L’acqua è vita
Educazione Civica compresenza Scienze Motorie Prof Annamaria Morella Prof Antonio Casparriello
Anno scolastico 2020/21
Maria Francesca Sorrentino
Classe 1° Liceo Classico Aeclanum
L’acqua è vita
Le infrastrutture sanitarie hanno permesso alle comunità di realizzare condizioni tali da ridurre notevolmente il peso delle malattie trasferibili dall’acqua, ciò ha permesso anche un notevole miglioramento della vita, della longevità, perfino in alcuni paesi più poveri del mondo. Se si
ammette che l’accesso all’acqua pulita e potabile è un diritto
fondamentale dell’uomo. Se l’accesso all’acqua è un diritto fondamentale è responsabilità di tutti i governi dei vari paesi del mondo fornire le
infrastrutture e il sostegno di garantire il successo nel raggiungimento di questo diritto fondamentale. “L’acqua sostiene la vita, ma l’acqua pulita e potabile definisce la civiltà”. Al giorno d’oggi purtroppo circa un miliardo di persone non ha ancora accesso ai servizi igienicosanitari, molti sono i
progetti per impianti idrici nei paesi in via di sviluppo, questi progetti mirano tutti a separare l’acqua potabile dalle acque reflue.
La mappa della sete nel mondo
Non si è mai parlato come negli ultimi anni di diritto all’acqua per gli abitanti del nostro pianeta, perché mai come oggi l’accesso dei popoli all’acqua è stato tanto minacciato. La minaccia più grave deriva dal fatto che l’acqua è
spesso considerata una merce. L’acqua è un patrimonio indispensabile per tutta l’umanità: è rinnovabile, ma non è
infinita; essa non va sprecata e ciascuno di noi, deve contribuire alla sua tutela attraverso piccole azioni quotidiane
rivolte a garantire l’uso di questa straordinaria risorsa anche alle future generazioni.
Stress idrico
È necessario sottolineare che i consumi riferiti all’uomo di oggi comprendono anche i consumi occulti;
per il periodo degli ultimi 100 anni si evince una crescita di tale consumo in modo quasi esponenziale.
Questo aumento di consumo è dovuto all’aumento della popolazione e allo sviluppo delle attività industriali e agricole. In un contesto di crescente stress idrico, e con particolare riferimento alle problematiche di sfruttamento ed inquinamento delle falde, la Water Footprint
si propone come un utile mezzo per quantificare e comunicare gli impatti ambientali e per l’ottimizzazione dei processi produttivi. La WATER FOOTPRINT (impronta idrica) è un indicatore del consumo di acqua dolce che include sia l’uso diretto che indiretto di acqua da parte di un consumatore o di un produttore.
L’impronta idrica di un singolo, una comunità o di un’azienda è definita come il volume totale di acqua dolce utilizzata per
produrre beni e servizi, misurata in termini di volumi d’acqua consumati (evaporati o incorporati in un prodotto) e inquinati per unità di tempo. La metodologia di calcolo di riferimento è quella del “Water Footprint Assessment Manual” (2011), standard che si è affermato a livello mondiale e che è stato sviluppato dal Water Footprint Network, una piattaforma internazionale che
riunisce associazioni governative e non, istituti di ricerca, università, imprese alla disuguale distribuzione di questa risorsa a livello mondiale si sommano il problema della sua gestione inefficace e del suo sfruttamento, senza considerazione dei problemi
ambientali e di giustizia sociale collegati alla questione delle risorse idriche.
Una conseguenza di questi problemi è la negazione sistematica del diritto all’acqua a quasi un terzo della popolazione mondiale.
Questo progetto, anche tramite incontri e laboratori specifici, vuole promuovere il concetto di acqua come bene comune e prezioso e sensibilizzare gli studenti verso un suo uso responsabile. alcune previsioni, tra il 1990 e il 2025, Il numero di persone che vivono in paesi privi di una quantità adeguata di acqua salirà da 131 milioni a 817 milioni.
Vi è crisi idrica quando la quantità disponibile pro capite annua è inferiore a 1000 m³.
Sotto questa soglia lo sviluppo e la salute di un paese sono fortemente ostacolati. Mentre al di sotto di 500 m³ pro capite la sopravvivenza della popolazione è gravemente compromessa.
Tale situazione è da attribuire alle seguenti cause:
•alla devastazione ecologica della terra
•all'inquinamento
•alla deforestazione e conseguente desertificazione
•agli sprechi
•alle privatizzazioni
È necessario indirizzare l’atteggiamento sull’uso di questa risorsa verso la consapevolezza che “l’acqua è la sostanza più preziosa del nostro pianeta e gioca ovunque un ruolo importante per tutti gli ecosistemi e per la vita umana”.
Le funzioni principali dell’acqua sono:
- sciogliere le sostanze nutritive e trasportarle in tutte le cellule;
- prelevare le sostanze di rifiuto e trasportarle all’esterno;
- intervenire al mantenimento della temperatura corporea;
- permettere il meccanismo dell’osmosi;
- lubrificare organi e giunture;
- mettere in comunicazione le varie parti del corpo.
Quanta acqua bisogna bere al giorno?
In linea generale si consiglia di bere almeno un litro e mezzo di acqua al giorno. È particolarmente importante aumentare l’apporto idrico durante i mesi estivi e quando si fa sport, in modo da
recuperare l’acqua persa con la sudorazione. La disidratazione, anche se modesta, è una
condizione pericolosa per l’organismo; infatti, una diminuzione del 7% dell’acqua corporea totale è sufficiente per mettere in pericolo la propria sopravvivenza. È molto importante quindi mantenere il bilancio idrico in equilibrio.
È comunque possibile calcolare la quantità giusta di acqua da bere ogni giorno con questa formula:
(peso corporeo in kg X 3) : 100, litri