampio ricorso da parte del crimine organizzato al web e deep web. In via di allarmante diffusione, poi, lo sviluppo di app e sistemi di pagamanto on line, spesso attivati da account informatici aperti in paesi off shore, da cui vengono impartiti ordini per effettuare rilevanti movimentazioni di danaro ovvero in cripto-valute, dove è facile eludere le regole sul tracciamento dei fondi e rendere anonime le transazioni.

In costante aumento, nel corso del 2020, sono stati anche i casi di traffico di migranti trattati dall’Agenzia, mentre si è assistito ad una flessione dei casi di terrorismo, specie di quello jihadista, benchè nel corso del mese di dicembre 2020 vi sono state delle forme di recrudescenza con gli attacchi in Francia ed in Austria, a conferma che tale tipo di minaccia non è mai cessata nel contesto dell’UE.

I dati sinteticamente esposti emergono con tutta evidenza dalla info-grafica che sotto si riporta, che contiene anche un confronto di tipo storico della incidenza delle diverse tipologie di attività criminale nei casi operativi gestiti da Eurojust nell’ultimo triennio:

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3.2 L’operatività del Desk italiano nel corso del 2020

Alla costante crescita operativa dell’Agenzia ha contribuito in modo rilevante, anche per il 2020, il Desk italiano la cui attività – in ragione dei casi complessivamente gestiti nel corso dell’anno (per effetto sia delle nuove procedure che della trattazione di quelle registrate negli anni precedenti), ha eguagliato la cifra di 1722 casi operativi.

Si tratta di un trend che si era già manifestato negli ultimi anni e che risulta rafforzato nel 2020. Nel corso di quest’ultimo, in particolare, sono state trattate 344 nuove procedure dal lato attivo e 403 dal lato passivo, per un totale di 747 nuove procedure, a fronte delle 724 del 2019. A tali casi vanno poi aggiunte le procedure già iscritte in precedenza e sviluppate anche nel corso del nuovo anno, pari a 974. L’infografica che segue è esplicativa di quanto esposto:

Si tratta di un dato sicuramente eccellente, sia se si considera l’intera serie storica a partire dal 2015, prima dell’innesto dei cambiamenti organizzativi introdotti da questo membro nazionale (con all’epoca 99 casi attivi e 248 procedure passive), sia tenendo conto delle difficili condizioni in cui si è svolta l’attività dell’Agenzia nel corso del 2020.

Il trend operativo del 2020 si conferma in aumento anche limitando l’analisi alle sole nuove procedure, essendo state trattati 344 nuovi casi dal lato attivo e 403 dal lato passivo, per un totale di 747 casi gestiti, a fronte dei 724 del 2019.

Le 1722 procedure in cui è stato impegnato l’Ufficio italiano di Eurojust nel 2020, rappresentano quasi un quinto della complessiva operatività dell’organismo per l’anno in esame (pari a 8799 casi), come si evince dalla infografica che segue:

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Il dato conferma la centralità dell’Ufficio italiano nel contesto di Eurojust e l’alto livello di fiducia che le autorità giudiziarie italiane esprimono nello scambio informativo con il proprio membro nazionale e con i suoi collaboratori (magistrati assistenti ed esperti nazionali).

I risultati sopra esposti per l’anno in esame esprimono, in termini numerici, il grande sforzo operativo profuso, sostenuto da un costante impegno per le esigenze di cooperazione giudiziaria e di coordinamento di tanti colleghi.

In più occasioni e con diverse modalità è stato incoraggiato il ricorso al Desk, anche nei casi in cui poteva apparire non immediato il beneficio per le procedure trattate. Soprattutto, questo Ufficio italiano è stato in grado di offire a tanti magistrati un supporto costante ed in tempo reale, ponendosi come riferimento indefettibile per tutte le indagini a carattere transfrontaliero.

L’infografica che segue è esplicativa dei dati sopraesposti, inseriti in una valutazione comparativa con le varie rappresentanze nazionali presenti ad Eurojust nel corso del 2020.

