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L’operatività di Eurojust attraverso l’analisi aggregata dei dati

CAPITOLO III L’operatività di Eurojust e del Desk italiano nel 2020

3.1 L’operatività di Eurojust attraverso l’analisi aggregata dei dati

2020, un eccellente risultato operativo complessivo, confermando la propria posizione baricentrica nello spazio europeo di libertà, sicurezza e giustizia, per le esigenze di cooperazione giudiziaria e di coordinamento delle autorità nazionali. I casi operativi trattati nel corso del 2020 danno conto, ancora una volta, di un trend crescente, in linea con quanto emerso negli anni precedenti.

3.1.1 I dati quantitativi

I dati statistici finali consegnano un aumento complessivo pari al 13% dell’operatività complessiva dell’Agenzia rispetto

ai dati del 2019, determinato da ben 4200 nuovi casi trattati (a fronte dei 3892 del 2019), e da 4599 procedure registrate negli anni precedenti, il cui sviluppo operativo ha interessato anche il 2020.

Essa si è manifestata tanto rispetto a casi bilaterali (ossia coinvolgenti le autorità giudiziarie di due soli Stati membri), quanto in

quelli multilaterali (concernenti autorità giudiziarie di tre o più Stati membri UE o di Stati terzi).

Ciò si evince dalla infografica che segue.

La natura bilaterale della procedura trattata ha richiesto il coinvolgimento di Eurojust, tenuto conto della natura transnazionale (ossia riguardante il territorio di uno o più Stati membri) delle fattispecie criminose indagate dalle autorità giudiziarie nazionali, ed in cui si sono manifestate le esigenze di cooperazione e coordinamento ai sensi dell’art. 2 comma primo del Regolamento 1727 del 2018.

I dati esposti confermano che, pur manifestandosi l’expertise tipico dell’Agenzia rispetto ai casi multilaterali – ove Eurojust è in grado di esprimere una capacità operativa unica ed esclusiva nel suo genere, in ambito europeo – essenziale è stato il suo intervento anche nei casi di natura bilaterale. In essi è stato garantito un corretto e tempestivo esercizio degli strumenti basati sul principio del mutuo riconoscimento, ed in cui, il setting operativo, si manifesta, di regola, nel rapporto tra autorità emittente ed autorità di esecuzione.

In tali procedure Eurojust ha svolto un insostituibile ruolo di mediazione tra le autorità giudiziarie dei paesi membri, operanti in contesti ordinamentali e di diritto penal-processuale non sempre armonizzati ed in cui perdura la carenza di una quadro generale di regole comuni, a livello europeo, in materia di ammissibilità della prova.

Inoltre, non va trascurato che gli stessi strumenti di cooperazione giudiziaria previsti dal diritto dell’UE contengono spesso, all’interno dei loro statuti normativi, il richiamo a principi di carattere generale, tanto in fase di emissione quanto in sede di esecuzione, come, ad es., il richiamo al principio di proporzionalità.

Ciò ha inevitabilmente determinato fasi di consultazione tra l’autorità emittente e l’autorità di esecuzione, per la cui definizione l’intervento di Eurojust è stato spesso dirimente.

In molti casi, l’esercizio delle prerogative operative dei membri nazionali e dei loro assistenti ha consentito di individuare soluzioni adeguate, in grado di tenere in bilanciamento tanto le esigenze processuali dell’autorità giudiziaria dello Stato emittente quanto quelle dello Stato di esecuzione.

In alcuni casi l’azione svolta da Eurojust in procedure di natura bilaterale è avvenuta svolgendo un ruolo di supplenza dei Punti di Contatto della Rete Giudiziaria europea. Ciò è accaduto laddove vi è stata una difficoltà di tempestiva comunicazione tra i predetti e le autorità procedenti, ovvero in casi di particolare urgenza. Specie in quest’ultimi, l’esistenza di una stabile struttura operativa in capo ad Eurojust, ha certamente reso possibile l’erogazione dei servizi necessari alle autorità procedenti, nel rispetto del principio di complementarietà con la Rete dei Punti di Contatto. In questa ottica, vi sono ancora margini di miglioramento reciproco ed il Collegio di Eurojust, d’intesa con la Rete Giudiziaria europea, ha cercato di definire nel corso del 2020, con maggior precisione, i rispettivi ambiti operativi. Inoltre, per ragioni di

trasparenza sono state di recente adottate dal Collegio delle linee guida che consentiranno di assicurare traccia dei casi propri della EJN nel sistema automatico di gestione dei dati di Eurojust.

