• Non ci sono risultati.

argomenti di educazione fisica Contrada

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2021

Condividi "argomenti di educazione fisica Contrada"

Copied!
42
0
0

Testo completo

(1)
(2)

Il sistema muscolare

Sistema nervoso

Gli effetti del movimento

L'importanza

del

movimento fisico nell'età

evolutiva dell'uomo

L’educazione fisica

attraverso le Civilta’

Storia del Calcio

Calcio a 5 o calcetto

Pallavolo

(3)

Doping: il non sport

Il sistema muscolare

Metà circa del corpo umano è costituito dalle masse muscolari. Il sistema muscolare è costituito dall’insieme dei muscoli, i quali sono da considerarsi organi attivi del movimento. Sono infatti i muscoli paragonabili a macchine capaci di trasformare la statica ed inattiva energia chimica in dinamico ed attivo lavoro meccanico.

Suddivisione dei muscoli

I muscoli si dividono in due gruppi fondamentali:muscoli lisci, muscoli scheletrici.

Muscoli lisci: sono quei muscoli costituiti da

cellule che,osservate al microscopio,presentano una composizione molto uniforme con leggere striature in senso longitudinale. Il loro funzionamento è quasi sempre indipendente dalla volontà,per questa ragione vengono anche chiamati muscoli involontari. Questi muscoli rivestendo le pareti degli apparati digerenti, respiratorio, urogenitale, cioè di tutti quegli

(4)

apparati devoluti alla vita vegetativa del corpo umano.

Muscoli scheletrici: costituiscono la maggior

parte della muscolatura. Vengono chiamati anche muscoli volontari, perché il loro funzionamento è comandato dalla nostra volontà. Infatti reagiscono con eccezionale velocità ai comandi inviati dal sistema nervoso,alcuni addirittura in pochi millesimi di secondo. questi muscoli si collegano alle ossa mediante tendini che rendono possibili tutele attività motorie dell’ uomo. Essendo i muscoli scheletrici alla base del movimento,e quindi di ogni attività sportiva,è indispensabile conoscerne perfettamente la composizione e il meccanismo.

Come sono fatti i muscoli scheletrici

Il muscolo scheletrico è costituito dall’ insieme di tanti fasci di fibre, di forma allungata e sottile che si attaccano alle ossa tramite tendini. Ogni fibra muscolare è costituita da una membrana chiamata :miofibrille. Il liquido presente in questi sottili e lunghi recipienti è ricco di piccolissimi corpi, minuscoli laboratori che modificano in energia meccanica l’energia chimica. Questi microrganismi chiamati miofibrille che osservato al microscopio elettronico si presentano formati da tanti sottilissimi filamenti proteici disposti con regolarità. Proprio per l’alternarsi di filamenti il

(5)

muscolo scheletrico presenta delle striature trasversali, il loro colore dipende dalla composizione chimica di actina e di miosina. Infatti quando il muscolo deve compiere una contrazione le due sostanze proteiche si combinano insieme, staccando e riallungando la fibra muscolare. L’energia necessaria affinché possa avvenire questa trasformazione è ceduta da una sostanza particolare chiamata ATP ( acido adenosintrifosforico). La necessaria e continua trasformazione di ATP in ADP viene chiamato processo aerotico con l’aiuto dell’ossigeno. Nei muscoli sono presenti zuccheri e grassi che si trasformano in ATP e ADP. Quindi : zucchero o grassi + ossigeno = energia + anidride carbonica + ADP + energia = ATP. Questo processo è molto redditizio infatti i grassi bruciando sfruttano tutta l’energia in loro possesso. Tutto questo meccanismo dipende dalla quantità di ossigeno che arriva ai muscoli che rende possibile la combustione tra grassi e ossigeno che determinano la contrazione. Quando i muscoli però sono sottoposti a sforzi intensi e rapidi le fibre muscolari sfruttano molta quantità di ATP questo non accadrebbe senza l’aiuto dell’ossigeno, processo anaerobico.

Quindi : zucchero = energie + acido lattico + ADP + energia = ATP

Rispetto al precedente meccanismo questo non è adeguato perché, la stessa qualità di zucchero

(6)

produce una quantità di ATP scarsamente minore perciò se si fa uno sforzo a cui non si è abituati a distanza di ore o addirittura di giorni si possono accusare dei gravi fitte, spesso dovute all’ eccessivo accumulo di sangue nei muscoli.

I combustibili dei muscoli

Come abbiamo già detto, l’energia che i muscoli utilizzano per contarsi deriva dalla combustione degli zuccheri e dei grassi. Il processo utile alla combustione di questi organismi è dovuta agli sforzi intensi di breve durata, durante questi sforzi, non essendo sufficiente la scorta di zucchero viene introdotto l’acido lattico. I grassi che si trovano al di fuori delle fibre muscolari vengono all’occorrenza prelevati.

Circolazione del muscolo

Il sangue è il veicolo essenziale tramite il quale viene portato ai muscoli il materiale di cui ha bisogno. Il sangue arriva alle fibre muscolari scorrendo in vasi sempre più sottili numerosissimi tra le fibre muscolari. Quando il muscolo si contrae si riempiono fino a raddoppiare il proprio volume, il sangue che viene trasportato porta con se ossigeno e zuccheri che servono all’ organismo. Il sangue passa attraverso vene che permettono di riportarlo in circolo.

(7)

Il sistema nervoso, tramite prolungamenti arriva alle varie diramazioni a contatto diretto con le fibre muscolari. Questo processo viene chiamato prolungamento nervoso che varia da 3 a 150, i movimenti più prolungati sono svolti dalle fibre dai nervi dell’occhio mentre i più grossolani sono presenti nei muscoli della coscia.

Tono muscolare

Il tono muscolare dipende dall’intensità della contrazione, durante il sonno il muscolo si indebolisce notevolmente mentre in condizioni normali il tono muscolare permette la posizione eretta del corpo. Il rilassamento delle fibre muscolari viene raggiunto dopo un eccessivo sforzo questo fenomeno è chiamato tono muscolare.

Contrazioni muscolari

Le contrazioni muscolari possono essere di vario tipo:

contrazione isotonica: è la più frequente, e si

esprime attraverso l’ accorciamento delle fibre muscolari.

Contrazione isometrica: si verifica con la

tensione e il raccorciamento delle fibre muscolari.

Contrazione pliometrica:consiste nello

sfruttare la forza elastica della muscolatura e dei legamenti..

(8)

Sistema Muscolare Vista

Anteriore

(9)

Sistema Muscolare Vista

Anteriore

(10)
(11)

Insieme degli elementi di un organismo animale deputati alla ricezione degli stimoli, alla trasmissione degli impulsi nervosi e all'induzione della

contrazione muscolare.

Anatomia e funzione

La ricezione degli stimoli è affidata a speciali

cellule sensoriali, mentre gli elementi di conduzione del sistema nervoso sono i neuroni. La risposta specifica del neurone, cioè l'impulso nervoso, e la sua capacità di ricevere gli stimoli lo rendono un'unità di ricezione e trasmissione in grado di trasferire le informazioni da una parte all'altra del corpo.

La cellula nervosa

Ogni cellula nervosa è formata da una porzione centrale contenente il nucleo, il corpo cellulare, e da più strutture chiamate assoni e dendriti. I dendriti sono prolungamenti abbastanza brevi del corpo cellulare, coinvolti nella ricezione degli

(12)

stimoli, mentre l'assone è solitamente un unico prolungamento allungato, particolarmente importante per la trasmissione di impulsi nervosi ad altre cellule.

Sistemi semplici

Sistema nervoso: organizzazione

L’organizzazione del sistema nervoso negli organismi viventi può variare dalla semplice rete di cellule nervose della medusa al complesso apparato dei vertebrati superiori e dell’uomo. Comune a molti animali è il modello del lombrico, costituito da un ganglio cerebrale e da una doppia catena gangliare ventrale da cui si dipartono coppie di nervi laterali ramificati. Negli insetti il ganglio cerebrale funge da vero e proprio cervello primitivo, che controlla e coordina diverse funzioni fondamentali.

(13)

Benché tutti gli animali pluricellulari possiedano una forma di sistema nervoso, la sua organizzazione ha, tuttavia, una complessità molto differente nei diversi tipi di animali. In organismi semplici come le meduse, le cellule nervose formano un reticolo in grado di mediare solo una risposta relativamente stereotipata. Negli animali più complessi, come i molluschi, gli

insetti e i ragni, il sistema nervoso raggiunge una complessità maggiore, con i corpi cellulari dei neuroni organizzati in grappoli chiamati gangli e collegati tra loro in una sorta di catena. Queste catene sono presenti in tutti i vertebrati e rappresentano una parte specializzata del sistema nervoso, deputata alla regolazione delle attività del cuore, delle ghiandole e dei muscoli involontari.

Sistemi dei vertebrati

I vertebrati sono dotati di una colonna vertebrale

ossea e di un cranio in cui è alloggiata la parte centrale del sistema nervoso, mentre la parte periferica si estende per tutto il resto del corpo. La parte del sistema nervoso situata nel cranio è il cervello, mentre quella presente nella colonna vertebrale è il midollo spinale. Il cervello e il midollo spinale non presentano soluzioni di continuità grazie a un foro posto alla base del cranio e sono, inoltre, a contatto con altre parti del corpo per mezzo dei nervi. La distinzione tra

(14)

sistema nervoso centrale e periferico si basa sulle diverse sedi di due parti intimamente collegate dello stesso sistema. Alcuni prolungamenti dei corpi cellulari conducono le percezioni sensoriali mentre altre conducono le risposte muscolari, i

riflessi come quelli provocati dal dolore.

Nella pelle si trovano cellule di diverso tipo (recettori), ciascuna specializzata per recepire un particolare tipo di stimoli. Le terminazioni nervose sensibili al dolore sono libere e quando vengono attivate inviano impulsi alle placche neuromuscolari del sistema nervoso centrale. I prolungamenti di queste cellule portano gli impulsi alle terminazioni motorie all'interno dei muscoli che provocano la contrazione muscolare e il movimento conseguente. Il percorso compiuto dall'impulso nervoso per effettuare questa semplice risposta assume la forma di un arco, costituito da una coppia di neuroni che origina e termina in periferia. Molte azioni del sistema nervoso possono essere spiegate sulla base di questi archi riflessi, che sono catene di cellule nervose collegate tra loro, stimolate a un'estremità e in grado di provocare il movimento o la secrezione ghiandolare all'altra estremità.

(15)

la rete nervosa

Nervi cranici

Mentre la maggior parte dei nervi emerge dal

midollo spinale, le 12 paia di nervi cranici si dipartono direttamente dal cervello. Undici di essi trasmettono informazioni di tipo motorio e/o sensoriale, mentre il nervo vago regola funzioni viscerali come la frequenza cardiaca, la vasocostrizione e la contrazione della muscolatura liscia delle pareti della trachea, dello stomaco e dell’intestino.

I nervi cranici entrano ed escono dal cervello passando attraverso fori del cranio, mentre i nervi spinali raggiungono il midollo spinale attraverso fori della colonna vertebrale. Sia i nervi cranici che quelli spinali sono formati da un gran numero di prolungamenti che convogliano gli impulsi al sistema nervoso centrale e portano i

(16)

messaggi verso la periferia; i primi si chiamano afferenti, i secondi efferenti. Gli impulsi afferenti sono chiamati sensoriali, quelli efferenti, motori somatici o viscerali, a seconda della parte del corpo che raggiungono. La maggior parte dei nervi è di tipo misto, formata sia da elementi sensoriali che motori.

I nervi cranici e spinali sono simmetrici e nell'uomo sono rispettivamente 12 e 31 paia. I primi sono tutti distribuiti nelle regioni della testa e del collo, a eccezione del decimo nervo cranico o nervo vago, distribuito anche nel torace e nell'addome. La vista, il gusto e la sensazione uditiva e vestibolare sono mediati, rispettivamente, dal secondo, dal settimo e dall'ottavo nervo cranico. I nervi cranici mediano, inoltre, le funzioni motorie della testa, degli occhi, del viso, della lingua e della laringe, oltre a quelle dei muscoli coinvolti nella masticazione e nella deglutizione. All'uscita dai fori vertebrali, i nervi spinali sono distribuiti a fascia alle varie regioni del tronco e degli arti. Dotati di ampie interconnessioni, essi formano il plesso brachiale che decorre verso gli arti superiori, e il plesso lombare che passa a quelli inferiori.

Sistema nervoso autonomo

Il sistema nervoso autonomo è la porzione del sistema nervoso che controlla le attività viscerali indipendentemente dalla volontà: regola l'azione delle ghiandole, il funzionamento degli apparati

(17)

respiratorio, circolatorio, digestivo, urinario e

genitale, e i muscoli involontari di questi apparati e della pelle.

È formato da due sezioni con azioni antagoniste. La sezione simpatica (toracico-lombare) stimola il cuore, fa dilatare i bronchi e contrarre le arterie e inibisce l'apparato digerente, preparando l'organismo all'azione fisica. La sezione parasimpatica (craniosacrale) esercita, invece, effetti opposti, preparando l'organismo

all'alimentazione, alla digestione e al riposo. La sezione simpatica è formata da fibre che emergono dalla porzione intermedia del midollo spinale, formando una catena di gangli (gruppi di cellule nervose), collegati tra loro e posti sui due lati della colonna vertebrale. Questi gangli inviano fibre nervose a vari gangli più grossi, come il ganglio celiaco, i quali, a loro volta, danno origine ai nervi che raggiungono gli organi interni. Le fibre del sistema parasimpatico hanno, invece, origine dal cervello e dalla parte inferiore del midollo spinale. Insieme ai nervi cranici (soprattutto il nervo vago e i nervi accessori) passano ai gangli e ai plessi (reti di nervi) posti all'interno dei diversi organi. Le fibre che hanno origine dal segmento inferiore del midollo spinale raggiungono il ganglio pelvico, che dà origine ai nervi diretti a organi come il retto, la vescica e i genitali.

(18)

Gli effetti del movimento

Ossa , muscoli e articolazioni hanno bisogno di una sollecitazione per mantenere la miglior efficienza. Il movimento è una necessità in quanto le abitudini quotidiane non bastano, l’ attività fisica non solo rende più funzionale il nostro organismo ma addirittura lo modifica.

Effetti sulle ossa

L’ apparato osseo presenta nel periodo giovanile la plasticità,ciò è possibile perché non è ancora terminata l’ossificazione perciò il movimento è il mezzo utile. Il movimento può essere anche pericoloso se usato in forma sbagliata perché può rendere possibile anche malformazioni dello scheletro.

L’esercizio fisico in primo luogo stimola la crescita delle ossa in lunghezza e larghezza.Infatti le pressioni esercitate favoriscono moltiplicazione delle cellule ossee.

Effetti sui muscoli

L’attività fisica provoca nei muscoli notevolissime trasformazioni. Quella persona che ha masse muscolari ben proporzionate l’attività fisica assume importanza nella bellezza estetica , ogni muscolo perché possa ben funzionare deve avere robustezza,lunghezza ed elasticità giusta.

L’esercizio fisico fatto lentamente favorisce l’aumento del volume della massa muscolare

(19)

mentre gli esercizi veloci abituano il muscolo ad essere elastico.

L’ abitudine al movimento provoca trasformazioni notevoli anche all’ interno della fibra muscolare.

Effetti sulle articolazioni

L’esercizio fisico è il mezzo indispensabile che permette alle articolazioni di mantenersi in perfetta efficienza, nelle persone che non praticano attività sportive si nota sovente l’impossibilità di

compiere movimenti molto ampi. L’abitudine al movimento pone perciò il soggetto in grado di sfruttare tutta la mobilità articolare che è propria, di ciascuna articolazione.

Le vie percorse

dall’ossigeno

L’ossigeno è presente in grande quantità nell’ aria che respiriamo, l’aria inizia il suo cammino dalle narici o dalla bocca, percorre le vie respiratorie ed arriva all’interno dei polmoni. Nei polmoni e in particolare negli alveoli polmonari, l’ossigeno cambia mezzo di trasporto passato nel sangue; uno dei compiti fondamentali del sangue consiste nel trasportare per mezzo dell’ emoglobina, l’ ossigeno ai tessuti e nel riprendere l’anidride carbonica. Nei polmoni il sangue assume ossigeno ed espelle una parte di anidride carbonica. Durante l’esercizio fisico, il fabbisogno di ossigeno aumenta notevolmente , il consumo di ossigeno durante un

(20)

lavoro può aumentare dalle 15 alle 20 volte rispetto al riposo. Per questa ragione, durante l’ esercizio fisico, gli apparati respiratorio e circolatorio, aumentano notevolmente le loro possibilità lavorative.

Effetti del movimento sull’ apparato respiratorio

Durante l’attività fisica ,quando l’ossigeno presente nei muscoli non è più sufficiente, si verifica un fenomeno simile all’asfissia a livello muscolare, per questa ragione si nota un aumento notevole del ritmo respiratorio. Questo adattamento fisiologico non è certo il più redditizio ;infatti a causa del ritmo elevato ,non consentono che una grande quantità d’aria arrivi agli alveoli, giacchè quella inspirata in così breve tempo è appena sufficiente a riempire la prima parte delle vie respiratorie. Generalmente, quando respiriamo in condizioni di riposo ,l’atto respiratorio non è mai completo. Durante l’attività fisica ,per avere una migliore efficienza , bisogna badare al modo in cui respiriamo , cercando di rendere l’atto respiratorio più lento e rilassato,così da allungare

Il più possibile l’ultimo tratto.

Effetti del movimento sull’ apparato circolatorio

Il sangue circola continuamente in un sistema chiuso di tubi che nel loro decorso presentano strutture differenti. Il movimento del sangue

(21)

in questi condotti è determinato dal cuore ; il cuore da la spinta necessaria, fingendo da pompa, al liquido sanguigno per raggiungere quelle zone dove può cedere tutti i vari materiali energetici. La quantità di sangue che la pompa cardiaca mette in circolo in un minuto viene chiamata volume che aumenta durante l’ attività fisica. Questo e possibile per l’aumento sia del numero dei battiti del cuore, che del volume del sangue in esso contenuto. Questo è possibile perché le fibre muscolari del cuore sono stimolati ad allargarsi e ad restringere più lentamente ma con più potenza. Il tempo in cui il cuore si riempie e si svuota più lungo del normale.Per tali ragioni questo secondo meccanismo si dimostra estremamente economico e vantaggioso, infatti in essa il muscolo si e lentamente irrobustito e adatto a sopportare un lavoro maggiore del normale. Dalle considerazioni fatte si deduce che con l’esercizio fisico il volume aumenta sempre: nei soggetti non abituati a pratiche sportive , elevando i battiti del cuore ; in quelli abituati , col movimento più ampio e completo del muscolo cardiaco ,in quando la pratica sportiva ha abituato il cuore a lavorare in forma più economica è vantaggiosa.

(22)

L'importanza del movimento fisico

nell'età evolutiva dell'uomo

I due movimenti dell'età evolutiva.

Divideremo l'età evolutiva in due fasi:la prima,dai dieci ai dodici anni e la seconda,da tredici ai quattordici anni.

Nella prima fase i ragazzi presenteranno una notevole capacità di movimento, sarà importante sfruttare queste qualità naturali per il raggiungimento di un giusto equilibrio psico-fisico.

L'attrazione verso i compagni nella pratica sportiva ha la loro giusta manifestazione, che non deve essere esaltazione di stati emulativi.

Nella seconda fase, dai tredici anni in poi, nel passaggio dalla fanciullezza alla pubertà, da un punto di vista somatico si hanno sproporzioni tra arti e busto; da quello motorio, si ha una riduzione della padronanza dei movimenti. Si ha un più facile affaticamento dovuto ad uno sproporzionato rapporto tra consumo di ossigeno, circolazione e ritmo cardiaco: durante l' attività fisica il cuore fa fronte alla maggiore richiesta di sangue aumentando di misura notevole i suoi battiti.

Nel tempo " di recupero" il ragazzo presenta un numero di pulsazioni anche tre volte più alto che nell' adulto.

Anche l'apparato respiratorio nei ragazzi risponde a una richiesta maggiore di ossigeno, aumentando il numero degli atti respiratori. Secondo recenti ricerche sull' utilizzazione dell' energia si è visto che il ragazzo: " E' portato a sforzi di scarsa intensità

(23)

prolungati nel tempo e per gli sforzi brevissimi e intensi di tre-sei secondi interrotti da pause, mentre non è adatto a per gli sforzi intensi e prolungati.

Queste dimostrazioni fanno capire che i ragazzi sono più portati ad attività fisiche quali il podismo, lo sci di fondo, ecc. Le ossa e i muscoli nel periodo evolutivo completano il loro accrescimento.

Un'attività muscolare ben dosata favorisce un armonico sviluppo della struttura scheletrica. Concludendo, diremo che l'attività sportiva è utile ai ragazzi in quanto crea modificazioni che si ripercuotono favorevolmente sulla salute generale.

(24)

L’educazione fisica attraverso le

Civilta’

Antica Grecia

L’antica Grecia è il primo vero luogo cui fare riferimento nella ricerca del valore dato alla ginnastica. Le due città greche, Sparta e Atene, furono i punti principali che curarono l’educazione su tre discipline: la ginnastica, la musica, la grammatica. La ginnastica, perché partecipava all’educazione del corpo fornendogli salute e robustezza nonché grazia ed eleganza. La musica, perché era inconcepibile senza l’educazione fisica in quanto complementare per fortificare il carattere e lo spirito. La grammatica, perché era volta all’educazione intellettuale. A Sparta, l’educazione dei giovani era assegnata allo stato e si fondava sulla pratica della ginnastica quale fonte per la salute, la forza, l’abitudine alle difficoltà. Simili obiettivi si raggiungevano attraverso esercizi fisici,

(25)

svolti anche dalle donne. Ad Atene, invece, l’ educazione veniva concessa prima in seno alla famiglia, per poi essere sviluppata dallo stato in forma liberale. Plutarco, ultimo grande pedagogista greco indicava per i giovani un’ educazione familiare dove si coltivasse l’attività fisica, l’istruzione e la morale.

L’educazione fisica fiorì in Grecia per molti secoli, poi la decadenza dei costumi e della moralità e la mercificazione dell’atletismo portarono alla fine dei valori ginnastici. La Ginnastica greca prevedeva esercizi eseguiti in forma generale e

specifica di tipo militare, atletico, medico, pedagogico, scenico e sferico. Gli esercizi che venivano spesso eseguiti erano: la corsa, il salto, il lancio del disco e del giavellotto, la lotta. Molti greci erano appassionati nel praticare il pugilato e la corsa dei carri. Il Ginnasio e la Palestra erano i punti dove i giovani si esercitavano facendo esercizi. Nel Teatro e nello Stadio si eseguivano giochi scenici e feste pubbliche.

La civiltà Romana

La storia dell’antica Roma si divide in tre fasi: monarchico, repubblicano, e imperiale. I primi due periodi denotano

l’espansione continentale

e mediterranea, il terzo porta alla decadenza di Roma nei confronti

(26)

delle branchi barbarici. L’educazione romana era formata all’interno della famiglia ed era rivolta ad un vantaggio del giorno. Nell’educazione fisica i ragazzi erano iniziati all’uso dell’armatura , a cavalcare e a nuotare. Essa ebbe nuovo sostegno con giochi ed esercizi militari. Vennero costruite palestre dove l’educazione fisica presentò caratteri accessori e funzioni politico-militari o a richiesta del costume. I romani dedicavano loro pubbliche feste, dette Ludi, dove eseguivano esercizi militari e atletici e corse da carri. Nel periodo imperiale si giunse a lotte contro schiavi e gladiatori o tra uomini e belve.

I Ludi Seculares duravano tre giorni e si effettuavano ogni 100 anni. Queste feste venivano praticate nei circhi , nei teatri, nelle terme e nell’anfiteatro.

Sport e Medioevo

Nei confronti della civiltà romana e pagana, non é che il cristianesimo potesse esaltare l'ideale sportivo. Ciò sembra abbastanza naturale considerato che i cristiani ai trionfi corporali preferivano le riunioni di carattere mistico all'ombra e al chiuso delle catacombe. Tutto questo benché nel verbo di Cristo e nelle parole dei suoi apostoli non siano contenute espressioni di condanna per Olimpia e i suoi Giochi.

Chi veramente fa sentire la propria voce contraria a simili manifestazioni e spettacoli negli stadi è qualche vescovo, magari scismatico, come quel Novaziano al quale si attribuisce un trattatello il "De

(27)

spectaculis", ovvero sugli spettacoli, in cui si ritrovano frasi di questo genere: " ... sono ripugnanti queste gare in cui un uomo sta sotto un altro, dove ci si avvinghia in maniera svergognata! Uno può vincere in una simile lotta, ma la decenza ne esce sconfitta". E poi, ancora: "Uno salta, nudo; un altro lancia con tutte le proprie forze un disco metallico nell'aria: è forse, questo, un cuore? Io dico che é una pazzia...". E aggiunge, con un tocco di severità: "I cristiani devono allontanare la vista e l'udito da questi spettacoli privi di contenuto, pericolosi e di cattivo gusto". Con tali censori, che scrivevano e parlavano dai pulpiti, é facile capire il perché della lunga eclissi dell'attività fisico-sportiva in età cristiana antica. Infatti, era il momento in cui si asseriva che migliorare il corpo poteva diventare motivo di peccato.

Le Giostre dei Cavalieri

Se questo avveniva in un periodo di ascetismo imperante, un periodo piuttosto oscuro nel vero senso del termine, c'è peraltro da rivedere e da rivalutare il Medio Evo, interpretato dal Rinascimento e dall'Illuminismo come il secolo buio. Viceversa, proprio nel Medio Evo assistiamo alla

(28)

rinascita dello spirito sportivo, proprio così. Difatti, attraverso le invasioni dei popoli germanici il sangue romano trovò nuova linfa. Ne trassero giovamento un po' tutte le attività, dall'agricoltura alla letteratura e all'arte. Per l'appunto attorno al Mille, in epoca carolingia, da Carlo Magno, re dei Franchi, sorse una nuova civiltà dalla fusione tra il vecchio e il nuovo: anche il Cristianesimo della prima ora uscì dalle tenebre. I romanzi cavallereschi sono di questo periodo, sia quelli del ciclo bretone sia quelli del ciclo vero e proprio carolingio. Si diffusero le saghe dei popoli nordici che proponevano - anche con talune ingenuità - immagini di storia e sport. Del resto cosa rappresentavano le giostre dei cavalieri se non un momento di autentico agonismo sportivo? E poi i duelli che catalizzarono l'interesse di tutti per tutto il Medio Evo? E' vero che non riapparvero gli spettacoli atletici e la ginnastica educativa, é però accertato che l'istituzione cavalleresca riuscì in una forma completa - anche se del tutto involontariamente - a far prosperare nell'età di mezzo l'idea olimpica e a trasmetterla ai posteri. Difatti la cavalleria, nata proprio negli anni attorno al Mille e consolidatasi in un lungo periodo che coincise con le Crociate, mantenne intatti i caratteri peculiari dell'olimpismo greco.

Come per gli antichi Giochi d'Olimpia, anche la vita cavalleresca non era certamente aperta a ogni uomo; cosi come gli Elleni escludevano dallo stadio e dall'ippodromo chi non poteva vantare purezza di sangue e sicura patente di nobiltà, allo stesso modo l'educazione e la pratica cavalleresca comprendevano soltanto le alte sfere della società

(29)

medievale. L'adolescente greco si preparava nel ginnasio ai Giochi atletici e alle future attività politiche, il cavaliere del Medio Evo, insieme a un'educazione preminentemente sportiva (va ricordato a questo riguardo che delle sette perfezioni cavalleresche, cinque si riferivano all'abilità nell'equitazione, nel nuoto, nel pugilato, nel tiro e nella caccia) senza trascurare gli studi tecnici, scientifici e letterari.

Il cavaliere, infatti, voleva mostrare il proprio valore e la propria forza non solo in battaglia ma anche nel torneo, il "grande sport del Medio Evo", in cui -ispirato sempre dal sentimento dell'onore - si cimentava con rivali degni di lui. Senz'altro minor rilievo hanno avuto invece la quintana, gioco di origine cavalleresca che costituì il maggior divertimento del vassallo nel giorno del proprio matrimonio, la lotta, il salto in lungo e in alto, il lancio della pietra, uno sport praticato ancora al giorno d'oggi nel sud della Spagna.

Umanesimo, Rinascimento e 700

L’educazione fisica, pur non avendo più significato dell’ età classica ed ormai ridotta al lumicino seppe trarre da quella piccola fiamma la luce che la riavvierà durante l’Umanesimo e poi il Rinascimento.Fu grazie a Vittorio da Feltre che si

(30)

ebbe la ripresa dell’ educazione fisica intensa, quale attività da svolgere durante le pause dello studio. Con il Rinascimento l’ educazione fisica, insieme alla cultura della mente e dello spirito, con una propria sistematica e metodica.

Nel 1700 Rousseau diede una grossa spinta all’ educazione fisica e vide gli esercizi come un’ esigenza iniziale ad un bisogno della natura.

Il XIX e il XX secolo

Nel XIX secolo si è avuto un fermento di studi e di opere dell’educazione fisica e sportiva con tre sistemi:quello tedesco; quello svedese; quello inglese.

Il “sistema tedesco” puntava alla fortificazione ed alla resistenza della gioventù per suscitare l’amor della la patria. F.L. Jahn prescrisse esercizi da svolgere fuori con attrezzi da corse, salti, e giochi. Il “sistema svedese” inventato da P. E. Ling, doveva servire per mantenere la salute fisica attraverso una modello di ginnastica curativa. La ginnastica svedese utilizzava molti attrezzi per aumentare gli effetti degli esercizi a corpo libero. Gli attrezzi che usavano sono: la panca, la spalliera, il quadro, la scala orizzontale e curva….

Invece, il “sistema inglese” porgeva a formare i giovani coraggiosi, onesti e forti, attraverso tantissima attività fisica.

(31)

Agli inizi del XX secolo lo scienziato fisiologo G. Hèrbert appoggiò la sua ginnastica naturale, ispirata alla natura, con esercizi finalizzati allo sviluppo psico- fisico dell’uomo. Questo suo metodo anticipava l’abolizione degli attrezzi, con esercizi che si svolgono all’aperto.

Giorni nostri

Oggigiorno l’educazione fisica è una parte importante dell’educazione generale, in quanto partecipa alla formazione della personalità dell’individuo.

L’individuo, trova nell’educazione fisica una guida sicura e una fonte per l’integrazione sociale.

La ricerca di varie forme di movimento idonee ad ampliare le esperienze motorie sono considerate fondamentali per la formazione della persona per cui si utilizzano strumenti più vari: ginnastica, danza, mimo, giochi sportivi, attività in spazi naturali.

(32)

Il calcio moderno nasce nell'Inghilterra di metà Ottocento, tra gli studenti delle public school e delleUniversità. Fin dall'età classica si effettuano giochi con la palla, l'harpastum tra gli Antichi Romani e l'episcyros in Grecia. Tuttavia vi sono forti dubbi sulla prossimità di questi giochi allo sport che conosciamo oggi. Più probabilmente, é in Cina che si assistette ai primi giochi con la palla con regole simili al "football", con il cuju, gioco preferito durante la dominazione della dinastia Han (206 A.C.-220 D.C.).

E' però nel 1863 che gli Inglesi codificano delle regole del tutto simili a quelle attuali. In precedenza, nel 1855, si é costituita la prima società calcistica del mondo, lo Sheffield Club.

La prima società calcistica italiana risale invece al 1892, con la fondazione del Genoa Cricket and Atlethic Club da parte di un gruppo di inglesi.

Il gioco del calcio si diffonde rapidamente in Inghilterra tant'è che nel 1882 si contano già un migliaio di società, molte delle quali sorte attorno alle parrocchie, ai pub e alle aziende.

In poco tempo il football entra nelle abitudini e nella cultura della gente comune e si rende necessaria la costruzione di stadi sempre più vasti per accogliere il crescente numero di spettatori.

Nonostante lo spirito dilettantistico dei soci dei primi club, ben presto entra in gioco il denaro attraverso rimborsi e premi di trasferimento.

(33)

A partire dal 1870 il football esce dai confini del Regno Unito grazie ai tanti inglesi sparsi per il mondo che diffondono il gioco del calcio in Europa, in America Latina, e infine in Asia e in America.

L'opera di diffusione effettuata dai britannici trova terreno fertile anche in Italia, dove, nell'ultimo decennio del secolo sorgono numerose società calcistiche. Nel 1898 nasce la Federazione Italiana del Football che organizza il primo campionato Nazionale di calcio (disputato a Torino in una sola giornata e vinto dal Genoa). Il decollo del movimento associativo sportivo é stimolato dall'idea che lo sport contribuisce a preparare una gioventù più sana.

In ogni caso, fatta eccezione per le isole britanniche, fino al primo conflitto mondiale il calcio resta una pratica elitaria, appannaggio della borghesia; l'estensione del gioco a tutte le classi darà origine ad una nuova comunità, ove tanta gente, di fresco inurbata, troverà mediante il gioco un'opportunità di inserimento sociale.

Allo scopo di coordinare l'attività calcistica sorgono in tutti i paesi le federazioni, mentre, per regolare la vita interna delle società, vengono redatti gli statuti. Viene accolta da tutte le federazioni la norma secondo la quale gli iscritti non possono far dirimere dalla giustizia ordinaria le controversie attinenti all'attività sportiva, riservandone la competenza ad organi giudiziari dipendenti dalle federazioni stesse (la cosiddetta giustizia sportiva).

Uno dei principali fattori della diffusione del calcio, oltre al già citato fenomeno dell'urbanizzazione, é l'evoluzione dei mezzi di trasporto.

(34)

In Italia, il campionato della FIGC (Federazione Italiana Giuoco Calcio), dapprima limitato al Nord, comincia a contare un girone Centro-Sud nel 1913; per vedere il primo vero campionato nazionale bisogna attendere il 1927, e solo nel 1930-1931 nasce la formula a girone unico.

Sono, non a caso, gli anni del potenziamento della rete ferroviaria.

Il segreto della diffusione del calcio risiede nella semplicità delle sue regole; dagli albori ad oggi, il mondo del calcio ha subito un forte cambiamento, dovuto, più che a modifiche del regolamento, all'evoluzione della preparazione atletica e della tattica. Ancora più palesemente sono cambiati gli interessi economici che ruotano attorno al calcio, tant'è che oggi lo si può considerare un settore dell'economia.

Storicamente, inoltre, il mondo del calcio é sempre stato veicolo di istanze ideologiche e, specificamente, politiche.

In Spagna, il Barcellona ha incarnato per molti decenni l'antifranchismo contro la squadra più prestigiosa della capitale, il Real Madrid, fiore all'occhiello del regime.

In questi casi la partita di calcio diventava il simbolo di una lotta politica che il regime vietava di manifestare in altro modo.

Spesso il calcio é stato utilizzato anche come “sanzione” politica, data la grande importanza rivestita da questo sport e la risonanza mondiale ottenibile da questo canale di “comunicazione”; ne sono esempi l’esclusione della Jugoslavia dai Campionati Europei del 1992 per la guerra che sconvolgeva il suolo slavo.

(35)

Il caso volle che la Danimarca, “ripescata” per sostituire la Jugoslavia, vinse quei campionati Europei, mettendo ancora più in risalto l’esclusione della nazionale slava dai campionati.

Un altro caso celebre fu l’esclusione dalle Coppe Europee di tutte le squadre inglesi in seguito ai drammatici fatti dello stadio Heysel, dove prima della finale di Coppa dei Campioni Juventus-Liverpool ci furono degli scontri tra tifoserie che costarono la vita a più di 20 tifosi italiani.

Anche in occasione dei recenti Europei di calcio, disputatisi in Olanda e Belgio, il problema degli “hooligans” inglesi ha fatto discutere coinvolgendo personalmente il primo ministro Tony Blair in una lunga querelle sui giornali e sulla stampa non solo britannica.

Dai livelli più modesti (paesi, piccole città) a quelli più elevati, la dirigenza delle società calcistiche costituisce un'ambita vetrina per imprenditori e politici.

La presidenza di un club calcistico comporta prestigio sociale e pubblicità ai prodotti direttamente legati alla propria persona e a quelli sponsorizzati sulle magliette della squadra stessa. Gli interessi economici che ruotano attorno al calcio sono notevoli e riguardano un numero esteso di soggetti anche molto diversi tra loro: Le Società Calcistiche, i Calciatori, gli sponsor, le agenzie pubblicitarie, i mezzi di comunicazione di massa, la Pubblica Amministrazione, i produttori e i dettaglianti di articoli sportivi, l'industria turistica e

(36)

alberghiera, gli erogatori di servizi di ristorazione, trasporto, prenotazione e molti altri ancora..

Un altro fenomeno caratteristico del mondo del calcio é il forte campanilismo che raggiunge punte estreme nella disputa dei derby, in cui

si affrontano squadre della stessa città. In queste partite, la rivalità é accentuata da opposizioni sociali e culturali, ma anche religiose, come quella esistente a Glasgow tra i protestanti dei Rangers e i cattolici del Celtic.

Purtroppo, la storia del calcio é costellata anche da immense tragedie: ferimenti, omicidi, vere e proprie stragi (indimenticabile la già citata notte dello stadio Heysel) e la violenza gratuita che accompagna la disputa di quasi tutte le partite é il male maggiore del calcio d'oggi.

(37)

Calcio a 5 o calcetto

Le origini sono riconducibili ad una serie di aspetti pratici quali: minor numero di giocatori rispetto al calcio, spazi limitati, possibilità di giocare al chiuso. Si cominciò a praticarlo su un campo da tennis a Roma, al Circolo Canottieri Lazio. Oggi è diventato uno sport che ripropone le geometrie calcistiche ma in maniera più veloce: ricco di scatti brevi e ripetuti con pallone sempre a terra e con lo stesso portiere che partecipa alle azioni.

Il gioco

Si svolge su un terreno rettangolare di m 42x22 con linee laterali, linee di porta, linea mediana; il cerchio centrale ha tre metri di raggio; alle due estremità del campo è disegnata l'area di rigore, da m3, a m 6 dalla linea di porta ed ha la forma di due archi a cerchi. Le porte sono alte due metri e larghe tre.

Il Pallone è di cuoio, I giocatori sono 5 uno dei

quali è il portiere. Esterni sono due e occupano le fasce laterali del campo sia in difesa che in attacco, raccordano il gioco, promuovono triangolazioni che spesso concludono a porta.

Primo, pivot, si trova più avanti di tutti, spazia in

tutte le direzioni per le azioni offensive.

La sua è una posizione molto faticosa per cui viene spesso sostituito.

(38)

Fondamentali individuali sono controllo perfetto

della palla con tutti e due i piedi.

I fondamentali di squadra: oltre ai già noti assetti

e a zona nel calcio a cinque in difesa si può disporre: a rombo: 1 2-1 un giocatore davanti al portiere .

Sostituzioni: durante il gioco è consentito un

numero illimitato di sostituzioni "volanti", e un giocatore qualsiasi può sostituire il portiere ma solo dopo aver informato l'arbitro e a gioco fermo.

L'arbitro: prende nota dei fatti relativi al gioco,

svolge le funzioni di cronometrista , richiama, ammonisce, interrompe la gara , espelle i giocatori.Ogni gara si svolge in due tempi di 30' ciascuno con 10' d'intervallo.

(39)

Pallavolo

Introduzione

E’ uno sport di squadra che si gioca con la palla su un campo, dalla superficie in parquet o in materiale sintetico, di forma rettangolare, suddivisa in settori da linee bianche parallele ai lati più corti del campo.Si gioca su di un campo a forma rettangolare delle dimensioni 18x9. Il campo è diviso a metà, sul lato lungo del rettangolo, da una rete (alta 2,43 m per gli uomini, e 2,24 per le donne) sostenuta da due montanti laterali. Ogni metà campo è divisa, a sua volta, in due parti: la prima, più vicina alla rete, è lunga 3 m (area d'attacco); la seconda è lunga 6 m (area di difesa).

L'obiettivo del gioco è quello di far cadere a terra il pallone nell'area di gioco avversaria, facendolo passare sempre al di sopra della rete, oppure di mettere gli avversari in condizione di commettere errori, ovvero di non riuscire a rimandare regolarmente il pallone nella metà campo avversaria.

(40)

La pallavolo è giocata da due squadre di 6 giocatori titolari, il sestetto-base, più altrettanti rincalzi, che possono subentrare nel corso della partita. I ruoli della

squadra prevedono difensori, schiacciatori e alzatori. Ciascuna squadra dispone di massimo tre tocchi prima di rispedire la palla oltre la rete. Di solito, la disposizione in campo dei giocatori è di tre nell'area di attacco e tre in quella difensiva.

Il regolamento del punteggio nella pallavolo è stato radicalmente modificato a partire dal gennaio 1999: fino a quella data il punto veniva conquistato solo nel caso in cui la squadra fosse in possesso di palla, ossia avesse messo in gioco la palla con la battuta; il punto conquistato infatti rispondendo alla battuta degli avversari dava semplicemente diritto a conquistarsi la battuta (cambio-palla). Con il nuovo regolamento il cambio-palla, che già da qualche anno non era previsto nel corso del quinto e decisivo set, è stato definitivamente abolito e ogni azione conquistata dà diritto a un punto. Il limite per ottenere la vittoria di set è stato innalzato da 15 a 25 punti, sempre con un minimo di due punti di scarto. Mantiene il limite dei 15 punti solo il quinto set.

La tecnica

Gli elementi tecnici fondamentali della pallavolo sono la battuta, il bagher o ricezione, il muro, la schiacciata, il pallonetto, l'alzata e il palleggio.

(41)

La battuta è il colpo che dà inizio all'azione. Viene effettuata con piedi oltre la linea di fondo campo. È un arma di attacco che può essere molto efficace e costringere la difesa avversaria all'errore: come nel

tennis, può essere infatti giocata colpendo la palla con forza e angolazione (battuta in salto), oppure può essere piazzata, con colpo a effetto. Una battuta è sbagliata se la palla colpita cade fuori dalle linee che delimitano la metà campo avversaria, se la palla finisce in rete oppure soltanto se la tocca prima di cadere al di là. Il giocatore in battuta mantiene il servizio sino a quando la propria squadra non commette un errore. In questo caso la battuta passa agli avversari che, prima di riprendere il gioco, devono effettuare una rotazione in senso orario della loro posizione sul campo.

Il bagher è uno dei colpi fondamentali dell'azione difensiva. Serve per ribattere i palloni giocati con forza dagli avversari; il difensore oppone alla parabola discendente della palla le braccia unite e colpisce la palla con la parte intermedia tra polso e avambraccio. È il colpo che consente di neutralizzare le schiacciate

(42)

avversarie, quando queste superano il muro difensivo a rete.

Il muro è la contromossa difensiva alla schiacciata, colpo d'attacco per eccellenza. Viene eseguito da uno, ma preferibilmente da due e a volte da tre

giocatori che saltano a braccia tese e alzate nei pressi della rete per fermare la palla colpita dall'avversario e per impedirle di oltrepassare la rete, facendola quindi ricadere nella metà campo dalla quale proviene, ottenendo così il punto. In questo caso il muro si dice "offensivo"; quando invece serve ad attenuare la schiacciata degli avversari, consentendo quindi alla difesa di rispondere impostando un'azione di contrattacco, viene definito "difensivo".

La schiacciata è il colpo d'attacco che generalmente chiude l'azione e porta alla conquista del punto. Nei pressi della rete la palla viene alzata dal giocatore che viene appunto definito "alzatore" affinché un compagno, lo schiacciatore, con un balzo e usando il braccio e la mano come se fosse un martello colpisce con forza dall'alto in basso la palla per "schiacciarla" nel campo avversario. Lo schiacciatore può scegliere la soluzione di potenza e cerca di colpire violentemente la palla per forzare il muro difensivo avversario; oppure può cercare di angolare la traiettoria del pallone per trovare un varco sguarnito nella difesa avversaria, o ancora eludere l'opposizione del muro scavalcandolo con un pallonetto. La schiacciata e il muro, oltre a rocamboleschi recuperi di palla fuori dalle linee di

(43)

campo, sono le azioni più spettacolari della pallavolo.

Il palleggio è il gesto tecnico fondamentale della pallavolo. Si effettua a due mani, colpendo la palla, generalmente a un'altezza sopra la testa e leggermente spostata anteriormente. La palla viene colpita con la punta interna delle dita. In tutti i colpi della pallavolo è fondamentale colpire in

modo "pulito" la palla, senza cioè doppi tocchi o rimbalzi, che vengono penalizzati dall'arbitro che assegna il punto o il cambio palla a favore degli avversari

(44)

Le Olimpiadi nei secoli

Le Olimpiadi si svolgono in onore di Zeus ad Olimpia, dove si diceva che Zeus si fosse fermato a fare esercizi ginnici. Secondo la leggenda le istituì Ifito re d'Elide nel 776 A.C. per suggerimento dell'oracolo di Delfi e questa data è confermata da Ippia d'Elide che fa iniziare proprio nel 776 l'elenco dei vincitori olimpici.

Un tal Koirobos vince quell'anno la gara di corsa. Nelle olimpiadi greche, erano presenti tutte le specialità allora conosciute: dalla corsa delle quadrighe su una distanza di 15 chilometri al lancio del disco, dal giavellotto al salto in lungo, dalla lotta libera alla corsa. Generalmente le gare duravano 5 giorni al termine dei quali gli Elladonici, cioè i sovrintendenti alle gare, incoronavano i vincitori con l'ulivo selvatico. La prima olimpiade, durù invece solo un giorno e comprese due sole gare: una corsa di bighe sulla distanza di 13 chilometri, ed una corsa a piedi su una distanza di 192 metri. La fortuna delle gare olimpiche, dopo la conquista della Grecia da parte dei romani, durò fino al 396, anno in cui, vuoi per una generale degenerazione dello sport nella

(45)

Roma du quegli anni, vuoi per volere dell'Arcivescovo di Milano S.Ambrogio, che vi vedeva una manifestazione di paganesimo. L'Imperatore d'oriente Teodosio, le abolì definitivamente.

Roma

Se era stato il bisogno di più profondi rapporti morali fra le città dell'antica Grecia a far sì che nascessero i giochi panellenici, a Roma, essendo il popolo intimamente unito, l'attività sportiva si manifestò in tono minore con celebrazioni di carattere per lo più propiziatorio o puramente spettacolare. In occasione di ricorrenze religiose o politiche si organizzavano gare per divertire il "popolino" e queste gare si chiamavano ludi che significa "giochi pubblici". Dopo la conquista delle Grecia i ludi subirono notevoli trasformazioni e si svolsero nel "Circo Massimo".

Il medioevo

Dopo la proibizione dei giochi olimpici, l'eliminazione della ginnastica dalle scuole come programma di istruzione era già un dato di fatto. L'educazione fisica, in quegli anni non esisteva più come la intendiamo noi né come la intendevano gli antichi greci o romani, ma è errato pensare che il medioevo non abbia conosciuto esercizi ed attività fisica: pur se la ginnastica educativa e gli spettacoli atletici scomparvero, i giochi godettero di un notevole favore e benché molti fra questi giochi e tornei fossero riservati alla nobiltà, questo non escludeva che ve ne fossero altri che il popolo minuto aveva in comune con la stessa nobiltà: la quintana, la lotta, il lancio della pietra, il salto in lungo. E' importante notare, però, come per quanto queste attività

(46)

fossero diffuse, nulla avessero a che fare con l'educazione e con la scuola.

Il Rinascimento

Dobbiamo arrivare al rinascimento per ritrovare, almeno nella teoria, un'attenzione nei confronti dell'educazione fisica rivolta a giovani e ragazzi. Michel de Montagne teorizza così alcune regole per una corretta educazione del fanciullo: "Non un'anima, non un corpo addestriamo, bensì un uomo: non si tratta di due cose distinte e noi non dobbiamo addestrare l'uno senza l'altro". Questo messaggio è però rivolto solo ai maschi: la donna non ha ancora spazio nell'educazione fisica.

Il 1600

Già a partire dal '600, in tanta parte del vecchio continente, dopo l'affermazione dell'educabilità del corpo vennero elaborate concrete ipotesi pedagogiche fondate sugli esercizi ginnici. Per John Locke la ginnastica - ... prelude e permette l'esercizio del dominio di se -. Per il filosofo inglese, per tenere a bada gli istinti e gli appetiti smodati, propri dell'età adolescenziale, bisogna fare in modo che sia il corpo che lo spirito acquistino rigore e volontà. Anche Russeau ritorna sul tema dell'importanza dell'esercizio fisico per la gioventù e l'infanzia. Il concetto guida, in questi anni è che la ginnastica sia una modalità insostituibile per perfezionare ed armonizzare corpo ed anima.

(47)

Le olimpiadi moderne

La restaurazione delle olimpiadi moderne è dovuta alla tenacia ed alla fede del barone Pierre de Fredi de Coubertin che in un mondo (quello ottocentesco cui il de Coubertin apparteneva) diviso dai più accesi nazionalismi, volle riunire in una leale competizione sportiva gli atleti di tutto il mondo.

A questo proposito è interessante notare come le olimpiadi moderne siano nate proprio con gli stessi scopi che fecero nascere le antiche olimpiadi greche: tenere unite in un ideale puro e nobile, lo sport, nazioni e popoli divisi e lontani fra di loro. Il 25 novembre 1892 de Coubertin espose il suo programma; il 23 giugno 1894, alla fine di un congresso internazionale cui parteciparono 69 rappresentanti di 12 Paesi venne proclamata ufficialmente la ripresa dei giochi olimpici aboliti da Teodosio; nel 1896 ad Atene si svolse la prima olimpiade moderna.

La gara forse più classica, la maratona, fu vinta in quell'anno da Spiridone Luis, un pastore greco. Nel 1942 viene fondato il Comitato Olimpico Nazionale Italiano (CONI).

Dal 1896 migliaia e migliaia sono gli atleti che hanno legato i loro nomi alle imprese olimpiche:

ricordiamo

Durando Petri, un panettiere italiano di 22 anni che fra

(48)

le tribune semideserte della Londra del 1908 commosse tutto il mondo per un incidente che, nel finale, gli tolse una vittoria già sua o Abebe Bikila che nella Roma del 1960 corse verso la vittoria a piedi nudi e ripetè l'impresa, nelle stesse condizioni quattro anni dopo a Tokio.

Le olimpiadi hanno rovesciato una quantità di pregiudizi attorno alla macchina umana: si riteneva atleticamente finita una donna che fosse madre e, nelle olimpiadi di Londra l'eroina fu Fanny Blankers-Koen, di 25 anni, che allattava il suo primogenito fra una gara e l'altra; nelle olimpiadi di Berlino del 1936 il Furher intendeva glorificare la supremazia della razza bianca e l'eroe di quei giochi fu Jesse Owens, un nero dell'Ohio, che vinse 4 medaglie d'oro; si credeva che la poliomelite fosse un impedimento inamovibile per l'organismo e l'eroina di Roma 1960 fu Wilma Rudolph, nera americana, precedentemente poliomelitica. Ma forse più famose rimasero le vittorie di un altro campione: Jonny Weissmuller nel 1924 e nel 1928 che aveva vinto la poliomelite prima di cimentarsi alle olimpiadi. Seppur fortemente in contrasto con lo spirito olimpico, vale la pena di segnalare, infine, la guerra bianca delle medaglie fra Russi e Americani che ha caratterizzato, malgrado l'invito ufficiale a non compilare graduatorie per nazioni, le olimpiadi dal dopoguerra fino ad oggi. Per ognuna di queste nazioni infatti, forse per prestigio politico, quasi ogni medaglia, anche se per sport di scarsa rilevanza, ha costituito un obiettivo fondamentale per mostrare la propria supremazia sull'altra.

(49)

Questo fatto ha d'altro canto avuto la conseguenza di creare grandi attenzioni di pubblico anche su sport meno conosciuti contribuendo ad una loro espansione e ad un loro sviluppo a livello di massa.

Doping: il non sport

Con questo termine si indica l’ uso di farmaci o altre sostanze vietate che permettono, di migliorare le prestazioni fisiche . La ricerca scientifica , ha offerto aiuto a tutto lo sport . In inglese “to dope ”vuol dire drogare .

I gravissimi pericoli

Tutte le sostanze dopanti,hanno degli affetti collaterali negativi, alcuni dei quali davvero pericolosi. I danni vanno dalla infertilità maschile al favorire lo sviluppo di tumori; da problemi alla circolazione e al fegato, “mascolinizzazione ” delle donne o all’ arresto precoce della crescita. Sono,quindi, adottate in particolar modo da chi pratica sport di combattimento e di velocità pura. Queste sostanze sono gravi perché hanno una cosa negativa: per il nostro corpo, l’aumentò di ansia e di

(50)

tensione, a quelli più pericolosi, derivanti dalla riduzione delle capacità dell’ organismo ad autolimitare lo sforzo.

La fatica nostra alleata

La fatica è un prezioso alleato dell’ uomo , il senso di stanchezza costringe l’ atleta a fermarsi . Per esempio bisogna ricordarsi alcuni episodi di atleti che per aver assunto forma eccessiva o sbagliata di prodotti chimici , hanno addirittura perso la vita .

Perché?

La campagna che mette ben in chiaro le conseguenze sono tutte le considerate in tutte alla filosofia che in fine giustifica i mezzi .

Cosa fare , allora

La prima consiste nel migliorare e nell’ aumentare i controlli, da estendere al miglior numero di gare e atleti . La seconda tragedia si deve basare soprattutto sull’ educazione sportiva, da impartire ai più giovani sui campi di allenamento , durante le ore di scuola è, naturalmente, a casa.

Serve anche il tuo aiuto

È pur vero, però, che fino a quando il doping coinvolgerà anche un solo atleta, tutto lo sport correrà grossi pericoli. Questa denuncia, che ogni atleta ha il dovere di farsa e portare avanti nell’interesse dello sport, ti riguarda, quindi, da vicino.

Lo Sport in altura:

Due risultati contrastanti Un alleato invisibile

Oltre alla bravura e alla preparazione del camionista, Beamon, infatti, una volta staccatosi da terra, trovò una resistenza nettamente

(51)

inferiore rispetto a quella che avrebbe incontrato al livello del mare.

Un nemico utile

La minor quantità di ossigeno che si registra a certe quote, “costringe” il corpo umano ad un stress di difesa particolarmente allenante, con un aumento, quindi, dei globuli rossi e dell’emoglobina e con miglioramento della capillarizzazione. Tutti gli elementi che sono fondamentali nella prestazioni di resistenza. Si è addirittura pensato che l’atletica leggera il futuro del fondo e del mezza fondo sarebbe stato appannaggio dei popoli che vivono altura.

Alcuni consigli per quando si sale

A parità di metri percorsi, lo stimolo in altura diventa molto più allenante “stressando” l’atleta in misura maggiore di quanto avrebbe a livello del mare. Una volta ritornato nel proprio ambiente è necessario aspettare che 20-25 giorni per sfruttare vantaggiosamente gli effetti dell’altura, che durano fino a 40-45 giorni dopo il rientro.

(52)

Riferimenti

Documenti correlati

Il sistema nervoso periferico è formato dai nervi che collegano il cervello e il midollo spinale ai vari organi. I nervi sono fasci di

E’ FORMATO DAI NERVI (FASCI DI FIBRE NERVOSE) CHE COLLEGANO OGNI PARTE DEL CORPO AL SISTEMA NERVOSO CENTRALE?. DOMANDE CHE AIUTANO

II strato granulare esterno (delle piccole cell. Piramidali) III strato piramidale esterno (delle medie cell. Piramidali) IV strato granulare interno. V strato piramidale interno

Circolazione: ventricoli laterali  3° ventricolo  4° ventricolo  forami di Magandie e Luschka  spazio subaracnoideo  superficie SNC dalla base alla volta e poi alla

Una motivazione, a tal proposito, può essere legata al fatto che tale variabile appare spesso, in letteratura, tra i segnali più importanti di qualità di un

Il sistema nervoso VOLONTARIO è costituito dalle fibre nervose periferiche che inviano informazioni sensoriali al sistema nervoso centrale e dalle fibre nervose

d) Il ……… la funzione di regolare il ritmo della respirazione e del battito del cuore. e) I ……… trasmettono gli ordini di movimento dati dal cervello ai muscoli.. trasmettono

negativo, indirizzano la scelta del destino di progenitori cellulari retinici. Tramite questo meccanismo, le cellule amacrine attuano un controllo, mirato alla regolazione della