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Nel rapporto con i singoli Stati e con i rispettivi membri nazionali, si segnala il progressivo superamento delle criticità emerse con le autorità maltesi. Si è infatti registrata, con favore, la ripresa delle comunicazioni con il membro maltese, in parte certamente frutto delle iniziative di questo membro nazionale che ha sollecitato il collegio di Eurojust ai sensi dell’art. 4, comma 5 del Regolamento, al fine di ottenere un parere scritto sul ripetersi delle difficoltà riscontrate nella esecuzione delle richieste di cooperazione giudiziaria.

Si resta vigili sulla verifica delle procedure di cooperazione coinvolgenti le autorità maltesi e si invitano i colleghi tutti a segnalare eventuali perduranti criticità.

L’operatività dell’Ufficio italiano ha riguardato casi di natura bilaterale e multilaterale. L’info-grafica a fronte dà conto, anche in chiave dinamica, della composizione della casistisca trattata dall’Ufficio a seconda del numero delle autorità giudiziarie coinvolte (due o più autorità giudiziarie straniere).

In sede di analisi aggregata dei dati del 2020 vanno evidenziati anche i paesi

dell’UE verso cui maggiormente si sono manifestate le esigenze di cooperazione giudiziaria e di coordinamento, con riguardo alle procedure attive, ossia promosse nell’interesse o su richiesta delle autorità giudiziarie italiane. Ciò avvenuto specialmente nei riguardi della Germania, Romania, Bulgaria, Spagna, Belgio ed Olanda, dato che in qualche modo riflette le proiezioni transnazionali della nostra criminalità organizzata, specie di tipo mafioso.

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Per un maggiore dettaglio informativo si rinvia alla info-grafica che segue:

È interessante anche analizzare quali sono le autorità giudiziarie italiane che, su base nazionale, si sono rivolte all’ufficio italiano chiedendo il supporto di Eurojust.

Le procure distrettuali di Milano, Roma e Reggio Calabria sono quelle che maggiormente si sono interfacciate con l’Agenzia.

In generale, è certamente alto e diffuso il livello di mutua fiducia che si è innestato con le autorità italiane, che condividono con il membro nazionale le informazioni relative alle indagini più significative che valicano i confini nazionali.

Va aggiunto che in numerose occasioni anche le autorità con funzioni giudicanti hanno chiesto ed ottenuto assistenza, specie per la facilitazione delle procedure di cooperazione giudiziaria volte alla esecuzione di videoconferenze.

L’info-grafica sopra esposta è illustrativa dei flussi di lavoro con le singole autorità giudiziarie italiane nel corso del 2020.

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Nelle relazioni con le proprie autorità nazionali, l’ufficio italiano di Eurojust ha mantenuto ottimi rapporti con tutti i corrispondenti nazionali, ed in special modo con la Direzione Nazionale Antimafia ed Antiterrorismo, che svolge le funzioni di Corrispondente Nazionale di Eurojust anche in materia di terrorismo, oltre che fungere da Punto di Contatto della Rete Giudiziaria Europea.

In considerazione del ruolo centrale sul piano del coordinamento nazionale, la DNAA rappresenta un’interfaccia fondamentale di Eurojust, poiché le reciproche relazioni di interscambio potenziano e rendono più efficaci, sul piano interno e quello internazionale, le funzioni di agevolazione e rafforzamento del coordinamento di indagini per reati di criminalità organizzata transnazionale e di terrorismo internazionale. La comunicazione con la DNAA è stata pressoché quotidiana ed ha avuto ad oggetto lo scambio di informazioni a carattere operativo e di tipo strategico, con l’adozione di iniziative condivise.

Particolarmente efficace è risultata la relazione “DNAA – EUROJUST” ai fini della promozione e costituzione di squadre investigative comuni, spesso realizzando, attraverso scambi informativi ed atti di impulso (sul piano nazionale ed europeo), i presupposti per la formazione di numerose squadre.

Costante è stata poi l’implementazione sistematica del registro giudiziario europeo antiterrorismo, che si sta rivelando prezioso strumento di supporto per le esigenze del coordinamento investigativo.

