19 Aprile 2012 - Mondello (Palermo)
IL PIANO DELLA
PERFORMANCE DELLA REGIONE PUGLIA
Vitantonio Putignano Alta Professionalità Controllo di Gestione
Programma dell’intervento:
1. INTRODUZIONE
2. LEGGE REGIONALE 1/2011 - L’ adeguamento dell’Ordinamento Regionale al D.Lgs. 150/2009
3. IL PIANO DELLA PERFORMANCE DELLA REGIONE PUGLIA – Delibera di Giunta Regionale 3032/2011
4. IL PROGRAMMA ANNUALE DI ATTIVITÀ DELL’ AMMINISTRAZIONE (PAA)
5. LA VALUTAZIONE DELLA DIRIGENZA
Le disposizioni dettate in materia di lavoro pubblico, in quanto modificative del D.Lgs. n. 165/2001, si applicano anche a regioni ed enti locali come norme di principio. Ricordiamo che in tal senso dispone espressamente l’art.
74, co. 5, D.Lgs. n. 150/2009 e che nello stesso senso vanno le indicazioni contenute nel testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali, D.Lgs.
n. 267/2000.
Per l’applicazione delle norme sulla valutazione e la meritocrazia, invece, il testo individua in modo preciso quali parti si applicano a regioni ed enti locali. Le regioni e gli enti locali hanno avuto a propria disposizione fino al 31.12.2010, per approvare o modificare i propri regolamenti per dare applicazione alle prescrizioni dettate dal Decreto. Se entro tale data regioni ed enti locali non abbiano ancora approvato i propri regolamenti entreranno in vigore direttamente le norme di legge.
L’ APPLICAZIONE A REGIONI ED ENTI LOCALI 1/2
L’ APPLICAZIONE A REGIONI ED ENTI LOCALI 1/2
Ricordiamo che, sulla base della ripartizione delle competenze attualmente prevista dal testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali, spetta alla Giunta il compito della adozione dei regolamenti di organizzazione. Ma che appare necessario che i consigli comunali preventivamente individuino i criteri di carattere generale a cui l’esecutivo si dovrà concretamente ispirare nella adozione dei nuovi testi, visto che siamo in presenza di innovazioni numerose ed assai importanti.
Il Decreto Legislativo prevede ,inoltre, la necessità che anche i contratti collettivi decentrati integrativi attualmente in vigore siano rivisti per essere adattati alle nuove disposizioni legislative. Il che si applica tanto alle regioni ed agli enti locali che alle amministrazioni statali. A regioni, comuni e province viene lasciato un termine più lungo per adattare i propri contratti: si è disposto, infatti, che tale adeguamento debba avvenire entro il 31.12.2011 e si stabilisce inoltre che i contratti decentrati integrativi attualmente in vigore perderanno la propria efficacia solo alla data del 31.12.2012, con il che si concede di fatto un ulteriore anno per l’adeguamento di questi documenti alle prescrizioni legislative.
L’ APPLICAZIONE A REGIONI ED ENTI LOCALI 2/2
L’ APPLICAZIONE A REGIONI ED ENTI LOCALI 2/2
19 Aprile 2012 - Mondello (Palermo)
Legge Regionale 1/2011
“Norme in materia di ottimizzazione e
valutazione della produttività del lavoro
pubblico e di contenimento dei costi degli
apparti amministrativi nella Regione Puglia”
LA NORMATIVA DI RIFERIMENTO:
• L.R. 28/2001 - Riforma dell'ordinamento regionale in materia di programmazione, bilancio, contabilità regionale e controlli
• Regolamento Regionale 15/2003 - L.R. 28/2011 art. 107 "Controllo Interno e di Gestione" – Adempimenti
• D.P.G.R. 161/2008 e s.m.i. – Organizzazione della Presidenza e della Giunta della Regione Puglia
• Delibera dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio Regionale 279/2009 e s.m.i. – Organizzazione delle strutture del Consiglio Regionale
• D.Lgs. 150/2009 - Attuazione della legge 4 marzo 2009, n. 15, in materia di ottimizzazione della produttività del lavoro pubblico e di efficienza e trasparenza delle pubbliche amministrazioni
• L.R. 1/2011 - Norme in materia di ottimizzazione e valutazione della produttività del lavoro pubblico e di contenimento dei costi degli apparti amministrativi nella Regione Puglia
• Delibera di G.R. 3032/2011 - Adozione “Piano della Performance organizzativa della Regione Puglia”
• Delibera dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio Regionale 56/2011 - Adozione “Piano della Performance 2011 – 2013 del Consiglio Regionale
Legge Regionale 1/2011
Norme in materia di ottimizzazione e valutazione della produttività del lavoro pubblico e di contenimento dei costi degli apparti amministrativi nella Regione Puglia
Elevare gli standard qualitativi e quantitativi delle funzioni e dei servizi dell’ente
Valorizzare le risorse umane attraverso un’adeguata remunerazioni dei risultati ottenuti
Incentivazione della produttività attraverso un’adeguata valutazione del merito
Selettività nel riconoscimento degli incentivi economici e di carriera
Trasparenza in ogni fase del processo di gestione della Performance Individuale e Organizzativa
OBIETTIVI DI ATTUAZIONE DELLA LEGGE
(art. 1)
OBIETTIVI DI ATTUAZIONE DELLA LEGGE
(art. 1)
La Regione Puglia promuove il miglioramento delle performance attraverso l’assegnazione di
OBIETTIVI
che rispondano alle seguenti caratteristiche: Definiti di norma annualmente, in coerenza con quelli della programmazione
economico-finanziaria e di bilancio e correlati alla qualità e alla quantità delle risorse disponibili
Rilevanti e pertinenti rispetto alle strategie dell’amministrazione e alle funzioni svolte e tali da determinare un miglioramento della qualità delle attività
Concreti e individuabili
Sfidanti e in grado di provocare un cambiamento significativo nell’attività lavorativa
LA DISTRIBUZIONE DEI PREMI E DEGLI INCENTIVI E’ COLLEGATA ALLA PERFORMANCE COERENZA CON LA NORMATIVA REGIONALE IN VIGORE E DEFINIZIONE DEGLI OBIETTIVI
(art. 2)
COERENZA CON LA NORMATIVA REGIONALE IN VIGORE E DEFINIZIONE DEGLI OBIETTIVI
(art. 2)
Elevare gli standard qualitativi ed economici delle funzioni e dei servizi
Promuovere una politica di lotta agli sprechi
Garantire trasparenza dell’azione amministrativa
FINALITA’
MISURAZIONE E VALUTAZIONE
E’ effettuata sulla base:
della soddisfazione finale dei bisogni della collettività
degli standard qualitativi e quantitativi dell’attuazione dei programmi
del grado di soddisfazione dei destinatari
dell’efficienza nell’impiego delle risorse
dal raggiungimento degli obiettivi di promozione delle pari opportunità
IL SISTEMA PREMIANTE (Art. 3) La Performance Organizzativa IL SISTEMA PREMIANTE (Art. 3)
La Performance Organizzativa
Premiare il merito, differenziandolo tra diversi livelli di performance
Implementare lo sviluppo professionale del personale
Contribuire a individuare modalità operative più efficaci per il raggiungimento degli obiettivi e dei comportamenti attesi FINALITA’
MISURAZIONE E
VALUTAZIONE
E’ effettuata sulla base:
del raggiungimento degli obiettivi assegnati all’atto del conferimento di compiti e funzioni
dall’apporto fornito per il raggiungimento degli obiettivi assegnati
dal grado di collaborazione e cooperazione assicurata ai colleghi
della capacità di valutazione dei propri collaboratori
Con apposito regolamento, successivo all’adozione del Sistema di Misurazione e Valutazione, si individueranno i DIVERSI LIVELLI DI PERFORMANCE, non inferiori a tre.
IL SISTEMA PREMIANTE
(Art. 3)-
La Performance Individuale -
IL SISTEMA PREMIANTE
(Art. 3)-
La Performance Individuale -
Adottano il Sistema di Misurazione e Valutazione della Perfomance
Emanano le direttive generali concernenti gli indirizzi strategici
Verificano gli obiettivi strategici GIUNTA REGIONALE
UFFICIO DI PRESIDENZA DEL C.R.
DIRIGENTI REGIONALI
O.I.V.
