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IL DIABETE MELLITO IL DIABETE MELLITO

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(1)

IL DIABETE MELLITO IL DIABETE MELLITO

Definizione:

Definizione:

AUMENTO DELLA AUMENTO DELLA

CONCENTRAZIONE EMATICA CONCENTRAZIONE EMATICA

DI GLUCOSIO A DIGIUNO DI GLUCOSIO A DIGIUNO

G.D.

(2)

COLUI CHE EMETTE URINA CHE E' ECCESSIVAMENTE DOLCE, FREDDA, VISCIDA E CHE ASSOMIGLIA AL SUCCO

DELLA CANNA DA ZUCCHERO SOFFRE DI GLICOSURIA.

CI SONO DUE TIPI DI DISORDINI URINARI, UNO DOVUTO A FATTORI NATURALI, E L'ALTRO DOVUTO A

ECCESSI DIETETICI.

IL PAZIENTE CHE SOFFRE DEL PRIMO E' MAGRO, PALLIDO, MANGIA POCO E BEVE MOLTO IL PAZIENTE CHE SOFFRE DEL SECONDO E' GENERALMENTE OBESO,

MANGIA MOLTO, BEVE MOLTO, HA ABITUDINI SEDENTARIE E DORME MOLTO.

CHARAKA SAMHITA E SUSHNITA AYURVEDA ( 200-100 A.C.}

(3)

DIABETE MELLITO

Diabete : aumentato passaggio di liquidi attraverso il rene (poliuria) Mellito: presenza di glucosio nelle urine (glicosuria)

Diabete insipido: poliuria non accompagnata da glicosuria

D.M.: aumento della glicemia a digiuno cui conseguono alterazioni vascolari, retinopatia, nefropatia ecc.

Il D.M. comprende varie malattie geneticamente e clinicamente eterogenee con in comune l'intolleranza al glucosio

D.M. Primario: iperglicemia da insufficienza relativa o assoluta di insulina ed eccesso relativo o totale di glucagone

D.M. secondario: tutti gli altri stati iperglicemici (D.M. tipo l = IDDM D.M. D.M. tipo Il = NIDDM)

Diabete tipo I: Chetoacidosi se manca insulina- substrato genetico permissivo + fattore esterno (virale); riscontro di Abs antinsulina formati per perdita di Ag cellulari da parte della beta cellula

Diabete tipo ll: Determinato da fattori genetici- assenza di Abs anticellula;

resistenza all'insulina; le beta cellule producono insulina alterata

G.D.

(4)

IL DIABETE MELLITO: NUOVA CLASSIFICAZIONE MELLITO

I. Tipo 1 (distruzione β-cellulare fino a insulino resistenza assoluta)

A) IMMUNOMEDIATO B) IDIOPATICO

II. Tipo 2 ( da predominante insulino resistenza con associato deficit β-

cellulare relativo ad un difetto predominante di secrezione associato ad insulino-resistenza)

III. Altre forme ad eziologia nota:

1) Mutazioni note della funzione β_cellulare 2) Mutazioni note della azione insulinica 3) Malattie del pancreas esocrino

4) Altre endocrinopatie

5) Secondario a chimici o a farmaci 6) Infezioni

7) Forme rare immunomediate

8) Altre malattie genetiche associate al diabete

IV. Gravidico G:D:

(5)

IL DIABETE MELLITO:

NUOVI CRITERI DIAGNOSTICI DIABETE:

Glicemia a digiuno > 126 mg/dl

Glicemia causale >200 mg/dl + segni e sintomi Glicemia dopo OGTT > 200 mg/dl

IFG ( alterata glicemia adigiuno):

Glicemia adigiuno >110 e < 126 mg/dl

IGT (alterata tolleranza glucidica):

Glicemia dopo OGTT >140 e < 200 mg/dl

NORMALITA’:

Glicemia a digiuno < 110 mg/dl

Glicemia dopo OTGG < 140 mg dl

(6)

85.90 % DEI CASI DI DIABETE SEMBRA LEGATO A FATTORI AMBIENTALI, SOCIALI

(ALIMENTAZIONE , SEDENTARIETA' OBESITA' ECC.) INIZIO INTORNO AI 40 ANNI (70-90% OBESI) IPERGLICEMIA, POLIURIA, POLIDIPSIA, POLIFAGIA

PATOGENESI NON DEL TUTTO DEFINITA: INFLUENZA EREDITARIA CON DIFETTO GENETICO SPECIFICO SCONOSCIUTO

I DIABETICI DI TIPO II POSSONO ESSERE CLASSIFICATI IN BASE ALL 'ETROGENEITA‘ METABOLICA:

A) SOGGETTI CON ALTERATA RISPOSTA DELLE β- CELLULE AL GLUCOSIO PER ALTERATA SENSIBILITA' DEL RECETTORE DEL GLUCOSIO

B) RESISTENZA PERIFERICA ALL 'INSULINA (DIFETTO DEI RECETTORI TISSUTALI ALL 'INSULINA):

DIABETE MELLITO DI TIPO II

(7)

Patologia insulare nel Diabete di Tipo 2

Massa β-cellule :Ridotta, 60% del normale

cambiamenti Longitudinale :inizialmente ipertrofia

tardivamente marcata riduzione

Diabete non si instaura senza una secrezione insulinica che non compensa a lungo un’ insulina resistenza

Deposizione di amiloide nelle insule:

Effetti tossici sulle cell β residue.

G.D.

(8)
(9)

In su lin a

Shc

IRS-2

IRS-1 PI-3K

G lu co sio

Recettore

GLUT-4

In su lin a

G lu co sio

Recettore

CELLULA NORMALECELLULA NORMALE

PC-1

-

Sintesi di Glicogeno

Glicolisi

Sintesi di Glicogeno

Glicolisi

P P P

P P

P P P

P

GLUT-4

ShcIRS-2

IRS-1 PI-3K

TNF-

-

CELLULA

INSULINO-RESISTENTECELLULA INSULINO-RESISTENTE

G.D. G.D.

(10)

Cause di Insulino-resistenza

IPERPRODUZIONE DI SPECIFICI ORMONI

GH (Acromegalia)

Cortisolo (Sn. di Cushing) Catecolamine (Feocromocitoma)

Somatostatinoma Glucagonoma Ipertiroidismo

SN. MONOGENICHE CHE DETERMINANO DIFETTI CELLULARI INTRINSECI

Insulino-resistenza tipo A e tipo B, Lepreconismo, Sn. di

Rabson-Mendenhall, Diabete lipoatrofico

IGT, Diabete tipo 2, Obesità, CONDIZIONI PATOLOGICHE

Cirrosi epatica, Uremia

M. infiamm. croniche, Neoplasie maligne, Scompenso cardiaco

CONDIZIONI FISIOLOGICHE

Pubertà Gravidanza Invecchiamento

STRESS Traumi Interventi chirurgici

FARMACI Glucocorticoidi Diuretici tiazidici

FATTORI ESTERNI CHE INFLUENZANO LA RISPOSTA

CELLULARE

(11)

Muscolo: Ridotta captazione postprandiale di glucosio

Muscolo: Ridotta captazione postprandiale di glucosio

Fegato: Ridotta inibizione produzione postprandiale di glucosio Fegato: Ridotta inibizione produzione

postprandiale di glucosio

FFA

Lipotossicità Lipotossicità

Iperglicemia Iperglicemia

Iperinsulinemia Iperinsulinemia

Glucotossicità Glucotossicità

Difetto di secrezione

insulinica Difetto di secrezione

insulinica

Riduzione secrezione glucosio-indotta Riduzione secrezione

glucosio-indotta

Riduzione secrezione a digiuno

Riduzione secrezione

a digiuno Intolleranza glicidica Intolleranza

glicidica Aumento produzione

epatica di glucosio a digiuno

Aumento produzione epatica di glucosio

a digiuno

CIRCOLI VIZIOSI FISIOPATOLOGICI

Tessuto adiposo: Ridotta inibizione lipolisi

Tessuto adiposo: Ridotta inibizione lipolisi

Diabete tipo 2

Insulino-resistenza Insulino-resistenza

G.D.

(12)

Clearance degli acidi

g rassi liberi (FFA) da chilomicroni e VLDL

FFA

NORMALE SENSIBILITÀ INSULINICA

FFA

INSULINO-RESISTENZA

LIPOTOSSICITÀ

(13)

FFA

GLICEROLO

Produzione di glucosio Estrazione di Insulina

Sintesi di VLDL

Insulina

G.D.

(14)

LEPTINA

TNF

Resistina

Adiponectina

(15)

TNF-a : TUMOR NECROSIS FACTOR-a

+ +

Insulina

Tir-P

Tir-P Tir-P

Tir-P

IRS-1

Tir-P Tir-P

Tir-P Tir-P

Insulin a

IRS-1

Ser-P

Ser-P

Ser-P

Ser-P

-

TNF-

G.D.

(16)
(17)

IKK: I-Kappa- Kinase

L’infiammazione ha un ruolo importante nell’induzione di insulino-resistenza, probabilmente per motivi di protezione del sistema nervoso centrale e di ridistribuzione dei substrati energetici in

condizioni di stress. È possibile che questo sia un meccanismo di adattamento che, nelle forme croniche, diviene di maladattamento.

Di recente è stato dimostrato che che sia il TNF che gli FFA stimolano una chinasi denominata IKK la quale è coinvolta nel controllo dell’attivazione di NF-Kappa-B, molecola effettrice terminale degli

stimoli infiammatori. IKK fosforila Ik, che in condizioni basali lega e trattiene a livello citoplasmatico NF-Kappa-B, e ne induce la sua degradazione con conseguente traslocazione di NF-Kappa-B nel nucleo dove svolge la sua azione di fattore di trascrizione proinfiammatorio.

IKK inoltre è in grado di fosforilare in serina IRS1 e quindi rappresenta il mediatore degli effetti di inibizione del “signalimg” dell’insulina di TNF e FFA.

G.D.

(18)

DEPOSITI DI GRASSO E INSULINO-RESISTENZA

• Maggiore concentrazione di recettori dei corticosteroidi nel grasso viscerale rispetto a quello sottocutaneo.

• Ridotto effetto anti-lipolitico dell’insulina nel grasso viscerale rispetto a quello sottocutaneo, con aumento delle concentrazioni portali di FFA.

• Maggiore insulino-resistenza nell’obesità centrale

(androide) che in quella periferica (ginoide).

(19)

La SCOPERTA delle ISOLE di LANGERHANS La SCOPERTA delle ISOLE di LANGERHANS

Paul Langerhans - 1847-1888

Paul Langerhans, qui con i fratelli medici e il padre, nella sua tesi di laurea, a 22 anni, parlò per la prima volta delle isole che poi porteranno il suo nome, e che egli vide nel pancreas, distinte e totalmente diverse dal tessuto circostante. Egli le

chiamò "Haufchen", mucchietti.

Egli peraltro non seppe dare spiegazioni sulla funzione di queste strutture fino ad

allora sconosciute. G.D.

(20)

PRIMI TRATTAMENTI CON ESTRATTO PANCREATICO PRIMI TRATTAMENTI CON ESTRATTO PANCREATICO

Ferdinando Battistini - 1867-1920

Ferdinando Battistini, Medico, ebbe l'intuizione e il coraggio di

trattare giovani diabetici con estratto pancreatico artigianale.

(21)

LA SCOPERTA DELL'INSULINA:

L'ESPERIMENTO DI BANTING

  Dopo la fine della Prima Guerra Mondiale il Dottor Frederick Grant Banting incominciò l'attività di medico in Ontario. Mentre stava facendo delle ricerche sulla relazione tra il pancreas ed il diabete si accorse di alcuni studi che ritenne particolarmente interessanti.

In particolare colpì la sua attenzione un articolo di  Moses Barron; l'articolo era

incentrato sull'analogia tra i cambiamenti degenerativi che seguivano la legatura dei dotti pancreatici e la loro ostruzione a seguito dei calcoli. Dopo la lettura di questo articolo Banting capì che c'era una correlazione tra le isole di Langerhans del pancreas ed il diabete clinico. Pensò quindi di realizzare il seguente esperimento: legare i dotti

pancreatici di un cane, aspettare sei, otto settimane fino ad ottenere una degenerazione delle cellule e rimuovere il residuo. Presentò questa sua idea al Professor Miller, esperto del metabolismo dei carboidrati. L'ipotesi del Dottor Banting era che ci fosse una

secrezione interna al pancreas che era critica per il metabolismo del glucosio. Le sue idee erano basate sul fatto che quando il pancreas viene rimosso il diabete si sviluppa rapidamente. Per eseguire il suo esperimento Banting chiese l'uso di 10 cani, un

assistente per otto settimane e attrezzature per effettuare analisi del sangue e delle urine per verificare la concentrazione degli zuccheri.

Il lavoro cominciò il 16 Maggio 1921.

Il suo assistente fu Charles Herbert Best. Il primo passo dell'esperimento fu di legare i dotti pancreatici dei cani, aspettare sei settimane durante le quali il pancreas si sarebbe dovuto atrofizzare lasciando le isole del Langerhans intatte. Alcune settimane dopo il pancreas fu rimosso da un cane e il tessuto venne posto in una soluzione salina a bassa temperatura, questo tessuto venne poi omogenizzato e iniettato in un cane diabetico. La concentrazione di glucosio nel sangue passò da 0,2 a 0,11 in due ore. Questo significava che l'estratto che avevano iniettato induceva l'organismo a metabolizzare il glucosio. Le condizioni cliniche di questo cane migliorarono notevolmente, era stata scoperta l'insulina.

L'estratto fu poi purificato e testato nell'uomo l'11 gennaio 1922.

G.D.

(22)

STRUTTURA TRIDIMENSIONALE DELL’INSULINA STRUTTURA TRIDIMENSIONALE DELL’INSULINA

Struttura dell’ insulina. A sinistra :modellino tridimensionale del monomero di insulina, nella forma biologicamente attiva. Carbonio in verde, idrogen in bianco, ossigeno in rosso, azoto in blue. A destra:

modello a nastro dell’ esamero,. Unità monomerica con la catena A in

(23)

A- Aspetto genetico: familiarità (concordanza <50%) condizione più permissiva che causale B- relazione con il sistema di antigeni umani leucocitari (HLA)

ABCD

Locus HLA- 88 e/o B15, presenti nel 65% dei diabetici con insorgenza giovanile Locus HLA-DR3 e DR4 presenti nel 85% dei diabetici con insorgenza giovanile l soggetti con DR3 e DR4 sviluppano diabete da 3 a 5 volte più facilmente degli altri Locus HLA-DR2 ha funzione protettiva

C- Autoimmunità: ipotesi derivante dall'associazione con altre malattie endocrine a patologia auto immune (Addison, Tiroiditi, Anemia perniciosa). Bottazzo in Addison---> Abs

antisurrene ed anti beta cellule prima dell'insorgenza della malattia diabetica ICA= inslet cell antibodies= IGG contro tutte le cellule dell'insula

La riduzione delle cellule è progressiva, inizialmente le beta cellule residue aumentano la loro attività fino ad esaurirsi

Studi su pazienti con ICA hanno portato alla distinzione:

a) portatori di alleli D4. B15 (formano anticorpi in risposta ad agenti esterni come virus ecc.

che provocano la perdita di Ag tissutali

b) portatori di alleli D3.B8 (diabete solo auto immune)

Cromosoma 6 HLA

PATOGENESI DIABETE TIPO I

G.D.

(24)
(25)

G.D.

(26)

Nel soggetto normale o nel diabetico controllato I'ipoinsulinemia mobilita gli acidi grassi che sono riesterificati a trigliceridi e trasportati per via ematica come LDL.

Dopo lungo digiuno o nel diabete non controllato la carenza di insulina e l'aumento di glucagone

provocano ossidazione degli ac. grassi con produzione di corpi chetonici in eccesso= causa primaria della chetoacidosi

COMPLICANZE ACUTE : CHETOACIDOSI--->COMA > MORTE

1- Chetosi diabetica= accumulo ematico di corpi chetonici (acetone, ac. acetoacetico, ac. OH butirrico) La chetosi e dovuta a aumentata lipolisi -diminuita lipogenesi- diminuita disponibilità di acido

ossalacetico - diminuita formazione di NADPH

+

L'aumento di questi acidi organici forti viene prima dell'escrezione urinaria bilanciata dalla riserva alcalina, ma per esaurimento, si instaura l'acidosi stabile >vomito, perdita di elettroliti, coma -morte 2 -Acidosi lattica = per eccessiva formazione di acido lattico dal muscolo e dal fegato

COMPLICANZE CRONICHE

Alterazioni a livello delle arteriole e capillari per ispessimento della membrana basale da glicoproteine e mucopolisaccaridi:- glomerulosclerosi (nodulare e diffusa): -retinopatia diabetica(70% dopo i 40 anni) -neuropatia diabetica e nefropatia diabetica

CHETOGENESI

(27)

L 'IPERGLlCEMIA DIABETICA E' DOVUTA AD AUMENTO DI PRODUZIONE DI GLUCOSIO NEL FEGATO ED ALLA DIMINUITA UTILIZZAZIONE PERIFERICA A SCAPITO DELLE SCORTE DI GLICOGENO IN FASE INIZIALE E PER NEOGLUCOGENESI

INSULINA E GLUCAGONE SI INTEGRANO RECIPROCAMENTE PER IL CONTROLLO DELL'OMEOSTASI GLICIDICA E PER LA PRODUZIONE DI CORPI CHETONICI

NELLE ISOLE DI LANGHERA NS L'INSULINA INIBISCE IL RILASCIO DI GLUCAGONE, MENTRE QUEST’ULTIMO NE STIMOLA LA SECREZIONE

G.D.

(28)

Organizzazione delle insule

Islet

B Cell A Cell

Epitelio dei dotti pancreatici:

(29)

Massa insulare e dibete

1-2% della massa pancreatica Insulina totale: 200 U

Dinamica:misura e livello d’ attività Crescita insulare

Massa insulare:aumenta dal periodo embrionale alla vita adulta

- neogenesi

-sviluppo delle cellule

- replicazione di celllule esistenti Insule adulte: bassa capacità di crescita

e rigenerazione

G.D.

(30)

Composizione delle insule

Cellule endocrine

 : 60-80%- Insulina ( TRH, CGRP, IAPP, Prolactina )

15-20%- Glucagone (TRH, GLP-1, CCK)

5-10% - SS (CGRP, met-encefalina)

PP: 15-20%-Polipeptide Pancreatico

(31)

Cellule-beta e biosintesi dell’insulina

Specificità tissutale Esocitosi

Preproinsulina Proinsulina Insulina Peptide-C

PC

Glucosio

GLUT-2 Glucosio

Glucosio-6-p GK

ATP

Canale del K+

Atp- dipendente

- K+

Canale del Ca++

Ca++ Insulina

G.D.

(32)

Su

Cellule-beta, Secrezione Insulinica e Sulfonilurea

Glucosio

GLUT-2 Glucosio

Glucosio-6-p GK

ATP

Canali del K+, Atp-dipendenti

K+

-

Canali del Ca++

Ca++

Insulina

Sulfonilurea : Capacità di legame-stimolazione

Depolarizzazione

(33)

Normale Insulite precoce Insulite tardiva

Insule e diabete di tipo 1: insulite

Disregolazione

immune FATTORI AMBIENTALI

Prediabete IAA

GAD,ICA512A ICA

Interazione tra geni:

suscettibilità

e resistenza Insulite variabile

Overt diabete

B c e ll m a ss

G.D. G.D.

(34)

Approcci curativi all’

insufficienza β-cellulare

Trapianto pancreatico totale

Simultaneo rene-pancreas solo pancreas

Trapianto di isole pancreatiche

Terapia con il gene dell’insulina

(35)

Pancreas (SPK) trapianto:

Indicazioni

1)Diabete di tipo 1 2)Età 18-55

3)Documentata nefropatia diabetica

Benefici definitivi

1) Dipendenza dall’insulina 2) Complicazioni acute

Risultati : 1 Yr GS-85-96%

G.D.

(36)

Trapianto pancreatico (SPK):

raccomandazioni

1. Il trapianto pancreatico: migliora la qualità della vita Evidenze:

- Prevenzione delle complicanze a lungo termine del diabete - Allungamento della vita

2. Da considerare in pz con malattia renale di lunga data che hanno avuto o hanno in programmazione un trapianto renale

3. Il trapianto di solo pancreas richiede terapia immunosoppressiva per tutta la vita

4. Il trapianto di cellule insulari pancreatiche ha un potenziale

vantaggio rispetto al trapianto dell’intera ghiandola

(37)

Trapianto pancreatico: Risultati

G.D.

(38)

Trapianto pancreatico

Risposta abnorme all’ insulina e differenze biochimiche dai pazienti non diabetici

dovute a:

-denervazione del pancreas trapiantato -uso di farmaci immunosoppressivi

-secrezione di insulina nella circolazione sistemica piuttosto che in quella portale→iperinsulinemia

periferica

(39)

Trapianto di cellule insulari:

secrezione insulinica

Trapianto di tutto il pancreas: morbidità &

immunosoppressione

Trapianto di cellule insulari:

Minima morbidità chirurgica

assenza di problemi di tipo esocrino riduce l’ immunogenicità

Minima immunosoppressione

G.D.

(40)

Trapianto di cellule insulari

1. Isolamento delle insule: umane & animali, sviluppo ex vivo

2. Rigetto: problema maggiore che limita le

applicazioni cliniche del trapianto delle insule pancreatiche

3. Immunosuppressione: I convenzionali, non specifici agenti immunosoppresssivi (steroidi, azatioprina, ciclosporina)-non sono efficaci

ALS, FK506, RS61443 :sotto studio

(41)

Trapianto di cellule insulari

4. Immunomodulazione: per diminuire immunogenecità.

Cultura abassa temperatura, UV, anticorpi monoclonali

5. Immunoisolamento:

Isolare le insule all’interno di Un Hydrogel o in poli-L- lisina

: permeabile a glucosio, arginina, insulina

: protege contro gli anticorpi citotossici anti –insule pancreatiche, cell dell’ immunità

:Vitali in vitro per molti mesi,

Ma non ancora in vivo→speranza per il futuro

G.D.

(42)

Trapianto di cellule insulari

1 1 . Iniettate nella vena porta . Iniettate nella vena porta , s’ impiantano nel fegato , s’ impiantano nel fegato 2. Iniettate nell’

2. Iniettate nell’ arteria splenica arteria splenica , , nella milza nella milza 3. Impianto nella

3. Impianto nella cavita’ peritoneale cavita’ peritoneale 4. Iniettate sotto la

4. Iniettate sotto la capsula renale capsula renale 5. Altre vie

5. Altre vie

: embolizzazione delle insule dentro il polmone tramite le : embolizzazione delle insule dentro il polmone tramite le

vene sistemiche, vene sistemiche,

iniezione diretta dentro diversi organi e tessuti (fegato, iniezione diretta dentro diversi organi e tessuti (fegato, pancreas, milza, intestino, tessuto sottocutaneo) pancreas, milza, intestino, tessuto sottocutaneo)

-meno efficaci -meno efficaci

(43)

Risultati del trapianto di insule

G.D. G.D.

- Il 90% dei soggetti trattati raggiunge un buon compenso metabolico, con scomparsa delle ipoglicemie e un miglioramento del compenso glicemico

- Il 70% dei pazienti, a seconda delle casistiche, sospende la terapia insulinica , anche se la durata di questa condizione ottimale si riduce al 20% a due anni dal trapianto

- In un gruppo di pazienti che sono stati sottoposti a trapianto di isole presso l’Istituto San Raffaele, seguendo un particolare protocollo di immunosoppressione che prevedeva il trattamento con farmaci immunosoppressori per qualche mese prima del trapianto, la percentuale di pazienti che mantenevano l’insulino-indipendenza a 2 anni e’

salito al 60%.

- Il 90% dei soggetti trattati raggiunge un buon compenso metabolico, con scomparsa delle ipoglicemie e un miglioramento del compenso glicemico

- Il 70% dei pazienti, a seconda delle casistiche, sospende la terapia insulinica , anche se la durata di questa condizione ottimale si riduce al 20% a due anni dal trapianto

- In un gruppo di pazienti che sono stati sottoposti a trapianto di isole presso l’Istituto San Raffaele, seguendo un particolare protocollo di immunosoppressione che prevedeva il trattamento con farmaci immunosoppressori per qualche mese prima del trapianto, la percentuale di pazienti che mantenevano l’insulino-indipendenza a 2 anni e’

salito al 60%.

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Rischi e benefici del trapaianto insulare

• I vantaggi sono: normalizzazione del metabolismo glucidico, rappresentati da glicemie normali senza terapia insulinica, miglioramento della qualità di vita, prevenzione delle complicanze croniche

• Gli svantaggi sono: l’uso prolungato di farmaci immunosoppressori. Non è al momento quatificabile per quanto riguarda lo schema di trattamento adottato per il trapianto di isole, in quanto l’ esperienza accumulata finora non permette di arrivare a calcoli statistici attendibili, in considerazione del numero esiguo dei pazienti trattati e della ancora breve durata dei

controlli post trapianto.

• Nell’ambito del bilancio rischi benefici legati al trapianto si deve tenere

presente che il fallimento di questa procedura non danneggia il fegato

ed è possibile ripeterlo più volte fino al raggiungimento dell’ obiettivo di

una funzione valida e duratura.

(45)

Terapia genica e diabete

Recenti acquisizioni:

1. Rilascio di glucosio insulina-dipendente da cell K geneticamente modificate

(Science 2000 Cheung AT et al., Univ of Alberta)

Cell non β: gene insulinico umano con 5’- regione regolatoria del gene GIP

2. Distribuzione dei geni degli analoghi modificati dell’insulina.

(Lee et al., Nature 2001, Yonsei Univ.)

G.D. G.D.

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