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wn} una base di uno spazio vettoriale V e sia {v1

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Academic year: 2021

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(1)

Lezione del 22.03

Questa lezione si riferisce al Cap.4 ”Basi e dimensione”, Par.4.2 ”Il concetto di dimen- sione”.

–1 Dimensione Identificati i vettori diR2 con i vettori del piano applicati in un punto fissato O, si pu`o vedere che: un singolo vettore pu`o essere linearmente indipendente ma non pu`o generareR2; due vettori possono essere simultaneamente linearmente indipen- denti e generareR2; tre vettori possono generareR2 ma non possono essere linearmente indipendenti.

Abbiamo enunciato e dimostrato in precedenza che ciascun insieme linearmente in- dipendente contenuto in Rn ha al pi`u n vettori [cfr. Lez.V punto 2]. Pi`u in generale, si pu`o provare il

Teorema[cfr. Th.4.2.1 p.78, prima parte] In ciascun spazio vettoriale finitamente generato, il numero di vettori di un qualsiasi insieme linearmente indipendente `e minore o uguale al numero dei vettori in una qualsiasi base. In altri termini: sia{w1, . . . , wn} una base di uno spazio vettoriale V e sia {v1, . . . , vm} un sottinsieme linearmente indipendente di V, allora m≤ n.

Questo teorema ha un’immediata importante conseguenza

Proposizione [cfr. Prop.4.2.2] Tutte le basi di uno stesso spazio vettoriale hanno lo stesso numero di vettori.

Dimostrazione Siano B = {v1, . . . , vm} e C = {w1, . . . , wn} due basi di uno spazio vettoriale V. Da una parte, dal fatto che B `e linearmente indipendente e C `e una base di V segue per il teorema di sopra che m≤ n. Dall’altra parte, dal fatto che B `e una base di V e C `e linearmente indipendente segue per il teorema di sopra che m ≥ n.

Dunque m = n.

Dunque si pu`o dare la seguente

Definizione [cfr. Def. 4.2.3] Si dice dimensione di uno spazio vettoriale finitamente generato V e si indica con dim(V ) il numero di vettori in una qualsiasi base di V.

Per ciascun intero positivo n fissato, lo spazio vettorialeRnha la base canonica{ei| i = 1, . . . , n} dunque Rn ha dimensione n, in simboli dim(Rn) = n.

Per ciascun intero positivo n fissato, lo spazio vettoriale Mm,n(R) delle matrici m × n ha la base canonica {Eij| i = 1, . . . , m j = 1, . . . , n} dunque Mm,n(R) ha dimensione mn, in simboli dim(Mm,n(R)) = mn.

Esempio Nello spazio vettorialeR4 consideriamo il sottospazio W generato dai vettori (1,−1, 0, 0), (1, 0, −1, 0), (1, 0, 0, −1), (0, 1, −1, 0)

Questi vettori sono linearmente dipendenti, in quanto

(0, 1,−1, 0) = −(1, −1, 0, 0) + (1, 0, −1, 0);

1

(2)

2

W `e dunque il sottospazio generato dai vettori

W =⟨(1, −1, 0, 0), (1, 0, −1, 0), (1, 0, 0, −1)⟩;

questi vettori son linearmente indipendenti (lo si verifichi), dunque l’insieme di questi vettori `e una base di W e dim(W ) = 3.

Esempio Nello spazio vettoriale R4 consideriamo il sottospazio W costituito dalle soluzioni del sistema lineare omogeneo nelle incognite x, y, z, t

{ x− 2y + 3z − 4t = 0 z− 2t = 0 La soluzione generale del sistema `e data da

(2y− 2t, y, −2t, t) = y(2, 1, 0, 0) + t(−2, 0, −2, 1) (y, t variabili libere);

dunque i vettori (2, 1, 0, 0) e (−2, 0, −2, 1) generano W ; questi vettori sono anche lin- earmente indipendenti, dunque formano una base di W ; si ha dunque dim(W ) = 2.

–2 Insiemi aventi tanti vettori quanti ne ha una base. Identificati i vettori diR2 con i vettori del piano applicati in un punto fissato O, abbiamo visto che per due vettori le seguenti condizioni son equivalenti: (1) i due vettori generano R2; (2) i due vettori non stanno su una stessa retta per O; (3) i due vettori sono linearmente indipendenti.

In generale, si ha

Proposizione [cfr. Prop.4.2.6 p.81] Sia A un insieme di n vettori in uno spazio vetto- riale V di dimensione n. Le seguenti condizioni sono equivalenti

(1) A genera V ;

(2) A `e una base di V ;

(3) A `e linearmente indipendente.

Dimostrazione. Per definizione, la (2) implica sia la (1) che la (3). Proviamo che la (1) implica la (2). Supponiamo per assurdo che A generi V ma non sia una base di V ; allora A sarebbe linearmente dipendente, ed A conterrebbe propriamente una base B di V, la quale avrebbe un numero di vettori < n, contro il fatto che la dimensione di V

`e n. Proviamo che la (3) implica la (2). Supponiamo per assurdo che A sia linearmente indipendente ma non sia una base di V ; allora A non genererebbe V, ed A sarebbe contenuto propriamente in una base C di V, la quale avrebbe un numero di vettori

> n, contro il fatto la dimensione di V `e n.

3– Esercizio Per ciascuno dei seguenti sottinsiemi di R3 si stabilisca se `e una base di R3

{(1, 2, 3), (2, 3, 4)}

{(1, 1, 0), (0, 1, 1), (2, 3, 1)}, {(1, 1, 0), (0, 1, 1), (2, 3, 2)}

{(1, 2, 4), (2, 4, 7), (3, 6, 10), (4, 8, 13)}

Solo i sottinsiemi costituiti da tre vettori possono essere basi di R3 (in quanto R3 ha dimensione 3).

(3)

3

Consideriamo l’insieme {(1, 1, 0), (0, 1, 1), (2, 3, 1)} e ci chiediamo se `e linearmente indipendente. Consideriamo le combinazioni lineari dei tre vettori tali che α(1, 1, 0) + β(0, 1, 1)+γ(2, 3, 1) = (0, 0, 0); questa equazione equivale al sistema



α + 2γ = 0 α + β + 3γ = 0 β + γ = 0 che ha infinite soluzioni (lo si verifichi); dunque esiste qualche combinazione lineare dei tre vettori tale che α(1, 1, 0) + β(0, 1, 1) + γ(2, 3, 1) = (0, 0, 0) con qualche coefficente diverso da 0. L’insieme {(1, 1, 0), (0, 1, 1), (2, 3, 1)} `e linearmente dipendente. Non `e una base di R3.

Consideriamo l’insieme {(1, 1, 0), (0, 1, 1), (2, 3, 2)} e ci chiediamo se `e linearmente indipendente. Consideriamo le combinazioni lineari dei tre vettori tali che α(1, 1, 0) + β(0, 1, 1)+γ(2, 3, 2) = (0, 0, 0); questa equazione equivale al sistema



α + 2γ = 0 α + β + 3γ = 0 β + 2γ = 0 che ha solo la soluzione (0, 0, 0) (lo si verifichi); dunque l’unica combinazione lineare dei tre vettori tale che α(1, 1, 0)+β(0, 1, 1)+γ(2, 3, 2) = (0, 0, 0) `e quella con α = β = γ = 0.

L’insieme di 3 vettori {(1, 1, 0), (0, 1, 1), (2, 3, 2)} `e linearmente indipendente nello spazio vettoriale 3-dimensionale R3, dunque per il teorema di sopra `e una base diR3. 4 – Esercizio Per ciascuno dei seguenti sottinsiemi di R3 si costruisca se possibile una base diR3 che sia contenuta in esso oppure lo contenga.

{(1, 2, 0), (2, 1, 0)}, {(10, 14, 18), (15, 21, 27)}, {(1, 2, 0), (1, 0, 2), (0, 1, 2), (2, 1, 0)}.

L’insieme {(1, 2, 0), (2, 1, 0)} `e linearmente indipendente, dunque `e contenuto in una base diR3. Si pu`o costruire una tale base aggiungendo all’insieme qualche vettore preso dalla base canonica{(1, 0, 0), (0, 1, 0), (0, 0, 1)}. L’insieme {(1, 2, 0), (2, 1, 0), (1, 0, 0)}

non genera R3 (lo si motivi), lo stesso vale per l’insieme {(1, 2, 0), (2, 1, 0), (0, 1, 0)}.

L’insieme {(1, 2, 0), (2, 1, 0), (0, 0, 1)} `e linearmente indipendente (in quanto i primi due vettori sono linearmente indipendenti e il terzo non `e una loro combinazione lin- eare). Questo insieme di 3 vettori linearmente indipendenti nello spazio vettoriale 3-dimensionale R3 `e una base diR3.

L’insieme{(10, 14, 18), (15, 21, 27)} `e linearmente dipendente (lo si verifichi), dunque ogni sottinsieme di R3 che lo contenga `e linearmente dipendente. Non `e contenuto in alcuna base di R3.

L’insieme {(1, 2, 0), (1, 0, 2), (0, 1, 2), (2, 1, 0)}. contiene una base di R3 solo solo se generaR3; viceversa, se generaR3 allora contiene una base diR3. Consideriamo dunque le scritture di un qualsiasi vettore (p, q, r) diR3 come combinazione lineare

α(1, 2, 0) + β(1, 0, 2) + γ(0, 1, 2) + δ(2, 1, 0) = (p, q, r);

questa uguaglianza equivale al sistema



α + β + 2δ = p 2α + γ + δ = q 2β + 2γ = r

1 1 0 2 p 2 0 1 1 q 0 2 2 0 r

(4)

4

che equivale al sistema a scala



α + β + 2δ = p

−2β + γ − 3δ = q − 2p 3γ− 3δ = r + q − 2p

 1 1 0 2 p

0 −2 1 −3 q − 2p 0 0 3 −3 r + q − 2p

 ;

per ogni p, q, r questo sistema ha soluzione; dunque ogni vettore (p, q, r) di R3 si pu`o scrivere come combinazione lineare

α(1, 2, 0) + β(1, 0, 2) + γ(0, 1, 2) + δ(2, 1, 0) = (p, q, r),

per opportuni valori di α, β, γ, δ che dipendono da p, q, r. L’insieme {(1, 2, 0), (1, 0, 2), (0, 1, 2), (2, 1, 0)} genera R3, e dunque contiene una base di R3. Cerchiamo uno dei quattro vettori che sia combinazione lineare degli altri. Consideriamo le combinazioni lineari dei quattro vettori che sono uguali al vettore nullo

α(1, 2, 0) + β(1, 0, 2) + γ(0, 1, 2) + δ(2, 1, 0) = (0, 0, 0);

per quanto visto sopra, questa uguaglianza equivale al sistema



α + β + 2δ = 0

−2β + γ − 3δ = 0 3γ− 3δ = 0

che ha soluzione generale (−δ, δ, δ, δ) = δ(−1, −1, 1, 1) con δ variabile libera; dunque si ha

−(1, 2, 0) − (1, 0, 2) + (0, 1, 2) + (2, 1, 0) = (0, 0, 0).

Da questa relazione segue che ciascuno dei quattro vettori si pu`o ottenere come com- binazine lineare degli altri. Togliendo il quarto vettore, otteniamo l’insieme {(1, 2, 0), (1, 0, 2), (0, 1, 2)}. Questo insieme di tre vettori genera lo spazio vettoriale 3-dimensionale R3, dunque `e una base diR3.

5– Dimensione e sottospazi. Il comportamento della dimensione di spazi vettoriali rispetto alla relazione di inclusione `e dato dalla

Proposizione[cfr. Prop.4.2.4 p.80] Sia W un sottospazio di uno spazio vettoriale finitamente generato V, allora W `e finitamente generato e

(1) dim(W )≤ dim(V );

(2) dim(W ) = dim(V ) implica W = V.

Dimostrazione Proviamo che vale la (1). Ciascuna base B di W in particolare `e un sottinsieme linearmente indipendente di V e dunque `e contenuta in una base C di V ; dunque il numero dei vettori in B `e minore o uguale al numero dei vettori in C. Proviamo che vale la (2). Consideriamo una base B di W ; B `e un sottinsieme linearmente indipendente di V ; se B non generasse V allora B sarebbe contenuta propriamente in una base C di V e si avrebbe dim(W ) < dim(V ), contro l’ipotesi;

dunque B genera V. Segue che W = V.

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