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Parlare le lingue europee Le lingue nell Unione europea

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Unione europea

Parlare le lingue europee

Le lingue nell’Unione europea

L’Europa in movimento

(2)

Potete trovare il testo del presente opuscolo e altre spiegazioni chiare e concise sull’UE all’indirizzo Internet ec.europa.eu/publications

Commissione europea

Direzione generale della Comunicazione Pubblicazioni

B-1049 Bruxelles

Manoscritto terminato in agosto 2008 Illustrazione della copertina: © Shutterstock

Lussemburgo: Ufficio delle pubblicazioni ufficiali delle Comunità europee, 2008 16 pagg. — 21 x 29,7 cm

ISBN 978-92-79-09165-0

© Comunità europee, 2008

Riproduzione autorizzata. Per ogni uso o riproduzione di singole foto è necessario richiedere l’autorizzazione direttamente ai titolari dei diritti d’autore.

Printed in Germany

S

tampatosucartasbiancatasenzacloro

(3)

« L a c a p a c i t à d i c o m u n i c a r e i n v a r i e

l i n g u e c o s t i t u i s c e u n g r a n d e v a n t a g g i o p e r l e p e r s o n e , l e o r g a n i z z a z i o n i

e l e i m p r e s e . P r o m u o v e l a c r e a t i v i t à , r o m p e g l i s t e r e o t i p i c u l t u r a l i ,

i n c o r a g g i a l e i d e e o r i g i n a l i e

p u ò a i u t a r e a s v i l u p p a r e p r o d o t t i e s e r v i z i i n n o v a t i v i » .

Leonard Orban, membro della Commissione europea

L’Europa in movimento

Parlare le lingue europee

Le lingue nell’Unione europea

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Indice

L’Europa in movimento

L’importanza della lingua 03

Le lingue d’Europa 05

Lingue regionali e minoritarie 07

Lingua e mobilità 09

Promuovere l’apprendimento delle lingue 10

Gli strumenti del multilinguismo 12

Sfide future 15

Far funzionare un’Unione europea multilingue 13

Approfondimenti 15

(5)

inoltre contatti transculturali, la comprensione reciproca e le comu- nicazioni dirette tra i singoli cittadini in una Unione sempre in espansio- ne e più variegata.

Nessuna discriminazione

Nell’UE vi sono 23 lingue ufficiali.

Quando un nuovo paese diviene membro dell’Unione europea, la sua lingua nazionale diviene nor- malmente lingua ufficiale dell’UE.

La decisione a questo proposito viene presa in seno al Consiglio dei ministri dell’UE. Questo consente a ciascun cittadino dell’UE di utilizza- re la stessa lingua per ogni contatto con l’UE e le sue istituzioni esatta- mente come avviene con le autori- tà del suo paese.

Per lo stesso motivo, tutta la nuova legislazione adottata dall’UE viene tradotta in tutte le lingue ufficiali in

L

a lingua che parliamo contri- buisce a determinare chi siamo.

Le molteplici lingue parlate dai 500 milioni di cittadini dell’Unione europea si sono diffuse in tutto il continente come in un vasto mosai- co. L’Unione europea (UE) riconosce il diritto all’identità e promuove atti- vamente la nostra libertà di parlare e scrivere nella nostra lingua conti- nuando al contempo a perseguire il suo obiettivo di una più stretta inte- grazione tra i paesi membri. Si tratta di due obiettivi complementari in cui prende corpo il motto dell’UE

«Unita nella diversità».

In realtà l’UE va oltre, incoraggiando i suoi cittadini a imparare le lingue.

Conoscere un’altra lingua, o forse varie lingue, consente di spostarsi e trovare lavoro in un altro paese.

Questa mobilità sul mercato del lavoro aiuta a creare nuovi posti di lavoro e a stimolare la crescita.

Conoscere altre lingue promuove

modo che tutti i cittadini interessa- ti all’interno dell’Unione sappiano immediatamente l’argomento della nuova legge e come questa li in- fluenzi. Tutte le versioni linguistiche di una normativa UE hanno lo stes- so valore giuridico.

In questo modo l’UE si assicura che non esistano discriminazioni tra i cittadini che utilizzano una lingua parlata da un gran numero di perso- ne e altri che utilizzano quelle meno diffuse. Nel Parlamento europeo, per esempio, i deputati possono rivolgersi all’assemblea nella lingua della popolazione che rappresenta- no. I deputati sloveni hanno gli stes- si diritti di quelli tedeschi di parlare la lingua dei loro elettori.

Forti responsabilità

La traduzione e l’interpretazio- ne rappresentano dunque delle

L’importanza della lingua

PARLARE LE LINGUE EURoPEE L’importanza deLLa Lingua

03

Le attuali lingue dell’unione sono divenute «lingue ufficiali» dell’ue in questi anni

1953 1973 1981 1986 1995 2004 2007

23 Bulgaro 22 Romeno 21 Irlandese(*) 20 Maltese 19 Ceco 18 Slovacco 17 Sloveno 16 Polacco 15 Ungherese 14 Estone 13 Lettone 12 Lituano 11 Finlandese 10 Svedese 9 Spagnolo 8 Portoghese 7 Greco 6 Inglese 5 Danese 4 Francese(**) 3 Tedesco(**) 2 Italiano(**) 1 Neerlandese(**)

Lingue ufficiali dell’UE

(*) Irlandese: lingua del trattato dal 1973. Basco, catalano, galiziano: status speciale dal 2006.