3.1.2 La natura dei casi trattati dall’Agenzia

Approfondendo l’analisi ed andando oltre la mera dicotomia casi bilaterali/casi multilaterali, si osserva che ampio ed articolato è il panorama dei diversi settori nei quali Eurojust è intervenuta a benficio delle autorità nazionali. L’info-grafica che segue può ritenersi esplicativa delle diverse aree di intervento dell’organismo, per come sviluppatasi nel 2020, ossia:

- per la trasmissione e facilitazione di ordini di indagine europei di cui alla Direttiva n. 41 del 2014 (in Italia trasposta con il Decreto Legislativo n. 36 del 2016). Eurojust, in particolare, ha trattato nel 2020, n. 1754 nuove procedure relative ad ordini di indagine europei;

- per la trasmissione e facilitazione di rogatorie internazionali verso paesi europei esclusi dal perimetro applicativo dell’Ordine di indagine europeo (Irlanda, Dani-marca) e verso paesi terzi.

In particolare, Eurojust ha trattato 1282 rogatorie internazionali;

- per l’agevolazione e lo scambio informativo in materia di mandato

d’arresto europeo, di cui alla Decisione quadro 584 del 2020 e per l’applicazione di altri strumenti di cooperazione giudiziaria basati sul principio del mutuo riconoscimento (ai sensi dell’art. 2 comma secondo lettera b) del Regolamento 1727 del 2018). Eurojust è intervenuta, in particolare, in 541 procedure basate su MAE. Inoltre Eurojust è intervenuta in 68 procedure estradizionali verso paesi terzi;

- per la necessità di prevenire possibili conflitti di giurisdizione comunicati ad Eurojust ai sensi dell’art. 12 della Decisione Quadro GAI 948 del 2009 (Decisione trasposta in Italia, come è noto, con il Decreto Legislativo n. 29 del 2016) ovvero emersi nel contesto dell’azione di coordinamento investigativo svolta da Eurojust. Ciò è avvenuto in 117 procedure;

- per il supporto a procedure di asset recovery (per le esigenze di sequestro e confisca dei proventi di reato). Ciò è avvenuto in 99 casi.

- per la necessità di istituire squadre investigative comuni

previste dalla Decisione Quadro GAI 465 del 2002 (Decisione trasposta in Italia, come è noto, con il Decreto Legislativo n. 34 del 2016). A tali squadre Eurojust ha prestato assistenza, sia nella fase genetica, ai sensi

dell’art. 2 par. 4 lettera d) del Regolamento 1727/2018, che nelle successive procedure di finanziamento, ai sensi dell’art. 4 comma primo lettera f del medesimo. In particolare, Eurojust è intervenuta in occasione della costituzione di 74 nuove squadre investigative comuni e per il supporto a 188 squadre investigative già operanti e costituite negli anni precedenti, per un totale di 262 squadre investigative.

In tale contesto e con particolare riguardo agli strumenti di acquisizione della prova transfrontaliera, si confermano alcuni aspetti di criticità nella operatività dell’ordine di indagine europeo, con particolare riguardo alle intercettazioni di comunicazioni telematiche ed ambientali, come già segnalato in pregressi documenti di questo membro nazionale inviati alle autorità nazionali. Il tema verrà ripreso nuovamente nella presente relazione atteso il suo impatto su molte procedure operative.

Il dato complessivo esposto, indicativo di un rafforzamento del trend operativo di Eurojust, esprime una sempre maggiore fiducia che le autorità giudiziarie nazionali manifestano verso l’organismo, per la qualità dei “servizi” offerti rispetto alle esigenze della cooperazione giudiziaria e del coordinamento.

