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Note socio-culturali della dimensione professionale
Un primo grande dibattito sul Servizio sociale avviene nella fase di preparazione, durante e in seguito al primo convegno per studi di Assistenza sociale, svoltosi a Tremezzo (Como), dal 16 settembre al 6 ottobre 1946.
Emerse chi voleva il cambiamento filosofico e tecnico del Servizio sociale, e una ottimizzazione dei metodi e delle tecniche della professione dell’Assistente sociale.
(Cattolici contro la istituzione del Ministero dell’Assistenza = visto come un pericolo per imbrigliare le attività assistenziali ed educative della chiesa.
Mons. Baldelli vuole l’assistenza e la non discriminazione degli ex fascisti.
Vuole “contare” nei nuovi posti di “direzione” sociale che si apriranno) Quando il Servizio sociale come professione validata in Italia?
In Italia il servizio sociale parte grazie alla Costituzione, con la ricostruzione post bellica, e fin da subito affronta problemi generali di:
disoccupazione e miseria
agricoltura e fatica
industria da lanciare
mezzogiorno sguarnito
politiche da rinnovare e partiti nuovi da creare
ecc.
Il Regno d’Italia e il fascismo avevano operato con “scontato” autoritarismo, ma ora la democrazia presenta esigenze di consenso di massa: la questione sociale, la povertà, le disuguaglianze, gli handicap, ecc., in democrazia pongono interrogativi da punti di vista e principi differenti (il bene, il buono, il giusto, il vero, il bello, il piacevole, l’utile, ecc.).
Fin da subito parte una fase pionieristica del Servizio sociale in Italia sui temi:
• Deistituzionalizzazione
• Self – help
• assistenza in/alla famiglia
• diagnosi sociale coi minori
• centri sociali in aree di edilizia popolare
• lavoro di comunità (al Sud)
Esperienza di crescita delle Scuole di Servizio sociale
• Discipline professionali
• nuove scienze sociali
• tirocinio
• monitoraggio
• metodi di intervento
• lavoro di gruppo Laurea in Servizio Sociale
Laurea (triennio) e Laurea Magistrale (biennio)
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Siamo di fronte ad una professione
giovane e complessa e in movimento
Cosa era e cosa sarà domani questa professione: vi è un mutamento evidente, riconosciuto, palese. In quale contesto di welfare era, si esprime ora, sarà domani: il mutamento del welfare porta mutamento del Servizio sociale (certi problemi sono scomparsi, altri nuovi sono emersi, certi saperi sono stati approfonditi, certe tecniche sono cresciute, certi valori, certe paure, motivazioni, sono variati … pertanto anche le cose che si insegnavano nelle scuole di Assistente sociale 50 anni fa, ora non sono più proprio tali e quali)
Cfr Nuovi lavori, nuovo welfare, Massimo Paci, Il mulino, 2005
L’A. S. = è una professione o una semiprofessione?
(Cfr Freidson E.)L’assistente sociale opera in una molteplice varietà di aree ed oggi è ancora “debole” in storia e in specificità
Professione/semi-professione
• = per il mercato: il lavoro è richiesto, controllato, valutato, pagato dai clienti (decide il cliente)
• = per autorità gerarchica, il lavoro è offerto dalle amministrazioni, pubbliche o private o “anonime”, che lo controllano/decidono e lo pagano (decide il politico o il burocrate)
• = lavoro professionale: il lavoro è auto-governato e auto-controllato da chi ne possiede i saperi, e ne è titolato, nondimeno aggiornandosi e ascoltando e confrontandosi (decide il professionista) = nella sua materia il professionista ha autonomia decisionale verso gli utenti, i clienti e verso le gerarchie
(Cfr. M. D. Canevini e E. Neve, Etica e deontologia del servizio sociale, Capitolo 5, Professione e professioni sociali, pp. 113-125) Carocci 2017
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Professione Assistente Sociale
Ci occupiamo di una professione
FORMALIZZATA nei suoi SAPERI che si porta dietroconoscenze, teorie … saper fare, sperimentare nelle sue autonomie e creatività
con lavoro intellettuale, valutare …
manuale, esecutivo, direttivo, relazione … con SCOPO di utilità a singoli, famiglie, gruppi, comunità, istituzioni, … ;
che si DIFFONDE in luoghi differenti (casa – fabbrica – scuola- ospedale – città – campagna – istituzioni …)
perché c’è uno STATUS riconosciuto, e pertanto DIPENDENTE da Enti, regole, leggi, contratti …
Nella legge n. 84 del 1 aprile 1993 “Ordinamento della professione di assistente sociale e istituzione dell’Albo Professionale”, all’art. 1 troviamo una definizione di
• Identità teorica della disciplina
• e identità professionale dell’Assistente Sociale
L’assistente sociale opera con autonomia tecnico-professionale e di giudizio in tutte le fasi dell’intervento
per la prevenzione, il sostegno ed il recupero di persone, famiglie, gruppi e comunità in situazione di bisogno e di disagio
e può svolgere attività didattico - formative.