(**) Queste quattro lingue sono state utilizzate dalla Comunità europea del carbone e dell’acciaio, fondata nel 1950 e che ha rappresentato il primo passo nella formazione dell’attuale Unione europea. Nel 1958 le lingue ufficiali sono state determinate dal regolamento n. 1 del Consiglio, modificato ogni volta che un nuovo paese è divenuto membro dell’UE.

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04

PARLARE LE LINGUE EURoPEE L’importanza deLLa Lingua

responsabilità importanti per l’UE.

L’ingresso di 12 nuovi Stati mem- bri tra il 2004 e il 2007 ha più che raddoppiato il numero di lingue ufficiali che sono passate da 11 a 23, concentrando l’attenzione sul ruolo delle lingue nell’UE come mai era stato fatto in passato. Questo ha spinto l’UE a creare, nel 2007, il multilinguismo come nuova area politica. Gli obiettivi sono quelli di promuovere l’apprendimento della lingua nell’UE, assicurare ai cittadini l’accesso all’UE nella propria lingua e sfruttare appieno il contributo del multilinguismo per lo sviluppo eco- nomico, sociale, culturale e politico dell’Unione europea.

L’impegno dell’UE nel salvaguarda- re la diversità linguistica mostra che quest’ultima non sta cercando di cancellare caratteristiche nazionali o regionali sostituendole con una uniformità «europea», come invece sostenuto da alcuni critici.

Conoscere le proprie radici linguistiche

Le lingue parlate nell’Unione hanno radici diverse. La mag- gior parte di esse fa parte della grande famiglia indoeuro-

pea, che comprende principalmente i gruppi germanico, romanzo, slavo e celtico. Anche il greco e le lingue baltiche, lituano e lettone, sono lingue indoeuropee, sebbene non appartengano ad alcuno dei gruppi principali. Ungherese, finlandese ed estone sono invece lingue ugrofinniche. Il maltese, infine, è prossimo all’arabo con elementi italiani.

A tali famiglie appartiene anche la maggior parte delle lingue «regionali» e «minoritarie» parlate nell’Unione. La principale eccezione è il basco, diffuso nella zona della frontiera franco-spagnola, le cui radici non sono ancora note.

Nel concetto di lingua minoritaria rientrano non solo lingue meno diffuse come il saami in Lapponia o il bretone nella Francia occidentale, ma anche le lingue ufficiali dell’Unione quando sono utilizzate da minoranze in un altro Stato membro (come il tedesco nell’Italia settentrionale o l’ungherese in Romania e Slovacchia). L’ingresso dei paesi baltici con minoranze di lingua russa ha aggiunto una nuova categoria di lingua «minoritaria», una lingua che rappresenta la lingua nazionale di un paese non comunitario.

Le 23 lingue ufficiali dell’Unione europea sono bulgaro, ceco, danese, estone, finlandese, francese, greco, inglese, irlandese, italiano, lettone, lituano, maltese, neerlandese, polacco, portoghese, romeno, slovacco, sloveno, spagnolo, svedese, tedesco, ungherese. Il catalano, il basco e il galiziano hanno uno status di lingua ufficiale in Spagna: per questo motivo alcuni testi dell’Unione sono tradotti da e verso queste lingue con i costi a carico del governo spagnolo.

Nell’UE le lingue ufficiali sono in numero inferiore agli Stati membri perché la Germania e l’Austria usano la stessa lingua, la Grecia e Cipro hanno in comune il greco e il Belgio e il Lussemburgo hanno lingue comuni con i loro vicini francesi, tedeschi e olandesi. Si giunge così a 23 lingue per 27 paesi.

© EP

grazie all’interpretazione, i deputati del parlamento europeo possono discutere le varie questioni nella loro lingua madre

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05

P

ARLARE LE LINGUE EURoPEE Le Lingue d’europa

I

l tedesco è la lingua madre più diffusa nell’Unione europea con circa 90 milioni di parlanti nativi o il 18 % della popolazione dell’UE.

Inglese, italiano e francese sono lin- gue parlate ciascuna da circa 60-65 milioni di cittadini dell’Unione (12- 13 % del totale).

L’inglese, tuttavia, parlato da circa il 38 % dei cittadini UE come prima lin- gua straniera, supera di gran lunga il tedesco e le altre lingue come la più utilizzata nell’Unione europea. Circa il 14 % dei cittadini dell’Unione uti- lizza il francese o il tedesco come prima lingua straniera.

L’arrivo di 12 nuovi Stati membri dal 2004 ha confermato la preminen- za dell’inglese come lingua franca emergente dell’Unione europea.

Ma ha anche rafforzato la posizione

del tedesco che ora è alla pari con il francese. Questo perché il tedesco viene maggiormente parlato del francese come lingua straniera nei paesi dell’Europa centrale e orien- tale. Come risultato di fattori stori- ci e geopolitici, il russo è la prima o seconda lingua straniera di gran parte di questi paesi. In realtà, il son- daggio più recente realizzato dalla Commissione europea, pubblicato nel 2006, mostra che cinque lingue dominano sulle altre come lingue straniere maggiormente parlate dai cittadini dell’UE (cfr. tabella).

Non stupisce che le migliori compe- tenze linguistiche si trovino in paesi relativamente piccoli o la cui lingua ha diffusione limitata al di fuori dei confini. Più del 90 % della popolazio- ne in otto paesi dell’Unione — Let- tonia, Lituania, Lussemburgo, Malta,

Paesi Bassi, Slovacchia, Slovenia e Svezia — sostiene di parlare una seconda lingua in aggiunta alla pro- pria lingua madre. Dal lato opposto, solo il 34 % degli irlandesi e il 38 % dei britannici sostiene di conosce- re una seconda lingua a un livello sufficiente da poter sostenere una conversazione.