Anche il rapporto di collaborazione con la Procura Generale della Cassazione è continuato in modo proficuo, attraverso il costante scambio di informazioni giuridiche e di documenti di reciproco interesse, nonché con la trasmissione dell’invio delle sentenze della Suprema Corte di Cassazione rilevanti nella materia della cooperazione giudiziaria, che si auspica possa continuare anche in futuro.

L’aumento di tipo quantitativo, si è accompagnato ad una crescita degli indici qualitativi del lavoro svolto: ciò è confermato in primo luogo dal numero delle riunioni di coordinamento promosse da questo membro nazionale.

Il coordinamento investigativo nelle indagini a carattere transnazionale è certamente l’attività in cui si esprime appieno la tipica mission di Eurojust (cfr. art. 2 comma primo del Regolamento 1727/2018) ed in cui è chiaramente ravvisabile il tratto di natura giudiziaria dell’attività svolta dall’organismo e dai suoi membri nazionali.

Con ben 58 riunioni di coordinamento promosse e svolte, il Desk italiano si segnala, nel 2020, per il più alto numero di attività di coordinamento attuata mediante meeting operativi con il diretto coinvolgimento delle autorità giudiziarie e di polizia.

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Il dato si evince agevolmente dalla infografica seguente:

Altro fattore che riflette gli aspetti qualitativi dell’azione svolta è quello che attiene alle squadre investigative comuni, per le quali sono state assunte specifiche iniziative, sia ai fini della loro costituzione, che per le esigenze di coordinamento e di finanziamento. In tal senso il ricorso a tale strumento di cooperazione si conferma di straordinaria efficacia rispetto alle forme di criminalità maggiormente strutturate e caratterizzate da una mobilità sul territorio delle sue componenti soggettive (membri delle organizzazioni criminali) e dei suoi obiettivi criminali.

Il dato viene ben espresso dalla info-grafica che segue, ma il tema delle squadre investigative e dell’apporto fornito da Eurojust sarà al centro del successivo capitolo dedicato ad alcuni approfondimenti tematici:

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L’analisi aggregata del dato quantitativo si completa analizzando gli strumenti di cooperazione giudiziaria applicati nelle procedure trattate dal Desk, dal lato attivo (su richiesta ovvero nell’interesse delle autorità giudiziarie italiane). Spicca, in particolare, l’alto numero di ordini di indagine europei, confermandosi anche per le autorità giudiziarie italiane l’ampio ricorso a tale strumento, nei quali, spesso, l’intervento di Eurojust è servito a superare le asimmetrie normative di tipo ordinamentale, che prima facie, impedivano una esecuzione piana e tempestiva delle misure richieste. Sono spesso state agevolate le consultazioni tra autorità emittente e di esecuzione ovvero proposte soluzioni in grado di raccogliere un comune grado di adesione tra le autorità coinvolte. Per una disamina specifica dei principali problemi emersi in fase applicativa si rinvia a successivo capitolo dedicato ad un specifico focus di analisi su alcuni strumenti di cooperazione giudiziaria, tra cui l’ordine di indagine europeo.

L’info-grafica che segue è rappresentativa della tipologia di strumenti su cui si è intervenuto nell’ambito di procedure c.d. attive, ossia promosse nell’interesse delle autorità giudiziarie italiane o su loro richiesta:

3.2.1 Le forme di criminalità emergenti nella casistica Italiana

Completa l’analisi in corso anche l’esame delle principali fattispecie penali per le quali vi è stato il ricorso ad Eurojust da parte delle autorità giudiziarie nazionali. Esso conferma, anche dal lato italiano, la prevalenza delle frodi, di tipo informatico, delle fattispecie connesse al traffico internazionale di stupefacenti ed al riciclaggio, in cui è prevalente la dimensione organizzativa e strutturata dei gruppi coinvolti nelle relative attività delittuose.