Tale esigenza si è addirittura rafforzata durante il periodo della pandemia da Covid 19, anche per la capacità di Eurojust di supportare ed agevolare lo scambio informativo tra autorità straniere utilizzando la propria piattaforma digitale.

3.1.3 Le principali forme di criminalità emerse

La crescita numerica della casistica trattata conferma, altresì, l’inequivocabile tendenza della criminalità, specie di quella organizzata, ad operare in modo transfrontaliero, rendendo sempre più necessario, sul piano dell’azione di contrasto, il ricorso a forme strutturate di

scambio informativo e coordinamento tra le autorità giudiziarie, comprese quelle di polizia giudiziaria, responsabili dei procedimenti investigativi.

In particolare, relativamente alla fattispecie di natura penale emerse nelle procedure trattate, esse hanno riguardato, in prevalenza, forme di criminalità in aree definite prioritarie (priority crimes) secondo l’European Policy Cicle, quali i casi di frode, specie di tipo informatico, i casi di riciclaggio e di traffico internazionale di droga.

L’infografica a pagina seguente dà conto delle principali forme di criminalità trattate da Eurojust:

3.1.4 Le frodi informatiche

L’aumento del numero di frodi (informatiche) rappresenta un dato costante nella operatività di Eurojust e rende particolarmente allarmante tale tipo di minaccia, divenuta diffusa e pervasiva. Dall’analisi delle procedure condotte si conferma la difficoltà investigativa nell’organizzare una risposta strutturata e tempestiva, capace di risalire la catena criminale andando oltre l’individuazione dei singoli soggetti coinvolti nella fase finale dello schema delinquenziale (mule). In tal senso, il ricorso a squadre investigative comuni si conferma lo strumento di collaborazione per eccellenza, in quanto particolarmente efficace per affrontare le diverse fasi ed articolazioni attraverso cui si sviluppa tale forma di criminalità, come verrà chiarito dalla disamina di alcuni casi specificamente trattati da Eurojust.

In tali casi si sono posti molti problemi che riguardano l’acquisizione della prova digitale, per il cui approfondimento si rinvia alla trattazione che verrà fatta nell’apposito capitolo.

Non minori sono stati, poi, i problemi di giurisdizione rispetto alle concorrenti istanze punitive che si sono affacciate sullo scenario operativo.

3.1.5 I Traffici internazionali di droga e di riciclaggio

Altre aree criminali nelle quali si registra un sensibile aumento rispetto agli anni precedenti sono quelle relative al riciclaggio, al traffico internazionale di droga ed alle varie forme di criminalità organizzata, incluse le fattispecie di partecipazione a gruppi criminali.

Tali dati sono coerenti con quelli emergenti da altre fonti europee ed internazionali, anche di polizia, che segnalano un costante incremento dei traffici internazionali di droga e dei suoi precursori, che costituiscono tra le forme di criminalità più lucrative, appannaggio quasi esclusivo delle organizzazioni criminali transnazionali.

Dalla casistica di Eurojust si conferma “l’esplosivo connubio” criminalità organizzata – tecnologie digitali derivante dall’ampio ricorso da parte del crimine organizzato al web e deep web. In via di allarmante diffusione, poi, lo sviluppo di app e sistemi di pagamanto on line, spesso attivati da account informatici aperti in paesi off shore, da cui vengono impartiti ordini per effettuare rilevanti movimentazioni di danaro ovvero in cripto-valute, dove è facile eludere le regole sul tracciamento dei fondi e rendere anonime le transazioni.

In costante aumento, nel corso del 2020, sono stati anche i casi di traffico di migranti trattati dall’Agenzia, mentre si è assistito ad una flessione dei casi di terrorismo, specie di quello jihadista, benchè nel corso del mese di dicembre 2020 vi sono state delle forme di recrudescenza con gli attacchi in Francia ed in Austria, a conferma che tale tipo di minaccia non è mai cessata nel contesto dell’UE.

I dati sinteticamente esposti emergono con tutta evidenza dalla info-grafica che sotto si riporta, che contiene anche un confronto di tipo storico della incidenza delle diverse tipologie di attività criminale nei casi operativi gestiti da Eurojust nell’ultimo triennio: