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SERVIZIO CIVILE ALL’ESTERO Caschi Bianchi: RUANDA 2017

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SERVIZIO CIVILE ALL’ESTERO Caschi Bianchi: RUANDA 2017

SCHEDA SINTETICA – Ruanda (AMAHORO) Volontari richiesti: N.2 (2 Sede KIGALI) PAESE DI REALIZZAZIONE DEL PROGETTO: RUANDA

Area di intervento: Cooperazione allo Sviluppo ai sensi della Legge 125/2014.

INTRODUZIONE

FOCSIV è la più grande Federazione italiana di ONG che da oltre 40 anni lavora nei sud del mondo realizzando progetti di cooperazione internazionale. Punto fermo di tutti gli interventi è stato ed è quello di contribuire, attraverso il lavoro di partenariato e la promozione dell’autosviluppo al superamento di quelle condizioni di ingiustizia che potenzialmente sarebbero potute essere, sono o sono state fonte di conflitti e di maggiori ingiustizie, costruendo percorsi di pace. Per dare continuità al lavoro di prevenzione dei conflitti (intesi nel senso sopra descritto), volendo offrire la possibilità ai giovani italiani di sperimentarsi come operatori privilegiati della solidarietà internazionale, FOCSIV in collaborazione con l’Associazione Papa Giovanni XXIII, la Caritas Italiana e il GAVCI ha ripresentato nel febbraio del 2007, all’UNSC il progetto madre “Caschi Bianchi” che intende collocare la progettualità relativa al servizio civile all’estero come intervento di costruzione di processi pace nelle aree di crisi e di conflitto (armato, sociale, economico, religioso, culturale, etnico..) con mezzi e metodi non armati e nonviolenti attraverso l’implementazione di progetti di sviluppo tenendo presente che i conflitti trovano terreno fertile dove la povertà è di casa, i diritti umani non sono tutelati, i processi decisionali non sono democratici e partecipati ed alcune comunità sono emarginate. Il presente progetto di servizio civile vuole essere un ulteriore testimonianza dell’impegno della Federazione nella costruzione della pace nel mondo e vuol far sperimentare concretamente ai giovani in servizio civile che la migliore terapia per la costruzione di una società pacificata è lottare contro la povertà, la fame, l’esclusione sociale, il degrado ambientale; che le conflittualità possono essere dipanate attraverso percorsi di negoziazione, mediazione, di riconoscimento della positività dell’altro.

FOCSIV realizza il presente Progetto attraverso la ONG AMAHORO

“Amahoro Onlus” è un’associazione di volontariato internazionale nata nell’aprile del 2003 e promossa dall’

Ufficio Missionario della Diocesi di Ugento - S. Maria di Leuca, per la promozione di attività di informazione e sensibilizzazione sui temi della cooperazione e della solidarietà internazionale e per la progettazione ed attuazione di interventi di solidarietà internazionale. L’associazione, che si ispira ai principi dell’etica cristiana e della dottrina sociale della Chiesa e opera per promuovere la pace tra i popoli, la solidarietà umana e lo spirito missionario,opera in Ruanda fin dalla sua costituzione e dove ha già realizzato i seguenti progetti:

‘’Acqua e Vita’’: il progetto, realizzato in collaborazione con le Suore Discepole di Gesù Eucaristico, l’Istituto Madonnina del Grappa, il seminario diocesano di Ndera e la Diocesi di Kigali, ha consentito la realizzazione di 20 cisterne per la raccolta di acqua piovana con relativi impianti di depurazione.

‘’Solidarietà a Bicumbi’’: il progetto si proponeva di rispondere alla situazione di estrema povertà e miseria in cui vive la popolazione di Bicumbi attraverso la realizzazione di abitazioni civili, utilizzando materiali del posto e la manodopera degli stessi beneficiari. Inoltre sono stati realizzati un campo sportivo polifunzionale, un centro socio – culturale denominato Sant’Agostino ed un Atelier per insegnare alle donne la sartoria.

‘’Una scuola anche a Ruhuha’’: il progetto prevedeva la costruzione di una scuola per diffondere l’alfabetizzazione infantile nella Parrocchia di San Giovanni Battista di Ruhuha (60.000 abitanti), con creazione di un orto scolastico e di un allevamento di conigli per l’autosostentamento della mensa scolare.

Da diversi anni, inoltre, Amahoro si impegna a sostenere annualmente circa 300 bambini rwandesi tramite le adozioni a distanza, permettendo loro un’adeguata istruzione e alimentazione.

