• Non ci sono risultati.

PROGRAMMAZIONE DIDATTICA DISCIPLINARE NOTE IFORMATIVE PER IL DOCENTE A.S

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2022

Condividi "PROGRAMMAZIONE DIDATTICA DISCIPLINARE NOTE IFORMATIVE PER IL DOCENTE A.S"

Copied!
44
0
0

Testo completo

(1)

1

ISTITUTO di ISTRUZIONE SUPERIORE PARITARIO “G. CARDUCCI

Tel e Fax: 0925/21165

E-mail: istitutocarducci@gmail.com via Lioni, 10/b - Sciacca

PROGRAMMAZIONE DIDATTICA DISCIPLINARE

NOTE IFORMATIVE PER IL DOCENTE A.S. 2020-2021

a cura del Prof. Sergio Panunzio

(2)

2

PREMESSA Prima degli anni Settanta il punto di riferimento per l’elaborazione della

proposta formativa della scuola erano i Programmi Ministeriali, mediante i quali lo Stato si proponeva di trasmettere determinati saperi considerati indispensabili ai fini della formazione personale e culturale dei discenti. Nell’ottica di allora, il compito della scuola appariva essenzialmente quello di trasmettere alcuni saperi, considerati indispensabili ai fini della formazione personale e culturale dei discenti.

L’insegnante era tenuto a svolgere il programma, praticamente uguale in

tutte le scuole dello stesso ordine e grado, senza distinzione tra alunno

ed alunno, senza tenere conto delle variabili cognitive, del livello

culturale, religiose, familiari dell’alunno. Al centro della didattica c’erano

le discipline e non i bisogni della società e dei singoli soggetti. Non

contavano neppure le differenze economiche e sociali dei territori e le

opportunità culturali che questi territori, più progrediti economicamente

e socialmente, offrivano alla società. In buona sostanza l’insegnante era

un puro e semplice esecutore che si limitava ad esporre i contenuti della

disciplina che insegnava, cercando di spiegarli nel miglior modo

possibile.

(3)

3 DAL PROGRAMMA MINISTERIALE ALLA PROGRAMMAZIONE EDUCATIVA Con il cambiare della società, la scuola cambia con essa. La svolta cominciò dagli anni 70, quando si cominciò a parlare di programmazione con il DPR n. 416 del 1974 (Istituzione e riordinamento di organi collegiali della scuola materna, elementare, secondaria ed artistica) con cui, per la prima volta, si introduce il concetto della programmazione collegiale.

Con l’affermarsi dell’esigenza di una scuola e di una università che fossero realmente aperte a tutti (di questo periodo è anche la liberalizzazione dell’accesso agli studi a tutti i diplomati, a prescindere dal tipo di scuola superiore frequentata) cominciò a farsi strada l’idea di percorsi didattici caratterizzati da flessibilità di obiettivi e contenuti didattici in rapporto alle specifiche situazioni. A fianco dei programmi ministeriali fu dunque introdotto l’istituto della Programmazione.

L’attenzione si spostò dal piano dei contenuti (per cui la preoccupazione prioritaria di un docente era quella di svolgere “tutto il programma”) a quello dei metodi, dei valori di carattere generale su cui basare la programmazione. Il provvedimento legislativo con cui venne introdotto l’istituto della programmazione educativa, fu la Legge n. 517 del 4 agosto 1977 (Norme sulla valutazione degli alunni e sull'abolizione degli esami di riparazione nonché altre norme di modifica dell'ordinamento scolastico sul tempo pieno).

Da questa data in poi, vengono introdotte una serie di riforme che, gradualmente e progressivamente, ci porteranno all’autonomia delle istituzioni scolastiche istituita dal Ministro dell’Istruzione Luigi Berlinguer, che diede avvio, infatti, ad un progetto politico di riforma dell’intero sistema scolastico.

Il primo provvedimento in materia fu la Legge n. 59 del 15 marzo

1997 che, soprattutto con l’art. 21, sancì l’inizio del passaggio da un

(4)

4 sistema centrale nazionale di gestione della scuola verso un progetto che riconosceva, in alcuni ambiti rilevanti, l’autonomia gestionale ai singoli istituti. Questo processo ebbe anche il riconoscimento all’interno della Costituzione con l’art. 117 della legge n. 3/ 2001. L’autonomia in questione è di tipo funzionale incide, cioè, sugli ordinamenti in quanto conferisce agli istituti l’autonomia

“didattica e organizzativa, di ricerca, sperimentazione e sviluppo”.

Il regolamento che conteneva le norme in materia di autonomia delle istituzioni scolastiche fu emanato con D.P.R. n. 275 dell’8 marzo 1999.

Entrando nello specifico esaminiamo cosa si intenda per autonomia

“funzionale”, intesa come: la progettazione e realizzazione di interventi di educazione, formazione e istruzione mirati allo sviluppo della persona umana, adeguati ai diversi contesti, alla domanda delle famiglie e alle caratteristiche specifiche dei soggetti coinvolti, al fine digarantire loro il successo formativo – art.

1, c. 2, del D.P.R. 275/1999. Le istituzioni scolastiche devono, pertanto, porsi come “raccordo e sintesi tra le esigenze e le potenzialità individuali e gli obiettivi nazionali del sistema

istruzione”.

A questo punto viene introdotto un importante concetto, quello del valore del Piano dell’Offerta Formativa (POF), definito come lo strumento che debba “riflettere le esigenze del contesto culturale, sociale economico della realtà locale”, oltre a: comprendere e riconoscere le diverse opzioni metodologiche, anche di gruppi minoritari, e valorizzare le corrispondenti professionalità.

Il progetto di autonomia si concretizza anche attraverso il

riconoscimento alle singole istituzioni scolastiche di risorse finanziarie

(Fondo d’Istituto), appositamente stanziate dal governo centrale, per

realizzare gli obiettivi che si è scelto di perseguire attraverso il POF,

(5)

5

oggi PTOF.

La legislazione successiva

La successiva Legge n.53 del 2003 ripercorre i passaggi del D.P.R.

analizzato, sviluppando e precisando, però, un proprio concetto della scolarizzazione:

si assicurano “pari opportunità” e diritti all’istruzione e alla formazione per almeno 12 anni;

si promuove l’apprendimento nell’arco della vita;

si favorisce la formazione spirituale e morale, lo sviluppo della coscienza storica e di appartenenza alla comunità, locale, nazionale e alla civiltà europea.

L’idea fondamentale della Legge 53/2003 è quella del passaggio dal concetto di obbligo di istruzione a quello del diritto-dovere alla formazione.

È necessario, infine, sottolineare come il concetto di autonomia delle singole istituzioni scolastiche non possa, comunque, prescindere dall’indispensabile e continuo raccordo con gli altri protagonisti del sistema istruzione quali lo Stato, la Regione, la Provincia e il Comune:

si tratta, quindi, di mantenere costante il dialogo con i quattro livelli dell’interlocuzione politica, amministrativa e burocratica.

L’anno scolastico 2006/2007 si presenta come un anno-ponte verso

nuove indicazioni curricolari, di cui dovrà essere ridotta la mole, proprio

per non mortificare l’autonomia delle istituzioni scolastiche,

concentrando l’intervento centrale sull’individuazione dei traguardi

essenziali prescrittivi per ogni ciclo scolastico, e definendo gli standard

relativi alle competenze da certificare. In questa logica si capisce

come la principale legge di riferimento sia la Legge n. 59/’97, che

riconosce l’autonomia delle istituzioni scolastiche e il D.P.R.n. 275/99,

che la regolamenta. In effetti le norme sull’autonomia, insieme alla

(6)

6 riforma del Titolo V della Costituzione, costituiscono la cornice di riferimento entro la quale necessariamente si iscrive e va interpretata la successiva Legge n. 53/’03 e le relative disposizioni attuative.