«Lingua materna più due»

Anche se la maggior parte degli eu- ropei impara come seconda lingua l’inglese, seguito dal tedesco e dal francese, altre opzioni linguistiche potrebbero essere più opportune in determinate circostanze. Questo vale soprattutto nel caso in cui i cit- tadini dell’UE desiderino spostarsi da un paese a un altro per cercare migliori opportunità lavorative. In

Le lingue d’Europa

Lingue straniere più comuni nell’UE

Domanda: «Quali lingue, oltre alla Sua lingua madre, conosce bene a sufficienza da poter tenervi una conversazione?»

Risposte (%):

Fonte: Commissione europea, sondaggio speciale Eurobarometro n. 243 (2006).

Russo 6

Spagnolo 6

Francese 14

Tedesco 14

Inglese 38

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06

PARLARE LE LINGUE EURoPEE Le Lingue d’europa

tal caso, imparare la lingua di un paese confinante potrebbe essere concretamente più utile. In parte per questa ragione, l’Unione euro- pea incoraggia le persone ad ap- prendere due lingue straniere, se possibile.

Secondo il sondaggio Eurobarome- tro del 2006, il 28 % degli intervistati ha dichiarato di conoscere due lin- gue oltre alla propria. Comunque il sondaggio mostra anche che in sette paesi UE (Irlanda, Italia, Porto- gallo, Regno Unito, Romania, Spa- gna e Ungheria) tra la metà e i due terzi della popolazione non cono- sce nessuna lingua straniera.

Tra gli altri risultati emersi dal son- daggio vi sono:

in totale l’84 % degli intervi- stati ritiene che tutti i cittadini UE dovrebbero conoscere una secon- da lingua oltre alla lingua materna;

circa la metà sostiene l’idea della lingua materna più due lingue;

il 68 % degli intervistati ritiene che l’inglese sia la lingua straniera più importante da apprendere, se- guito dal francese (25 %) e dal tede- sco (22 %);

la maggioranza degli europei ri- tiene che i bambini dovrebbero inizia- re ad apprendere lingue straniere alle scuole elementari, tra i 6 e i 12 anni;

si apprende una lingua stra- niera principalmente per andare in vacanza o per motivi inerenti al la- voro; tra gli intervistati, il 35 % vuole usare le proprie competenze lingui- stiche in vacanza all’estero; il 32 % impara le lingue per utilizzarle sul lavoro, mentre il 27 % lo fa per poter lavorare in un altro paese;

circa il 63 % degli europei crede che le lingue regionali e mi- noritarie dovrebbero ricevere un sostegno maggiore.

molte persone mettono in pratica le proprie conoscenze linguistiche in vacanza

©Helen King/Van Parys Media

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Lingue regionali e minoritarie

07

P

ARLARE LE LINGUE EURoPEE Lingue regionaLi e minoritarie

I

l rispetto della diversità linguisti- ca e culturale costituisce un trat- to distintivo dell’Unione europea.

Questo è sancito dalla Carta euro- pea dei diritti fondamentali adot- tata dai leader dell’UE nel 2000. Le lingue regionali e minoritarie sono tutelate più nello specifico da una carta approvata nell’ambito del Consiglio d’Europa.

La diversità linguistica copre non solo le 23 lingue ufficiali dell’UE ma anche le sue lingue regionali e mi- noritarie. Ve ne sono più di 60, anche se il numero reale dipende dal modo in cui si definisce una lingua (rispetto

a un dialetto, per esempio). Queste lingue sono parlate da più di 50 milioni di persone in tutta l’Unione europea.

Tre definizioni

Generalmente si riconoscono tre categorie di lingue regionali e minoritarie:

lingue specifiche per una re- gione che può trovarsi all’interno di uno Stato membro o regione tran- sfrontaliera e che non costituiscono una lingua dominante in nessun paese dell’Unione. Tra queste vi sono lingue quali il basco, il breto- ne, il catalano, il frisone, il sardo e il gallese;

lingue parlate da una minoran- za della popolazione in un paese UE ma che sono lingue ufficiali in un altro: per esempio il tedesco nel sud della Danimarca, il francese in Valle d’Aosta, nel nord dell’Italia e l’ungherese in Slovacchia;

lingue non territoriali quali quelle delle comunità rom o ebrai- che nell’UE (romaní e yiddish).

Il concetto di lingua regionale e mi- noritaria non include i dialetti delle lingue ufficiali, né le lingue parlate dalle comunità di immigrati resi- denti nell’Unione europea.

Lingue non indigene

Nei paesi dell’UE viene utilizzata dalle comunità di immigrati un’am- pia gamma di lingue di altre parti del mondo. Tra queste ha una po- sizione preminente il turco con comunità di immigrati piuttosto grandi in Germania, Belgio e Paesi

Bassi. Altre lingue sono l’arabo del Maghreb (essenzialmente in Fran- cia, Spagna e Belgio) nonché l’urdu, il bengali e l’hindi, utilizzati dagli im- migrati originari del subcontinente indiano nel Regno Unito.

In linea generale, queste lingue non indigene non hanno uno status o riconoscimento ufficiale negli Stati UE. Ma le comunità di immigrati ricevono fondi comunitari che li aiutano a integrarsi nei loro nuovi paesi di residenza attraverso pro- grammi di sviluppo sociale e regio- nale. In alcuni paesi ricevono anche il sostegno per lo sviluppo di com- petenze nelle lingue dei loro paesi di origine e ai loro figli vengono insegnate queste lingue a scuola.

