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Donazione degli organi, una scelta di vita

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Academic year: 2022

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(1)

a cura di Thea Giacobbe esperta in Diritti Umani

SPECIALE

Donazione degli organi,

una scelta di vita

(2)

pagine

Thea Giacobbe, esperta in Diritti umani Ruggero Razza,

assessore alla Salute della Regione Siciliana Daniela Segreto,

responsabile ufficio alla comunicazione per la salute della Regione Siciliana

Massimiliano Giammusso, sindaco di Gravina di Catania La donazione in pillole

Pasquale Gallerano,

resp.le Banca Regionale del sangue cordonale

U.O.C. Medicina Trasfusionale ASP Agrigento - P.O. “Giovanni Paolo II” Sciacca

Secondo trapianto di utero in Italia

eseguito da équipe delle aziende Cannizzaro - Policlinico Giorgio Battaglia,

coordinatore Centro Regionale Trapianti Sicilia Conoscere e prevenire, un cordone per la vita

03

04

05 06 07

08

09

10 12

Donazione degli organi, una scelta di vita

Speciale donazioni organi, tessuti e cellule

di Thea Giacobbe esperta in diritti umani

C

osa posso donare, come avviene la donazio- ne e, soprattutto, perché è importante donare.

Questi i temi oggetto di questo secondo appun- tamento che Paesi Etnei Oggi dedica all’educa- zione e promozione della salute.

Uno speciale, rivolto in particolare alla nostra comunità, sulle donazioni di organi, tessuti, cellule, con un focus sulla donazione del sangue cordonale, opportunità ancora poco diffusa.

La Sicilia, nonostante una timida ripresa, ha ancora bassi tassi di adesione alle donazioni. In media, 3 potenziali do- natori su 10 non arrivano al prelievo per un rifiuto rilasciato in vita o a causa dell’opposizione dei familiari aventi diritto (nei casi di mancata espressione del congiunto). E questo perché le opposizioni, seppur con cause di natura non omogenea e circoscrivibile, restano quasi sempre il risultato di paura e di scarsa informazione e di una insufficiente diffusione della cultura del dono.

In particolare, la donazione delle cellule staminali emopo- ietiche (CSE), che avviene grazie a donazioni da vivente attraverso prelievi dal midollo osseo, dal cordone ombelicale e dalla placenta, rappresenta una risorsa aggiuntiva non solo per i pazienti con malattia avanzata, per i quali altri trapianti non sono risultati sufficienti, ma anche per coloro che non hanno donatori compatibili in famiglia (circa il 40% dei pa- zienti) o all’interno del registro dei donatori di midollo osseo. La donazione del sangue cordonale rappresenta un inte- resse primario per il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) e la sua raccolta e conservazione è effettuata presso le banche del sangue di cordone. In Sicilia, l’UOC di Medicina Trasfusionale di Sciacca è Centro Regionale di Riferimento per la Banca di Sangue Cordonale. Gli approfondimenti che seguono hanno, dunque, l’obiettivo di amplificare la cono- scenza riguardo a questa tematica, ma anche di orientare i cittadini alla cultura del dono come atto di solidarietà umana e di coscienza civica.

(3)

pagine

Thea Giacobbe, esperta in Diritti umani Ruggero Razza,

assessore alla Salute della Regione Siciliana Daniela Segreto,

responsabile ufficio alla comunicazione per la salute della Regione Siciliana

Massimiliano Giammusso, sindaco di Gravina di Catania La donazione in pillole

Pasquale Gallerano,

resp.le Banca Regionale del sangue cordonale

U.O.C. Medicina Trasfusionale ASP Agrigento - P.O. “Giovanni Paolo II” Sciacca

Secondo trapianto di utero in Italia

eseguito da équipe delle aziende Cannizzaro - Policlinico Giorgio Battaglia,

coordinatore Centro Regionale Trapianti Sicilia Conoscere e prevenire, un cordone per la vita

03

04

05 06 07

08

09

10 12

Donazione degli organi, una scelta di vita

Speciale donazioni organi, tessuti e cellule

di Thea Giacobbe esperta in diritti umani

C

osa posso donare, come avviene la donazio- ne e, soprattutto, perché è importante donare.

Questi i temi oggetto di questo secondo appun- tamento che Paesi Etnei Oggi dedica all’educa- zione e promozione della salute.

Uno speciale, rivolto in particolare alla nostra comunità, sulle donazioni di organi, tessuti, cellule, con un focus sulla donazione del sangue cordonale, opportunità ancora poco diffusa.

La Sicilia, nonostante una timida ripresa, ha ancora bassi tassi di adesione alle donazioni. In media, 3 potenziali do- natori su 10 non arrivano al prelievo per un rifiuto rilasciato in vita o a causa dell’opposizione dei familiari aventi diritto (nei casi di mancata espressione del congiunto). E questo perché le opposizioni, seppur con cause di natura non omogenea e circoscrivibile, restano quasi sempre il risultato di paura e di scarsa informazione e di una insufficiente diffusione della cultura del dono.

In particolare, la donazione delle cellule staminali emopo- ietiche (CSE), che avviene grazie a donazioni da vivente attraverso prelievi dal midollo osseo, dal cordone ombelicale e dalla placenta, rappresenta una risorsa aggiuntiva non solo per i pazienti con malattia avanzata, per i quali altri trapianti non sono risultati sufficienti, ma anche per coloro che non hanno donatori compatibili in famiglia (circa il 40% dei pa- zienti) o all’interno del registro dei donatori di midollo osseo.

La donazione del sangue cordonale rappresenta un inte- resse primario per il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) e la sua raccolta e conservazione è effettuata presso le banche del sangue di cordone. In Sicilia, l’UOC di Medicina Trasfusionale di Sciacca è Centro Regionale di Riferimento per la Banca di Sangue Cordonale. Gli approfondimenti che seguono hanno, dunque, l’obiettivo di amplificare la cono- scenza riguardo a questa tematica, ma anche di orientare i cittadini alla cultura del dono come atto di solidarietà umana e di coscienza civica.

(4)

La vita che si riaccende

RUGGERO RAZZA:

«È FONDAMENTALE PROSEGUIRE UN’AZIONE DI CONOSCENZA E DIVULGAZIONE IN GRADO DI CONTINUARE AD ACCRESCERE TRA I SICILIANI IL NUMERO DELLE

DONAZIONI»

L

a vita che si riaccende, grazie al più alto tra i gesti di generosità che un essere umano possa compiere. E’

“quasi” un miracolo che in Sicilia si completa, sempre più spesso, grazie all’impegno di tanti ma soprattut- to per la ormai diffusa consapevolezza dell’importanza delle donazioni di organi.

Le cronache di questi ultimi anni, infatti, offrono racconti sempre più frequenti di famiglie che, quando non è evidente la scelta del potenziale donatore, acconsentono all’espianto, nifestazioni di volontà registrate nei Comuni siciliani al mo-- mento del rilascio o rinnovo della carta d’identità: quasi il 60 per cento dei cittadini ha infatti offerto il proprio consenso alla donazione. E’ un risultato importante frutto del lavoro condotto da quanti operano a vario titolo nel delicato settore dei trapianti, ma – come dicevo – ritengo sia innanzitutto l’ef- fetto di un profondo cambio di mentalità (e quindi di cultura) da parte dei siciliani.

Intanto, è evidente la crescita che la nostra sanità ha com- dei trapianti. Non è passata inosservata l’azione condotta durante la fase più complessa dell’emergenza Coronavirus quando, in pieno lockdown, nel solo Ismett di Palermo sono stati effettuati più di 20 interventi, quattro dei quali in meno di quarantotto ore. Ma anche il primo trapianto di fegato tra pazienti positivi.  Così come è giusto ricordare che, sempre in pandemia, a Catania si è proceduto ad un trapianto di utero, uno dei primi in Europa.

Questi risultati sono la conseguenza di un processo molto articolato in cui la comunicazione gioca un ruolo fondamen- tale. Ecco perché proprio la stampa generalista, che per de- zione di conoscenza e divulgazione in grado di continuare ad - accrescere tra i siciliani il numero delle donazioni che alimen- tano il “quasi” miracolo della riaccensione della vita.

Ruggero Razza Assessore regionale alla Salute

DANIELA SEGRETO, RESPONSABILE UFFICIO ALLA COMUNICAZIONE PER LA SALUTE DELLA REGIONE SICILIANA

Diamo

il meglio di noi

P

er promuovere la salute è ne- cessario utilizzare tutte le leve che concorrono al raggiungi- mento di questo fine: l’educa- zione alla salute, il marketing sociale e le normative (espressione della policy).