DESCRIZIONE DEL CONTESTO SOCIO POLITICO ED ECONOMICO DEL PAESE O DELL’AREA GEOGRAFICA DOVE SI REALIZZA IL PROGETTO:

Contesto Ruanda:

Dopo il tragico genocidio del 1994, perpetrato nella totale indifferenza della comunità internazionale, le istituzioni ruandesi, coadiuvate dalle organizzazioni internazionali, sono ancora impegnate nel difficile compito di ristabilire la pace interetnica. Nonostante discendano entrambi dall’etnia Bantu e parlino la stessa lingua, durante il suo mandato internazionale l’amministrazione belga fomentò l’odio razziale e le rivalità tra Hutu (etnia maggioritaria nel Paese) e Tutsi, con l’instaurazione di un rigido sistema coloniale di separazione razziale e sfruttamento. Attraverso un’escalation di violenza, di cui le tappe principali sono il 1959, in cui il

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Ruanda divenne indipendente e gli Hutu presero il potere, e il 1990, in cui Francia e Belgio intervennero per bloccare un’offensiva sferrata contro il regime Hutu dal Fronte Patriottico Ruandese (RPF), si arriva ai fatti del 1994: in poco più di tre mesi il genocidio ha sterminato circa un milione tra Tutsi e Hutu moderati, terminando nel luglio dello stesso anno con la vittoria del RPF. Il periodo transitorio stabilito dagli Accordi di Arusha si è concluso nel 2003, anno in cui si sono svolte nel Ruanda le prime elezioni libere in cui Paul Kagame, con quasi un plebiscito (94,3% dei voti), è confermato alla Presidenza del Paese. Nello stesso anno è stata adottata la nuova Costituzione tra le cui norme compare la disposizione secondo cui sono dichiarati illegali i partiti che riescono a fare politica solo a livello locale, per evitare che si possano innescare meccanismi di incitamento all’odio tra le diverse comunità (va però anche aggiunto che alcuni ritengono questo un escamotage per favorire il RPF). Dal 2002 sono state istituite dal Governo ruandese speciali corti per processare i colpevoli del genocidio: circa 100.000 sono ad oggi gli accusati di questo crimine, giudicati da apposite corti popolari “gacaca” (sono circa 12.000), sulla cui costituzionalità e legittimità però vi sono opinioni discordanti. Nel 2010 Kagame è stato riconfermato presidente, anche se la regolarità di questa elezione è stata contesta sia dai suoi rivali sia da alcune organizzazioni internazionali. Dal 1996, il Ruanda ha vissuto una fase di ripresa economica costante, grazie all'impegno del governo per le riforme socio- economiche, il sostegno agli investimenti del settore privato e il costante afflusso di aiuti esteri. Grazie a queste manovre il PIL del paese cresce costantemente (nel 2015 il tasso di crescita è stato del 6.8%) e la percentuale di persone che vivono in povertà è scesa di quasi il 12% tra il 2006 e il 2011. (Dati World Bank 2013). Nonostante ciò, il Ruanda è ancora molto in basso nella classifica UNDP per indice di sviluppo umano: il Paese infatti si attesta al 163° posto, con un indice dello 0,483. Il Ruanda inoltre ha la più alta densità demografica del continente africano (con una crescita media annua che supera il 2.5%), e questo comporta, oltre ad un aggravamento delle condizioni di vita (che alcuni economisti scelgono come fattore scatenante dei fatti del 1994), anche conseguenze a livello ambientale in quanto, per soddisfare il fabbisogno alimentare del Paese, si incrementa il disboscamento e l’impoverimento dei terreni. L'intenso sfruttamento dei fertili suoli vulcanici ha spogliato gran parte del territorio dell'originaria copertura forestale (oggi per lo più degradata a savana) e causato una forte diminuzione della fauna presente sul territorio. La deforestazione, l'aumento della popolazione e lo sfruttamento intensivo delle terre, sia agricole che da pascolo, sono le cause principali del processo di desertificazione che colpisce tutto il Paese e della devastazione degli habitat naturali. In questo senso il Governo ha adottato misure per salvaguardare la biodiversità e consentire una produzione agricola sostenibile. Infine, con oltre il 41% della popolazione sotto i 15 anni, la sfida più grande che il governo del Paese deve affrontare è quella educativa, per sostenere i bambini che passano dalla scuola primaria alla secondaria. Nonostante gli enormi progressi ottenuti nell’educazione primaria, che viene stimata al 90%, c’è un marcato contrasto con l’iscrizione al livello secondario che è molto basso, vicino al 10% specialmente nelle zone rurali. Questo minor tasso di iscrizione nella scuola secondaria è principalmente attribuito a molti fattori: poche scuole secondarie, povertà e incapacità di pagare le tasse scolastiche del livello secondario dopo la scuola primaria. In Ruanda particolarmente vulnerabile è la figura femminile. Nell'Africa sub-sahariana l'agricoltura rimane la principale forma di impiego: il 59% delle donne lavorano in piccole aziende, con un più alto rischio di povertà, che resta dunque il maggiore dei vincoli allo sviluppo delle donne. In Ruanda le femmine hanno il 125% di probabilità in più rispetto ai maschi di vivere in povertà. La povertà è anche la principale causa del mancato accesso all'istruzione secondaria. La frequenza alle scuole secondarie è significativamente più bassa per le ragazze povere, rispetto a quelle ricche. Lo stesso gap economico è alla base anche delle disparità nell'accesso alle cure. Tuttavia, il Ruanda è riuscito a ridurre più velocemente di qualunque altro paese dell'Africa sub- sahariana i decessi per maternità: da 1.400 morti ogni 100.000 nascite nel 1990, a 290 nel 2015. Il Rwanda - con Capo Verde, Eritrea e Guinea Equatoriale - è uno dei quattro paesi della macro-regione che ha raggiunto uno degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio: ridurre la mortalità materna di tre quarti tra il 1990 e il 2015 (fonte: UnWomen, l'ufficio delle Nazioni Unite per la promozione dei diritti delle donne). Infine, oltre 74.000 rifugiati provenienti per lo più dalla confinante Repubblica Democratica del Congo, il paese deve fare i conti con i rifugiati burundesi fuggiti in Ruanda raccontando di essere stati vittime di atti di intimidazione e minacce di violenza legati alle elezioni del 2014. Oggi si stimano circa 21.000 rifugiati burundesi.