L’autonomia scolastica e l’interazione, nei contesti locali, tra le diverse autonomie, costituisce il quadro di riferimento principale dei processi di innovazione e di riqualificazione di cui l’intero sistema educativo ha bisogno. All’istituzione scolastica spetta l’elaborazione del Piano dell’Offerta Formativa, secondo quanto stabilito dal Titolo I, cap. III del citato DPR n. 275/’99 (titolato, significativamente, “Curricolo nell’autonomia”).

Nella predisposizione del PTOF e del relativo curricolo didattico si manifesta appieno l’autonomia progettuale, didattica, organizzativa, di ricerca e sviluppo che è propria dell’istituzione scolastica, una autonomia funzionale alla piena valorizzazione e realizzazione della persona umana, con le sue relazioni, così come richiamato tanto dalla normativa sull’autonomia (DPR 275/99,art3) quanto dalla successiva legge n. 53/’03. Il concetto di base è che al centro del processo insegnamento/apprendimento, è posta la persona, come essere unico e irrepetibile, frutto di molteplici aspetti: affettivo, emotivo, sociale, religioso, cognitivo, ecc. La scuola rileva tali aspetti e li valorizza,

tenendo conto di tutti questi aspetti sociali e della persona.

Ciò premesso, appare importante richiamare il percorso normativo che

dall’insegnamento basato dall’esecuzione di un certo numero di

argomenti indicato dal programma Ministeriale alla programmazione,

operante ormai da diversi anni nella scuola dell’autonomia. Premesso

ciò, la programmazione educativa e didattica deve essere intesa come

momento qualificante dell’attività della scuola e della professione dei

docenti.

(7)

7 PROGETTO – PROGETTAZIONE - PROGRAMMAZIONE - PROGRAMMA Dopo questa breve o lunga (secondo l’interesse o meno di chi è interessato all’argomento) introduzione, prima di proporre un modello di programmazione didattica, ritengo utile soffermarsi ancora un po’

sulla definizione dei termini che si utilizzano. Nella prassi quotidiana, spesso, si tende a sovrapporre termini e significati facendo confusione nella redazione del documento di programmazione.

Per progetto e progettazione si usano per esprimere lo stesso concetto, così pure programmazione e programma che sono, invece,

ben distinti dal punto di vista concettuale ed operativo.

L’etimo del termine Progettazione, deriva da Progetto il cui significato letterale è gettare avanti. Il Progetto rappresenta l’essenza del pensiero

educativo che viene attivato mediante le fasi della progettazione.

Il progetto nasce dalla consapevolezza che il processo educativo dei giovani ha bisogno di una strategia sistematica di interventi educativi/formativi che vadano al di là della sola trasmissione di conoscenze. Tali interventi dovrebbero essere in grado di sviluppare, nei giovani, competenze sociali, comportamentali e di cittadinanza attiva, e

non esclusivamente di natura strettamente tecnico-professionale.

Il progetto è il sogno, la visione di un futuro con un orizzonte temporale

alquanto ampio che, però, si deve confrontare con la realtà in cui ci si

trova ad operare. Il progetto, come ovvio, porta a stilare una

Progettazione. Questa è intesa come un insieme organizzato di

operazioni formali e di operazioni mentali che, considerando dati reali,

quindi valutando risorse e vincoli, descrive quale percorso sia necessario

intraprendere, con quali mezzi, attivando quali metodi e metodologie, in

quali tempi e con quali costi al fine di realizzare una determinata

iniziativa e raggiungere determinati obiettivi, in ordine ad una serie di

attese e di necessità.

(8)

8 La Programmazione, dal canto suo, ha il compito di tradurre la progettazione, connotata in modo rilevante da una componente teorica,

in atti organizzativi, entrando nel dettaglio delle attività quotidiane.

La progettazione, dunque, è quella fase del processo di insegnamento- apprendimento che si posiziona a valle dell’analisi dei bisogni cognitivi e/o formativi, espressi o meno, dei ragazzi ed a monte della programmazione, che rappresenta un’operazione di dettaglio, di completamento, con un taglio nettamente più operativo e pratico.

Nel campo della scuola, molto sinteticamente possiamo affermare che la programmazione si svolge sul breve termine, ad esempio un quadrimestre o un anno scolastico, ed ha un carattere preminentemente operativo, concreto, misurabile. È doveroso aggiungere, però, che la norma, a proposito del PTOF, parla di programmazione triennale.

RIEPILOGANDO, è bene sottolineare che la Programmazione è un atto

dovuto della funzione docente (decreto legislativo 27 ottobre 2009,

n. 150) e consiste in una serie di operazioni che gli insegnati compiono

per organizzare il loro lavoro didattico in un tempo definito, tenendo

conto dell’ambiente in cui operano, del livello culturale, delle capacità di

apprendimento dell’allievo, dell’ambiente sociale, familiare e scolastico

in cui si opera. Ogni classe è diversa, ogni classe ha bisogni educativi

differenti, ogni alunno ha interessi personali diversi che mutano anche

da un anno all’altro. Programmare significa partire dalla conoscenza

della classe e in funzione di ciò, naturalmente tenendo conto anche

delle indicazioni ministeriali, progettare un percorso didattico possibile

e realistico per tale contesto. In sintesi si riportano alcuni punti

essenziali della Programmazione didattica che il docente e gli organi

collegiali interessati devono redigere all’inizio dell’anno scolastico.

(9)

9

LE COMPETENZE DEGLI ORGANI COLLEGIALI IN MERITO ALLA PROGRAMMAZIONE DIDATTICA

Programmazione educativa del Collegio dei docenti (bisogni formativi generali, finalità educative e didattiche, indicazioni metodologiche generali, criteri di verifica e valutazione);

 Programmazione didattica del consiglio di classe (adattamento delle finalità e obiettivi, metodi, criteri di verifica e valutazione alle caratteristiche della classe; raccordo tra le diverse discipline, ecc.);

 Programmazione disciplinare del singolo docente (elaborazione del piano di studi disciplinare delle diverse materie).

Il processo di programmazione inizia, dunque, dal Collegio dei docenti in quanto, nella sua funzione di organo tecnico dell’istituzione scolastica in materia di didattica, elabora il Curricolo delle singole scuole come mediazione tra i Programmi nazionali stabiliti dallo Stato e le esigenze locali e del territorio in cui opera la scuola. Ogni Consiglio di classe, fatte proprie queste indicazioni generali dettate dal Collegio dei docenti, elabora il proprio documento di programmazione, secondo il modello predisposto dalla scuola. In esso sono indicati gli obiettivi educativi e didattici, gli impegni dei docenti e degli allievi, i contenuti disciplinari; i percorsi pluridisciplinari, le attività per l’arricchimento dell’offerta formativa, le strategie volte a sanare e prevenire le carenze, i criteri di valutazione e quelli di determinazione del credito scolastico e formativo, le modalità con cui si intendono coordinare le scadenze delle verifiche per evitare sovrapposizioni e garantire un’equa distribuzione delle verifiche stesse.

Ogni docente redige la sua programmazione disciplinare, in

coerenza con quanto stabilito dagli organi collegiali, secondo il modello

appositamente predisposto. Nella programmazione didattica individuale

è necessario riportare finalità, obiettivi, contenuti declinati per mesi,

(10)

10 verifiche, criteri di valutazione, adeguati alla situazione specifica della classe, curando che vi sia coerenza con quanto previsto dalla programmazione del gruppo di materia. In particolare, i contenuti previsti non possono in ogni caso derogare ai contenuti minimi stabiliti

dalla programmazione comune.

Ciascun docente dovrà, successivamente consegnare al Coordinatore di classe la propria programmazione disciplinare.