L’infografica che segue è illustrativa del dato menzionato:

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3.2.2 L’aumento delle Frodi on line

In particolare, nell’anno del COVID- 19, si conferma un aumento delle frodi on line, commesse sia ai danni di vittime particolarmente vulnerabili (anziani, minori) sia ai danni di persone giuridiche – società commerciali (ceo fraud) nei quali si accresce il livello di sofisticazione dello schema fraudolento nella commissione dei reati. Nei casi trattati sono spesso emesse esigenze di acquisizione di prova di natura digitale, per la cui disamina si rinvia agli approfondimenti tematici in prosieguo nella presente relazione. Essenziale è stato spesso il ricorso a squadre investigative comuni, in grado di assicurare il coordinamento tra l’impiego di tecniche investigative moderne ed il ricorso a forme e metodologie tradizionali di indagini.

Indicativa della menzionata crescita è l’info-grafica che segue:

42

65 71

100 101

84 73

103 107 106

2016 2017 2018 2019 2020

Indagini italiane in materia di frode

Registered by Italy Registered towards Italy

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3.2.3 Il Traffico internazionale di stupefacenti

Anche dalla casistica del Desk italiano di Eurojust si conferma che il mercato della droga è diventato sempre più complesso e dinamico, fino a divenire il più vasto mercato illecito dell’UE. Oggi gli stupefacenti rimangono la primaria fonte di finanziamento delle mafie.

Secondo l’analisi condotta dall’European Monitoring Centre for Drugs and Drug Addiction e da Europol sui drug markets del 2019, la droga rende alla criminalità organizzata un

“fatturato” annuo di oltre 30 miliardi di euro, di cui una parte cospicua deriva dal traffico di cannabis (39%) e cocaina (31%). È questo un mercato in cui la domanda non conosce crisi, come confermano gli ultimi dati a livello europeo.

I dati di Eurojust segnalano nel 2020 un aumento delle indagini per traffici internazionali di droga in cui è stato

coinvolto questo Ufficio nazionale, per le esigenze di cooperazione giudi- ziaria e di coordina- mento, come si evince dal grafico affianco:

3.2.4 Il coinvolgimento delle organizzazioni mafiose

Anche in base alla più recente casistica di Eurojust si conferma che gli esponenti di organizzazioni mafiose sono presenti ed operano all’estero per acquisire attività economiche e per le attività di riciclaggio e di reinvestimento dei loro illeciti profitti, in ciò instaurando pericolose sinergie operative con esponenti di criminalità locali o di altre etnie (albanesi, nigeriani, sud – americani). Non si tratta di fenomeni isolati, quanto piuttosto di strategie ben strutturate per l’acquisizione progressiva di spazi e attività economiche in paesi stranieri nei quali si sono manifestate, per varie ragioni, più favorevoli condizioni di contesto, che consentono di conferire alle organizzazioni criminali una maggiore duttilità operativa. In particolare, i dati statistici del 2020 presentano un significativo aumento dei casi connessi ad indagini a carico delle organizzazioni di ’ndrangheta per le sue proiezioni transnazionali. I paesi maggiormente interessati sono la Germania, il Belgio, i Paesi Bassi, ma anche paesi terzi

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quali la Confederazione elvetica, l’Australia ed i paesi del Sud America. La segnalata crescita numerica si riflette nei dati esposti nel grafico sottostante:

Altro settore nel quale si segnalano elementi indicativi di una espansione del crimine organizzato e delle mafie è quello della illecita acquisizione dei fondi europei. Se quest’ultimi, da vari anni, sono al centro degli interessi criminali di gruppi malavitosi, che sfruttano le debolezze e le carenze di molti sistemi nazionali – sia in sede di verifica dei presupposti di accesso ai fondi che nelle fasi di successiva gestione degli stessi – questo rischio sembra accrescersi oggi potentemente.

Come è noto, infatti, in aggiunta ai fondi previsti dal piano finanziario annuale e multi annuale dell’UE, vi sarà una immissione di liquidità a seguito del Recovery Plan europeo, che determinerà una potente operazione fiduciaria da parte delle istituzioni europee, senza precedenti, per fronteggiare le conseguenze della crisi economica derivanti dal Covid-19. Non appare allora soltanto teorico – se si guarda alla storia anche criminale che ha contrassegnato la gestione degli interventi straordinari a sostegno di calamità naturali – il rischio che la criminalità organizzata possa riorientare la propria azione avendo di mira l’attesa nuova liquidità; ciò tanto in fase di acquisizione dei fondi, ricorrendo a collaudate pratiche corruttive, quanto nelle fasi di esecuzione di opere pubbliche e di gestione dei servizi.

Occorre, dunque, che siano presto messe in campo tutte le misure, sia operative che di perfezionamento degli strumenti giuridici, per fronteggiare adeguatamente la accresciuta minaccia, assicurando il perfetto e tempestivo funzionamento dei meccanismi di prevenzione e con finalità anti-riciclaggio.

Sul piano europeo va presto superata la perdurante disomogeneità e inadeguatezza della normativa europea per contrastare le attività della criminalità organizzata transfrontaliera, che con riguardo al reato di tipo associativo trova la sua base giuridica nella obsoleta decisione quadro 2008/841/GAI del Consiglio relativa alla lotta contro la criminalità organizzata. È auspicabile una immediata revisione di tale quadro normativo, alla luce dell’art. 83 del TFUE, adeguando le fattispecie di reato al fine di dare specifico rilievo al carattere transfrontaliero delle organizzazioni criminali, più volte evidenziato nei report delle Agenzie europee (Europol, Eurojust), inasprendo i livelli sanzionatori minimi e includendo anche il reato di associazione

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1 6

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2

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Mafia Camorra Ndrangheta Stidda Cosa Nostra Sacra Corona Unita

Casi registrati dall'Italia per forme di criminalità mafiose negli anni 2016-2020

2016 2017 2018 2019 2020

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stabilità del progetto criminale insita nel vincolo associativo e nella capacità di condizionamento delle istituzioni pubbliche. In tale quadro sarebbe auspicabile anche una normativa europea generale sul tema della protezione di coloro che decidono di collaborare con la giustizia.

3.3 L’operatività con i paesi terzi

Il lavoro di supporto al coordinamento svolto dal Desk italiano a beneficio delle autorità giudiziarie nazionali si è sviluppato oltre i confini dell’UE. Come è noto, Eurojust ha stipulato, nel corso degli anni, una serie di accordi di cooperazione che hanno consentito anche il distacco in via permanente di alcuni magistrati di paesi stranieri presso la sede dell’organismo. Ciò è accaduto con gli Stati Uniti d’America, con la Norvegia, con la Confederazione Elvetica e l’Ucraina, con il Montenegro e la Macedonia del Nord, a cui vanno aggiunti i recenti accordi di cooperazione con l’Albania, la Georgia e con la Serbia oltre che con la Danimarca, che formalmente non è più presente quale Desk nazionale.

È utile evidenziare che nel 2020 sono continuati i rapporti operativi con il Regno Unito in virtù degli accordi di natura transitoria tra UE e UK, cessati formalmente il 31 dicembre 2020. Come è noto, poi, a soli sette giorni dalla scadenza del suddetto periodo, si sono conclusi positivamente i negoziati per un nuovo accordo, scongiurando un no deal che avrebbe probabilmente comportato, tanto per il Regno Unito come per l’Unione europea, effetti catastrofici anche sotto il profilo della sicurezza giuridica. Il testo del complesso accordo di commercio e cooperazione, “EU-UK Trade and Cooperation Agreement”, si compone di sette Parti di cui la “Parte terza” è dedicata alla materia del Law Enforcement and Judicial Coooperation in Criminal Matters. Quest’ultima, dunque, occupa una posizione di rilievo all’interno del TCA. Contrariamente a quanto avvenne il 1° febbraio scorso, con l’inizio del

“periodo di transizione” – che lasciò sostanzialmente immutata, fino alla scadenza dello stesso, la situazione previgente – a partire dal 1° gennaio 2021 i cambiamenti saranno assai rilevanti e destinati ad incidere profondamente sulle prassi di cooperazione con un partner strategico dell’importanza del Regno Unito. Per quanto concerne la cooperazione con Europol ed Eurojust essa proseguirà, sia pure con nuove basi, ed in esse il Regno Unito cessa comunque di fare parte in qualità di membro partecipante. In particolare, secondo le disposizioni del Titolo VI del TCA dedicato alle relazioni con Eurojust, il Regno Unito potrà distaccare presso l’agenzia dell’Unione un “punto di contatto” ed un proprio “prosecutor” di collegamento (“liaison prosecutor”), accompagnato anche da propri assistenti (fino a 5), mentre Eurojust potrà inviare a Londra un proprio “magistrato di collegamento” (“liaison magistrate”). Inoltre, la disciplina della decisione quadro 2002/584/GAI sul MAE verrà sostituita da una autonoma base legale costituita dalle pertinenti disposizioni del TCA che prevedono un analogo regime di consegna modellato sul MAE ed accompagnato da una propria modulistica affatto conforme.

