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1. Definizione 1. Definizione

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(1)

Daniela Mosci

Master EBP e Metodologia della Ricerca Clinico Assistenziale

1. Definizione 1. Definizione

Studi prospettici o retrospettivi caratterizzati dall’assenza di intervento attivo da parte dei ricercatori, che si limitano a osservare i fenomeni.

Si contrappongono agli studi sperimentali, definiti anche trial o sperimentazioni cliniche, caratterizzati dall’intervento attivo dello sperimentatore e sempre prospettici.

Gimbe news, 2010, num 3, pp 15-16

Le domande a cui rispondono gli Le domande a cui rispondono gli studi clinici

studi clinici

Domanda Obiettivo Disegno

Eziologia/danno Valutare i fattori di rischio di malattia (solitamente uno)

Studio di coorte con coorte concorrente prospettica Caso controllo Prognosi Valutare la storia naturale di malattia e

la potenza dei fattori prognostici

Studio di coorte senza coorte concorrente prospettico o retrospettivo RCT

Diagnosi Valutare l’accuratezza dei test diagnostici

Studio cross sectional

Terapia Valutare l’efficacia degli interventi sanitari: preventivi, terapeutici, assistenziali, educazionali, riabilitativi, etc

RCT

Trial non randomizzato Trial non controllato

Studi eziologici Studi eziologici

Studi che valutano la presenza di una associazione tra uno o più fattori di rischio e l’insorgenza di una patologia.

Es: La dieta vegetariana riduce il metabolismo basale?

Il consumo di alimenti a base di soia aumento il rischio di neoplasie?

Il consumo di cioccolato fondente riduce il rischio di malattia cardiovascolare?

(2)

Studi di coorte

Prospettici

Studi di coorte

Retrospettivi

Studio di coorte con coorte concorrente: eziologia

08/10/2014 9

Pazienti eleggibili

Esposti

Non esposti

Outcome

No outcome

Outcome

No outcome

Direzione della raccolta dati: esposizione Outcome

Studio caso controllo

08/10/2014 10

Pazienti eleggibili Outcome

Non outcome Esposti

Non esposti

Esposti

Non esposti

Direzione della raccolta dati: Outcome esposizione

Pazienti eleggibili

Esposti

Non esposti

Outcome

No outcome Outcome

No outcome Outcome

No outcome Outcome

No outcome

Outcome

No outcome

Caso controllo - Retrospettivo Coorte - Prospettico

Tempo Tempo

Studi eziologici

(3)

Studio di coorte

Studio di coorte Studio di coorte

I bias negli studi osservazionali I bias negli studi osservazionali

Bias di selezione

Bias di accertamento

Attrito

(4)

Domanda eziologica Domanda eziologica

L’assunzione di caffè nelle donne aumenta il rischio di ictus?

Cosa occorre valutare Cosa occorre valutare

Validità interna

Rilevanza clinica

Validità esterna

08/10/2014 20

Prima di leggere uno studio Prima di leggere uno studio

Lo studio si basa su una domanda di ricerca chiaramente formulata?

Una domanda di ricerca è chiaramente formulata se sono indicati la popolazione studiata, l’esposizione studiata, i risultati considerati: dall’abstract riuscite a ricostruire il pico?

08/10/2014

21 22

Prima di leggere uno studio2 Prima di leggere uno studio2

2. Gli autori hanno utilizzato il disegno di studio adeguato?

Validit

Validità à interna interna

In uno studio epidemiologico, il termine bias si riferisce a qualsiasi errore sistematico che porti ad una stima errata dell’associazione tra l’esposizione e l’esito.

In uno studio sull’eziologia possiamo incontrare:

Selection bias

Fattori di confondimento

Information bias

Follow up non sufficientemente lungo e completo

(5)

1. Verifica la presenza di selection 1. Verifica la presenza di selection bias:

bias:

Vi erano gruppi di pazienti chiaramente definiti, simili in tutto, tranne che per l’esposizione al trattamento?

