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Academic year: 2021

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Dipartimento di Economia e Management

Corso di Laurea Magistrale Strategia, Management e Controllo

Classe n. LM-77 – Scienze economico aziendali

Tesi di Laurea

BITCOIN

TRA VANTAGGI E RISCHI

Il cammino verso la regolamentazione

Relatore: Prof.ssa Dianora POLETTI Correlatore: Prof.ssa Francesca Cristiani

Candidato: Stefania FALASCHI

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3 INDICE - SOMMARIO

Introduzione………..5

CAPITOLO 1 – STORIA E FUNZIONAMENTO 1.1 Cenni alla storia dei mezzi di pagamento: dal baratto alle criptovalute………..7

1.2 La nascita dei bitcoin………...9

1.3 Funzionamento………...…………11

1.4 Modalità di acquisizione dei bitcoin………..…………13

1.5 Mining………16

1.6 Il possesso bitcoin – wallets………...17

1.7 Trasferimento dei bitcoin………...…………21

1.7.1. Piattaforme di scambio………...24

1.8 Aspetti positivi………...28

1.9 Aspetti negativi……….……….29

1.10 Sicurezza………31

1.10.1 Possibili attacchi e problemi sulla sicurezza………...32

1.10.2 Deep Web………..33

1.10.3 Silk Road 1.0, 2.0 e 3.0………..………...39

1.10.4 Utilizzo dei bitcoin in ambito terroristico………...42

1.10.5 Mt.Gox e altri avvenimenti………...…43

CAPITOLO 2 – ASPETTI GIURIDICI 2.1 Inquadramento giuridico………47

2.2 Accettazione del bitcoin……….…49

2.3 Ipotesi sulla natura giuridica ……….…50

2.3.1 Bitcoin come moneta ………..………...………...51

2.3.2 Bitcoin come moneta complementare………...52

2.3.3 Bitcoin come moneta elettronica………...………53

2.3.4 Bitcoin come strumento finanziario………..…55

2.3.5 Bitcoin come bene immateriale……….56

2.3.6 Bitcoin come documento informatico………...……57

2.3.7 Conclusioni………...58

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2.4.1 Virtual currency schemes 2012……….59

2.4.2 Warning to consumers on digital currency 2013………...…62

2.4.3 Opinion on virtual currency 2014……….64

2.4.4 Virtual currency schemes 2015……….…65

2.4.5 Call for evidence 2015………...……...…………66

2.4.6 Draft report 2016………...…………68

2.4.7 Opinion of the ECB 2016………..………69

2.4.8 Altri interventi………...71

2.5 La regolamentazione in Italia……….…………71

2.5.1 Proposte regolative………....73

2.5.2 Interventi in Italia………..73

2.6 Regolamentazione in altri paesi (cenni)……….76

2.6.1 Brasile……….………...78

2.6.2 Stati Uniti………..79

2.6.3 Germania……….…………..81

2.6.4 Giappone………..………….82

CAPITOLO 3 – ATTUALITÀ E FUTURO 3.1. Attualità………....84

3.1.1. Diffusione……….84

3.1.2. Fiducia………..87

3.1.3. Azioni per aumentare l’uso dei bitcoin………89

3.2. Aspetti economici……….….…...91

3.2.1. Domanda e offerta………...91

3.2.2. Formazione del prezzo………..92

3.2.3. Valore e tassi di cambio………...…..93

3.2.4. Aspetti macroeconomici………....94

3.2.5. Imprese e bitcoin (nuovi business)………....95

3.3. Potenzialità della blockchain………...97

3.4. Le banche………...101

3.5. Futuro……….105

Conclusione……….……….….108

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5

Introduzione

Il Bitcoin è una moneta virtuale ideata da un creatore sconosciuto nel 2009, che si basa su principi di crittografia. Si differenzia da altre forme di pagamento in quanto non è controllato da nessun intermediario finanziario o autorità centrale, perciò ha un carattere decentralizzato. Pertanto, né i governi né terzi detengono un potere intermediario sulle transazioni. Il bitcoin è una criptomoneta che utilizza un software

open source basato su un sistema elettronico P2P (peer to peer) e si avvale della

tecnologia Blockchain che consente di preservare l'anonimato degli utenti.

La prima parte del lavoro andrà ad analizzare in modo specifico il funzionamento del sistema bitcoin evidenziandone i vantaggi e i rischi. Si pone particolare attenzione ai problemi legati alla sicurezza esplicando alcuni casi avvenuti nel corso della storia della criptomoneta. Sebbene ci siano state varie vicende, che abbiano scoraggiato le persone all'utilizzo di tale valuta, ci sono molti utenti fiduciosi e incuriositi dalla nuova tecnologia, che prevedono possa diventare la moneta del futuro. Negli ultimi anni il tasso di utilizzo da parte degli utenti è cresciuto notevolmente facendo sollevare questioni importanti riguardanti il contesto normativo.

Nella seconda parte si cerca di capire quale potrebbe essere la natura giuridica del bitcoin. Nonostante varie ipotesi, oggigiorno, il problema della qualificazione giuridica non si è risolto, autorità di vigilanza e governi non hanno ancora le idee del tutto chiare come trattare questo tipo di valuta. A tale proposito, l'Unione Europea si è mossa emanando una serie di documenti e linee guida per l'uso delle valute virtuali, con lo scopo di garantire maggiore chiarezza ed uniformità tra i vari paesi, e in più segnalare potenziali rischi per gli utenti. Le risposte dei governi variano tra di loro, ad oggi solo alcune le nazioni hanno adottato norme specifiche.

Nell’ultimo capitolo oltre a trattare il bitcoin dal punto di vista economico e sociale, si vanno ad analizzare le potenzialità della tecnologia sottostante (la

blockchain) e ad ipotizzare come la sua applicazione potrebbe rivoluzionare il mondo

delle transazioni. Molte aziende, per stare al passo con i tempi, hanno incominciato a studiare le modalità di implementazione della blockchain principalmente in ambito bancario. Si pensa che tale tecnologia possa rimodellare completamente il settore finanziario. Il futuro del bitcoin e della blockchain è ancora incerto; alcuni studiosi ritengono che la società non sia del tutto pronta ad accogliere cambiamenti del genere, mentre altri sostengono che ci stiamo avvicinando ad una nuova era della tecnologia.

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CAPITOLO 1 – STORIA E FUNZIONAMENTO

1.1. Cenni alla storia dei mezzi di pagamento: dal baratto alle criptovalute

“Fin dall'antichità, l'uomo ha sempre cercato uno strumento attraverso il quale poter effettuare scambi di beni, strumento che doveva avere un valore riconosciuto dal contesto sociale”1. I pagamenti hanno assunto molte forme nel corso dei secoli: nuove forme di pagamento continuano a sorgere, per integrare le precedenti; altre che si sostituiscono a quelle più vecchie.

La forma più antica di pagamento è sicuramente da considerarsi il baratto. Con il baratto una persona cede ad un'altra un bene fisico in cambio di un altro. In passato, ad esempio in cambio di un aratro si poteva ricevere del grano. Questo sistema ha funzionato per molti secoli, ma successivamente si rivelò inefficiente2 perché il limite era dato dalla difficoltà di riuscire a incontrare qualcuno che fosse in possesso di un bene desiderato e che accettasse di scambiarlo per un bene offerto e in più un ulteriore problema era dato dalla qualità difficilmente verificabile della merce, cioè non si poteva dare un giusto valore di cambio ad alcuni prodotti. I successivi mezzi di pagamento affermatesi dopo l'era del baratto furono molteplici. Ad esempio nelle colonie della Virginia (Usa) era il tabacco ad essere usato come forma di denaro mentre in tempi più moderni, nelle Isole Yap3, i prigionieri utilizzavano le sigarette4. Oltre a queste atipiche tipologie di pagamento vennero coniate per millenni monete d'oro, argento e rame, le quali avevano il vantaggio di essere facilmente trasportabili e non subivano un deperimento nel tempo. I Greci furono i primi che già nel 700 a.C. si dedicarono a tale attività. Nell' 800 d.C. si arrivò alla nascita della carta moneta, un'invenzione del popolo cinese per semplificare il trasporto di valori tra le regioni e per eliminare il rischio di furti o disonestà. Per molti anni, la moneta e la banconota sono state considerate forme di scambio e un modo per mantenere il valore simbolico di metalli preziosi5.