Questo consente alle persone inte- ressate di restare in contatto con le proprie radici culturali assimilando al contempo la lingua e la cultura del loro nuovo paese ospitante. Tali capacità di bilinguismo possono co- stituire inoltre una risorsa personale di grande valore e aprire possibilità di carriera in vari campi.

Questa donna sami, in Lapponia, parla una lingua minoritaria

© Travel-images.com

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Le lingue dell’integrazione

Molte autorità locali e governi nazionali offrono agli immigrati formazione lingui- stica, corsi di familiarizzazione su cultura e società locale e li aiutano nella ricerca di lavoro. Questi ultimi elementi vengono spesso forniti nella lingua propria degli immigrati.

Un esempio è costituito dalla città fiamminga di Gent, in Belgio, dove gli immigrati e rifugiati riconosciuti ricevono un programma introduttivo che comprende 1 200 ore di lezione di neerlandese (la lingua della regione fiamminga), più 75 ore di corsi di orientamento civico. Quest’ultimo viene fornito in albanese, arabo, francese, inglese, persiano, russo, somalo, spagnolo e turco.

Nella città tedesca di Francoforte sul Meno, un corso di lingua di 600 ore è preceduto da una corso di familiarizzazione con la città e da una introduzione alle istituzioni tedesche e al sistema giuridico nazionale. Il corso viene offerto in otto lingue e inse- gnato da migranti stabiliti localmente.

Il sistema di istruzione finlandese sostiene la conservazione e lo sviluppo delle lingue materne degli immigrati per garantire quello che viene chiamato bilinguismo funzionale. L’istruzione è stata offerta in 52 lingue. Il russo, il somalo e l’albanese sono state le lingue maggiormente insegnate come lingue materne degli immigrati.

L’Ungheria ha sviluppato la sua politica di integrazione nazionale sulla base di un progetto pilota di sei mesi chiamato Matra che ha previsto 1 200 ore di insegnamento linguistico per gli immigrati, 700 ore di orientamento culturale e giuridico nonché assistenza finanziaria per le spese di vitto e alloggio.

PARLARE LE LINGUE EURoPEE Lingue regionaLi e minoritarie

08

una lezione di lingua per gli immigrati a Vienna

© DG REGIO

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09

Lingua e mobilità

I

cittadini dell’Unione hanno il dirit- to di vivere e lavorare in un altro Stato membro diverso dal proprio paese di origine. L’UE permette alle persone di andare dove ci sono posti di lavoro disponibili. La conoscenza di altre lingue è la chiave per una reale mobilità all’interno dell’Unione con- sentendo di approfittare al massimo delle opportunità di lavorare, studia- re e viaggiare in tutto il continente.

Conoscere la lingua locale non è solo fondamentale per ottenere un lavoro in un altro paese, ma consente anche di stabilire contatti diretti con la po- polazione locale e spesso di acquisire così una prospettiva completamen- te nuova su ciò che significa essere

europei e su ciò che stiamo creando tutti insieme. Possiamo avere una storia nazionale e un patrimonio culturale diversi, ma le nostre aspi- razioni e speranze per il futuro sono in profonda sintonia. La possibilità di comunicare stimola la consapevolez- za di quanto abbiamo in comune e al contempo rafforza il rispetto recipro- co per le differenze culturali.

Le lingue significano opportunità commerciali

Uno studio realizzato per la Commis- sione europea mostra che le imprese dell’Unione possono perdere op- portunità commerciali a causa della mancanza di competenze linguisti- che. Questo riguarda soprattutto le piccole e medie imprese (PMI) che non riescono a sfruttare in pieno le opportunità di esportazione verso altri paesi dell’Unione. Secondo lo studio, fino all’11 % delle PMI — quasi un milione di imprese — hanno perso i contratti con potenziali clien- ti negli Stati membri dell’UE a causa delle barriere linguistiche.

Lo studio sottolinea inoltre la crescente importanza del multilinguismo per un’attivi- tà commerciale vincente sui mercati mondiali. In questo contesto l’inglese rappresenta

la lingua principale, ma lo studio sot- tolinea la crescente importanza del cinese, dell’arabo e del russo.

Per migliorare i risultati delle espor- tazioni, lo studio consiglia alle im- prese di:

adottare un approccio strate- gico nei confronti della comunica- zione multilingue;

assumere parlanti nativi per la- vorare sui mercati d’esportazione;

reclutare personale con com- petenze linguistiche e sviluppare ulteriormente queste capacità;

assumere traduttori e interpreti.

Il multilinguismo in sé rappresen- ta un settore di crescita econo- mica che crea posti di lavoro per insegnanti di lingua, traduttori e interpreti più il loro personale di sostegno nonché per quelli che progettano e producono piattafor- me di sostegno elettronico e IT e per programmatori e specialisti che sviluppano sistemi di traduzione as- sistita o automatica.

© Shutterstock

Ha senso impiegare i parlanti nativi per lavorare nel settore dei mercati d’esportazione

PARLARE LE LINGUE EURoPEE Lingua e mobiLità

Attenzione alla vostra lingua

Ogni anno, il 26 settembre, viene celebrata la Giornata europea delle lingue.

L’idea alla base dell’evento è sensibilizzare i cittadini sulle lingue parlate in Europa e sull’importanza dell’apprendimento di queste ultime nella diffusione della tolle- ranza e della comprensione reciproca. La Giornata europea delle lingue celebra la diversità linguistica come uno dei punti di forza dell’Europa e incoraggia l’appren- dimento continuo delle lingue dentro e fuori la scuola. Uno dei poster utilizzati per questo evento mostra come comunemente ci si saluta in 37 lingue.