LE FASI DELLA PROGRAMMAZIONE DEL SINGOLO DOCENTE 1. Analisi della situazione di partenza - Conoscenza della realtà

scolastica ed educativa. Si tratta di acquisire e valutare le informazioni e le conoscenze della situazione di partenza che si pensa possano avere un qualche rapporto con le scelte didattiche da effettuare. (numero degli alunni per classe, presenza di BES, provenienza socioculturale degli alunni, motivazioni, interessi, partecipazione alla vita della scuola, atteggiamenti culturali ed educativi dei genitori, livelli di partecipazione alla vita della scuola, ecc.). Tali informazioni sono rilevati mediante test, prove di ingresso, colloqui, ecc.

2. A seguito di tale indagine, il docente individua gli standard minimi di conoscenza richiesti per ciascuna disciplina (previa riunione del C. di c.);

3. Predisposizione di eventuali interventi integrativi dopo l’accertamento di forti deficit cognitivi, evidenziati dagli esiti dei test di ingresso o di approfondimento per chi non ha evidenziato lacune troppo gravi;

4. Definizione delle finalità e degli obiettivi educativi e didattici

trasversali che il Consiglio di classe intende realizzare all’interno

delle singole classi. In merito alle finalità ed agli obiettivi, è

opportuno fare una precisazione.Nella definizione di una

(11)

11 strategia accade che spesso si faccia confusione sul significato di obiettivi, risultati, scopi e finalità. Ad esempio, la finalità o scopo di una organizzazione riflette la sua visione complessiva ed è quindi definito dalla sua mission e dalle strategie conseguenti.

I risultati di quell’organizzazione evidenziano la capacità o meno di realizzare le proprie strategie. Gli obiettivi costituiscono invece le tappe intermedie da raggiungere per realizzare i piani e le strategie. Gli obiettivi sono modulati in relazione al livello di partenza, del contesto socio-culturale, ecc.

In genere possono distinguersi diverse tipologie di obiettivi:

a. Gli obiettivi generali. All’interno delle singole aree disciplinari, si possono identificare obiettivi generali (es. la capacità di scrivere correttamente, padronanza dello strumento informatico, conoscenza degli elementi basilari del calcolo finanziario, ecc.). Gli obiettivi generali della singola area devono comunque risultare subordinati stabiliti dal consiglio di classe ed approvati dal Collegio dei docenti.

b. Gli obiettivi specifici, esprimono la competenza raggiunta nelle conoscenze e negli automatismi di base di una disciplina, nella comprensione e applicazione delle conoscenze raccolte.

nella capacità di riflettere, pensare.

c. Gli obiettivi educativi, sono obiettivi trasversali comuni a tutte le discipline. Eccone alcuni: Sviluppare armonicamente la propria personalità e la propria cultura, maturando la coscienza di sé come persona, come soggetto autonomo che si realizza pienamente nel rapporto civile e costruttivo con gli altri;

Mantenere un comportamento corretto e rispettoso nei

confronti delle persone e del bene pubblico (luoghi,

monumenti, attrezzature); Consolidare l'interesse personale per

la cultura; Consolidare l'autonomia del metodo di studio;

(12)

12 Sviluppare la capacità di ascolto, di confronto, di dialogo e di scambio all’interno di un gruppo. Instaurare un rapporto più responsabile e cosciente con l’ambiente, basato sul rispetto di ogni forma di vita della natura e su un uso più razionale e consapevole del territorio e delle risorse, ecc.

d. Obiettivi Intermedi, identificano le tappe previste per il raggiungimento della meta finale.

e. Obiettivi finali, sono gli scopi del processo educativo.

f. Obiettivi cognitivi generali, esprimono la maturazione delle facoltà intellettuali ( pensiero concreto ed astratto, intuitivo e deduttivo, analitico e sintetico, logico, ecc.) e i livelli di padronanza delle strutture concettuali delle discipline, misurabili come sommatoria e combinazione di obiettivi specifici, ricorrendo a prove di valutazione aperta.

g. Obiettivi cognitivi specifici, esprimono la competenza raggiunta nelle conoscenze e negli automatismi di base di una disciplina, nella comprensione delle conoscenze raccolte, nella capacità di riflettere.

Oltre ai precedenti gli obiettivi, possono essere intesi come:

I. Conoscenze, es.: conoscere i contenuti fondamentali della disciplina e quelli trasversali, conoscere i termini specifici delle singole materie;

II. Competenze, es.:: scrivere brevi relazioni o semplici componimenti in modo grammaticamente e sintatticamente corretto; esprimersi con un linguaggio semplice ma corretto e appropriato; utilizzare consapevolmente tecniche e strumenti;

III. Capacità, es.: trarre conseguenze logiche da premesse date,

sulla base delle proprie conoscenze; analizzare un testo, un

(13)

13 disegno, un manufatto individuandone gli elementi fondamentali; organizzare e utilizzare le conoscenze acquisite per la risoluzione di semplici problemi e la stesura di brevi relazioni, nei vari ambiti disciplinari; collegare argomenti della stessa disciplina o di discipline diverse e cogliere la relazioni semplici.

N.B. La scelta e la definizione delle Conoscenze, delle Competenze e delle Capacità, compete al Consiglio di classe.

5. Individuazione di metodi, materiali e sussidi didattici. Per metodi, o strategie, si intendono gli strumenti attraverso i quali il docente organizza e conduce le situazioni di apprendimento con l’intento di apportare modificazioni e cambiamenti nelle condotte e nei comportamenti degli allievi. Sono tutte le procedure per conseguire un obiettivo prefissato. Prima di scegliere quale o quali adottare il docente è obbligato a individuare le abilità di base dei proprio alunni.

6. Attribuzione dei carichi di lavoro in ciascuna disciplina secondo scansioni temporali ben definite (mensili o settimanili) definite nei moduli o U.D.A.;

7. Sistematica osservazione dei processi di apprendimento. Nel

perseguire qualsiasi obiettivo formativo, il docente deve poter

saper se il suo intervento didattica è stato efficace, se l’alunno ha

risposto adeguatamente e se gli obiettivi prefissati (a breve,

medio, lungo tempo) sono stati raggiunti. L’insegnante può

modificare la sua strategia didattica o continuarla perché la ritiene

valida. Spesso vengono usate le griglie di valutazione dei processi

di apprendimento che possono riguardare il singolo alunno o

l’intera classe. Tale fase è molto importante perché prelude ad un

altro importante capitolo che è quello della valutazione. Sono

(14)

14 molto utilizzate apposite griglie di osservazione/valutazione facilmente scaricabili da internet.

8. La valutazione. La valutazione degli studenti della scuola secondaria di secondo grado ha per oggetto il loro il processo formativo, il comportamento e i risultati dell’apprendimento, effettuata mediante l'attribuzione di voti numerici espressi in decimi,valutati periodicamente (Valutazione trimestrale – quadrimestrale - inter periodale e finale). Tali valutazioni devono essere coerenti con gli obiettivi ed i criteri di apprendimento e di valutazione delineati nel Piano triennale dell'offerta formativa (PTOF), e fatti propri dal Consiglio di classe.

Considerata la complessità dell’argomento è preferibile dedicargli un capitolo a parte. Il Consiglio di classe definisce, inoltre, i criteri di verifica uguali per tutti gli alunni della classe e dell’istituto mediante l’adozione di una griglia di valutazione.

N.B. Quelle descritte sono le fasi della programmazione del singolo

docente che, naturalmente, non possono essere scelte personali. Il

tutto deve scaturire da scelte collegiali.

(15)

15

PROGRAMMAZIONE DI EDUCAZIONE CIVICA

Legge 92 del 20 agosto 2019 “Introduzione dell’insegnamento scolastico della educazione civica”

.

IL QUADRO NORMATIVO

Con il decreto n. 35 del 22 giugno 2020, il Ministero dell’istruzione ha introdotto, per le scuole di ogni ordine e grado, le Linee guida per l’insegnamento dell’Educazione Civica ai sensi dell’articolo 3 della legge 20 agosto 2019, n. 92.

