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Guido Mattei

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Academic year: 2021

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Cambiamento Climatico: “Valutazione delle strategie Europee sull’adattamento del cambiamento climatico”

Guido Mattei

Introduzione

Per cambiamento climatico si intende l’aumento delle temperature medie e della mutevolezza delle condizioni climatiche. Tali mutazioni sono dovute al cambiamento delle correnti oceaniche, all’attività dei vulcani, alle radiazioni solari e ad altre componenti del sistema climatico 1 e avranno un effetto immediato sulle temperature globali, ponendo seri rischi non solo a livello europeo ma anche mondiale.

I cambiamenti climatici continuano a crescere, mentre le principali emissioni di gas serra che guidano il cambiamento climatico sono a livelli record. Questo continua a rappresentare una minaccia senza precedenti per le nostre vite e società, minando diritti umani fondamentali. I dati WMO indicano che la tendenza al riscaldamento globale a lungo termine è proseguita nel 2018. I 20 anni più caldi mai registrati sono stati negli ultimi 22 anni, con i primi quattro negli ultimi quattro anni. La scienza non è mai stata più chiara: le attività umane hanno già causato circa 1,0 ° C di riscaldamento globale al di sopra dei livelli pre-industriali. Se non dimezziamo il GHG attuale emissioni entro i prossimi 11 anni, un riscaldamento del nostro pianeta di oltre 1,5 ° C non può più essere evitato 2 .

Sebbene ci siano molte opportunità di agire, l'attuale azione globale sul clima rimane altamente insufficiente, cioè troppo lenta e non sufficientemente efficace. Il Rapporto 2018 sulle emissioni delle emissioni dell'ONU indica che gli attuali impegni nazionali non sono sufficienti per colmare il divario delle emissioni entro il 2030 3 .

1 EKOenergy, Cambiamenti Climatici: Cause e Conseguenze

2 IPCC Special Report 15 https://www.ipcc.ch/sr15/

3 UN Environment Emission Gas Report 2018

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Iniziative per il cambiamento climatico in Europa

Il cambiamento climatico rappresenta uno dei tempi più discussi a livello non solo mondiale ma soprattutto europeo. La Commissione Europea è impegnata a promuovere direttive e strategie per ridurre drasticamente le emissioni di gas serra, principali responsabili del cambiamento climatico. Gli obiettivi 2030 dell’Unione Europea in materia di cambiamento climatico sono 4 :

 ridurre almeno del 40% le emissioni di gas serra rispetto ai livelli del 1990

 portare almeno al 27% la quota delle energie rinnovabili nel consumo totale di energia

 aumentare almeno del 27% l'efficienza energetica

Per quanto riguarda gli obiettivi a lungo termine, l’Unione Europea per il 2050 prevede una riduzione significativa delle emissioni di gas (80-95% in meno) 5 , tramite l’adozione di energie rinnovabili e pulite.

Il Parlamento ha proposto di dedicare almeno 1/4 del prossimo bilancio alla sostenibilità e il 35% dei fondi per la ricerca alla lotta al cambiamento climatico 6 .

Unione Energetica Resiliente

Un altro piano strategico promosso dalla Commissione Europea in materia di climate change è rappresentato dall’ Unione energetica 7 . La Commissione Europea prevede la creazione dell’Unione dell’energia resiliente, in combinazione con una politica solida e consistente per quanto riguarda i cambiamenti climatici. Tale Unione rappresenta uno degli impegni più importanti nell’agenda della UE per il suo impegno nel creare un’unione che garantisca energia sicura, sostenibile, competitiva ed accessibile a livello europeo. Essa prevede dunque la creazione di un sistema globale e giuridicamente vincolante per una transizione energetica socialmente equa, che garantisca la decarbonizzazione della UE 8 .

4 Commissione Europea, Quadro per il clima e l'energia 2030

5 Commissione Europea, Azione dell'UE per il clima

6 Antonio Tajani 16 Aprile 2019, Parlamento Europeo

7 Energy Union Package, European Commission

8 Opportunità dall’Europa, Italian Trade Agency – Ufficio di Bruxelles

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 Il sistema energetico in Europa in cifre 9

L'UE importa il 53% del proprio fabbisogno energetico, con un costo di 400 miliardi di euro, occupando il primo posto nel mondo per importazione di energia.

Sei Stati membri dipendono da un unico fornitore esterno per la totalità ̀ delle importazioni di gas e rimangono vulnerabili alle crisi di approvvigionamento.

Inoltre, è stato estimato che ogni punto percentuale di aumento del risparmio energetico possa consentire la riduzione delle importazioni di gas del 2,6% 10 . Complessivamente, l'UE spende circa 120 miliardi di euro all'anno, direttamente o indirettamente, in sovvenzioni a favore dell'energia spesso non giustificate. 11 I prezzi all'ingrosso dell'elettricità ̀ negli Stati Membri sono relativamente bassi, pur rimanendo superiori del 30% a quelli praticati negli Stati Uniti. I prezzi all'ingrosso del gas rimangono più che doppi rispetto a quelli in vigore negli Stati Uniti 12 . La differenza dei prezzi rispetto ad altri paesi esercita una pressione sulla competitività dell’industria europea, in particolare nei settori ad alta intensità energetica.

Nel comparto delle energie rinnovabili, le imprese dell'UE hanno un fatturato annuo di 129 miliardi di euro contando più di un milione di lavoratori 13 . Inoltre, le aziende energetiche europee possiedono il 40% di tutti i brevetti relativi alle tecnologie rinnovabili. 14

 Strategia dell’Unione Energetica

La strategia dell'Unione energetica si articola in cinque punti, strettamente legati, con l’obiettivo di migliorare la sicurezza, la sostenibilità e la competitività dell’approvvigionamento energetico:

- sicurezza energetica, solidarietà e fiducia,

- piena integrazione del mercato europeo dell'energia, - efficienza energetica per contenere la domanda, - decarbonizzazione dell'economia,

- ricerca, innovazione e competitività.

9 Energy Union Package, European Commission

10 Comunicazione "L'efficienza energetica e il suo contributo a favore della sicurezza energetica e del quadro 2030 in materia di clima ed energia", COM (2014) 520

11 "Strategia europea di sicurezza energetica", COM (2014) 330.

12 Commissione Europea, Calcoli della DG Energia sulla base di relazioni di mercato Platts e dati AIE per il primo semestre del 2014. https://www.bloomberg.com/graphics/gas-prices/#20184:United-States:USD:g 2019

13 Relazione Eur'Observeur 2014.

14 Commissione Europea, A fronte di una quota UE del 32% per tutti i brevetti su scala mondiale

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Nel maggio 2014 la Commissione Europea ha presentato, nella Strategia di sicurezza energetica 15 , come l'UE continui ad essere vulnerabile alle crisi esterne di approvvigionamento energetico e ha sollecitato i responsabili politici nazionali e dell'UE a spiegare ai cittadini europei le decisioni necessarie per diminuire la dipendenza dell’Unione da diversi combustibili. Infatti, l'Unione dell'energia si fonda su quest’ultima strategia.

Inoltre, gli elementi chiave della sicurezza energetica sono il completamento del mercato interno dell'energia e un consumo energetico più efficiente.

Per tale motivo, si è estimato che approcci comuni nel settore dell'energia possono rafforzare tutti gli stati dell'Unione europea, ad esempio in caso di problemi di approvvigionamento o di interruzione delle forniture. Lo spirito di solidarietà nelle questioni di energia è INOLTRE, chiaramente citato nel trattato e costituisce uno dei punti chiave dell'Unione dell'energia.

 Una politica dell'UE per il clima ambiziosa

L'accordo per il clima e l'energia 2030 sottolinea l'impegno dell'UE per una riduzione di almeno il 40% delle emissioni di gas a effetto serra interne rispetto al 1990. Si tratta di un contributo ambizioso ai negoziati internazionali sul clima confermato a livello Europeo tramite il nuovo regolamento per le emissioni di gas a effetto serra 16 . La Commissione Europea, insieme agli Stati membri, collaborerà con diversi player mondiali per convincerle ad aspirare agli obiettivi ambiziosi dell'Europa.

Punto chiave della politica climatica europea è il corretto funzionamento del sistema di scambio di quote di emissione dell'UE. La riserva stabilizzatrice del mercato e le misure obbligatorie per raggiungere l’obiettivo più ambizioso del 2030, permettono al sistema europeo di scambio delle quote di emissione di fissare un prezzo per le emissioni di CO2 e di incentivare diminuzioni delle emissioni di gas a effetto serra.

La Commissione europea pretende che il sistema di scambio di emissioni dell'UE rappresenti in pieno il suo ruolo di motore europeo neutrale ed efficiente a favore

15 COM(2014) 330.

16 Parlamento Europeo, Regulation on binding annual greenhouse gas emission reductions by Member States

from 2021 to 2030 contributing to climate action to meet commitments under the Paris Agreement and

amending Regulation (EU) No 525/2013.

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degli investimenti a basse emissioni di CO2. Per tale motivo, per garantire un’effettiva implementazione della strategia 2030, l’Unione europea ha estimato che gli investimenti annui ammonteranno a 38 miliari di euro per il periodo 2011- 2030. Tali investimenti saranno destinati specialmente al settore edilizio e terziario per creare più efficienza a livello energetico dei due settori. Per quanto riguarda il costo totale per un nuovo sistema energetico, si prevede che per il 2030 il costo sarà equivalente allo 0.15% del PIL dell’Unione Europea. Tali costi sono giustificati come uno shifting dai costi operativi (combustibili) ai costi di investimenti capitali della UE.

Inoltre, attraverso la formazione dei prezzi a livello dell'UE, il sistema rafforzerà il funzionamento del mercato interno dell'energia e incoraggerà la diffusione delle energie rinnovabili e di altre tecnologie a basse emissioni di CO2.

Per i settori che non rientrano nel sistema di scambio di quote di emissione dell'UE, gli obiettivi nazionali dovranno ancora essere definiti e il settore agro-forestale sarà inserito nel quadro UE 2030, garantendo che anche questi settori beneficino degli incentivi per mitigare le emissioni di gas a effetto serra.

Patto Europeo dei Sindaci per il clima e l’energia

La Commissione Europea promuove inoltre il Patto Europeo dei Sindaci per il clima e l’energia, che raggruppa 8800 città dell’Unione Europea rappresentando oltre 230 milioni di europei 17 . Il patto dei sindaci prevede una visione comune 18 per il cambiamento climatico, ovvero:

 Territori de-carbonizzati, contribuendo così a contenere l'incremento della temperatura globale al di sotto di + 2 °C al di sopra dei livelli preindustriali, in linea con l'accordo internazionale sul clima raggiunto alla conferenza COP 21 (Parigi, 2015)

 Territori più resilienti per far fronte agli effetti negativi del cambiamento climatico;

 Accesso universale a servizi energetici sicuri, sostenibili e alla portata di tutti, migliorando così la qualità della vita e la sicurezza energetica.

17 Opportunità dall’Europa, Italian Trade Agency – Ufficio di Bruxelles

18 Covenant of Mayors, EU

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Inoltre, le regioni europee usufruiranno di un supporto strategico per garantire innovazione nell'ambito dell’azione di transizione energetica e industriale.

Le autorità locali e regionali coinvolte nei piani d'azione del Patto europeo dei sindaci hanno raggiunto una riduzione delle emissioni di gas serra del 23%, ridotto il consumo finale di energia del 18% e si adoperano per aumentare la quota della produzione locale di energia per raggiungere il 19% dell'energia consumata entro il 2020 .

I firmatari del Patto nel 2019 sono 7.755, di cui 29 città non UE, che rappresentano oltre 250 milioni di europei attorno ai suoi obiettivi sempre più ambiziosi.

Sebbene siano stati adottati quasi 6.000 piani d'azione per l'energia sostenibile, solo 1.743 firmatari hanno presentato i rapporti di monitoraggio ed inoltre dal 2016 il numero di piani d'azione presentati non è aumentato.

Energia pulita per le isole dell'UE

La Commissione Europea promuove inoltre il programma sulle Energia pulita per le isole dell'Unione Europea, con lo scopo di facilitare la transizione energetica pulita nelle 1000 isole abitate della UE, e sostenerle nell’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili.

Inoltre, tale sostegno può aumentare il potenziale di efficienza energetica e le tecnologie innovative di stoccaggio e trasporto delle Isole della UE. Per tale motivo, questo sosterrà l’autosufficienza e ridurrà i costi, l'inquinamento, la dipendenza dal carbonio, creando allo stesso tempo crescita economica e posti di lavoro.

Cambiamento climatico Italia

Il cambiamento climatico rappresenta uno dei problemi più discussi anche a livello italiano.

Nel 2016, le emissioni di gas a effetto serra dell'UE sono state inferiori del 23% rispetto al livello del 1990 19 (Figura in basso), escludendo l'uso del suolo, i cambiamenti di uso del suolo e la silvicoltura e includendo il trasporto aereo internazionale.

19 Commissione Europea, “Due anni dopo Parigi – Progressi realizzati per conseguire gli impegni dell'UE in

materia di clima”

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In base agli studi del CNR-ISAC 20 , le temperature medie annuali in Italia sono cresciute negli ultimi due secoli di 1,7°C (pari a oltre 0,8°C per secolo), ma il contributo più rilevante a questo aumento è avvenuto in questi ultimi 50 anni, per i quali l’aumento è stato di circa 1,4°C (pari a circa 2,8°C per secolo). Le analisi delle serie temporali effettuate dall’ISPRA evidenziano una diminuzione della temperatura media in Italia dal 1961 al 1981 e un successivo incremento negli ultimi anni, per un aumento complessivo di circa 1,0.

A livello regionale nel 2018, la siccità ha raggiunto livelli record soprattutto nel centro-sud (Abruzzo e Molise), mentre allagamenti e piogge intense si sono verificate in modo costante in Sardegna. Inoltre, su tutto il territorio italiano, si è verificato un aumento del numero e dell’intensità delle trombe d’aria. Tali fenomeni hanno conseguenze drastiche sul territorio italiano, causando disagi sociali e economici in Italia.

Per quanto riguarda le città italiane, il cambiamento climatico rappresenta anche un argomento attuale e di primo ordine. La Mappa del Rischio climatico nelle città italiane – Legambiente 2018 21 identifica e elabora gli impatti degli eventi climatici nei centri urbani italiani.

Figura 2: Mappa del Rischio climatico nelle città italiane – Legambiente 2018

20 Associazione Agriregionieuropa, I cambiamenti climatici in Italia: quadro attuale, scenari, gap conoscitivi.

21 Legambiente, 2018

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Tra i problemi più significativi, si è identificata una forte crisi idrica legata alla siccità, facendo si che l’Italia risulti uno dei paesi maggiormente a rischio idrologico. Infatti, 88% dei comuni italiani presenta tale rischio e necessitano nuove azioni per tutelare tali risorse.

Inoltre, l’inquinamento urbano rappresenta un ulteriore problema legato al cambiamento climatico. In Italia nel 2018 22 , le città maggiormente coinvolte nell’inquinamento atmosferico sono state: Brescia, Lodi, Monza, Venezia, Alessandria, Milano, Torino, Padova, Bergamo, Cremona e Rovigo. Le alte percentuali di inquinamento dei comuni italiani fanno si che l’Italia non solo si posizioni tra i paesi europei peggiori per quanto riguarda l’inquinamento atmosferico, ma anche per quanto riguarda le morti premature all’anno dovute all’inquinamento atmosferico.

Azioni

Il problema del perché l'attuale azione per il clima sia insufficiente può essere inquadrato in molti modi e ha diverse ragioni psicologiche, sociali, politiche, economiche, tecniche e strutturali interconnesse. Tra le cause si possono citare: la mancanza di volontà politica, la mancanza di consapevolezza tra diversi attori, interessi economici acquisiti, strutture di potere e disuguaglianze, resistenza a cambiare il consumo sproporzionato delle risorse, insufficiente misure legislative e volontarie di conformità e la loro debole applicazione il mancato utilizzo di tecnologie “green”. Inoltre, costi e mancanza di incentivi contribuiscono fondamentalmente al problema.