© Shutterstock

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L

’UE è impegnata a sostenere i diritti dei suoi cittadini alla mobilità personale e professionale nonché la loro capacità a comu- nicare tra loro. Realizza questo fi- nanziando una serie di programmi volti a promuovere l’insegnamento e l’apprendimento delle lingue eu- ropee. Si tratta di programmi che hanno almeno una caratteristica in comune: coprono progetti tran- sfrontalieri che coinvolgono part- ner provenienti da almeno due, ma spesso tre o più Stati membri.

obiettivo dei programmi UE è quel- lo di integrare le politiche nazio- nali degli Stati membri nel campo dell’istruzione. ogni governo è responsabile della propria politica nazionale per l’istruzione, ivi com- preso l’insegnamento delle lingue.

L’azione dei programmi UE consi- ste nel creare vincoli fra paesi e re- gioni tramite progetti comuni che

rafforzano l’impatto dell’insegna- mento e dell’apprendimento delle lingue.

Fondi dell’UE per l’apprendimento

Dal 2007 i programmi principali sono stati inseriti sotto la protezio- ne globale del programma di ap- prendimento continuo dell’Unione.

La promozione dell’apprendimento linguistico e della diversità linguisti- ca è dunque uno degli obiettivi del programma e dei suoi quattro spe- cifici sottoprogrammi. Il nome di ciascuno di questi programmi deri- va da un noto educatore europeo e ciascuno è responsabile per un’area di apprendimento e insegnamento.

Il primo, Comenius (che prende il nome da Jan Amos Comenius o Komensky, un educatore del 17°

secolo dell’attuale Repubblica ceca), copre l’istruzione primaria e secon- daria. Erasmus (che prende il nome da un umanista del 16° secolo, Era- smus da Rotterdam) è un program- ma speciale creato per consentire a studenti e insegnanti di livello uni- versitario di trascorrere un periodo in una università di un altro paese comunitario. Il programma Erasmus prevede per i partecipanti corsi di lingua intensivi prima del loro soggiorno all’estero. Il programma Leonardo da Vinci (dal nome della grande figura del rinascimento ita- liano) si concentra sull’istruzione e formazione professionale. Il quarto programma è Grundtvig, dal nome di N. F. S. Grundtvig, un precursore danese dell’istruzione per adulti del 19° secolo. Questo programma si specializza nell’insegnamento per adulti.

All’interno delle loro aree di respon- sabilità, ciascun programma specifi- co mira a:

incoraggiare le persone a im- parare lingue a tutti i livelli di istru- zione e a tutte le età durante la loro vita lavorativa;

migliorare l’accesso all’ap- prendimento delle lingue in tutta l’Europa;

sviluppare e diffondere tecni- che didattiche innovative e buone pratiche;

garantire che coloro che ap- prendono le lingue dispongano di una gamma di strumenti didattici sufficientemente ampia;

sensibilizzare sull’importan- za del multilinguismo come va- lore economico e sociale chiave dell’UE.

non è mai troppo presto iniziare ad apprendere un’altra lingua

Promuovere l’apprendimento delle lingue

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PARLARE LE LINGUE EURoPEE promuoVere L’apprendimento deLLe Lingue © Shutterstock

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Tutte le lingue hanno i requisiti per ottenere il sostegno nell’ambito di questi programmi specifici: lingue ufficiali, lingue regionali, minoritarie e degli immigrati nonché le lingue dei maggiori partner commerciali dell’UE.

Esistono centri informativi nazio- nali in ogni paese che forniscono dettagli su come fare domanda per partecipare a questi programmi (cfr.

ec.europa.eu/ploteus).

Ponti transculturali

Anche i programmi culturali dell’Unione europea promuovono in vari modi la diversità linguistica e culturale. Il programma MEDIA finanzia il doppiaggio e la sottotito- latura di film europei da proiettare nelle sale cinematografiche e sui teleschermi di altri paesi UE. Il pro- gramma «Cultura» sostiene la tra- duzione di autori moderni in altre lingue UE e costruisce così nuovi ponti transculturali.

Leonardo aiuta a mantenere la pace

Il programma di formazione professionale Leonar- do da Vinci si è trovato coinvolto in un’area inattesa di attività quando ha finanziato un programma di formazione transnazionale volto a migliorare le ca- pacità linguistiche delle forze per il mantenimento di pace dell’UE inviate per missioni militari, di poli- zia e umanitarie verso i luoghi caldi di tutto il mon- do. Il programma, chiamato «Linguapeace Europe», ha interessato i partner di 11 paesi dell’Unione europea. Tra questi vi sono Bulgaria, Estonia, Francia, Germania, Lettonia, Lituania, Polonia, Romania, Spagna, Regno Unito e Ungheria.

Affinché le missioni multinazionali dell’Unione siano efficaci, i partecipanti devono essere in grado di parlare gli uni con gli altri, molto spesso con un elevato grado di scioltezza e accuratezza. Linguapeace Europe ha sviluppato, analizzato e diffuso la formazione linguistica e i materiali di riferimento a livello intermedio e avanzato, raggiungendo uno standard di competenza linguistica riconosciuto dagli organi di qualificazione internazionale e nazionale.

PARLARE LE LINGUE EURoPEE promuoVere L’apprendimento deLLe Lingue

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Le forze di pace dell’unione in africa hanno bisogno di una lingua comune per risolvere i problemi operativi

© Council of the European Union

(14)

L

a diversità linguistica è parte della vita di tutti i giorni nell’Unione europea odierna. Con 500 milioni di cittadini con origini etniche, culturali e linguistiche di- verse, è più importante che mai for- nire loro le competenze necessarie per comprendersi e comunicare gli uni con gli altri. Al contempo può essere fatto di più per sviluppare il multilinguismo come strumento per aiutare le imprese dell’Unione a divenire più competitive e assicu- rare nuovi mercati d’esportazione in Europa e oltre.

Iniziative come il programma co- munitario per l’apprendimento continuo rappresentano dunque integrazioni importanti a ciò che i governi di ogni paese possono of- frire ai loro cittadini e alle loro im- prese. Il sostegno al multilinguismo è stato rafforzato nell’attuale perio- do di riferimento del programma 2007-2013. Esso riconosce l’appren- dimento linguistico e la diversità linguistica come obiettivi generali e il bilancio per i progetti linguistici è stato incrementato.

Una seconda è meglio

La concezione comunitaria del mul- tilinguismo per i singoli cittadini è molto ambigua. Se da un lato impara- re una lingua straniera in aggiunta alla propria lingua madre è cosa buona, impararne una seconda è anche me- glio. Tra il sondaggio Eurobarometro più recente, realizzato dalla Commis- sione nel 2006, e il precedente, risalen- te a cinque anni prima, il numero degli intervistati che hanno sostenuto di co- noscere due lingue oltre alla loro lin- gua madre è cresciuto dal 26 al 28 %.

L’UE è consapevole che le compe- tenze linguistiche non siano unifor- memente diffuse in tutti i paesi e gruppi sociali. La gamma di lingue straniere parlate nell’UE è limitata, ma non ci si può accontentare di una lingua franca nella forma dell’in- glese che, sia pur importante, non è sufficiente. L’Unione europea con- sidera ambizioso l’obiettivo «lingua materna più due», ma non impossi- bile da realizzarsi. L’apprendimento linguistico è un’attività continua che inizia a scuola (o anche all’asilo) e continua in tutti i livelli di istruzio- ne e in tutte le fasi della vita.

Imparare per la vita dentro e fuori la scuola

Come si è detto, l’insegnamento do- vrebbe cominciare in fase precoce, ma per avere senso è necessario che gli insegnanti dispongano di una for- mazione specifica nel campo dell’in- segnamento delle lingue ai bambini.

In secondo luogo, le classi dovrebbe- ro essere relativamente poco nume- rose e, all’interno del piano di studi, si dovrebbe dedicare a tale attività un numero di ore sufficiente.

Le scuole devono rispondere alla sfida offrendo una gamma di lingue per quanto possibile

ampia. Dovrebbero altresì assu- mere e formare più insegnanti e in quest’ambito si può ipotizzare una proficua collaborazione tra le regio- ni frontaliere.

Gli adulti, infine, dovrebbero avere maggiori opportunità di acquisire e utilizzare le proprie competenze lin- guistiche. Bisogna prestare attenzione a iniziative volte a promuovere tutte le lingue, comprese quelle regionali e minoritarie, a mettere a disposizione più strutture per il loro insegnamen- to, a utilizzare maggiormente Inter- net nell’apprendimento delle lingue e a diffondere la sottotitolatura nel mondo della televisione e del cinema.

L’Unione europea è convinta che promuovere l’utilizzo di una secon- da o di una terza lingua da parte dei cittadini europei abbia un costo mo- desto se confrontato con quello delle opportunità professionali e personali mancate — e con gli effetti negativi sull’economia europea derivanti dalle perdite commerciali — a causa della carenza di conoscenze linguistiche.

Informazioni chiare sulle proprie capacità

Due importanti contributi concre- ti alla promozione delle capacità linguistiche sono l’Europass Pas- saporto delle lingue e l’Europass CV. Entrambi gli strumenti sono destinati ad assistere l’utente nella presentazione delle proprie qualifi- che, formali o informali, in un modo standardizzato, solo attraverso le lin- gue o con un CV completo. Questi documenti possono essere riempiti online o scaricati e completati su carta (europass.cedefop.europa.eu).

Questo modo condiviso di descrivere la propria conoscenza di una lingua ha ridotto la confusione causata dai nu- merosi livelli di competenza e dalle di- verse espressioni usate in precedenza.

© stock.xchng

Gli strumenti del multilinguismo

12

PARLARE LE LINGUE EURoPEE gLi strumenti deL muLtiLinguismo

dizionari e regole grammaticali:

strumenti essenziali per imparare le lingue

(15)

I

motivi per cui l’Unione europea ha bisogno di 23 lingue ufficiali non sono difficili da individuare: de- mocrazia, trasparenza e diritto alla conoscenza.

La legislazione UE si applica in tutta l’Unione e quindi a tutti i suoi cittadini e imprese. Le nuove norme devono essere pubblicate e rese accessibili ai cittadini nella lingua che possono comprendere. Come in tutte le de- mocrazie, ogni cittadino ha il diritto fondamentale di sapere perché una determinata norma legislativa viene adottata e se e come essa influisce sulla sua vita quotidiana. L’utilizzo di tutte le lingue ufficiali rende inoltre più semplice per le persone parteci- pare a dibattiti e consultazioni pub- bliche che l’UE lancia, spesso online.

Il principio fondamentale è che tutti i cittadini e i loro rappresentanti eletti hanno gli stessi diritti ad accedere all’UE e sono in grado di comunicare con le sue istituzioni e autorità nella loro lingua.

I rappresentanti eletti nel Parlamento europeo hanno pari diritti a parlare in nome dei propri elettori nella loro lingua. Lo stesso vale per i ministri

di governo in un incontro ufficiale dell’Unione o per un cittadino che presenta un reclamo al Mediatore europeo.

