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EVIDENZE SULLA CRIOABLAZIONE NEL TRATTAMENTO DI PRIMA E SECONDA LINEA DELLA FIBRILLAZIONE ATRIALE PAROSSISTICA

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EVIDENZE SULLA CRIOABLAZIONE NEL TRATTAMENTO DI PRIMA E SECONDA LINEA DELLA FIBRILLAZIONE ATRIALE PAROSSISTICA

A cura del Gruppo di lavoro Regionale permanente sui Dispositivi Medici (GR-DM), istituito con Decreto n. 7468 del 17.05-2018

Estensori della prima versione: Sabrina Trippoli1, Laura Bartoli1, Elisa Ferracane1, Andrea Messori1 per il GR-DM. Clinici esperti che hanno revisionato il documento e approvato la versione finale: Giuseppe Arena2, Maria Grazia Bongiorni3, Giulio Zucchelli3 identificati dal GR- DM secondo criteri di attività scientifica e assistenziale.

1Regione Toscana, Firenze

2Ospedale Apuane, Massa Carrara

3Azienda Ospedaliera Universitaria Pisana, Pisa

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2 SOMMARIO

DISPOSITIVI MEDICI OGGETTO DELL’ANALISI SECONDO LA CND ...3

RIFERIMENTI NORMATIVI ...4

INTRODUZIONE ...5

ARTICOLAZIONE DEL DOCUMENTO ...6

FIBRILLAZIONE ATRIALE: INQUADRAMENTO DELLA PATOLOGIA...6

ABLAZIONE CON CATETERE: DESCRIZIONE DELLA PROCEDURA ...8

CATETERI PER CRIOABLAZIONE CARDIACA...9

EVIDENZE SULLA CRIOABLAZIONE NELLA FIBRILLAZIONE ATRIALE PAROSSISTICA CHE NON HA RISPOSTO ALLA TERAPIA FARMACOLOGICA...14

EVIDENZE SULLA CRIOABLAZIONE NELLA FIBRILLAZIONE ATRIALE PAROSSISTICA NON TRATTATA CON TERAPIA FARMACOLOGICA...17

LINEE GUIDA EUROPEE ...20

DATI DI CONSUMO E DI SPESA...21

CONSIDERAZIONI FINALI ...22

BIBLIOGRAFIA...22

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3 DISPOSITIVI MEDICI OGGETTO DELL’ANALISI SECONDO LA CND

Il presente documento prende in esame gli elettrocateteri per ablazione con crioenergia ap- partenenti alle classi CND sottoindicate.

La Classificazione Nazionale dei Dispositivi medici (CND) è stata istituita con Decreto Ministeriale del 25/09/2005 e viene periodicamente aggiornata dal Ministero della Salute (http://www.salute.gov.it/portale/temi/p2_6.jsp?lingua=italiano&id=328&area=dispositivi-

medici&menu=classificazione). L’ultimo aggiornamento risale al 13/03/2018.

CND DESCRIZIONE CND

C020302 ELETTROCATETERI PER ABLAZIONE CON CRIOENERGIA DI FOCI ARITMOGENI

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4 RIFERIMENTI NORMATIVI

Questo documento è stato redatto nell’ambito delle attività del Gruppo di Lavoro Regionale per- manente sui Dispositivi Medici istituito con Decreto dirigenziale n.7468/2018. In particolare, nella sezione “Compiti”, ai punti 2 e 3, si attribuiscono le funzioni, rispettivamente, di “redigere, sulla base di richieste di valutazione pervenute dalle singole aziende ed assegnate al gruppo, la relativa reportistica HTA o altro documento allo scopo individuato (es. linee di indirizzo)”, e di “elaborare su indicazione della Commissione regionale di valutazione delle tecnologie e degli investimenti sa- nitari proposte di pareri o raccomandazioni sui dispositivi medici a livello regionale, utilizzando la metodologia HTA, per migliorare la governance dei dispositivi con particolare attenzione alle fasi di approvvigionamento ed utilizzo”.

Le suddette attività sono coerenti con quanto previsto dal “Documento d'indirizzo per la stesura di capitolati di gara per l'acquisizione di dispositivi medici” (Decreto del Ministero della Salute, Gaz- zetta Ufficiale Della Repubblica Italiana, Serie generale - n. 253, 30-10-2018). Nel paragrafo 1.1,

“Dispositivi a media e alta complessità tecnologica e ad elevata innovazione”, di tale Decreto è di- fatti riportato che allo scopo di “garantire la qualità delle cure e la sostenibilità economica, secon- do una logica di processo di acquisto efficiente ed efficace, è fondamentale che le richieste di ac- quisto dei dispositivi siano accompagnate o valutate secondo i principi di Evidence Based Medicine (EBM) e i criteri di Health Technology Assessment (HTA). Le risultanze di queste analisi costituisco- no gli elementi su cui il gruppo di lavoro della Stazione Appaltante potrà definire la strategia di ga- ra, predisporre la documentazione e formulare il capitolato tecnico.”

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5 INTRODUZIONE

Negli ultimi anni si è assistito ad un crescente interesse per l’ablazione transcatetere nel tratta- mento della fibrillazione atriale (FA), grazie ad un miglioramento della sicurezza, efficacia ed effi- cienza delle tecniche ablative. Lo scopo principale di questa tecnica è quello di isolare elettrica- mente le vene polmonari, che costituiscono la sede più frequente dei foci aritmogeni, mediante l’erogazione di energia attraverso un catetere ablativo. A seconda della fonte energetica utilizzata si distinguono principalmente due tecniche: l’ablazione con radiofrequenza e la crioablazione.

La radiofrequenza è la tecnica ablativa più diffusa ed utilizza il calore allo scopo di provocare un danno al tessuto, generalmente “point-by-point”. Il suo utilizzo è oramai confermato come strate- gia di controllo del ritmo cardiaco in pazienti con FA parossistica o persistente, in caso di fallimen- to o intolleranza a un farmaco antiaritmico ed anche come approccio di prima linea in alternativa al trattamento farmacologico [Mao et al. 2020].

