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Mettiamoci in scena: un percorso di educazione affettiva e sessuale in terza media

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Academic year: 2021

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LAVORO DI DIPLOMA DI

ANNA VOLGER

BACHELOR OF ARTS IN SECONDARY EDUCATION

ANNO ACCADEMICO 2013/2014

METTIAMOCI IN SCENA!

UN PERCORSO DI EDUCAZIONE AFFETTIVA E SESSUALE

IN TERZA MEDIA

RELATRICE

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Gordola per la collaborazione e l’entusiasmo, mio padre Renato Volger per la disponibilità e professionalità e Daria De Lorenzi per la passione che mi ha trasmesso, per esserci stata e avermi aiutata a credere in me stessa. Un grazie speciale anche alla mia famiglia e a Federico Naef che mi ha supportata e sopportata ogni giorno, conoscendo ormai a memoria ogni scena del film.

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Sommario

1. Introduzione ... 1 2. Quadro teorico ... 3 3. Scelte metodologiche ... 5 3.1 La metodologia di ricerca ... 5 3.2 Le domande di ricerca ... 6

3.3 I destinatari del percorso ... 7

3.1 La raccolta dei dati ... 7

4. Il percorso con gli allievi ... 9

4.1 Quali sono i nostri interessi? ... 9

4.2 Indaghiamo ... 10

4.3 L’imprevisto, la nascita del film ... 12

5. Analisi e discussione dei dati ... 14

5.1 Raccolta dei bisogni e degli interessi degli allievi ... 14

Aspettative degli allievi ... 14

Penso che tu pensi ... 15

Pubertà ... 17

5.2 Vissuto degli allievi ... 18

Come hai vissuto il percorso di educazione affettiva e sessuale? ... 18

Quali sentimenti e emozioni ha scoperto o hai imparato a riconoscere? ... 19

Che cosa ti è rimasto? ... 20

Che cosa cambieresti? ... 21

Come hai vissuto la preparazione del progetto? ... 21

Com’è stato vedere il vostro prodotto finale e quali emozioni ha suscitato in te? ... 21

6. Conclusioni ... 24

7. Bibliografia ... 27

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1. Introduzione

Il tema dell’educazione affettiva e sessuale è molto discusso all’interno della scuola media. Ancora oggi, il compito di proporlo agli allievi spetta ai docenti di scienze naturali nel corso del terzo anno di scuola media, come rilevato nel piano di formazione delle scienze naturali (Bernasconi, Kocher & Lubini, 2009). Pur rimanendo un compito degli insegnanti di questa disciplina, credo che tutti i docenti dovrebbero prendere in considerazione l’idea di parlarne durante l’insegnamento della propria materia, proprio perché ritengo che l’educazione affettiva e sessuale non riguardi solo gli aspetti prettamente scientifici legati alla dimensione del piacere e della riproduzione, bensì si arricchisca di componenti emotive e affettive, che appartengono alla sfera relazionale (Pellai, 2007). Penso che gli aspetti legati alla sfera emozionale e relazionale siano cruciali durante tutta la formazione di un individuo, soprattutto nel corso della pubertà, che coincide proprio con il periodo della Scuola Media. Sicuramente, anche se la scuola ha un compito educativo importante per lo sviluppo della personalità dei ragazzi, sono del parere che soprattutto i genitori debbano giocare un ruolo fondamentale. Questi però, in molti casi, possono trovarsi in difficoltà a rispondere alle domande dei propri figli e delegano il lavoro agli insegnanti. Di conseguenza, al docente di scienze naturali non resta unicamente il compito di proporre lezioni in ambito scientifico o un corso di anatomia e fisiologia degli apparati riproduttivi, di parlare di contraccezione e di malattie sessualmente trasmissibili. Questi aspetti non possono evidentemente essere tralasciati, ma non bisogna dimenticare di associare queste nozioni ai sentimenti e alle emozioni che l’adolescenza e la scoperta della sessualità suscitano nei giovani. Credo, infatti, che ognuno debba poter vivere in modo sano la propria sessualità e che sia molto interessante quanto dichiarato nel 2006 dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), che ha definito la salute sessuale come segue:

“La salute sessuale è uno stato di benessere fisico, emotivo, mentale e sociale, legato alla sessualità, non riducibile all’assenza di malattia, disfunzione o infermità. La salute sessuale richiede un approccio positivo e rispettoso alla sessualità e alle relazioni sessuali, così come la possibilità di avere esperienze sessuali piacevoli e sicure, libere da coercizioni, discriminazioni e violenza. Per far sì che la salute sessuale venga raggiunta e mantenuta, i diritti sessuali di ognuno devono essere rispettati, protetti e soddisfatti.”

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La scuola ha un ruolo importante nel processo che promuove il raggiungimento di una salute sessuale collettiva legata al benessere della persona. Ogni docente può dare a ciascun allievo la possibilità di esprimersi, di provare emozioni e sensazioni riconoscendole come tali e, dunque, di costruirsi delle competenze che lo rendano responsabile.

Per fare in modo che ognuno abbia la possibilità di sperimentare, bisognerebbe creare delle situazioni in classe che permettano agli allievi di sentirsi a proprio agio. Riuscire a esprimere i propri sentimenti o a riconoscere che si sta provando un sentimento può aiutare a rispettare se stessi non solo in ambito sessuale, ma anche nella vita di tutti i giorni.

Proprio perché credo molto in questo principio, non mi è stato difficile scegliere l’educazione affettiva e sessuale come tema del lavoro di diploma. È un ambito che mi ha sempre interessato perché importante, se non addirittura cruciale, per la crescita di ogni persona. Inoltre, è stato il tema del mio itinerario didattico svolto durante il primo anno di formazione, quindi trovo particolarmente utile continuare a riflettere sull’argomento e sui vari metodi da adottare.

Per affrontarlo in modo costruttivo, è molto importante ricordare che gli allievi delle scuole medie vivono un periodo di cambiamenti fisici e mentali, durante il quale avvengono trasformazioni del corpo, degli interessi, del comportamento e delle emozioni, alle quali i ragazzi si devono adattare. Durante la pubertà, il fisico di ogni essere umano si trasforma e da bambino diventa adulto e capace di procreare, ma non solo. È anche un periodo di cambiamenti emozionali, interiori e sentimentali. I genitori non sono più il primo interesse e anche gli amici non sono più sufficienti: improvvisamente si provano dei sentimenti sconosciuti verso una persona in particolare. Questo periodo della vita è molto difficile, perché tutto è nuovo e sconosciuto, ricco di sentimenti contrapposti e, allo stesso tempo, indimenticabile e molto piacevole, perché ci si sente davvero vivi. Si tratta, dunque, di affrontare l’educazione sessuale sulla base della dimensione emozionale, biologica, riproduttiva, ludica, relazionale e socio-affettiva. Proprio per questi motivi ho scelto di sviluppare un lavoro di ricerca basato sui bisogni degli allievi, cercando di renderli protagonisti di tutto il percorso. Ho così deciso di raccogliere anticipatamente in una scatola le loro richieste sui temi da trattare, per costruire un itinerario corrispondente ai loro bisogni.

In questo progetto, vorrei valutare come viene vissuta dagli allievi di terza media l’esperienza di mettersi in scena, parlando di un argomento che li appassiona molto, ma che allo stesso tempo li spaventa e di come questa attività che li rende protagonisti possa essere efficace. Questo documento proporrà, quindi, una riflessione sulla mia esperienza sia a livello professionale, sia a livello personale, insieme al vissuto, anche emotivo, degli allievi che mi hanno accompagnata nel percorso.

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2. Quadro teorico

In passato si associava alla sessualità umana una pulsione primitiva che doveva essere regolarmente soddisfatta. Vari fattori hanno portato a dover riflettere sul fatto che ogni bambino nasce sessuato, cresce e si sviluppa fisicamente, mentalmente e sessualmente. Da questo punto di vista, bisogna ammettere che la sessualità non può essere vista solo come una pulsione biologica al fine di procreare - anche se ovviamente continua ad avere anche questa funzione - ma ci si debba concentrare pure sulla sfera sentimentale, che crea relazioni e permette all’individuo di provare emozioni. La sessualità è, infatti, strettamente legata alla sensualità e viene vissuta con tutti i sensi che ogni persona possiede: il tatto, la vista, il gusto, l’olfatto e l’udito. Spesso, però, il ragazzo si trova un po’ disorientato durante il periodo della crescita, nel quale il corpo cambia e si provano emozioni mai provate prima. Proprio per questi motivi, l’adolescente ha bisogno di persone che sappiano accompagnarlo, guidarlo, rispondere a ogni tipo di domanda.

Nel secolo scorso venne introdotta nella psicologia umana la fase adolescenziale del ragazzo, che coincide proprio con il periodo della scuola media. Da questo concetto nacque negli anni ‘70 un conflitto tra scuola e famiglia su chi avrebbe dovuto assumere il compito di insegnare l’educazione sessuale (ES). In Europa, l’ES venne inserita come materia scolastica nel 1955, precisamente in Svezia, seguita negli anni ’70 da Germania, Austria, Olanda e Svizzera. In quegli anni si iniziò ad avere libero accesso ai metodi anticoncezionali e si legalizzò l’aborto in molti paesi: motivi che portarono alla necessità di parlare non solo di riproduzione, ma anche di sessualità. Anche in Svizzera tutto iniziò in quegli anni, ma l’ES divenne materia obbligatoria in tutti i cantoni solo negli anni ’90, quando si verificò l’apice di epidemia di AIDS (Ufficio Regionale per l’Europa dell’OMS e BZgA, 2010). Come scritto sul piano di formazione, nella Svizzera italiana l’educazione sessuale è presente come materia obbligatoria ed è curata dagli insegnanti di scienze naturali, che possono chiedere supporto anche a esperti di organismi esterni, quali il Centro di Pianificazione Familiare (CPF). Per meglio comprendere la storia dell’educazione sessuale in Ticino bisogna analizzare il rapporto finale del gruppo di lavoro sull’educazione sessuale (GLES) del 2006.

La storia racconta che alla fine degli anni Settanta venne creata una Commissione composta da rappresentanti dei vari settori - scuola, religione, sanità, ecc. - con il compito di preparare degli itinerari in materia di ES nella scuola. A metà degli anni Ottanta, il problema dell’AIDS in espansione si rivelò talmente preoccupante, che la scuola dovette fornire informazioni, per cercare

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di arginarne la diffusione. È risultato evidente sin dall’inizio che la prevenzione dell’AIDS non poteva essere separata dall’ES, come anche il rapporto uomo-donna, discusso approfonditamente grazie al movimento femminista di quegli anni. Su queste basi, si è preso coscienza del fatto che la scuola avrebbe dovuto assumere un ruolo importante nell’educazione sessuale in collaborazione con le famiglie ed è stato redatto il testo “La vita nasce dalla vita”, destinato ai docenti di scienze naturali e agli allievi della scuola media. Ancora oggi, il compito di insegnare l’ES spetta ai docenti di questa disciplina nel corso del terzo anno di scuola media, come sottolineato anche nel piano di formazione delle scienze naturali (Bernasconi, Kocher & Lubini, 2009). Pur senza voler sottovalutare l’importanza della lotta contro l’AIDS, appare evidente che l’ES va ben oltre la prevenzione di malattie sessualmente trasmissibili. Infatti, come già anticipato, ci si è resi conto di quanto sia importante concentrarsi anche su tutta la sfera sentimentale ed emozionale di ogni persona e sul contesto che ci circonda. L’ES deve, quindi, essere regolarmente aggiornata nelle scuole, proprio perché fa parte dell’evoluzione educativa di ogni essere umano. Oltre agli aspetti procreativi e biologici legati all’ES, bisogna soffermarsi sugli aspetti ludici, culturali, relazionali e, soprattutto, sui bisogni espressi dagli allievi (Bazzo & Del Re, 1995), rendendosi conto che sono tutti elementi connessi tra di loro. Per quanto riguarda il bisogno degli allievi, non esiste un “momento giusto” per l’ES, poiché a tutte le età c’è la necessità di parlare tranquillamente di questi

temi. I membri del GLES11 tengono a precisare che tutte le domande degli allievi in materia di ES

sono legittime e devono trovare una risposta. Nella realtà scolastica ticinese, si osserva che, attualmente, non sembra essere tanto la dimensione conoscitiva a creare difficoltà, quanto la dimensione affettiva ed etica. I docenti sono meglio formati per affrontare le questioni scientifico-conoscitive, mentre spesso si trovano in difficoltà di fronte al dibattito etico e alle tematiche legate all’educazione all’affettività (GLES, 2006).

Per affrontare i diversi aspetti legati alla sessualità è particolarmente importante creare un clima di classe basato sulla relazione, sull’affettività e sul rispetto di ognuno, in modo da poter contare su un ambiente favorevole alla discussione (Ciucci Giuliani et al., 2006). In questo progetto, mi sono dunque concentrata in primo luogo sulla creazione di un clima di classe basato su una comunicazione chiara e sulla capacità di ascoltare (Pellai, 2007).

1

Nell giugno del 2004, in Ticino, è stato istituito un gruppo specialistico con il compito di occuparsi di tutte le tematiche legate all'educazione sessuale, denominato GLES (Gruppo di lavoro per l'educazione sessuale nella scuola).

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3. Scelte metodologiche

3.1 La metodologia di ricerca

Proprio perché nell’educazione affettiva e sessuale gli aspetti procreativi e biologici non sono sufficienti, ma ci si deve soprattutto concentrare sugli aspetti ludici, culturali, relazionali e sui bisogni degli allievi, questo argomento viene molto discusso sia da chi lo insegna, sia dai ragazzi che seguono il corso. In questo modo, si cercano sempre nuove metodologie per proporlo. Il mio ruolo come docente e il mio lavoro di diploma si basano in primo luogo sul principio di tenere sempre conto degli allievi, dei loro bisogni e delle loro richieste. Per questo motivo, ho sempre valutato la possibilità di modificare il mio lavoro in funzione dei feedback degli allievi, espressione delle loro esigenze e delle mie riflessioni. La metodologia da applicare in questo tipo di lavoro di ricerca è, di conseguenza, la ricerca-azione, ideata da Kurt Lewin agli inizi del Novecento. Questa metodologia si basa su un processo a spirale, in cui si tiene conto di un problema di base, di una proposta iniziale con vari input per cercare di risolvere il problema, della verifica degli effetti della stessa e - dopo un’attenta valutazione - della formulazione di un’altra ipotesi di soluzione da riproporre. In questo tipo d’indagine, l’insegnante è un ricercatore e fa parte della ricerca proprio per poter valutare o migliorare il percorso scelto. Nella figura 1. è raffigurato uno schema della ricerca–azione, adattato al mio progetto.

Altri attori della ricerca sono gli allievi stessi, che attraverso i loro bisogni e i loro feedback, possono influenzare le scelte dell’insegnante sull’approccio didattico da usare e, quindi, modificare i risultati. Per questo motivo, i risultati della ricerca-azione non sono generalizzabili e il mio progetto si limita, di conseguenza, alla 3B di Gordola. Non è da escludere, però, che i dati raccolti possano utilmente informare chi lavora in situazioni simili. Questo comporta che la mia ricerca debba essere di tipo qualitativo e che l’attenzione sia concentrata sugli allievi, sia nella fase di raccolta dei dati, sia nell’analisi.

Alla base del mio progetto c’è la domanda centrale: come proporre l’educazione all’affettività e alla sessualità? Da questo punto di vista, il mio studio consiste proprio nel valutare l’efficacia e l’effetto che possono esercitare le attività e le strategie proposte durante l’insegnamento dell’educazione affettiva e sessuale, tenendo conto dei feedback degli allievi e modificando il percorso, se

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necessario, al fine di accrescere l’esperienza professionale come docente, ma anche - e soprattutto - di aiutare gli allievi a confrontarsi con il tema.

Figura 1 – Modello della ricerca-azione adattato al mio progetto.

3.2 Le domande di ricerca

In conseguenza a quanto esposto in precedenza, è stato possibile definire le seguenti domande di ricerca:

ü È possibile intraprendere un percorso di educazione all’affettività e alla sessualità partendo dai bisogni e dagli interessi degli allievi e costruendo con loro un percorso didattico che li veda protagonisti?

ü Qual è il vissuto degli allievi rispetto al percorso di educazione all’affettività e alla sessualità proposto, in riferimento anche alle loro aspettative iniziali?

Docente e studenti co ricercatori Azione Feedback degli allievi e del docente Analisi dei risultati Input differenziati PROBLEMA: come proporre l’educazione all’affettività e alla sessualità?

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3.3 I destinatari del percorso

Sicuramente il tema dell’educazione all’affettività e alla sessualità viene recepito e vissuto in modo diverso da ogni singolo allievo, poiché ognuno di loro ha un’esperienza e un vissuto differenti. Questa singolarità della classe potrebbe avere un influsso sui risultati ottenuti e sulla discussione degli stessi. Vorrei, dunque, descrivere brevemente la 3B, la classe di ventitré allievi della scuola media di Gordola, con la quale ho svolto il percorso. Si tratta di una classe di nuova formazione, dato che a Gordola è consuetudine creare delle classi di terza rimescolando gli allievi di diverse seconde medie, al fine di rompere alcune dinamiche definite negative e ottenere un clima più adeguato all’apprendimento. Inoltre, durante il terzo anno di scuola media, si uniscono ai ragazzi di Gordola, quelli di Brione Verzasca, che hanno vissuto tutti gli anni precedenti in classi molto piccole, di tre o cinque allievi. Già dalla prima lezione ho potuto notare come alcuni di loro non si sentissero particolarmente a proprio agio nel trattare una tematica delicata e intima con compagni che non conoscevano bene. Soprattutto all’inizio, ho trovato la classe piuttosto disunita. Questi aspetti avrebbero potuto avere delle ricadute sulle attività svolte per il percorso, in quanto non c’è stato il tempo necessario per stabilire a priori una relazione solida e duratura con la classe: un fattore necessario quando si trattano argomenti molto personali, come quello dell’educazione all’affettività e alla sessualità. Fortunatamente, però, con mio stupore, questo argomento così delicato ha contribuito a unire la classe, invece che a dividerla.

3.1 La raccolta dei dati

Come detto, questo lavoro di diploma è stato realizzato dal punto di vista della ricerca-azione e, quindi, si basa sul contesto specifico della 3B. I dati sono stati raccolti per mezzo di diversi strumenti, tra i quali: la scatola delle domande e dei pensieri, diversi prodotti degli allievi e discussioni condotte durante numerose lezioni. La prima raccolta si è incentrata sulle aspettative degli allievi riguardo al percorso di educazione all’affettività e alla sessualità, depositate nella scatola dei pensieri e delle domande, che ho messo a disposizione già all’inizio dell’anno. Questi spunti hanno permesso una prima analisi dei bisogni degli allievi nei confronti dei temi trattati e la progettazione di un itinerario sulla base delle loro necessità: itinerario che ho mostrato durante la prima lezione del nostro percorso insieme (allegato A). Altre fonti di dati sono state fornite dalle produzioni degli allievi: testi scritti individuali, interventi orali nei momenti di discussione e dal loro progetto finale, il film. Questo itinerario ha poi subito modifiche, sulla base dei riscontri degli

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allievi e da una cosa inattesa che può essere chiamato “l’imprevisto”: una ragazza è arrivata con uno scritto di ventiquattro pagine, che corrispondeva perfettamente a quanto mi aspettavo riguardo all’affettività e alla sensualità. Da quel racconto è nata l’idea di trasporre la storia in un progetto comune, in un film. Di seguito è rappresentato uno schema della ricerca-azione proposta.

Figura 2 – Schema della ricerca-azione proposta.

• Raccolta delle aspettative degli allievi • 5 input differenziati

• Preferenze degli allievi sui metodi usati nelle 5 rappresentazioni

Quali sono i nostri interessi?

Analisi • "Aspetti emotivi-relazionali" • Maschi e femmine • Pubertà • "Aspetti scientifici" • Anatomia • Gravidanza

• Ciclo mestruale e spermatogenesi • Metodi anticoncezionali e MST

Indaghiamo

• Martina ci regala una storia • Nasce la sceneggiatura di un film • Distribuzione dei ruoli

• Integrazione e regolazione delle scelte iniziali dei gruppi

IMPREVISTO

• Realzzazione del progetto finale: "Tutta colpa di una palestra", le interviste ai ragazzi,il backstage e la copertina del film

Mettiamoci in scena

• Scatola

• Penso che tu pensi • Pubertà

• Vissuto degli allievi Riscontri e bilanci

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4. Il percorso con gli allievi

4.1 Quali sono i nostri interessi?

Per motivi di tempo e per permettere la realizzazione del mio lavoro di diploma, ho deciso di inserire abbastanza presto – in ottobre - il tema dell’affettività e della sessualità nel programma annuale. Inizialmente questo mi spaventava, perché temevo di non riuscire a creare in così poco tempo un clima di fiducia all’interno della classe e, di conseguenza, di non far sentire a loro agio gli allievi.

Ho proposto, dunque, fin dalla seconda lezione dell’anno la scatola dei pensieri e delle domande, nella quale ho potuto raccogliere anticipatamente le loro richieste e i loro interessi riguardo ai temi da trattare, proprio per costruire un itinerario sulla base dei bisogni evidenziati. Ho insistito perché scrivessero davvero tutto quello che volevano sapere sull’argomento legato all’affettività e alla sessualità. In questo modo, gli allievi sono stati liberi di esprimersi in maniera anonima e, inoltre, si sono sentiti protagonisti del percorso che avrei delineato. La strategia pedagogica della scatola ha spezzato l’imbarazzo iniziale su un tema così delicato e abbiamo potuto partire con il piede giusto lungo una strada comune.

Durante la prima lezione, dopo aver mostrato le domande e l’itinerario stilato secondo le loro esigenze, ho presentato diversi stimoli legati al tema, suddivisi in cinque diverse postazioni dove venivano proposte rappresentazioni sul tema dell’affettività e sessualità utilizzando metodi di comunicazione differenti:

ü Uno spezzone del film “Juno” (Jason Reitman, 2007)

ü I cartelloni della storia d’amore di Stefano e Federico, presentati a Sanremo (Repubblica TV, 2013)

ü Una mostra fotografica di Oliviero Toscani (lavoro di diploma di Romina Cangemi, 2012/2013)

ü Il documentario “Il primo bacio” (Pellai, 2012)

ü Le interviste del documentario “Strusiamo” (Giovanimazione, 2009)

Gli allievi divisi in cinque gruppetti dovevano riflettere quanto proposto nella propria postazione e, in seguito, presentare il risultato agli altri compagni.

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Al termine delle presentazioni, ognuno - singolarmente - avrebbe dovuto fare una scelta stilando un ordine di preferenza rispetto a quale metodologia avrebbe desiderato usare per elaborare un progetto del percorso. Ogni allievo, dunque, avrebbe potuto scegliere tra un film, un documentario, delle interviste, dei cartelloni e una mostra fotografica. In questo modo, si sarebbero creati cinque gruppetti di lavoro sulla base delle preferenze espresse.

L’idea iniziale per il progetto era quella di lasciare agli allievi la libertà di esprimersi sui vari temi legati alla sessualità, attraverso i vari linguaggi comunicativi e di riunire il tutto in un CD che avrei poi consegnato a ciascuno di loro. Con mia grande sorpresa, però, quasi tutti hanno posto la mostra fotografica e i cartelloni all’ultimo posto, focalizzando l’interesse sul film o sulle interviste.

Ho pensato che se avessi obbligato un gruppetto a occuparsi della mostra fotografica o dei cartelloni che avevano messo all’ultimo posto come metodo di comunicazione, non li avrei resi realmente partecipi e felici, perché non avrei potuto contare sull’entusiasmo iniziale. Ho dunque deciso di eliminare dai progetti la mostra fotografica e i cartelloni e di creare due gruppi di lavoro in più per le interviste e il documentario. Una volta formati i gruppi, ho consegnato un diario dove ogni due/quattro lezioni - parallelamente ai momenti dedicati alle nozioni fisiologico-anatomiche e emotivo-relazionali - a turno, ogni allievo del gruppo avrebbe scritto un riassunto di quanto fatto in classe, le proprie idee a riguardo e spunti per il progetto da mettere in scena. I ragazzi avrebbero avuto il tempo di fare tutto questo sotto la mia supervisione.

4.2 Indaghiamo

Dopo aver fatto un’analisi dei loro bisogni e aver discusso sulle cinque rappresentazioni, ho deciso di passare all’indagine (Figura 2) e di iniziare con i lavori legati agli aspetti “emotivo-relazionali” e “scientifici”. Per quanto riguarda gli aspetti emotivo-relazionali, ho proposto un lavoro a gruppi basato sulla discussione. Ho diviso maschi e femmine in due gruppi separati e ho dato loro il compito di trovare cinque domande da porre reciprocamente all’altro gruppo. Dovevano stare attenti a selezionare le cinque domande più importanti per loro, perché non avrebbero avuto la possibilità di aggiungerne altre. Entrambi i gruppi hanno assicurato che avrebbero risposto in modo sincero. Durante questa attività, ho notato la partecipazione di quasi tutta la classe e ho riscontrato un interesse enorme nel voler sentire le risposte dell’altro sesso.

Ho scelto di costruire due gruppi separati tra maschi e femmine proprio perché sentivo da parte loro la necessità di trovare un sostegno nel gruppo di appartenenza, che inizialmente può essere molto positivo per trovare la forza e il coraggio di confrontarsi con l’altro sesso. Devo ammettere che questa attività ha funzionato molto bene per quanto riguarda l’avvicinamento tra i due gruppi di

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appartenenza. Nei momenti di riflessione, tutti si potevano esprimere liberamente, poi, al momento del confronto con l’altro sesso, parlava solo chi si sentiva a proprio agio, cosicché i più timidi non erano obbligati a esporsi, ma si sentivano comunque partecipi. Mi ha particolarmente colpito l’atteggiamento di un ragazzo, Alessio, il “figo” della classe: alla domanda posta dalle ragazze “Perché voi maschi non ci provate con la ragazza che vi piace, ma piuttosto la trattate male? ” lui ha risposto in modo molto sincero “Perché anche noi, come voi, abbiamo dei sentimenti e spesso abbiamo paura della risposta negativa e dunque di soffrire. È un po’come una difesa ”. Questa frase credo sia stata cruciale per tutto l’itinerario. Ho notato che le ragazze sono rimaste senza parole e si sono quasi emozionate e che i ragazzi dapprima sono rimasti spiazzati dalla sua risposta, poi, dopo qualche titubanza, gli hanno dato ragione. È stato un momento bellissimo di avvicinamento profondo dei due gruppi e ho capito che il clima di fiducia nella classe era perfetto. Grazie a questa atmosfera, abbiamo potuto svolgere le lezioni seguenti in modo sereno, costruttivo e collaborativo, favorendo l’apprendimento e la socializzazione degli allievi. Si è creata una dinamica all’interno della classe che si può definire di escalation positiva verso il sostegno reciproco o addirittura di complicità (Figura 3). Questa modalità è stata riproposta, senza volerlo, nel progetto finale.

Figura 3 – Escalation positiva verso il sostegno reciproco.

Dopo questa prima discussione ho fatto fare un esercizio, “Penso che tu pensi”, per lasciare a tutti la possibilità di riflettere sugli altri e poi, attraverso una tabella che riportava le risposte di ogni allievo in modo anonimo (Figura 5), abbiamo discusso sui vari spunti legati alle differenze tra maschi e femmine, alle discrepanze di pensiero, al rispetto reciproco nonostante idee non sempre uguali e a pregiudizi spesso infondati. Anche questa raccolta di idee mi ha fatto riflettere molto su quanto gli allievi abbiano bisogno di parlare dell’altro sesso, dei propri cambiamenti fisici e dei sentimenti. Ho, dunque, introdotto il tema della pubertà, proponendo di scrivere un breve tema sulle varie trasformazioni che stanno vivendo, sia a livello fisico, sia psicologico. Anche in questo caso, i

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pensieri degli allievi hanno confermato quanto siano spaventati dai vari cambiamenti fisici e psichici. Ho isolato le loro paure e le loro inquietudini e ho creato una tabella (allegato B) che le raggruppasse tutte, in modo da evidenziare il fatto che molti pensieri erano gli stessi per tutti, quindi erano una cosa normale.

Ho parlato anche un po’ di anatomia, costruendo, a gruppi, dei poster sugli organi genitali maschili e femminili e le curiosità connesse a tali organi e introdotto il tema della gravidanza. La gravidanza ha interessato molto gli allievi e ho deciso che sarei partita da lì proprio per parlare anche di metodi anticoncezionali, per vivere nel modo più bello e sicuro la sessualità, senza paure legate ad una gravidanza indesiderata o a malattie sessualmente trasmissibili (MTS), mettendo l’accento sul duplice ruolo preventivo del preservativo. Prima di fare ciò, ho deciso di dare un compito agli allievi nel quale chiedevo di inventare una storia tra un ragazzo e una ragazza che si incontrano, si conoscono intimamente, si innamorano, fanno l’amore e nasce un bambino. Per scrivere la parte iniziale della storia - quella dell’incontro e dell’innamoramento - ho specificato che potevano usare le loro parole, mentre per la parte sul rapporto sessuale ho raccomandato di descrivere il più possibile nei particolari ciò che succede a livello degli organi sessuali, utilizzando i termini appropriati, imparati durante gli ultimi lavori in classe.

A questo punto, è successo ciò che un docente non può programmare.

4.3 L’imprevisto, la nascita del film

Una ragazza, Martina Strano, è arrivata con uno scritto di ventiquattro pagine, rilegato e intitolato “Tutta colpa di una palestra”, che corrispondeva perfettamente a quanto richiesto. Quando l’ho letto, ho iniziato a provare emozioni e sentimenti che mi riportavano a come un ragazzo adolescente si sente in questo periodo particolare: un’esplosione immensa di sensazioni. Per questo motivo credo sia giusto non sottovalutare le loro emozioni, ma anzi farne tesoro e motivo di discussione. La storia è suddivisa in vari capitoli ed è descritta dai punti di vista di una ragazza e di un ragazzo (allegato C). Inizialmente la ragazza e il ragazzo non si piacciono, poi si conoscono, si innamorano e decidono di fare l’amore. Vorrei sottolineare come la ragazza ha descritto il rapporto sessuale :   " … le sue carezze su tutto il mio corpo mi facevano impazzire, ma fu quando sfiorò il mio clitoride che raggiunsi l’estasi, andai letteralmente in estasi. Ripassai a memoria tutto il programma di educazione sessuale: lo sperma è composto dagli spermatozoi, anzi rilessi nella mente tutto quello che c’era sulle schede. Gli spermatozoi vengono spinti dai testicoli all’uretra attraverso i dotti deferenti per poi…ma mi dissi che era una cosa stupida e di continuare a godermi Duncan.   …

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Questa parte mi ha fatto riflettere sul bisogno dei ragazzi di parlare del primo bacio, della prima volta, delle emozioni e sensazioni, delle paure e di come l’anatomia passi in secondo piano per importanza. La storia continua con la protagonista che scopre di essere incinta e va nel panico perché è troppo giovane per avere un bambino. La storia finisce con i due protagonisti che non sanno cosa fare, ma che decidono di sostenersi e di affrontare insieme la situazione.

Trovo che in questo racconto ci siano davvero tanti spunti per parlare di educazione all’affettività e alla sessualità. Oltre a tutte le emozioni che uno prova in adolescenza, si può parlare della responsabilità in un rapporto e, di conseguenza, degli anticoncezionali.

Da qui è nata l’idea di mettere in scena questa storia ricca di emozioni, attraverso il progetto comune di un film. Ne ho parlato con l’autrice e lei si è subito dimostrata entusiasta. Abbiamo consegnato a tutta la classe il racconto e tutti si sono detti d’accordo a produrne un film, anche se alcuni non volevano assolutamente recitare come protagonisti. Per non abbandonare i gruppi creati all’inizio e per dare a tutti la possibilità di partecipare e di sentirsi utili, ho deciso di formare vari gruppi di lavoro per il progetto: gli attori, il backstage, le interviste e la copertina del film. Con mia grande sorpresa, non ci sono stati problemi e questi nuovi gruppi sono stati creati in pochi minuti, molto normalmente. A questo punto ci siamo messi al lavoro. Per le riprese del film ho chiesto l’aiuto di mio padre, che è del mestiere e, dunque, avrebbe potuto darci utili indicazioni. Abbiamo mantenuto i dialoghi della storia e creato un copione cinematografico diviso in cinque capitoli: ragazzi e ragazze, lo scontro, l’inizio, l’innamoramento e la complicità. Queste fasi si possono ricollegare alle fasi di avvicinamento che ha vissuto la classe durante tutto l’anno e possono fare riferimento allo schema dell’escalation positiva verso un sostegno reciproco (Figura 3).

Con tutti gli allievi abbiamo poi deciso di incontrarci a scuola il mercoledì pomeriggio, per realizzare il film, le interviste e il backstage. La sorpresa più grande è stata vedere tutti i ragazzi fermarsi a pranzo e passare tutto il mercoledì pomeriggio insieme nelle palestre della scuola. Ognuno di loro aveva un compito ben preciso e tutti si sono messi al lavoro senza che fosse necessario controllarli: chi recitava, chi si occupava delle interviste, chi preparava un balletto per il finale del film e chi documentava il tutto per il backstage. Ho così verificato quanto sia importante avere un obiettivo comune nel quale credere, per impegnarsi e sentirsi utili.

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5. Analisi e discussione dei dati

Il cammino di educazione affettiva e sessuale è iniziato con la raccolta degli spunti degli allievi, che sono serviti per creare un percorso basato sui loro bisogni. Questa raccolta si è ampliata con altre due attività, che ho proposto nelle prime lezioni, legate agli aspetti positivi e negativi di essere maschio o femmina e con un approfondimento personale sulla pubertà.

Dopo un’analisi dei bisogni e degli interessi degli allievi, mi concentrerò sull’analisi dei loro vissuti durante il percorso di educazione affettiva e sessuale.

5.1 Raccolta dei bisogni e degli interessi degli allievi

Aspettative degli allievi

Ho deciso di lasciare la scatola per la raccolta di domande o spunti anonimi per più di tre lezioni, dando la libertà di portare quanti bigliettini volessero, decidendo anche quando metterli: all’inizio, durante o alla fine della lezione. Con mia sorpresa, la scatola si è velocemente riempita e ho potuto raggruppare le varie domande in sette categorie, annotandone la frequenza (Figura 4).

Figura 4 –Grafico con le aspettative degli allievi raggruppate in sette categorie in base alla frequenza.

Dai dati mostrati nel grafico, si può notare come gli allievi abbiano sollevato molte domande legate all’anatomia e ai cambiamenti del corpo durante la pubertà, ma anche parecchie legate a sentimenti,

Anatomia, come siamo fatti, i cambiameti fisici della pubertà

40% Metodi anticoncezionali 9% Malattie sessualmente trasmissibili 8% Gravidanza 3% Pornografia 3% Eiaculazione e mestruazioni 7% Sentimenti, sensazioni e emozioni 30%

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emozioni e sensazioni. Si può inoltre costatare come alcuni volessero conoscere i rischi legati alla sessualità (malattie sessualmente trasmissibili) e imparare come evitare questi rischi per agire con prudenza e maturità (metodi anticoncezionali). Altri erano interessati alla pornografia e ai vari termini legati al mondo hard e, infine, qualcuno voleva essere informato sulla gravidanza. Questi dati dimostrano come i ragazzi abbiano bisogno di qualcuno che li aiuti a capire e a rispondere ai loro quesiti. Inoltre, quest’analisi mi ha permesso di riflettere e di costruire un itinerario incentrato sui loro bisogni, cercando di non tralasciare nessuna domanda. È importante sottolineare il fatto che, oltre alle questioni legate ai cambiamenti fisici nella pubertà e all’anatomia - che restano comunque una fetta molto grande, con una frequenza del 40% - si può percepire quanto sia importante tutta la fascia di domande legate ai sentimenti, alle emozioni e alle sensazioni, che ha avuto una frequenza del 30%.

Penso che tu pensi

In una delle prime lezioni di educazione affettiva e sessuale, ho proposto di fare una discussione tra ragazzi e ragazze: ho diviso maschi e femmine in due gruppi separati e ho dato loro il compito di trovare cinque domande da porsi reciprocamente. Durante questa attività, ho notato la partecipazione di quasi tutta la classe e ho riscontrato un interesse enorme nel voler sentire le risposte dell’altro sesso. Ho così deciso di continuare l’attività di riflessione, questa volta in modo autonomo, valutando non solo il sesso opposto, ma anche il proprio sesso. Il compito consisteva nell’evidenziare vantaggi e inconvenienti di essere un ragazzo o una ragazza e poi fare rimproveri o complimenti a ragazzi dello stesso sesso e di sesso opposto per determinati atteggiamenti che si approvavano o disapprovavano.

Ho lasciato la possibilità di riempire il foglio in modo anonimo, perché in questo modo si sarebbero sentiti liberi di scrivere quello che volevano. Con le idee di tutti gli allievi, ho costruito una tabella che raggruppava i pensieri di tutti. Questa tabella è stata poi riconsegnata alla classe e, insieme, abbiamo discusso sulle varie opinioni (Figura 5). In grassetto ho voluto precisare con miei commenti alcuni punti che non trovavo chiari e sui quali avrei voluto discutere insieme a loro: ad esempio, qualcuno ha scritto che il vantaggio di essere uomo è di non avere male durante i rapporti sessuali e io ho voluto precisare che anche la donna non dovrebbe sentire dolore, altrimenti c’è qualcosa che non è sano.

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Ragazzo Ragazza Vantaggio di

essere Non dovere partorire. Non si modifica il corpo perché non rimane incinta. Non rimanere incinta.

Sei amico di tutti.

Non devi dirlo ai genitori se la tua ragazza rimane incinta.

Non fa male quando fai sesso àattenzione non deve

fare male neanche alle donne).

Potere urinare in piedi! Nessun vantaggio! Siamo forti!

Non soffrire durante il coito à (vedremo bene cos’è. Inoltre le donne quando provano un orgasmo non soffrono).

Matura prima.

Mette al mondo un bimbo. Il corpo ha più curve. Si fanno meno cavolate. Essere corteggiata dai maschi. Non soffrire per calci nelle parti intime. Non fare il primo passo con i ragazzi! Non provano dolori!

Non fare il lavoro più duro che fanno i maschi! Quando si ha lo sviluppo si è più guardate dai ragazzi! Fare certe cose che i ragazzi non possono fare à (tipo?)

Avere il seno come antistress.

Avere più possibilità di avere un ragazzo, essere più abili e quasi tutte sono belle!

Capire le altre donne!

Inconvenienti di essere

Devono fare il primo passo con le ragazze. Testicoli sensibilià dolore.

Se non sei come gli altri resti escluso. Tocchiamo troppo, ma in fondo lo vogliono! Avere troppo sangue nelle parti sbagliate! Pene ingombrante!

Cambiare carattere quando siete con gli amici! Se ti ecciti si vede!

Troppo prepotenti!

Avere il ciclo. Cambiamenti di umore. Partorire.

Con il ciclo non puoi andare in acqua, a meno che non usi il tampax.

Se rimani incinta il corpo si modifica e devi dirlo ai genitori. Si fanno problemi anche quando non ci sono.

Quando entra fa male à (attenzione non è vero).

Quando fumate troppo! Esce il sangue da lì. Certe volte siete galline!

Soffrire durante il sesso à (non è normale soffrire durante il sesso, c’è qualcosa che non va).

Rimproveri quando…

Ci provate un po’ con tutte! Dite troppe cose sconce

Vi fate fighi per attirare l’attenzione Dovreste essere più emotivi

Vi ubriacate e fumate troppo (da più grandi) Siete troppo semplici

Prendete in giro solo per farvi notare. Potreste girare direttamente in mutande! Dovete essere un po’ più dolci e meno “stronzi”! Non apprezzate le ragazze meno carine! Rifiutate spesso altri!

Ci provate con la ragazza che ci piace! Troppo ottimisti!

Quando qualcuno è gay à(attenzione all’omofobia).

vi picchiate molto! Fate sport violenti!

Pensano troppo alle parti intime!

Dobbiamo essere più coraggiosi e meno caghette! Non siete sempre voi stessi!

Lasciare le ragazze con la scusa di rimanere amici! Siete troppo permalosi!

Non provate a toccare la mia ragazza!

Siete un po’ troppo cafone e vi fate vedere! Troppo complicate!

Alcune sembrano prostitute Ve la tirate troppo!

Mettete in mostra delle parti del corpo con vestiti troppo “particolari”!

Non provateci con tutti!

Si offendono troppo spesso quando vengono prese in giro! Non ci sono rimproveri!

Siete cattive!

Rompono le scatole appena le tocchi le parti basse! Donne al volante pericolo all’istante!

Siete troppo aggressive!

Quando andate con tutti non mi piace!

Vi fate troppi problemi anche quando non esistono! Quando state con qualcuno e ci provate con un altro. Usate scuse per tutto!

Perfettine. Traditrici! Permalose!

Complimenti quando…

Siete sensibili e non sfottete! Vi comportate da amici!

Sapete fare i seri nei momenti seri! Prendete una relazione con serietà! Fate sentire una ragazza unica! Siete divertenti e simpatici! Mi fate ridere! Siete semplici! Siete divertenti! Booooh! Sono belli! Vi mettete a disposizione! Fate ridere le ragazze! Siete bravi e gentili!

Siete sensibili (sentimenti) Sapete essere delle vere amiche! Puoi parlare di tutto e fidarti! Non lo so! Quando mi ascoltate! Siete simpatiche! Nessuno! Siete attraenti!!! Siete belle! Siete intelligenti! Ci capite e ci aiutate! Ci sapete far sentire felici! Quando ci capite! Quando siete gentili! Siete carine!

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Interessante è vedere come la percezione di ognuno sia diversa: nei vantaggi di essere uomo troviamo il fatto di non dover partorire, ma lo troviamo anche nei vantaggi delle donne. Ritengo sia stato molto interessante per loro potere leggere i rimproveri o i complimenti: nel momento in cui ho riconsegnato la tabella, ho osservato ragazzi che leggevano in silenzio e altri che, invece, prendevano la cosa un po’ più sul personale e iniziavano a commentare in modo difensivo, ad alta voce. Analizzando la tabella, si può riflettere molto sui rapporti con gli altri, su come si vive il giudizio degli altri e si può notare che, alla fine, tutti cercano un po’ la stessa cosa, ovvero non soffrire, legato sempre alla sfera emozionale.

Pubertà

Per parlare di pubertà, ho proposto agli allievi di scrivere un breve tema sulle varie trasformazioni che stanno vivendo sia a livello fisico, sia psicologico. Ho isolato le loro sensazioni, le loro paure e le loro inquietudini e ho creato una tabella che le raggruppasse tutte (vedi allegato B), in modo da poter discutere sul fatto che molti pensieri erano gli stessi per tutti, quindi erano una cosa normale. Attraverso la tabella ho poi cercato di creare delle categorie che raggruppassero le loro concezioni riguardo ai cambiamenti fisici e psichici e ne ho indicato la frequenza (Figura 6).

Figura 5 –Grafico della frequenza delle concezioni degli allievi sulla pubertà.

Lato estetico 10%

Relazione con gli altri 22% Relazione con se stessi 8% Interessi 14% Corpo 21% Emozioni 25%

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Anche in questo caso, i dati confermano ciò che già immaginavo, ovvero, che gli aspetti legati alle emozioni, alle sensazioni o alle relazioni occupano un posto non indifferente nella testa degli allievi (55%) e che i cambiamenti fisici (21%), assieme agli interessi (14%) e al lato estetico (10%) occupano il restante 45%. Penso si possa affermare che i pensieri degli allievi riguardo al periodo che stanno vivendo confermino il bisogno di un supporto esterno per capire che è normale essere spaventati e allo stesso tempo curiosi dai vari cambiamenti in corso.

5.2 Vissuto degli allievi

Finito di girare il film, le interviste e il backstage, ho cercato di costruire un progetto che legasse tutte le componenti, per creare un unico prodotto e ho organizzato, assieme alla docente di classe della 3B, una sorta di cinema nell’ora di classe, durante la quale gli allievi avrebbero potuto godersi il loro momento. Osservarli mentre guardavano la concretizzazione del loro progetto è stato davvero emozionante, perché sono rimasti senza parole e hanno chiesto di poterlo rivedere una seconda volta, in quanto durante la prima visione erano talmente eccitati, che non erano riusciti a cogliere bene i dialoghi. Alla fine della lezione, ho consegnato agli allievi una lettera (allegato E) nella quale li ringraziavo per la collaborazione e per i bei momenti passati insieme e chiedevo loro come ultimo sforzo di rispondere a casa - anche in modo anonimo- a sei domande.

Con le risposte alle sei domande ho creato dei grafici, nei quali viene raffigurata la frequenza con la quale una risposta è stata data.

Come hai vissuto il percorso di educazione affettiva e sessuale?

Figura 6 –Grafico sulle risposte date dagli allievi in base al vissuto del percorso.

Sul grafico (Figura 7) che propone le risposte a questa domanda, si può notare come ciascuno abbia espresso varie sensazioni o abbia cercato di trovare un aggettivo che rappresentasse il proprio stato

Normale   fantastico   Annoiato   Positivo  

Molto  bene   Divertente   Bello   Interessante   Bene   Ho  imparato   0   2   4   6   8   10  

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d’animo. La cosa interessante è che tutte le risposte che ho ricevuto sono state positive. In otto casi ho letto che il percorso di educazione affettiva e sessuale è stato utile, poiché hanno imparato molto e questo come insegnante è particolarmente soddisfacente e accresce l’autostima. Altre risposte denotano un senso positivo e di benessere e utilizzano i termini: bene (otto), bello (due), divertente (due), molto bene (due), positivo (due), esperienza fantastica (uno) e normale (uno). Un allievo ha dichiarato di essersi annoiato, ma il ragazzo specifica:

“ … ho vissuto bene, ma ogni tanto mi annoiavo, ma non per colpa della lezione, ma perché

sapevo già tutto visto che ho 50 programmi che parlano del corpo umano.   … ”

In generale sono stata contenta delle risposte ricevute. C’è chi è stato molto conciso e chiaro, chi ha raccontato nei dettagli i sentimenti e le emozioni che ha provato durante il percorso e credo che se avessero voluto scrivere qualcosa di negativo non ci sarebbero stati problemi, poiché avevo richiesto di esprimersi in forma anonima.

Quali sentimenti e emozioni hai scoperto o hai imparato a riconoscere?

Figura 7 –Grafico sulle risposte date dagli allievi in base alle emozioni e sensazioni scoperte.

Per questa domanda, come si può osservare nella Figura 8, ci sono state molte risposte relative a nuovi sentimenti e emozioni (8), sentimenti speciali (2), sentimenti legati all’amore (2) e al fatto che l’amore è un sentimento uguale per tutti (1), ma ho constatato che in molti casi si rimaneva nel vago. Molti hanno espresso la sensazione di non avere scoperto nessun sentimento o emozione o di non avere imparato a riconoscerne (8). Un solo allievo ha scritto che sta imparando ad ascoltare i propri bisogni nel rispetto più totale. Molto interessante che in quasi tutte le risposte sia stato

L'amore  è  uguale  per   tutti  

Amore   Ascoltare  i  propri  bisogni     Sentimenti  speciali  

Nuovi  sentimenti  e  

emozioni   Nessuno   0   2   4   6   8   10  

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specificato che resta comunque una cosa molto difficile riconoscere le emozioni: devo dire che condivido appieno questa opinione, perché credo che in effetti anche da adulti sia particolarmente difficile riconoscere quale emozione o sentimento si stia provando in un determinato momento. Inoltre, molti hanno commentato che la domanda era un po’ generica e non molto chiara. Anche in questo caso, sono d’accordo e credo che non si possano trarre conclusioni adeguate a questa domanda, che dovrebbe forse essere riformulata. Riporto l’esempio di un allievo che non sapeva bene come rispondere e che mi ha confermato l’idea che la formulazione dovrebbe essere differente:

“La domanda è un po’ vaga…secondo me…Ma potrei anche affermare che io non ho scoperto sentimenti ed emozioni nuove: anche se ho scoperto cose nuove e forse importanti che prima non sapevo.”

Che cosa ti è rimasto?

Figura 8 –Grafico sulle risposte date dagli allievi in base a quanto rimasto da percorso.

A questa domanda come si può vedere nella Figura 9, in tanti hanno risposto “tutto” (10), ma molti di loro non hanno specificato cosa esattamente li abbia colpiti di più. Trovo molto interessante il fatto che in diversi casi abbiano parlato di sentimenti e emozioni (2) o di una bella esperienza (2). “Non pensavo si potessero provare così tante emozioni tutte assieme.”

Le altre risposte riguardano il contenuto delle lezioni (3). Una persona ha specificato che le è piaciuto molto quando si facevano discussioni comuni e altre due che ricordano bene come non tutti i metodi anticoncezionali proteggano dalle malattie sessualmente trasmissibili e che il migliore in questo senso è il preservativo. Sicuramente leggere questa risposta mi ha fatto piacere, perché è importante sottolineare il fatto che per potersi godere la sessualità, è necessario avere un atteggiamento responsabile. Nuovi   sentimenti  e   emozioni   Discussioni     Metodi   anticoncezional

i   esperienza  Bella  

Tutto  

0   5   10   15  

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21

Che cosa cambieresti?

Figura 9 –Grafico sulle risposte date dagli allievi su cosa vorrebbero cambiare.

Nella figura 10, sono rappresentate le risposte date dagli allievi sui cambiamenti da apportare al percorso. La maggior parte (10) non ha risposto niente, perché andava benissimo così. Una persona aumenterebbe le discussioni, un’altra farebbe durare di più il corso. Una persona consiglia di approfondire il tema dell’aborto poiché lo trova eticamente sbagliato e un’altra aumenterebbe l’utilizzo di immagini e filmati. Trovo molto interessante che in due casi si diminuirebbero ulteriormente le parti legate all’anatomia. Questa risposta conferma che l’anatomia non è cruciale, quando si parla di educazione affettiva e sessuale.

Come hai vissuto la preparazione del progetto? E com’è stato vedere il vostro prodotto finale e quali emozioni ha suscitato in te?

Le due ultime domande hanno avuto molte più risposte delle altre. Sicuramente vivere l’esperienza della preparazione del film e guardare il prodotto finale li ha colpiti molto ed è stato più facile esprimersi su cosa hanno provato. Le esperienze che gli allievi hanno vissuto durante la preparazione del progetto sono state tutte molto positive (figura 11). Anche nei casi in cui si è percepito una sorta di imbarazzo, è stato specificato come questo sia scemato immediatamente, trasformandosi in entusiasmo, curiosità, emozioni e sorpresa positiva. Il termine “impegnativo” è stato utilizzato in due scritti, che l’hanno inteso in senso positivo, perché è stato appagato da un ottimo risultato. Due casi hanno evidenziato divertimento e istruzione. In tre hanno voluto sottolineare quanto sia stato bello lo spirito di squadra che si è creato fra compagni e di come sia stata vissuta bene la preparazione. In cinque hanno descritto la preparazione del film come

Aborto   Più  discussioni   Più  immagini  Farlo  durare  di  più  

Togliere  parti  di   anatomia   Niente   0   5   10   15  

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un’esperienza fantastica e indimenticabile: sono tutti termini che fanno riflettere su quanto sia importante per gli allievi creare un proprio percorso, durante il quale provare sentimenti e emozioni.

Figura 10 –Grafico sulle risposte date dagli allievi sul proprio vissuto durante la preparazione del progetto.

Per quanto riguarda la descrizione del proprio prodotto finale (Figura 12), i termini usati sono molto vari e positivi. In generale, sono rimasti tutti molto affascinati dal prodotto finale.

Figura 11 –Grafico sulle risposte date dagli allievi sul prodotto finale

Qualcuno ha detto di essersi commosso vedendo il prodotto finale, qualcun altro ha dichiarato di essersi sentito stimolato a farne altri, perché non credeva potesse riuscire così bene e un altro ha parlato di esperienza unica, perché assolutamente diversa dal solito. In tre persone si sono sentite soddisfatte e altre tre hanno espresso sensazioni di orgoglio personale. Altri ancora si sono sentiti un po’ in imbarazzo rivedendosi nel video. In sei persone hanno specificato che è stato molto emozionante vedere il prodotto finale e in otto hanno evidenziato sensazioni molto belle. Molto interessante sono stati i messaggi di gratitudine nei miei confronti per essere stata un punto di riferimento importante, che li ha aiutati a parlare con agio di qualsiasi cosa.

Sorpresa  Imbarazzante  Emozioni   Entusiasmo  

Impegnativo  Divertente   Istruttivo  

Spirito  di  squadra  Bene  

Fantastica   0   1   2   3   4   5   6  

Come  ho  vissuto  la  preparazione    

Commovente   Stimolante   Unico  

Diversa  dal  solito  

Soddisfazione   Orgoglio   Imbarazzo   Emozionante   Molto  bello   0   2   4   6   8   10  

(27)

23

Nel riquadro che segue, ho voluto riportare la lettera scritta da un’allieva per ringraziarmi del lavoro fatto insieme. Sono molto contenta perché si può vedere quanto sia importante per loro avere qualcuno che li ascolti davvero.

“Anna, all’inizio facevo fatica a darti del tu, ora mi viene naturale. Sono felicissima di quello che abbiamo realizzato durante questo periodo. Non ti vedo più solo come una maestra, ma ti vedo come un punto di riferimento, un esempio e … un’amica. Sei riuscita a trasmettermi molto del tuo entusiasmo sia nella scrittura che in tante altre cose. Spero di poter fare buon uso dei tuoi insegnamenti e prendere sempre decisioni che vengono dal cuore. Se l’anno prossimo tu non dovessi essere più con noi, spero che potremo tenerci in contatto. Tutti noi ti porteremo sempre nel cuore. Sei stata capace di ascoltarci e consigliarci e noi, io, te ne sono grata. Il modo migliore per ringraziarti di tutto e solamente: GRAZIE.”

Oltre a questo bellissimo messaggio, ho ricevuto anche delle sorprese da ragazzi che inizialmente non volevano partecipare alle lezioni di educazione all’affettività e alla sessualità. Mi hanno scritto che si sono ricreduti e che, alla fine, è stato interessante o, comunque, meno peggio di quanto non pensassero.

Questi risultati sono davvero interessanti perché evidenziano che gli allievi hanno provato emozioni e sensazioni profonde, in un’esperienza diversa dal solito, della quale si sono sentiti protagonisti e questo ha reso sicuramente più facile l’apprendimento. Spero che rimarrà il ricordo di una bella esperienza di vita. Ho ricevuto davvero tanta gratitudine da parte degli allievi per aver educato almeno in parte all’affettività e alla sessualità, attraverso la realizzazione di un loro prodotto.

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6. Conclusioni

Sicuramente questo lavoro e i dati raccolti mi hanno fatto riflettere molto su come proporre l’educazione affettiva e sessuale nelle scuole medie e credo di poter rispondere in modo positivo alle domande di ricerca iniziale.

ü È possibile intraprendere un percorso di educazione all’affettività e alla sessualità partendo dai bisogni e dagli interessi degli allievi e costruendo con loro un percorso didattico che li veda protagonisti?

Credo sia indispensabile costruire un percorso didattico partendo dai bisogni e dagli interessi degli allievi. Dopo la raccolta delle necessità trovate nella scatola delle domande e dei pensieri, ho potuto preparare un itinerario che seguiva il filo delle questioni sollevate, riscritte esattamente come le avevano poste, e ho spiegato loro che avremmo cercato di rispondere a tutto durante il percorso. Gli allievi erano felici e motivati fin dall’inizio e io non ho avuto alcun problema o difficoltà ad affrontare il tema. Ho sfruttato l’occasione per ribadire che potevano porre tutte le domande che volevano, senza imbarazzo, ma ho sottolineato l’importanza del “modo” in cui formularle, nel rispetto mio, dei compagni e di loro stessi, assicurandoli che avremmo imparato ad utilizzare i giusti termini per non risultare volgari. Questo è importante per assumere comportamenti scolastici e sociali appropriati ad una determinata situazione. Ad esempio, abbiamo imparato a usare il linguaggio più adatto alle diverse situazioni in cui ci si può trovare. Abbiamo distinto le situazioni tra amici da quelle in classe o con adulti. Ricordo bene alcune domande depositate nella scatola, quali “Maestra, ma se uno sborra in bocca ad una tipa, può rimanere incinta?” oppure “Perché il cazzo va in tiro?”: tutte domande pertinenti e alle quali ho detto che avremmo risposto, ma ho anche spiegato che esistevano altri modi per formularle, come ad esempio “Durante il sesso orale si può eiaculare nella bocca della ragazza senza che rimanga incinta?” oppure “ Perché il pene va in erezione?”. Ho voluto utilizzare questa strategia, perché ho inteso dimostrare da subito la mia assenza d’imbarazzo davanti a interrogativi che contenevano parole volgari e la mia determinazione a rispondere davvero ai loro bisogni, pur mantenendo sempre un clima di rispetto reciproco ed evitando provocazioni inutili. Ho cercato di creare da subito un clima di fiducia nella classe, in cui i ragazzi si sentissero liberi di esprimersi in qualsiasi modo e ho anche specificato che se non sapevano come porre la domanda in modo consono alla situazione, avrebbero potuto farmela prima sottovoce e io li avrei aiutati a costruirla nella forma opportuna. Credo che la strategia che ho

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utilizzato, partendo dai bisogni degli allievi, abbia permesso loro di sentirsi importanti e non banalizzati su un argomento così delicato. Ho voluto utilizzare questa strategia anche per l’esercizio “penso che tu pensi” e “riflessione sulla pubertà”, proprio perché utilizzando i loro termini ho potuto descrivere sentimenti, emozioni e sensazioni che stanno vivendo in un periodo così particolare e i ragazzi si sono sentiti finalmente “normali” e rassicurati. Non so se è grazie a questo atteggiamento che ho tenuto con la classe o per altri motivi, ma fin dall’inizio gli allievi si sono sentiti ascoltati e un po’ protagonisti, tant’è che una di loro è arrivata con una storia talmente bella, che abbiamo deciso di realizzarne un film. La preparazione del progetto finale ha unito ancor più la classe, perché tutti hanno potuto avere un ruolo nella preparazione, adeguato alle proprie esigenze. C’erano persone che inizialmente non volevano assolutamente apparire in immagine, ma alla fine si sono ricreduti e hanno deciso di rispondere alle domande. Solo in due non se la sono sentita di farsi intervistare, ma si sono impegnati a fare le domande agli altri e a filmare per il backstage.

Credo che il film abbia giocato il ruolo di collante nella classe, perché avere un obiettivo comune da raggiungere ha unito tutti, stimolandoli a lavorare al meglio.

I capitoli del film si sono rispecchiati nella classe: all’inizio i ragazzi e le ragazze erano – volutamente?- separati, ma poi attraverso un avvicinamento e un’apertura reciproca, si è creato il “gruppo classe”, unito e collaborativo. Credo che quando gli allievi sono sostenuti in qualcosa in cui credono e che rappresenta il frutto dei loro pensieri, si sentano motivati a lavorare con entusiasmo insieme e autonomamente, nel rispetto reciproco. Ho potuto notare molto bene questo atteggiamento collaborativo durante le riprese del film, realizzate il mercoledì pomeriggio. Non ho dovuto richiamare nessuno e tutti si sono impegnati a lavorare. Io giravo tra i vari gruppetti e non ci sono mai stati problemi di comportamento. Nel backstage, fra l’altro, è stato monitorato molto bene quest’aspetto della classe unita e coesa, impegnata a costruire un progetto che hanno definito “nostro”, comprendendo anche me.

ü Qual è il vissuto degli allievi rispetto al percorso di educazione all’affettività e alla sessualità proposto, in riferimento anche alle loro aspettative iniziali?

Dall’analisi dei questionari esposta nel capitolo precedente emerge come gli allievi abbiano apprezzato il percorso di educazione all’affettività e alla sessualità e in particolar modo il progetto del film che li ha resi orgogliosi del risultato. Tutti quanti hanno espresso gratitudine nei miei

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confronti per aver provato un mix di emozioni forti nel preparare il progetto e soprattutto nel vederlo concretizzato, cosa che in molti ritenevano impossibile. Gli allievi hanno evidenziato l’importanza di aver imparato in maniera diversa dal solito e il fatto che sicuramente ricorderanno questo periodo per tutta la vita. Credo che la realizzazione di questo progetto sia stata possibile grazie al rapporto di fiducia che si è instaurato all’interno della classe e con me fin dall’inizio del percorso. Posso affermare che le proposte didattiche mirate alla collaborazione e al confronto tra di loro hanno contribuito ad un clima di classe unito, fiducioso, aperto alle novità e all’idea di progetto di classe.

Da un punto di vista personale come docente e come persona, posso affermare che questo percorso è stato fantastico sotto vari aspetti. Prima di tutto, come docente ho potuto imparare davvero ad ascoltare i miei allievi mettendomi totalmente in gioco e credo che questo atteggiamento sia stato la carta vincente per creare un clima di classe adeguato alle discussioni e alla creazione di un progetto. Inoltre, è stato interessante e arricchente leggere i ringraziamenti che mi hanno scritto gli allievi: mi hanno ringraziata per essere diventata un punto di riferimento per loro e per averli aiutati a capire che - pur essendo indispensabile conoscere l’utilizzo dei metodi anticoncezionali per vivere serenamente la propria sessualità - i sentimenti, le sensazioni e le emozioni giocano un ruolo determinante nella vita e in una relazione. Hanno inoltre sottolineato quanto sia importante ascoltarsi per potersi rispettare. Anche le persone inizialmente più restie al tema si sono ricredute. Grazie ai miei allievi, mi sono sentita un’adeguata accompagnatrice dei miei ragazzi e questa è la cosa più bella che potessi chiedere.

In conclusione, posso affermare che il coinvolgimento degli allievi nel percorso di educazione affettiva e sessuale è stato efficace non solo grazie alle attività didattiche proposte in base ai loro bisogni e interessi, ma soprattutto grazie al rapporto reciproco che si è instaurato all’interno della classe tra gli allievi e con me. Questa combinazione ha permesso la realizzazione di un progetto ricco di emozioni e sentimenti, adeguato ai bisogni dei ragazzi delle scuole medie, che rimarrà impresso nella loro memoria per tutta la vita.

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7. Bibliografia

Bernasconi, M., Kocher, U., Lubini, P. (2009). Piano formazione di scienze naturali. Bellinzona: Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport. Divisione della scuola. Ufficio dell'insegnamento medio. Disponibile in: http://www.gesn.ch/programmi/doc/PF_Scienze.pdf Cangemi R., (2013). È un tema che si aspetta dalla prima…. lavoro di diploma.

Gruppo di lavoro per l’educazione sessuale nelle scuole ticinesi, GLES. (2006). Rapporto finale. Bellinzona.

Lewin K. (2005 ), a cura di P. Colucci. La teoria, la ricerca, l'intervento. Il Mulino, Bologna. Pellai A. (2007). Mamma cos’è l’amore? L’amore e la sessualità spiegati ai nostri figli. Milano: FrancoAngeli.

Pellai A. (2012). Il primo bacio. Kowalski.

Ufficio Regionale per l’Europa dell’OMS e BZgA (2010). Standard per l’educazione sessuale in Europa.

Veglia, F. (2004). Manuale di educazione sessuale. Volume 1 – Teoria e metodologia. Gardolo: Erickson.

Veglia, F. (2005). Manuale di educazione sessuale. Volume 2 – Interventi e percorsi secondo il Metodo Narrativo. Gardolo: Erickson.

WHO (2006). Defining sexual health: report of a technical consultation on sexual health. Ginevra: OMS

Pagine web

http://www.inoltre.ch/okraga/OKragazzi.pdf

http://www4.ti.ch/fileadmin/DECS/DS/CDC/SCUOLADECS/Educazione/GLES08092006-finale-approvato.pdf

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8. Allegati

Allegato A – Programma di educazione affettiva e sessuale presentato alla classe. Allegato B – Tabella della pubertà.

Allegato C – La storia: “Tutta colpa di una palestra” di Martina Strano. Allegato D – Lettera alla classe 3B di Gordola.

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Allegato A – Programma di educazione affettiva e sessuale presentato alla classe.

Educazione

sessuale

Con i ragazzi della 3B delle scuole medie di Gordola e la docente Anna Volger

Le vostre domande costruiscono il nostro programma

! È evidente che le vostre

do mande no n posso no essere aff rontate tutte insieme perché toccano argomenti molto diversi fra loro.

! È allora opportuno trovare

d e l l e t e m a t i c h e c h e permettano di suddividere le domande per argomento in modo da organizzare e s t r u t t u r ar e i l n o s t r o programma. Metodi anticoncezionali Pornografia

Gli argomenti del programma in base alle vostre domande

Anatomia, come siamo fatti? I cambiamenti della pubertà

Gravidanza Malattie sessualmente trasmissibili Mestruazioni ed eiaculazione Sentimenti, sensazioni e emozioni EDUCAZIONE SESSUALE

Anatomia, come siamo fatti? I cambiamenti della pubertà

! Cos’è l’orgasmo?

! È vero che le ragazze diventano umide quando si eccitano? Perché? E i ragazzi?

! È vero che si suda quando lo si fa? Perché? ! Il sesso può durare fino all’infinito?

! Gli ormoni, l’amore, l’igiene intima, il momento in cui ci si arrapa cosa succede?

! Cosa succede se una donna prende il viagra?

! Cosa succede se un maschio di circa 13 anni prende il viagra? ! Perché la vagina negli anni si “sgonfia”?

! Masturbazione.

! Esiste un modo per allungare il pene? !

"

! Quanti buchi ha la vagina? ! Perché il pisello diventa duro? ! Esiste lo squirt?

! Perché esce la sborra? ! Perché le tipe hanno le tette? ! Gli spermatozoi possono andare a male? ! Come fa ad arrivare un orgasmo? ! Lo sviluppo.

! Perché certe donne hanno il seno piccolo e altre grande? ! Perché si suda di più?

! Perché abbiamo i testicoli?

! Se a una donna gli si sborra in bocca, è possibile che gli spermatozoi raggiungono l’ovulo?

! È possibile che tramite troppa masturbazione il pene si stacca? ! Quanto può allargarsi la vagina?

Continuiamo…

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