(Organismo Indipendente di Valutazione)
Provvedono entrambi alla misurazione e valutazione della Perfomance Organizzativa e Individuale
L’OIV provvede anche, entro 90 gg dalla sua costituzione, alla predisposizione del Sistema di Misurazione e Valutazione della Perfomance, individuando fasi, tempi, modi soggetti e responsabilità nonché le modalità di raccordo con i sistemi di controllo esistenti e con i documenti di programmazione finanziaria e di bilancio
SOGGETTI DELLA VALUTAZIONE
(Art. 4)SOGGETTI DELLA VALUTAZIONE
(Art. 4)O.I.V. (Organismo Indipendente di Valutazione)
– artt. 5/6L’OIV con il supporto della STRUTTURA TECNICA
PERMANENTE
sostituisce i servizi di Controllo Interno comunque denominati
FUNZIONI Dell’ OIV
Monitoraggio del funzionamento complessivo del Sistema di Misurazione e Valutazione e del Sistema dei Controlli Interni
Elaborazione Relazione Annuale e pubblicazione sul sito istituzionale
Verifica Criticità e comunicazione all’Organo di governo
Misurazione e Valutazione delle Strutture regionali
Valutazione annuale dei Dirigenti
Supporto alla Giunta Regionale e all’Ufficio di Presidenza del Consiglio Regionale nella valutazione rispettivamente dei Direttori di Area e del Segretario Generale del Consiglio
Collaborazione con la CIVIT – Commissione indipendente per la Valutazione, la Trasparenza e l'Integrità delle amministrazioni pubbliche – e gli OIV istituiti presso le altre Regioni
Ha funzioni di supporto all’Organismo nell’esercizio delle funzioni di programmazione, valutazione, controllo strategico e di gestione
19 Aprile 2012 - Mondello (Palermo)
Il Piano della Performance
e il Programma Annuale di Attività
della Regione Puglia
ORGANIGRAMMA DELLE STRUTTURE DELLA REGIONE PUGLIA
Aree di Coordinamento per la cura e il governo di materie e servizi omogenei:
•Politiche per lo Sviluppo Rurale
•Politiche per lo Sviluppo Economico, Lavoro e Innovazione
•Politiche per la Mobilità e la Qualità Urbana
•Politiche per la Riqualificazione, la Tutela e la Sicurezza Ambientale e per l’Attuazione delle Opere Pubbliche
•Politiche per la Promozione del Territorio, dei Saperi e dei Talenti
•Politiche per la Promozione della Salute, delle Persone e delle Pari Opportunità
Aree di Coordinamento per il governo integrato e omogeneo delle funzioni di mantenimento e di organizzazione della Regione:
•Organizzazione e Riforma dell’Amministrazione
•Finanza e Controlli
Adozione Piano della Performance organizzativa della Regione Puglia
Delibera di Giunta Regionale 3032/2011
Il PIANO DELLA PERFOMANCE ORGANIZZATIVA DELLA REGIONE PUGLIA
“non costituisce un documento finale, ma l’avvio di un processo virtuoso di programmazione e valutazione delle azioni del sistema pubblico regionale”
Il PIANO DELLA PERFOMANCE ORGANIZZATIVA DELLA REGIONE PUGLIA
“non costituisce un documento finale, ma l’avvio di un processo virtuoso di programmazione e valutazione delle azioni del sistema pubblico regionale”
Quindi, al fine di dare piena attuazione alle disposizioni normative richiamate dalla Riforma Brunetta, in collaborazione con FormezPA, si è avviato un processo, di approvazione di una proposta di Piano della Performance, distinto in due fasi:
1° FASE: sperimentale e della durata di un anno
2° FASE: di confronto, per recepire le criticità e rendere più efficace l’utilizzo di questo strumento
L’ ALBERO DELLA PERFORMANCE
Costituisce una sezione fondamentale dell’intero Piano, considerata come la MAPPA LOGICA che rappresenta i legami tra mandato istituzionale, mission, aree strategiche, obiettivi strategici e piani operativi (che a loro volta individuano gli obiettivi operativi, le azioni e le risorse).
L’ALBERO DELLA PERFORMANCE
– La StrutturaMISSIONE
Area di Coordinamento
OBIETTIVI STRATEGICI TRIENNALI
OBIETTIVI STRATEGICI ANNUALI
OBIETTIVI STRATEGICI TRASVERSALI
OBIETTIVI OPERATIVI
Per Mission si intende la/le finalità principale/i di carattere sociale ed economico, coerenti con la missione e i valori che caratterizzano l’istituzione regionale nel suo insieme, che identifica specificamente l’area organizzativa e che ne determina le priorità strategiche proprie verso i cittadini, il territorio, le imprese e le parti sociali.