BASSO RISCHIO DI BIAS ALTO RISCHIO DI BIAS

Exposed and unexposed drawn for same administrative data base of patients presenting at same points of care over the same time frame

Exposed and unexposed presenting to different points of care or over a different time frame

1. Verifica la presenza di selection 1. Verifica la presenza di selection bias:

bias:

Vi erano gruppi di pazienti chiaramente definiti, simili in tutto, tranne che per l’esposizione al trattamento?

08/10/2014 26

I gruppi sono stati selezionati attraverso criteri diversi

BIAS DI SELEZIONE

I gruppi sono stati selezionati attraverso gli stessi criteri ma al loro

interno presentano una diversa distribuzione dei determinanti

ANALISI STATISTICA

Caratteristiche dei gruppi negli Caratteristiche dei gruppi negli studi osservazionali

studi osservazionali

La mancanza di randomizzazione determina il fatto che si creino due gruppi non omogenei, in cui le differenze osservate possono avere ripercussione sugli esiti, al di là della esposizione all’agente eziologico studiato.

08/10/2014 27

Cosa verificare?

Cosa verificare?

Verificare che i criteri di inclusione nei due gruppi siano identici (il problema non si pone se i gruppi nascono dalla stessa coorte).

Verificare la distribuzione dei determinanti consultando la Tabella 1 dello studio.

08/10/2014 28

(6)

Fattori di confondimento Fattori di confondimento

Una delle fonti di bias di selezione è rappresentato dai fattori di confondimento.

Questi sono le variabili associate sia

all’esposizione, sia all’esito e possono distorcere i risultati degli studi.

08/10/2014 31

Variabile di confondimento Variabile di confondimento

Nell’ambito della valutazione tra l’esistenza della associazione tra un agente eziologico e l’insorgenza di una patologia, il fattore di confondimento è un fattore associato all’esposizione, che modifica in modo indipenente il rischio di sviluppare la patologia di interesse.

Se la prevalenza di questi altri fattori differisce tra i gruppi comparati, verrà distorta la associazione osservata tra la patologia e l’esposizione in studio.

Fattori di confondimento Fattori di confondimento

Esiste una relazione tra l’assunzione di caffè e l’insorgenza del tumore del polmone?

08/10/2014

33

È un fattore di rischio noto per Si presenta in

associazione con

…, ma non deriva da …

Esempio Esempio

Esiste una relazione tra genere e insorgenza delle lesioni da pressione?

Lo studio di Margolis e al, presenta un rischio relativo non adattato pari a 0,78, (CI 95% 0,70- 0,88), ma considerando i fattori potenziali di confondimento, quali l’età e le patologie

concomitanti, il rischio relativo diventa 1,01 (CI 95%

0,89-1,15).

Le variabili di confondimento in questo caso erano rappresentate dall’età e dalle patologie

concomitanti.

08/10/2014 34

Stratificazione: studio caso controllo su consumo di alcool ed IMA

Consumo di alcool IMA

Come devono essere trattati i Come devono essere trattati i confondenti

confondenti

In fase di disegno:

Randomizzazione (NON E’ POSSIBILE)

Restrizione: esclusione dei soggetti che presentano la variabile di confondimento;

Matching (o appaiamento): costruzione di un campione in cui nei due gruppi siano presenti soggetti che presentano in modo analogo la variabile di confondimento;

(7)

Come devono essere trattati i Come devono essere trattati i confondenti

confondenti

In fase di analisi:

Stratificazione;

Analisi multivariate.

08/10/2014 37

Analisi multivariata Analisi multivariata

Consiste nell’utilizzo di modelli matematici che consentono di valutare simultaneamente il potenziale effetto confondente di più variabili.