1 http://www.carte-di-credito.net/Storia_dei_sistemi_di_pagamento

2 McCABE D., JAMES A., The ethics of payments: paper, plastic or bitcoin?, Jurnal of business ethics, Springer Science, 2014, p.603.

3 Lo stato di Yap fa parte dei quattro Stati Federati della Micronesia. É situato nell'Oceano Pacifico occidentale e comprende numerose isole dell'arcipelago delle Caroline posizionate tra la Repubblica di Palau, Gnum e Chuuk.

4McCABE D., JAMES A., The ethics of payments: paper, plastic or bitcoin?, Jurnal of business ethics, Springer Science, 2014, p.604.

5 MAFTEI L., Bitcoin – between legal and informal, CES working papers, Volume VI, Issue 3, 2014, p.53.

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8 Durante gli ultimi anni il diffondersi della tecnologia e della globalizzazione6 ha visto nascere nuove forme di pagamento. Negli ultimi decenni la rapida evoluzione informatica ha contribuito al passaggio da una concezione “reale” a quella “virtuale” di moneta. La nascita della moneta elettronica, anche detta e-money7, oggigiorno è diventata un metodo di pagamento molto più attraente in quanto possiede numerosi vantaggi, tra i quali la possibilità di effettuare pagamenti diretti tramite E-POS (Electronic Point of Sale) e prelevare denaro dagli sportelli ATM (Automated Teller

Machine). Le persone hanno trovato, infatti, più utile e pratico ricevere denaro tramite

carta di credito o eseguire pagamenti online8. La moneta elettronica viene definita come la “quarta generazione” dei mezzi di pagamento dopo l’era della moneta legale e bancaria. Le normative che definiscono la fattispecie di moneta elettronica sono state emanate in ambito comunitario, e specificamente con una serie di direttive che si sono susseguite 2000/46/CE, 2000/28/CE e 2009/110/CE.

La tecnologia di pagamento si è evoluta notevolmente nel corso del tempo e continua ad evolversi: il passo successivo è avvenuto con la nascita delle valute virtuali o digitali9, in particolar modo nel 2008 quando è stata creata la criptovaluta denominata Bitcoin (simbolo BTC). Il Bitcoin rappresenta un progresso tecnologico imponente, ma da un certo punto di vista anche un'evoluzione etica. Le operazioni di Bitcoin sono cresciute rapidamente nel tempo, necessitando pertanto di misure di regolamentazione e/o dell'approvazione legale da parte dei Governi nazionali.

Sebbene il Bitcoin sia diventato molto popolare, nel mercato è sempre presente molta sfiducia tra gli attori. La mancanza di una normativa, infatti, potrebbe determinare una serie di rischi connessi ad attività criminali10. Fino a poco tempo fa, il termine

6 “La globalizzazione è un processo attraverso il quale mercati e produzione, dei diversi paesi, diventano sempre più interdipendenti, conseguentemente le aziende si trovano sempre più in contesti turbolenti”. TRON A., L’implementazione e la valutazione dei sistemi Erp, Gestione informatica dei dati aziendali, Franco Angeli, 2009.

7 L’espressione è usata da PACILEO, L’attuazione in Italia delle direttive comunitarie in materia di e-money, in La moneta elettronica: profili giuridici e problematiche applicative, a cura di SICA-STANZIONE-ZENO ZENCOVICH, Milano, 2006, p.191, sulla scia di quanto autorevolmente argomentato da SPADA, Carte di credito: “terza generazione” dei mezzi di pagamento, in Riv. Dir. civ.,1976, I, p. 490.

8 Il primo pagamento con carta di credito è avvenuto nel 1920 negli Stati Uniti d'America, per l'acquisto di carburante. Tale sistema di pagamento riscontrò talmente tanto successo che nel 1938 molte aziende statunitensi cominciarono ad accettarle. Solo nel 1958 nacque una carta di credito con un meccanismo simile a quello che viene utilizzato oggi giorno. MAFTEI L., Bitcoin – between legal and informal, CES working papers, Volume VI, Issue 3, 2014, p.54.

9 La moneta digitale o virtuale è una valuta utilizzata principalmente online. Come il denaro tradizionale queste valute possono essere utilizzate per acquistare beni e servizi fisici.

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9 "moneta virtuale" non era ritenuto molto affidabile. Molti paesi consideravano e considerano questo tipo di moneta illegale e per questo sono state prese misure per frenare il suo utilizzo. Viceversa, coloro che possiedono una visione ottimista hanno compiuto enormi sforzi per lanciare ed incentivare questo nuovo sistema di pagamento. Per alcuni economisti, le valute virtuali potrebbero essere il futuro e quindi il passo successivo dopo la moneta elettronica.

1.2. La nascita dei bitcoin

L'interesse per il mondo delle criptovalute risale a circa due decenni fa. Gran parte del lavoro è stato svolto dal crittografo statunitense David Chaum. Nel momento in cui lavorava presso l'istituto nazionale di ricerca di matematica ed informatica ad Amsterdam, fondò nel 1990 una delle prime valute digitali denominata DigiCash. Tale moneta permetteva agli utenti di rimanere anonimi attraverso una sorta di firma digitale ottenuta tramite l’applicazione di una serie di algoritmi, in cui il contenuto di un messaggio veniva nascosto prima di essere firmato. Il progetto di DigiCash purtroppo fallì, nel 1998, perché si basava su un sistema centralizzato simile all'operato di una banca tradizionale, e in parte perché non si è mai riuscito ad adattare al settore finanziario e normativo. Gli aspetti della filosofia di Chaum sono però riemersi dieci anni dopo, infatti, molti sostengono che l'inventore dei bitcoin, Satoshi Nakamoto, si sia ispirato proprio al crittografo statunitense11.

Il 31 ottobre 2008 nella mailing list del sito web www.metzdowd.com apparve un documento intitolato “Bitcoin: A Peer-to-Peer Electronic Cash System”12 da parte di un creatore misterioso che si celava sotto lo pseudonimo di Satoshi Nakamoto. Nel documento vennero resi noti per la prima volta il protocollo e le informazioni riguardanti il funzionamento del bitcoin. Il bitcoin si definisce una moneta digitale che si basa su principi della crittografia. La differenza da altre forme di pagamento è che non è controllato da nessun intermediario finanziario o autorità centrale, perciò ha un carattere decentralizzato. Pertanto, né i governi né terzi detengono un potere intermediario sulle transazioni13. È una criptomoneta che utilizza un software open

11 EXTANCE A., Bitcoin and beyond, Feature News, Macmillan publishers, Vol.526, Ottobre 2015, p.22. 12 All’indirizzo www.bitcoin.org/bitcoin.pdf è possibile leggere integralmente l’articolo originale.

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source basato su un sistema elettronico P2P (peer to peer)14 e si avvale della tecnologia

Blockchain che consente di preservare l'anonimato degli utenti.15

La simbologia utilizzata per il bitcoin si divide in due tipologie di abbreviazioni:

 B, BTC o XBT, con le lettere maiuscole: che indicano il protocollo, il software, ovvero lo stesso network;

 b, con la lettera minuscola: è l'unità di moneta o di conto.

Secondo varie ricostruzioni si pensa che Satoshi Nakamoto abbia cominciato a lavorare sui bitcoin già nel 2007. Tuttora non sappiamo se dietro questo nome si nasconda una sola persona o un gruppo di individui16.

Dopo la pubblicazione del paper nel 2008, il 3 gennaio dell'anno successivo venne estratto il primo blocco “0” dal quale si generarono 50 bitcoin. Tale blocco venne denominato come “Genesis block”. Nei giorni seguenti fu distribuita la prima versione del software client “Bitcoin-QT”, che ha permesso l'utilizzo della valuta digitale. Fino alla metà del 2010 Nakamoto ha continuato a sviluppare il software dopodiché si è ritirato annunciando di essersi “trasferito” ad altri interessi17. L'ultima notizia risale al 2011 in cui dichiara di aver lasciato il progetto dei Bitcoin nelle buone mani di Gavin Andresen18, considerato dai più il vero creatore. Da anni continuano le ricerche per p.157.

14 La rete Peer to Peer indica un modello di architettura logica di rete informatica in cui i nodi non sono gerarchizzati unicamente sotto forma di client o server fissi, ma sotto forma di nodi equivalenti o paritari che possono cioè fungere sia da cliente che da server.

15 Per maggiori approfondimenti vedere paragrafi 1.3 e 1.4.

16 Il nome Satoshi Nakamoto ha origini giapponesi16 e per questo molte persone pensano che la nascita di tale criptovaluta sia avvenuta in Giappone. Nel paper pubblicato nel 2008, però, non vi è fatto alcun riferimento al Giappone e non vengono usati nemmeno termini giapponesi. Esaminando il documento possiamo notare che è scritto in lingua inglese perfetta e ciò fa nascere numerose ipotesi, ad esempio il fatto che Satoshi possa essere stato aiutato nella sua redazione da altri soggetti oppure che l'inventore possa aver addirittura origini anglosassoni. Le origini del bitcoin sono ancora avvolte nel mistero ma secondo alcuni studiosi, la complessità del sistema farebbe ipotizzare che dietro al famoso pseudonimo non si nasconderebbe una sola persona ma un gruppo di sviluppatori.

17 A.TETI, Bitcoin: la criptomoneta del Cyberspazio che sfida banche e governi, Rivista Mondo Digitale, n. 46, giugno 2013

18 Gavin Andresen, in passato noto come Gavin Bell, è uno sviluppatore di software di Amherst, del Massachusetts che, dopo la laurea in informatica presso la Princeton University nel 1988, iniziò a lavorare con Silicon Graphics18. Si è dedicato per anni alla progettazione di giochi online 3D anche per persone non vedenti. Nel 2010, Andresen, entrò in contatto con i Bitcoin che in quel periodo erano quasi sconosciuti ed entrarne in possesso risultava estremamente difficile. Andresen si innamorò della logica che stava dietro tale criptovaluta e del fatto che era una moneta non controllata da nessun governo. Egli divenne il capo sviluppatore del codice open-source e tuttora definisce le regole di funzionamento dei Bitcoin. Il modo in cui Andresen esercita il suo potere influenza non solo il destino dei Bitcoin, ma anche le prospettive di altre valute virtuali18. Desideroso di vedere la gente iniziare a utilizzare Bitcoin, nel 2010 ha lanciato un sito web chiamato “Faucet Bitcoin” (tradotto in rubinetto Bitcoin) il quale distribuiva cinque bitcoin gratuiti a ogni visitatore del sito. (Nel 2010 il valore dei bitcoin era molto basso, con il

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11 svelare la vera identità che si nasconde dietro allo pseudonimo di Nakamoto19, ma il mistero non è mai stato svelato.

1.3. Funzionamento

Il Bitcoin è una valuta virtuale presente solo nel mondo di internet e quindi può essere utilizzata solo per le transazioni online. Il bitcoin è una stringa di codice (composta da lettere e numeri) elaborata da un software gratuito. Questa moneta dunque si basa su un software open source, ovvero un programma che può essere scaricato e

tempo, però il valore è aumentato notevolmente e quindi nel 2012 decise di chiudere la pagina web). In più si è dedicato per lungo tempo a migliorare il codice dunque nel 2013 la Fondazione Bitcoin lo ha ripagato con un compenso in bitcoin corrispondente a $ 209,648 dollari. Il notevole successo ha fatto pensare che dietro allo pseudonimo di Satoshi Nakamoto si nascondesse Andresen. Egli ha però sempre negato sostenendo di non essere l'ideatore e di non averlo mai incontrato di persona nonostante avesse conversato con lui frequentemente via posta elettronica. A seguito di numerose indagini si è capito che Andresen non è la persona che si nascondeva dietro al misterioso creatore. Egli ha continuato a lavorare sul software insieme ad altri cinque sviluppatori, rendendolo meno soggetto a crash e architettando un'interfaccia più semplice da usare. Si pensa che solo loro abbiano il potere di modificare il codice sorgente dei Bitcoin. Secondo Mike Hearn, un ex ingegnere del software di Google, che ha contribuito al lavoro di Andersen, in un'intervista ha detto che Satoshi Nakamoto “Ha creato Bitcoin per dimostrare che le sue idee avrebbero funzionato. Non aveva intenzione di creare un prodotto che durasse invariato nel tempo”. Da ciò si deduce che col tempo sarebbero state necessarie opportune modifiche al software. Gran parte del lavoro di trasformazione è stato fatto da Andresen e Wladimir van der Laan, un codificatore residente ad Amsterdam, che attualmente ha preso il posto di Andresen, sostiene Hearn, (anche se Van der Laan non ha mai confermato questa notizia). Il codice è stato riordinato e sono state aggiunte nuove funzionalità, la maggior parte di ciò che ha scritto Nakamoto è andato ormai scomparso. È rimasto meno di un terzo del codice originale. Andresen lavora continuamente per combattere problemi riguardanti la sicurezza informatica, “sebbene molti problemi siano stati sconfitti il rischio che accadano esiste sempre” sostiene Andresen. Aggiunge inoltre che: “Bitcoin è un esperimento in cui non si dovrebbero investire i risparmi della vostra vita"18.

19 Inizialmente si pensava che fosse Michael Clear un giovane studente laureato in crittografia al Trinity College di Dublino, ma respinse qualsiasi collegamento con Satoshi. Successivamente furono altri i sospettati come: Vili Lehdonvirta, ex sviluppatore di giochi finlandesi, Martii Malmi, altro sviluppatore finlandese che mostrò grande interesse per i bitcoin fin dalle sue origini ed ancora altri. Newsweek19 nel marzo del 2014 identificò Dorian Nakamoto, 64, un fisico statunitense in pensione, di Temple City – California, di origini giapponesi, come il creatore dei Bitcoin. Anche Dorian smentì qualsiasi collegamento e dalle indagini successive si scoprì che non era lui l'autore. Ricominciarono perciò le ricerche fino ad arrivare al dicembre del 2015 dove su due riviste Wired e Gizmodo fu annunciato il presunto creatore dei Bitcoin: Craig Steven Wright. Un informatico e uomo d'affari residente in Australia. Dopo la notizia la polizia australiana perquisì la casa e il suo ufficio non trovando però nessuna reale prova. Il 2 maggio del 2016 Wright confessò di essere il creatore dei bitcoin dichiarando alla BBC, al The Economist ed a GQ di essere Satoshi Nakamoto19. “Per dimostrare ciò firmò un messaggio con chiave di crittografia privata associata alla prima transazione in Bitcoin. Tuttavia la validazione di questa firma è tuttora contestata, molti esperti di crittografia non la ritengono una prova definitiva, in quanto si riferisce al secondo blocco e non al primo creato (cioè il Genesis block)”19. Due giorni dopo Wright promise che avrebbe offerto altre prove per svelare la sua identità. Il 5 maggio, però, pubblica sul suo sito personale un post dal titolo “I'm sorry”19 spiegando che non ha il coraggio di pubblicare ulteriori prove, temendo che porterebbero ad attacchi personali contro di lui.

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utilizzato da chiunque liberamente senza alcun tipo di limitazione. Il principale software il "core software" si trova sul sito internet www.bitcoin.org. Un software completamente open source permetterà quindi a chiunque di verificare il codice sorgente creando la propria versione personalizzata. Non vi è nessuna autorità centralizzata che emette moneta o che controlla il sistema (come la BCE per l'Euro o la Federal Reserve per il Dollaro) e per questo ha la caratteristica di essere decentralizzato.

L'emissione del bitcoin e il sistema delle transazioni è molto diverso rispetto ai tradizionali sistemi monetari20. A coniare bitcoin non si occupano le banche centrali ma

i microprocessori. La materia prima è l'energia elettrica e per coniare questa valuta occorre una grossa potenza di calcolo, per questo non è facile creare bitcoin. La generazione di nuovi bitcoin prende il nome di “mining”, che significa estrazione. Lo scopo principale di Nakamoto era risolvere il problema della “doppia spesa” presente nel commercio elettronico. La doppia spesa si ha quando il medesimo denaro viene destinato contemporaneamente a due diversi riceventi. Per evitare la doppia spesa, occorrono però degli intermediari di fiducia che devono controllare le transazioni al fine di aggirare tale problema. Questi ultimi, per evitare che avvengano casi di frode o furti d’identità, devono effettuare continue indagini sui clienti per dimostrare la loro affidabilità e in cambio dell'operato ovviamente trattengono una percentuale sulle transazioni, con conseguenti costi da sostenere.

Prima di tutto l'utente deve creare un portafoglio virtuale denominato “wallet” in cui potrà tenere tutti i bitcoin che possiede (tutto questo senza dover identificarsi con il proprio nome o un documento d'identità) per consentire la loro vendita o l'acquisto. Il portafoglio può essere facilmente scaricato dal sito principale www.bitcoin.org. Esistono numerose tipologie di portafogli bitcoin, quelle scaricabili sul proprio computer, sul proprio smarthphone o la tipologia virtuale. Ognuno potrà scegliere di adottare la tipologia che più preferisce. Le transazioni di bitcoin da un wallet all'altro avvengono tutte in tempo reale senza alcun costo. Ogni wallet avrà un proprio indirizzo corrispondente a una parola chiave molta lunga composta da 34 caratteri che serve a inviare bitcoin a un altro portafoglio. Gli wallets sono anonimi, quindi in una transazione non sapremo mai chi è il mittente e chi è il destinatario.

Dopo che le transazioni sono avvenute, esse sono salvate in un registro pubblico e trasparente, consultabile liberamente sulla rete. Questo permette di verificare

20 BOHME R., CHRISTIN N., EDELMAN B., MOORE T., Bitcoin: economics, technology, and

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facilmente da dove proviene ogni singolo bitcoin dal momento in cui è entrato in circolazione e quali sono le operazioni per cui è stato utilizzato, nonostante gli utenti mantengano l'anonimato21. Ogni attore, dunque, che crea un portafoglio diventa un

singolo nodo della rete Peer to Peer (oppure P2P). In questa rete ci possono essere infiniti nodi i quali comunicano tra loro attraverso l'utilizzo di una connessione Internet standard. Una rete P2P (ovvero relazione tra pari) è composta da un insieme di nodi collegati tra di loro, ma non necessariamente ogni nodo è collegato a tutti gli altri. Ogni nodo può agire come client e come server contemporaneamente. Questa architettura potrebbe apparire più costosa rispetto alla semplice rete client – server, ma viene compensato dalla velocità più elevata. Tale architettura risulta, infatti, più pertinente per le valute digitali, in quanto può essere più resistente agli attacchi esterni. Naturalmente non tutti i nodi della rete sono ugualmente affidabili22.

1.4. Blockchain

La vera portata rivoluzionaria del bitcoin non sta nella valuta stessa ma nella tecnologia di fondo su cui è basata tale criptovaluta. Tale tecnologia viene denominata:

Blockchain o catena di blocchi. La blockchain è una base di dati distribuita e per capire

meglio cosa sia prendiamo in considerazione un semplice esempio. Supponiamo di accedere via internet sul sito della nostra banca; appena entriamo, riusciamo a visualizzare il saldo del nostro conto corrente, possiamo vedere gli incassi, i pagamenti e così via. Tutti questi dati si trovano su un database, ovvero sul sito della banca. Quest'ultima disporrà quindi di propri server sui quali avrà i database in cui saranno presenti tutte le informazioni, in tale caso transazioni. Il problema è che, teoricamente, la banca potrebbe andare a modificare i dati che si trovano in questo database; nel momento in cui esso è installato su un server, chiunque vi abbia accesso potrà facilmente modificare i contenuti. La blockchain è stata creata appositamente per evitare tale rischio. Essa è diversa perché non è collocata su un server ma si trova su migliaia di computer, diversi, installati in giro per il mondo. Si parla quindi di database distribuito. La blockchain è ripartita su talmente tanti computer che è assolutamente impossibile

21 BOHME R., CHRISTIN N., EDELMAN B., MOORE T., Bitcoin: economics, technology, and

governance, Jurnal of economic perspectives, Vol 29 n.2, 2015, p.233.

22 DWYER G.P., The economics of bitcoin and similar private digital currencies, Jurnal of financial stability, Vol. 17, 2014, p.82.

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modificarla in quanto bisognerebbe andare a manipolare talmente tanti pc il che risulta improbabile. La blockchain presenta due principali caratteristiche, è pubblica ed inviolabile. Il requisito “pubblico” rende possibile la visualizzazione di tale blockchain, semplicemente collegandosi al sito www.blockchain.info (questo ovviamente è solo un esempio di sito, sul web se ne possono trovare tanti altri). Quello che ci appare aprendo la pagina internet sono tutte le transazioni avvenute con i bitcoin, possiamo vedere un esempio nella figura n.1.

Figura n.1 – da www.blockchain.info, alla data 02/03/2017

La blockchain funziona come un libro mastro online che va a registrare ogni volta nuove transazioni. Tutti i movimenti di bitcoin, una volta effettuati non si possono modificare, quindi si parla di inviolabilità. Il rischio di hacking o di manomissione risulta perciò minimo. Nella blockchain si trovano tutte le transazioni effettuate fin dai tempi della nascita dei bitcoin (a partire dal "Blocco Genesis" del 2009, il primo blocco della catena), quindi stiamo parlando di miliardi di transazioni. Ogni volta che un attore invia o riceve bitcoin le relative informazioni vengono registrate dalla blockchain.

Essa è composta da tanti blocchi di informazioni legati insieme da un sistema crittografico che utilizza l'algoritmo SHA=256. Analizziamo più nel dettaglio di cosa si tratta. Ogni blocco di transazione è preso in carica da un miner che si occupa di applicare complicati calcoli alle informazioni contenute nel blocco di transazione fino ad arrivare al risultato della validazione. Chi per primo dei miners riesce a trovare la soluzione e quindi a chiudere il blocco, si aggiudica una ricompensa in bitcoin per aver fatto un’operazione di verifica. Ma cos'è un blocco di transazioni? È l'insieme di tutte le transazioni avvenute nell'arco di dieci minuti. In ogni blocco ci sono circa 600

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transazioni, quindi circa una transazione al secondo. All'interno di ogni blocco viene registrata anche la data e l'ora della transazione, il numero dei bitcoin trasferiti e l'indirizzo del mittente. I miners si dotano di software e hardware con potenze di calcolo enormi capaci di calcolare i dati delle transazioni bitcoin, alle quali è aggiunto un valore random che si chiama “nonce” (stringa arbitraria di bit). Perciò il valore nonce, più i dati del blocco delle transazioni e l'Hash del blocco precedente genera una stringa alfanumerica la quale si chiama Hash del blocco nuovo (fig.n.2).

Figura n.2

Per calcolare un corretto Hash è necessario un grandissimo numero di calcoli e tentativi, quindi un grandissimo numero di nonce generati. Il nuovo hash dovrà avere determinate caratteristiche per essere valido, di solito possiede una serie di zeri all'inizio. Quando un hash viene confermato, il blocco di transazioni diventa valido. Esso viene trascritto nella catena blockchain e le inerenti informazioni vengono distribuite su tutto il network della rete. Avendo accesso al blocco più recente, ogni utente è in grado di seguire la catena all’indietro per osservare ogni movimento avvenuto in precedenza. In più, la registrazione delle transazioni avviene in maniera immediata e senza alcun costo. Più cresce il numero degli utenti, più crescono le transazioni, più aumentano i blocchi e la blockchain cresce in termini di giga-byte23. La

dimensione, ad oggi, della blockchain è di circa 98 GB24 (vedi figura n.3).

Figura n.3 - https://blockchain.info/charts/blocks-size?timespan=all

23 ZIHAR A., Bitcoin under the hood, communication of the acm, Vol.58 n.9, settembre 2015, p.105. 24 Dato riferito a gennaio 2017, http://www.sistemiamolitalia.it/la-blockchain-nei-processi-contabili-amministrativi-e-di-supply-chain-iii-parte/

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Nel caso in cui alcuni nodi della rete si dimostrino inaffidabili o malfunzionanti, il network è comunque in grado di verificare correttamente le transazioni e proteggere il registro da alterazioni arbitrarie attraverso un meccanismo matematico denominato prova di lavoro o “proof of work”, che rende superfluo l'intervento umano o di una qualsiasi altra autorità. Questa operazione di verifica ha lo scopo di controllare che non sia stata fatta una doppia25.

1.5. Modalità di acquisizione dei bitcoin

I bitcoin possono essere acquisiti secondo tre diverse modalità. La prima è molto semplice e molto veloce da eseguirsi, consiste nell'andare ad acquisire bitcoin da un altro soggetto che ne è già in possesso in cambio di euro o di altra valuta. È necessario collegarsi a qualsiasi sito internet che vende bitcoin (ad esempio eBay), in cui si possono trovare centinaia di persone disposte a offrire questo tipo di valuta. Questo sistema però ha due piccoli difetti: il primo è che su tali siti, generalmente i bitcoin costano leggermente di più rispetto al prezzo di mercato, e il secondo difetto è che in realtà non sappiamo a chi stiamo inviando i nostri euro nella speranza che l'altra parte ci invii realmente i bitcoin. Dobbiamo aggiungere, però, che oramai il grado di affidabilità di siti come e.Bay26 è piuttosto cresciuto perciò i problemi legati a frodi dovrebbero

25Ci possono essere dei casi però, dove la creazione dei blocchi è scoordinata. Questo potrebbe succedere quando da un blocco precedente si formano contemporaneamente due blocchi, generatisi da due nodi differenti, generando una possibile ramificazione della catena. Questi due blocchi conterranno senza dubbio informazioni contrastanti (si parla del problema della doppia spesa). Qual è perciò il meccanismo che risolve un possibile conflitto tra i blocchi?

Esistono alcune regole che in un certo senso dovrebbero evitare l'insorgere di tale problema.

-La creazione dei blocchi risulta essere molto complicata, infatti la complessità è aumentata nel tempo. I blocchi validi, infatti, devono contenere una prova di lavoro, che consiste nella soluzione di un problema matematico molto complesso. Trovare la soluzione del problema richiede molti tentativi e molto tempo da spendere (il problema si basa sull'applicazione ripetuta di hash crittografati per il contenuto del blocco). “A fronte di più blocchi elaborati in contemporanea dalla rete, il primo ad essere risolto viene accettato e legato alla catena come successivo. Risulta altamente improbabile che un blocco possa essere risolto, nello stesso momento, da due nodi di elaborazione”.

-Adottare la catena più lunga. Quando ogni nodo della rete che ha risolto contemporaneamente il problema si creerà una propria blockchain temporanea. “L'incongruenza viene risolta quando qualcuno risolverà il blocco successivo: questo verrà, infatti, agganciato ad una delle blockchain provvisorie generate in precedenza che diventerà la catena più lunga e quindi quella ufficiale”. Questo meccanismo permette alla “catena dei blocchi” di assestarsi rapidamente e tornare a funzionare.

26 eBay è un sito di vendita e aste online fondato il 3 settembre 1995 da Pierre Omidyar. In Italia è arrivato solo nel 2001.

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essere minimi, prima di porre in essere un acquisto su e.Bay sarebbe necessario controllare quanti feed-back positivi possiede il soggetto con cui desideriamo trattare.

La seconda modalità di acquisizione dei bitcoin è più economica ed affidabile ma anche più lenta e complessa. Attualmente esistono delle piattaforme di scambio, ovvero dei siti web in cui si possono scambiare bitcoin con altre persone, ovviamente in cambio di euro o altre valute. La più famosa di queste piattaforme era MT.Gox che però non esiste più a causa di vari problemi legati ad azioni illegali che saranno esaminate in seguito. Attualmente gli esempi più famosi di tali piattaforme sono Coinbase e Bitmap. La loro funzionalità non è molto complessa, in pratica occorre registrarsi sul sito, aprire un vero e proprio conto, caricare i propri euro e da quel momento è possibile iniziare ad acquistare bitcoin a prezzi di mercato. I prezzi di mercato variano ogni minuto quindi per utilizzare al meglio queste piattaforme conviene monitorarle con una certa costanza. In pratica è un sistema molto simile alla borsa valori, dove il prezzo sale e scende continuamente (ovviamente il momento ideale per acquistare bitcoin sarà quando il prezzo scenderà).

La terza ed ultima modalità per entrare in possesso dei bitcoin è un processo denominato “bitcoin mining”. Questo sistema in teoria potrebbe considerarsi il migliore, ma in pratica è un metodo molto lento e decisamente complicato. Tale tecnologia prevede di acquisire bitcoin dalla rete in maniera gratuita, ovvero senza doverli comprare, ma semplicemente estrarli dotandosi di specifiche apparecchiature tecniche.

1.6. Mining

Il termine mining deriva alla parola inglese “to mine” che in italiano significa “estrazione”. Il processo di estrazione serve per controllare il tasso di crescita dei Bitcoin ed eliminare la necessità che vi sia un'autorità centrale che distribuisca moneta. Il codice BTC27 impone che la soglia massima di “monete” che possono essere estratte

siano 21 milioni unità. Come già spiegato in precedenza, tale moneta virtuale è stata progettata in modo tale che, in media, un blocco di bitcoin venga estratto ogni dieci minuti. È stato studiato che in media ogni quattro anni, il numero di bitcoin che viene estratto in ciascun blocco scende del 50%. Nei primi dieci anni è stata estratta una

27Abbreviazione di bitcoin.

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percentuale pari all’80% della criptomoneta e il numero di bitcoin creati per blocco era inizialmente di 50. A partire dal 28 novembre 2012, la ricompensa è scesa e per ogni blocco erano 25 i BTC estratti. Attualmente, a partire dal 2017, il numero di bitcoin in un blocco si è ridotto a 12,5. Oggi ne sono stati estratti più di 16 milioni28 e gli studiosi

hanno calcolato che entro il 2140 tutti i Bitcoin saranno estratti29 (vedi figura n.4).

Minare bitcoin non significa generarli, cioè non significa creare del denaro. I bitcoin sono creati in automatico dal sistema, ovvero dall'intera rete P2P che gestisce questa moneta elettronica. Quando i bitcoin vengono creati essi sono anche distribuiti online in modo del tutto casuale e ad intervalli irregolari.

Figura n.4 - MAUER B., NEMLES T., SWART L., When perhaps the real problem is money itself: the practical materiality of Bitcoin, Social Semiotics, 2013, p.271.

Il mining è una procedura che consiste nell'utilizzare la potenza di calcolo del nostro computer per risolvere i problemi che ci vengono forniti. Nella rete è immesso, a intervalli irregolari, il problema crittografico che deve essere risolto dai nostri computer e ciò richiede un numero esagerato di prove. Per aumentare le possibilità di ricevere bitcoin occorre dotarsi di un apparato tecnico molto potente: computer con molta potenza di calcolo ed enormi quantità di energia elettrica. Più abbiamo potenza di calcolo e più aumenta la probabilità che si possano ricevere bitcoin; non c'è però nessuna certezza ma è solo una questione di probabilità. Esistono dei software gratuiti che si scaricano online e si occupano di mining. Questi software hanno però bisogno di una massiccia potenza computazionale, che si ottiene acquistando degli appositi

28 dato aggiornato al 10 febbraio 2017. Il numero dei bitcoin minati si può visionare sul sito https://blockchain.info/it/charts/total-bitcoins

29 LUSTIG C., NARDI B., Algortmic authority: the case of bitcoin, 48th Hawaii international conference on system science, Computer society, 2015, p.745.

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apparecchi informatici chiamati “miner” che si trovano in commercio, benchè siano molto costosi. Una volta installato e configurato il software e collegato il pc alla rete internet è necessario lasciare tutta l'apparecchiatura lavorare 24 ore su 24, sette giorni su sette. Chi per primo trova la soluzione fa partire un avviso agli altri nodi della rete con la richiesta di avere la proprietà di un nuovo blocco di BTC. La concorrenza di persone che vogliono “minare” è molto elevata nel mondo, quindi per avere successo occorrerà investire molte risorse finanziarie30. L'attività di mining non è un procedimento alla

portata di tutti, poiché molto complicato e richiede enorme potenza di calcolo che si misura in Hash, o meglio in GigaHash o MegaHash, questa sarà quindi l'unità di misura con cui il nostro computer si interfaccerà con il problema che ci viene posto.