Svolge compiti di gestione, concorre all’organizzazione e alla programmazione e può esercitare attività di coordinamento e di direzione dei servizi sociali.
La professione di assistente sociale può essere esercitata in forma autonoma o di rapporto di lavoro subordinato.
Nella collaborazione con l’autorità giudiziaria, l’attività dell’assistente sociale ha esclusivamente funzione tecnico-professionale.
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Ulteriori interpretazioni
dell’identità professionale di Assistente Sociale come
= cerniera di collegamento tra bisogni della comunità e le istituzioni
= agente di socializzazione
= agente e promotore dell’autorealizzazione del soggetto richiedente aiuto
= esperto dei sistemi di relazione
= “artista” dei suoi strumenti di lavoro specifici (visita domiciliare, colloquio, relazione di aiuto, lavoro di gruppo, scrittura come scrivere e far scrivere, contrattazione …)
Il Servizio sociale non è il singolare di servizi sociali
= i quali sono servizi e strutture, organizzati per prestazioni e interventi socio assistenziali entro cui vi sta anche il Servizio sociale
L’Assistente Sociale non va confuso con
il volontario o il “missionario” = che sono singole persone o gruppi che attivano interventi sociali in relazione alla propria sensibilità umana, sociale, religiosa ecc. come segno di partecipazione e di cittadinanza attiva
Il Servizio sociale è
una professione polivalente
una disciplina e una pratica professionale (con scuola, esame, titolo, albo)
una professione da svolgere dentro
le situazioni ordinarie e quelle particolari della vita quotidiana in cui
A. fare il primo filtro a richieste di aiuto B. interpretare domande latenti o inespresse C. mediare bisogni e risposte
D. connettere diritti e istituzioni
Perciò occorre che l’Assistente sociale abbia capacità di
A. leggere il territorio
B. promuovere la partecipazione dei vari soggetti C. connettere reti di solidarietà
al fine di sapersi collocare dentro politiche di servizi e progettazioni
“sociali”
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che ordinariamente si svolge dentro Enti e Servizi, quali:
• Enti locali territoriali (comuni, province, regioni, ecc.)
• Servizio Sanitario Nazionale
• Ministeri
• Enti del privato sociale (cooperative sociali, associazioni di promozione sociale, volontariato, fondazioni, Enti morali, Imprese sociali …)
• Enti privati
• Altri enti pubblici
(NB = il limite di operatività e di decisione è posto nell’ambito “giudiziario”, in cui la competenza è del giudice)
La professione Assistente sociale si svolge da liberi professionisti, da professionisti associati, da professionisti operanti in Enti pubblici e privati.
Svolge le proprie attività su richiesta come libero professionista e/o per offrire risposte istituzionali.
Gli interventi si declinano in una interazione di persone, istituzioni e operatori, alla luce di principi, e obiettivi, quali:
1. avere chiaro e stabilito il nodo dei bisogni e dei diritti sociali, e dei livelli essenziali delle prestazioni assistenziali
2. gli assistenti sociali e i vari operatori delle professioni sociali, sanitarie, educative, ecc.
3. i cittadini-utenti, le persone, le famiglie o le categorie sociali direttamente coinvolte
4. i comuni e/o le istituzioni politiche pubbliche in ultima analisi responsabili dei diritti delle persone e dei problemi sociali
5. il territorio antropologico, la comunità locale, la società civile chiamata a impegnarsi a costruire una qualità di vita sociale migliore per sé stessa
Di questi, i tre aspetti storicamente condivisi riguardano:
• le persone (individuo o famiglia o gruppo),
• residenti in un territorio
• inserite in una comunità locale, governata da una istituzione politico/amministrativa che garantisce (garantire non è sinonimo di eseguire) e ne risponde.
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Funzioni e Mansioni dell’Assistente sociale professionale
(Confronta il Codice Deontologico dell’Assistente Sociale Professionale Anno 2020 e la Legge n. 84/1993 «Ordinamento della professione di assistente sociale e istituzione dell’Albo Professionale»)
Il processo di aiuto attraverso il rapporto attivo collaborativo con persone, famiglie e gruppi prevede, tra gli attori/autori del progetto di aiuto, un patto/contratto finalizzato al raggiungimento degli obiettivi concordati.