Una delle sfide più urgenti per i paesi di tutto il mondo è come stimolare la crescita, aumentare l'accesso all'energia e migliorare la sicurezza alimentare, combattendo anche il riscaldamento globale. Ciò significa evolvere verso un nuovo modello economico sostenibile, partendo da "business as usual" e reindirizzare abitudini di consumo, investimenti, innovazione e commercio verso un progresso economico sostenibile che sia socialmente inclusivo e “carbon neutral”.

Ora disponiamo delle analisi scientifiche, tecnologiche, sociali ed economiche per sostenere la transizione verso un'economia inclusiva, verde e a basse emissioni di carbonio. Tuttavia, i cambiamenti di cui abbiamo bisogno sono complessi, in quanto sono di ampia portata e

22 Legambiente, 2018

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interconnessi. Le strategie di transizione possono avere successo solo se affrontate in un sistema sistematico, a livello locale e sovranazionale 23 .

Tuttavia è necessario avviare azioni puntuali attraverso il coinvolgimento e la guida delle autorità locali. Le città devono affrontare e adattarsi agli impatti che non possono essere evitati, c’è bisogno di incentivi e soluzioni per un uso più efficiente delle risorse, in particolare in settori come l'alloggio, l'energia e i trasporti; occorre sfruttare il potenziale ancora inespresso delle foreste; c’è inoltre bisogno di dati validi per capire dove siamo, in modo che possiamo prendere decisioni informate e progettare politiche migliori.

E’ necessario sviluppare nuove tecnologie che riducano il costo della mitigazione dei cambiamenti climatici e facilitino la diffusione di quelle esistenti e dobbiamo farlo in più settori in modo aperto e trasparente che coinvolga il pubblico nella ricerca di soluzioni e nell'azione.

Affrontare le molteplici sfide poste dai cambiamenti climatici richiederà approcci innovativi e soluzioni innovative. Il cambiamento tecnologico aprirà nuove opzioni politiche e ridurrà i costi della mitigazione e dell'adattamento ai cambiamenti climatici. Tecnologie innovative per i veicoli e sistemi di trasporto intelligenti, supportano un uso "più intelligente" e il passaggio dai combustibili fossili.

Migliorare l'efficienza energetica contribuisce alla mitigazione dei cambiamenti climatici riducendo l'uso delle risorse, il che aumenta anche la competitività. I benefici di una maggiore efficienza energetica sono ampi e vanno oltre i cambiamenti climatici, ma i progressi rimangono al di sotto potenziale. La produzione per unità di energia nei paesi dell'OCSE è ancora del 40% circa superiore rispetto alle economie di mercato emergenti ad alta intensità energetica dell'Europa e dell'Asia centrale 24 .

I benefici derivanti da una maggiore efficienza energetica possono essere sfruttati attraverso l'intera catena del valore, inclusi non solo i consumi ma anche la produzione, la generazione, la trasmissione e la distribuzione. I progetti di efficienza energetica spesso si ripagano dai risparmi realizzati, ma esistono ostacoli che impediscono di attirare gli investimenti necessari, pertanto è necessario adottare misure appropriate per sbloccare questo potenziale.

Molti paesi hanno iniziato a implementare politiche di efficienza energetica, ma è ancora

23 UNECE and Climate Change

24 UN Acting for Climate Stepping Up Climate Change Policies, Action and Awareness in the Region, March

2019

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necessario sviluppare capacità nei settori privato e pubblico per identificare, formulare, presentare e attuare questi progetti.

Il compito collettivo davanti a noi è enorme, i costi di un'azione insufficiente sono grandi, ma i benefici vanno ben oltre l'arresto dei cambiamenti climatici e questo è un lavoro che non ammette ritardi.

Bibliografia

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https://www.unece.org/fileadmin/DAM/information/1529385_UNECE_climate_change_inter

active.pdf

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