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Pianificazione e progetto di reti geografiche

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Academic year: 2021

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Pianificazione e progetto di reti geografiche

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Tecniche di posa per le reti cablate

Università degli Studi di Udine 1

30 aprile 2010 - David Licursi 2

Indice



Tecniche di posa



Elementi passivi

Università degli Studi di Udine 2 30 aprile 2010 - David Licursi

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Indice



Tecniche di posa





Scavo Scavo tradizionale tradizionale



Interferenze con sottoservizi



Minitrincea



No dig



Canalette zancate



Aerea



Sedime ferroviario



Condotti fognari



Elementi passivi

Università degli Studi di Udine 3

30 aprile 2010 - David Licursi 4

Scavo tradizionale Generalità



Lo scavo tradizionale viene effettuato con scavatrici meccaniche, o anche manualmente, a diverse profondità e larghezze.



Lo scavo di questo tipo è costoso anche perché richiede un estensivo ripristino del manto stradale oltre a comportare notevoli disagi per la circolazione.



Lo scavo è sempre tale da poter essere utilizzato per la posa di più infrastrutture contemporaneamente, se previsto in anticipo.



È opportuno verificare la proprietà del sedime di posa prima di procedere con la fase progettuale dell’infrastruttura. L’Ente proprietario imporrà infatti il rispetto di determinate specifiche di posa che, nel caso di attraversamento di un piano viabile, può ricondursi essenzialmente al rilascio di licenze e concessioni nel rispetto delle norme del Nuovo codice della Strada (Decreto Leg.vo n.285/92) e del relativo Regolamento di attuazione ed esecuzione (D.P.R. n. 495/92). Tali norme permettono e regolamentano gli attraversamenti longitudinali e trasversali di strade ed autostrade con strade comunali, provinciali, regionali o comunque di uso pubblico, con ferrovie, canali, acquedotti, reti fognarie, metanodotti, linee elettriche, cavi telefonici, di telecomunicazioni (reti TLC) in genere ecc., sia aeree che sotterranee.

Università degli Studi di Udine 4 30 aprile 2010 - David Licursi

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Scavo tradizionale

Attraversamenti trasversali del piano viabile



Gli attraversamenti sotterranei della sede stradale devono essere effettuati nel rispetto di:



art.25 del Nuovo codice della strada (Attraversamenti ed uso della sede stradale);



art. 65 del Regolamento di Esecuzione e di Attuazione del Nuovo Codice della Strada (Attraversamenti ed occupazioni stradali in generale);



art. 66 del Regolamento di Esecuzione e di Attuazione del Nuovo Codice della Strada (Attraversamenti in sotterraneo o con strutture sopraelevate);



art. 67 del Regolamento di Esecuzione e di Attuazione del Nuovo Codice della Strada (Concessione per la realizzazione degli attraversamenti e delle occupazioni stradali).

Università degli Studi di Udine 5

30 aprile 2010 - David Licursi 6

Scavo tradizionale

Attraversamenti longitudinali del piano viabile



Per la posa longitudinale sotterranea in sede stradale, monotubi e tritubi dovrebbero di norma essere collocate il più lontano possibile dalla carreggiata bitumata e comunque in marciapiede, banchina o nel fosso di scolo delle acque ad una distanza, nel caso di banchina, non minore di m 0,25 dal limite esterno della zona carrabile bitumata ed inoltre a distanza sufficiente dalle eventuali piantagioni esistenti per non provocarne l'essiccamento e quindi la distruzione.



Si ricorre alla posa di monotubi e tritubi in carreggiata solo nel caso di mancanza dello spazio necessario nelle pertinenze in precedenza citate a causa dell'esistenza di altri servizi, fabbricati o impossibilità comprovata alla posa fuori piano viabile bitumato.



La profondità di posa (piano d'appoggio) dei monotubi e tritubi sotterranei longitudinali alla carreggiata stradale, compreso banchine pavimentate, dovrebbe essere rispondente a quanto previsto dal Nuovo codice della Strada (D. L.vo 30.04.1992 - n. 285) e relativo Regolamento di Esecuzione e di Attuazione (DPR 16.12.1992 - n. 495) e successive modifiche ed integrazioni (minimo 1 metro dal piano viabile).

Università degli Studi di Udine 6 30 aprile 2010 - David Licursi

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Scavo tradizionale

Posa al di fuori della sede stradale



Qualora la posa dei monotubi e tritubi sotterranei, longitudinali alla sede stradale, avvenga al di fuori della carreggiata stradale, le relative profondità minime dovrebbero di norma essere le seguenti:



m. 0,60 quando gli impianti sono posati in corrispondenza della banchina stradale non pavimentata o marciapiedi;



m. 0,50 quando gli impianti sono posati in corrispondenza di pertinenze stradali quali fosso di guardia, terreni o relitti e/o reliquati, scarpate stradali sia in rilevato che in scavo;



m. 0,50 quando il terreno di scavo della banchina stradale non pavimentata o marciapiedi sia costituito da roccia;



m. 1,50 nei singoli tratti di strada ove dovrà essere installata una barriera di sicurezza con profilato metallico di rinvio i cui montanti abbiano una profondità di infissione pari a m 1,20.



Eventuali dispositivi a protezione di monotubi e tritubi quali il nastro di segnalazione potranno essere ubicati a profondità inferiori a quelle suddette. In particolare il nastro di segnalazione sarà ubicato a circa m 0,30 al di sotto del piano viabile.

Università degli Studi di Udine 7

30 aprile 2010 - David Licursi 8

Scavo tradizionale

Posa al di fuori della sede stradale



Per carreggiata, banchina e marciapiede si intendono le definizioni stradali di cui al punti 7), 4) e 33) dell'art. 3 del D.L. 30.04.1992, n. 285 (Nuovo Codice della Strada).



Mentre nei centri urbani la posa di cavi ottici è vincolata al percorso di strade, marciapiedi, piste ciclabili, ecc., per quanto riguarda la posa al di fuori dei centri abitati è possibile posare in campagna. Questa scelta presenta il vantaggio di non creare disturbo al traffico durante i lavori, evita le operazioni più costose, quali la rottura ed il ripristino del manto stradale, anche se richiede una profondità di scavo maggiore per evitare il contatto con aratri o macchine agricole.

Università degli Studi di Udine 8 30 aprile 2010 - David Licursi

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Indice



Tecniche di posa



Scavo tradizionale





Interferenze Interferenze con con sottoservizi sottoservizi



Minitrincea



No dig



Canalette zancate



Aerea



Sedime ferroviario



Condotti fognari



Elementi passivi

Università degli Studi di Udine 9

30 aprile 2010 - David Licursi 10

Interferenze con sottoservizi Generalità

Interferenze con linee elettriche, oleodotti, acquedotti e condotte metalliche.



Le soluzioni impiantistiche previste per la posa sotterranea non comportano alcun vincolo sulle distanze dagli altri servizi. Dopo opportuno sopraluogo, eventuali precauzioni vanno concordate preventivamente con l’Ente gestore dei servizi in questione.