La crioablazione è una tecnica di più recente introduzione e, a differenza della prima, sfrutta come energia il freddo mediante una modalità “one-shot”. Il suo utilizzo in seconda linea è oramai da tempo affermato [Ravi et al. 2020, Fortuni et al. 2020] e due studi molto recenti contribuiscono a supportarne l’impiego anche in prima linea [Andrade et al. 2021, Wazni et al. 2021].

Il presente documento si pone l’obiettivo di inquadrare sintenticamente la patologia, la tecnica a- blativa che utilizza la crioenergia e i relativi cateteri, e infine di riportare le più recenti evidenze presenti in letteratura allo scopo di definire l’indicazione d’uso della crioablazione limitatamente alla fibrillazione atriale parossistica sia in prima che in seconda linea in confronto con la terapia medica e la radiofrequenza.

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6 ARTICOLAZIONE DEL DOCUMENTO

Il presente documento è articolato secondo lo schema seguente.

 La sezione "Fibrillazione atriale: inquadramento della patologia" presenta sinteticamente la patologia.

 La sezione "Ablazione con catetere: descrizione della procedura" riporta una breve descri- zione delle procedure di ablazione con catetere.

 La sezione "Cateteri per crioablazione cardiaca" presenta le caratteristiche tecniche degli elettrocateteri per crioablazione.

 La sezione "Evidenze sulla crioablazione nella fibrillazione atriale parossistica che non ha ri- sposto alla terapia farmacologica” presenta un esame delle evidenze relativamente all’utilizzo in seconda linea.

 La sezione "Evidenze sulla crioablazione nella fibrillazione atriale parossistica non trattata con farmaci" presenta un esame delle evidenze relativamente all’utilizzo in prima linea.

 La sezione "Linee guida" riporta le indicazioni delle più recenti linee guida europee sull’impiego dell’ablazione con catetere nel trattamento della fibrillazione atriale.

 La sezione "Dati di consumo e di spesa" riporta i consumi regionali degli elettrocateteri per ablazione nell’anno 2019 e 2020.

 La sezione "Considerazioni finali" contiene una rilettura di quanto complessivamente ripor- tato nel documento.

FIBRILLAZIONE ATRIALE: INQUADRAMENTO DELLA PATOLOGIA

La fibrillazione atriale (FA) è l'aritmia prolungata più comune riscontrata negli adulti e viene defini- ta come una tachiaritmia sopraventricolare con attivazione elettrica atriale non coordinata e con- seguentemente contrazione atriale inefficace [Hindricks et al. 2020]. È associata a morbilità e mor- talità sostanziali, determinando così un carico significativo per pazienti, salute sociale ed economia sanitaria. La prevalenza attualmente stimata di FA negli adulti è compresa tra il 2% e il 4%, e si prevede un ulteriore aumento a causa della longevità della popolazione generale e dell'intensifica- zione della ricerca di FA non diagnosticata [Hindricks et al. 2020].

I fattori di rischio includono età avanzata, malattia coronarica, sesso maschile, ascendenza euro- pea, ipertensione, obesità, fumo, diabete mellito, apnea ostruttiva del sonno e una storia familiare di FA in un parente di primo grado [Michaud et al. 2021]. La FA è associata a un'aumentata inci- denza di ictus (di un fattore di circa 4,0 negli uomini e 5,7 nelle donne), insufficienza cardiaca (di un fattore di 3,0 negli uomini e di 11,0 nelle donne) e demenza che è probabilmente correlata a ictus e ipoperfusione cerebrale (di un fattore 1,4 in una popolazione mista) [Hindricks et al. 2020].

Sebbene i meccanismi siano dibattuti e presumibilmente variano tra i pazienti, le anomalie dei

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7 miociti atriali elettrofisiologici così come i cambiamenti strutturali atriali, inclusa la fibrosi, proba- bilmente creano il substrato elettrico che causa la fibrillazione atriale. L'entità e la gravità delle anomalie aumentano con l'età e variano a seconda del tipo di FA [Michaud et al. 2021].

Sono state proposte diverse classificazioni della FA ma, tradizionalmente, si distinguono cinque ti- pi, in base alla presentazione, alla durata e alla cessazione spontanea degli episodi [Hindricks et al.

2020]:

- Prima diagnosi: FA non diagnosticata in precedenza, indipendentemente dalla sua durata o dalla presenza/gravità dei sintomi correlati alla FA.

- Parossistica: FA che si risolve spontaneamente o con intervento entro 7 giorni dall'esordio.

- Persistente: FA che si prolunga continuativamente oltre i 7 giorni, inclusi gli episodi inter- rotti dalla cardioversione (farmaci o cardioversione elettrica) dopo ≥ 7 giorni.

- Persistente di lunga durata: FA continua di durata > 12 mesi quando si decide di adottare una strategia di controllo del ritmo.

- Permanente: FA accettata dal paziente e dal medico e non verranno intrapresi ulteriori tentativi di ripristinare/mantenere il ritmo sinusale. La FA permanente rappresenta un at- teggiamento terapeutico del paziente e del medico piuttosto che un attributo fisiopatolo- gico intrinseco della FA e il termine non deve essere utilizzato nel contesto di una strategia di controllo del ritmo con terapia farmacologica antiaritmica o ablazione della FA. Se si a- dottasse una strategia di controllo del ritmo, l'aritmia sarebbe riclassificata come "FA per- sistente di lunga durata".

Il trattamento della fibrillazione atriale prevede il controllo della frequenza o del ritmo cardiaco, la prevenzione di eventi tromboembolici e il trattamento delle condizioni predisponenti e/o associa- te. La gestione del paziente, secondo le attuali linee guida europee [Hindricks et al. 2020], segue il percorso ABC (vedi Figura 1):

A come Anticoagulation/Avoid Stroke: identificare i pazienti a basso rischio (con CHA2DS2-VASc pa- ri a 0 nei maschi e 1 nelle femmine) e/o proporre una terapia preventiva in tutti gli altri casi, valu- tando il rischio emorragico e intervenendo sui fattori di rischio modificabili; utilizzare la terapia an- ticoagulante quando necessario (NAO/DOAC o warfarin, qualora il TTR [time in therapeutic range]

sia sotto controllo).

B come Better symptom control: valutare i sintomi, la qualità della vita e le preferenze del pazien- te, ottimizzare il controllo della frequenza cardiaca (beta-bloccanti, calcio-antagonisti non diidropi- ridinici, digossina e alcuni farmaci antiaritmici come amiodarone e in pazienti con inadeguato con- trollo possibilità di essere trattati con ablazione) e valutare una strategia di controllo del ritmo cardiaco (cardioversione elettrica o farmacologica, farmaci antiaritmici o ablazione).

C come Comorbidities/cardiovascular risk factor management: valutare le comorbilità e i fattori di rischio cardiovascolare e proporre variazioni degli stili di vita (diminuzione del grado di obesità, esercizio fisico regolare, diminuzione del consumo di alcolici, etc); queste nuove linee guida raffor- zano la necessità della loro gestione, in quanto è oramai dimostrato che la FA non si presenta mai da sola, ma sempre associata ad altre patologie.

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8 Figura 1. Il percorso ABC per trattare la fibrillazione atriale [Liverani 2020].

Rispetto alle terapie standard, il percorso ABC è associato a una diminuzione della mortalità per tutte le cause, dell’outcome composito di ictus/emorragia maggiore/morte cardiovascolare e pri- ma ospedalizzazione, e ad una riduzione di eventi cardiovascolari e dei costi sanitari associati [Hindricks et al. 2020].

ABLAZIONE CON CATETERE: DESCRIZIONE DELLA PROCEDURA

Come precedentemente introdotto, il controllo del ritmo cardiaco, inteso come il tentativo di ri- pristinare e mantenere il ritmo sinusale, rappresenta un approccio terapeutico nella gestione dei pazienti con FA sintomatica e prevede la combinazione di diversi trattamenti, compresa la cardio- versione, i farmaci antiaritmici e l’ablazione con catetere. L’obiettivo principale del controllo del ritmo cardiaco è ridurre i sintomi associati alla FA e migliorare la qualità della vita [Hindricks et al.

2020].

In estrema sintesi, l’ablazione con catetere consiste nell’inserimento di cateteri a livello cardiaco per individuare e successivamente isolare i foci aritmogeni responsabili della produzione o del mantenimento di battiti cardiaci anomali o irregolari. Poiché i trigger aritmogeni sono solitamente localizzati all’interno di una o più vene polmonari, la procedura ablativa più comunemente utilizza- ta per trattare la fibrillazione atriale consiste nell’isolamento delle vene polmonari (pulmonary vein isolation, PVI). Affinché la procedura sia efficace, è necessario ottenere un blocco elettrico bi- direzionale di tutte e quattro le vene polmonari [Negro et al. 2017]. L'isolamento elettrico a volte non è duraturo e prevede la ripetizione della procedura e, particolarmente nelle FA persistenti e di lunga durata, può non essere sufficiente per cui viene preso in considerazione un approccio più e- steso al substrato aritmico. La procedura viene eseguita in anestesia totale o locale. Il catetere è introdotto per via percutanea attraverso una vena (solitamente quella femorale) e guidato fino al- la camera atriale sotto controllo fluoroscopico. Attraverso la perforazione del setto interatriale mediante puntura transettale, il catetere è condotto dall’atrio destro a quello sinistro. Una volta individuati, i foci aritmogeni vengono distrutti o isolati in modo irreversibile mediante l’erogazione di energia attraverso un catetere ablativo. La fonte di energia utilizzata per l’isolamento delle vene polmonari può essere a radiofrequenza, crioenergia, laser, microonde o ultrasuoni. In Italia sono attualmente in commercio sistemi ablativi che utilizzano energia a radiofrequenza, crioenergia o energia laser [Negro et al. 2017].

Il metodo ablativo transcatetere più comunemente utilizzato è l’ablazione a radiofrequenza che

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9 utilizza il calore per isolare i foci aritmogeni. Il catetere ablatore è il mezzo di conduzione di cor- rente elettrica a radiofrequenza: la punta del catetere si riscalda e brucia, punto per punto, il tes- suto miocardico rendendolo elettricamente inerte. L'ablazione a radiofrequenza richiede un uso limitato della fluoroscopia, dato che la guida del catetere si ottiene con l'uso di un sistema di mappatura elettro-anatomica. In commercio sono presenti diverse tipologie di cateteri ablatori a radiofrequenza, tuttavia questi non sono oggetto di approfondimento del presente documento.

L’ablazione con crioenergia, o crioablazione, è un tipo di ablazione transcatetere che agisce con- gelando la regione bersaglio. L’ablazione si realizza attraverso la liberazione di un gas refrigerante pressurizzato, solitamente protossido di azoto, da una consolle esterna alla punta del catetere at- traverso un tubo di iniezione ultrafine. Prima del rilascio, il criorefrigerante viene pressurizzato at- traverso un tubo di restrizione progettato per massimizzare la caduta di temperatura attraverso l'effetto Joule-Thompson. La formazione di lesioni avviene attraverso un meccanismo di raffred- damento convettivo, per cui il criorefrigerante assorbe il calore dal miocardio circostante e ritorna alla consolle attraverso un lume di scarico centrale mantenuto sottovuoto. Questo processo si tra- duce in un danno cellulare indotto dal freddo dovuto a una combinazione di: danno cellulare diret- to secondario alla formazione di cristalli di ghiaccio e morte cellulare ischemica dovuta ad insuffi- cienza microcircolatoria [Andrade 2020]. La crioablazione può essere effettuata mediante cateteri lineari, circolari o a palloncino (cryoballoon) [Negro et al. 2017]. Quest’ultimo è stato sviluppato per creare una lesione circolare con una sola applicazione (modalità single-shot) intorno a ciascu- na vena polmonare in modo relativamente più semplice rispetto agli altri sistemi. Rispetto all’ablazione a radiofrequenza, la crioablazione richiede una guida fluoroscopica più estesa per po- sizionare il catetere a palloncino nelle vene polmonari [Kuck et al. 2016]. La Figura 2 mostra il meccanismo di funzionamento dei metodi ablativi a radiofrequenza e cryoballoon.

Figura 2. Metodi di ablazione con catetere [Kuck et al. 2016]

Il pannello A mostra il sistema con cryoballoon, un approccio a singola fase in cui un palloncino fornisce temperatu- re sotto lo zero all'antro della vena polmonare. Il pannello B mostra il sistema di ablazione con catetere a radiofre- quenza, che utilizza il trasferimento di energia termica al tessuto e fornisce una serie di lesioni collegate punto per punto con l'assistenza di un sistema di navigazione tridimensionale.

CATETERI PER CRIOABLAZIONE CARDIACA

La crioablazione, come già accennato, può essere effettuata mediante cateteri lineari, circolari e a palloncino. Attualmente, nella banca dati del Ministero della Salute (ultimo accesso 01/02/2021), risultano iscritti i cateteri Freezor® (Medtronic Cryocath LP), CryoICE® (AtriCure Inc.) e i cateteri a palloncino quali Arctic Front® (Medtronic Cryocath LP) e POLARx® (Boston Scientific Corporation).

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10 I cateteri lineari della famiglia Freezor® (Freezor®, Freezor XTRA®, Freezor MAX®) sono destinati al trattamento delle aritmie cardiache focali. Sono tutti dei cateteri monouso flessibili e orientabili disponibili in tre diverse tipologie differenti nelle caratteristiche morfologiche. Questi cateteri non sono però specificatamente indicati per la FA e per tale motivo non se ne riporterà un approfon- dimento. Fa eccezione Freezor MAX® che può essere utilizzato nel trattamento endocardico della FA parossistica per completare l'isolamento delle vene polmonari, qualora necessario.

La famiglia dei cateteri CryoICE® è destinata al trattamento criochirurgico delle aritmie cardiache.

Sono descritti come delle sonde monouso per il trattamento chirurgico endocavitario della FA tramite crioablazione. Esistono in commercio tre diversi modelli: CRYO 2, CRYO 3 (25% in meno di forza di piegatura necessaria per modellare rispetto a CRYO 2) e CryoFORM® (sonda ondulata do- tata di maggiore flessibilità).

L’avanzamento tecnologico ha portato allo sviluppo dei criopalloni, nuovi dispositivi in grado di ot- tenere l’isolamento delle vene polmonari con una singola applicazione, che hanno rivoluzionato letteralmente l'approccio all’ablazione con catetere in pazienti con FA. Esistono quattro modelli di criopallone prodotti dalla Medtronic Cryocath LP, così distinti [Osório et al. 2019]:

- Arctic Front®, criopallone di prima generazione (CB-1) dotato di quattro getti di raffredda- mento con una distanza di 7 mm dalla punta del palloncino.

- Arctic Front Advance®, criopallone di seconda generazione (CB-2) dotato di otto getti di raffreddamento (tecnologia EvenCool™) e con una distanza di 2,5 mm dalla punta del pal- loncino (più breve rispetto al CB-1), allo scopo di offrire una migliore uniformità della tem- peratura e consentire lesioni più ampie e omogenee.

- Arctic Front Advance ST®, criopallone di terza generazione (CB-3), si differenzia rispetto alle generazioni precedenti per una migliore manovrabilità e una punta del 40% più corta che permette la visualizzazione in tempo reale dell’avvenuta ablazione (TTI, tempo all’isolamento delle vene polmonari). Tuttavia, l'Arctic Front Advance ST® è stato ritirato dal mercato a causa di problemi tecnici con la sonda di temperatura e alcuni problemi di spostamento.

- Arctic Front Advance Pro™, criopallone di quarta generazione (CB-4), dotato di una punta più corta del 40% come il CB-3, che supera i problemi sopracitati.

I criopalloni, disponibili in due diametri di 23 e 28 mm, sono costituiti da un sistema a doppio pal- lone: il pallone interno contiene il liquido refrigerante, mentre quello esterno è progetto per evita- re la fuoriuscita del gas in caso di rottura del pallone interno.

Il sistema ablativo con criopallone per l’isolamento delle vene polmonari è composto da un crioca- tetere a palloncino flessibile su filo guida, da una serie di introduttori FlexCath®, da una consolle per crioablazione (CryoConsole®, Medtronic Cryocath LP) e da altri componenti correlati. Il crio- pallone viene inserito su un filo guida o un catetere di mappatura della famiglia Achieve ™ e attra- verso l’introduttore orientabile FlexCath Advance ™ nell'atrio sinistro. Una volta vicini alla vena polmonare di interesse, si esegue l’espansione del palloncino mediante insufflazione di aria, fino ad una perfetta adesione con le pareti (ostio) della vena. In questa fase risulta molto importante la verifica del corretto posizionamento del palloncino tramite iniezione del mezzo di contrasto. A vol- te, il palloncino potrebbe essere all'interno della vena causando complicanze alle strutture circo- stanti, come la lesione del nervo frenico. Dopo che il palloncino è stato posizionato correttamente, il catetere di mappatura Achieve ™ può essere regolato per ottenere le migliori registrazioni della vena polmonare. Infine, si passa all’esecuzione della crioablazione tramite l’erogazione di refrige- rante proveniente dalla consolle.

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11 La durata e il dosaggio dell’applicazione criogenica sono un argomento tuttora di grande interesse.

In genere l'applicazione varia tra 180 e 240 secondi, tenendo conto anche del tempo necessario per ottenere l'isolamento elettrico delle vene polmonari definito valutando la scomparsa dei po- tenziali venosi con catetere Achieve ™. Ad ogni modo, i medici possono modificare la durata preimpostata dell'ablazione basandosi sul proprio giudizio clinico con la raccomandazione di non superare i 240 secondi. Una volta conclusa la fase di crioablazione, il palloncino rimane gonfio e inizia la fase di scongelamento (il palloncino si sgonfia automaticamente quando la temperatura raggiunge i 20 °C). Stabilita l’avvenuta ablazione del tessuto cardiaco valutando l’isolamento elet- trico della vena polmonare dall’atrio sinistro, si può iniziare la fase che prevede di ritrarre il pallon- cino all’interno dell’introduttore [Jin et al. 2018].

Recentemente è stato introdotto sul mercato un altro criopallone, POLARx (Boston Scientific cor- poration), indicato per il trattamento di pazienti con fibrillazione atriale parossistica refrattaria ai farmaci. La principale differenza con il criopallone CB-4 della Medtronic è la presenza di una pres- sione che viene mantenuta costante all'interno del pallone POLARx anche durante la fase di con- gelamento [Yap et al. 2021]. POLARx è anch’esso costituito da un sistema a doppio pallone ed è dotato di 8 getti di raffreddamento. Viene utilizzato in combinazione con la Cryo-Console SMAR- TFREEZE ™ e si collega alla SMARTFREEZE consolle tramite il SMARTFREEZE Cryo-Cable (che conse- gna e rimuove protossido di azoto) e il SMARTFREEZE Catheter Extension Cable (per il collegamen- to elettrico tramite la connection box). POLARx è progettato per essere utilizzato con il catetere di mappaggio circolare POLARMAP ™ posizionato all'interno del lume del filo guida durante le proce- dure di ablazione. Durante una procedura di ablazione elettrofisiologica, il POLARx (compreso il POLARMAP) viene inserito attraverso un introduttore orientabile POLARSHEATH™ nel sistema ve- noso, diretto nell’atrio sinistro e verso l’ostio della vena polmonare d’interesse. Una volta verifica- to il posizionamento che occlude la vena polmonare, il refrigerante viene erogato attraverso il criocavo alla spirale di iniezione POLARx, che dirige il flusso del refrigerante verso la superficie di- stale interna del pallone. In questo modo si ottiene un’area raffreddata in corrispondenza dell’interfaccia tra il tessuto e il pallone, che aderisce alla superficie endocardica.

Le seguenti tabelle riassumono le principali caratteristiche dei cateteri a palloncino:

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12 Tabella 1. Caratteristiche dei cateteri a palloncino della famiglia Arctic Front.

Arctic Front Arctic Front Advance Arctic Front Advance PRO

REF 2AF231, 2AF281 2AF233, 2AF283 AFAPRO28, AFAPRO23

RDM 394952 533659, 1755993 1678610, 1678593

Classe di rischio III III III

Destinazione d’uso Il catetere per crioablazione Ar- ctic Front è destinato al tratta- mento di pazienti che soffrono di fibrillazione atriale parossi- stica.

Il catetere per crioablazione cardiaca Arctic Front Advance è destinato al trattamento dei pazienti affetti da fibrillazione atriale parossistica.

Il catetere per crioablazione car- diaca Arctic Front Advance PRO è indicato per il trattamento dei pazienti affetti da fibrillazione atriale.

Controindicazioni Il catetere per crioablazione cardiaca Arctic Front è controindicato:

- Nel ventricolo, a causa del pericolo di intrappolamento del catetere nelle corde tendinee;

- Nei pazienti affetti da infezioni sistemiche attive;

- In condizioni in cui la manipolazione del catetere all'interno del cuore potrebbe costituire un pericolo (ad esempio, in caso di trombosi murale intracardiaca);

- Nei pazienti affetti da crioglobulinemia;

- Nei pazienti con uno o più stent venosi polmonari.

SPECIFICHE TECNICHE Diametro del pal-

loncino gonfio

2AF231 23 mm 2AF281 28 mm

2AF233 23 mm

2AF283 28 mm AFAPRO23 23 mm

AFAPRO28 28 mm Dimensioni del

corpo del catetere

10,5 Fr 10,5 Fr 10,5 Fr

Diametro esterno della punta

9 Fr 9 Fr -

Introduttore rac- comandato

Serie di introduttori FlexCath da 12 Fr

Serie di introduttori FlexCath da

12 Fr Serie di introduttori FlexCath

Advance 12 Fr Lunghezza effetti-

va (con palloncino gonfiato)

100 cm 95 ± 2 cm 140 cm

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13 Tabella 2. Caratteristiche del catetere a palloncino POLARx.

POLARx

REF M004CRBS2000, M004CRBS2100

RDM 1916770/R

Classe di rischio III

Destinazione d’uso Il sistema di crioablazione cardiaca Boston Scientific che utilizza il catetere per crioablazione a pallonci- no POLARx è indicato per il trattamento di pazienti con fibrillazione atriale parossistica refrattaria ai farmaci.

Controindicazioni L’uso del POLARx è controindicato nei seguenti casi:

- Nei pazienti con un’infezione sistemica attiva, in quanto ciò può aumentare il rischio di endocar- dite e sepsi;

- Nei pazienti con mixoma o trombo intracardiaco in quanto il catetere potrebbe precipitare un evento embolico;

- In pazienti con protesi valvolare cardiaca (meccanica o tessutale);

- Nel ventricolo del cuore, dove il dispositivo potrebbe rimanere intrappolato in una valvola o nelle strutture delle corde tendinee;

- Nei pazienti con ventricolotomia o atriotomia recente, in quanto ciò può aumentare il rischio di perforazione cardiaca o di evento embolico;

- In pazienti con stent della vena polmonare, in quanto il POLARx può dislocare o danneggiare lo stent;

- Nei pazienti con crioglobulinemia in quanto l’applicazione di crioablazione può provocare lesioni vascolari;

- In condizioni in cui l’inserimento o la manipolazione nell’atrio non siano sicuri in quanto ciò po- trebbe aumentare il rischio di perforazione o di evento embolico sistemico;

- Nei pazienti che siano stati sottoposti a patch del setto intraatriale o a qualsiasi altro intervento chirurgico in prossimità del setto intra-atriale;

- Nei pazienti con un deflettore o una patch interatriale poiché la puntura transettale potrebbe non chiudersi;

- Nei pazienti affetti da ipercoagulopatia o dall’impossibilità di tollerare una terapia anticoagulante durante una procedura di elettrofisiologia;

- Nei pazienti con una controindicazione a una procedura di elettrofisiologia invasiva in cui l’inserimento o la manipolazione di un catetere nelle camere cardiache è ritenuto pericoloso.

SPECIFICHE TECNICHE Diametro catetere 11.8 F

Diametro pallone 28 mm Lunghezza effetti-

va catetere

99 cm

Lunghezza com- plessiva catetere

134 cm

Dimensione punta catetere

9 F

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14 EVIDENZE SULLA CRIOABLAZIONE NELLA FIBRILLAZIONE ATRIALE PAROSSISTICA CHE NON HA RI- SPOSTO ALLA TERAPIA FARMACOLOGICA

La ricerca Pubmed della letteratura secondaria (revisioni sistematiche e metanalisi) ha selezionato due metanalisi che hanno confrontato crioablazione verso radiofrequenza come prima procedura di ablazione in pazienti con fibrillazione atriale parossistica o persistente precedentemente trattati farmacologicamente [Ravi et al. 2020, Fortuni et al. 2020] (vedi diagramma di flusso PRISMA nella figura 3).

Ravi et al. hanno incluso nella loro analisi esclusivamente gli studi che utilizzavano criopalloni di seconda generazione, mentre Fortuni et al. hanno incluso studi con criopalloni sia di prima che di seconda generazione. Complessivamente, considerando l’intera popolazione di pazienti, la meta- nalisi di Ravi et al. non ha mostrato una differenza significativa in termini di incidenza di recidiva di FA tra le due procedure ablative (OR=0,95; IC95% 0,78-1,18); viceversa la metanalisi di Fortuni et al. ha trovato che la crioablazione riduce significativamente l’incidenza di recidiva di FA (RR 0,86;

IC95% 0,78-0,94); in entrambe le metanalisi i risultati non cambiano per tipo di fibrillazione atriale.

Inoltre, entrambi gli studi riportano una durata della procedura più breve con la crioablazione, la quale determina però una maggiore incidenza di paralisi del nervo frenico.

Con l’obiettivo di limitare la valutazione dell’ablazione con catetere alla FA parossistica (che rap- presenta l’oggetto di questo documento), il GRDM ha condotto una nuova metanalisi utilizzando come fonte dei dati gli studi delle metanalisi di Ravi e di Fortuni che avevano valutato solo la FA parossistica o quelli dai quali era possibile scorporare i dati dei pazienti con fibrillazione atriale pa- rossistica dall’intera casistica. A tale scopo è stato utillizzato come strumento di calcolo il pro- gramma free source OpenMetaAnalyst, adoperando un modello a effetto random e impostando i valori di frequenza in scala logaritmica (PLN, natural logarithm transformed proportion). Nel Fo- rest plot la colonna di sinistra riporta l’elenco dei singoli studi, i segmenti orizzontali rappresenta- no gli IC95% e il rombo rappresenta la stima metanalitica.

La metanalisi, condotta su 30 studi controllati randomizzati (figure 4 e 5), evidenzia che non vi è una differenza statisticamente significativa tra la crioablazione e l’ablazione con radiofrequenza in termini di recidiva a 12 mesi (RR=0,971, IC95% 0,826-1,142) e che la tipologia di pallone, di prima o di seconda generazione, non impatta sulla differenza tra le due procedure ablative.

(15)

15 Figura 3. Prisma Flow Diagram riferito alla ricerca Pubmed, condotta in data 10 Febbraio 2021, della let- teratura secondaria su crioablazione ed ablazione con radiofrequenza in seconda linea. Vedasi anche Ap-

pendice 2 (DOI 10.17605/OSF.IO/9M3EU, https://osf.io/v9shk/).

Screening IncludedInclusioncriteriaIdentification

Full-text articles assessed for inclusion criteria

(n =48)

Records identified through PubMed searching*

(n = 371)

*Keywords: atrial AND fibrillation AND (radiofrequency OR cryoablation OR ablation) Limits: last 10 years, systematic review, meta-analysis

Studies included in the analysis

(n = 2)

Records excluded because not aimed at evaluating ablation in atrial fibrilla-

tion

Full-text articles excluded because duplicate

(n = 45)

(16)

16 Figura 4. Forest plot che descrive le recidive di FA a 12 mesi in pazienti con FA parossistica sottoposti ad ablazione con criopallone vs radiofrequenza come trattamento di seconda linea.

Figura 5. Forest Plot che riporta le recidive di FA a 12 mesi in pazienti con FA parossistica sottoposti ad ablazione con criopallone (gruppo 1 criopalloni di prima generazione, gruppo 2 criopalloni di seconda ge- nerazione) vs radiofrequenza come trattamento di seconda linea.

(17)

17 EVIDENZE SULLA CRIOABLAZIONE NELLA FIBRILLAZIONE ATRIALE PAROSSISTICA NON TRATTATA CON TERAPIA FARMACOLOGICA

La letteratura clinica a supporto dell’ablazione con catetere come approccio di prima linea nel trattamento della fibrillazione atriale è ancora piuttosto limitata ma di crescente interesse.

A tal proposito è stata eseguita una ricerca di letteratura primaria (studi controllati randomizzati) per selezionare gli studi condotti in questa popolazione di pazienti. Questa ricerca ha selezionato 2 studi pubblicati molto recentemente sull’impiego della crioablazione [Wazni et al. 2021, Andrade et al. 2021] e 3 studi sull’impiego della radiofrequenza [Morillo et al. 2014, Nielsen et al. 2012, Wazni et al. 2005] (Figura 6).

Figura 6. Prisma Flow Diagram riferito alla ricerca PubMed, condotta in data 10 febbraio 2021, della let- teratura primaria su crioablazione, radiofrequenza o terapia medica in prima linea della fibrillazione a- triale parossistica. Vedasi anche Appendice 3 (DOI 10.17605/OSF.IO/9M3EU, https://osf.io/v9shk/).

(18)

18 Il Forest Plot riportato in Figura 7 mostra i dati di esito relativi all’endpoint di recidiva di FA a 12 mesi, estratti da questi studi.