Sono esempidi analilsi multivariata:

Regressione multipla lineare (parametri continui)

Regressione logistica (misure di associazione di varie esposizioni)

08/10/2014 38

08/10/2014 3

9

2. Verifica la presenza di 2. Verifica la presenza di information bias

information bias

L’esposizione al trattamento e gli esiti clinici sono stati misurati nella stessa maniera in entrambe i gruppi?

La valutazione degli esiti deve essere fatta con la stessa accuratezza nei due gruppi. Se fatta in modo più accurato nel gruppo degli esposti si rileverebbe una associazione non reale.

08/10/2014 40

Misclassificazione

Differenziale: la classificazione avviene in modo più accurato in un gruppo, rispetto all’altro (es. recall bias nelle mamme di bimbi con patologia)

Risultato: si può vedere unaassociazione che non c’è.

Non differenziale: gli errori di

misclassificazione sono distribuiti in modo uguale nei due gruppi.

Risultato: se c’è una associazione può non vedersi.

Fonti di Information bias Fonti di Information bias

Bias nell’estrazione dei dati dalle cartelle

Bias nel condurre le interviste

Bias che derivano da interviste surrogate

Bias di sorveglianza

Recall bias

Reporting bias

(8)

Interviste surrogate Interviste surrogate

Se i dati sono raccolti da un surrogato del soggetto in studio (coniuge o figlio) le informazioni possono essere molto distorte.

(sapreste riferire le abitudini alimentari piuttosto che le esposizioni professionali di un genitore non convivente?)

Esistono evidenze che le vedove, quando intervistate rispetto ai loro coniugi, tendono a riferire stili di vita o livelli occupazionali più alti rispetto al reale o addirittura a negare tabagismo o alcolismo.

08/10/2014 43

Bias di sorveglianza Bias di sorveglianza

Alcuni gruppi di pazienti possono essere monitorati meglio di altri e quindi possono essere individuati fattori eziologici non reali (es.

associazione tra terapia anticoncezionale orale e tromboflebiti).

08/10/2014 44

Recall bias

08/10/2014 45

Casi (con malformazioni

congenite)

Controlli (senza malformazioni

congenite) Ipotizziamo che:

La vera incidenza di infezione (%) sia

15 15

Le infezioni ricordate siano (%) 60 10

I risultati saranno:

Tasso di infezione come valutati dagli intervistatori

9.0 1.5

RR = 1

OR = 6

Reporting bias (wish bias) Reporting bias (wish bias)

Il soggetto può essere riluttante a riportare esposizioni o stili di vita e quindi fornire dati non corretti.

(es. studio sull’associazione tra aborto indotto e tumore del seno)

08/10/2014 46

Information bias: cosa dobbiamo Information bias: cosa dobbiamo verificare?

verificare?

Ci fidiamo di più di uno studio se:

Gli esiti sono raccolti mediante misure di rilevazione oggettive.

Chi effettua la rilevazione dell’esposizione non è a conoscenza dell’esito (studio caso controllo) e che chi rileva l’esito non è a conoscenza della condizione di esposizione all’agente indagato (studio di coorte).

(9)

08/10/2014

49 5 08/10/2014

0

3. Follow up 3. Follow up

Il follow-up dei pazienti è stato sufficientemente completo e lungo?

08/10/2014 51

La presenza di bias ed i risultati La presenza di bias ed i risultati degli studi

degli studi

Se nel compimento di uno studio è stato effettuato un bias i suoi risultati possono essere definitivamente compromessi.

Gli studi di coorte da questo punto di vista sono più sicuri, rispetto ad esempio agli information bias o ad i recall bias, ma non sempre sono realizzabili (condizioni/esiti rari o a lentissimo decorso).

08/10/2014 52

4. Verifica la sussistenza della 4. Verifica la sussistenza della associazione

associazione

I risultati soddisfano almeno alcuni “criteri diagnostici di causalità”?

È chiaro che l’esposizione ha preceduto l’insorgenza dell’esito?

Vi è un gradiente dose-risposta?

Vi è una prova che derivi da una ricerca in cui il trattamento è stato interrotto e poi ripreso?

L’associazione è costante in diverse ricerche?

L’associazione ha senso da un punto di vista biologico?

(10)

Rilevanza clinica: i risultati sono Rilevanza clinica: i risultati sono importanti?

importanti?

Quali sono l’entità e la precisione dell’associazione tra l’esposizione e l’esito?

Per definire questo parametro occorre considerare.

le misure di associazione: RR o OR.

Gli intervalli di confidenza (stretti e lontani da 1).

Il valore di p (<0,05 o < 0,01).

Il NNH

08/10/2014 55

Misure di associazione negli studi Misure di associazione negli studi osservazionali analitici

osservazionali analitici

Dall’analisi di questi dati emersi durante l’osservazione della coorte è possibile calcolare il rischio di malattia tra i soggetti esposti ed i non esposti, mediante:

Rischio relativo(RR)

Hazard risk (HR)

Riduzione assoluta del rischio(ARR)

Number Needed to Harm(NNH)

Odds Ratio(OR)

Misure di associazione Misure di associazione

Mentre negli studi prospettici è possibile calcolare l’incidenza dell’evento negli esposti e nei non esposti, nei casi controllo, in cui si parte dagli esiti, si può ricavare unicamente l’Odds Ratio, che indica la probabilità che l’agente eziologico/fattore prognostico sia presente nel gruppo dei casi rispetto alla probabilità che esso sia presente nei controlli.

08/10/2014 57

a/c OR =

b/d

Esito sì Esito no

Esposti a b

Non esposti c d

TOTALE ESITO Sì

TOTALE ESITO NO

Hazard Risk Hazard Risk

A volte negli studi di coorte il calcolo della misura di associazione avviene attraverso l’Hazard Risk. Questo è analogo al Relative Risk, ma a sua differenza, viene calcolato da rapporto dei tassi di incidenza, anziché delle incidenze cumulative.

L’Hazard Risk, quindi, viene calcolato se si conosce quanto tempo, ogni paziente, è rimasto all’interno dello studio (nel calcolo dei rischi, al denominatore non ci saranno gli esposti, ma il tempo-persona).

Esempio

Esempio ––Graves N, et al. Factors associated Graves N, et al. Factors associated with health care

with health care--acquired urinary tract infection. acquired urinary tract infection.

Am J Infect Control. 2007 Aug;35(6):387 Am J Infect Control. 2007 Aug;35(6):387--92. 92.

Il genere maschile aumenta il rischio di insorgenza di infezioni urinarie?

Esempio

Esempio –Pisani MA, Murphy TE, Van Ness PH, Araujo Pisani MA, Murphy TE, Van Ness PH, Araujo KL, Inouye SK. Characteristics associated with delirium in KL, Inouye SK. Characteristics associated with delirium in older patients in a medical intensive care unit. Arch Intern older patients in a medical intensive care unit. Arch Intern Med. 2007 Aug 13

Med. 2007 Aug 13--27;167(15):162927;167(15):1629--34. 34.

La presenza di ipoacusia aumenta il rischio di insorgenza di delirio nel paziente ricoverato in terapia intensiva?

(11)

Esempio

Esempio –Pisani MA, Murphy TE, Van Ness PH, Araujo Pisani MA, Murphy TE, Van Ness PH, Araujo KL, Inouye SK. Characteristics associated with delirium in KL, Inouye SK. Characteristics associated with delirium in older patients in a medical intensive care unit. Arch Intern older patients in a medical intensive care unit. Arch Intern Med. 2007 Aug 13

Med. 2007 Aug 13--27;167(15):162927;167(15):1629--34. 34.

La presenza depressione aumenta il rischio di insorgenza di delirio nel paziente ricoverato in terapia intensiva?

08/10/2014 61

Significati del RR (e dell Significati del RR (e dell’ ’HR) HR)

Se l’esposizione protegge rispetto l’insorgenza del danno RR<1

Se favorisce l’insorgenza del danno RR>1

Se non produce effetti RR=1

08/10/2014 62

Significati dell Significati dell’ ’OR OR

Se l’esposizione protegge rispetto l’insorgenza del danno OR<1

Se favorisce l’insorgenza del danno OR>1

Se non produce effetti OR=1

08/10/2014 63

Valutazione della precisione dei Valutazione della precisione dei risultati e della significativit

risultati e della significatività à statistica statistica

Oltre alla valutazione del valore assunto delle misure di associazione, dovremo verificare altri 2 parametri:

La sua precisione nell’ampiezza dell’intervallo di confidenza

La sua significatività statistica con il valore di p

08/10/2014 64

Esempio

Esempio --VASSALLO M, et al. Characteristics of early VASSALLO M, et al. Characteristics of early fallers on elderly patient rehabilitation wards. Age and fallers on elderly patient rehabilitation wards. Age and Ageing 2003; 32: 338

Ageing 2003; 32: 338––342342

Le precedenti cadute aumentano il rischio di successivi episodi di caduta?

P = 0,0009

Esempio

Esempio --VASSALLO M, et al. Characteristics of early VASSALLO M, et al. Characteristics of early fallers on elderly patient rehabilitation wards. Age and fallers on elderly patient rehabilitation wards. Age and Ageing 2003; 32: 338

Ageing 2003; 32: 338––342342

L’uso di sedativi aumenta il rischio di cadute?

P = 0,16

(12)

Definizione dell

Definizione dell’ ’associazione associazione mediante un altro parametro: NNH mediante un altro parametro: NNH

Similmente al NNT, l’NNH esprime in modo diretto e clinicamente significativo la misura dell’associazione, definendo quante persone devono essere esposte al fattore di rischio perché una vada in contro alla condizione.

08/10/2014 67

Come si calcola Come si calcola

Se abbiamo a disposizione i dati individuiamo l’NNH in questo modo:

08/10/2014 68

1 1 NNH = --- = ---

ARI EER - CER Esito sì Esito no

Esposti a b Totale

esposti Non

esposti

c d Totale non

esposti TOTALE

ESITO Sì TOTALE ESITO NO

08/10/2014 6

9

Validit

Validità à esterna esterna

Questa prova, valida e importante, può essere applicata al nostro paziente? I

l nostro paziente è così diverso da quelli dello studio da rendere inapplicabili i risultati?

Qual è il rischio del nostro paziente di presentare l’evento indesiderato?

Quali sono le preferenze, le preoccupazioni, le aspettative del nostro paziente rispetto al trattamento?

Quali trattamenti sono disponibili?

08/10/2014 70

Studi sulla prognosi Studi sulla prognosi

Gli studi prognostici presentano il decorso clinico di un gruppo di pazienti omogeneo, al fine di identificare quale sia il decorso di una patologia e quali siano i fattori più ricorrenti nei pazienti con prognosi positiva o negativa.

Il loro obiettivo è determinare la probabilità di specifici outcome in presenza di diverse combinazioni di fattori prognostici.

Le variabili che spiegano il diverso decorso della patologia, vengono chiamate FATTORI PROGNOSTICI.

(13)

Fattore prognostico

Fattore prognostico ≠ ≠ Agente Agente eziologico ???

eziologico ???

L’agente eziologico è responsabile dell’insorgenza della patologia. Viene studiato singolarmente in una popolazione libera da patologia. Generalmente è un agente ESOGENO.

Il fattore prognostico condiziona l’andamento di una patologia. Generalmente è un fattore ENDOGENO che viene studiato insieme ad altri fattori prognostici in una popolazione già malata.

08/10/2014 73

Quali disegni si prestano per lo studio della prognosi?

08/10/2014 74

Inception cohort

Follow-up

Variabili prognostiche Outcomes

Studio di coorte (prognostico) Studi di coorte

Prognostici

Critical appraisal Critical appraisal

I parametri da verificare anche negli studi sulla prognosi sono:

La validità interna (per escludere bias).

La consistenza dei risultati.

La validità esterna (applicabilità ai pazienti).

Prima di leggere uno studio Prima di leggere uno studio

Lo studio si basa su una domanda di ricerca chiaramente formulata?

Una domanda di ricerca è chiaramente formulata se sono indicati la popolazione studiata, l’esposizione studiata, i risultati considerati: dall’abstract riuscite a ricostruire il pico?

(14)

Prima di leggere uno studio2 Prima di leggere uno studio2

2. Gli autori hanno utilizzato il disegno di studio adeguato?

08/10/2014 79

Bias negli studi di coorte sulla Bias negli studi di coorte sulla prognosi

prognosi

Gli elementi che dobbiamo verificare in uno studio sulla prognosi, che potrebbero compromettere i suoi risultati sono:

Selection bias

Follow up

Information bias

Fattori prognostici altri

08/10/2014 80

1. Verifica la presenza di 1. Verifica la presenza di selection bias:

selection bias:

Si trattava di un campione di pazienti definito e rappresentativo, assemblato in un momento usuale del decorso della malattia (solitamente in uno stadio precoce)?

I pazienti reclutati devono essere rappresentativi della popolazione in studio.

Gli autori devono descrivere e specificare i criteri applicati per stabilire che il paziente ha la condizione di interesse.

08/10/2014 81

Selection bias negli studi di coorte Selection bias negli studi di coorte sulla prognosi

sulla prognosi

I soggetti inclusi nello studio devono:

• Essere sostanzialmente simili per condizione, patologia e stadio della patologia.

Ciò perché la selezione scorretta del campione può portare a sovrastimare o sottostimare il decorso della condizione.

08/10/2014 82

Il campione

Il campione èèsufficientemente omogeneo sufficientemente omogeneo rispetto ai fattori prognostici?

rispetto ai fattori prognostici?

I pazienti reclutati devono essere tutti allo stesso stadio della patologia.

Inoltre devono essere stati reclutati pazienti che siano omogenei rispetto ai fattori prognostici.

2. Durata e lunghezza del follow 2. Durata e lunghezza del follow up up

Il follow-up dei pazienti è stato sufficientemente lungo e completo?

Il follow up negli studi prognostici deve essere sufficientemente prolungato e completo, per poter analizzare il reale decorso della patologia.

(15)

2. Durata e lunghezza del follow 2. Durata e lunghezza del follow up up

Il follow up deve essere sufficientemente prolungato per poter analizzare il reale decorso della patologia.

Per esempio, per determinare il rischio di invalidità gravi nei pazienti con l’artrite reumatoide, un periodo di follow-up di 10 anni condurrebbe a risultati più significativi, rispetto ad un periodo di 6 mesi. Invece, la gravità di un infezione causata dalla puntura di un insetto tropicale, sarà evidente entro pochi giorni.

08/10/2014 86

Attrition bias negli studi Attrition bias negli studi prognostici

prognostici– – completezza completezza

Il follow up negli studi prognostici deve essere il più completo possibile.

Se non sappiamo cosa è successo a coloro che si sono ritirati, formulando le conclusioni solo sui soggetti rimasti, si rischia di sovra o sottostimare il decorso della patologia.

08/10/2014 87

Follow up negli studi prognostici–

completezza

Gli autori dello studio devono considerare tutti i pazienti inclusi nel campione originario e fornire informazioni sulle caratteristiche dei pazienti che sono stati perduti al follow-up e del perché hanno abbandonato lo studio.

08/10/2014 88

La soglia accettabile dei persi al follow up dipende dal numero di

esiti che si sono verificati.

Se l’incidenza degli esiti è bassa, un numero di persi al follow up

anche inferiore al 20%, può modificare completamente l’interpretazione dei risultati.

In uno studio prognostico entrano 100 pazienti, 4 muoiono a 1 anno e 16 sono persi al follow up.