Di seguito si riportano le esperienze maturate dalle singole organizzazioni che opereranno nel Paese con il presente progetto e una breve presentazione dei rispettivi partner (nella parentesi l’ente che avrà la diretta responsabilità delle attività della sede e l’indicazione del codice Helios della sede).

DESCRIZIONE DEL PROGETTO PER SEDE

KIGALI (AMAHORO – 75531)

Kigali è la capitale e la città più popolosa del Rwanda. Situata al centro del Paese si sviluppa su un territorio collinare e conta una popolazione che ormai tocca il milione di abitanti. Capitale della regione omonima è situata geograficamente nella parte centrale della nazione. In città, come nel resto del piccolo Paese, il clima è buono e abbastanza costante, con una temperatura media attorno ai 20 C°. La densità media della

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popolazione è la più alta del continente, con una media Paese di 322 abitanti per chilometro quadrato. Da un punto di vista sociale ed economico, la città sta vedendo un buon livello di sviluppo e aspira evidentemente a diventare un punto di riferimento politico e commerciale per tutto il continente, mentre a livello rurale più del 60% della popolazione vive sotto la soglia minima di povertà.

Nella sede AMAHORO – 75531 il territorio a cui si farà riferimento sarà quello del Distretto di Kicukiro.

Kigali – Distretto di Kicukiro (AMAHORO 75531)

Il Distretto di Kicukiro è uno dei tre distretti in cui è divisa la capitale Kigali, che si estende per 166,7 Km/q con una popolazione pari a circa 250.000 abitanti e una densità di 1.500 abitanti per km/q. Tale distretto è a sua volta diviso in 10 settori, tra i quali quello omonimo di Kicukiro e del vicino Gikondo. Il territorio è in buona parte collinoso, attraversato da alcuni corsi d’acqua, di cui i principali sono il Nyabarongo e l’Akagera, che formano nelle rispettive vallate delle paludi distribuite su una superficie di 663 ha, solo in piccola parte coltivate e causa di malaria. La maggior parte del Distretto, tuttavia, è a carattere urbano o semiurbano, con una zona residenziale, un’area commerciale per il piccolo commercio e una parte rurale, con piccoli spazi coltivati soprattutto a orto, perché, data la vicinanza alla città, piccoli coltivatori (soprattutto donne) trovano modo di sbarcare il lunario vendendo frutta e verdura per le strade, anche se non è permesso. Nel Distretto di Kicukiro non ci sono capanne di paglia, che d’altronde sono state eliminate in tutto il Paese, ma sono tuttavia numerose le sacche di povertà. Accanto alle belle case della zona residenziale e alle modeste abitazioni della zona commerciale, i più poveri, soprattutto in campagna, hanno case piccole fatte di mattoni di fango e tetto di lamiera, sovrappopolate, con scarsi servizi igienici e privi di acqua potabile. Nel distretto di Kicukiro la povertà estrema è in crescita: si stima che il 57% della popolazione viva al di sotto della soglia di povertà e il 37% in estrema povertà, soprattutto nell’area rurale. A causa di questa situazione, buona parte della popolazione delle campagne si riversa in città nel tentativo di migliorare le proprie condizioni di vita, aggravando ulteriormente la sovrappopolazione e l’insufficienza dei servizi basici. Il Distretto di Kicukiro non ha per esempio un ospedale, ma fa riferimento all’ospedale militare di Kanombe, molto lontano soprattutto per i più poveri che non hanno possibilità di prendere i mezzi di trasporto e di pagare l’assistenza sanitaria. Il Distretto dispone tuttavia di 6 Dispensari disposti in solo 5 settori della città, per cui gli altri 5 non hanno servizi sanitari sul posto. Questo aggrava il carico di utenza sui singoli dispensari: si stima infatti che ogni dispensario serva circa 30.000 persone, rendendo l’accesso degli utenti piuttosto problematico. Le malattie più ricorrenti sono l’AIDS e il paludismo, curabili presso le 11 farmacie presenti, non sufficientemente qualificate. I tragici avvenimenti del 1994 hanno ancora delle enormi conseguenze sul territorio, tra cui un elevato numero di persone non autosufficienti. I più vulnerabili sono gli orfani (circa 8.800), i bambini capofamiglia (circa 3.000), i bambini di strada, gli handicappati, le vedove capofamiglia (più di 3.000), le persone anziane sole (circa 1.800) e le famiglie senzatetto (più di 14.000). Nel Distretto di Kicukiro ci sono 54 scuole materne per un totale di 5227 bambini (una media di 26 per ogni insegnante), 45 scuole elementari per un totale di 36.984 scolari (una media di 50 alunni per ogni insegnante) e scuole superiori.