Figura 7. Forest Plot che riporta l’odds ratio di recidiva di FA, a 12 mesi in pazienti con FA parossistica sot- toposti ad ablazione con criopallone vs terapia medica come trattamento di prima linea (Pannello A) e in pazienti sottoposti ad ablazione con radiofrequenza vs terapia medica come trattamento di prima linea (Pannello B).

(19)

19 Abbreviazioni: Ev/Trt, eventi nel gruppo di trattamento; Ev/Ctrl, eventi nel gruppo di controllo; C.I., intervallo di confi- denza.

Allo scopo di confrontare le due tecniche ablative come trattamento di prima linea nella FA paros- sistica, il GRDM ha condotto una network metanalisi Bayesiana utilizzando come fonte dei dati gli studi sopracitati. Il modello Bayesiano adottato [Dias et al. 2011] è stato sviluppato dal Decision Support Unit del NICE (National Institute for Health and Care Excellence, UK). I risultati, espressi in termini di odds ratio (OR), sono stati associati al rispettivo intervallo di credibilità al 95% (95%CrI), che riflette un livello formale di significatività statistica al 5%. La Figura 8 mostra il risultato dell’analisi dei confronti diretti (linee continue) e indiretti (linee tratteggiate). Considerando l’endpoint di recidiva di FA a 12 mesi, entrambe le tecniche ablative hanno mostrato un’efficacia significativamente maggiore rispetto alla terapia medica. Di particolare interesse è il risultato del confronto indiretto tra radiofrequenza e crioablazione che ha dimostrato che non c’è una diffe- renza significativa tra le due tecniche ablative, essendo tuttavia presente un trend, peraltro mode- sto, favorevole alla radiofrequenza (OR=0,9594, 95%CrI 0,5187 – 1,614). Nell’analisi probabilistica condotta con il metodo SUCRA (surface under the cumulative ranking area), infatti, la radiofre- quenza si è classificata al primo posto, seguita da crioablazione e terapia medica (Figura 9).

Figura 8. Metanalisi a rete che confronta l’ablazione con radiofrequenza, con criopallone e la terapia me- dica nella FA parossistica in pazienti naïve. La schematizzazione grafica segue quanto proposto da Fadda et al. (2011, 2021). Il confronto tra radiofrequenza e terapia medica si basa su tre studi randomizzati (Cosedis et al. 2012, Morillo et al. 2014, Wazni et al. 2005), quello tra crioablazione e terapia medica su due studi randomizzati (Andrade et al. 2021, Wazni et al. 2021).

(20)

20 Figura 9. Ranking generato dalla network metanalisi Bayesiana.

I grafici riflettono un totale di 20.000 iterazioni. In ogni pannello, l'istogramma mostra la distribuzione per- centuale delle simulazioni da 1 (trattamento più efficace) a 3 (trattamento meno efficace); l'asse y mostra la probabilità su una scala da 0 a 1. La classifica generale dell'efficacia è stata la seguente: 1) radiofrequen- za; 2) crioablazione; 3) terapia medica.

LINEE GUIDA EUROPEE

Le più recenti Linee Guida prodotte dalla European Society of Cardiology (ESC) [Hindricks et al.

2020] indicano l'ablazione con catetere come strategia di controllo del ritmo cardiaco per il miglio- ramento dei sintomi delle recidive in pazienti con FA parossistica o persistente, in caso di fallimen- to o intolleranza a un farmaco antiaritmico di classe I o III. Le medesime Linee Guida indicano inol-

(21)

21 tre che l’ablazione con catetere potrebbe/dovrebbe essere presa in considerazione, in pazienti se- lezionati, anche come approccio di prima linea in alternativa ai farmaci antiaritmici, valutando i ri- schi, i benefici e le preferenze del paziente (vedi Figura 10).

Figura 10. Raccomandazioni della European Society of Cardiology.

DATI DI CONSUMO E DI SPESA

Le tabelle 3 e 4 riportano il dato di consumo e di spesa regionale dei cateteri per crioablazione per l’anno 2019 e 2020, rispettivamente. L’Appendice 1 riporta invece i consumi e la spesa degli elet- trocateri per crioenergia suddivisi per azienda erogatrice.

Tabella 3. Consumi e spesa totale per l’anno 2019.

CND Descrizione CND

Totale quantità regionale

(N)

Totale spesa re- gionale

(€) C020302 Elettrocateteri per ablazione con crioenergia di foci aritmogeni 286 1.134.356

Tabella 4. Consumi e spesa totale per l’anno 2020.

CND Descrizione CND

Totale quantità regionale

(N)

Totale spesa re- gionale

(€) C020302 Elettrocateteri per ablazione con crioenergia di foci aritmogeni 195 756.461

Fonte dati: Datamart FESDES. Ultimo aggiornamento: 26/01/2021.

(22)

22

La quantità e la spesa sono al netto di eventuali resi. Spesa e costo unitario sono comprensivi di IVA.

CONSIDERAZIONI FINALI

Negli ultimi anni si è assistito ad un crescente impiego della procedura di ablazione transcatetere nel trattamento della fibrillazione atriale parossistica e persistente soprattutto in pazienti che non hanno risposto ad una precedente terapia farmacologica [Hindricks et al. 2020, Mao et al. 2020, Ravi et al. 2020, Fortuni et al. 2020].

Nell’ambito delle tecniche di ablazione transcatetere, la radiofrequenza è più diffusa rispetto alla crioablazione. È probabile, tuttavia, che i risultati dei due recentissimi RCT pubblicati sul New En- gland Journal of Medicine [Andrade et al. 2021, Wazni et al. 2021], che documentano una migliore efficacia della crioablazione rispetto alla terapia medica nel trattamento di prima linea della FA a- triale parossistica, determinino un maggiore impiego dell’ablazione con criopalloni in questa popo- lazione di pazienti.

Da un confronto indiretto tra la radiofrequenza e la crioablazione per l’uso in pazienti con FA pa- rossistica, calcolato previa metanalisi dei risultati degli studi ad oggi disponibili sulle due tecniche ablative, è però emerso che, considerando l’endpoint di recidiva di FA a 12 mesi, le due procedure non differiscono significativamente risultando però un trend numerico favorevole alla radiofre- quenza.

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(24)

24 Appendice 1. Elettrocateteri per ablazione con crioenergia di foci aritmogeni: consumo e spesa per prodotto e per azienda erogatrice per l’anno 2019 e 2020.

Fonte dati: Datamart FESDES. Ultimo aggiornamento: 26/01/2021. La quantità e la spesa sono al netto di eventuali resi. Spesa e costo unitario sono comprensivi di IVA.

Anno 2019

Costo Unitario

Az. USL Toscana nordovest

Az. USL Toscana sudest

A.O. Pisana A.O.

Careggi

Fondaz. G.

Monasterio Totale Quantità

Totale Spesa

(€) (N) (N) (N) (N) (N) (N) (€)

2AF281; 2AF231 394952 4.254 21 2 23 97.844

2AF233; 2AF283 533659 4.108 49 22 87 21 179 735.294

207F1; 207F3; 207F5 394901 3.599 2 1 3 10.797

217F1; 217F3; 217F5 116371 3.599 2 2 7.198

217F1; 217F3; 217F5 394946 3.585 4 2 71 2 79 283.223

Totale: 49 25 26 162 24 286 1.134.356

REF RDM

FREEZOR XTRA FREEZOR XTRA

CND: C020302 - Elettrocateteri Per Ablazione Con Crioenergia Di Foci Aritmogeni

Nome Commerciale

ARCTIC FRONT ARCTIC FRONT ADVANCE FREEZOR

Anno 2020

Costo Unitario

Az. USL Toscana nordovest

Az. USL Toscana sudest

A.O. Pisana A.O.

Careggi

Fondaz. G.

Monasterio Totale Quantità

Totale Spesa

(€) (N) (N) (N) (N) (N) (N) (€)

2AF281; 2AF231 394952 4.148 6 6 24.888

2AF233; 2AF283 533659 4.148 21 9 17 10 57 236.436

AFAPRO28 1678610 3.892 31 9 9 19 13 81 315.248

207F1; 207F3; 207F5 394901 3.550 2 1 3 10.651

217F1; 217F3; 217F5 394946 3.526 1 42 5 48 169.238

Totale: 52 16 18 80 29 195 756.461

CND: C020302 - Elettrocateteri Per Ablazione Con Crioenergia Di Foci Aritmogeni

Nome Commerciale

ARCTIC FRONT ARCTIC FRONT ADVANCE ARCTIC FRONT ADVANCE PRO FREEZOR

REF RDM

FREEZOR XTRA

(25)

25 FIBRILLAZIONE ATRIALE – ABLAZIONE CON CATETERE: SCHEDA PAZIENTE CON FOLLOW-UP

Caratteristiche generali del paziente al baseline Campo*

Dati generali

Età (anni) A. 5N0

Genere (M/F) B. 1C

Peso corporeo (kg) C. 5N1

Creatininemia (mg/dl) D. 5N2

Fattori di rischio

Obesità (Sì/No) E. 1C

Fumatore abituale (Sì/No) F. 1C

Ipertensione (Sì/No) G. 1C

Malattia coronarica (Sì/No) H. 1C

Precedente ictus o attacco

ischemico transitorio (Sì/No) I. 1C

Apnea ostruttiva del sonno (Sì/No) J. 1C

Diabete (Sì/No) K. 1C

CHADS-VASC L. 1N0

HAS-BLED M. 1N0

Dilatazione atriale sin. (Si/No) N. 1C

- Beta bloccanti

- Diuretic

- Calcio antagonisti non-diidropiridinici

- ACE inibitori

- Antagonisti dei re- cettori

dell’angiotensina II

- Statine

- Antagonisti del re- cettore dei mineral- corticoidi

- Anticoagulanti orali

- Aspirina

O. 60C

Precedente utilizzo di far- maci antiaritmici di classe I o III

(Sì/No) P. 1C

Diagnosi

Tipo di fibrillazione atriale - Parossistica

- Persistente

- Persistente “long- lasting”

Q. 15C

(26)

26 Caratteristiche relative all’intervento di ablazione con

catetere

Data dell’intervento (aaaa-mm-gg) R. 10C

Tipo di ablazione con catete-

re - Radiofrequenza

- Crioablazione

- Altro

S. 15C

Tipo di catetere

Nome commerciale del ca- tetere utilizzato con rispet- tivo REF

T. 80C.

Codice ESTAR/UDI U. 15C

RDM V. 6N0

Risultati iniziali della procedura Isolamente completo delle

vene polmonari (Sì/No) W. 1C

Paziente sottoposto ad ul- teriori procedure di abla- zione entro 90 giorni dall’intervento

(Sì/No) X. 1C

Recidiva di fibrillazione atriale entro 90 giorni

(Sì/No) Y. xxx

Lesioni ablative aggiuntive (Sì/No) Z. 1C

Note Opzionali AA. 80C

Risultati al follow-up di 12 mesi Paziente sottoposto ad ul-

teriori procedure di abla- zione dopo 90 giorni dall’intervento

(Sì/No) BB. 1C

Utilizzo di farmaci antia- ritmici dopo 90 giorni dall’intervento

(Sì/No) CC. 1C

Cardioversione dopo 90 giorni dall’intervento

(Sì/No) DD. 1C

Recidiva di fibrillazione atriale dopo 90 giorni

(Sì/No) EE. 1C

Note (in testo libero) Opzionali FF. 80C

*In questa colonna, i campi alfabetici vengono indicati con la sigla “(numero di caratteri)C”, e quindi ad esempio “10C”

significa campo alfabetico di 10 caratteri, mentre i campi numerici vengono indicati con la sigla “(numero complessivo di cifre intere più decimali)N(numero di cifre decimali)”, e quindi ad esempio “5N0” significa campo numerico con cinque cifre intere e con zero decimali.

Nota conclusiva: il documento pre-gara è stato approvato nella riunione del GRDM svoltasi in data 9 Aprile 2021; la scheda di follow-up è stata approvata nella riunione del GRDM svoltasi in data 17 Maggio 2021 ed è comprensiva di alcune integrazioni stabilite il 24 Maggio 2021.

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