Le prescrizioni minime da osservare sono l’evitare situazioni di contatto e soprattutto di promiscuità tra i servizi. In ogni caso, se ciò non fosse possibile per cause contingenti, devono essere adottati tutti gli accorgimenti, quali protezioni supplementari, atti a garantire la continuità di servizio.

Università degli Studi di Udine 10 30 aprile 2010 - David Licursi

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Interferenze con sottoservizi Interferenze con gasdotti



Le prescrizioni da rispettare nelle interferenze con gasdotti variano a seconda del tipo di rete esistente, dalla pressione di esercizio del gasdotto e dal tipo di interferenza sotterranea che si viene a realizzare come incroci o parallelismi e vanno concordate preventivamente con l’Ente gestore.



I gasdotti possono avere delle fasce di asservimento, pertanto gli interventi devono essere concordati con l’ente gestore, mentre nel caso in cui le pareti del gasdotto superino, durante l’esercizio, la temperatura di 30 ºC, le condotte in PE devono essere sostituite con altre adatte a resistere al calore (PVC) oppure mantenute ad una distanza minima dal condotto gas di 80 cm.

Università degli Studi di Udine 11

30 aprile 2010 - David Licursi 12

Interferenze con sottoservizi Interferenze con gasdotti



Di seguito vengono riportate le tabelle una relativa alla classificazione dei gasdotti in funzione della pressione di esercizio (Pe), espressa in bar e una relative alle prescrizioni da osservare per tipo di interferenza e classe di gasdotto, ricavate dalle norme UNI - CIG 9165 (“Reti di distribuzione del gas – Condotte con pressione massima di esercizio minore o uguale di 5 bar - Progettazione, costruzione, collaudo, conduzione, manutenzione e risanamento”, Aprile 2004) e UNI - CIG 9860 (“Impianti di derivazione di utenza del gas – Progettazione, costruzione, collaudo, conduzione, manutenzione e risanamento”, Febbraio 2006).

12

1° Specie P

e

> 24 bar 2° Specie 12< P

e

≤ 24 bar 3° Specie 5 < P

e

≤ 12 bar 4° Specie 1,5 < P

e

≤ 5 bar 5° Specie 0,5 < P

e

≤ 1,5 bar 6° Specie 0,04 < P

e

≤ 0,5 bar 7° Specie P

e

≤ 0,04 bar

Università degli Studi di Udine 30 aprile 2010 - David Licursi

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Interferenze con sottoservizi Interferenze con gasdotti

13 Tipo di

gasdotto

Tipo di Interferenza

Incroci Parallelismi

Distanze di rispetto

Provvedimenti per situazioni in cui non è possibile rispettare le distanze

richieste

Distanze di rispetto

Provvedimenti per situazioni in cui non è possibile rispettare le distanze

richieste

Gasdotti di 1°, 2° o 3°

specie

La distanza minima verticale tra le superfici affacciate dei due manufatti deve essere≥ 1,5m

Collocare la condotta del gas dentro tubo di protezione prolungato per

entrambe le parti

dall’incrocio con la

tubazione per

telecomunicazioni di 1m se la condotta del gas è sopra, di 3m se viceversa

La distanza minima fra superfici affacciate dei due manufatti deve essere non min. della profondità di posa della condotta del gas

Posizionare i diaframmi edili o metallici protetti contro la corrosione, oppure plastici robusti, al fine di evitare che eventuali perdite interessino

la tubazione per

telecomunicazioni

Gasdotti di 4°

o 5° specie

La distanza minima verticale tra le superfici affacciate dei due manufatti deve essere≥ 0,5m

Come sopra La distanza minima fra le

superfici affacciate dei due manufatti deve essere≥ 0,5m

Collocare la condotta del gas dentro un tubo di protezione e qualora il parallelismo sia

maggiore di 150m,

predisporre dei dispositivi di sfiato ad intervalli di 150m

Gasdotti di 6°

o 7° specie

Nessun vincolo di distanza Nessun provvedimento Nessun vincolo di distanza Nessun provvedimento

Università degli Studi di Udine

30 aprile 2010 - David Licursi 14

Indice



Tecniche di posa



Scavo tradizionale



Interferenze con sottoservizi



Minitrincea



No dig





Canalette Canalette zancate zancate



Aerea



Sedime ferroviario



Condotti fognari



Elementi passivi

Università degli Studi di Udine 14 30 aprile 2010 - David Licursi

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Canalette zancate Generalità



In corrispondenza di ponti o viadotti, quando non esistono cunicoli e quando non sia possibile posare impianti di telecomunicazione direttamente interrati nel piano di campagna, questi saranno collocati esternamente a manufatti e fissati direttamente al di sotto di esso mediante grappe, piccole mensole e canalette in modo da non arrecare pregiudizio all'opera stradale ed alla viabilità.



Trattandosi di opere fuori terra, queste debbano essere assoggettate alle disposizioni previste da:



“Codice dei beni culturali e del paesaggio” (Decreto Legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 recante il “Codice dei beni culturali e del paesaggio”, ai sensi dell’articolo 10 della legge 6 luglio 2002, n. 137 e pubblicato sulla G.U. n. 45 del 24 febbraio 2004, s.o. n. 28);



e successive modificazioni operate con Decreto Legislativo n. 156 del 2006 (Decreto Legislativo 24 marzo 2006, n. 156 recante “Disposizioni correttive ed integrative al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, in relazione ai beni culturali” e pubblicato sulla G.U. n. 97 del 27 aprile 2006, s.o. n. 102).

Università degli Studi di Udine 15

30 aprile 2010 - David Licursi 16

Indice



Tecniche di posa



Scavo tradizionale



Interferenze con sottoservizi





Minitrincea Minitrincea



No dig



Canalette zancate



Aerea



Sedime ferroviario



Condotti fognari



Elementi passivi

Università degli Studi di Udine 16 30 aprile 2010 - David Licursi

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Mini trincea Generalità

La tecnica della mini trincea viene utilizzata per realizzare infrastrutture per telecomunicazioni ricorrendo ad una soluzione che prevede le fasi di scavo di una minitrincea di dimensioni ridotte (larghezza da 6 a 10 centimetri e profondità da 25 a 40 centimetri circa), la posa dell'infrastruttura ed il riempimento dello scavo integrate in una unica operazione.

Tale tecnica è finalizzata a:



Eliminare i tempi di attesa tra scavo, posa dei cavi (o dei tubi) e riempimento della trincea.



Minimizzare l’invasività dello scavo nella struttura del sottofondo stradale esistente che viene intaccata in misura minima senza comunque minarne le caratteristiche di durata e resistenza nel tempo come invece avviene ricorrendo a scavi tradizionali.



Ridurre l’impatto sociale del cantiere di lavoro che risulta di dimensioni ridotte, con avanzamenti giornalieri di alcune centinaia di metri al giorno (fino a 3-400 in quartieri periferici o fuori dai centri abitati) e con disagi minimi alla circolazione stradale.