In particolare, sostiene Daniela Segre- to, Responsabile dell’Ufficio per la co- municazione della Salute della Regione Siciliana «accanto alle tradizionali atti- vità di educazione alla salute e comuni- cazione sociale, occorre incentivare gli individui ad adottare spontaneamente comportamenti salutari e a far acquisi- re abilità e competenze per scegliere in modo libero e consapevole ed “educa- re” su un determinato argomento».

È questo è particolarmente rilevan- te nel caso della donazione di organi, tessuti, cellule che, nelle sue molteplici forme, è espressione di reciprocità e solidarietà.

«La donazione è - prosegue Segreto - un atto volontario, consapevole, in- formato, cosciente, etico, solidale, ano- nimo, gratuito. Esprimere in vita la pro- pria volontà di donare è una garanzia che le nostre scelte vengano rispettate e solleva i nostri affetti più vicini dalla responsabilità di dovere decidere per noi».

«Il sistema trapianti è un’eccellenza del Sistema Sanitario Nazionale e la Sici-

lia può e deve dare il suo contributo. E’ necessario sostenere tutte le azio- ni di comunicazione per la salute che integrino canali diversi (mass media, social network, canali relazionali) per rinforzare il messaggio e massimizzare l’impatto, aumentando la conoscenza e la consapevolezza sulle donazioni di organi, tessuti, cellule e realizzando, come nel caso di questo speciale all’in- terno del magazine “Paesi Etnei Oggi”, una collaborazione sinergica tra le or- ganizzazioni sanitarie e non sanitarie, con il coinvolgimento, dunque, di multi- stakeholders, così come auspicato nel Piano Nazionale di Prevenzione 2020- 2025».

(5)

La vita che si riaccende

RUGGERO RAZZA:

«È FONDAMENTALE PROSEGUIRE UN’AZIONE DI CONOSCENZA E DIVULGAZIONE IN GRADO DI CONTINUARE AD ACCRESCERE TRA I SICILIANI IL NUMERO DELLE

DONAZIONI»

L

a vita che si riaccende, grazie al più alto tra i gesti di generosità che un essere umano possa compiere. E’

“quasi” un miracolo che in Sicilia si completa, sempre più spesso, grazie all’impegno di tanti ma soprattut- to per la ormai diffusa consapevolezza dell’importanza delle donazioni di organi.

Le cronache di questi ultimi anni, infatti, offrono racconti sempre più frequenti di famiglie che, quando non è evidente la scelta del potenziale donatore, acconsentono all’espianto, nifestazioni di volontà registrate nei Comuni siciliani al mo-- mento del rilascio o rinnovo della carta d’identità: quasi il 60 per cento dei cittadini ha infatti offerto il proprio consenso alla donazione. E’ un risultato importante frutto del lavoro condotto da quanti operano a vario titolo nel delicato settore dei trapianti, ma – come dicevo – ritengo sia innanzitutto l’ef- fetto di un profondo cambio di mentalità (e quindi di cultura) da parte dei siciliani.

Intanto, è evidente la crescita che la nostra sanità ha com- dei trapianti. Non è passata inosservata l’azione condotta durante la fase più complessa dell’emergenza Coronavirus quando, in pieno lockdown, nel solo Ismett di Palermo sono stati effettuati più di 20 interventi, quattro dei quali in meno di quarantotto ore. Ma anche il primo trapianto di fegato tra pazienti positivi.  Così come è giusto ricordare che, sempre in pandemia, a Catania si è proceduto ad un trapianto di utero, uno dei primi in Europa.

Questi risultati sono la conseguenza di un processo molto articolato in cui la comunicazione gioca un ruolo fondamen- tale. Ecco perché proprio la stampa generalista, che per de- zione di conoscenza e divulgazione in grado di continuare ad - accrescere tra i siciliani il numero delle donazioni che alimen- tano il “quasi” miracolo della riaccensione della vita.

Ruggero Razza Assessore regionale alla Salute

DANIELA SEGRETO, RESPONSABILE UFFICIO ALLA COMUNICAZIONE PER LA SALUTE DELLA REGIONE SICILIANA

Diamo

il meglio di noi

P

er promuovere la salute è ne- cessario utilizzare tutte le leve che concorrono al raggiungi- mento di questo fine: l’educa- zione alla salute, il marketing sociale e le normative (espressione della policy).

In particolare, sostiene Daniela Segre- to, Responsabile dell’Ufficio per la co- municazione della Salute della Regione Siciliana «accanto alle tradizionali atti- vità di educazione alla salute e comuni- cazione sociale, occorre incentivare gli individui ad adottare spontaneamente comportamenti salutari e a far acquisi- re abilità e competenze per scegliere in modo libero e consapevole ed “educa- re” su un determinato argomento».

È questo è particolarmente rilevan- te nel caso della donazione di organi, tessuti, cellule che, nelle sue molteplici forme, è espressione di reciprocità e solidarietà.

«La donazione è - prosegue Segreto - un atto volontario, consapevole, in- formato, cosciente, etico, solidale, ano- nimo, gratuito. Esprimere in vita la pro- pria volontà di donare è una garanzia che le nostre scelte vengano rispettate e solleva i nostri affetti più vicini dalla responsabilità di dovere decidere per noi».

«Il sistema trapianti è un’eccellenza del Sistema Sanitario Nazionale e la Sici-

lia può e deve dare il suo contributo.

E’ necessario sostenere tutte le azio- ni di comunicazione per la salute che integrino canali diversi (mass media, social network, canali relazionali) per rinforzare il messaggio e massimizzare l’impatto, aumentando la conoscenza e la consapevolezza sulle donazioni di organi, tessuti, cellule e realizzando, come nel caso di questo speciale all’in- terno del magazine “Paesi Etnei Oggi”, una collaborazione sinergica tra le or- ganizzazioni sanitarie e non sanitarie, con il coinvolgimento, dunque, di multi- stakeholders, così come auspicato nel Piano Nazionale di Prevenzione 2020- 2025».

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IL SINDACO DI GRAVINA TRA I PROMOTORI DELLA CAMPAGNA DI SENSIBILIZZAZIONE

#UnSiInComune

Giammusso:

«Consenso alla donazione, un atto d’amore»

«

Accogliamo con molto piacere l’iniziativa promossa dal magazine Paesi Etnei Oggi e dall’associazione Centro Culturale e Ricreativo per la Terza età ri- guardante il tema dell’educazione della salute ed in particolar modo quello della donazione degli organi.

A riguardo come sindaco di Gravina di Catania ma, soprattutto, come consigliere regionale dell’Anci - spiega Massimiliano Giammusso - in questi ultimi mesi mi sono fat- to portavoce della campagna di sensibilizzazione #UnSiIn- Comune. Una campagna educativa con cui invitiamo i nostri concittadini a dare il loro consenso alla donazione degli or- gani al momento del rinnovo della carta d’identità. Un gesto semplice che riteniamo civile ai giorni nostri».

Riteniamo che sensibilizzare la cittadinanza sulla prevenzio- ne e educazione della salute sia di fondamentale importan- za, il lungo periodo di pandemia ci ha insegnato tanto. Per due lunghi anni abbiamo lavorato in assoluta emergenza e questo, inevitabilmente, ci ha condizionato, ma non ci ha co- munque frenato nella realizzazione del nostro programma.

Abbiamo cercato di fare il nostro meglio – spiega Massimi- liano Giammusso, sindaco di Gravina di Catania - per gestire nel migliore dei modi la pandemia. Questo anche grazie ad una comunicazione costante con la nostra cittadinanza. Di- verse le iniziative che abbiamo portato avanti durante le fasi più acute della pandemia. Una su tutte, l’istituzione dei punti vaccinali di prossimità ma anche la realizzazione del drive in per lo screening antigenico rapido e l’iniziativa solidale “Gra- vina aiuta Gravina” che tanto successo ha riscosso».

La Donazione in pillole

DA CADAVERE

Nella prima tipologia rientrano le donazioni di organi da perso- ne di qualunque età che perdono la vita in ospedale nelle unità di rianimazione, a causa di una lesione irreversibile al cervello (emorragia, trauma cranico, aneurisma, ecc.) o di un prolunga- to arresto cardiaco, accertato con elettrocardiogramma per almeno 20 minuti, che abbiano prodotto la totale distruzione delle cellule cerebrali causando la morte del paziente per irre- versibile e completa cessazione dell'attività cerebrale. Questa tipologia di donatore può donare tutti gli organi (cuore, fegato, rene, ecc.) e alcuni tessuti (muscolo-scheletrici, vasi, cornee, ecc.).