Il tema dell’educazione civica e la sua declinazione in modo trasversale nelle discipline scolastiche rappresenta una scelta “fondante” del sistema educativo, contribuendo a “sviluppare la conoscenza e la comprensione delle strutture e dei profili sociali, economici. giuridici, civici e ambientali della società”.

Accanto ai valori ed alla conoscenza della Costituzione Italiana, l’intenzione è quello di valorizzare e potenziare l'esercizio della Cittadinanza Attiva, ampliando gli apprendimenti disciplinari attraverso i progetti trasversali quali: Legalità, Ambiente, Salute e alimentazione, Educazione stradale e Valorizzazione della cultura territoriale, per formare cittadini responsabili e partecipi, dunque “attivi”. Tre sono i nuclei fondanti dell’insegnamento dell’Educazione Civica:

Tre sono i nuclei fondamentali dell’insegnamento di Educazione Civica:

COSTITUZIONE - DIRITTO (nazionale e internazionale) – LEGALITA’ e SOLIDARIETA’;

VILUPPO SOSTENIBILE EDUCAZIOE AMBIENTALE CONOSCENZA e TUTELA del PATRIMONIO ARTISTICO- CULTURALE e del TERRITORIO;

CITTADINANZA DIGITALE.

(16)

16 Nello specifico, i punti precedentemente riportati risultano qualificanti dal punto di vista formativo e coerenti con l’elaborazione di un curricolo di istituto di Educazione Civica:

1. COSTITUZIONE, ISTITUZIONI DELLO STATO ITALIANO, DELL’UNIONE EUROPEA E DEGLI ORGANISMI INTERNAZIONALI;

STORIA DELLA BANDIERA E DELL’INNO NAZIONALE:

a. Conoscenza, riflessione sui significati, pratica quotidiana del dettato costituzionale.

b. Conoscenza dell’ordinamento dello Stato, delle Regioni, degli Enti territoriali, delle Autonomie Locali e delle Organizzazioni internazionali e sovranazionali, prime tra tutte l’idea e lo sviluppo storico dell’Unione Europea e delle Nazioni Unite.

c. Concetto di legalità, di rispetto delle leggi e delle regole comuni in tutti gli ambienti di convivenza (ad esempio il codice della strada, i regolamenti scolastici, dei circoli ricreativi, delle Associazioni…), conoscenza dell’Inno e della Bandiera nazionale.

d. Educazione alla legalità e al contrasto delle mafie;

e. Elementi fondamentali di diritto, con particolare riguardo al diritto del lavoro;

1. AGENDA 2030 PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE, ADOTTATA DALL’ASSEMBLEA GENERALE DELLE NAZIONI UNITE IL 25 SETTEMBRE 2015:

a. Sviluppo sostenibile – elaborazione di progetti e percorsi di

istituto per la salvaguardia dell’ambiente e delle risorse naturali -

costruzione di ambienti di vita, di città, scelta di modi di vivere

inclusivi e rispettosi dei diritti fondamentali delle persone, primi

fra tutti la salute, il benessere psicofisico, la sicurezza alimentare,

l’uguaglianza tra soggetti, il lavoro dignitoso, un’istruzione di

qualità, la tutela dei patrimoni materiali e immateriali delle

comunità.

(17)

17 b. Educazione alla salute, la tutela dell’ambiente, il rispetto per

gli animali e i beni comuni, la protezione civile. (in ambito energetico, alimentare, paesaggistico, educativo, della salute in generale etc..).

f. Educazione ambientale, sviluppo eco-sostenibile e tutela del patrimonio ambientale, delle identità, delle produzioni e delle eccellenze territoriali e agroalimentari;

g. Educazione al rispetto e alla valorizzazione del patrimonio culturale e dei beni pubblici comuni;

h. Formazione di base in materia di protezione civile.

2. EDUCAZIONE ALLA CITTADINANZA DIGITALE: La cittadinanza digitale sarà sviluppata con gradualità e tenendo conto dell’età degli studenti, con le tematiche relative a:

 rischi e insidie dell’ambiente digitale

 identità digitale / web reputation / cittadinanza digitale

 educazione al digitale (media literary).

Il Consiglio di classe individua gli insegnanti che si prenderanno cura delle specifiche aree tematiche, nella prospettiva di un curricolo verticale e delle modalità di documentazione e valutazione delle iniziative svolte.

Ciascuno studente, partecipando ai percorsi e ai progetti del Consiglio di classe potrà creare un proprio portfolio da presentare anche in sede di Esame di Stato.

LA DISTRIBUZIONE ORARIA La norma prevede, all’interno del curricolo

di istituto, l’insegnamento trasversale dell’educazione civica, per un

orario complessivo annuale che non può essere inferiore alle 33 ore,

da individuare all’interno del monte orario obbligatorio previsto dagli

ordinamenti vigenti e affidate ai docenti del Consiglio di classe o

dell’organico dell’autonomia. In pratica dovrà essere programmata 1 ora

a settimana per ciascuna classe. Di seguito si riportauna ipotesi di

distribuzione delle ore:

(18)

18

Educazione civica corso AFM

DISCIPLINA I II III IV V

Italiano o storia 6 6 6 6 6

Diritto 7 7 8 8 9

Informatica 4 4 4 4 -

Scienze motorie 4 4 4 4 4

Geografia 4 4 - - -

Scienze 4 4 - - -

Economia Az.le - - 7 7 10

Inglese o francese 4 4 4 4 4

Totale anno 33 33 33 33 33

Educazione civica SIA

DISCIPLINA I II III IV V

Italiano o storia 6 6 6 6 6

Diritto 7 7 8 8 7

Informatica 4 4 4 4 4

Scienze motorie 4 4 4 4 4

Geografia 4 4 - - -

Scienze 4 4 - - -

Economia Az.le - - 7 7 8

Inglese o francese 4 4 4 4 4

Totale anno 33 33 33 33 33

Negli istituti di istruzione di secondo grado nel cui curricolo siano presenti gli insegnati dell’area giuridica - economica, gli sarà affidato l’insegnamento di educazione civica, di cui curerà il coordinamento, fermo restando il coinvolgimento degli altri docenti competenti per i diversi obiettivi/risultati di apprendimento condivisi in sede di programmazione dai rispettivi Consigli di classe.Nelle classi del triennio al coordinatore, oltre quello di coordinare le attività e le valutazioni, in

alcuni casi potrà essere affidato anche l’insegnamento.

Il coordinatore, tra i suoi compiti, ha quello di formulare la proposta di

voto in decimi, acquisendo elementi conoscitivi dagli altri docenti

interessati dall’insegnamento. Ciò al fine delle valutazioni intermedie e

finali.

(19)

19 Nella tabella che segue sono riportati alcuni esempi di tematiche trattate e di UDA:

Nuclei fondanti di Educazione Civica

Nucleo Tematiche Esempi di UdA

Costituzione (diritto, legalità, solidarietà)

1.Fonti del diritto e organi costituzionali;

2.Sostenibilità economica;

3.Disuguaglianze sociali;

4.Uguaglianza dei diritti delle persone;

5.Rispetto delle differenze culturali, etniche, religiose, di genere e di orientamento sessuale;

6.Rispetto di sé e degli altri;

7.Modelli di sviluppo economico e democrazia;

8.Istituzioni europee;

9.Educazione alla legalità;

10.Volontariato;

11.Rapporto tra scienza, fede e libertà individuale.

