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I parte Disegnare ed elaborare le informazioni con il CAD

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Academic year: 2022

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CAD

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Creare ed utilizzare un computer virtuale

Per rendere più agevole il nostro lavoro insieme, dal momento che ciascuno è abitua- to a lavorare con computer differenti con hardware e software diversi ricorreremo a uno stratagemma: utilizzeremo una macchina virtuale uguale per tutti. Un computer virtuale si comporta in tutto (o quasi) come un computer fisico. Il sistema operativo installato in una macchina non “percepisce” che l’ambiente in cui è installato non è una macchina fisica e funziona in modo del tutto simile a come funzionerebbe se installato in un computer vero e proprio. I dischi virtuali utilizzati da queste macchine, sono dei file. File molto grandi in cui è contenuto l’intero sistema operativo, i softwa- re, ed eventualmente anche i dati.

Virtualbox è un software gratuito sviluppato da Oracle in grado di creare e far funzio- nare macchine virtuali. Può essere scaricato in diverse versioni a seconda del siste- ma operativo della macchina ospite su cui si vuol far funzionare il computer virtuale.

Una volta installato virtualbox è possibile creare una nuova macchina virtuale attra- verso pochi semplici passaggi facendo click sul tasto per la creazione di una nuova macchina virtuale.

1) Nome del computer e sistema operativo.

Specifichiamo il nome della macchina ed il sistema operativo. Utilizzeremo come si- stema operativo Windows XP a 32 bit: attenzione a non confonderlo con la versione a 64 bit.

2) RAM.

Specifichiamo quanta RAM verrà riservata alla macchina virtuale per il suo funzio- namento. La quantità di memoria dipende da quella effettivamente disponibile sul- la macchina ospite. La zona del cursore marcata di rosso è da considerare critica perché significherebbe che stiamo sottraendo troppe risorse alla macchina ospite rallentandola eccessivamente. Ricordiamoci che in ogni caso XP non gestisce più di 3.5 Gb di RAM per cui è inutile riservarne di più.

3) Disco virtuale nuovo o disco esistente.

Specifichiamo il disco virtuale da utilizzare: è possibile crearne un nuovo disco vuoto oppure utilizzare un disco esistente. Se decidiamo di utilizzare un disco esistente dovremo specificare la sua posizione. In questo caso è importante che il file VDI sia posizionato in una cartella stabile in maniera che virtual box possa trovarlo quan- do avviamo la macchina. Evitiamo ad esempio di collegare un disco posizionato su un’unità esterna come una chiavetta USB o un HD esterno perché non è sicuro che all’avvio della macchina il file venga trovato nella stessa posizione. È consigliabile posizionare il file in una cartella diversa da quelle su cui si lavora abitualmente per evitare che sbadatamente il file possa essere spostato o cancellato. Se all’avvio della

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Creazione di una nuova macchina virtuale: viene avviata una proce- dura guidata.

1) selezioniamo il nome della macchina e il sistema operativo.

2) selezioniamo la quantità di me- moria da riservare al funzionamen- to della macchina virtuale quando questa viene avviata.

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Quando viene creata una macchina virtuale, Virtualbox crea una cartella in cui posi- ziona tutti i file con le impostazioni della macchina ed eventuali dischi virtuali. Pos- siamo allora copiare in questa cartella il file relativo ad un eventuale disco virtuale già esistente e quindi specificare che questo è il disco che dovrà essere usato dalla macchina. Dalle impostazioni, selezioniamo “archiviazione”, quindi “controller IDE”

ed infine “aggiungi disco fisso”.

Nota sui dischi virtuali:

I dischi virtuali possono essere creati in diversi formati. I dischi che utilizziamo hanno il formato VDI. Questo formato permette due opzioni: “dimensione fissa”, ed “allo- cazione dinamica”. Quando si crea un disco virtuale è necessario specificare la sua dimensione, ad esempio 15 GB. Un disco VDI di 15 Gb con allocazione dinamica, non corrisponderà necessariamente ad un file del peso di 15 Gb. Man mano che il disco verrà riempito la dimensione del file crescerà fino ad arrivare alla capacità massima di 15 Gb. Si deve però considerare che, cancellando file sul disco virtuale, la dimensione del file VDI non diminuirà (può solo aumentare). Per “compattare” un disco virtuale esistono apposite tecniche ma questi argomenti esulano dalle nostre finalità. La cosa migliore dunque è utilizzare il disco virtuale unicamente per il sistema operativo ed i programmi evitando di utilizzarlo per conservare dati. Chi legge allora starà chiedendosi: e dove posso salvare i dati? La risposta è: sul computer ospite naturalmente, all’esterno dell’ambiente virtuale attraverso una cartella condivisa tra il computer ospite e il computer virtuale.

4) creazione di una cartella condivisa.

Una cartella condivisa è una “finestra” sul mondo esterno attraverso la quale la mac- china virtuale può accedere ai file presenti nella macchina ospite. È possibile creare una o più di queste cartelle specificando se l’accesso è in lettura oppure in lettura e scrittura e se le cartelle dovranno essere montate automaticamente all’avvio della macchina virtuale. A questo punto è possibile lavorare su file esterni senza dover appesantire il disco virtuale. Ricordiamoci però che questo collegamento passa at- traverso la scheda di rete e dunque rallenta un po’ le operazioni. Se si ha necessità di lavorare in una macchina virtuale con dei file molto pesanti, una buona idea può essere quella di creare un secondo disco virtuale solo per i dati, proprio come se andassimo in un negozio di computer e comprassimo un HD supplementare per il nostro computer.

CD ROM.

E l’unità CD/DVD? Anche in questo caso possiamo scegliere cosa fare. Possiamo far sì che la macchina virtuale condivida il lettore CD della macchina host oppure possiamo “caricare” al posto del CD un file .ISO ossia un’immagine di un CD. Per la macchina virtuale sarà come se avessimo aperto il comparto dei CD e avessimo inserito un CD.

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3) disco fisso: possiamo creare un hard disk virtuale vuoto o selezionarne uno esistente (nel primo caso chiaramente perché la macchina possa funzionare dovre- mo installare il sistema operativo ex novo).

3b) disco fisso: possiamo anche creare una macchina priva di disco per poi collegare in un secondo momento un disco esistente. Chiaramente fino a che la macchina non ha un disco in cui sia installato un sistema operativo funzionante questa non potrà essere avviata per questo Virtualbox ci chiede se vogliamo proseguire.

Facendo click sul tasto “crea”

dalla finestra di riepilogo la nuova macchina viene creata. Virtual box salva tutte le impostazioni della macchina in una cartella con il nome della macchina stessa. La cartella è posizionata in c:\users\

[nome utente]\Virtualbox VMS\

(Il percorso può essere legger- mente diverso a seconda del sistema operativo del computer ospite).

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3b) disco fisso:

Una volta creata la macchina, dalle impostazioni possiamo ag- giungere e rimuovere dischi e CD.

É come se aprissimo il computer e installassimo nuovi hard disk.

4) Cartelle condivise Sempre dalle impostazioni pos- siamo scegliere una o più cartelle della macchina ospite che saranno viste dalla macchina virtuale come unità di rete. In questo modo pos- siamo rendere accessibili i nostri dati alla macchina virtuale.

5) Rete

Possiamo scegliere come la mac- china virtuale sarà connessa alla rete. Come opzione predefinita la macchina condivide la connessio- ne a internet della macchina ospi- te. Se non vogliamo correre rischi (ad esempio perché non abbiamo installato un antivirus sulla mac- china virtuale) possiamo togliere la spunta da “abilita scheda di rete”. Questo equivale all’aprire il case e staccare la scheda di rete

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un dispositivo di archiviazione USB possiamo scegliere se indirizzarlo alla macchina virtuale. Resta comunque sempre la comoda possibilità di scambiare file attraverso le cartelle condivise.

5) Impostazioni di rete.

Come opzione predefinita le macchine virtuali condividono la connessione di rete della macchina ospite. È possibile, attraverso le impostazioni, scollegare la macchina virtuale dalla rete o addirittura disabilitare la scheda di rete. L’ambiente in cui lavore- remo è stato lasciato il più possibile leggero e dunque non è stato installato alcun software antivirus. È raccomandabile disabilitare la connessione di rete per questa macchina, per evitare di esporla inutilmente a dei rischi.

A questo punto tutto è veramente pronto per usare in nostro computer virtuale. Non resta che avviare la macchina e vedere come funziona. Se tutto è andato per il verso giusto avremo un nuovo computer “in finestra”. Per spegnerlo si utilizza la normale procedura prevista dal sistema operativo. Nel caso di XP ad esempio bisogna andare su “start” e selezionare “spegni computer”. Spegnere il computer in altri modi (ad esempio chiudendone la finestra) è sconsigliabile. È come se strappassimo la spina al computer, pratica che il sistema operativo normalmente non gradisce molto.

6) installazione del “guest addition” Ogni macchina ospite è diversa. Il “guest addi- tion” è un kit che permette alla macchina virtuale di utilizzare in maniera ottimale i driver della macchina ospite. Per installarlo selezionate “installa guest addition” dal menu “dispositivi” nella parte alta della finestra visibile quando la macchina virtuale è avviata.

6) che cosa fare in caso di crash del sistema? Questo è probabilmente l’aspetto più rassicurante dell’uso di un sistema virtuale. Se per qualunque ragione il sistema si corrompe è sempre possibile ripristinarlo in un modo semplicissimo: basta buttare il file VDI e sostituirlo con un suo backup: la macchina tornerà esattamente come prima.

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6: Installazione del “guest addition”: serve a ottimizzare il funzionamento della macchina virtuale per l’hardware della mac- china ospite. Avviata la macchina scegliamo “installa guest addition”

dal menu “dispositivi”. Seguiamo la procedura accettando le opzioni di default e al termine riavviamo la macchina virtuale.

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