Circa 12.000 sono i bambini analfabeti in età scolare; circa 45.000 quelli che hanno terminato solo le scuole elementari; circa 15.000 le scuole superiori e circa 4.000 hanno raggiunto il livello universitario.

Nel territorio Kicukiro- Kigali si interviene nel settore Donne e sviluppo Settore di intervento del progetto: Donne e sviluppo

Come in molti altri paesi in via di sviluppo,la condizione delle donne nel territorio di Kigali è particolarmente complessa. Molte donne subiscono maltrattamenti da parte del marito/compagno; molte sono vedove capofamiglia con la necessità di sostenere la prole (spesso numerosa) oppure sono state abbandonate dal marito o hanno il marito in prigione; numerose le ragazze madri e le donne contaminate dall’AIDS. Le donne lavorano normalmente 12 ore in più a settimana rispetto agli uomini, anche perché impegnate nella gestione delle famiglie, ma il loro lavoro è misconosciuto e non valorizzato. Le cause sono infatti da ricercare nella migrazione degli uomini per lavoro e nella storia di questo paese, funestato dal genocidio, in cui le donne hanno dovuto farsi carico della ricostruzione. La componente femminile rappresenta infatti circa il 60 - 70%

della popolazione, occupa il 55% della forza lavoro e ha in mano il 40% degli affari, dato che non tiene conto delle attività informali e a basso rendimento. Malgrado tuttavia le molte responsabilità (es. lavorare la terra, crescere i bambini), le donne hanno un accesso nettamente inferiore alle risorse e ai servizi di cui necessitano per aumentare la produttività e il reddito e per alleggerire il fardello delle mansioni domestiche.

La mancanza di istruzione, di conoscenza sul funzionamento di cooperative per garantire l’avvio di attività produttrici di reddito e di consapevolezza dei propri diritti, oltre alle intense e lunghe attività lavorative, impediscono loro di migliorare il proprio potenziale di guadagno con ricadute importanti sulla conduzione familiare, educazione e salute della prole. Sono poche al momento le cooperative di donne attive sul territorio, di conseguenza sono poche le donne che hanno la possibilità di beneficiare di un tipo di lavoro in cooperativa che permetta loro di mettere insieme risorse e tempo e di fare squadra per usufruire di beni e servizi in comune. Il numero di cooperative femminili è difatti molto esiguo; a questo dato si accompagna una instabilità delle cooperative esistenti che tendono a disgregarsi in pochi anni. Il dato segnala la necessità di rafforzare tale strumento e di migliorarne la stabilità anche attraverso lo scambio di conoscenza e buone pratiche. Nel distretto di Kicukiro, in particolare vivono 3170 donne capofamiglia, rimaste vedove o rimaste sole per la carcerazione o fuga all’estero del marito in seguito al conflitto, che hanno una media

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ciascuno di 5 -6 membri familiari a carico. Vittime della disuguaglianza di genere a causa della struttura patriarcale su cui poggia l’assetto sociale e comunitario, che continua comunque a favorire i pochi uomini in termini di accesso e controllo delle risorse, le donne hanno una speranza di vita inferiore, sono meno istruite e hanno più probabilità di contrarre l’AIDS. Tale situazione di precarietà è resa ancora peggiore dalla politica edilizia portata avanti dal governo nel distretto, che prevede l’abbattimento unilaterale delle vecchie casette di fango o capanne della città per far posto a nuove case realizzate secondo i dettami occidentali, senza tuttavia presentare una alternativa o un indennizzo di qualsiasi tipo agli occupanti, costretti a vivere per strada o a spostarsi in luoghi di fortuna.