Gli Obiettivi Strategici Triennali coincidono con le grandi politiche caratteristiche del programma dalle Regione Puglia.
Sono solitamente presidiate dai Dirigenti Coordinatori di Area
Per Obiettivi Strategici Annuali si intendono le priorità che il Programma Annuale di Attività definisce in coerenza con gli Obiettivi strategici triennali e che determinano l’assegnazione ai Dirigenti degli specifici Obiettivi Operativi Annuali e delle relative risorse.
Costituiscono gli obiettivi pluriennali o annuali di innovazione, efficacia e qualità che caratterizzano e orientano l’azione della struttura organizzativa regionale nel suo complesso. Si tratta di obiettivi che solitamente coinvolgono l’insieme delle strutture organizzative delle singole Aree di Coordinamento.
Costituiscono il riferimento dell’azione amministrativa regionale in termini di efficienza, qualità, innovazione delle politiche pubbliche. Sono di norma presidiate dai Dirigenti responsabili dei Servizi/uffici e il raggiungimento degli stessi può richiedere il concorso di più strutture di servizio/ufficio
L’ ALBERO DELLA PERFORMANCE
– risultati, indicatori e targetOBIETTIVI STRATEGICI TRIENNALI
OBIETTIVI STRATEGICI ANNUALI e OPERATIVI
Ad essi vengono assegnati OUTCOME , intesi come impatto che l’azione della Regione nel suo complesso e, nello specifico dell’Area Organizzativa, determinano nell’economia e nel mercato del lavoro, sul territorio e l’ambiente, nelle relazioni sociali e culturali della società pugliese.
Ad essi sono assegnati risultati da raggiungere quale misura dell’avanzamento del programma e dell’azione amministrativa e degli effetti che la stessa determina sulle categorie direttamente interessate alla singola politica.
INDICATORE Rappresenta l’insieme di valori,informazioni e dati che consente di misurare il grado di conseguimento degli obiettivi
TARGET
Inteso come valore obiettivo che, fissato nella fase di programmazione, orienta l’azione amministrativa verso il raggiungimento dello specifico risultato.
Quindi sulla base della collaborazione tra alcune Strutture regionali (Servizio Personale e Struttura del Controllo di Gestione) e il FormezPA, si è redatto il Piano della Performance, tenendo conto anche delle linee e delle direttive impartite al riguardo dalla CIVIT.
Quindi sulla base della collaborazione tra alcune Strutture regionali (Servizio Personale e Struttura del Controllo di Gestione) e il FormezPA, si è redatto il Piano della Performance, tenendo conto anche delle linee e delle direttive impartite al riguardo dalla CIVIT.
Processo di definizione logica degli Obiettivi
PROGRAMMA ANNUALE DI ATTIVITA’ dell’amministrazione
Il Piano della Performance della Regione, strumento essenziale per dare avvio al ciclo della performance (art. 4 D.Lgs. 150/2009), costituisce il documento di sintesi del processo di valutazione e del sistema di accountability nel suo complesso.
Per questo si pone la necessità di armonizzare complessivamente i diversi strumenti di programmazione/controllo/monitoraggio/valutazione.
Infatti, si è reso opportuno adeguare il Programma Annuale di Attività dell’amministrazione (art. 21 del D.P.G.R. 161/2008), che costituisce atto di indirizzo per l’attività amministrativa e gestionale di competenza dei Direttori, alle nuove disposizioni normative.