Considerando 4 decessi su 84 pazienti, la mortalità a un anno sarebbe 4/84=4,8%.

Se i persi al follow up fossero tutti vivi la mortalità a un anno sarebbe 4/100=4%.

Se fossero deceduti anche i 16 persi al follow up la mortalità ad un anno sarebbe 20/100=20%.

3. Verifica la presenza di 3. Verifica la presenza di information bias

information bias

Gli esiti sono stati rilevati in modo oggettivo e con metodi capaci di minimizzare i bias?

(16)

Information bias Information bias

Si verificano quando le informazioni sono influenzate dal pregiudizio di chi le rileva.

91 Esito infausto

morte

Esito positivo guarigione

Dolore residuo

Qualità di vita

Invalidità

Stato funzionale

Information bias Information bias

Esso può accadere per due motivi:

Gli esiti sono determinati attraverso una valutazione soggettiva.

Il rilevatore conosce l’esposizione ai fattori prognostici dell’individuo e sposta la sua valutazione di conseguenza.

08/10/2014 92

Information bias Information bias

Per minimizzare la possibilità di bias vi sono due accorgimenti:

Uso di misure oggettive.

Cecità dei rilevatori.

08/10/2014 93

È particolarmente importante che coloro che valutano degli esiti più soggettivi ignorino gli indicatori prognostici dei pazienti o che vengano utilizzati dei questionari a cui rispondono i pazienti autonomamente.

La “cecità” dei valutatori dell’esito può non essere necessaria quando gli esiti sono oggettivi o inequivocabili (cioè la morte).

4. Valuta l

4. Valuta l’ ’influenza dei diversi fattori influenza dei diversi fattori di prognostici

di prognostici

Se sono stati identificati sottogruppi di pazienti con prognosi differenti, vi è stata una correzione statistica per tener conto dei fattori prognostici importati?

08/10/2014 94

L’ L ’influenza dei fattori prognostici influenza dei fattori prognostici altri

altri

La presenza di fattori prognostici non identificati può incidere pesantemente sugli esiti. Se essi non sono considerati possono far completamente travisare i risultati dello studio.

Esito

Altro fattore prognostico Fattore prognostico

studiato

Un esempio Un esempio

Camfield e al. Hanno seguito una coorte iniziale di 692 bambini con l’epilessia, fino a 22 anni, per identificare i fattori associati a tutte le cause di mortalità.

L’indice di mortalità è stato del 6% dopo 20 anni dalle prime manifestazioni, rispetto ad un indice dello 0,88% nella popolazione generale.

Inizialmente le analisi sembravano indicare che i bambini che avevano avuto gli esordi alla nascita e quelli che avevano un’epilessia generalizzata secondaria avevano maggiori probabilità di morire dopo 20 anni.

Tuttavia, queste differenze sono sparite quando le analisi sono state modificate rispetto alla presenza di gravi disordini neurologici.

(17)

Un esempio Un esempio

Cioè, i bambini con epilessia, che avevano gravi deficit neurologici, avevano un sostanziale incremento del rischio di morte, dopo 20 anni (un aumento del 210%), rispetto alla popolazione generale, ed invece i bambini con epilessia, che non avevano deficit neurologici, avevano un rischio di morte simile a quello della popolazione generale.

L’esordio alla nascita e la tipologia di epilessia non erano associate con indici differenti di mortalità.

Senza l’inclusione dei “disordini neurologici” come fattore prognostico nell’analisi, si sarebbe potuto presumere, erroneamente, che i bambini che sviluppano l’epilessia alla nascita e quelli che hanno un epilessia secondaria generalizzata abbiano un rischio aumentato di mortalità.

08/10/2014 97

L’ L ’influenza dei fattori prognostici influenza dei fattori prognostici altri

altri

Per evitare questo tipo di abbagli, occorre che i ricercatori abbiano identificato differenti gruppi di pazienti, sulla base di questi fattori prognostici, e modificato le analisi rispetto a loro, mediante, ad esempio, la stratificazione o la analisi multivariata.

08/10/2014 98

La sussistenza dei fattori La sussistenza dei fattori prognostici studiati prognostici studiati

Il riscontro dell’influenza di un particolare fattore prognostico può essere del tutto casuale e dipendere dalla elaborazione statistica (es. lato della via nel quale abita il paziente o segno zodiacale). Occorre invece, che esso abbia il proprio razionale in base a motivazioni fisiopatologiche.

08/10/2014 99

L’ L ’influenza dei fattori di influenza dei fattori di prognostici

prognostici

Per questo motivo, per evitare di studiare dei fattori prognostici fittizi, è opportuno che i ricercatori, prima di eseguire il loro studio, ne abbiano individuato una conferma, all’intero in uno studio condotto in un secondo gruppo indipendente, chiamato “gruppo di verifica” o “test set” o

“validation set”.

08/10/2014 100

Definizione della rilevanza clinica Definizione della rilevanza clinica I risultati dello studio sono

importanti?

Quanto sono probabili gli esiti a distanza di tempo?

Valutare le percentuali di sopravvivenza, la sopravvivenza mediana, le curve di sopravvivenza o il RR o l’OR.

Quanto sono precise le valutazioni prognostiche?

Valutare gli intervalli di confidenza (stretti e lontani da 1).

Stimare i risultati dello studio Stimare i risultati dello studio

All’interno di uno studio sulla prognosi, gli effetti dei fattori prognostici e degli esiti ad essi connessi possono essere riportati nei seguenti modi:

Percentuale di sopravvivenza ad un dato momento (tassi di sopravvivenza a 1 o 5 anni),

Sopravvivenza mediana (il momento del follow up in cui è deceduto il 50% dei pazienti),

Curve di sopravvivenza (o di Kaplan Meier), che descrivono la proporzione del campione (in %) che non ha riportato esiti specifici.

(18)

08/10/2014 10

3 10 08/10/2014

4

Stimare i risultati dello studio Stimare i risultati dello studio

Altre volte i risultati sono presentati sotto forma di rischio relativo (indicato talvolta come Hazard risk – HR) o come Odds ratio.

In questo caso la misura del “pericolo” viene calcolata confrontando i rischi o le probabilità di evento negativo tra il gruppo studiato, che presenta il fattore prognostico, ed un altro gruppo di controllo che presenta lo stesso esito (end point), senza avere però il fattore prognostico studiato.

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Interpretazione di RR o OR Interpretazione di RR o OR

Oltre alla valutazione del risultato occorre verificare:

LA PRECISIONE (IC)

LA SIGNIFICATIVITA’ STATISTICA (P)

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Validit

Validità à esterna esterna

1. Possiamo applicare questa prova, valida e importante, ai nostri pazienti?

I pazienti studiati sono simili al nostro?

La modalità con cui è stata gestita la condizione clinica è simile a quella con cui assistiamo i nostri pazienti?

I pazienti studiati sono simili al I pazienti studiati sono simili al nostro?

nostro?

Quando rispondiamo alla prima domanda non dobbiamo verificare che il nostro paziente possieda i criteri di inclusione allo studio. Ciò che dobbiamo chiederci è:

I pazienti dello studio sono così diversi

dai nostri da non permetterci di

utilizzare i risultati dello studio per fare

previsioni riguardanti i nostri pazienti?

(19)

2. Possiamo applicare questa prova, 2. Possiamo applicare questa prova, valida e importante, ai nostri pazienti?

valida e importante, ai nostri pazienti?

Questa prova avrà un impatto clinicamente rilevante sulle nostre conclusioni riguardanti cosa offrire o dire al nostro paziente?

Le prove valide possono essere utili per fornire ai pazienti e alle loro famiglie le informazioni che desiderano sul loro più probabile futuro, anche se non riguardano scelte drastiche, come trattamento vs non trattamento.

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