I cittadini sono coinvolti

Il ruolo legislativo dell’UE e il coin- volgimento diretto dei cittadini spiegano perché essa utilizzi più lingue di altri organismi multinazio- nali come le Nazioni Unite o la NATo, che agiscono esclusivamente a li- vello intergovernativo senza funzio- ne legislativa. Le Nazioni Unite, con più di 190 membri, impiegano solo sei lingue. Il Consiglio d’Europa, con un numero di membri superiore a quello dell’UE, pubblica i documenti ufficiali solo in inglese e in francese e lo stesso fa la NATo.

Le istituzioni comunitarie hanno perfezionato le loro procedure nel corso degli anni per gestire il nume- ro crescente di lingue ufficiali. Ci si è anche sforzati di fornire ai cittadini e ai governi servizi di traduzione e in- terpretazione di qualità, economici ed efficienti. Le capacità e le compe- tenze di questi servizi sono prese a esempio in tutto il mondo.

Mobilitare le risorse

Far funzionare un’Unione multilin- gue ha un prezzo. Ma si tratta di un costo modesto se confrontato con i risultati. Il costo annuo dei servizi di traduzione e interpretazione rappre- senta l’1 % del bilancio comunitario, poco più di due euro per ogni citta- dino. Il costo totale è aumentato di un margine relativamente ristretto nonostante l’arrivo di dodici nuovi paesi dal 2004.

I traduttori lavorano su testi scritti, gli interpreti invece sulla parola orale.

Entrambi devono saper lavorare nella propria lingua principale (in genere la propria lingua madre) da almeno altre due lingue comunitarie.

L’utilizzo di 23 lingue ufficiali rappre- senta il volto pubblico dell’Unione europea. Internamente le istituzioni operano con procedure semplificate in nome di una maggiore efficienza, velocità e costi contenuti. Per esem- pio la Commissione europea lavora in tre lingue principali, inglese, fran- cese e tedesco. Gran parte dei docu- menti sono redatti in una di queste lingue e circolano internamente tra i dipartimenti e i servizi interessati fino a quando la bozza finale non è pronta per la pubblicazione o la tra- smissione a un’altra istituzione quale il Parlamento europeo o il Consiglio dei ministri. A questo punto il do- cumento è tradotto nelle altre 22 lingue.

Il Parlamento europeo, che spesso ha bisogno di disporre rapidamen- te dei documenti in tutte le lingue ufficiali, ha messo a punto un siste- ma basato su tre lingue «ponte», inglese, francese e tedesco. Un do- cumento presentato, ad esempio, in slovacco o svedese non è tradotto direttamente in tutte le altre 22 lin- gue bensì dapprima nelle tre lingue ponte, consentendo ai traduttori di utilizzarne una per ritradurre il testo nella propria lingua madre.

In tal modo si può fare a meno di traduttori capaci di lavorare diretta- mente, per esempio, dal maltese al danese o dall’estone al portoghese.

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P

ARLARE LE LINGUE EURoPEE Far Funzionare un’unione europea muLtiLingue

Far funzionare un’Unione europea multilingue

impegnati sullo sfondo:

interpreti durante una riunione formale dell’ue

© DG SCIC

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non si perde nulla nella traduzione: leggete notizie sull’europa nella vostra lingua

Di bocca in bocca

Gli interpreti UE utilizzano un siste- ma analogo quando devono forni- re servizi di interpretazione da e verso tutte le 23 lingue ufficiali. Se prendiamo a titolo di esempio la combinazione finlandese-slovac- co, le parole di un oratore finlan- dese vengono interpretate in un numero limitato di lingue «relè», che, a loro volta, possono essere utilizzate come lingua di partenza dall’interprete slovacco. Si evita così di dovere ricorrere a interpreti che lavorino direttamente dal fin- landese allo slovacco.

L’utilizzo di accorgimenti linguisti- ci di questo tipo ha un interesse pratico ed economico, a condizio- ne che vengano rispettati gli stan- dard qualitativi previsti. Il controllo di qualità del lavoro degli interpre- ti e dei traduttori costituisce quin- di una sfida di grande rilievo.

Gli interpreti forniscono anche ser- vizi ridotti per gli incontri informa- li e le riunioni di lavoro. In alcuni casi si utilizzano solo le lingue più

diffuse a livello comunitario. In altri, i partecipanti possono essere autorizzati a parlare in un ampio numero di lingue ma l’interpreta- zione viene fatta solo verso le due o tre più diffuse. Questa prassi si basa sull’idea che gli oratori deb- bano essere liberi di esprimersi nella propria lingua o in una lingua con cui si sentono a proprio agio, mentre si suppone che disponga- no di una conoscenza passiva di una delle principali lingue comu- nitarie sufficiente per potere se- guire i dibattiti.

ogni giorno il servizio di interpre- tazione della Commissione eu- ropea e del Consiglio dei ministri deve coprire circa 60 riunioni a Bruxelles o in alte sedi dell’Unione.

Tra queste vi sono riunioni formali con un servizio di interpretazione completo da e verso tutte le 23 lin- gue ufficiali dell’UE. Una riunione di questo tipo richiede una squa- dra di 69 interpreti.

Nuove tecnologie

Data la dimensione e natura unica dei loro servizi linguistici, le istitu- zioni comunitarie fanno un grande affidamento all’aiuto offerto dalle nuove tecnologie. Tra gli esempi più evidenti vi sono l’interpretazione a distanza, la gestione di siti Internet multilingua e la traduzione assistita.

Sfruttando le applicazioni dispo- nibili sul mercato e sviluppando le proprie soluzioni, i servizi linguisti- ci europei sono divenuti un labo- ratorio ideale e uno strumento di riferimento a livello mondiale. I risul- tati dei loro sforzi vengono offerti al pubblico e sono spesso utilizzati da ricercatori e imprese private.

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PARLARE LE LINGUE EURoPEE Far Funzionare un’unione europea muLtiLingue © DG COMM

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Sfide future

PARLARE LE LINGUE EURoPEE sFide Future

L

’Unione europea ha un obbligo ufficiale di rispettare la diversità culturale e linguistica dei suoi citta- dini. Lo fa in vari modi:

rispetta il nostro diritto a parlare e scrivere la nostra lingua ed esten- de questo diritto alle nostre relazio- ni con le istituzioni comunitarie;

sostiene l’uso delle lingue regionali e minoritarie, indipen- dentemente dal fatto che queste lingue siano o meno lingue ufficiali dell’UE;

promuove attivamente l’ap- prendimento delle lingue e il mul- tilinguismo come mezzo per la

crescita individuale dei cittadini dell’Unione e come veicolo per creare nuovi posti di lavoro e crescita in tutta l’economia dell’UE.

L’UE ha incrementato queste attivi- tà dal momento che dal 2004 è au- mentato il numero di Stati membri e raddoppiato il numero di lingue ufficiali. Continuerà a farlo per pre- pararsi a ulteriori espansioni.

Pur riconoscendo l’emergere dell’in- glese come la lingua più diffusa in Europa, l’Unione vuole garantire che, con il tempo, esso non finisca per limitare la diversità linguistica

all’interno delle sue frontiere. Ecco perché sottolinea i vantaggi per- sonali, sociali ed economici del multilinguismo e perché si è fissata l’ambizioso obiettivo di far imparare al maggior numero di cittadini pos- sibile due lingue oltre alla propria lingua madre.

La sfida dell’UE è quella di utilizza- re al meglio le risorse disponibili e creare le politiche e i programmi di supporto necessari per raggiungere il tipo di multilinguismo che cerca nel più breve tempo possibile.

© Europa

APProFoNDIMENTI

Ulteriori informazioni sull’uso delle lingue nell’Unione europea sono reperibili sul portale delle lingue dell’UE europa.eu/languages/it/home

La direzione generale della Traduzione della Commissione europea ha elaborato i propri opuscoli informativi, disponibili alla pagina ec.europa.eu/dgs/translation/index_en.htm

Le informazioni sui servizi di interpretazione e gli interpreti nell’UE sono reperibili alla pagina ec.europa.eu/dgs/scic/index.htm

Le informazioni sul programma comunitario di apprendimento continuo e i suoi sottoprogrammi sono disponibili alla pagina

ec.europa.eu/ploteus

scegliete la vostra lingua:

il portale al sito internet dell’ue

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THE EU IN THE WoRLD trade HeLps groWtH

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rappresentanze

deLLa Commissione europea uFFiCi

deL parLamento europeo

per ottenere inFormazioni e pubbLiCazioni suLL’unione europea in Lingua itaLiana, riVoLgersi a:

Come ottenere informazioni sull’UE

PARLARE LE LINGUE EURoPEE Come ottenere inFormazioni suLL’ue

onLine

Informazioni in tutte le lingue ufficiali dell’Unione europea sono disponibili all’indirizzo

europa.eu

di persona

In tutta l’Europa esistono centinaia di centri locali di informazione UE. Potete trovare l’indi- rizzo del centro più vicino a voi sul sito

europedirect.europa.eu

per teLeFono o per e-maiL

europe direct un servizio che risponde alle

vostre domande sull’Unione europea. Potete contattare questo servizio telefonando al numero verde 00 800 6 7 8 9 10 11 oppure, dall’esterno dell’UE, al numero di telefono a pagamento (32-2) 299 96 96 o ancora per po- sta elettronica attraverso il formulario accessi- bile dal sito europedirect.europa.eu

Leggendo Le nostre pubbLiCazioni

Consultate pubblicazioni sull’UE con un semplice click sul sito web EU Bookshop:

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22-09-2008 rappresentanza in italia

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ufficio di milano Corso Magenta, 59 I-20123 Milano Tel. (39) 02 43 44 171 Fax (39) 02 43 44 17 500 Internet: www.europarl.it

E-mail: epmilano@europarl.europa.eu

Altre rappresentanze e uffici della Commissione europea e del Parlamento europeo si trovano nei paesi membri dell’Unione europea. Delegazioni della Commissione europea si trovano anche in altri paesi del mondo.

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L’Unione europea

Stati membri dell’Unione europea (2008) Paesi candidati

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THE EU IN THE WoRLD trade HeLps groWtH

Parlare le lingue europee

Le lingue nell’Unione europea

L ’UE tutela la diversità linguistica e culturale dei suoi popoli. Realizza que- sto obiettivo sostenendo l’insegnamento e l’apprendimento delle loro lingue. L’obiettivo ambizioso dell’UE è quello di consentire ai cittadini di po- tersi esprimere con scioltezza in due lingue oltre alla propria lingua madre..

Le istituzioni comunitarie lavorano con 23 lingue ufficiali. Questo per assi- curare a tutti i cittadini dell’UE, sia che parlino una lingua europea impor- tante sia una meno diffusa, parità di accesso alle politiche e alla legislazione dell’Unione europea. Il presente opuscolo esamina l’ampia gamma di lingue parlate nell’UE, i tanti modi in cui gli europei possono trarre benefici dall’ap- prendimento linguistico e dai programmi comunitari di sostegno. Infine esa- mina cosa comporta il funzionamento di un’Unione multilingue.

IT

Europe on the move

NA-AB-08-127-IT-CISSN 1022-8284

ISBN 978-92-79-09165-0

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