In tale nuovo regime di “consegna UE-UK”, la decisione finale continuerà a rimanere materia riservata alle competenti autorità giudiziarie, senza il ritorno al potere di decisione ultima ministeriale, anche se clausole particolari vengono previste in particolare in materia di consegna dei propri cittadini. Nella materia della assistenza giudiziaria penale (Titolo VIII), si

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applicheranno le disposizioni della Convenzione del Consiglio d’Europa del 1959 e dei suoi due protocolli del 1978 e del 2001, cui si aggiungeranno le disposizioni ulteriori del TCA che disciplinano aspetti particolari, espandendo ad esempio la possibilità di ricorso a misure investigative e imponendo termini tassativi per la decisione sull’esecuzione delle misure richieste (rispettivamente non più di 45 e 90 giorni). Per ciò che riguarda gli ordini europei di indagine (OIE), la direttiva 2014/41/UE continuerà ad applicarsi agli ordini ricevuti prima della fine del periodo di transizione dall’autorità centrale o dall’autorità di esecuzione e la stessa regola vale per gli ordini di protezione europei emessi ai sensi della direttiva 2011/99/UE. Le decisioni quadro sul mutuo riconoscimento delle decisioni in materia di blocco e sequestro o in materia di confisca, delle misure alternative alla custodia cautelare e di quelle in materia di sanzioni pecuniarie, continueranno ad applicarsi rispettivamente a tutti i provvedimenti o le decisioni ricevuti prima della fine del periodo di transizione dall’autorità centrale o dall’autorità giudiziaria competente per l’esecuzione.

In aggiunta agli specifici accordi di cooperazione con i paesi terzi, ed in attesa che la Commissione europea avvii i negoziati con i nuovi paesi terzi indicati dal Consiglio – che di recente ha approvato la nuova strategia quadriennale di Eurojust – Eurojust può contare sulla collaborazione di 56 punti di contatto disseminati in tutto il mondo, che svolgono un ruolo prezioso per agevolare le procedure di cooperazione attivate dalle AA.GG. dei paesi membri.

Il coinvolgimento dei punti di contatto nei paesi terzi si è rilevato particolarmente efficace in occasione delle molteplici rogatorie internazionali emesse dalle autorità giudiziarie dei paesi UE, specie verso i paesi dell’area balcanica, che hanno manifestato una volontà collaborativa decisamente apprezzabile, anche nel contesto di squadre investigative comuni costituite nell’ambito di vari progetti sostenuti dall’UE (progetti IPA). Resta ancora problematico, invece, il quadro dei rapporti collaborativi con paesi di area africana, le cui tradizioni giuridiche sono improntate ad una forte centralizzazione delle procedure in capo alle autorità governative, che rende pressoché impossibile scambi informativi in tempo reale.

Eurojust ha comunque continuato il dialogo con le autorità giudiziarie dei paesi con i quali persistono le rilevate criticità. Specialmente nelle relazioni con i rappresentanti dei Paesi africani, sono state colte opportunità di dialogo per il miglioramento delle relazioni nel quadro di iniziative strategiche supportate da Eurojust, come per il progetto Euromed Justice, che vede la partecipazione di numerosi Procuratori Generali in rappresentanza dei citati paesi (Marocco, Tunisia, Libano, Egitto, Algeria, Israele). Eurojust è stata indicata dalla Commissione Europea quale project leader per la nuova edizione del progetto e nel 2021 dovrebbero svolgersi le prime iniziative.