DA VIVENTE

La seconda tipologia, la donazione da vivente può avvenire solo per alcuni organi, come rene e fegato, e presuppone l’e- sistenza di un vincolo di familiarità (ad esempio: madre-figlio) o affettività (ad esempio: marito e moglie) tra donatore e ri- cevente. Il percorso che porta alla donazione e al trapianto è regolamentato da norme e linee-guida che tutelano il dona- tore, accertandone lo stato di salute psico-fisico, e verificano la gratuità del gesto. Le cellule che possono essere donate e utilizzate a scopo di trapianto sono le cellule staminali emo- poietiche, capaci di generare globuli bianchi, globuli rossi e piastrine. Le cellule staminali sono in grado di autorinnovarsi e di dare origine a tutte le cellule specializzate, che costitui- scono i vari tessuti e organi. Sono presenti nel midollo osseo, nel sangue periferico e nel sangue del cordone ombelicale. Le cellule staminali emopoietiche possono essere donate solo da vivente.

IL TRAPIANTO DI ORGANI

E’ un intervento chirurgico che consiste nella sostituzione di un organo malato e quindi non più funzionante, con uno sano dello stesso tipo proveniente da un altro individuo che viene chiamato donatore. Vengono normalmente trapiantati i reni, il cuore, il fegato, i polmoni, il pancreas e l’intestino. Il trapianto di cuore, fegato e polmone sono interventi salvavita, mentre il trapianto di rene è una valida alternativa terapeutica per ma- lati che altrimenti dovrebbero sottoporsi a dialisi.

COME DONARE

Ogni cittadino maggiorenne può esprimersi sulla donazione di organi e tessuti:

• presso le Aziende sanitarie locali (ASL)

• presso gli uffici anagrafe dei Comuni al momento del rilascio o rinnovo della carta d’identità

• compilando il tesserino blu del Ministero della Salute o una delle dono card distribuite dalle associazioni di settore; in que- sto caso è necessario conservare questa tessera tra i propri

IL TRAPIANTO DI TESSUTI

E’ un trapianto che viene detto “migliorativo”, in grado cioè di migliorare la qualità della vita dei pazienti, preferibile rispetto a protesi biologiche o materiali artificiali. I tessuti vengono pre- levati da donatori viventi o deceduti in base al tipo di tessuto, e possono provenire da elementi ossei (es. testa di femore) o muscolo-scheletrici (cartilagini, tendini), tessuti cardiovasco- lari (arterie, vasi, valvole cardiache), tessuto oculare (cornea), dalla cute e recentemente anche dalla membrana amniotica.

Il prelievo di tali tessuti avviene esclusivamente quando non vi sia un’espressione contraria lasciata dal defunto o un’oppo- sizione dei familiari in assenza di dichiarazione di volontà del defunto. Ulteriore condizione imprescindibile è l’accertamen- to di morte.

LA DONAZIONE DI CELLULE STAMINALI EMOPOIETICHE (CSE)

Avviene sempre da donatore vivente e, in quest’ambito, si di- stinguono donazioni da donatori adulti e donazioni di sangue cordonale, raccolto dopo la nascita del bambino. Le CSE sono presenti nel soggetto adulto a livello del midollo osseo ed una piccola quota di esse si ritrova in condizioni normali nel san- gue periferico. Il donatore di CSE, in base a specifiche caratte- ristiche genetiche, può essere identificato in ambito familiare (generalmente un fratello/sorella) o nei registri dei donatori di cellule staminali.

documenti personali

• iscrivendosi all’AIDO, l’Associazione Italiana per la Donazione di Organi, Tessuti e Cellule e compilando il modulo di adesione

• riportando il proprio consenso o dissenso alla donazione su un foglio di carta, datarlo e firmarlo; anche in questo caso è necessario custodire questa dichiarazione tra i documenti personali.

Le dichiarazioni espresse presso le ASL, i Comuni e l’AIDO sono registrate nel Sistema informativo trapianti, la banca dati del Ministero della Salute che consente ai medici, in caso di necessità, di verificare l’esistenza di un volere manifestato in vita.

Le dichiarazioni di volontà non sono obbligatorie. In caso di assenza di una dichiarazione espressa in vita, i medici sono tenuti a richiedere il consenso al prelievo di organi a scopo di trapianto ai familiari aventi diritto (coniuge non separato, con- vivente more uxorio, figli maggiorenni e genitori).

È possibile cambiare idea sulla donazione in qualsiasi mo- mento e fa fede l’ultima dichiarazione di volontà resa in ordine temporale.

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IL SINDACO DI GRAVINA TRA I PROMOTORI DELLA CAMPAGNA DI SENSIBILIZZAZIONE

#UnSiInComune

Giammusso:

«Consenso alla donazione, un atto d’amore»

«

Accogliamo con molto piacere l’iniziativa promossa dal magazine Paesi Etnei Oggi e dall’associazione Centro Culturale e Ricreativo per la Terza età ri- guardante il tema dell’educazione della salute ed in particolar modo quello della donazione degli organi.

A riguardo come sindaco di Gravina di Catania ma, soprattutto, come consigliere regionale dell’Anci - spiega Massimiliano Giammusso - in questi ultimi mesi mi sono fat- to portavoce della campagna di sensibilizzazione #UnSiIn- Comune. Una campagna educativa con cui invitiamo i nostri concittadini a dare il loro consenso alla donazione degli or- gani al momento del rinnovo della carta d’identità. Un gesto semplice che riteniamo civile ai giorni nostri».

Riteniamo che sensibilizzare la cittadinanza sulla prevenzio- ne e educazione della salute sia di fondamentale importan- za, il lungo periodo di pandemia ci ha insegnato tanto. Per due lunghi anni abbiamo lavorato in assoluta emergenza e questo, inevitabilmente, ci ha condizionato, ma non ci ha co- munque frenato nella realizzazione del nostro programma.

Abbiamo cercato di fare il nostro meglio – spiega Massimi- liano Giammusso, sindaco di Gravina di Catania - per gestire nel migliore dei modi la pandemia. Questo anche grazie ad una comunicazione costante con la nostra cittadinanza. Di- verse le iniziative che abbiamo portato avanti durante le fasi più acute della pandemia. Una su tutte, l’istituzione dei punti vaccinali di prossimità ma anche la realizzazione del drive in per lo screening antigenico rapido e l’iniziativa solidale “Gra- vina aiuta Gravina” che tanto successo ha riscosso».

La Donazione in pillole

DA CADAVERE

Nella prima tipologia rientrano le donazioni di organi da perso- ne di qualunque età che perdono la vita in ospedale nelle unità di rianimazione, a causa di una lesione irreversibile al cervello (emorragia, trauma cranico, aneurisma, ecc.) o di un prolunga- to arresto cardiaco, accertato con elettrocardiogramma per almeno 20 minuti, che abbiano prodotto la totale distruzione delle cellule cerebrali causando la morte del paziente per irre- versibile e completa cessazione dell'attività cerebrale. Questa tipologia di donatore può donare tutti gli organi (cuore, fegato, rene, ecc.) e alcuni tessuti (muscolo-scheletrici, vasi, cornee, ecc.).

DA VIVENTE

La seconda tipologia, la donazione da vivente può avvenire solo per alcuni organi, come rene e fegato, e presuppone l’e- sistenza di un vincolo di familiarità (ad esempio: madre-figlio) o affettività (ad esempio: marito e moglie) tra donatore e ri- cevente. Il percorso che porta alla donazione e al trapianto è regolamentato da norme e linee-guida che tutelano il dona- tore, accertandone lo stato di salute psico-fisico, e verificano la gratuità del gesto. Le cellule che possono essere donate e utilizzate a scopo di trapianto sono le cellule staminali emo- poietiche, capaci di generare globuli bianchi, globuli rossi e piastrine. Le cellule staminali sono in grado di autorinnovarsi e di dare origine a tutte le cellule specializzate, che costitui- scono i vari tessuti e organi. Sono presenti nel midollo osseo, nel sangue periferico e nel sangue del cordone ombelicale. Le cellule staminali emopoietiche possono essere donate solo da vivente.

IL TRAPIANTO DI ORGANI

E’ un intervento chirurgico che consiste nella sostituzione di un organo malato e quindi non più funzionante, con uno sano dello stesso tipo proveniente da un altro individuo che viene chiamato donatore. Vengono normalmente trapiantati i reni, il cuore, il fegato, i polmoni, il pancreas e l’intestino. Il trapianto di cuore, fegato e polmone sono interventi salvavita, mentre il trapianto di rene è una valida alternativa terapeutica per ma- lati che altrimenti dovrebbero sottoporsi a dialisi.