Dato l’elevato numero di partecipanti che si occupa di mining e l'aumento della difficoltà di estrazione, gran parte dei minatori hanno iniziato a unirsi in gruppi, denominati “mining pools”. Per il singolo minatore la soluzione di un blocco può verificarsi anche dopo mesi di tentativi continui. La ricompensa è sicuramente elevata, ma i minatori che desiderano ottenere un flusso di entrata costante devono fare i conti con la probabilità dell'incertezza. La soluzione a questo problema sono le cosiddette Mining pools, (letteralmente “piscine minerarie”), cioè gruppi di persone che uniscono la loro potenza di calcolo per risolvere più velocemente un problema. I partecipanti, unendosi, potranno ricevere seppure pagamenti minori, ma entrate con una frequenza pressoché costante. Un minatore che sceglie di partecipare ad una mining pool mette a disposizione le proprie risorse tecnologiche e lavora per trovare la soluzione del problema matematico elaborando tutti i dati del pacchetto fornito. In caso di successo, la pool distribuisce la ricompensa (in bitcoin) tra i partecipanti in proporzione allo sforzo di ogni minatore e alla quantità e qualità di tecnologie che ognuno ha messo a disposizione della collettività31.

Dal grafico sottostante (figura n.5) possiamo notare una stima della distribuzione della capacità di hash tra i principali gruppi di minatori. Le varie percentuali vanno considerate come una stima grezza in quanto non sono accurate al 100%. Il primato di

30Inizialmente, quando la difficoltà era bassa, i minatori utilizzavano la CPU dei propri computer. Con l'aumento della complessità di estrazione, le piattaforme di data mining basate sulla CPU non erano più efficienti in termini di costi. I miners iniziarono ad utilizzare la GPU che era molto più veloce. Successivamente un'altra metodologia utilizzata fu la FPGA un modo molto efficiente per minare in comparazione con la GPU, in quanto il consumo di energia elettrica era inferiore. Infine fu adottato uno specifico dispositivo, un circuito integrato specifico per applicazione, ovvero ASIC un microchip creato appositamente per risolvere un'applicazione di calcolo ben precisa.

31 LUSTIG C., NARDI B., Algortmic authority: the case of bitcoin, 48th Hawaii international conference on system science, Computer society, 2015, p.746.

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bitcoin miners se lo aggiudica “AntPool”, gestita da Bitmain, una società di hardware cinese con sede a Pechino, che produce circa il 18% dei bitcoin. Al secondo posto troviamo la mining pool BitFury con 11,2%. All’ultimo gradino del podio troviamo la società “DiscusFish, ufficialmente conosciuta come F2 pool. È una mining pool cinese gestita da Wang Chun e Mao Shihan, due appassionati di tecnologia informatica che riesce a minare circa 11,1% del totale dei bitcoin.

Figura n.5 - https://blockchain.info/pools?timespan=4days

Oggigiorno oltre al tradizionale procedimento di mining esiste un'altra tecnica denominata cloud mining, in altre parole un servizio che a differenza del classico sistema ci permette di non acquistare hardware fisici. I vantaggi riguardano i costi di acquisto e manutenzione dell'hardware e il risparmio di energia elettrica. In pratica occorre registrarsi sul sito genesismining.com creando un proprio account e stipulando un contratto per acquistare potenza di calcolo in SHA256 per poter minare bitcoin. É possibile scegliere un contratto di un anno o per una durata di tempo infinita e il pagamento può essere effettuato in dollari, in euro oppure in bitcoin. La differenza tra queste due opzioni è sicuramente il prezzo di acquisto32.

1.7. Possesso dei bitcoin - wallets

32Collegandosi al sito ed entrando nella propria area riservata (tramite account e password) è possibile visionare l'ammontare della potenza di calcolo che abbiamo acquistato e il guadagno che abbiamo conseguito in termini di USD. Con tale procedura di clound mining è possibile minare non solo bitcoin ma anche altre criptovalute, come Litecoin32 e Redcoin32 così via.

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Per utilizzare i bitcoin, gli individui devono creare un "portafoglio" digitale chiamato Wallet33. Il primo portafoglio è nato nel 2009 da Satoshi Nakamoto con codice

open source, indicato come "client Satoshi". Risulta, infatti, essere il client di riferimento perché serve a definire il protocollo Bitcoin e agisce come uno standard per altre implementazioni34. È possibile scaricare il portafoglio digitale da appositi siti web,

sotto forma di programmi per computer, app per il cellulare o servizi web. Per aprire un portafoglio occorre registrarsi creando un proprio account e inserendo il proprio indirizzo e-mail (per questioni di sicurezza). Appena generato il portafoglio esso sarà chiaramente vuoto, solo successivamente potranno essere aggiunti bitcoin. Ogni wallet è contraddistinto da un proprio indirizzo ed al suo interno sono contenute anche due chiavi: una pubblica e una privata. Gli indirizzi non contengono informazioni riguardanti i proprietari e generalmente sono anonimi. Aprendo il portafoglio possiamo notare un file contenente tutte le transazioni realizzate, entrate ed uscite. I Bitcoin, infatti, possono essere inviati ad altri utenti, aventi anche loro un portafoglio virtuale. Nessuno sa quanti bitcoin un utente possiede nel suo wallet, infatti, le combinazioni di chiavi pubbliche e private permettono un certo grado di privacy. Se qualcuno perde la propria chiave privata, a causa di un crash del sistema o a causa di un furto, i bitcoin saranno persi per sempre35. Se un intruso riesce ad ottenere l'accesso alla chiave privata

di qualcun altro, egli potrà rubare facilmente i Bitcoin inviandoli a un altro indirizzo usando la chiave privata.

Esistono tre principali tipologie di wallets: Software Wallet, Web o Online Wallet e Hardware Wallet.

1) I Software Wallets, sono dei programmi che possono essere installati sia sul proprio pc che sullo smartphone, infatti, vengono distinti in due categorie:

full client: sono portafogli installati su un computer e forniscono all'utente il

controllo completo del portafoglio. Essi consentono all'utente di creare un indirizzo Bitcoin per l'invio e la ricezione dei Bitcoin. Inoltre permettono di

33La definizione di portafoglio digitale la troviamo sul sito www.bitcoin.org: “ un portafoglio di Bitcoin è circa l'equivalente di un portafoglio materiale sul network di Bitcoin. In realtà il tuo portafoglio contiene le chiavi private che ti permettono di usare i bitcoin allocati nella blockchain. Ogni portafoglio Bitcoin può mostrarti il bilancio totale di tutti i bitcoin che controlla e ti permette di pagare cifre precise ad una persona specifica, come un vero portafoglio. Questo è diverso dalle carte di credito dove sono addebitate le spese dal commerciante”.

34 BOHME R., CHRISTIN N., EDELMAN B., MOORE T., Bitcoin: economics, technology, and

governance, Jurnal of economic perspectives, Vol 29 n.2, 2015, p.219.

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memorizzare la chiave privata. Questi software sono però complicati da installare in quanto impongono la memorizzazione di tutta la blockchain (98 GB). A causa della sua dimensione così elevata, non tutti gli utenti hanno la possibilità di scaricarla in quanto occupa molto spazio sul disco rigido e richiede diverse ore per il download.

light client: per superare le criticità dei full client sono nati software più leggeri

da poter installare su dispositivi mobili come smarthphone senza dover scaricare tutta la copia della blockchain. In pratica il software rende i clients molto più leggeri, veloci da installare e permette di essere utilizzato a una potenza più bassa. Una volta che si installa l'applicazione sul proprio cellulare, il portafoglio svolge le stesse funzioni di un portafoglio full client e ci permette di fare pagamenti direttamente dal nostro smarthphone. Un portafoglio mobile ci facilita nel fare gli acquisti in negozi fisici utilizzando la metodologia

"touch-to-pay" scansionando il codice QR. Bisogna ricordare però, che queste tipologie di

software sono più rischiose per quanto riguarda il server, perché si potrebbero verificare alcuni difetti nei valori.

Con entrambi i tipi di portafogli software, sia i light che i full client, gli utenti hanno la responsabilità di mantenere le chiavi private in sicurezza.

2) Il Web o Online Wallet è un portafoglio digitale che si trova su un server condiviso, quindi non è registrato su nessun pc ma risulta essere virtuale. Questa soluzione presenta un grosso vantaggio in quanto “si può accedere al portafoglio da qualsiasi luogo indipendentemente dal dispositivo che si sta utilizzando”36. Essi offrono

funzionalità simili ai portafogli software ma sono più facili da usare. Sono emerse diverse tipologie di web wallets: ci sono alcune tipologie di portafogli dove la chiave privata non è memorizzata sull'hardware dall'utente ma è online, cioè sul server. La scelta di questa tipologia deve essere fatta attentamente perché l'utente deve avere piena fiducia del provider, infatti, un errore nel server, un attacco informatico o il fallimento della società potrebbe causare la perdita di tutti i bitcoin. Un esempio di tale violazione di sicurezza si è verificata con il caso Mt.Gox nel 2011.

3) L’ultima tipologia è data dagli Hardware Wallets, ossia da particolari tipi di dispositivi che memorizzano le chiavi private dell'utente in un dispositivo hardware che aumenta la sicurezza. Attualmente però non sono molto diffusi in quanto ancora in fase

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di sviluppo37.

Attualmente il numero di wallets che si stanno creando è continuo in aumento (Figura n.6).

Tipologie di portafogli Bitcoin38

Software Wallet Full Client - Desktop Windows Mac Linux -Bitcoin Knots -Bitcoin Core -Armory -Electrum -mSigma -Copay -Bither -MultiBit HD -BitGo -Green Address Light Client - Smartphone Android -Bither -Green Bits -Green Address -Coinomi -Coin.Space -Copay -Airbitz -Mycelium -Simple Bitcoin -Electrum -Bitcoin Wallet -Breadwallet iOS -Bither -Breadwallet -Coin.Space -Copay -Airbitz -Greeen Address WindowsPhone -Coin.Space -Copay BlackBerry -Bitcoin Wallet

Web / Online Wallet -BitGo

-Green Address -Coin.Space -Coinbase -Xapo -Coinapult

Hardware Wallet -Ledger Nano

-Ledger Nano S -Digital Bitbox -KeepKey -Trezor 37http://www.investopedia.com/terms/b/bitcoin-wallet.asp 38https://bitcoin.org/it/scegli-il-tuo-portafoglio

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24 Figura n.6 - https://blockchain.info/it/charts/my-wallet-n-users?timespan=all&showDataPoints

1.8. Trasferimento dei bitcoin

Un aspetto importante è il modo in cui viene trasferita la proprietà dei Bitcoin39.

La prima transazione nel mondo “reale” è stata l'acquisto di una pizza per 25.000BTC, nel maggio del 201040. Una transazione è definita come il trasferimento di “moneta” tra

due entità, che nel sistema Bitcoin sono rappresentate da wallets posseduti dagli utenti. Ciascun portafoglio è contraddistinto da un indirizzo bitcoin e ogni indirizzo è associato a una coppia di chiavi: pubblica e privata, che vengono utilizzate per trasferire BTC. La chiave pubblica è l'indirizzo a cui un soggetto può inviare Bitcoin, un codice

alfanumerico di 34 o 36 caratteri (un esempio di indirizzo è

1Dy78cckRWMZhNGFaP7b2qzKemja36oq95, che si contraddistingue per il fatto di iniziare sempre con il numero 1) oppure può essere semplicemente rappresentato da un codice QR36. La crittografia a chiave pubblica, infatti, è essenziale per registrare qualsiasi transazione, tenere traccia del saldo detenuto da ciascun individuo e serve per decifrare i messaggi e verificare se una transazione è valida. L'indirizzo a cui sono inviati i bitcoin è la chiave pubblica del destinatario, la quale è visibile a qualunque soggetto. I messaggi cifrati con una chiave pubblica possono essere decifrati solo da chi possiede la chiave privata corrispondente. La chiave privata, invece, è una stringa alfanumerica di 51 caratteri che consente al proprietario del portafoglio di inviare i propri BTC a un altro wallet ed è la porta d'ingresso al proprio portafoglio. I messaggi cifrati con la chiave privata possono essere decifrati solo con la chiave pubblica corrispondente. Occorre porre particolare attenzione alla custodia delle chiavi affinché

39 ZIHAR A., Bitcoin under the hood, communication of the acm, Vol.58 n.9, settembre 2015, p.106. 40 ARANGUENA G., Seminario sui bitcoin, Università di Pisa, Facoltà Economia e Management, a.a. 2014/2015.

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nessuno ne entri in possesso per evitare spiacevoli furti.

Guardiamo adesso come funziona un trasferimento di bitcoin. Consideriamo che Anna voglia trasferire alcuni BTC a Marco. Anna indirizzerà i bitcoin alla chiave pubblica di Marco e li firmerà con la propria chiave privata. Nella pratica Marco metterà a disposizione l'indirizzo del wallet nel quale vuole far confluire i propri bitcoin sotto forma di codice QR3641 e Anna aprirà semplicemente l'app del proprio

smarthphone per scansionare il codice. Affinché la transazione sia realmente conclusa, essa deve essere validata dai miners e da alcuni peers (nodi della rete) che verificheranno l'autenticità dei bitcoin controllando la catena delle firme. Il Bitcoin è, infatti, una catena di firme digitali (cioè, una stringa di numeri) che si trova in un portafoglio digitale (wallet). Questa catena di firme mostra la storia del bitcoin in modo che il sistema possa verificare la correttezza, la legittimità e trasferire la proprietà da un utente all'altro, evitando il cosiddetto “double-spending”42. Le transazioni sono

raggruppate in blocchi di informazioni e trasmesse a tutta la rete. Se il blocco è ritenuto valido da parte degli utenti la transazione si può ritenere effettiva ed è questo il momento esatto in cui i bitcoin passeranno da un indirizzo all'altro, da questo momento la transazione non può più essere revocata. In più il blocco di informazioni validato potrà essere aggiunto al blocco precedente creando così la blockchain43. La validazione

di una transazione può richiedere una sola conferma quando si tratta di importi minori, mentre quando il valore aumenta, potrebbero essere necessarie fino a sei conferme, affinché il destinatario consideri la transazione priva di rischi. Si considera che il tempo medio per validare una transazione sia dieci minuti. Possiamo vedere dal grafico che il tempo medio di validazione sta leggermente aumentando nel tempo (Figura n.7).

41 Il codice QR36, è l’abbreviazione di Quick Response, è un codice a barre bidimensionale, ossia una matrice, composto da moduli neri disposti all’interno di uno schema di forma quadrata.

42 “Double spending”, in italiano doppia spesa.

43 GARVAIS A., KARAME O., CAPKUN V., CAPKUN S., Is bitcoin a decentralizad currency?, IEEE Security & privacy, Giugno 2014, p.57.

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26 Figura n.7 - https://blockchain.info/it/charts/n-transactions-per-block?timespan=all

Grazie al sistema blockchain chiunque all'interno della rete bitcoin può vedere le transazioni compiute da un certo indirizzo e quindi ogni transazione è pubblica. Questo aspetto presenta dei vantaggi ma anche degli svantaggi. Da un lato è possibile verificare come gli utenti utilizzano il loro “denaro” e dall'altro viene compromessa la riservatezza degli individui. Una delle caratteristiche del protocollo bitcoin è, infatti, garantire l'anonimato degli utenti. Gli utenti, infatti, utilizzano pseudonimi così da rendere impossibile risalire alla vera identità della persona fisica. Questi pseudonimi sono generati casualmente senza alcuna relazione con l'identità reale dell'individuo. Si pensa che le transazioni di bitcoin siano tutte completamente anonime però non è del tutto corretto. Dato che ogni operazione è compiuta online, gli utenti sono identificabili in base al loro indirizzo IP44. Affinché sia garantito il pieno anonimato, occorre modificare

tale indirizzo in modo che non sia identificata l'esatta posizione fisica dell'utente. Gli utenti possono rafforzare l'anonimato attraverso una serie di tecniche:

 creando ogni volta un nuovo indirizzo Bitcoin per ogni transazione. Gli utenti possono ottenere un numero illimitato di indirizzi Bitcoin, dato che la loro generazione richiede poco tempo e non interferisce in alcun modo con quelli creati dagli altri nodi della rete. Utilizzare ogni volta una coppia di chiavi diversa, per ogni transazione, aumenta il grado di anonimato dell'utente;

 avvalersi di terze parti per trasferire bitcoin. Per preservare la privacy sono nati i cosiddetti Mixer che consentono agli utenti di non essere monitorati attraverso le

44 L’indirizzo IP, detto anche indirizzo logico, permette di identificare ogni host all'interno di una rete TCP/IP. Esso rappresenta un identificativo software per le interfacce di rete, il quale consente di determinare in modo univoco ogni interfaccia di un dispositivo di rete.