1.Lo sport come rispetto delle regole;

2.Rispetto di sé e degli altri (fairplay);

3.Legge ordinaria e leggi materiali;

4.Organizzazione dell’UE;

5.I diritti del lavoratore;

6.Forme di governo;

7.Ed. stradale;

8.La solidarietà come valore;

9.Resilienza al tempo del covid-19;

10. Educazione di genere.

Sviluppo sostenibile

1.Principi dell’educazione allo sviluppo sostenibile (ESD);

2.Cittadini attivi verso l'ambiente e il

territorio:(Educazione Ambientale) e Tutela del patrimonio artistico- culturale;

3.Sviluppo urbanistico e benessere sociale;

4.Educazione al benessere e alla salute;

5.Sviluppo sociale,

economico e finanziario dei popoli;

6.Goals Agenda ONU 2030 (programma di azione a livello mondiale-vengono stabiliti 17 obiettivi)

1. Aree di riferimento all’educazione allo sviluppo sostenibile (ambiente, economia, sostenibilità sociale, rispetto delle differenze);

2.La sostenibilità delle risorse naturali come l’acqua, il cibo, l’energia, e l’aria:

- Il ciclo dell’acqua;

- chimica sostenibile;

- quanta plastica ha prodotto l’umanità;

3.Il cambiamento climatico e i suoi effetti sul pianeta:

- aumenti emissioni CO2;

4.Geologia del territorio;

5.Radioattività naturale;

6.Le minacce per la salute pubblica, come le pandemie;

7.Temi economici come crisi,

(20)

20

ripresa, debito pubblico;

8. Economia circolare;

9.I conflitti insiti nella natura umana;

10.L’identità di un popolo, di un gruppo o individuale;

11.Corretta alimentazione ed eccellenze produttive del paese Italia;

12.Sport e benessere psicofisico;

13.Crisi del 1929;

14.I sistemi economici europei;

15.Patrimonio culturale locale;

16. Documenti di riferimento internazionali e intergovernativi antecedenti all’ Agenda 2030;

17. Agenda 2030.

Cittadinanza digitale

1.Cittadinanza attiva;

2.Rispetto di sé e degli altri;

3.Rischi del web;

4.Cyberbullismo;

5.Diversità e uguaglianza;

6.Corretta analisi delle informazioni e delle fonti: siti verificati e non;

7. Diritti del cittadino on line;

8. Saper comunicare, saper informare.

1. Comportamento sul web;

2. Diritti e doveri del cittadino online;

3. Gli abusi sul web: non subirli, non commetterli;

4. Saper comunicare utilizzando un linguaggio non ostile;

5. Saper informare con un corretto uso delle fonti;

6. Benessere psico-fisico in rete;

7. Informazione consapevole;

8. Non c’è libertà senza conoscenza.

(21)

21 Esempio di programmazione nelle diverse classi:

Classe Prima

Argomenti Finalità Obiettivi

1. Il Regolamento d’istituto d’istituto e lo Statuto dei diritti e dei doveri degli studenti.

2. La persona quale soggetto di diritto; gli ambiti in cui essa si forma e con i quali interagisce: la famiglia, la scuola, la società, lo stato, le realtà sopranazionali.

3. La Costituzione:

formazione, significato, valori.

4. Il valore di alcune libertà fondamentali: di pensiero, di espressione, di religione: loro evoluzione storica e come si atteggiano nella società contemporanea.

5. Nozioni sull’ordinamento giuridico italiano.

6. Il valore della norma giuridica in una società democratica, pacifica e ordinata e suo rapporto con le norme morali, religiose, sportive ecc..

7. Vandalismo e bullismo.

8. Altro

-

Creare cittadini responsabili e consapevoli delle proprie azioni e scelte, comprensive delle ripercussioni sulla vita altrui.

-

Riconoscere, dare corretta connotazione ai fenomeni di disagio giovanile con particolare riguardo a quello del bullismo e sviluppare azioni di contrasto ai fenomeni ad esso correlati.

-

Riconoscere l’altro come portatore di diritti e saper adempiere ai propri doveri.

-

Promuovere e sostenere il rispetto delle norme di correttezza e di educazione.

-

Promuovere l’assunzione di comportamenti corretti, rispettosi di sé e degli altri.

-

Sviluppare il senso di appartenenza alla comunità scolastica e al territorio.

-

Individuare, comprendere ed impegnarsi contro forme di ingiustizia e di illegalità nel contesto sociale di appartenenza.

-

Conoscere, condividere e rispettare i principi della convivenza civile per poter vivere in una comunità rispettosa delle regole e delle norme.

-

Saper riconoscere e rispettare le regole di istituto e promuovere la partecipazione democratica alle attività della comunità scolastica.

-

Conoscere i principi

fondamentali della

Costituzione.

-

Analizzare le conseguenze derivanti, nell’ambito sociale, dall’inosservanza delle norme e dai principi attinenti la legalità.

-

Promuovere una cultura sociale che si fondi sui valori della giustizia, della democrazia e della tolleranza.

Classe Seconda

Argomenti Finalità Obiettivi

1. La rinascita

democratica dell’Italia e la Costituzione.

2. I principi

fondamentali della Costituzione italiana.

3. I diritti di libertà e garanzie costituzionali.

4. La conoscenza dei processi migratori (cause e conseguenze): il fenomeno migratorio nella storia

- Raggiungere la consapevolezza dei diritti e delle regole

- Educare al rispetto del valore degli altri

- Impegnarsi nelle forme di rappresentanza previste (di classe e d’Istituto)

- Identificare stereotipi, pregiudizi etnici, sociali e culturali

- Mettere in evidenza il carattere universale della mobilità umana e il suo essere collegata agli

- Capire e fare propri i principi e le libertà costituzionali.

- Conoscere i

Regolamenti d’Istituto come momenti di

cittadinanza partecipata - Conoscere i processi migratori e valorizzare il principio di pari dignità di ogni persona, delle regole di cittadinanza nazionale, europea e

(22)

22

dell’umanità.

5. La migrazione e la formazione di stereotipi e pregiudizi.

6. La tutela dell’ambiente e la conservazione dei beni culturali.

7. Valorizzazione dei luoghi del territorio e di governo della comunità locale.

8. Cyberbullismo. La sicurezza in rete.

Netiquette.

squilibri che caratterizzano il mondo

- Sensibilizzare gli allievi al dialogo interculturale.

- Sviluppare la capacità di assumere il punto di vista degli altri

- Educare alla bellezza e di conseguenza educare al rispetto e alla valorizzazione dei beni culturali

- Acquisire consapevolezza del patrimonio storico, artistico e ambientale per creare alcuni percorsi turistici

- Sviluppare il senso di

appartenenza al territorio e il rispetto dell’ambiente

naturalistico e paesaggistico - Riconoscere, dare corretta connotazione ai fenomeni di disagio giovanile con particolare riguardo a quello del

cyberbullismo e sviluppare azioni di contrasto ai fenomeni ad esso correlati.

- Saper rispettare un adeguato codice di comportamento on line

internazionale

Classi Terze

Argomenti Finalità Obiettivi

1. L’uso e l’abuso di alcol.

2. L’educazione stradale e il nuovo reato di omicidio stradale 3. Tutela della privacy, il reato di stalking

4. Discriminazione e violenza

5. La partecipazione sociale e il mondo del volontariato.

6. Ambiente e sviluppo sostenibile.

7. I beni confiscati alla criminalità ed il loro recupero sociale.

-

Riconoscere le situazioni negative, psicologiche e fisiche, che interferiscono con la guida

-

Acquisire comportamenti consapevoli come futuri utenti della strada

-

Saper riconoscere e reagire alle minacce in rete, attraverso un adeguato codice

comportamentale

-

Promuovere la partecipazione alle iniziative destinate ad un uso consapevole e sicuro delle nuove tecnologie

-

Sensibilizzare gli studenti sul valore della privacy, al fine di diffondere la cultura del rispetto della persona.

Comprendere il ruolo del privato sociale e

promuovere la partecipazione attiva alle iniziative ad esso correlate.

(23)

23 -

Prevenire il fenomeno della

discriminazione e della violenza di genere attraverso attività d’informazione e di

sensibilizzazione.

-

Promuovere i diversi aspetti collegati alla sostenibilità ed elaborare iniziative coerenti con l’Agenda 2030.

-

Creare cittadini consapevoli del valore della legalità

attraverso esperienze attive sul territorio e incontri con le istituzioni.

Classi Quinte

Argomenti Finalità Obiettivi

1. La genesi dell’Unione Europea e delle

istituzioni comunitarie.

Le elezioni europee 2. Le principali tradizioni culturali europee

3. Il sistema economico mondiale

4. I problemi dello sviluppo e del sottosviluppo

5. Il lavoro e i giovani, le donne, i minori, gli immigrati;

6. Il problema

dell’occupazione in Italia e in Europa: lo Statuto dei lavoratori, precarietà e flessibilità

7. La costruzione e il mantenimento della pace nel mondo: storie di protagonisti della

cooperazione internazionale 8. I testimoni della memoria e della legalità

- Collocare la propria

dimensione di cittadino in un orizzonte europeo e mondiale.

- Comprendere la necessità della convivenza di diverse culture in un unico territorio.

- Identificare le condizioni per la pace in un dato spazio

geografico.

- Cogliere l’importanza del valore etico del lavoro e delle imprese che operano sul territorio

- Partecipare alle attività previste per le tre giornate celebrative (Shoah, il 27 gennaio giorno della Memoria;

Foibe, il 10 febbraio giorno del Ricordo; "Giornata della Legalità", il 19 marzo).

-Conoscere le fasi della nascita dell’Unione Europea e delle sue Istituzioni.

- Conoscere le Carte che salvaguardano i diritti dell’uomo.

(24)

24 LA VERIFICA La verifica degli apprendimenti avviene utilizzando le usuali osservazioni sistematiche atte a rilevare il comportamento dell’allievo, in termini di impegno e partecipazione, nonché attraverso verifiche formali di diversa tipologia: prove scritte, orali, a risposta aperta e/o chiusa, elaborati da svolgere a casa, ecc.

LA VALUTAZIONE

E’ palese che la valutazione non sarà mai soltanto la mera attribuzione di un voto, ma assume una sua importante collocazione nel processo formativo: pertanto essa terrà conto deiprogressi realizzati in itinere, della partecipazione, della regolarità nello studio e nell’impegno in classe e a casa. Essa infatti deve tendere a valorizzare ogni aspetto del percorso dell’allievo, la sua crescita, l’autonomia, l’attitudine al lavoro individuale e di gruppo, e soprattutto l’acquisizione della consapevolezza civica nei suoi diversi ambiti.

METODOLOGIA DIDATTICA

Si privilegerà il percorso induttivo. Si prenderà spunto dall’esperienza

degli allievi: da situazioni personali o da notizie e avvenimenti di

carattere sociale, politico o giuridico che permettano di calarsi

spontaneamente nei temi di Educazione Civica. Accanto all’intervento

frontale, arricchito da sussidi audiovisivi e multimediali, e a lezioni

partecipate, volte a sviluppare la dialettica, l’abitudine al confronto e al

senso critico, si attiveranno forme di apprendimento non formale, (gli

studenti dovranno partecipare alla creazione di prodotti narrativi,

dovranno quindi disegnare, scrivere, fotografare, filmare, intervistare) e

attività di ricerca laboratoriale. Il cooperative learning costituirà uno

strumento didattico privilegiato per rafforzare la motivazione e

l’autostima del singolo e del gruppo di lavoro. Fondamentale sarà la

valorizzazione del ruolo propositivo, attivo e partecipe degli studenti

alle attività proposte.

(25)

25 LA VALUTAZIONE dell’EDUCAZIONE CIVICA

La Legge dispone che l'insegnamento trasversale dell'Educazione civica sia oggetto delle valutazioni periodiche e finali previste dal DPR 22

giugno 2009, n. 122.

I criteri di valutazione deliberati dal collegio dei docenti per le singole discipline e già inseriti nel PTOF sono integrati in modo da ricomprendere anche la valutazione dell’insegnamento dell’educazione civica.

In sede di scrutinio il docente coordinatore dell’insegnamento formula la proposta di valutazione, espressa ai sensi della normativa vigente, da inserire nel documento di valutazione, acquisendo elementi conoscitivi dai docenti del Consiglio di Classe cui è affidato l'insegnamento dell'educazione civica. Tali elementi conoscitivi sono raccolti dall’intero Consiglio di Classe nella realizzazione di percorsi interdisciplinari. La valutazione deve essere coerente con le competenze, abilità e conoscenze indicate nella programmazione per l’insegnamento dell’educazione civica e affrontate durante l’attività didattica. I docenti della classe e il Consiglio di Classe si avvalgono di strumenti condivisi, quali rubriche e griglie di osservazione, che possono essere applicati ai percorsi interdisciplinari, finalizzati a rendere conto del conseguimento da parte degli alunni delle conoscenze e abilità e del progressivo sviluppo delle competenze previste nella sezione del curricolo dedicata all’educazione civica.

Per gli anni scolastici 2020/2021, 2021/2022 e 2022/2023 la

valutazione dell’insegnamento di educazione civica farà riferimento agli

obiettivi/risultati di apprendimento e alle competenze che il Collegio dei

docenti, nella propria autonomia di sperimentazione, avrà individuato e

inserito nel curricolo di istituto. A partire dall’anno scolastico

2023/2024 la valutazione avrà a riferimento i traguardi di competenza e

(26)

26 gli specifici obiettivi di apprendimento per la scuola del primo ciclo, gli obiettivi specifici di apprendimento per i Licei e i risultati di apprendimento per gli Istituti tecnici e professionali definiti dal

Ministero dell’istruzione.

IL VOTO DI EDUCAZIONE CIVICA CONCORRE ALL’AMMISSIONE ALLA CLASSE SUCCESSIVA E/O ALL’ESAME DI STATO DEL PRIMO E SECONDO CICLO DI ISTRUZIONE E, PER LE CLASSI TERZE, QUARTE E QUINTE DEGLI ISTITUTI SECONDARI DI SECONDO GRADO, ALL'ATTRIBUZIONE DEL CREDITO SCOLASTICO.

RIEPILOGANDO:

 L’insegnamento trasversale dell’educazione civica è oggetto delle valutazioni periodiche e finali.

 In sede di scrutinio, il docente coordinatore formula la proposta di voto espresso in decimi, acquisendo elementi conoscitivi dai

docenti a cui è affidato l’insegnamento dell’educazione civica.

 Il voto di educazione civica concorre all’ammissione alla classe successiva e/o all’esame di Stato e, per le classi terze, quarte e quinte degli Istituti secondari di secondo grado, all'attribuzione del credito scolastico.

 In sede di valutazione del comportamento dell’alunno da parte del Consiglio di classe, si tiene conto anche delle competenze

conseguite nell’ambito del nuovo insegnamento di educazione civica.

Nel tempo dedicato a questo insegnamento, i docenti, sulla base della

programmazione già svolta in seno al Consiglio di classe con la

definizione preventiva dei traguardi di competenza e degli

obiettivi/risultati di apprendimento, potranno proporre attività

didattiche che sviluppino, con sistematicità e progressività, conoscenze

e abilità relative ai tre nuclei fondamentali sopra indicati. Avranno cura,

altresì, di definire il tempo impiegato per lo svolgimento di ciascuna

(27)

27

azione didattica, al fine di documentare l’assolvimento della quota

oraria minima annuale prevista di 33 ore, avvalendosi di unità didattiche

di singoli docenti e di unità di apprendimento e moduli interdisciplinari

trasversali condivisi da più docenti.