COME DONARE

Ogni cittadino maggiorenne può esprimersi sulla donazione di organi e tessuti:

• presso le Aziende sanitarie locali (ASL)

• presso gli uffici anagrafe dei Comuni al momento del rilascio o rinnovo della carta d’identità

• compilando il tesserino blu del Ministero della Salute o una delle dono card distribuite dalle associazioni di settore; in que- sto caso è necessario conservare questa tessera tra i propri

IL TRAPIANTO DI TESSUTI

E’ un trapianto che viene detto “migliorativo”, in grado cioè di migliorare la qualità della vita dei pazienti, preferibile rispetto a protesi biologiche o materiali artificiali. I tessuti vengono pre- levati da donatori viventi o deceduti in base al tipo di tessuto, e possono provenire da elementi ossei (es. testa di femore) o muscolo-scheletrici (cartilagini, tendini), tessuti cardiovasco- lari (arterie, vasi, valvole cardiache), tessuto oculare (cornea), dalla cute e recentemente anche dalla membrana amniotica.

Il prelievo di tali tessuti avviene esclusivamente quando non vi sia un’espressione contraria lasciata dal defunto o un’oppo- sizione dei familiari in assenza di dichiarazione di volontà del defunto. Ulteriore condizione imprescindibile è l’accertamen- to di morte.

LA DONAZIONE DI CELLULE STAMINALI EMOPOIETICHE (CSE)

Avviene sempre da donatore vivente e, in quest’ambito, si di- stinguono donazioni da donatori adulti e donazioni di sangue cordonale, raccolto dopo la nascita del bambino. Le CSE sono presenti nel soggetto adulto a livello del midollo osseo ed una piccola quota di esse si ritrova in condizioni normali nel san- gue periferico. Il donatore di CSE, in base a specifiche caratte- ristiche genetiche, può essere identificato in ambito familiare (generalmente un fratello/sorella) o nei registri dei donatori di cellule staminali.

documenti personali

• iscrivendosi all’AIDO, l’Associazione Italiana per la Donazione di Organi, Tessuti e Cellule e compilando il modulo di adesione

• riportando il proprio consenso o dissenso alla donazione su un foglio di carta, datarlo e firmarlo; anche in questo caso è necessario custodire questa dichiarazione tra i documenti personali.

Le dichiarazioni espresse presso le ASL, i Comuni e l’AIDO sono registrate nel Sistema informativo trapianti, la banca dati del Ministero della Salute che consente ai medici, in caso di necessità, di verificare l’esistenza di un volere manifestato in vita.

Le dichiarazioni di volontà non sono obbligatorie. In caso di assenza di una dichiarazione espressa in vita, i medici sono tenuti a richiedere il consenso al prelievo di organi a scopo di trapianto ai familiari aventi diritto (coniuge non separato, con- vivente more uxorio, figli maggiorenni e genitori).

È possibile cambiare idea sulla donazione in qualsiasi mo- mento e fa fede l’ultima dichiarazione di volontà resa in ordine temporale.

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LA PAROLA A PASQUALE GALLERANO, DIRETTORE U.O.C. MEDICINA TRASFUSIONALE PO SCIACCA – ASP DI AGRIGENTO, CENTRO REGIONALE DI

RIFERIMENTO PER LA BANCA DI SANGUE CORDONALE

A

l momento del parto, tutte le donne possono donare le cellule del cordone om- belicale, la cui conserva- zione, previa idoneità da accertare in base a precisi criteri, può av- venire in una delle 18 Banche di sangue cordonale attive sul territorio nazionale.

In Sicilia, la Banca del sangue cordonale è ubicata all’interno del presidio ospeda- liero Giovanni Paolo II di Sciacca, in pro- vincia di Agrigento e fa parte della UOC Medicina Trasfusionale dell’ospedale. La Banca è il Centro di riferimento regiona- le ed è accreditata ed inserita nell’ITCBN (Italian Cord Blood Network), la rete delle banche di cordone italiane che operano nell’ambito del Servizio Sanitario Na- zionale (SSN). Essa coordina l’attività di raccolta nei punti nascita della Regione Siciliana, rendendo pos- sibile la donazione del sangue da cordone om- belicale (SCO): «La Banca si avvale della collabora- zione di 30 centri di rac- colta, tra ospedali e case di cura private distribuite su tutto il territorio sicilia- no. Ciò consente a tutte le gestanti della Sicilia di poter donare il sangue cordonale nell’ospedale più vicino alla propria, ma soprattutto di avere nella Banca un campione rap- presentativo di tutta la popolazione siciliana. In tal modo – spie- ga Pasquale Gallerano, direttore dell’UOC medicina trasfusionale e Responsabile del Centro- la probabilità per un malato di trovare una unità compatibile sarà mag- giore».

«Il sangue cordonale è il sangue che resta nei vasi cordonali e placentari dopo che il cordone ombelicale del neonato è stato reciso. Questo sangue, che normalmen- te viene scartato insieme alla placenta, ora può essere donato e quindi raccolto

e conservato. La donazione del sangue cordonale non comporta rischi né per la madre, né per il bambino; esso viene raccolto dopo la nascita del bambino e la raccolta può essere effettuata sia in occasione di parto naturale che di parto cesareo» prosegue Gallerano.

Perché è importante donarlo

«Il sangue cordonale è ricco di cellule sta- minali emopoietiche. Le cellule staminali emopoetiche del sangue cordonale sono state oggetto di studi e ricerche che han- no ampiamente dimostrato la capacità di generare le cellule del sangue (globuli rossi, globuli bianchi e piastrine), simi- li a quelle del midollo osseo e utilizzate principalmente per numerose patologie in ambito oncoematologico in pazienti affetti da malattie tumorali del sangue, come la leucemia, i linfomi (tumori del sistema linfatico), patologie non tumora- li come la talassemia (malattia ereditaria del sangue), l’aplasia midollare (mancata produzione delle cellule del sangue) e le immunodeficienze congenite (malfun- zionamento del sistema immunitario che causa una maggiore predisposizione alle infezioni). Il sangue cordonale ha inoltre dimostrate capacità rigenerative, ripara- tive dei tessuti e di facilitazione della gua- rigione di lesioni cutanee e mucose da utilizzare in differenti ambiti clinici appar- tenenti a differenti branche specialistiche della medicina e chirurgia. Fra i pazienti che possono beneficiare di questi tratta- menti di medicina rigenerativa rientrano i soggetti con piaghe, ulcere diabetiche o ferite di difficile guarigione, patologie oculari come lesioni e ulcere corneali, trattamenti di tendinopatie, osteoartrosi, rigenerazione peridontale e interventi di implantologia».

Nell’ultimo anno di attività sono stati pre- si in carico dalla Banca del Sangue Cor- donale di Sciacca oltre 100 pazienti con piaghe da decubito e circa 60 pazienti con patologie oculari grazie al dono del- le unità di sangue cordonale. Tali terapie

Sangue cordonale , l’importanza

di donarlo

hanno determinato ottimi risultati clinici e terapeutici nei pazienti e, aspetto ancor più importante, a domicilio degli stessi senza dover ricorre alle prestazioni ospe- daliere. Un altro impiego è rappresentato dall’utilizzo dei globuli rossi derivati dalla raccolta del sangue cordonale allogenico per la terapia trasfusionale di neonati pre- termine. I piccoli pazienti spesso ricevo- no trasfusioni di sangue nelle prime fasi della vita durante il ricovero nelle Unità Operative di Terapia Intensiva neonatale.

«Attualmente è in corso una ricerca scientifica che vede la banca del sangue Cordonale di Sciacca inserita in un con- test internazionale insieme alle banche di Barcellona, Singapore, Atene, Antony Nolan (UK) finalizzata proprio all’utilizzo di sangue cordonale a scopo trasfusionale.

Oggi, la pandemia ha reso ancor più dif- ficile la disponibilità di donatori volontari di cellule staminali e pertanto ancor di più è necessario sensibilizzare i punti nascita alla raccolta del sangue cordonale come emocomponente salvavita».

Il numero di trapianti con cellule stamina- li emopoietiche è in aumento, con circa 1000 trapianti in più ogni anno, a testimo- nianza delle grandi potenzialità di questo trattamento.

Come si diventa donatrici

Per donare il sangue da Cordone Ombe- licale è necessario effettuare una pro- cedura d’idoneità prima dell’inizio della fase di travaglio e parto per la verifica di assenza di criteri di esclusione. La cop- pia donatrice deve rispondere a un que- stionario circa le proprie condizioni di sa- lute e quelle dei familiari diretti. Come per la donazione di sangue, esistono infatti condizioni cliniche e comportamenti/

condizioni di rischio che precludono la donazione del sangue placentare, come, ad esempio, l’esistenza di varie patologie a carico dei genitori e/o dei familiari.

Per autorizzare il personale medico ad effettuare la raccolta del sangue cordo- nale è necessario inoltre che la coppia donatrice sottoscriva un documento nel quale dichiari la disponibilità a donare gratuitamente il campione presso la Ban- ca pubblica collegata al punto nascita e, soprattutto, di acconsentire alle indagini di laboratorio e tests genetici previsti dal- la legge per accertarne l’idoneità a scopo terapeutico o a scopo di ricerca (solo se l’unità non è idonea al trapianto e la do- natrice specifica il suo consenso). Tali emocomponenti verranno in ogni caso utilizzati a beneficio di pazienti che ne ne- cessitano.