Programma Annuale di Attività dell’Amministrazione
SCHEDA OBIETTIVI STRATEGICI ANNUALI
Riprendono gli Obiettivi, i codici assegnati e i risultati attesi già previsti nel Piano della Performance
Programma Annuale di Attività dell’Amministrazione
SCHEDA OBIETTIVI OPERATIVI
Riprendono gli Obiettivi Operativi, i codici assegnati, i risultati attesi e le risorse finanziarie già previsti nel Piano della Performance
Programma Annuale di Attività dell’Amministrazione
SCHEDA RISORSE FINANZIARIE
Programma Annuale di Attività dell’Amministrazione
SCHEDA ATTIVITA’
L’integrazione del PAA con il Piano delle Performance
SCHEDA OBIETTIVI STRATEGICI ANNUALI
Dalla Scheda del Piano delle Performance si riporteranno gli obiettivi strategici annuali e i risultati attesi (come evidenziato di seguito)
L’integrazione del PAA con il Piano delle Performance
SCHEDA OBIETTIVI OPERATIVI
Dalla Scheda del Piano delle Performance si riporteranno gli obiettivi operativi, i risultati attesi e gli indicatori utilizzati per la misurazione (come evidenziato di seguito)
19 Aprile 2012 - Mondello (Palermo)
Sistema di Valutazione della Dirigenza
GRADO DI RAGGIUNGIMENTO DEGLI OBIETTIVI ASSEGNATI , sulla base essenzialmente del Programma Annuale Direzionale
1
LA VALUTAZIONE DELLA DIRIGENZA LA VALUTAZIONE DELLA DIRIGENZA
LA VALUTAZIONE E’ INCENTRATA SU 2 MACROPROFILI
2
COMPORTAMENTI ORGANIZZATIVI,
sulla base di una serie di fattori caratterizzanti, per ognuno dei quali sono previsti degli indicatori di performance che misurano i
comportamenti significativi intervenuti e li inquadrano all’interno di
una scala di valori permettendo, in ultima istanza, l’attribuzione di un
peso valutativo espresso sotto forma di punteggio
alla L.R. 15/2008 in materia di trasparenza dell’azione amministrativa;
dalla L.R. 29/2011 in materia di semplificazione e qualità della normazione;
partecipazione al corso di Alta Formazione rivolto al personale dirigente attivato dall’Area Organizzazione nel corso del 2011;
livello di attuazione e grado di avanzamento dei programmi operativi e degli obiettivi di spesa conseguiti relativamente a FESR – FSE – PSR –
2007/2013 nonché ai programmi cofinanziati dal FAS
Partecipazione al ciclo di seminari attivato, limitatamente ai dirigenti in servizio presso l’Area Politiche per la Mobilità, dal Direttore della stessa Area.
LA VALUTAZIONE DELLA DIRIGENZA LA VALUTAZIONE DELLA DIRIGENZA
ALCUNI DETTAGLI SUL MACROPROFILO 2 (comportamenti organizzativi) in termini di attività propositive e iniziative formative
Acquisisce elementi di giudizio da parte del direttore d’Area
Integra gli elementi di giudizio con un colloquio tenuto separatamente con tutti i dirigenti regionali.
LA VALUTAZIONE DELLA DIRIGENZA LA VALUTAZIONE DELLA DIRIGENZA
IL NUCLEO DI VALUTAZIONE inoltre
Per l’anno 2010 l’importo disponibile è stato di €. 1.758.977 pari al
20% del dell’intero fondo.
ENTITA’ DELLE RISORSE DEL FONDO DIRIGENZA
ESITO DELLA VALUTAZIONE
n° Dirigenti valutati 178
n° Dirigenti che hanno ottenuto una valutazione superiore a yy85/100 17 pari al 9,4% dei dirigenti regionali - a
dimostrazione di un avvenuto processo di valutazione selettiva
al raggiungimento di specifici obiettivi di gruppo o Individuali
alla qualità del contributo assicurato alla performance dell’unità organizzativa di appartenenza, alle competenze
dimostrate ed ai comportamenti professionali e organizzativi
agli indicatori di performance della struttura di diretta responsabilità
al raggiungimento di specifici obiettivi individuali
alla qualità del contributo assicurato alla performance generale della struttura, alle competenze professionali e manageriali dimostrate
alla capacità di valutazione dei propri collaboratori, dimostrata tramite una significativa differenziazione dei giudizi Valuta il proprio personale in base
ATTORI DELLA VALUTAZIONE: Il Dirigente 2/2 ATTORI DELLA VALUTAZIONE: Il Dirigente 2/2
E’ valutato in base
Gli enti devono
destinare al trattamento economico accessorio collegato alla performance individuale una quota prevalente del trattamento accessorio complessivo comunque denominato (art. 40, comma 3-bis, d.lgs. 165/01)
destinare una quota prevalente delle risorse destinate al trattamento economico accessorio collegato alla performance individuale al personale dipendente e dirigente che si colloca nella fascia di merito alta (art. 16, comma 2, d.lgs. 150/09)
prevedere che le fasce di merito siano comunque non inferiori a tre (art. 16, comma 2, d.lgs. 150/09)