Ridurre l’impatto ambientale in quanto produce quantità estremamente ridotte di materiali di risulta (circa 1 metro cubo ogni 50 metri di scavo) da trasportare a discarica.

Università degli Studi di Udine 17

30 aprile 2010 - David Licursi 18

Mini trincea

Determinazione del tracciato



Poiché lo scavo viene eseguito con l’impiego di una fresa dentata rotante è essenziale che nello strato superficiale della strada o del marciapiede interessati dalla fresatura non vi siano servizi preesistenti o, nel caso essi esistano, che la loro posizione sia determinata a priori al fine di evitarne il danneggiamento.



L’individuazione dei servizi avviene di norma mediante l’esame delle documentazioni cartografiche di esercizio disponibili presso gli Enti proprietari della strada o dei Gestori di Servizi.



Individuata la posizione dei servizi si può definire il tracciato da seguire con l’obiettivo principale di ridurre al minimo le interferenze reciproche, sia in fase di esecuzione dei lavori che per gli eventuali interventi di manutenzione successivi.



In ambito urbano è consigliabile eseguire la minitrincea sulla sede stradale e non sui marciapiedi dove la presenza di sottoservizi poco profondi è generalmente più probabile.

Università degli Studi di Udine 18 30 aprile 2010 - David Licursi

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Mini trincea

Determinazione del tracciato



Qualora la documentazione dei servizi esistenti non fosse disponibile o fosse da ritenere non attendibile occorrerà valutare l’opportunità di eseguire indagini in campo.



I sistemi georadar (Ground Probing Radar) consentono, tramite un array di antenne multifrequenza (tra i 400 ed i 600 MHz), l’acquisizione multicanale delle infrastrutture sotterranee in PE, HDPE, PVC, metallo, gres, calcestruzzo oltre a cavità ed infrastrutture sotterranee. La rilevazione, secondo l’asse di posa, ha una larghezza di circa un metro e si spinge ad una profondità di circa due metri.

Università degli Studi di Udine 19

30 aprile 2010 - David Licursi 20

Mini trincea

Esecuzione di scavo e posa integrati



Con tale sistema è possibile posare nel solco un pacco tubi e/o cavi delle dimensioni massime di 65 mm di larghezza per 200 mm di altezza che, a lavoro ultimato, risulterà disposto con l’asse maggiore in verticale a partire dal fondo della trincea.



Le configurazioni usate più frequentemente sono state: 2 tubi da 50 mm di diametro, 3 x 50 mm, 4 x 40 mm, 6 x 32 mm+1 x 50 mm e fino a 3 assemblaggi di 7 tubi miniaturizzati del diametro di 15 mm (per un totale di 21 tubi). L’unico vincolo è la compatibilità fra le dimensioni del pacco tubi e quelle della trincea avendo cura di lasciare un estradosso di almeno 20 cm dal tubo superiore al livello dell’asfalto.

Università degli Studi di Udine 20 30 aprile 2010 - David Licursi

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Mini trincea

Esecuzione di scavo e posa integrati

Università degli Studi di Udine 21

30 aprile 2010 - David Licursi 22

Indice



Tecniche di posa



Scavo tradizionale



Interferenze con sottoservizi



Minitrincea





No No dig dig



Canalette zancate



Aerea



Sedime ferroviario



Condotti fognari



Elementi passivi

Università degli Studi di Udine 22 30 aprile 2010 - David Licursi

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No dig Generalità



Per la costruzione delle infrastrutture sotterranee, al fine dì facilitare II rilascio dì permessi da parte degli Enti proprietari delle sedi interessate dalla costruzione o qualora non sia possibile eseguire gli scavi a cielo aperto o sia più conveniente eseguirli a cielo chiuso, potrà essere necessario adottare tecniche di posa no- dig.



La scelta del tipo di macchina da impiegare è correlata alla natura del terreno, al tipo di infrastruttura da realizzare ed alla tipologia del tracciato di posa. Tali mezzi possono operare sia per la costruzione di attraversamenti (strade, ferrovie, fiumi) sia per la perforazione longitudinale.



Al fine di effettuare perforazioni sotterranee per la posa di infrastrutture, è consigliabile effettuare una indagine radar del sottosuolo per verificare la natura del terreno nonché la presenza di sottoservizi.

Università degli Studi di Udine 23

30 aprile 2010 - David Licursi 24

Indice



Tecniche di posa



Scavo tradizionale



Interferenze con sottoservizi



Minitrincea



No dig



Canalette zancate





Aerea Aerea



Sedime ferroviario



Condotti fognari



Elementi passivi

Università degli Studi di Udine 24 30 aprile 2010 - David Licursi

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Aerea Generalità



La realizzazione di palificazioni per telecomunicazioni viene descritta nella Norma CEI 103-2 (“Costruzione delle linee di telecomunicazione aeree esterne negli attraversamenti e nei parallelismi”) che fissa le prescrizioni fondamentali che devono essere osservate nella costruzione delle linee di telecomunicazione negli attraversamenti e nei parallelismi con linee elettriche aeree esterne, ferrovie, tranvie, filovie, funicolari terrestri e funivie, autostrade, strade (statali, provinciali e comunali), fiumi o corsi d’acqua navigabili di classe II (R.D. 8/6/1911, n. 823 e R. D. 11/7/1913, n.

959).



Nel determinare la posizione di ogni palo si deve cercare di mantenere uniforme la lunghezza delle campate che deve essere pari, di norma, a 35 metri. Si deve evitare che tra campate adiacenti vi siano differenze superiori al 25%.



Il cambio di direzione tra due tratti rettilinei contigui di una palificazione deve essere realizzato possibilmente su di un solo palo. Se l’angolo di deviazione supera i 20 gradi, si devono usare, come rinforzi, due tiranti ciascuno allineato con la tratta da controbilanciare.

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30 aprile 2010 - David Licursi 26

Aerea

Materiali e tipi costruttivi

I sostegni possono essenzialmente essere ricondotti a quattro tipologie:



Sostegni di legno: L’impiego dei sostegni di legno è vietato nelle campate che attraversano superiormente linee ferroviarie elettrificate, funivie adibite al trasporto di persone, linee elettriche di classe II o III.



Sostegni di vetroresina: Essi devono essere costituiti da resina poliestere rinforzata con fibre di vetro in modo che, con i carichi previsti dalla Norma CEI 103-2, rispondano alle sollecitazioni ammissibili prescritte. I pali in vetroresina vengono utilizzati per sostegni portanti cassette di distribuzione e per quei sostegni ubicati in siti di difficile raggiungibilità.



Sostegni di cemento armato: valgono tutte le disposizioni legislative vigenti relative alle opere di conglomerato cementizio semplice ed armato.



Sostegni metallici, tubolari oppure a traliccio: qualora si debbano utilizzare sostegni di questo tipo si deve fare in modo che, con i carichi previsti dalla Norma CEI 103-2, essi rispondano, per quanto riguarda le sollecitazioni ammissibili, alle prescrizioni della Norma CEI 11-4 “Esecuzione delle linee elettriche aeree esterne” (D.M. 21/3/1988).

Università degli Studi di Udine 26 30 aprile 2010 - David Licursi

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Aerea Generalità



La realizzazione di palificazioni per telecomunicazioni viene descritta nella Norma CEI 103-2 “Costruzione delle linee di telecomunicazione aeree esterne negli attraversamenti e nei parallelismi” che fissa le prescrizioni fondamentali che devono essere osservate nella costruzione delle linee di telecomunicazione negli attraversamenti e nei parallelismi con linee elettriche aeree esterne, ferrovie, tranvie, filovie, funicolari terrestri e funivie, autostrade, strade (statali, provinciali e comunali), fiumi o corsi d’acqua navigabili di classe II (R.D.

8/6/1911, n. 823 e R. D. 11/7/1913, n. 959).

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30 aprile 2010 - David Licursi 28

Aerea Tracciato



Il tracciato deve coprire il territorio con dorsali e sbracci opportunamente dimensionati al fine di ridurre lo sviluppo delle palificazioni stesse. Lo sviluppo del tracciato, per agevolare le operazioni di posa e le successive manutenzioni, deve avvenire possibilmente lungo viabilità esistente. Al fine di contenere l’impatto ambientale e di non arrecare danni alle coltivazioni, si fsserà comunque un tracciato che segua confini di proprietà o margini di appezzamenti.



Nel determinare la posizione di ogni palo si deve cercare di mantenere uniforme la lunghezza delle campate che deve essere pari, di norma, a 35 metri. Si deve evitare che tra campate adiacenti vi siano differenze superiori al 25%.



Per la determinazione dei vertici è opportuno scegliere punti in corrispondenza dei quali sia possibile l’applicazione di tiranti o contropali.



Il cambio di direzione tra due tratti rettilinei contigui di una palificazione deve essere realizzato possibilmente su di un solo palo. Se l’angolo di deviazione supera i 20 gradi, si devono usare, come rinforzi, due tiranti ciascuno allineato con la tratta da controbilanciare. Se ciò non è possibile, si realizzerà il cambio di direzione su più pali, facendo in modo che gli angoli di deviazione siano uguali tra loro.

Università degli Studi di Udine 28 30 aprile 2010 - David Licursi

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Aerea

Distanze di rispetto per conduttori, funi e cavi aerei

I conduttori, le funi ed i cavi aerei non devono avere alcun punto posto ad una distanza inferiore a quelle di seguito sottoesposte:



6 m dal piano di autostrade, di strade statali e provinciali e loro collegamenti all’interno dell’abitato, dal piano delle rotaie di ferrovie, tranvie, funicolari terrestri e dal livello di morbida normale di fiumi e corsi acqua navigabili di classe II (per le zone lagunari o lacuali con passaggio di natanti, l’altezza dei conduttori, delle funi e dei cavi aerei è prescritta dall’Autorità competente).



5 m dal piano delle strade di categoria diversa da quelle menzionate al punto precedente.



4 m dall’organo più vicino di funivie, sciovie e seggiovie per trasporto di persone o di merci, di palorci, fili a sbalzo o telefori, oppure dalla possibile sua più vicina posizione, se l’organo è mobile. Tale prescrizione non si applica alle linee di telecomunicazione al servizio delle funivie stesse.

Università degli Studi di Udine 29

30 aprile 2010 - David Licursi 30

Aerea

Distanze di rispetto per conduttori, funi e cavi aerei

I conduttori, le funi ed i cavi aerei non devono avere alcun punto posto ad una distanza inferiore a quelle di seguito sottoesposte:



1,50 + 0,015 U m (con U la tensione nominale della linea elettrica di trasmissione o di alimentazione o di contatto, espressa in kV) dai conduttori di linee elettriche di classe II e III, dai conduttori di alimentazione o di contatto di ferrovie, tranvie, filovie e funicolari terrestri. Tale minimo è ridotto ad 1 + 0,015 U m quando i conduttori considerati delle due linee (ovvero i soli conduttori elettrici quando la linea di telecomunicazione è in cavo) sono fissati ai rispettivi sostegni mediante isolatori rigidi o isolatori sospesi disposti in amarro.



1 m dai conduttori delle linee elettriche di classe 0 o I. Tale minimo nell’abitato è ridotto a 0,50 m purché, in questo caso, la campata della linea elettrica sotto passante non sia superiore a 30 m. Se una delle linee è in cavo, la distanza minima è ulteriormente ridotta a 0,30 m, sia in abitato sia fuori abitato, qualunque sia la lunghezza della campata della linea elettrica sotto passante.



1 m dalle funi di guardia delle linee elettriche.



1 m dai sostegni di linee elettriche. Tale minimo è ridotto a 0,50 m, quando la linea elettrica è in cavo ed in ogni caso nell’abitato.

Università degli Studi di Udine 30 30 aprile 2010 - David Licursi

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31

Indice



Tecniche di posa



Scavo tradizionale



Interferenze con sottoservizi



Minitrincea



No dig



Canalette zancate



Aerea





Sedime Sedime ferroviario ferroviario



Condotti fognari



Elementi passivi

Università degli Studi di Udine 31

30 aprile 2010 - David Licursi 32

Sedime ferroviario Generalità

La posa di infrastrutture per telecomunicazioni su sedime ferroviario deve essere conforme al capitolato tecnico Rete Ferroviaria Italiana:



TT 239, “Capitolato Tecnico per l'impianto di cavi di telecomunicazioni interrati ferroviari”, 1986



TT 239/1, “Modifiche ed integrazione al capitolato tecnico TT 239 ED.86/ter per l’impianto di cavi per telecomunicazioni interrati ferroviari”, 1996



TT 239/2, “Modifiche ed integrazione al capitolato tecnico TT 239 ED.86/ter e TT239/1 per l’impianto di cavi per telecomunicazioni interrati ferroviari”, 2003

Per la realizzazione di infrastrutture per telecomunicazioni su palificazione aerea ferroviaria si segue invece il capitolato tecnico:



TT 375, “Capitolato Tecnico per l'impianto dei cavi di telecomunicazioni aerei ferroviari”, 1965.

Università degli Studi di Udine 32 30 aprile 2010 - David Licursi

33

Sedime ferroviario Canaline in calcestruzzo

Università degli Studi di Udine 33

30 aprile 2010 - David Licursi 34

Indice



Tecniche di posa



Scavo tradizionale



Interferenze con sottoservizi



Minitrincea



No dig



Canalette zancate



Aerea



Sedime ferroviario





Condotti Condotti fognari fognari



Elementi passivi

Università degli Studi di Udine 34 30 aprile 2010 - David Licursi

35

Condotti fognari Generalità



Pur avendo costi realizzativi pari ad una trincea a cielo aperto, la tecnica consente notevoli risparmio di tempo poiché, dopo un’attenta pianificazione, si può realizzare la posa con velocità di un centinaio di metri al giorno.



L’esecuzione di lavori, eccezion fatta per le precipitazioni, risulta indipendente dalla stagione.



Università degli Studi di Udine 35

30 aprile 2010 - David Licursi 36

Condotti fognari Componenti



Università degli Studi di Udine 36 30 aprile 2010 - David Licursi

(7)

37

Condotti fognari

Condotti fognari “man entry“



Università degli Studi di Udine 37

30 aprile 2010 - David Licursi 38

Condotti fognari

Condotti fognari “no man entry“

38



Ispezione condotti



Ispezione infrastruttura



Posa fasce



Posa tubi



Fissaggio tubi



Posa cavi



Fiber to the biulding

Università degli Studi di Udine 30 aprile 2010 - David Licursi

39

Condotti fognari Fiber to the building

Università degli Studi di Udine 39

30 aprile 2010 - David Licursi 40

Indice



Tecniche di posa





Elementi Elementi passivi passivi



Tritubi



Monotubi lisci



Monotubi corrugati



Pozzetti



Chiusini



Giunti per tubi lisci, corrugati e tritubi



Micro ducts



Dispositivi di chiusura per tubi



Shelter



Street cabinet

Università degli Studi di Udine 40 30 aprile 2010 - David Licursi

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Indice



Tecniche di posa



Elementi passivi





Tritubi Tritubi



Monotubi lisci



Monotubi corrugati



Pozzetti



Chiusini



Giunti per tubi lisci, corrugati e tritubi



Micro ducts



Dispositivi di chiusura per tubi



Shelter



Street cabinet

Università degli Studi di Udine 41

30 aprile 2010 - David Licursi 42

Tritubi Generalità



Definiamo di seguito le caratteristiche tecniche e costruttive dei tritubi scanalati D 44/50 di colore nero, ottenuti per estrusione di polietilene ad alta densità, da utilizzare per la protezione dei cavi in fibra ottica.



Il valore riscontrato di massa volumica deve essere maggiore o uguale a 0,94 g/cm3. la prova deve essere eseguita secondo UNI 7092 su tre provini di opportune dimensioni utilizzando il metodo A (ad immersione).



Temperatura massima del picco di fusione deve essere maggiore o uguale a 128°C. la prova deve essere eseguita secondo la norma ASTM D 3418.



Termofluidità deve essere compresa tra 0,4 e 1,3 g/10 minuti primi. La prova deve essere eseguita secondo la norma UNI 5640 a 190°C con carico pari a 5 Kgf.

Università degli Studi di Udine 42 30 aprile 2010 - David Licursi

(8)

43

Tritubi

Caratteristiche



La resistenza alla perforazione deve essere verificata tramite una prova effettuata a temperatura ambiente (23 ± 2 °C) su cinque provini di 150 mm. Quale perforatore deve essere utilizzato un cilindro metallico, sagomato ad una estremità a sfera (R = 5 mm) disposto verticalmente e lasciato cadere centralmente su ciascun provino da un'altezza di 0,5 m. Ogni provino dovrà assorbire senza deformarsi un'energia d'urto di 7,85 J.



La resistenza alla percussione deve essere verificata tramite una prova effettuata a temperatura ambiente (23 ± 2 °C) su cinque provini di 150 mm. Quale percussore deve essere utilizzato un cilindro metallico lungo 100 mm di diametro 10 mm. Tale cilindro, lasciato cadere da un'altezza di 0,5 m, dovrà colpire ciascun provino. Ogni provino dovrà assorbire un’energia d'urto di 19,62 J. Al termine della prova la riduzione percentuale del diametro interno dovrà risultare minore del 50% del diametro iniziale.



La prova di resistenza alla trazione deve essere eseguita secondo la norma UNI ISO 4437 su cinque provini. Al termine della prova per ciascun provino il valore del carico unitario di snervamento rilevato dovrà risultare maggiore o uguale a 15 MPa ed il valore dell'allungamento a rottura dovrà risultare maggiore o uguale a 350%.

Università degli Studi di Udine 43

30 aprile 2010 - David Licursi 44

Tritubi

Caratteristiche

44

Diametro esterno nominale 50 mm

Larghezza 156 mm

Tolleranza sulla larghezza +4,3 / -2,8 mm

Diametro interno nominale 44 mm

Tolleranza sul diametro interno +0,5 / -0 mm

Spessore nominale 3 mm

Tolleranza sullo spessore ± 0,3 mm

Peso ≥1,2 Kg/m

Lunghezza della bobina 350 m

Tolleranza sulla lunghezza della bobina +6 / -0 m



La prova di resistenza a compressione deve essere eseguita a temperatura ambiente (23 ± 2 °C) su cinque provini della lunghezza di 200 mm. Ogni provino posto tra due piastre metalliche rigide di una macchina dinamometrica non dovrà rilevare una riduzione del diametro interno maggiore del 5% quando è sottoposto d una compressione di 245 N (25 kg). La velocità di avvicinamento delle piastre metalliche dovrà essere regolata a 10 mm/minuto.

Università degli Studi di Udine 30 aprile 2010 - David Licursi

45

Indice



Tecniche di posa



Elementi passivi



Tritubi





Monotubi Monotubi lisci lisci



Monotubi corrugati



Pozzetti



Chiusini



Giunti per tubi lisci, corrugati e tritubi



Micro ducts



Dispositivi di chiusura per tubi



Shelter



Street cabinet

Università degli Studi di Udine 45

30 aprile 2010 - David Licursi 46

Monotubi lisci Generalità



I monotubi lisci di polietilene vengono forniti in bobine di lunghezza standard, opportunamente reggiati ed identificati, in modo da rendere più agevole le operazioni di trasporto, di posa e le eventuali verifiche. I monotubi lisci sono utilizzati per la protezione dei cavi posti in trincea o utilizzati per sottoequipaggiare tubazioni esistenti.



Le estremità dei tubi devono essere chiuse con tappi o con altro sistema idoneo a evitare l'ingresso di acqua o corpi estranei nei periodi di stoccaggio.



I tubi vengono realizzati in polietilene ad alta densità, caricato con nerofumo di adatta granulometria e disperso uniformemente nella massa polimerica. Le caratteristiche dei materiali risultano conformi alle specifiche elencate in tabella.

Università degli Studi di Udine 46 30 aprile 2010 - David Licursi

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Diametro

interno Spessore tubo Larghezza complessiva

Lunghez za bobina

Peso

[mm] [mm] [mm] [m] [Kg/m]

Monotubo Ø 18

15,6 + 0 - 0,8

1,2 + 0,4 - 0

18 + 0,3 - 0

500 + 0,6

- 0 0,060

Monotubo Ø 25 22 + 0 - 0,8

1,5 + 0,4 - 0

25 + 0,5 - 0

500 + 0,6

- 0 0,105

Monotubo Ø 50 44 + 0,5

- 0 3 ± 0,3 50 + 1,1

- 0,6

300 + 6 - 0 ≥ 0,39

Monotubi lisci Tipologie

Università degli Studi di Udine 47

30 aprile 2010 - David Licursi 48

Monotubi lisci Caratteristiche

48

Prove Riferimenti normativi

Costituzione ASTM E 168/88A

Massa volumica UNI 7092

Temperatura di rammollimento UNI 5642 Temperatura max del picco di fusione ASTM D 3418 Attività residua antiossidante (O.I.T.) ASTM D 3895 Resistenza alla fessurazione IEC 538

Termofluidità UNI 5640

Contenuto di nerofumo ASTM D 3850-84 e ASTM D 1603

Prova di trazione UNI 5819

Resistenza all'urto senza intaglio UNI 6062

Aspetto ASTM D 2563-70

Università degli Studi di Udine 30 aprile 2010 - David Licursi

(9)

49

Indice



Tecniche di posa



Elementi passivi



Tritubi



Monotubi lisci





Monotubi Monotubi corrugati corrugati



Pozzetti



Chiusini



Giunti per tubi lisci, corrugati e tritubi



Micro ducts



Dispositivi di chiusura per tubi



Shelter



Street cabinet

Università degli Studi di Udine 49

30 aprile 2010 - David Licursi 50

Monotubi corrugati Generalità



I monotubi corrugati in PVC sono utilizzati per la protezione dei cavi posti in trincea. I tubi corrugati di differenti diametri, con struttura a coestrusione con parete interna liscia, sono realizzati in riferimento alla Norma EN 50086 2-4 per estrusione con idoneo materiale plastico.



La struttura coestrusa è realizzata da un tubo esterno corrugato ed una guaina interna liscia, priva di irregolarità quali buchi e grumi non fusi. È ammessa una ondulazione il cui diametro massimo sia compreso entro il 3% del diametro nominale esterno del tubo.



All’interno dei tubi viene posizionato un cordino tira sonda per facilitare l’inserimento di una fune tiracavo. Per l’installazione è previsto un apposito giunto.



I tubi vengono realizzati in polietilene alta densità (HDPE) sia per la struttura esterna che interna, di colore blu RAL 5002. I materiali devono essere di composizione tale da soddisfare i requisiti di resistenza alle radiazione U.V.



I materiali plastici componenti devono essere riciclabili e non devono contenere altri materiali pericolosi ai sensi dell’allegato H del D. Legislativo 22/97 e successive modifiche.

Università degli Studi di Udine 50 30 aprile 2010 - David Licursi

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Monotubi corrugati Tipologie

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Confezionamento:



Tubo - ø 50 matasse da: 50 m ÷ 150 m



Tubo - ø 63 matasse da: 50 m ÷ 150 m



Tubo - ø 125 matasse da: 50 m

Su richiesta deve essere possibile la fornitura in barre da 6 metri per tutti i diametri di tubo.

Sigla ø Interno [mm] ø Esterno [mm] corrugazioni esterne per metro

DN 50 37 50 ≥ 60

DN 63 47 63 ≥ 60

DN 125 94 125 ≥ 60

Università degli Studi di Udine

30 aprile 2010 - David Licursi 52

Monotubi corrugati Caratteristiche

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Prove Riferimenti normativi

Costituzione ASTM E 1252 (UNI CEI EN 45014)

Ispezione Visiva UNI ISO 4582

Verifica della siglatura -

Verifica delle dimensioni -

Verifica del confezionamento -

Melt Flow Index CEI 20.34\4-1

Densità ASTM D 3895-94

Prova di compressione CEI EN 50086-2-4

Prova di piegatura CEI EN 50086-2-4

Prova d’urto CEI EN 50086-2-4

Contenuto delle ceneri ISO 3451ASTM E 1131

Resistenza alle screpolature dovute a

sollecitazioni ambientali CEI 20-34\4-1



Tutte le prove sul prodotto finito devono essere eseguite in conformità alla Norma EN 50086-2-4.

Università degli Studi di Udine 30 aprile 2010 - David Licursi

53

Indice



Tecniche di posa



Elementi passivi



Tritubi



Monotubi lisci



Monotubi corrugati





Pozzetti Pozzetti



Chiusini



Giunti per tubi lisci, corrugati e tritubi



Micro ducts



Dispositivi di chiusura per tubi



Shelter



Street cabinet

Università degli Studi di Udine 53

30 aprile 2010 - David Licursi 54

Pozzetti Generalità



I pozzetti devono essere costituiti da elementi prefabbricati armati in calcestruzzo vibro compresso in elementi sovrapposti per permettere di raggiungere varie profondità di posa.



I pozzetti devono avere pareti predisposte con diaframmi atti a consentire l’accesso del tubo su qualunque direttrice. La base dei pozzetti deve presentare un setto a frattura in modo da consentire l’eventuale drenaggio di acque.



L’utilizzo dei pozzetti nella costruzione dell’infrastruttura sotterranea è necessario allo scopo di:



Assicurare un adeguato spazio per effettuare la giunzione e/o la diramazione dei cavi.



Facilitare le operazioni di posa dei cavi nel caso di cambio quota e/o direzione che prevedono raggi di curvatura inferiori a quelli previsti dalle caratteristiche dei tubi.



Consentire un tempestivo ed agevole intervento di manutenzione.

Università degli Studi di Udine 54 30 aprile 2010 - David Licursi

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55

Pozzetti Tipologie



È generalmente previsto l’utilizzo delle seguenti diverse tipologie di pozzetto:



Rompitratta: In corrispondenza delle dorsali deve essere prevista la posa di pozzetti che facilitino l’infilaggio del cavo, con distanze dell’ordine di 150 – 300 m in ambito urbano, 250 – 1000 m in ambito extra-urbano;



Cambio direzione: In corrispondenza di ogni cambio di direzione sarà prevista la posa di pozzetti per consentire l’alloggiamento di scorte e/o giunti e comunque per consentire un’agevole curvatura del cavo stesso;



Spillamento: In corrispondenza delle derivazioni per i collegamenti d’utente sarà prevista la posa di un pozzetto per consentire l’alloggiamento del giunto da cui verrà spillato il cavo da dedicare alla sede in oggetto;



Connessione d’utente: In corrispondenza dell’edifico sede dell’utente, a ridosso della parete esterna, sarà prevista la posa di un pozzetto di manovra.

Università degli Studi di Udine 55

30 aprile 2010 - David Licursi 56

Pozzetti Tipologie



I pozzetti, se non diversamente richiesto, vengono utilizzati con i seguenti accorgimenti:



Pozzetti 125x80 cm: devono essere utilizzati di preferenza, le dimensioni sono quelle più idonee per alloggiare le scorte di cavo, i giunti e per la manovra del cavo; di contro gli ingombri richiedono idonei spazi di posa.



Pozzetti 90x70 cm: saranno utilizzati esclusivamente nell’esecuzione delle derivazioni di connessione all’utente ove le tipologie installative e lo spazio disponibile sono di difficile reperimento.



Pozzetti 50x50 cm: saranno utilizzati esclusivamente nell’esecuzione delle derivazioni di connessione all’utente ove le tipologie installative e lo spazio disponibile sono di difficile reperimento.



Venivano in passato utilizzati pozzetti 60x60 cm e 120x60 cm.

Università degli Studi di Udine 56 30 aprile 2010 - David Licursi

57

Pozzetti

Pozzetti 125x80 cm

Università degli Studi di Udine 57

30 aprile 2010 - David Licursi 58

Pozzetti

Pozzetti 90x70 cm

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Pozzetti

Pozzetti 50x50 cm

Università degli Studi di Udine 59

30 aprile 2010 - David Licursi 60

Pozzetti

Posa dei pozzetti



I pozzetti devono essere posizionati sull’asse rettilineo dello scavo, con fondo drenante, in modo da consentire un’ottimale accesso dei tubi in entrata e in uscita e dislocati in modo tale da tener conto anche dei futuri interventi di sviluppo e di manutenzione della rete.



Nel caso di posa su viabilità ordinaria la posizione dei pozzetti dovrà essere preferibilmente sul limitare delle carreggiate stradali urbane ed extraurbane, in modo da consentire l’accesso limitando al minimo sospensioni e/o intralci alla circolazione stradale.



L’allineamento al livello stradale e la giusta costipazione devono garantire stabilità e durata a qualsiasi passaggio automobilistico leggero e pesante.



La presenza di un foro sul fondo, tramite la predisposizione del fondo drenante, garantirà l’evacuazione di eventuali presenze di acqua, che condensando possono col tempo incidere sulla tenuta del materiale.

Università degli Studi di Udine 60 30 aprile 2010 - David Licursi

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61

Indice



Tecniche di posa



Elementi passivi



Tritubi



Monotubi lisci



Monotubi corrugati



Pozzetti





Chiusini Chiusini



Giunti per tubi lisci, corrugati e tritubi



Micro ducts



Dispositivi di chiusura per tubi



Shelter



Street cabinet

Università degli Studi di Udine 61

30 aprile 2010 - David Licursi 62

Chiusini Generalità



I dispositivi di chiusura utilizzati nelle infrastrutture per telecomunicazioni sono tipicamente costituiti da un telaio inserito nel torrino e da una parte mobile, costituita da semicoperchi incernierati di forma triangolare che si incastrano nel telaio con posizione obbligata di alloggio.

Università degli Studi di Udine 62 30 aprile 2010 - David Licursi

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Chiusini

Norma UNI EN 124



L'installazione dei chiusini è regolata dalla normativa UNI EN 124 che raccomanda di classificare la posizione di posa del chiusino in funzione dell'utilizzo, del tipo di traffico, della zona di ubicazione e del carico in kN che deve sopportare.

63

Gruppo Zone Classe Carico

Gruppo 1 Zone a esclusivo utilizzo da pedoni e ciclisti A 15 15 kN Gruppo 2 Marciapiedi, zone pedonali, aree di parcheggio B 125 125 kN Gruppo 3 Banchine stradali, cunette laterali a carreggiate e

marciapiedi; occupazione per della carreggiata

C 250 250 kN

Gruppo 4 Vie di circolazione D 400 400 kN

Gruppo 5 Vie di circolazione (anche private) sottoposte a carichi elevati

E 600 600 kN Gruppo 6 Zone speciali come aeroporti ecc. F 900 900 kN

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30 aprile 2010 - David Licursi 64

Chiusini

Realizzazione e alloggiamento



I chiusini per la copertura di pozzetti sono realizzati in ghisa sferoidale ISO 1083 ed hanno, solitamente, misure interne pari a:



Chiusini doppi 106x70 cm per pozzetti 125x80 cm.



Chiusini semplici 80x70 cm per pozzetti 90x70 cm.



Chiusini semplici 45x45 cm per pozzetti 50x50 cm.



L’alloggiamento dei coperchi nei telai deve garantire la perfetta complanarità e aderenza delle superfici. Non devono verificarsi basculamenti, dislivelli, luci tra coperchio e telaio, mentre la loro apertura deve essere tale da lasciare liberi due lati adiacenti.



La superficie del coperchio deve avere un aspetto granulato a rombi in rilievo, che deve essere compresa tra il 50 e il 70% della superficie totale, mentre l’articolazione viene realizzata per fusione con ganci sul semicoperchio e con sede di rotazione sul telaio. Il coperchio con serratura riporta generalmente il logo dell’operatore proprietario dell’infrastruttura.

Università degli Studi di Udine 64 30 aprile 2010 - David Licursi

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Chiusini Caratteristiche



Per i chiusini doppi vengono previste asole per ciascun elemento del coperchio per permetterne il sollevamento. Un semicoperchio è dotato di serratura di sicurezza; in grado di bloccare gli altri semicoperchi provvisti di placca di bloccaggio.



L’apertura e la chiusura deve avvenire esclusivamente con apposita chiave unificata, con uno sforzo per l’operatore all’apertura non superiore a 30 kg (legge 626 1 marzo 1995).

Università degli Studi di Udine 65

30 aprile 2010 - David Licursi 66

Indice



Tecniche di posa



Elementi passivi



Tritubi



Monotubi lisci



Monotubi corrugati



Pozzetti



Chiusini





Giunti Giunti per per tubi tubi lisci, lisci, corrugati corrugati e e tritubi tritubi



Micro ducts



Dispositivi di chiusura per tubi



Shelter



Street cabinet

Università degli Studi di Udine 66 30 aprile 2010 - David Licursi

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Giunti per tubi lisci, corrugati e tritubi Generalità

Giunti per:



monotubi lisci in PEHD con diametro esterno e spessore nominali rispettivamente di 50 mm e 3,5 mm.



tritubi lisci in PEHD (assieme di tre tubi lisci ognuno dei quali con diametro esterno e spessore nominali rispettivamente di 50 mm e 3,5 mm)



tubi corrugati con Ø=50mm, Ø=63mm e Ø=125mm

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Descrizione Dimensioni

Giunto autobloccante per tubo corrugato Ø 125 mm 145 x 145 x 185 mm Giunto autobloccante per tubo corrugato Ø 63 mm 80 x 80x 120 mm Giunto autobloccante per tubo corrugato Ø 50 mm 70 x 70x 120 mm Giunto di bloccaggio tubo liscio Ø 50 mm 70 x 70x 90 mm Giunto di bloccaggio tritubo Ø 50 mm 170 x 117 x 60 mm

Università degli Studi di Udine

30 aprile 2010 - David Licursi 68

Giunti per tubi lisci, corrugati e tritubi Caratteristiche

Università degli Studi di Udine 68 30 aprile 2010 - David Licursi

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Indice



Tecniche di posa



Elementi passivi



Tritubi



Monotubi lisci



Monotubi corrugati



Pozzetti



Chiusini



Giunti per tubi lisci, corrugati e tritubi





Micro Micro ducts ducts



Dispositivi di chiusura per tubi



Shelter



Street cabinet

Università degli Studi di Udine 69

30 aprile 2010 - David Licursi 70

Micro ducts Generalità



Piccoli tubi HDPE (dimensioni 12/10 mm, 10/8 mm, 7/5.5 mm) che vengono soffiati all’interno dei sottotubi standard da 32 o 50 mm



Esternamente lisci/scanalati con Silicone

Università degli Studi di Udine 70 30 aprile 2010 - David Licursi

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Micro ducts Opzioni

71 Tubo da 2” (50 mm)

MicroDucts tipo 10/8mm MicroCore da 72 fibre Tubo da 1” 1/4 (32 mm)

MicroCore da 72 Fibre

MicroCore da 2 Fibre

MicroCore da 24 Fibre MicroDucts

tipo 10/8mm

MicroDucts tipo 7/5.5mm

Dim.tubo 12/10 10/8 7/5.5

ø 20 N/D 1 3

ø 25 2 3 5

ø 32 4 5 10

ø 38 6 8 15

ø 50 8 10 20

Quantità massime di MicroDucts per dimensione tubo

MicroCore da 72 Fibre

MicroDucts tipo 10/8mm Tubo da 1”

(25 mm)

Università degli Studi di Udine

30 aprile 2010 - David Licursi 72

Micro ducts Installazione



Bobine piccole e leggere



Le bobine standard consentono l’utilizzo di attrezzature tradizionali singoli o multi-bobina dipendenti dal numero di MicroDucts da installare.



Le bobine del diametro di 1.2 metri contengono circa 2.600 m. di MicroDuct da 10/8mm

Università degli Studi di Udine 72 30 aprile 2010 - David Licursi

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Micro ducts Installazione



Le bobine ruotano libere nel portabobine.



Installato con carri posa multibobina mediante alcuni inserti è possibile la posa di un fascio di MicroDucts.



Il metodo di installazione utilizza l’aria compressa ed una apparecchiatura per la spinta che consente di installare fino a 10 tubi contemporaneamente.



MicroDuct è tappato e depressurizzato da 2 bar a 3 bar prima dell’installazione per prevenire rotture ed incrementarne l’inflessibilità.

Università degli Studi di Udine 73

30 aprile 2010 - David Licursi 74

Micro ducts Installazione



Più tubi installati contemporaneamente



La velocità di Installazione può arrivare a 50/65mt/min.



I Tubi convogliano l’aria fornita dal SuperJet

Università degli Studi di Udine 74 30 aprile 2010 - David Licursi

75

Indice



Tecniche di posa



Elementi passivi



Tritubi



Monotubi lisci



Monotubi corrugati



Pozzetti



Chiusini



Giunti per tubi lisci, corrugati e tritubi



Micro ducts





Dispositivi Dispositivi di di chiusura chiusura per per tubi tubi



Shelter



Street cabinet

Università degli Studi di Udine 75

30 aprile 2010 - David Licursi 76

Dispositivi di chiusura per tubi Generalità



I dispositivi di chiusura per tubi lisci corrugati e tritubi hanno lo scopo di evitare che nei tubi vuoti, in cui non sono ancora stati posati i cavi, entrino materiali e corpi estranei. I tappi vengono costruiti in tutte le tipologie necessarie per i diversi diametri e tipi di tubo.



I tappi possono essere di tipo fisso conico, di tipo espandibile e di tipo spaccato con e senza membrana. I tappi vengono progettati per adeguarsi ai diversi diametri dei tubi previsti nella posa.



Sovente si ricorre all’uso di schiuma poliuretanica espansa in luogo dei dispositivi di chiusura

Università degli Studi di Udine 76 30 aprile 2010 - David Licursi

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Dispositivi di chiusura per tubi Caratteristiche

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Descrizione Dimensioni

Tappo intero conico per tubo Ø102÷110 mm 110x110x120 mm Tappo intero conico per tubo Ø125 mm 125x125x70 mm Tappo intero conico per tubo Ø100 mm 100x100x55 mm Tappo intero conico per tubo Ø75 mm 75x75x55 mm Tappo intero conico per tubo Ø50 mm 50x50x55 mm

Descrizione Dimensioni

Tappo intero espandibile per tubo Ø125 mm 125x125x85 mm Tappo intero espandibile per tubo Ø63 mm 63x63x85 mm Tappo intero espandibile per tubo Ø50 mm 50x50x85 mm Tappo intero espandibile per tubo Ø40 mm 40x40x85 mm Tappo intero espandibile per tubo Ø32 mm 32x32x85 mm Tappo intero espandibile per tubo Ø26÷32 mm 26x26x85 mm Tappo intero espandibile per tubo Ø18 mm 18x18x85 mm

Descrizione Dimensioni

Tappo spaccato per tubo Ø63 mm 63x63x70 mm

Tappo spaccato per tubo Ø50 mm 50x50x70 mm

Tappo spaccato per tubo Ø40 mm 40x40x70 mm

Tappo spaccato per tubo Ø32 mm 32x32x70 mm

Descrizione Dimensioni

Tappo spaccato con membrana per tubo Ø63 mm 63x63x70 mm Tappo spaccato con membrana per tubo Ø50 mm 50x50x70 mm

Università degli Studi di Udine

30 aprile 2010 - David Licursi 78

Indice



Tecniche di posa



Elementi passivi



Tritubi



Monotubi lisci



Monotubi corrugati



Pozzetti



Chiusini



Giunti per tubi lisci, corrugati e tritubi



Micro ducts



Dispositivi di chiusura per tubi





Shelter Shelter



Street cabinet

Università degli Studi di Udine 78 30 aprile 2010 - David Licursi

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Shelter Generalità



Costituito da un telaio portante in profilati estrusi di alluminio (spessore minimo 4 mm), che racchiude ed incapsula al suo interno le tamponature costituite dai pannelli sandwich del tetto e delle pareti.



Rivestimento esterno in acciaio inox.



Coibentazione in poliuretano, densità 40 kg/m3.



Rivestimento interno in lamiera acciaio zincato preverniciato.



Spessore totale 40 mm.

Università degli Studi di Udine 79

30 aprile 2010 - David Licursi 80

Shelter Generalità

Università degli Studi di Udine 80 30 aprile 2010 - David Licursi

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Indice



Tecniche di posa



Elementi passivi



Tritubi



Monotubi lisci



Monotubi corrugati



Pozzetti



Chiusini



Giunti per tubi lisci, corrugati e tritubi



Micro ducts



Dispositivi di chiusura per tubi



Shelter





Street Street cabinet cabinet

Università degli Studi di Udine 81

30 aprile 2010 - David Licursi 82

Street cabinet Generalità

Università degli Studi di Udine 82 30 aprile 2010 - David Licursi

83

Street cabinet Generalità

Università degli Studi di Udine 83 30 aprile 2010 - David Licursi

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