Come avviene la donazione?

La raccolta del sangue cordonale avviene durante il parto: «la raccolta, infatti, avvie- ne quando il cordone è già stato reciso ed

il neonato è stato allontanato dal campo operativo ed è, pertanto, indolore e non invasiva. La raccolta viene eseguita da personale addestrato secondo metodi- che standard, mediante apposite sac- che monouso; le sacche sono dotate di dispositivi di sicurezza per l’operatore e di sistemi a circuito chiuso per il campio- namento, per assicurare l’integrità della sacca e la sterilità del prodotto. La sacca, una volta raccolta e verifica l’idoneità, viene trasferita presso la banca del san- gue cordonale di riferimento con appo- siti corrieri, dove è sottoposta a controlli specifici per verificare l’idoneità alla con- servazione e definire le caratteristiche immunologiche per le future analisi della compatibilità fra donatore e ricevente. I dati relativi alle unità di sangue cordonale, conservate presso la banca, vengono tra- smessi al Registro internazionale dei do- natori di midollo osseo e rese visibili per la eventuale selezione da parte di centri trapianto che hanno in cura pazienti po- tenzialmente curabili con le cellule sta- minali emopoietiche. A sei – 12 mesi dal parto, se si dimostra ancora idonea l’unità caratterizzata le coppie donatrici vengo- no contattate per richiedere un certifi- cato del bambino attestante l’assenza di patologie instauratesi e/o resosi evidenti dopo la nascita».

Quale tipo di conservazione di cellule staminali è consentita in Italia?

In Italia è consentita la conservazione per uso unicamente autologo, cioè persona- le, del sangue del cordone ombelicale, nei soli casi in cui sia presente, tra i consan- guinei del nascituro, una patologia per la quale è riconosciuto clinicamente valido e appropriato l’utilizzo terapeutico delle cellule staminali del sangue da cordone ombelicale. In tale caso (“donazione dedi- cata”), le cellule staminali sono conserva- te gratuitamente nelle banche italiane ad uso esclusivo della famiglia.

Al di fuori di questo ambito, è consentito esportare,  presso una struttura estera e a proprie spese, il sangue di cordone ombelicale prelevato al momento della nascita del proprio figlio e conservarlo a uso personale, pur se tale attività di con- servazione a uso autologo presenta rile- vanti incertezze scientifiche relative alla capacità di soddisfare eventuali esigenze terapeutiche future: «E’ importante che la coppia donatrice sia a conoscenza che non esistono evidenze scientifiche ri- guardo all’impiego di cellule staminali ad uso autologo al di fuori dei casi previsti dalla normativa vigente, sono riportati in letteratura solo casi aneddotici (solo 3 casi sono riportati in letteratura contro gli oltre 45.000 trapianti allogenici). Il san- gue da cordone ombelicale è donato per essere messo a disposizione della collet-

tività. La donazione è volontaria, gratuita e anonima. La conservazione autologa sovverte completamente il concetto di donazione volontaria, gratuita, anonima e consapevole, intesa come patrimonio so- ciale per la vita, come risorsa del SSN fino ad oggi insostituibile al fine di garantire a tutti i cittadini assistiti la possibilità di fru- ire di determinati trattamenti terapeutici. Inoltre, se tutte o molte delle mamme scegliessero la conservazione autolo- ga, si assisterebbe ad una diminuzione della disponibilità delle unità di sangue cordonale donate ad uso trapiantologi- co allogenico e molti bambini ed adulti in attesa di un trapianto non potrebbero trarre vantaggio da tale procedura tera- peutica. È molto importante evidenziare che le mamme che, liberamente, scelgo- no la strada della conservazione autologa quale assicurazione biologica, devono essere informate e consapevoli che, nel caso in cui il proprio figlio avesse bisogno nel corso della vita di un trapianto emo- poietico, sarebbe necessario ricorrere a cellule staminali emopoietiche donate da genitori che hanno fatto una scelta diver- sa dalla loro».

SECONDO TRAPIANTO DI UTERO IN ITALIA ESEGUITO DA ÉQUIPE DELLE

AZIENDE CANNIZZARO - POLICLINICO

Il secondo trapianto di utero in assoluto in Italia è stato eseguito a Catania, ad inizio anno, congiuntamente da parte delle équipe delle aziende ospedaliere Cannizzaro e Policlinico Rodolico-San Marco, in collaborazione con la rete tra- piantologica nazionale e regionale e con l’Ospedale Civico di Palermo. Le stes- se équipe, guidate rispettivamente dal prof. Paolo Scollo del Cannizzaro e dal prof. Pierfrancesco Veorux del Policli- nico, avevano effettuato nell’agosto del 2020 il primo trapianto di utero in Italia, tra i primi in Europa. La ricevente è una siciliana seguita dall’Unità Operativa Complessa di Ginecologia e Ostetricia dell’Ospedale Cannizzaro, diretta dal prof. Scollo. Dopo aver ricevuto la comu- nicazione dall’ARNAS Civico di Palermo della disponibilità dell’organo da parte di una paziente che aveva espresso in vita la volontà di donarlo, verificata la com- patibilità, la donna è stata ricoverata nell’UOC di Chirurgia Vascolare del Po- liclinico di Catania, diretta dal prof. Ve- roux, centro di riferimento per i trapian- ti, dove è stato eseguito l’intervento. Un nuovo prestigioso risultato per la sanità siciliana e catanese in particolare ed un traguardo che ha consentito ad un’altra donna di rendere concreto il suo grande desiderio di maternità.

(9)

LA PAROLA A PASQUALE GALLERANO, DIRETTORE U.O.C. MEDICINA TRASFUSIONALE PO SCIACCA – ASP DI AGRIGENTO, CENTRO REGIONALE DI

RIFERIMENTO PER LA BANCA DI SANGUE CORDONALE

A

l momento del parto, tutte le donne possono donare le cellule del cordone om- belicale, la cui conserva- zione, previa idoneità da accertare in base a precisi criteri, può av- venire in una delle 18 Banche di sangue cordonale attive sul territorio nazionale.

In Sicilia, la Banca del sangue cordonale è ubicata all’interno del presidio ospeda- liero Giovanni Paolo II di Sciacca, in pro- vincia di Agrigento e fa parte della UOC Medicina Trasfusionale dell’ospedale. La Banca è il Centro di riferimento regiona- le ed è accreditata ed inserita nell’ITCBN (Italian Cord Blood Network), la rete delle banche di cordone italiane che operano nell’ambito del Servizio Sanitario Na- zionale (SSN). Essa coordina l’attività di raccolta nei punti nascita della Regione Siciliana, rendendo pos- sibile la donazione del sangue da cordone om- belicale (SCO): «La Banca si avvale della collabora- zione di 30 centri di rac- colta, tra ospedali e case di cura private distribuite su tutto il territorio sicilia- no. Ciò consente a tutte le gestanti della Sicilia di poter donare il sangue cordonale nell’ospedale più vicino alla propria, ma soprattutto di avere nella Banca un campione rap- presentativo di tutta la popolazione siciliana. In tal modo – spie- ga Pasquale Gallerano, direttore dell’UOC medicina trasfusionale e Responsabile del Centro- la probabilità per un malato di trovare una unità compatibile sarà mag- giore».

«Il sangue cordonale è il sangue che resta nei vasi cordonali e placentari dopo che il cordone ombelicale del neonato è stato reciso. Questo sangue, che normalmen- te viene scartato insieme alla placenta, ora può essere donato e quindi raccolto

e conservato. La donazione del sangue cordonale non comporta rischi né per la madre, né per il bambino; esso viene raccolto dopo la nascita del bambino e la raccolta può essere effettuata sia in occasione di parto naturale che di parto cesareo» prosegue Gallerano.

Perché è importante donarlo

«Il sangue cordonale è ricco di cellule sta- minali emopoietiche. Le cellule staminali emopoetiche del sangue cordonale sono state oggetto di studi e ricerche che han- no ampiamente dimostrato la capacità di generare le cellule del sangue (globuli rossi, globuli bianchi e piastrine), simi- li a quelle del midollo osseo e utilizzate principalmente per numerose patologie in ambito oncoematologico in pazienti affetti da malattie tumorali del sangue, come la leucemia, i linfomi (tumori del sistema linfatico), patologie non tumora- li come la talassemia (malattia ereditaria del sangue), l’aplasia midollare (mancata produzione delle cellule del sangue) e le immunodeficienze congenite (malfun- zionamento del sistema immunitario che causa una maggiore predisposizione alle infezioni). Il sangue cordonale ha inoltre dimostrate capacità rigenerative, ripara- tive dei tessuti e di facilitazione della gua- rigione di lesioni cutanee e mucose da utilizzare in differenti ambiti clinici appar- tenenti a differenti branche specialistiche della medicina e chirurgia. Fra i pazienti che possono beneficiare di questi tratta- menti di medicina rigenerativa rientrano i soggetti con piaghe, ulcere diabetiche o ferite di difficile guarigione, patologie oculari come lesioni e ulcere corneali, trattamenti di tendinopatie, osteoartrosi, rigenerazione peridontale e interventi di implantologia».

Nell’ultimo anno di attività sono stati pre- si in carico dalla Banca del Sangue Cor- donale di Sciacca oltre 100 pazienti con piaghe da decubito e circa 60 pazienti con patologie oculari grazie al dono del- le unità di sangue cordonale. Tali terapie

Sangue cordonale , l’importanza

di donarlo

hanno determinato ottimi risultati clinici e terapeutici nei pazienti e, aspetto ancor più importante, a domicilio degli stessi senza dover ricorre alle prestazioni ospe- daliere. Un altro impiego è rappresentato dall’utilizzo dei globuli rossi derivati dalla raccolta del sangue cordonale allogenico per la terapia trasfusionale di neonati pre- termine. I piccoli pazienti spesso ricevo- no trasfusioni di sangue nelle prime fasi della vita durante il ricovero nelle Unità Operative di Terapia Intensiva neonatale.

«Attualmente è in corso una ricerca scientifica che vede la banca del sangue Cordonale di Sciacca inserita in un con- test internazionale insieme alle banche di Barcellona, Singapore, Atene, Antony Nolan (UK) finalizzata proprio all’utilizzo di sangue cordonale a scopo trasfusionale.

Oggi, la pandemia ha reso ancor più dif- ficile la disponibilità di donatori volontari di cellule staminali e pertanto ancor di più è necessario sensibilizzare i punti nascita alla raccolta del sangue cordonale come emocomponente salvavita».

Il numero di trapianti con cellule stamina- li emopoietiche è in aumento, con circa 1000 trapianti in più ogni anno, a testimo- nianza delle grandi potenzialità di questo trattamento.

Come si diventa donatrici

Per donare il sangue da Cordone Ombe- licale è necessario effettuare una pro- cedura d’idoneità prima dell’inizio della fase di travaglio e parto per la verifica di assenza di criteri di esclusione. La cop- pia donatrice deve rispondere a un que- stionario circa le proprie condizioni di sa- lute e quelle dei familiari diretti. Come per la donazione di sangue, esistono infatti condizioni cliniche e comportamenti/

condizioni di rischio che precludono la donazione del sangue placentare, come, ad esempio, l’esistenza di varie patologie a carico dei genitori e/o dei familiari.

Per autorizzare il personale medico ad effettuare la raccolta del sangue cordo- nale è necessario inoltre che la coppia donatrice sottoscriva un documento nel quale dichiari la disponibilità a donare gratuitamente il campione presso la Ban- ca pubblica collegata al punto nascita e, soprattutto, di acconsentire alle indagini di laboratorio e tests genetici previsti dal- la legge per accertarne l’idoneità a scopo terapeutico o a scopo di ricerca (solo se l’unità non è idonea al trapianto e la do- natrice specifica il suo consenso). Tali emocomponenti verranno in ogni caso utilizzati a beneficio di pazienti che ne ne- cessitano.

Come avviene la donazione?

La raccolta del sangue cordonale avviene durante il parto: «la raccolta, infatti, avvie- ne quando il cordone è già stato reciso ed

il neonato è stato allontanato dal campo operativo ed è, pertanto, indolore e non invasiva. La raccolta viene eseguita da personale addestrato secondo metodi- che standard, mediante apposite sac- che monouso; le sacche sono dotate di dispositivi di sicurezza per l’operatore e di sistemi a circuito chiuso per il campio- namento, per assicurare l’integrità della sacca e la sterilità del prodotto. La sacca, una volta raccolta e verifica l’idoneità, viene trasferita presso la banca del san- gue cordonale di riferimento con appo- siti corrieri, dove è sottoposta a controlli specifici per verificare l’idoneità alla con- servazione e definire le caratteristiche immunologiche per le future analisi della compatibilità fra donatore e ricevente. I dati relativi alle unità di sangue cordonale, conservate presso la banca, vengono tra- smessi al Registro internazionale dei do- natori di midollo osseo e rese visibili per la eventuale selezione da parte di centri trapianto che hanno in cura pazienti po- tenzialmente curabili con le cellule sta- minali emopoietiche. A sei – 12 mesi dal parto, se si dimostra ancora idonea l’unità caratterizzata le coppie donatrici vengo- no contattate per richiedere un certifi- cato del bambino attestante l’assenza di patologie instauratesi e/o resosi evidenti dopo la nascita».

Quale tipo di conservazione di cellule staminali è consentita in Italia?

In Italia è consentita la conservazione per uso unicamente autologo, cioè persona- le, del sangue del cordone ombelicale, nei soli casi in cui sia presente, tra i consan- guinei del nascituro, una patologia per la quale è riconosciuto clinicamente valido e appropriato l’utilizzo terapeutico delle cellule staminali del sangue da cordone ombelicale. In tale caso (“donazione dedi- cata”), le cellule staminali sono conserva- te gratuitamente nelle banche italiane ad uso esclusivo della famiglia.

Al di fuori di questo ambito, è consentito esportare,  presso una struttura estera e a proprie spese, il sangue di cordone ombelicale prelevato al momento della nascita del proprio figlio e conservarlo a uso personale, pur se tale attività di con- servazione a uso autologo presenta rile- vanti incertezze scientifiche relative alla capacità di soddisfare eventuali esigenze terapeutiche future: «E’ importante che la coppia donatrice sia a conoscenza che non esistono evidenze scientifiche ri- guardo all’impiego di cellule staminali ad uso autologo al di fuori dei casi previsti dalla normativa vigente, sono riportati in letteratura solo casi aneddotici (solo 3 casi sono riportati in letteratura contro gli oltre 45.000 trapianti allogenici). Il san- gue da cordone ombelicale è donato per essere messo a disposizione della collet-

tività. La donazione è volontaria, gratuita e anonima. La conservazione autologa sovverte completamente il concetto di donazione volontaria, gratuita, anonima e consapevole, intesa come patrimonio so- ciale per la vita, come risorsa del SSN fino ad oggi insostituibile al fine di garantire a tutti i cittadini assistiti la possibilità di fru- ire di determinati trattamenti terapeutici.

Inoltre, se tutte o molte delle mamme scegliessero la conservazione autolo- ga, si assisterebbe ad una diminuzione della disponibilità delle unità di sangue cordonale donate ad uso trapiantologi- co allogenico e molti bambini ed adulti in attesa di un trapianto non potrebbero trarre vantaggio da tale procedura tera- peutica. È molto importante evidenziare che le mamme che, liberamente, scelgo- no la strada della conservazione autologa quale assicurazione biologica, devono essere informate e consapevoli che, nel caso in cui il proprio figlio avesse bisogno nel corso della vita di un trapianto emo- poietico, sarebbe necessario ricorrere a cellule staminali emopoietiche donate da genitori che hanno fatto una scelta diver- sa dalla loro».

SECONDO TRAPIANTO DI UTERO IN ITALIA ESEGUITO DA ÉQUIPE DELLE

AZIENDE CANNIZZARO - POLICLINICO

Il secondo trapianto di utero in assoluto in Italia è stato eseguito a Catania, ad inizio anno, congiuntamente da parte delle équipe delle aziende ospedaliere Cannizzaro e Policlinico Rodolico-San Marco, in collaborazione con la rete tra- piantologica nazionale e regionale e con l’Ospedale Civico di Palermo. Le stes- se équipe, guidate rispettivamente dal prof. Paolo Scollo del Cannizzaro e dal prof. Pierfrancesco Veorux del Policli- nico, avevano effettuato nell’agosto del 2020 il primo trapianto di utero in Italia, tra i primi in Europa. La ricevente è una siciliana seguita dall’Unità Operativa Complessa di Ginecologia e Ostetricia dell’Ospedale Cannizzaro, diretta dal prof. Scollo. Dopo aver ricevuto la comu- nicazione dall’ARNAS Civico di Palermo della disponibilità dell’organo da parte di una paziente che aveva espresso in vita la volontà di donarlo, verificata la com- patibilità, la donna è stata ricoverata nell’UOC di Chirurgia Vascolare del Po- liclinico di Catania, diretta dal prof. Ve- roux, centro di riferimento per i trapian- ti, dove è stato eseguito l’intervento. Un nuovo prestigioso risultato per la sanità siciliana e catanese in particolare ed un traguardo che ha consentito ad un’altra donna di rendere concreto il suo grande desiderio di maternità.