utilizzare gli strumenti premiali previsti dal decreto, ivi compresi il bonus annuale delle eccellenze e il premio annuale per l’innovazione adattandoli alla specificità dei propri ordinamenti (art. 16, comma 3, d.lgs. 150/09)
Nel caso dei dirigenti, il trattamento accessorio collegato ai risultati dovrà progressivamente costituire almeno il 30 % della retribuzione complessiva del dirigente (art. 24, comma 1-bis, d.lgs. 165/01)
I principi di premialità
1/3I principi di premialità
1/3Competenza dirigenziale
la valutazione è di competenza dei dirigenti, si effettua a cadenza periodica ed è tempestivamente comunicata al dipendente (CCNL
31/3/1999, art. 6)
Stretto collegamento tra produttività (valutazione della performance organizzativa e individuale) ed incentivi
correlazione a effettivi incrementi di produttività e di miglioramento quali-quantitativo dei servizi e attuazione dopo la necessaria verifica e
certificazione a consuntivo dei risultati totali o parziali conseguiti, in coerenza con gli obiettivi annualmente predeterminati (CCNL 1/4/1999, art. 18)
compensi correlati al merito e all’impegno di gruppo per centri di costo, e/o individuale, in modo selettivo e secondo i risultati accertati dal sistema
permanente di valutazione (CCNL 1/4/1999, art. 17)
Sistema di valutazione
metodologie permanenti per la valutazione delle prestazioni e dei risultati dei dipendenti, anche ai fini della progressione economica (CCNL
31/3/1999, art. 6)
I principi di premialità
2/3I principi di premialità
2/3Conferma e raffinamento del sistema (CCNL 22/1/2004, art. 37)
incrementi della produttività e miglioramento quali-quantitativo dei servizi da intendersi come risultato aggiuntivo apprezzabile rispetto al risultato atteso dalla normale prestazione lavorativa
compensi soltanto a conclusione del periodico processo di valutazione delle prestazioni e dei risultati nonché in base al livello di conseguimento degli obiettivi predefiniti, che deve essere certificato dal servizio di controllo interno.
valutazione di prestazioni e risultati dei lavoratori di competenza dei dirigenti nel rispetto dei criteri e delle prescrizioni definiti dal sistema permanente di valutazione
divieto di attribuzione generalizzata dei compensi per
produttività sulla base di automatismi comunque denominati
I principi di premialità
3/3I principi di premialità
3/3La trasparenza della performance (art. 11 d.lgs. 150/09) come accessibilità totale delle informazioni concernenti:
ogni aspetto dell'organizzazione
gli indicatori relativi agli andamenti gestionali e all'utilizzo delle risorse per il perseguimento delle funzioni istituzionali
i risultati dell'attività di misurazione e valutazione svolta dagli organi competenti
Coerenti con questa disposizione:
Le notizie concernenti lo svolgimento delle prestazioni di chiunque sia addetto ad una funzione pubblica e la relativa valutazione non sono oggetto di protezione della riservatezza personale (art. 1, d.lgs. 196/03)
Obbligo di pubblicare nel sito internet le retribuzioni annuali, i curricula, gli indirizzi di posta elettronica e i numeri telefonici dei dirigenti e dei segretari comunali e provinciali nonché i tassi di assenza e di maggiore presenza del personale distinti per uffici di livello dirigenziale (art. 21, l. 69/09)
TRASPARENZA Il controllo dei cittadini
TRASPARENZA Il controllo dei cittadini
dell’informazione preesistente, già in possesso dell’utente per l’interazione con altri utenti, per l’immagine trasmessa dal servizio e l’eventuale esperienza
passata del servizio medesimo (conoscenza del servizio)
del livello di necessità e bisogno rispetto a quel servizio.
le modalità di accesso al servizio
la comunicazione: l’aspettativa prodotta dalla comunicazione e dalla promozione
La competenza (il contenuto del servizio)
La cortesia (l’interazione con l’utente)
L’affidabilità e credibilità (collegate alla competenza)
La capacità di risposta
La capacità di ispirare fiducia e sicurezza
La personalizzazione del servizio.
Le aspettative degli utenti sul servizio
dipendono dal grado di importanza che l’utente attribuisce a quel servizio nonché dall’attesa di risposta ad un suo bisogno. In particolare le aspettative si determinano sulla base :
I concetti chiave della qualità percepita I concetti chiave della qualità percepita
Il giudizio degli utenti sul servizio
è il risultato del livello di soddisfazione per il servizio e si determina sulla base dei diversi fattori (di seguito indichiamo i
più utilizzati):
La qualità percepita dagli utenti del servizio è il prodotto di due fattori distinti: