1 CAP. 5 - TEORIA DEI VETTORI GEOMETRICI
&5.1 – Introduzione
L'introduzione dei vettori nasce dalla necessità che nelle scienze fisico - matematiche esistono grandezze che sono definite solo da un numero, eventualmente con segno, e grandezze che per essere definite occorre specificarne anche una direzione e un verso.
Le prime sono dette grandezze scalari: esempi sono la massa, la temperatura, la pressione, il lavoro di una forza ecc... ecc.
Le seconde sono dette grandezze vettoriali: esempi sono la velocità, l'accelerazione, la quantità di moto, il momento di una forza, il momento angolare, ecc...ecc.
Per poter operare con queste grandezze dobbiamo introdurre nuovi concetti e definire nuove operazioni.
Nel seguito, indicheremo con S2 il piano euclideo e con S3 lo spazio euclideo: per questioni che valgono sia in S2 che in S3, indicheremo lo spazio con Sn.
&5.2 - Vettori geometrici applicati
Cominciamo col porre la seguente definizione.
2 avente come primo estremo A e come secondo estremo B.
Il vettore applicato si indica con
AB
e sta ad indicare il segmento avente per estremi A e B, al quale è associato il verso di percorrenza che, nell’ordine, va da A a B.
Di conseguenza, i vettori AB e BA pur essendo rappresentati dagli stessi segmenti, sono vettori applicati diversi perché diverso è il loro punto di applicazione e diverso è il loro verso di percorrenza.
In particolare, se AB il vettore dicesi vettore nullo e si indica con O .
D’ora in poi indicheremo con Vn l’insieme di tutti i vettori applicati dello spazio Sn; in particolare, indicheremo con:
V2 l’insieme dei vettori applicati del piano S2; V3 l’insieme dei vettori applicati dello spazio S3.
Def.2.2 – v ABVn, vO:
a) dicesi direzione di v la retta passante per i punti A e B, contenente v ; b) dicesi verso di v la semiretta di origine A e contenente l’estremo libero B del vettore v ;
c) dicesi modulo di v = AB e si indica con v o AB la misura del segmento
non orientato AB (rispetto all’unità di misura u prescelta).
In definitiva, possiamo affermare che ogni vettore di Vn è completamente individuato quando si conoscono:
il punto di applicazione,
3 la direzione,
il verso.
Per convenzione, si assume che il vettore nullo abbia direzione e verso indeterminati.
Per il modulo vale la seguente proprietà:
Prop.2.1 – (a) vVn : v 0; (b) v 0vO.
Def.2.3 - Ogni vettore di V avente modulo uguale a 1 dicesi versore di n V . n
Oss. Ogni vettore non nullo di V ha sempre due versori ad esso associati, uno n parallelo e concorde e l’altro parallelo e discorde: il versore di , avente lo stesso
verso, sarà indicato con vers( ).
Def.2.4 – Se AB,A'B'Vn, si dice che AB è parallelo a A' B' e si scrive
AB // A' B'
se AB e A' B' hanno la stessa direzione ovvero se le rette AB e A'B' sono parallele.
In particolare, i due vettori si dicono concordi se hanno lo stesso verso, discordi se hanno il verso opposto.
Per convenzione, si assume che il vettore nullo O dello spazio V sia parallelo n ad ogni vettore v di V . n
4 &5.3 - Vettori liberi (o ordinari) - Operazioni con i vettori liberi
Se indichiamo con Vn l'insieme di tutti i vettori applicati dello spazio, in tale insieme possiamo introdurre una relazione di equivalenza, detta relazione di equipollenza, come segue.
Def. 3.1 - Due vettori AB e A' B' di Vn si dicono equipollenti se hanno la stessa direzione, lo stesso verso e lo stesso modulo.
Si verifica facilmente che tale relazione è una relazione di equivalenza in Vn e ciò ha come conseguenza che ogni vettore applicato appartiene ad una ed una sola classe di equivalenza = equipollenza: tale condizione giustifica la seguente definizione.
Def. 3.2 - Dicesi vettore libero o vettore ordinario di Vn l'insieme formato da tutti i vettori fra loro paralleli, appartenenti alla stessa classe di equipollenza.
Di conseguenza, ogni vettore libero può essere rappresentato da uno qualunque degli elementi che appartengono alla stessa classe: il vettore scelto dicesi rappresentante del vettore libero.
Di più, se O è l’origine di un sistema di riferimento scelto in Sn, converremo di applicare tutti i vettori liberi di Vn in O: l'insieme di tali vettori applicati in O sarà indicato con Vn
O .
&5.4 – I sistemi di riferimento
Passiamo ora a introdurre la nozione di sistema di riferimento cartesiano ortogonale sia nel piano ordinario S2 sia nello spazio ordinario S3.
Poniamo la seguente definizione.
Def. 4.1 – Dicesi sistema di riferimento cartesiano ortogonale in S2 ogni insieme O ji in cui:
1. O è un punto di S2, detto origine del sistema di riferimento; 2. i è un versore applicato in O;
5 3. j è un secondo versore, pure applicato in O, tale che il versore i si sovrappone a j con una rotazione antioraria di
2
attorno ad O.
Nella figura seguente è riportato un esempio di sistema di riferimento cartesiano ortogonale secondo la precedente definizione:
Le direzioni (le rette) dei versori i e j sono dette, rispettivamente, asse delle ascisse (o delle x) e asse delle ordinate (o delle y).
I versi di i e j sono detti, rispettivamente, versi positivi dell'asse delle ascisse e dell'asse delle ordinate.
Indicheremo con Ux il punto dell’asse x avente distanza 1 da O (Ux è l’estremo del versore i ) e con Uy il punto dell’asse y avente distanza 1 da O (Uy è l’estremo del versore j ).
6 Il generico sistema di riferimento cartesiano ortogonale di S2 sarà indicato con RO i j .
Tutto ciò premesso, si dimostra facilmente che fra i punti P del piano S2, sul quale è stato fissato un arbitrario sistema di riferimento cartesiano RO i j , e le coppie ordinate (x,y) di numeri reali esiste una corrispondenza biunivoca, così che ogni punto P individua ed è individuato da una sola coppia (x,y) di numeri reali: la coppia di numeri reali associata a P in tale corrispondenza dicesi coppia di coordinate cartesiane del punto P e si scrive P(x,y).
In tale corrispondenza:
x è la misura relativa del segmento orientato OPx, dove Px la proiezione ortogonale di P su x;
y è la misura relativa del segmento orientato OPy, dove Py la proiezione ortogonale di P su y.
Utilizzando le coordinate dei punti di un piano cartesiano è possibile calcolare facilmente, in modo algebrico, la distanza di due punti ovvero la lunghezza di un segmento AB di estremi A e B e le coordinate del punto medio.
Sussiste la seguente proprietà.
Prop.4.1 - Se A(xA, yA) e se B(xB, yB) sono due punti del piano S2, sul quale è stato fissato un riferimento cartesiano ortogonale RO i j , allora:
1) 2 2
) (
)
(xA xB yA yB
7 In particolare, se O(0,0) è l’origine del sistema di riferimento e se P(x, y), la distanza di P da O è data da:
OP= 2 2
y x
2) Se M è il punto medio del segmento AB, allora M ha coordinate date da:
) 2 , 2 (xA xB yA yB M
Anche nello spazio ordinario S3 si può definire un sistema di riferimento cartesiano ortogonale RO i j k .
A tal fine, si pone la seguente definizione.
Def. 4.2 - Dicesi sistema di riferimento cartesiano ortogonale in S3 ogni insieme O i j k in cui:
1. O è un punto di S3, detto origine del sistema di riferimento; 2. i e j sono due versori applicati in O e ortogonali fra loro;
3. k è un terzo versore, pure applicato in O, ortogonale al piano contenente i e j e orientato in modo che la terna i , j , k sia una terna levogira nel senso che un osservatore, posto con i piedi in O con la testa orientata nel verso di
k , veda il versore i sovrapporsi al versore j in senso antiorario.
Esistono altre regole per definire il verso di k : regola della mano destra, regola della vite.
8 Le direzioni (le rette) di i , j , k sono dette rispettivamente asse delle ascisse (o delle x), asse delle ordinate (o delle y) e asse delle quote (o delle z).
Anche Il sistema di riferimento di S3 può essere definito a partire dagli assi e non dai versori e può essere indicato con Oxyz in luogo di O i j k .
Anche fra i punti di S3 e le terne ordinate di numeri reali esiste una corrispondenza biunivoca così che ogni punto P individua ed è individuato da una e una sola terna ordinata di numeri reali, che dicesi terna di coordinate cartesiane del punto P e si scrive
P(x,y,z).
In tale corrispondenza,:
x è la misura relativa del segmento orientato OPx, dove Px la proiezione ortogonale di P su x;
y è la misura relativa del segmento orientato OPy, dove Py la proiezione ortogonale di P su y;
z è la misura relativa del segmento orientato OPz, essendo Pz la proiezione ortogonale di P su z.
Analogamente a quanto già detto per i segmenti del piano S2, la lunghezza di un segmento AB dello spazio S3, è data da:
9 2 2 2 ) ( ) ( ) (xA xB yA yB zA zB AB
dove (xA,yA,zA) sono le coordinate di A e (xB,yB,zB) sono le coordinate di B nel riferimento prescelto RO i j k .
In particolare, la distanza di P(x,y,z) dall’origine O(0,0,0) del sistema di riferimento è data da:
OP = x2 y2 z2 .
Le coordinate del punto medio M del segmento di estremi A(xA,yA,zA) e B(xB,yB,zB) sono: ) 2 , 2 , 2 (xA xB yA yB zA zB M .
&5.5 – Operazioni con i vettori ordinari o liberi
D’ora in poi ci limiteremo a considerare lo spazio ordinario S2, sul quale è fissato un riferimento cartesiano RO i j , e i vettori applicati in O di tale spazio: i risultati e le definizioni saranno del tutto analoghi per i vettori dello spazio S3.
Poiché ogni vettore applicato in O è univocamente determinato dal suo estremo libero P(xP, yP), d’ora in poi conveniamo di identificare il vettore OP con la matrice riga (xP yP) formata dalle coordinate di P scrivendo
OP = (xP yP).
La matrice (xP yP) dicesi matrice associata al vettore OP e le coordinate di P, (xP,yP), prendono il nome di componenti cartesiane del vettore OP : è questo il collegamento fra i vettori geometrici e i vettori algebrici dello spazio vettoriale R2.
Operando con le componenti cartesiane dei vettori geometrici, si possono utilizzare tutte le operazioni e proprietà già viste con i vettori algebrici.
10 Si noti che nel piano S2:
il versore ha componenti (1,0); il versore ha componenti (0,1). Nello spazio S3: il versore ha componenti (1,0,0); il versore ha componenti (0,1,0); il versore ha componenti (0,0,1).
Def.5.1 – (Somma di vettori) Se u e v sono due vettori di VO2 e se
ux uy
e
vx vy
sono le rispettive componenti, dicesi vettore somma di u e v il nuovo vettore indicato con u + v avente per componenti
ux vx uy vy
.Questo metodo è detto metodo della somma per il tramite delle componenti cartesiane.
Un metodo geometrico alternativo per ottenere il vettore somma è fornito dalla regola del parallelogramma:
Considerato il parallelogramma avente un vertice in O e due lati coincidenti con i vettori applicati u e v , allora il vettore somma u + v è dato dalla diagonale del parallelogramma uscente da O, OC .
11 Def.5.2 – Se R e se v 2
O V
è il vettore avente per componenti (vx vy) dicesi
prodotto scalare di per v e si scrive
v
il vettore avente per componenti
vx vy
. Il vettore v ha: la stessa direzione di v ;
lo stesso verso di v se è positivo, il verso opposto a quello di v se è negativo;
modulo proporzionale a quello di v secondo il coefficiente , cioè v
v
.
In maniera del tutto analoga si definiscono le operazioni di somma di due vettori e di prodotto di uno scalare per un vettore in 3
O V .
Prop. 5.1 - Sussistono le seguenti proprietà:
(S1) v,wVn(O):vwwv (prop. commutativa della somma)
(S2) u,v,wVn(O):u(vw)(uv)w (prop. associativa della somma)
(S3) 0Vn(O)'vVn(O):0vv0v
(esistenza elemento neutro per +)
(S4) vVn(O),v'v(v)vv0
(esistenza elemento opposto per +)
12 (P2) 1,2RvVn(O):(1 2)v1v2 v
(P3) Rv,wVn(O):(vw)vw
(P4) vVn(O):1vv
Le dimostrazioni di tali proprietà sono ovvie.
Pertanto, VO n
munito di due tali operazioni è uno spazio vettoriale di dimensione n.
Fondamentale è la seguente proposizione.
Prop. 5.2 – Fissato un sistema di riferimento cartesiano O kij nello spazio euclideo S3, si dimostra che
k v j v i v v R v v v O V v x y z x v z 3( ), , , ' .
Tale combinazione dicesi espressione cartesiana del vettore v : i coefficienti della combinazione si dicono componenti cartesiane del vettore v .
La dimostrazione è ovvia non appena si tiene conto che è una base di V3(O).
L’uso delle componenti cartesiane permette di eseguire le operazioni fra vettori trattando i vettori come polinomi lineari in i ,,j k.
Diamo un esempio.
Esempio 4.1 – Dati i vettori vi3jk e w2i jk, calcolare:
a) vw b) v2w
13 a) vw= (i3jk)+ (2i jk)i2j.
b) v2w = (i3jk)-2(2i jk)
=(i3jk)+ +(4i2j2k)5i5j3k.
Fondamentali sono le seguenti condizioni algebriche di parallelismo di due vettori e di complanarità di tre vettori geometrici.
Sussistono le seguenti proprietà.
Prop. 5.3 – Se v e w sono due vettori di V3
(O), con v0, si dimostra che
( v // w)(R'wv) ovvero se v e w sono L.D. Ûrang 1 z y x z y x w w w v v v
Prop. 5.4 – Se u , v , w sono tre vettori di V3(O), con v // w , si dimostra che
u ,,v w sono complanari (,R'u vw)cioè se i tre vettori sono L.D o, equivalentemente, se la matrice formata dalle componenti dei tre vettori ha rango 2 o, ancora, se il determinante formato dalle componenti è uguale a zero.
Infine sussiste la seguente ulteriore proprietà.
Prop. 5.5 - Se Oijk è un sistema di riferimento di S3 e se A(xA,yA,zA), B(xB,yB,zB), C(xC,yC,zC), D(xD,yD,zD) sono 4 punti di S3, si dimostra che:
1) A, B, C sono allineati se rang( ) A C C A C A B A B A B z z yA y x x z z y y x x 1
14 2) A, B, C, D sono complanari se rang( ) A D A D A D A C A C A C A B A B A B z z y y x x z z y y x x z z y y x x 2 .
Questioni metriche dei vettori ordinari:
Prodotto scalare, prodotto vettoriale, prodotto misto, componente di un vettore lungo una direzione e proiezione di un vettore lungo una direzione
&5.6 – Prodotto scalare di due vettori Def. 6.1 – Dati i vettori geometrici di V3(O)
k v j v i v v x y z e wwxiwy jwzk,
dicesi prodotto scalare di v e w il numero reale
< v , w > = v ∙ w = vx∙wx +vy∙wy +vz∙wz
Prop. 6.1 – Sono immediate le seguenti proprietà del prodotto scalare:
a) vv v v vv
2
b) ii j jkk 1 c) ij ik jk 0
Dalla definizione di prodotto scalare conseguono le seguenti proprietà. Prop. 6.2 – u,v,wV3(O)Rsi ha:
(PS1) v ∙ w = w ∙ v (prop. commutativa)
(PS2) u ∙ ( v + w ) = u ∙ v + u ∙ w (prop. distributiva rispetto alla somma)
(PS3) ( u ∙ v ) = ( u )∙ v
15 (PS4) v ∙ v 0 (il prodotto scalare è definito positivo)
(PS5) v ∙ v = 0 v0
Il prodotto scalare permette di calcolare facilmente le componenti di un vettore rispetto agli assi del sistema di riferimento. Infatti, se vV3(O)risulta:
k v v j v v i v v z y x , , ,
così che ogni vettore può così esprimersi:
k v j v i v v x y z = v,ii+v,j j+v,k k. Def.6.2 – (Angolo di due vettori)
Se u e v sono due vettori di Vn(O), dicesi angolo dei due vettori u e v
i) l’angolo di vertice O, interno al triangolo formato da O e dagli estremi liberi u e v , se u // v ;
ii) l’angolo nullo se u e v sono paralleli e concordi;
iii) l’angolo piatto di misura π se u e v sono paralleli e discordi.
D’ora in poi indicheremo con la misura in radianti dell’angolo
/\
v u .
Prop. 6.3 – Se u e v sono due vettori di Vn(O) e se è l’angolo formato dai due vettori u e v , si dimostra che:
16
cos v u v uDi conseguenza, l’angolo di due vettori è dato da:
v u v u v u v u v u v u x x y y z z ) cos( arccos( ) v u v u ) arccos( v u v u v u v ux x y y z z .
Il prodotto scalare permette di calcolare la componente di un vettore lungo una direzione, la proiezione ortogonale di un vettore lungo una direzione e la componente di un vettore perpendicolare ad una direzione.
Infatti, con riferimento alla figura seguente
indicato con l’angolo formato dai vettori u e v , si ha che:
1) la componente di u su v è: v v u v v u u u uv v // cos() cos() 2) la proiezione di u su v è il vettore
17 v v v u v v v v u v vers u uv v ( ) 2 .
3) Si noti che poiché uV3(O):uu// u┴, si ha che la componente perpendicolare al vettore v è data da:
u┴ = uuv.
Prop. 6.4 – (Condizione di perpendicolarità fra vettori non nulli)
u O V v u, 3( ) 0 : ┴ v uv0Dim. u,vV3(O)
0 :u ┴ cos( ) 0 cos( ) 02
u v uv
v .
&5.7 – Prodotto vettoriale di due vettori Si pone la seguente definizione.
Def. 7.1 – Se vvxivy jvzk e wwxiwy jwzk sono due vettori di V3(O), dicesi prodotto vettoriale di v e w il vettore di V3(O) così definito
k w v w v j w v w v i w v w v w v ( y z z x) ( x z z x) ( x y y x)
equivalentemente, in modo più semplice facendo uso dei determinanti:
k w w v v j w w v v i w w v v w v z x y x z x z x z y z y
o, ancora, in forma matriciale:
z y x z y x w w w v v v k j i w v .
18
1,0,0
i , j
0,1,0
, k
0,0,1
si ha: 1) ii j jkk 0 2) i j k; jk i; ki j 3) jik; k j i; ik jProprietà del prodotto vettoriale sono espresse dalla seguente proposizione.
Prop. 7.1 - u,v,wVn(O) e R:
(PV1) vwwv (prop. anticommutativa)
(PV2)
uv wuwvw(prop. distributiva a destra del prodotto vettoriale rispetto alla somma)
(PV3) w
uv wuwv(prop. distributiva a sinistra del prodotto vettoriale rispetto alla somma)
(PV4) (vw)(v)w
Le dimostrazione di tali proprietà sono immediate.
Prop. 7.2 – Sussistono le seguenti proposizioni:
i. v,wVn(O): v // wvw0
ii. v,wVn(O)' v // w : vw è un vettore che ha:
a) direzione perpendicolare al piano che contiene i due vettori v e w b) verso tale che la terna ( v , w ,vw) sia levogira;
20 CAP. 5 - ESERCIZI SUI VETTORI
A) OPERAZIONI CON I VETTORI LIBERI
A1) Fissato un sistema di riferimento Oijk nello spazio S3, si considerino i vettori k j i v 3 e w2i jk. Calcolare vw e v2w. Soluzione w v (i3jk) + (2i jk)i2j; w v 2 (i3jk)- 2(2i jk)(i3jk)+(4i2j2k)5i5j3k.
A2) Dati i vettori u i3jk e v2i jk dello spazio vettoriale V3(O), calcolare: 1) uv 2) uv 3) l’angolo formato da u e v 4) la proiezione di u su v , u// 5) la componente di u perpendicolare a v , u ┴
6) verificare che il vettore wi2j dello spazio V3 è complanare con u e v . Soluzione 1) uvuxvx uyvy uzvz 1(2)3(1)(1)12316 2) i j k i j k k j i v u 2 5 1 2 3 1 1 2 1 1 1 1 1 3 1 1 2 1 3 1
21 3) ) 66 6 arccos( 66 6 1 1 4 1 9 1 6 ) cos( v u v u ) ) 66 6 arccos( 4) u// = v
i j k
i j k v v u 2 2 6 6 2 5) Poiché u// u┴ = uu┴ = uu// (i3jk)(2i jk)i2j 6) wi2j è complanare con u e v 0 1 1 2 1 3 1 0 2 1 : Verifica: 0 2 2 ) 2 1 ( 2 ) 1 3 ( 1 2 1 1 2 1 1 1 3 1 1 1 2 1 3 1 0 2 1 Dunque, w è complanare con u e v .
A3 – Verificare che i vettori di V3 (O): k j i v1 2 3 e v i j k 6 5 2 5 3 5 2
sono paralleli ed esprimere v come multiplo di 1 v . 2
Soluzione
I due vettori sono paralleli se hR'v1 hv2 cioè se le coordinate dei due
22 2 1 2 1 2 1 2 1 // 5 6 6 5 1 5 6 2 5 3 5 6 3 5 2 v v v v v v v v z z y y x x e, inoltre, è 1 2 5 6 v v .
A4 – Determinare λ e µ in modo che i due vettori di V3
(O), di coordinate rispettive (2,1,-3) e (1,λ,µ), risultino paralleli.
Soluzione
I due vettori sono paralleli se le coordinate sono proporzionali:
2 3 2 1 3 1 2 1 . A5 – Dati i vettori di V2 (O), j i v1 2 3 , v2 i5j v3 3i j
determinare λ1, λ2 tali che sia v3 1v12v2.
Soluzione
Poiché V2 è uno spazio vettoriale di dimensione 2, i tre vettori sono sicuramente L.D. per cui esistono λ1, λ2 tali che v sia una combinazione di 3 v e 1 v : 2
calcoliamo λ1, λ2.
23 7 11 7 16 5 3 1 2 3 2 1 2 1 2 1
Osserviamo che
v1, v2 sono una base di V2 e che 7 11 7 16 2 1 sono le coordinatedi v nella nuova base 3
v1, v2 .A5 – Verificare che i tre vettori di V3 (O):
k j i
v1 2 3 , v2 3i2j2k, v3 i5j3k
sono complanari e calcolare λ1, λ2 tali che sia v3 1v12v2.
Soluzione
I tre vettori sono complanari se
det 0 3 5 1 2 2 3 1 3 2 det A Infatti: det A = (12 6 15) ( 2 20 27) 9 9 0 5 1 2 3 3 2 3 5 1 2 2 3 1 3 2 .
Dunque, i tre vettori sono complanari e quindi 1,2 R'v3 1v1 2v2.
24 2 1 2 1 2 1 2 3 2 3 5 3 2 1
Poiché la matrice dei coefficienti
2 1 2 3 3 2
A ha rango 2, uguale al rango della
matrice completa 3 2 1 5 2 3 1 3 2 '
A il cui determinante del 3° ordine è nullo, il
sistema è determinato e ammette una sola soluzione data dal sistema:
5 2 3 1 3 2 2 1 2 1
Applicando Cramer, si ha:
1 13 13 2 3 3 2 5 3 1 2 1 13 13 2 3 3 2 2 5 3 1 2 1 Quindi: 2 1 2 2 1 1 3 v v v v v .
A6 – Determinare il valore del parametro a in modo che il vettore v = (2,a,1-a) sia complanare con i due vettori v1 = (1,2,-1) e v2 = (3,1,5).
25 Determinare a in modo che v sia complanare con v1 e v2 equivale a determinare a in modo che v sia una combinazione lineare di v1 e v2, cioè che:
v = λ1 v1 + λ2 v2.
Da questa relazione vettoriale si ricavano tre relazioni scalari:
3 17 3 1 3 1 5 2 2 3 2 1 2 1 2 1 2 1 a a a
Dunque, per a = 17/3 risulta v = 3v1 -
3 1
v2.
A7.1 – Esprimere il vettore v = (2,-1,1) come somma di un vettore v1 parallelo al vettore w1 = (0,1,1) e di un vettore v2 complanare con i vettori w2 = (1,2,0) e w3 = (2,0,1). Soluzione Poiché v1 // w1 v1 = λ1 w1 e poiché v2 è complanare con w2 e w3 v2 = λ2 w2 + λ3 w3 risulta v = v1 + v2 v = λ1 w1 + λ2 w2 + λ3 w3
26 5 6 5 2 5 1 0 1 2 1 2 0 2 3 2 1 3 1 2 1 3 2
Si ricava, allora, che:
v1 = 1
5 1
w
; le sue coordinate sono: ) 5 1 , 5 1 , 0 ( ; v2 = 2 3 5 6 5 2 w w
; le sue coordinate sono: )
5 6 , 5 4 , 2 ( ; .
A7.2 – Nello spazio vettoriale euclideo V2
(O), siano dati i vettori
v1 = 2 i + j e v2 = i + 3 j. Calcolare:
1. le componenti del versore di v1 e del versore di v2;
2. l’angolo dei due vettori v1 e v2.
Soluzione
a) Il modulo di v1 è: 22 12 5
1
v .
Ne segue che il versore di v1 è:
u1 = i j i j v v 5 1 5 2 5 2 1 1 le componenti di u1 sono ) 5 1 , 5 2 ( . Analogamente, il modulo di v2 è: v2 12 32 10.
27 Ne segue che il versore di v2 è:
u2 = i j i j v v 10 3 10 1 10 3 2 2 le componenti di u2 sono ) 10 3 , 10 1 ( .
b) cos(v1/\v2)=cos(u1^u2)=u1∙u2= )
5 1 , 5 2 ( ∙ ) 10 3 , 10 1 ( = 50 3 50 2 = 2 2 v1/\v2 = 4 .
A8 – Nello spazio vettoriale V2
(O), è dato il vettore v = i – 2 j. Determinare:
a) i vettori di modulo 2 paralleli al vettore v;
b) le componenti del versore perpendicolare a v e formante un angolo acuto con il vettore u = 2i + 3j.
Soluzione
a) Il generico vettore w // v è w = h ∙ v = h(i - 2j) = hi – 2hj.
Le componenti di w sono (h, -2h).
Imponiamo che il modulo di w sia 2
5 2 4 5 2 4 2 2 2 h h h h .
Dunque, i vettori richiesti sono 2 e hanno componenti:
, 5 4 , 5 2 5 4 , 5 2 .
b) Ricordiamo che w ┴ v w ∙ v = 0. Di conseguenza, supposto che w = (x,y), deve aversi:
(x,y)∙(1,-2) = 0 x2y 0
28 x2 + y2 = 1.
Risolvendo il sistema della due condizioni si ha:
5 1 5 2 1 5 2 1 0 2 2 2 2 y x y y x y x y x
Quindi, si hanno due soluzioni:
w1 = 5 1 , 5 2 e w2 = 5 1 , 5 2 .
Vediamo quale dei due vettori forma un angolo acuto con il vettore u.
Poiché 5 1 , 5 2 ∙
0 1 5 7 5 3 5 4 3 ,2 w1^u è acuto e w1 è una
soluzione del problema.
Poiché 5 1 , 5 2 ∙
0 2 5 7 5 3 5 4 3 ,2 w2^u è ottuso e w2 non
è una soluzione del problema.
A9 – Nello spazio vettoriale euclideo V2
(O), sono dati i vettori
v1 = i + j e v2 = i – 2j
Calcolare:
a) La componente ortogonale di v1 su v2;
b) Le componenti del vettore w proiezione ortogonale di v1 su v2.
Soluzione
29 v1r = v1∙vers(v2) = v1∙ 5 1 5 2 1 4 1 ) 2 , 1 ( ) 1 , 1 ( 2 2 v v .
b) Il vettore w proiezione ortogonale di v1 su v2 è dato per definizione da:
w = v1r ∙ vers(v2) = ). 5 2 , 5 1 ( 5 2 5 1 5 2 5 1 i j i j
A10 – Dati i vettori v1 = i – j + k e v2 =-2i + k,
a) determinare le componenti del vettore w = v1 x v2;
b) verificare che w è perpendicolare a v1 e v2.
Soluzione
a) Il vettore w, prodotto vettoriale dei vettori v1 e v2, è dato da:
w = i j k i j k k j i 2 3 0 2 1 1 1 2 1 1 1 0 1 1 1 0 2 1 1 1 . Le componenti di w sono (-1,-3,-2). b) w∙v1 = (-1,-3,-2)(1,-1,1) = -1 + 3 - 2 = 0w┴v1. Analogamente: w∙v2 = (-1,-3,-2)(-2,0,1) = 2 + 0 - 2 = 0w┴v2 .
A11 – Nello spazio vettoriale euclideo V3
(O), sono dati i vettori
= (-1,1,0) e v2 i2jk (1,2,1).
Determinare:
30 b) l’angolo dei due vettori v e 1 v ; 2
c) le componenti del vettore w proiezione ortogonale di v su 1 v . 2
Soluzione
a) Il modulo del vettore v è 1 v1 11 2.
Quindi, il versore di v è 1 j i v u 2 1 2 1 2 1 1 e le componenti sono: ,0 2 1 , 2 1 .
Analogamente, Il modulo del vettore v è 2 v2 141 6.
Quindi, il versore di v è 2 k j i v u 6 1 6 2 6 1 6 2 2 e le componenti sono: 6 1 , 6 2 , 6 1 .
b) L’angolo dei due vettori v e 1 v è uguale all’angolo dei due versori di 2 v e 1 2 v ; quindi: 1 2 ) cos( u u 0 , 2 1 , 2 1 ∙ 6 1 , 6 2 , 6 1 = 0 12 2 12 1 = 6 2 3 3 2 3 12 3 .
31 c) La proiezione ortogonale w di v su 1 v è data dal prodotto della 2
componente ortogonale di v su 1 v per il versore di 2 v : 2
2 2 2 2 1 2 1 ( ) v v v v v vers v w r . Poiché: v1v2 (1,1,0)(1,2,1)123; v2 141 6 si ha: . 2 1 2 1 ) 2 1 , 1 , 2 1 ( ) 1 , 2 , 1 ( 2 1 6 3 2 i j k v w
A12 – Dati i vettori di V3
(O), v1 i jk e v2 2ik, calcolare le componenti
del vettore vv1v2, prodotto vettoriale di v e 1 v . 2
Soluzione
Considerata la matrice formata dalle componenti dei due vettori v e 1 v , 2
1 0 2 1 1 1 , si ha: 1 1 0 1 1 i v (1 2) 3 1 2 1 1 j v 2 0 2 1 1 k v . Dunque: ) 2 , 3 , 1 ( 2 1 v v v .
32 A13 – Nello spazio V3
(O), sono dati i vettori
), 1 , 1 , 2 ( 1 v v2 (1,2,0), v3 (0,5,1).
Calcolare il prodotto vettoriale misto v1v2v3 e interpretare geometricamente il
risultato ottenuto.
Soluzione
Il prodotto misto è uguale al determinante le cui righe sono ordinatamente le componenti dei tre vettori v1, v2 e v3:
0 1 1 ) 1 0 0 ( ) 5 0 4 ( 5 0 2 1 1 2 1 5 0 0 2 1 1 1 2 1 5 0 0 2 1 1 1 2 3 2 1 v v v .
Poiché il prodotto misto è nullo, i tre vettori sono complanari.
A14 – Determinare le coordinate dei vettori complanari sia con v1(1,0,1) e v2(2,1,2) sia con v3(1,2,-1) e v4(1,1,1).
Soluzione
Sia w(x,y,z) il vettore complanare sia con v1(1,0,1) e v2(2,1,2) sia con v3(1,2,-1) e v4(1,1,1).
Poiché w(x,y,z) è complanare con v1(1,0,1) e v2(2,1,2), risulta:
2 1 2 2 1 2 1 2 2 1 2 2 1 1 2 2 ) 2 , 0 , 2 ( ) , , ( h h z h y h h x h h h h h z y x v h v h w ). 2 , , 2 (h1 h2 h2 h1 h2 w
33 Ora imponiamo che w sia complanare con v3(1,2,-1) e v4(1,1,1)w, v3 e v4
siano L.D. 0 3( 2 ) 2 ( 2 ) 0 1 1 1 1 2 1 2 2 2 1 2 2 1 2 1 2 2 1 h h h h h h h h h h R h h h h h h h 3 1 6 2 2 2 1 2 2 0 2 0 1 .
Quindi i vettori complanari con (v1(1,0,1),v2(2,1,2)) e con (v3(1,2,-1), v4(1,1,1)) sono:
w = (h1,0,h1), h1R.
A15 – Verificare che i tre vettori v1(2,1,1), v2(1,0,1) e v3(1,1,0) sono complanari. Stabilire, poi, se v(3,1,2) può esprimersi come loro combinazione lineare.
Soluzione
I tre vettori sono complanari se 0 0 1 1 1 0 1 1 1 2
: ciò è certamente vero non appena
si osserva che la 1a riga è una combinazione lineare delle altre due righe.
Inoltre, poiché v(3,1,2) = v1(2,1,1) + v2(1,0,1), risulta:
v = h1v1 + h2v2 + h3v3
dove h1 = h2 = 1 e h3 = 0.
E’ lasciato al lettore di risolvere i seguenti esercizi:
A16 – Esprimere il vettore v(1,2,-2) come somma di tre vettori paralleli, rispettivamente, a v1(1,0,1), v2(0,2,1) e v3(1,1,0).
A17 – Stabilire se il vettore v(1,1,2) può esprimersi come somma di un vettore v1
parallelo al vettore w1(1,0,1) e di un vettore v2 complanare con w2(1,2,-1) e w3(0,1,1).