Al riguardo, si segnala l’iniziativa di questo Membro nazionale, che pur nella consapevolezza della perdurante grave crisi libica, ha mantenuto alcuni contatti operativi con la Procura Generale del suddetto paese africano, per lo scambio di informazioni. Analoghe iniziative a beneficio delle autorità italiane sono state intraprese per la sottoscrizione della prima squadra investigativa comune con le autorità giudiziarie brasiliane in procedimenti investigativi per reati di criminalità organizzata. Consolidata, invece, è la collaborazione, la cooperazione e il coordinamento del Desk italiano con numerosi paesi dell’area balcanica, tra

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i quali, è significativo menzionare il Montenegro, la Serbia, l’Albania e la Macedonia del Nord, oltre che con gli USA e la Confederazione Elvetica.

L’info-grafica che segue è rappresentativa del numero delle procedure trattate dal Desk italiano nei rapporti con i paesi terzi nel corso del 2020:

3.4 I moduli operativi di Eurojust

Premessa: l’affinamento dei moduli operativi utilizzati dall’Agenzia e dal Desk italiano e la loro evoluzione alla luce del nuovo Regolamento su Eurojust, rende utile una loro rinnovata presentazione nella presente relazione, benchè la loro conoscenza dovrebbe risultare un patrimonio acquisito da parte di tanti magistrati. Inoltre, anche il naturale turn over con l’ingresso in magistratura di nuovi colleghi, giustifica una richiamo, in modo ordinato, delle principali modalità operative attraverso cui si snoda l’attività di supporto alla cooperazione giudiziaria ed al coordinamento svolta da Eurojust.

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3.4.1 Le riunioni di coordinamento

Tra le forme di supporto operativo fornito da Eurojust, cui si è già fatto cenno in principio della presente relazione, vi sono le riunioni di coordinamento che forniscono l’opportunità, per pubblici ministeri e investigatori

impegnati in un caso transfrontaliero che richieda un coordinamento investigativo, di riunirsi per condividere informazioni, concordare i passaggi successivi, quali la risoluzione di problemi legali, quali la prevenzione di situazioni di ne bis in idem, l’individuazione dei percorsi investigativi da intraprendere e le misure giuridiche da utilizzare.

I coordination meetings esprimono uno dei migliori strumenti operativi di cui

dispone Eurojust e ne costituiscono l’essenza nel senso che corrispondono alla main mission dell’organismo: il coordinamento delle indagini a carattere transnazionale. Solo il Desk italiano, nel 2020 ha partecipato con le proprie Autorità Giudiziarie a ben 91 di tali riunioni, di cui 58 attivate di propria iniziativa.

Le strutture: Eurojust promuove e supporta tali contesti di confronto con le proprie strutture, fornendo analisi e incrocio dei dati messi a disposizione, consulenze per la soluzione preventiva di problemi di giurisdizione, interpretariato, e locali attrezzati per le riunioni, finanziando anche i costi di viaggio e permanenza delle autorità nazionali

invitate ovvero mettendo a disposizione la propria piattaforma sicura di video conferenza per i partecipanti da remoto.

La preparazione: Il Desk italiano, parallelamente ai propri omologhi coinvolti nel coordinamento, in prospettiva dell’incontro assume le informazioni investigative nazionali utili allo sviluppo del caso. Lo scambio di informazioni investigative con il membro nazionale italiano, oltre a rispondere ad un preciso obbligo di cui all’art. 21 del Regolamento di Eurojust, è il presupposto fondamentale per cercare collegamenti con le indagini eventualmente pendenti in altri Paesi membri ovvero per stimolarne l’apertura con appropriati atti di impuslo. Tali informazioni, unitamente a quelle fornite dalle autorità estere coinvolte, confluiscono di frequente in una nota informativa e di analisi contenente anche, in relazione alle singolarità del caso, informazioni giuridiche, proposte di raccomandazioni comuni in tema di giurisdizione, progetti di accordi per la costituzione di squadre investigative, e ulteriori consigli.

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2016 2017 2018 2019 2020

Riunioni di coordinamento

Italia come paese organizzatore Italia come paese partecipante

Riferimenti

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