I partner: per la realizzazione del presente progetto AMAHORO collaborerà con i seguenti partner:

Opera Madonnina del Grappa, Istituto Secolare “Oblate di Cristo Re - Opera Madonnina del Grappa”, con sede principale in Italia ma con forte esperienza missionaria in Africa e in particolare in Rwanda. Fondata da Padre Enrico Mauri (1883-1967), l’Opera è presente in Rwanda dal 2002, inizialmente per garantire assistenza a vedove ed poveri, poi per promuover la famiglie e la crescita umana e sociale dei giovani del territorio che ha portato alla creazione del Centro di accoglienza e di formazione "Domus Pacis" di Kikukiro (Kigali), in partenariato con la Diocesi di Ugento-Santa Maria di Leuca (Lecce). Il Centro, che promuove attività formative e spirituali a servizio della società ruandese, sviluppa progetti sono orientati ad alleviare la situazione di estrema povertà in cui versa la maggior parte della popolazione, mediante sostegno alle famiglie (adozioni a distanza); promozione dello sviluppo agricolo e dell’allevamento del bestiame; micro- credito per l’avvio di piccole attività di lavoro autonomo e di auto-impiego; corsi di formazione e avviamento professionale; atelier di lavoro e animazione giovanile. In base alla cooperazione continuativa tra Amahoro e l’Opera Madonnina del Grappa dal 2002, si presenta il presente progetto di impiego di servizio civile.

Nel settore Donne e sviluppo si interviene nel territorio di Kicukiro-Kigali con i seguenti destinatari diretti e beneficiari.

Destinatari Diretti:

 100 donne appartenenti alle famiglie più povere presenti nel Distretto di Kicukiro a Kigali, supportate con mezzi finanziari per la sussistenza e la scolarizzazione dei figli.

Beneficiari:

 le famiglie delle donne coinvolte per un totale stimato di 600 persone del territorio.

OBIETTIVI DEL PROGETTO

 Migliorare le condizioni di vita delle famiglie disagiate di Kicukiro sensibilizzando e formando 100 donne sui loro diritti e cura della famiglia;

 Aumentare nella popolazione del distretto di Kicukiro il numero delle cooperative formate da donne;

 Aumentare nella popolazione locale la conoscenza delle tematiche sui diritti umani inviolabili dell’uomo, sulla parità di genere, sul ruolo della donna come soggetto in grado di autodeterminarsi nella sfera sociale ed economica.

 Rafforzare le reti sociali e la coesione sociale attraverso la collaborazione con gli Enti Locali, e le altre cooperative agricole che praticano attività affini.

COMPLESSO DELLE ATTIVITA’ PREVISTE PER IL RAGGIUNGIMENTO DEGLI OBIETTIVI

Per ogni sede di realizzazione del progetto si riportano di seguito il dettaglio delle attività previste per il raggiungimento degli obiettivi precedentemente identificati.

Azione 1 - Creazione di attività di solidarietà comunitaria per le famiglie più povere 1. Mappatura delle famiglie sul territorio per la selezione di 100 donne capofamiglia

2. Organizzazione e realizzazione di incontri mensili di sensibilizzazione e formazione sui diritti umani per la formazione integrale della persona;

3. Organizzazione e realizzazione di un corso sui principi solidali e mutualistici, responsabilità personale e collettiva

4. Monitoraggio delle famiglie con visite domiciliari e valutazione delle attività.

Azione 2 - Sostegno alla creazione di cooperative formate da donne e supporto a quelle già esistenti nel territorio di Kicukiro e Rulindo

1. Incontri per promuovere la cooperativa di donne per la coltivazione del caffè sul territorio 2. Raccolta delle adesioni di ulteriori 50 donne

3. Organizzazione e realizzazione di un corso di formazione alle donne sulle tecniche di funzionamento delle associazioni cooperative, attività e competenze ad esse connesse, diritti e doveri dei soci;

4. Organizzazione e realizzazione di corsi per la promozione, produzione, coordinamento di attività produttive e di formazione al microcredito;

5. N°10 incontri di coordinamento e pianificazione per le donne sulla gestione di una cooperativa;

6. Corsi di formazione alla coltivazione e alla manutenzione delle piante di caffè;

7. Preparazione comunitaria del terreno per la semina e mantenimento;

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8. Implementazione del piano di promozione del caffè prodotto;

9. Incontri per favorire lo scambio di conoscenze e buone pratiche tra cooperative di donne in via di formazione e quelle già avviate.

10. Creazione di accordi di collaborazione tra le cooperative e associazioni di donne presenti sul territorio che coinvolgano anche gli enti locali.

11. Visite trimestrali di verifica e di valutazione delle attività

Azione 3 - Promozione di attività per il miglioramento delle condizioni di vita delle famiglie

1. Organizzazione e realizzazione di corsi sull’igiene domestica e gestione della casa per le famiglie più disagiate del territorio

2. Realizzazione di riunioni di sensibilizzazione mensili sui diritti delle donne e del di uno sviluppo eco- compatibile;

3. Implementazione delle attività di aiuto comunitario per migliorare l’habitat (riparazione di case in cattivo stato, allestimento di una latrina per ogni famiglia, installazione di cisterne per la raccolta dell’acqua piovana e di orti per migliorare l’alimentazione delle famiglie)

4. Visite bimestrali di verifica e di valutazione

Ruolo ed attività previste per i volontari nell’ambito del progetto:

I volontari/e in servizio civile n°1-2 saranno impegnati nelle seguenti attività:

 Supporto alla sensibilizzazione e formazione della popolazione sui diritti umani, parità di genere, responsabilità personale e collettiva degli individui facenti parte la comunità locale, tramite incontri ed iniziative che coinvolgano in maniera costruttiva la popolazione.

 Partecipazione nell’identificazione e selezione sul territorio dei destinatari,con attenzione particolare quei soggetti che subiscono maggiormente le conseguenze negative dovute al loro status di donna, come donne madri di famiglia, vedove, o in condizioni di particolare indigenza.

 Collaborazione alla realizzazione dei corsi di formazione sulle tecniche di funzionamento delle associazioni cooperative, attività e competenze ad esse connesse; diritti e doveri dei soci.

 Collaborazione alla realizzazione dei corsi di formazione sulle tecniche di produzione, commercializzazione e promozione dei prodotti agricoli. Partecipazione alla gestione dei corsi di formazione sulle tecniche agricole ed agronomiche con particolare riguardo alla coltivazione delle piante di caffè, tramite l’affiancamento dell’esperto agronomo durante le lezioni, favorendo la comunicazione e l’efficace implementazione.

 Supporto alla creazione di una rete locale di scambio di conoscenze e buone pratiche tra cooperative di donne (in via di formazione e quelle già avviate), enti locali e associazioni , per uno sviluppo sostenibile del commercio locale dei prodotti agricoli, con eventuali trasferte nel vicino distretto di Rulindo dove operano in forma di cooperativa circa otto donne precedentemente formate da Amahoro Onlus.

 Collaborazione alla gestione dei corsi sull’igiene domestica e gestione della casa

 Supporto all’organizzazione di attività di aiuto comunitario per migliorare l’habitat delle case che necessitano dei miglioramenti di tipo igienico funzionale, da attuarsi tramite l’impulso all’intervento della comunità di quartiere a sostegno dei membri che fanno parte.

REQUISITI RICHIESTI AI CANDIDATI PER LA PRESENTAZIONE DELLA DOMANDA

Si ritiene di suddividere i requisiti che preferibilmente i candidati devono possedere tra generici, che tutti devono possedere, e specifici, inerenti gli aspetti tecnici connessi alle singole sedi e alle singole attività che i Volontari andranno ad implementare.

Generici:

 Esperienza nel mondo del volontariato;

 Conoscenza della Federazione o di uno degli Organismi ad essa associati e delle attività da questi promossi;

 Competenze informatiche di base e di Internet;

Specifici:

Kigali - Kicukiro (Amahoro 75531)

Volontario/a n°1

Preferibile formazione in ambito pedagogico/ socio-educativo e/o igienico-sanitario

 Buona conoscenza lingua francese e inglese Volontario/a n° 2

 Preferibile formazione in campo agronomico o economico/ cooperazione allo sviluppo

 Buona conoscenza lingua francese e inglese

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ULTERIORI INFORMAZIONI ORGANIZZATIVE

NUMERO ORE DI SERVIZIO SETTIMANALI DEI VOLONTARI: 35 GIORNI DI SERVIZIO A SETTIMANA DEI VOLONTARI: 5

MESI DI PERMANENZA ALL’ESTERO: I volontari in servizio civile permarranno all’estero mediamente dieci (10) mesi.

EVENTUALI PARTICOLARI OBBLIGHI DEI VOLONTARI DURANTE IL PERIODO DI SERVIZIO:

Ai volontari in servizio, su tutte le sedi, si richiede:

 elevato spirito di adattabilità;

 flessibilità oraria;

 eventuale svolgimento del servizio anche durante alcuni fine settimana;

 attenersi alle disposizioni impartite dai responsabili dei propri organismi e dei partner locali di riferimento, osservando attentamente le indicazioni soprattutto in materia di prevenzione dei rischi sociali, ambientali e di tutela della salute;

 comunicare al proprio responsabile in loco qualsiasi tipo di spostamento al di la di quelli già programmati e previsti dal progetto;

 partecipazione a situazioni di vita comunitaria;

 I volontari sono tenuti ad abitare nelle strutture indicate dall’Ente;

 rispettare i termini degli accordi con le controparti locali;

 partecipare a incontri/eventi di sensibilizzazione e di testimonianza ai temi della solidarietà internazionale al termine della permanenza all’estero;

 scrivere almeno tre (3) articoli sull’esperienza di servizio e/o sull’analisi delle problematiche settoriali locali, da pubblicare sul sito “Antenne di Pace”, portale della Rete Caschi Bianchi;

 partecipare ad un modulo di formazione comunitaria e residenziale prima della partenza per l’estero.

 partecipare alla valutazione finale progettuale.

PARTICOLARI CONDIZIONI DI DISAGIO PER I VOLONTARI CONNESSE ALLA REALIZZAZIONE DEL PROGETTO:

Kigali-Kicukiro (Amahoro 75531)

 Disagio di non potersi spostare con facilità nei vari luoghi ove si sviluppa il progetto e con tempi di attesa non facilmente calcolabili.

 Difficoltà di comunicazione, dovute soprattutto all’utilizzo da parte della popolazione locale della Lingua kinyarwanda

PARTICOLARI CONDIZIONI DI RISCHIO PER I VOLONTARI CONNESSE ALLA REALIZZAZIONE DEL PROGETTO

Nello svolgimento del proprio servizio, i volontari in servizio civile impiegati nel progetto sono soggetti alle seguenti condizioni di rischio:

Rischi politici e di ordine pubblico:

Nel primo semestre 2017 si terranno le elezioni presidenziali, che ad oggi non stanno destando particolari criticità. La situazione politica nella zona di riferimento non presenta al momento particolari criticità. Sebbene nel Paese il tasso di criminalità sia relativamente basso, a livello urbano, possono verificarsi fenomeni di microcriminalità che comportano il rischio potenziale di scippi e rapine. Pertanto, è necessario prestare un ragionevole livello di attenzione ed adottare le precauzioni opportune come quelle di evitare spostamenti notturni o di esibire oggetti di valore. Nelle aree rurali si potrebbero riscontrare occasioni di maggiore criticità e sono, inoltre, sconsigliate le aree ai confini con la Repubblica Democratica del Congo, considerate le persistenti tensioni causate da movimenti ribelli nella RDC orientale, e del Burundi. Si sono registrati anche nel centro di Kigali sporadici lanci di granate, in particolare in prossimità di fermate di mezzi pubblici, sempre verso l’ora del tramonto, come già anche nel corso del 2012: pur trattandosi di episodi sporadici, si raccomanda prudenza. Si ricorda che il Paese condivide con la più parte del resto del mondo il rischio di poter essere esposto ad azioni legate a fenomeni di terrorismo internazionale. E’ possibile ritrovarsi in territori (soprattutto zone di frontiera, in particolar modo congolese) caratterizzati da forti contrapposizioni politiche e/o etniche, e/o religiose.

Rischi sanitari:

Situazione Sanitaria: A Kigali l’assistenza sanitaria di base è generalmente soddisfacente; nel resto del Paese, invece, è molto limitata. Per interventi di una certa complessità è consigliato il trasporto aereo su Nairobi, Johannesburg o in Europa. Nella regione di riferimento, le principali malattie endemiche sono le seguenti: malaria (anche clorochino-resistente), Tbc, Aids, bilharzia, dissenteria bacillare, meningite.

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COMPETENZE ACQUISIBILI

Conseguentemente a quanto esposto e precisato nei precedenti punti, i giovani coinvolti nel presente progetto, avranno l’opportunità di acquisire sia specifiche conoscenze, utili alla propria crescita professionale, a seconda della sede di attuazione del progetto, sia di maturare una capacità di vivere la propria cittadinanza, nazionale ed internazionale, in termini attivi e solidali, con una crescita della consapevolezza dei problemi legati allo sviluppo dei sud del mondo.

Di seguito gli ambiti nei quali si prevede una acquisizione di specifiche conoscenze:

 Accrescimento della consapevolezza della possibilità di esercitare in maniera efficace il proprio diritto di cittadinanza attiva anche a livello internazionale;

 Approfondimento delle conoscenze di politica internazionale e di cooperazione allo sviluppo interpretate alla luce di una cultura politica fondata sulla solidarietà;

 Accrescimento del panorama delle informazioni utili per una efficace relazione interculturale;

 Acquisizione di conoscenze tecniche relative alla progettualità;

 Acquisizione della conoscenza dei modelli e delle tecniche necessarie per l’intervento sul territorio;

 Rafforzamento delle conoscenze relative al dialogo sociale;

 Acquisizione della conoscenza dei modelli e delle tecniche necessarie per l’analisi, la sintesi e l’orientamento all’obiettivo

 Accrescimento della comprensione dei modelli di problem solving;

 Approfondimento delle tecniche di animazione e\o educazione;

 Accrescimento della comprensione dei modelli di lavoro in equipe;

 Accrescimento della comprensione dei modelli di lavoro associativo e di rete (centro – periferia e viceversa);

 Acquisizione delle conoscenze tecniche relative al proprio settore di formazione.

Verrà anche rilasciata, da parte FOCSIV, una certificazione delle conoscenze acquisite nella realizzazione delle specifiche attività previste dal presente progetto.

FORMAZIONE GENERALE DEI VOLONTARI

La formazione generale verrà erogata come evidenziato nel sistema di formazione accreditato. E sarà realizzata all’inizio dell’anno di servizio in un corso residenziale. La durata della formazione generale sarà nel suo complesso di ore 50 e sarà erogata entro e non oltre il 180° giorno dall’avvio del progetto

FORMAZIONE SPECIFICA (RELATIVA AL SINGOLO PROGETTO) DEI VOLONTARI

La formazione specifica sarà realizzata in parte Italia e in parte in loco, nei Paesi di realizzazione del progetto. La durata complessiva della formazione specifica sarà di 80 ore, una parte delle quali sarà realizzata nelle sedi di appoggio in Italia e per la restante parte realizzata nelle sedi all’estero di attuazione del progetto, entro e non oltre 90 giorni dall’avvio dello stesso.

Per la sede di: Kigali - Kicukiro (Amahoro 75531)

Tematiche di formazione

Presentazione della cultura, della storia e della situazione socio-economica del Rwanda e della sede di servizio Presentazione del progetto

Presentazione dell’ente di invio e della sua esperienza nel territorio di realizzazione del progetto Conoscenza dei partner locali di progetto

Conoscenza di usi e costumi locali

Presentazione nel dettaglio delle attività di impiego e del ruolo specifico dei volontari

Formazione e informazione sui rischi connessi all’impiego dei volontari nel progetto di servizio civile sulla sede (presentazione dei rischi presenti e indicazione delle misure di prevenzione ed emergenza adottate)

Informazioni di tipo logistico

Modalità di comunicazione e relazione con la sede in Italia Monitoraggio dell’esperienza e gestione dei momenti di crisi

Diritti umani, principi di solidarietà, responsabilità personale e collettiva Promozione integrale della persona, della famiglia e della comunità Lavorare in cooperativa

Elementi base sulle modalità di gestione di un’associazione cooperativa I Elementi base sulle modalità di gestione di un’associazione cooperativa II Canali e modalità di accesso al microcredito e ad attività di auto impiego;

Modalità e tecniche della formazione L’importanza delle reti di cooperazione Nozioni base su igiene e rispetto del territorio

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DOVE INVIARE LA CANDIDATURA

 tramite posta “raccomandata A/R”: la candidatura dovrà pervenire direttamente all’indirizzo sotto riportato.(Nota Bene: non farà fede il timbro postale di invio, ma la data di ricezione in sede delle domande)

ENTE CITTA’ INDIRIZZO TELEFONO SITO

AMAHORO RUFFANO (LC) PIAZZA LIBERTÀ

15, 73049 0833693272

www.amahoro- onlus.org

 tramite Posta Elettronica Certificata (PEC) di cui è titolare l'interessato, allegando la documentazione richiesta in formato pdf, a serviziocivile.focsiv@pec.it e avendo cura di specificare nell'oggetto il titolo del progetto “CASCHI BIANCHI: RUANDA 2017”

Nota Bene: per inviare la candidatura via PEC

è necessario possedere un indirizzo PEC di invio (non funziona da una mail normale),

non è possibile utilizzare indirizzi di pec gratuiti con la desinenza "postacertificata.gov.it", utili al solo dialogo con gli Enti pubblici.

Riferimenti

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