(28)

28

ISTITUTO TECNICO PARITARIO - “G. CARDUCCI”

Settore Economico - Indirizzo Amministrazione Finanza e Marketing Anno scolastico 2020/2021

PROGRAMMAZIONE DIDATTICA DISCIPLINARE

PROGRAMMAZIONE DIDATTICA DISCIPLINARE INDIVIDUALE

a.s. 2020 - 2021 DOCENTE:

DISCIPLINA : Scienze integrate Chimica CLASSE : 1° sez. A

ORE ANNUE DI LEZIONE: N°

1. ANALISI DI SITUAZIONE - LIVELLO COMPORTAMENTALE (descrizione dei comportamenti osservati nel periodo iniziale)

La classe è composta da ……. alunni tutti maschi. Dall’indagine conoscitiva svolta all’inizio dell’anno per individuare il tessuto ambientale le degli alunni ed i relativi bisogni è emerso che la condizione socio – culturale risulta apparentemente alla fascia media bassa, come risulta dal trascorso scolastico degli alunni. Gli alunni, fin dai primi giorni hanno evidenziato problemi di adattamento alla vita scolastica, disertando spesso le lezioni, eludendo i momenti di verifica, mostrandosi insofferenze agni impegni scolastici, la maggior parte non rispettano le consegne e trascurano di portare gli strumenti scolastici (libri, quaderni, ecc.).

Dal punto di vista disciplinare la classe è sufficientemente tranquilla e quasi mai si è dovuto ricorrere a richiami o note.

All’inizio dell’anno scolastico è stato si è evidenziato una generale lentezza nell’adeguarsi ai ritmi di lavoro, che non sembra ancora superato. La maggior parte degli alunni non esegue le consegne in modo corretto, ne completo e ordinario, eseguano le consegne in modo approssimativo, poco ordinato e producono lavori solo se stimolati.

(29)

29

2. ANALISI DI SITUAZIONE - LIVELLO COGNITIVO (descrizione della situazione di partenza, considerata in relazione ai prerequisiti individuati dal Consiglio di classe):

Nel primo periodo dell’anno sono state somministrate allievi diverse prove di ingresso (per le classi prime) al fine di individuare il livello medio di partenza degli alunni nelle varie aree disciplinari ed eventualmente, nei casi di carenze irrisolvibili, programmare gli interventi previsti di recupero o integrativi. Da tali osservazioni si è rilevato che la classeha mediamente:

 livello di preparazione iniziale:

Scarso Sufficiente Mediocre Discreto Insufficiente Buono

 il ritmo di apprendimento per lo più Lento

Normale Buono

 l’impegno nello studio per lo più Saltuario

Discontinuo Costante

 Il comportamento nella maggior parte degli allievi risulta:

Corretto e responsabile Vivace ma corretto Indisciplinato

I risultati precedentemente riportati sono stati conseguiti mediante:

Test di ingresso Prove di verifica

Valutazione finale dell’anno scolastico precedente

In relazione a tali risultati è stato possibile distinguere i seguenti livelli cognitivi:

 LIVELLO ESSENZIALE 1. (voto da 3 a 4) Gli alunni evidenziano difficoltà gravi per lacune di basi, metodo di studio e ritmo di apprendimento basso.

 LIVELLO MEDIOCRE 2. (voto 5)La competenza è acquisita in modo essenziale: GLI alunnI eseguono compiti in forma guidata e dimostrano una basilare consapevolezza delle conoscenze.

Ovvero: gli alunni eseguono compiti in forma guidata e dimostra una basilare scarsa consapevolezza delle conoscenze.

 LIVELLO SODDISFACENTE 2. (voto 6) - La competenza è acquisita in modo soddisfacente:

Gli alunni eseguono compiti in modo autonomo, con discreta consapevolezza e sufficiente prerequisiti minimi.

 LIVELLO BUONO 3. (voto da 7 a 8) - La competenza è acquisita in modo completo: gli alunni eseguono compiti in modo autonomo e responsabile con buona consapevolezza e padronanza delle conoscenze.

 LIVELLO ECCELLENTE 4. (voto da 9 a 10) - La competenza è acquisita in ampi contesti in modo eccellente: gli alunni eseguono compiti in modo autonomo e responsabile con una ottima consapevolezza e padronanza delle conoscenze – Gli alunni evidenziano pieno possesso dei prerequisiti.

N.B. I precedenti livelli cognitivi sono esempi riferiti ad una situazione omogenea della classe. In caso di disomogeneità devo essere distinti le diverse fasce ed il numero degli alunni che ne fanno parte. Non è necessario indicare gli alunni.

(30)

30

3. PRESENZA DI ALUNNI CON BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI

Presenza di alunni dislessici, discalculici, ADHD, ecc.n° alunni:_______

Presenza di alunni che seguono la programmazione per obiettivi minimi.

n° Alunni con Obiettivi minimi:_____________

Presenza di alunni che seguono la programmazione per obiettivi differenziati (solo se non esonerati dallo studio della disciplina).

Alunno/a:________________________

4. FINALITÀ

 La comprensione, nei suoi aspetti fondamentali, delle caratteristiche e delle trasformazioni della materia.

 Studio dei fenomeni naturali fondato sull’osservazione, raccolta ed analisi di

“fatti” e dati, descrizione ed interpretazione di fenomeni naturali, elaborazione ed esame di ipotesi, loro verifica, elaborazione/formulazione di leggi, modelli e teorie.

 Comprensione ed utilizzo del metodo scientifico.

 Acquisire e potenziare il metodo di studio; “imparare ad imparare”.

5. OBIETTIVI DIDATTICI DELLA DISCIPLINA

 Acquisire i concetti di base della disciplina

 Osservare, descrivere ed analizzare fenomeni appartenenti alla realtà naturale e artificiale utilizzando i linguaggi specifici dell’ambito scientifico.

 Analizzare qualitativamente e quantitativamente fenomeni legati alle trasformazioni di energia e materia partendo dall’esperienza.

 Conoscere le unità di misura, i fattori che determinano e influenzano i diversi stati di aggregazione della materia, saper distinguere un miscuglio da una sostanza pura.

 Descrivere la struttura degli atomi in termini di protoni, neutroni, elettroni, distinguendo queste particelle subatomiche in base alla massa ed alla carica e collocandole opportunamente all'interno dell'atomo; saper rappresentare la struttura elettronica degli atomi.

 Conoscere il simbolismo degli elementi ed i criteri su cui si basa la moderna tavola periodica, saper localizzare su di essa i diversi elementi in funzione delle loro caratteristiche e viceversa.

(31)

31

6. OBIETTIVI DIDATTICI EDUCATIVI TRASVERSALI, COMPORTAMENTALI E

COGNITIVI

In considerazione della situazione generale della classe e dei livelli di partenza, preso atto di quanto deliberato dal Consiglio di classe,

 Obiettivi a brevetermine:

 Puntualità – Stimolare la partecipazione e lìimpegno nella partecipazione delle varie attività didattiche – Rispettare le scadenze nelle verifiche e nella consegna dei lavori assegnati.

 Partecipazione – Mantenere l’attenzione e partecipazione durante le lezioni.

 Rispetto delle regole – Rispetto per le attività scolastiche con rispetto e puntualità.

 Comportamento – Saper ascoltare - sviluppare autocontrollo e rispetto per i compagni ed i docenti – essere propositivi senza atteggiamenti di rifiuto o scarsa partecipazione.

 Organizzazione – Acquisire un metodo di studio – eseguire i compiti assegnati con regolarità ed evitando accumulo di argomenti – utilizzo del libro di testo o altro materiale didattico indicato – lavorare in modo autonomo.

 Collegamenti - Saper distinguere le relazioni fra gli argoemnti e collegare due o più aspetti anche di discipline diverse.

 Altro (da specificare) ________________________________________________

 Obiettivi a medio termine:

 Abilità operative – Lettura – Esposizione – Spiegazioni.

 Comunicazione – Arricchimento del bagaglio lessicale – esprimersi in modo corretto ed appropriato – utilizzo delle terminologia specifica della disciplina.

 Potenziamento – Delle capacità di collegamento interdisciplinare –

incremento dell’interesse verso lo studio, approfondimento degli argomenti mediante lettura di giornali, riviste, libri, ecc.

 Obiettivi a lungo termine:

 Acquisire capacità di scrivere correttamente – Acquisire una buona

padronanza della lingua italiana – Scrivere e parlare correttamente la lingua italiana – padronanza dello strumento informatico –Acquisire una buona capacità di comprensione dei testi – Conoscenza degli elementi di base della disciplina – Acquisire comportamenti di convivenza civile, pacifica e democratica, tolleranza e rispetto del “diverso”, acquisire una formazione generale di tipo tecnico.

 Obiettivi didattici specifici – Tali obiettivi sono riscontrabili nell’allegato programma dei contenuti.

N.B. A seguito del ritorno alla DAD è necessario rimodulare parte della presente programmazione al fine di adattare gli interventi didattici educativi alle nuove condizioni. In linea di massima le finalità e gli obiettivi generali non subiranno modifiche, mentre sarà necessario rimodulare le metodologie, gli strumenti didattici, la tipologia di interazione con gli alunni, i materiali di studio, le tipologie delle prove e i criteri di valutazione.

(32)

32

7. METODOLOGIE DIDATTICHE

Al fine di raggiungere gli obiettivi prefissati, tenendo conto di quanto indicato dal Consiglio di classe e della situazione di partenza, sono state individuate due diverse tipologie di strategie didattiche; la modalità in presenza, se e quando si ritornerà in classe e la modalità a distanza.

N.B. Le due modalità andranno progettate entrambe al fine di non dover ritornare sull’argomento nel caso in cui l’emergenza Covid terminasse entro la fine dell’anno scolastico.

MADALITA’ IN PRESENZA Lezioni frontali

Gruppi di lavoro

Studio a casa su libro di testo

Su tracce o dispense fornite dal docente

Su appunti presi durante la lezione, ecc.

Lezione interattiva Percorsi individualizzati Attività di recupero Sostegno ed integrazione Approfondimento

Altro (da specificare) ____________

MODALITA’ DAD

Video lezioni in diretta(interazione immediata tra l’insegnante e gli alunni di una classe, previo accordo sulla data e sull’ora del collegamento).

Video lezioni in differita(trasmissione dei materiali, delle indicazioni di studio, delle esercitazioni da parte dell’insegnante in un dato momento e fruizione da parte degli studenti in un tempo a loro scelta, ma in un arco temporale indicato dall’insegnante);

Audio lezione differita o in diretta Chat

Consegna degli elaborati agli alunni tramite (specificare)_______________

Restituzione degli elaborati ai docenti tramite (specificare) ______________

8. STRUMENTI DIDATTICI Collegamento video diretto Chat di gruppo

Libro di testo

Video lezioni in diretta

Video lezioni in differita e trasmissione di materiali didattici (schede, mappe concettuali, appunti) prodotte dal docente e trasmissione su piattaforma digitale e successivarielaborazione e

discussione in diretta con il docente

Visione di filmati, documentariRAI, You Tube, Treccani, ecc.

Utilizzo di strumenti multimediali (specificare, anche in termini quantitativi) Altro: (da specificare) ________________________________________________

(33)

33

9. TIPOLOGIE DELLE PROVE DI VERIFICA UTILIZZATE IN MODALITA’ IN PRESENZA

(N.B. - Tale sezione sarà ugualmente progettata al fine di utilizzarla nel caso in cui l’emergenza Covid terminasse entro la fine dell’anno scolastico)

Scritto Orale Pratico Analisi e commento di un testo letterario e non letterario Saggio breve Relazione Soluzione di problemi a carattere professionale Trattazione sintetica di argomenti Quesiti a risposta singola Quesiti a risposta multipla Problemi a soluzione rapida Casi pratici e professionali Altro (specificare __________________________________________

10. TIPOLOGIE DELLE PROVE DI VERIFICA UTILIZZATE IN MODALITA’ A DISTANZA N.B. - Nella DAD non è possibile costruire il processo di verifica e valutazione sulle modalità definite per l’attività in presenza, in quanto le condizioni sono completamente cambiate. E’ necessario, in questo contesto, modificare i paradigmi di riferimento e puntare sull’aspetto formativo della valutazione. Il docente sulla base dei risultati riscontrati dà le opportune valutazioni evidenziando i miglioramenti ottenuti dallo studente e valorizzandone e privilegiando modalità di verifica e valutazione di tipo formativo. La valutazione nell’ambito dell’attività didattica a distanza deve tener conto non solo del livello di conseguimento, da parte di ciascun allievo, dei singoli obiettivi definiti dalla programmazione, della necessità degli allievi di essere supportati in un momento di incertezza e di insicurezza quale quello attuale.

ATTIVITA’ IN MODALITA’ SINCRONA

Esposizione autonoma a seguito di ricerca personale o approfondimenti di argomenti scelti dall’alunno con collegamento singolo, a piccolo gruppo o con tutta la classe che partecipa alla riunione.

Verifiche scritte strutturate tramite somministrazione di test o con consegna Attraverso piattaforma o altro modo virtuale

Esercitazioni assegnate agli alunni all’inizio della lezione e trasmesse al docente

al termine.

Questionari a temposomministrati con le stesse modalità precedenti

(34)

34

ATTIVITA’ IN MODALITA’ ASINCRONA

Produzioni di testi, relazioni, presentazioni multimediali di argomenti liberi o assegnati

Quesiti a risposta multipla

Altro (specificare ___________________________________________

Le prove e la laro valutazionedevono essere registrate come tali su registro on line.

11. CRITERI DI VALUTAZIONE UNICA SCRITTO-ORALE (VALUTAZIONE FORMATIVA) IN MODALITA’ DAD

In base alle precedenti azioni di verifica,per accertare il conseguimento degli obiettivi raggiunti saranno utilizzati i seguenti indicatori previsti dalla griglia unica di valutazione adottati dal Consiglio di classe.

Puntualità nelle consegne Presentazione del compito assegnato Competenze disciplinari Progressi rilevati rispetto alla fase iniziale Comportamento

12. CRITERI DI VALUTAZIONE SOMMATIVA (UTILIZZATA IN MADALITA’ IN PRESENZA) Le verifiche scritte ed orali, in base alle precedenti azioni di verifica,per accertare il conseguimento degli obiettivi sarà utilizzata la griglia unica di valutazione adottata dal Consiglio di classe (Allegato 2):

1. Verifiche orale: almeno 2 a bimestre per la valutazione intermedia o finale;

questionari e/o test in aggiunta/integrazione della verifica orale 2. Verifiche scritte: almeno 2 a bimestre. Potranno essere:

quesiti a risposta singola quesiti a risposta multipla svolgimento di un tema o traccia redazione di una relazione

Riferimenti

Documenti correlati

Didattica laboratoriale Didattica per problemi (Problem solving) Lavoro in coppie e a gruppi (Tutoring) Attività grafico/manipolative Compiti autentici o di realtà

Il Consiglio di classe ritiene necessario il controllo continuo e sistematico dei comportamenti e del lavoro svolto, affinché gli alunni, si avviino ad acquisire autonomia, senso

Legge in modo abbastanza scorrevole e corretto, comprendendo generalmente ciò che legge.. Legge in modo meccanico, comprendendo sufficientemente ciò

Per quanto concerne la valutazione degli obiettivi generali stabiliti, i docenti puntualizzeranno la situazione di partenza attraverso test d’ingresso e

• Relativamente ai tests motori: Esegue il test di forza esplosiva degli arti inferiori saltando almeno 199 cm (maschio) – 150 cm (femmina) – prestazione sufficien- te. Esegue

B.: la programmazione delle attività e delle uscite potrà essere modificata e/o integrata durante l’anno scolastico, sia in funzione delle eventuali proposte degli enti locali sia

-Conoscere il teorema di Pitagora e apprenderne le formule applicative -Saper riconoscere una terna pitagorica e saperla costruire -Sapere applicare il Teorema di Pitagora

Strumenti di valutazione adottati (tipi di verifiche)Le verifiche sono state orali ad anche scritte con somministrazione di “ problem solving “ e di prove simulate per