Finalità per e con
la persona e il Servizio Sociale Professionale
Finalità per e con la Società e la Repubblica
Ascolto
Sostegno e Promozione Assistenza a domicilio
Aiuto personalizzato Informazione e consulenza
Informazioni di carattere
giuridico-amministrativo Intervento
psico-sociale Mediazione
(culturale, al lavoro, familiare, ecc.) Accompagnamento
Autoaiuto Mutuo aiuto
Programmazione, organizzazione di interventi e servizi
Amministrazione, coordinamento e gestione
servizi
Rapporti con altri servizi e
istituzioni
Coordinare interventi
e servizi sociali Supervisione professionale
Promozione
della partecipazione Verifica di attività e progetti
Studio, indagine, ricerca, documentazione
Attivazione e gestione di sistema informativo
(in campo sociale)
Didattica …
35 Parliamo del lavoro sociale dell’Assistente Sociale Professionale come
• “lavoro front”, come “lavoro con”, come presa in carico di situazioni, persone singole, famiglie, gruppi “categoriali”, e anche come lavoro di comunità.
• e anche come “lavoro back”, come lavoro di programmazione, progettazione e/o co-progettazione, organizzazione, verifica.
L’operatore o l’operatrice ufficiale del lavoro sociale svolge una professione recente (almeno rispetto alla professione medica, pedagogica, ecc.). Nasce con l’avvento dei servizi e dei sistemi di welfare, in relazione ai principi dei diritti di cittadinanza sociale.
I titoli esemplari sono quelli di assistente sociale, operatore/trice sociale, educatore/trice, e altro; ma anche nuove figure “anticipatrici” quali (anche se non ancora pienamente riconosciute) di figure della mediazione culturale, di coach, e altro ancora.
Si tratta di professioni che rimandano ad aspetti, complessità, scienze e teorie differenti (es. psico-sociale, sociologia, pedagogia, sociosanitario, ecc.).
Il lavoro sociale è pubblico. È regolato e riconosciuto. Mette in campo operatori e operatrici sociali (dizione generale, che sottolinea il “ben fare”, il fare competente, la professionalità).
Il lavoro sociale viene agito da più soggetti, anche oltre quelli ufficialmente autorizzati.
Coinvolge:
• la persona/cittadino/a utente (prosumer?)
• la rete primaria e secondaria
• il contesto territoriale (competente?)
• le PPAA e le istituzioni locali (democratiche?)
• i vari “mondi” vitali, le persone con ruoli e poteri e responsabilità varie (i poteri nel sociale)
Si diffonde in luoghi differenti, nelle situazioni ordinarie della vita quotidiana (casa – luoghi di lavoro – scuola - ospedale – città – campagna – istituzioni - …)
Perciò occorre che abbia capacità di
• relazione di aiuto
• lettura del territorio
• promuovere la partecipazione consapevole e corresponsabile dei vari soggetti
• connettere reti di solidarietà
• collocare gli interventi dentro politiche di inclusione sociale.
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Due definizioni internazionali di Servizio sociale
1
Il servizio sociale professionale promuove il cambiamento sociale, la soluzione di problemi nelle relazioni umane e l’ empowerment e la liberazione delle persone [dal bisogno] per aumentare il benessere.
Utilizzando le teorie del comportamento umano e dei sistemi sociali, il servizio sociale interviene nel punto in cui le persone interagiscono con i loro ambienti. I diritti umani e la giustizia sociale sono fondamentali nel servizio sociale (IFSW, IASSW, 2004, …)
2
Il servizio sociale è una professione basata sulla pratica e una disciplina accademica che promuove il cambiamento sociale e lo sviluppo, la coesione e l’emancipazione sociale, nonché la liberazione delle persone. Principi di giustizia sociale, diritti umani, responsabilità collettiva e rispetto delle diversità sono fondamentali per il servizio sociale. Sostenuto dalle teorie del servizio sociale, delle scienze sociale, umanistiche e dai saperi indigeni, il servizio sociale coinvolge persone e strutture per affrontare le sfide della vita e per migliorare il benessere (IFSW, 2014).
La prima definizione esplicita il valore dei diritti umani e della giustizia sociale , la seconda vi aggiunge i valori della responsabilità collettiva e il rispetto delle diversità .
(Cfr. M. D. Canevini e E. Neve, Etica e deontologia del servizio sociale, Carocci 2017, p. 61, e pp. 113-125)