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transazioni. Supponiamo che Alice voglia pagare un bicoin a Bob e Carlo voglia pagare un bitcoin a Daisy. Per ingannare un osservatore che vuole tenere traccia di questi pagamenti, Alice e Carlo potrebbero inviare i propri bitcoin a una terza persona chiamata “mixer” il quale a sua volta trasferirà tale “denaro” a Bob e Daisy. Un osservatore vedendo i flussi monetari da Alice e Carlo a Mixer, e da Mixer a Bob e Daisy, non sarà in grado di dire che sia stato Carlo o Alice a inviare il denaro a Bob. In pratica, i mixer o miscelatori garantiscono la possibilità di oscurare l'identità degli utenti. Uno dei miscelatori più famosi nella rete è Tor45. I protocolli di miscelazione però non sono pubblici dunque la loro

efficacia non può essere provata46.

Oltre ai vari aspetti negativi, le transazioni in BTC presentano vari vantaggi come un costo nullo e la velocità immediata dei trasferimenti. Ne deriva che il numero di transazioni aumenta continuamente nel tempo (Figura n.8) e di conseguenza il loro valore. Si stima che negli ultimi due anni il valore delle transazioni in US Dollar sia aumentato del 75% passando da circa $55.700.000 a $228.000.000 dollari (Figura n.9). In continuo aumento è anche il numero medio di transazioni per ogni blocco visibile nel grafico sottostante (Figura n.10).

Figura n.8 - https://blockchain.info/it/charts/n-transactions-total?timespan=all

45 Tor (acronimo di The Onion Router) è un sistema di comunicazione anonimo per internet basato sulla seconda generazione del protocollo di rete di onion routing. Tramite l’utilizzo di Tor è molto più difficile tracciare l’attività internet dell’utente, poiché protegge la sua privacy.

46 BOHME R., CHRISTIN N., EDELMAN B., MOORE T., Bitcoin: economics, technology, and

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28 Figura n.9 - https://blockchain.info/it/charts/estimated-transaction-volume-usd?timespan=2years

Figura n.10 - https://blockchain.info/it/charts/n-transactions-per-block?timespan=all

1.8.1. Piattaforme di scambio

La maggior parte delle persone non mina bitcoin ma li acquista. Essi si possono acquisire da un altro utente, ma il metodo più conveniente è avvalersi di “piattaforme di scambio”. Quest’ultime fungono da intermediari in quanto mettono in diretto contatto chi vuole comprare e vendere bitcoin in cambio di euro o dollari, infatti, si possono trovare numerose offerte dei compratori e dei venditori di bitcoin. Le piattaforme sono un collegamento tra il sistema Bitcoin ed i sistemi di pagamento dei singoli paesi e hanno la caratteristica di operare in tempo reale. Dopo il commercio al dettaglio, questa è l'area di contatto più significativa tra il mondo virtuale e l'economia reale. Le piattaforme di scambio funzionano come sistemi chiusi e le operazioni non sono registrate sulla blockchain. Attualmente, in tutto il mondo, esistono decine di piattaforme di trading Bitcoin. Le più grandi sono: OKCoin cinese e BTC Cina, il

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Bitstamp inglese e BTC-e bulgaro, con un fatturato medio giornaliero di circa $ 42 milioni. Tuttavia, queste piattaforme non sono legalmente regolamentate e non garantiscono la protezione ai consumatori allo stesso modo come nei mercati regolamentati. L'esempio più noto per quanto concerne il pericolo per gli investitori è stato il crollo della piattaforma giapponese Mt.Gox, una delle prime piattaforme di trading online leader da anni. Nel 2011 la società affermò di compiere oltre l'80% del totale delle transazioni nel mercato, ma nel 2014 presentò istanza di fallimento con perdite che raggiungevano fino a $460.000.000 dollari. Il caso di Mt.Gox e altri fallimenti di piattaforme di scambio hanno portato la necessità di richiedere una specifica regolamentazione, utile sia per ridurre i problemi del riciclaggio che dell'evasione fiscale47.

1.9. Aspetti positivi

Bitcoin è una grande innovazione tecnologica che presenta indubbiamente numerosi aspetti positivi. È una delle prime criptovalute che viene utilizzata su larga scala, data la facile accessibilità, e possiede un sistema che funziona in maniera efficace. Il Bitcoin ha attratto una vasta gamma di utenti, come aziende, commercianti, singoli individui ma anche speculatori. Non è più una valuta che attrae solo informatici o anarchici (che vogliono sfuggire al “mondo regolamentato”), ma ha attirato l'attenzione di un vasto pubblico, grazie a varie applicazioni user-friendly48. Esistono molti servizi che consentono di scambiare moneta tradizionale in cambio di bitcoin e quelli che permettono di conservarli in modo sicuro e conveniente49.

Nonostante sia una moneta libera e aperta a tutti, essa garantisce un certo grado di anonimato a chi la utilizza. Grazie all'anonimato il rischio di furti di identità si riduce. Tuttavia, la riservatezza non è garantita al 100% poiché la blockchain registra tutte le transazioni concluse, gli importi trasferiti e anche gli indirizzi degli utenti50.

47 POLASKI M., PIETROWSKA I., WISNIEWSKI T., KOTKOWSKI R., LIGHTFOOT G., Le

fluttuazioni dei prezzi e l'uso di Bitcoin: an empirica Inquiry, International Journal of Electronic

Commerce, Vol. 20 n.1, 2016, p.17.

48 Un’applicazione user-friendly ha la caratteristica di essere facilitata nell’uso perché prevede una guida passo dopo passo per gli utenti.

49 YEE ANDY, Internet architecture and the layers principle: a conceptual framework for regulating

Bitcoin, Jurnal on internet regulation, Vol.3 Issue 3, Agosto 2014, p.3.

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30 Le transazioni sono sicure e protette da un sistema crittografico (a chiave pubblica e privata) e teoricamente dovrebbero essere immuni da manipolazioni e interferenze da parte dei governi o di hacker. È una valuta decentralizzata, per cui non c'è nessuna autorità centrale al comando della rete. Dato che non è presente nessun intermediario, le transazioni in bitcoin sono senza dubbio prive di oneri in comparazione ai trasferimenti che utilizzano sistemi di pagamento standard come paypal e carte di credito. Le transazioni in bitcoin sono libere, infatti, è possibile inviare e ricevere qualsiasi quantità di denaro istantaneamente, in qualsiasi luogo e momento, senza limitazioni riguardo a giorni festivi e confini. In più viene escluso il problema del tasso di cambio nel momento in cui c'è l'intenzione di pagare in un paese dove la valuta è differente dalla nostra51. Non c'è una diminuzione del potere d'acquisto dovuto all'inflazione52, in quanto il bitcoin non è influenzato da politiche monetarie esterne. Molto spesso i governi (o le banche centrali) regolano l'offerta di moneta attraverso manovre monetarie e una cattiva gestione di queste politiche causa il problema dell'inflazione. Nel caso di Bitcoin, questo problema è assente poiché non vi è nessun governo o banca centrale che regola la fornitura di Bitcoin. L'offerta dei bitcoin è collegata all'attività di mining ed è fissata a 21 milioni nel futuro. L'inflazione potrebbe verificarsi se la domanda di Bitcoin diminuisse rispetto all'offerta e se la rete Bitcoin sviluppasse delle riserve (cioè, se le banche detenessero solo una parte dei loro depositi in riserva e prestassero il resto), un metodo per aumentare in modo efficace il numero di unità in circolazione53.

Dato che la cryptovaluta si basa su un software open source qualsiasi soggetto avrà la possibilità di creare la propria versione personalizzata. Chiunque ha la possibilità di sviluppare applicazioni, e l'innovazione è detenuta nelle mani dei singoli innovatori54.

Issues, Congressional Research Service, Agosto 2015, p.6.

51 MURPHY E., MURPHY M., SEITZINGER M., Bitcoin: Questions, Answers, and Analysis of Legal

Issues, Congressional Research Service, Agosto 2015, p.7.

52 L'inflazione è definita come un aumento dei prezzi di beni e servizi. Una caduta del valore della moneta significa che ogni unità della valuta è scambiabile con una ridotta quantità di beni e servizi. L'inflazione è un fenomeno monetario in cui l'offerta di moneta cresce più rapidamente rispetto alla domanda.

53 MURPHY E., MURPHY M., SEITZINGER M., Bitcoin: Questions, Answers, and Analysis of Legal

Issues, Congressional Research Service, Agosto 2015, p.7.

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