(10)

INTERVISTA A

GIORGIO BATTAGLIA COORDINATORE DEL CENTRO REGIONALE TRAPIANTI

Il Centro Regionale Trapianti

in prima linea per la donazione

I

l Centro Regionale Trapianti, isti- tuito con decreto dell’assessore regionale della salute nel 1999, è stato recentemente riorga- nizzato, con un recente decre- to dell’assessore Razza, in un nuovo modello suddiviso in due aree: l'Area di coordinamento e governance della rete regionale, con funzioni sovrazien- dali, a cui è affidata la programmazione regionale delle attività di donazione e trapianto, i rapporti istituzionali, l’appli- cazione dei programmi di qualità e di governo clinico diretti all'incremento della donazione e trapianto di organi e tessuti e la gestione della formazio- ne del personale sanitario in materia , nonché la gestione dell'attività di co- municazione per la promozione della donazione di organi e tessuti; l'area di coordinamento operativo del proces- so di donazione e trapianto di organi e tessuti che è un’Unità Operativa Com- plessa dell'A.R.N.A.S. Civico - Di Cristina – Benfratelli che organizza la raccolta delle segnalazioni dei potenziali dona- tori dagli ospedali della rete regionale, la valutazione dell’idoneità e sicurezza degli organi e tessuti proposti, il tra-

sporto di organi ed equipe di prelievo e di trapianto, e dei pazienti in attesa di trapianto e la gestione della lista dei pazienti in attesa di trapianto presso i centri della Regione segnalazione degli eventi e reazioni avverse gravi. Supe- rata la fase acuta vissuta a causa della pandemia, l’attività di donazione e tra- pianto di organi in Sicilia ha ripreso a crescere.

«Nonostante la riduzione dei posti letto nelle rianimazioni a causa della pan- demia, la Rete regionale dei trapianti e delle donazioni è riuscita a risalire dagli ultimi posti che ricopriva in Italia, grazie anche al lavoro dei coordinamenti loca- li» commenta Giorgio Battaglia coordi- natore del Centro Regionale Trapianti.

Dal 1 gennaio al 31 dicembre 2021 dalle rianimazioni siciliane sono stati segna- lati 161 potenziali donatori, di cui 81 ef- fettivi, mentre le opposizioni sono state 61. Da gennaio 2022, nel momento in cui si scrive, sono stati 30 i donatori se- gnalati, 18 effettivi, con 10 opposizioni.

In miglioramento anche i dati relativi alle manifestazioni di volontà registra-

te nei Comuni della Regione siciliana al momento del rilascio o rinnovo della carta d’identità: su un totale di 738.492 dichiarazioni, 459.305 (58,2%) sono di consenso alla donazione e 330.140 (41,8%) di diniego (dati aggiornati ad aprile 2022). In particolare, da inizio anno ad oggi, nell’area metropolitana di Catania, che comprende le rianimazio- ni delle aziende ospedaliere Policlinico, presidio Rodolico e San Marco, Garibal- di Nesima e Centro, Cannizzaro, vi sono stati 4 donatori effettivi su 7 donatori segnalati, con 2 opposizioni (fonte: CRT Sicilia). Numeri che fanno ben sperare, ma la semplificazione dell’accesso alla manifestazione di volontà alla donazio- ne in vita, con la possibilità di esprimere il proprio consenso anche con un SI in Comune non è sufficiente, se non ac- compagnata da opportune ed efficaci campagne.

«Gran parte del personale addetto all’a- nagrafe non è preparato sul quesito da porre ai cittadini e nella frettolosità la cosa più semplice è dire non dichiarato. Il “no” espresso dai cittadini – prosegue Battaglia - è quasi sempre espressione di una mancata conoscenza sui temi della donazione di organi e del trapian- to, un esempio tra tutti i dubbi sulla morte cerebrale, spesso confusa con il coma, ma talvolta pure di scarsa fidu- cia nel sistema sanitario. Nonostante il fondamentale ruolo degli psicologi, è molto più complicato ottenere un “si” dietro la porta di una rianimazione in cui il proprio caro è in una situazione

terminale che pone i familiari in un bivio di difficile comprensione nel momento cui gli viene dichiarato l’irreversibilità del processo. E certamente incide nelle opposizioni è sicuramente legato an- che alla cultura del cadavere, propria dei nostri territori. Per questo abbia- mo deciso di investire maggiormente nell’informazione e in iniziative di co- municazione rivolte ai cittadini». Recentemente, infatti, è stata crea- ta un app per avvicinare i cittadini alle donazioni, è stato realizzato uno spot con testimonial un giornalista di un noto programma televisivo. Prosegue poi l’importante percorso di educazio- ne alla cultura del dono nelle scuole e nelle Università, un’iniziativa ancora no diffusa omogeneamente su tutta l’Iso- la e che procede per protocolli di intesa con Comuni e Atenei.

«Ci sono certamente ulteriori spazi di miglioramento organizzativo nell’attivi- tà di segnalazione da parte delle riani- mazioni e di crescita della cultura della donazione nell’opinione pubblica» con- clude il dottore Battaglia «la Rete regio- nale dei trapianti proseguirà il cammino intrapreso e continuerà a investire sia nell’organizzazione che nella promozio- ne dell’informazione ai cittadini».  Sopra; Dati aprile 2022 centro regionale

trapianti.

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INTERVISTA A

GIORGIO BATTAGLIA COORDINATORE DEL CENTRO REGIONALE TRAPIANTI

Il Centro Regionale Trapianti

in prima linea per la donazione

I

l Centro Regionale Trapianti, isti- tuito con decreto dell’assessore regionale della salute nel 1999, è stato recentemente riorga- nizzato, con un recente decre- to dell’assessore Razza, in un nuovo modello suddiviso in due aree: l'Area di coordinamento e governance della rete regionale, con funzioni sovrazien- dali, a cui è affidata la programmazione regionale delle attività di donazione e trapianto, i rapporti istituzionali, l’appli- cazione dei programmi di qualità e di governo clinico diretti all'incremento della donazione e trapianto di organi e tessuti e la gestione della formazio- ne del personale sanitario in materia , nonché la gestione dell'attività di co- municazione per la promozione della donazione di organi e tessuti; l'area di coordinamento operativo del proces- so di donazione e trapianto di organi e tessuti che è un’Unità Operativa Com- plessa dell'A.R.N.A.S. Civico - Di Cristina – Benfratelli che organizza la raccolta delle segnalazioni dei potenziali dona- tori dagli ospedali della rete regionale, la valutazione dell’idoneità e sicurezza degli organi e tessuti proposti, il tra-

sporto di organi ed equipe di prelievo e di trapianto, e dei pazienti in attesa di trapianto e la gestione della lista dei pazienti in attesa di trapianto presso i centri della Regione segnalazione degli eventi e reazioni avverse gravi. Supe- rata la fase acuta vissuta a causa della pandemia, l’attività di donazione e tra- pianto di organi in Sicilia ha ripreso a crescere.

«Nonostante la riduzione dei posti letto nelle rianimazioni a causa della pan- demia, la Rete regionale dei trapianti e delle donazioni è riuscita a risalire dagli ultimi posti che ricopriva in Italia, grazie anche al lavoro dei coordinamenti loca- li» commenta Giorgio Battaglia coordi- natore del Centro Regionale Trapianti.

Dal 1 gennaio al 31 dicembre 2021 dalle rianimazioni siciliane sono stati segna- lati 161 potenziali donatori, di cui 81 ef- fettivi, mentre le opposizioni sono state 61. Da gennaio 2022, nel momento in cui si scrive, sono stati 30 i donatori se- gnalati, 18 effettivi, con 10 opposizioni.

In miglioramento anche i dati relativi alle manifestazioni di volontà registra-

te nei Comuni della Regione siciliana al momento del rilascio o rinnovo della carta d’identità: su un totale di 738.492 dichiarazioni, 459.305 (58,2%) sono di consenso alla donazione e 330.140 (41,8%) di diniego (dati aggiornati ad aprile 2022). In particolare, da inizio anno ad oggi, nell’area metropolitana di Catania, che comprende le rianimazio- ni delle aziende ospedaliere Policlinico, presidio Rodolico e San Marco, Garibal- di Nesima e Centro, Cannizzaro, vi sono stati 4 donatori effettivi su 7 donatori segnalati, con 2 opposizioni (fonte: CRT Sicilia). Numeri che fanno ben sperare, ma la semplificazione dell’accesso alla manifestazione di volontà alla donazio- ne in vita, con la possibilità di esprimere il proprio consenso anche con un SI in Comune non è sufficiente, se non ac- compagnata da opportune ed efficaci campagne.

«Gran parte del personale addetto all’a- nagrafe non è preparato sul quesito da porre ai cittadini e nella frettolosità la cosa più semplice è dire non dichiarato.

Il “no” espresso dai cittadini – prosegue Battaglia - è quasi sempre espressione di una mancata conoscenza sui temi della donazione di organi e del trapian- to, un esempio tra tutti i dubbi sulla morte cerebrale, spesso confusa con il coma, ma talvolta pure di scarsa fidu- cia nel sistema sanitario. Nonostante il fondamentale ruolo degli psicologi, è molto più complicato ottenere un “si”

dietro la porta di una rianimazione in cui il proprio caro è in una situazione

terminale che pone i familiari in un bivio di difficile comprensione nel momento cui gli viene dichiarato l’irreversibilità del processo. E certamente incide nelle opposizioni è sicuramente legato an- che alla cultura del cadavere, propria dei nostri territori. Per questo abbia- mo deciso di investire maggiormente nell’informazione e in iniziative di co- municazione rivolte ai cittadini».

Recentemente, infatti, è stata crea- ta un app per avvicinare i cittadini alle donazioni, è stato realizzato uno spot con testimonial un giornalista di un noto programma televisivo. Prosegue poi l’importante percorso di educazio- ne alla cultura del dono nelle scuole e nelle Università, un’iniziativa ancora no diffusa omogeneamente su tutta l’Iso- la e che procede per protocolli di intesa con Comuni e Atenei.

«Ci sono certamente ulteriori spazi di miglioramento organizzativo nell’attivi- tà di segnalazione da parte delle riani- mazioni e di crescita della cultura della donazione nell’opinione pubblica» con- clude il dottore Battaglia «la Rete regio- nale dei trapianti proseguirà il cammino intrapreso e continuerà a investire sia nell’organizzazione che nella promozio- ne dell’informazione ai cittadini». 

Sopra; Dati aprile 2022 centro regionale trapianti.

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Come si ottiene il sangue cordonale?

Il sangue cordonale viene raccol- to in una sacca sterile, che viene definita “unità di sangue cordona- le” e può essere raccolto in parti spontanei a termine non complicati ( > 37° settimana di gestazione) e nei parti cesarei di elezione, da personale sanitario addestrato e qualificato; la raccolta richiede po- chi minuti e viene effettuata senza modificare le modalità di espleta- mento del parto, dopo che il bam- bino è stato allontanato dal campo operativo e affidato alle cure che gli sono dovute. La procedura di raccolta non comporta pertanto alcuni rischio né per la madre né per il neonato e prevede il recupe- ro del sangue rimasto.

A cosa serve il sangue cor- donale?

Il trapianto di cellule staminali emopoietiche è, attualmente, l’u- nico trattamento per pazienti con malattie del sangue e disturbi del sistema immunitario. Il trapianto di cellule staminali emopoietiche può essere ottenuto sia dal midollo osseo che dal sangue cordonale ed è noto come “trapianto allogenico”, dove il donatore è o un membro della famiglia o un donatore non consanguineo ma compatibile.

Per un paziente in attesa di tra- pianto la probabilità di reperire un

donatore compatibile in ambito familiare è pari al 25% circa e, del restante 75%, solo il 35% riesce a reperire un donatore compatibile nei Registri internazionali di midol- lo osseo.

Il sangue cordonale è una fonte al- ternativa di cellule staminali, ampia- mente utilizzata per i pazienti privi di donatore compatibile, perché, contrariamente alle cellule stami- nali del midollo osseo, che vengono raccolte solo quando il donatore è presente ed è compatibile, le unità di sangue cordonale sono raccolte e conservate in anticipo e possono essere prontamente disponibili per qualsiasi paziente bisognoso. Le banche di sangue di cordone om- belicale offrono, pertanto, maggiori opportunità di cura a quei pazienti in attesa di trapianto, che non sono in grado di reperire un donatore compatibile.

Cosa è necessario fare per donare il sangue del cordo- ne ombelicale?

Per donare il sangue del cordone ombelicale è necessario essere in buone condizioni di salute, in modo da minimizzare il rischio di trasmettere malattie al ricevente. Come per le donazioni di sangue, esistono condizioni cliniche e com- portamenti a rischio che ne preclu- dono l’effettuazione. Alcuni criteri

riguardano l’esistenza di varie patologie a carico dei genitori e/o famigliari. I donatori devono essere sani e non affetti da alcuna patolo- gia di particolare gravità; a titolo di esempio: epatiti di tipo B e di tipo C, malattie autoimmuni, malattie d’organo croniche e di particolare gravità (reumatiche, cardiovascolari, respiratorie, endocrine) etc…. Altri criteri di esclusione alla do- nazione sono di natura ostetrico/ neonatale e vengono, di conseguen- za, valutati dal personale medico e ostetrico durante la gestazione e al momento del parto:

- gestazione inferiore a 37 settima- ne compiute;

- rottura delle membrane superio- re a 12 ore;

- febbre della madre superiore a 38°c nelle 24 ore precedenti il momento del parto;

- malformazioni congenite note del neonato;

- stress fetale.

La mamma che desidera donare il sangue cordonale dovrà sotto- scrivere un consenso informa- to e compilare un questionario anamnestico, nel quale dichiari la disponibilità a rispondere in ma- niera scrupolosamente veritiera al questionario anamnestico poiché consapevole che il sangue cordona- le può trasmettere malattie infet- tive, rinunciare a qualunque diritto

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Come si ottiene il sangue cordonale?

Il sangue cordonale viene raccol- to in una sacca sterile, che viene definita “unità di sangue cordona- le” e può essere raccolto in parti spontanei a termine non complicati ( > 37° settimana di gestazione) e nei parti cesarei di elezione, da personale sanitario addestrato e qualificato; la raccolta richiede po- chi minuti e viene effettuata senza modificare le modalità di espleta- mento del parto, dopo che il bam- bino è stato allontanato dal campo operativo e affidato alle cure che gli sono dovute. La procedura di raccolta non comporta pertanto alcuni rischio né per la madre né per il neonato e prevede il recupe- ro del sangue rimasto.

A cosa serve il sangue cor- donale?

Il trapianto di cellule staminali emopoietiche è, attualmente, l’u- nico trattamento per pazienti con malattie del sangue e disturbi del sistema immunitario. Il trapianto di cellule staminali emopoietiche può essere ottenuto sia dal midollo osseo che dal sangue cordonale ed è noto come “trapianto allogenico”, dove il donatore è o un membro della famiglia o un donatore non consanguineo ma compatibile.

Per un paziente in attesa di tra- pianto la probabilità di reperire un

donatore compatibile in ambito familiare è pari al 25% circa e, del restante 75%, solo il 35% riesce a reperire un donatore compatibile nei Registri internazionali di midol- lo osseo.

Il sangue cordonale è una fonte al- ternativa di cellule staminali, ampia- mente utilizzata per i pazienti privi di donatore compatibile, perché, contrariamente alle cellule stami- nali del midollo osseo, che vengono raccolte solo quando il donatore è presente ed è compatibile, le unità di sangue cordonale sono raccolte e conservate in anticipo e possono essere prontamente disponibili per qualsiasi paziente bisognoso. Le banche di sangue di cordone om- belicale offrono, pertanto, maggiori opportunità di cura a quei pazienti in attesa di trapianto, che non sono in grado di reperire un donatore compatibile.

Cosa è necessario fare per donare il sangue del cordo- ne ombelicale?

Per donare il sangue del cordone ombelicale è necessario essere in buone condizioni di salute, in modo da minimizzare il rischio di trasmettere malattie al ricevente.

Come per le donazioni di sangue, esistono condizioni cliniche e com- portamenti a rischio che ne preclu- dono l’effettuazione. Alcuni criteri

riguardano l’esistenza di varie patologie a carico dei genitori e/o famigliari. I donatori devono essere sani e non affetti da alcuna patolo- gia di particolare gravità; a titolo di esempio: epatiti di tipo B e di tipo C, malattie autoimmuni, malattie d’organo croniche e di particolare gravità (reumatiche, cardiovascolari, respiratorie, endocrine) etc….

Altri criteri di esclusione alla do- nazione sono di natura ostetrico/

neonatale e vengono, di conseguen- za, valutati dal personale medico e ostetrico durante la gestazione e al momento del parto:

- gestazione inferiore a 37 settima- ne compiute;

- rottura delle membrane superio- re a 12 ore;

- febbre della madre superiore a 38°c nelle 24 ore precedenti il momento del parto;

- malformazioni congenite note del neonato;

- stress fetale.

La mamma che desidera donare il sangue cordonale dovrà sotto- scrivere un consenso informa- to e compilare un questionario anamnestico, nel quale dichiari la disponibilità a rispondere in ma- niera scrupolosamente veritiera al questionario anamnestico poiché consapevole che il sangue cordona- le può trasmettere malattie infet- tive, rinunciare a qualunque diritto

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