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Caratteri fiaba 2016.doc

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Academic year: 2021

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LA FIABA

1) COS’È (=definizione) La fiaba è un racconto fantastico , ricco di elementi meravigliosi, come fate, streghe, maghi, esseri buoni e cattivi con poteri straordinari. Ha origini antichissime, come NARRAZIONE ORALE, tramandata di generazione in generazione e appartiene alla tradizione popolare.

2) Tipi: ESISTONO DUE TIPI PRINCIPALI DI FIABE: - LE FIABE DI MAGIA

- LE FIABE SULL’ASTUZIA E SULLA STUPIDITÀ

CARATTERI O ELEMENTI DELLA FIABA

Tutte le fiabe del mondo presentano delle somiglianze, ad esempio, predomina il fantastico, il magico.

 Il narratore è onnisciente: conosce già tutta la vicenda della storia

La struttura narrativa è complessa, ma solitamente può essere semplificata secondo questo schema:

1. introduzione con situazione iniziale di equilibrio (spesso negativa) 2. rottura dell’equilibrio: una sventura o un imprevisto spezzano l’equilibrio

3. sviluppo della vicenda (svolgimento): allontanamento del protagonista, sue prove 4. ritorno dell’equilibrio (obiettivo raggiunto e ritorno alla situaz. di benessere iniziale) 5. conclusione con lieto fine e premio (si realizzano le attese del protagonista: nozze del

principe / della principessa = proiezione del desiderio di avanzamento sociale; il bene trionfa sul male)

 La struttura (organizzazione e sviluppo) della storia è divisa in CONTENUTI RICORRENTI O SITUAZIONI TIPICHE, CHIAMATE FUNZIONI , studiate nell’Ottocento dal russo Vladimir PROPP, CHE DEVONO SEGUIRE UN ORDINE DI SUCCESSIONE PRECISO

(2)

Il sistema dei personaggi. Ci sono personaggi sia umani verosimili (es.: fanciulle povere, umili

contadini…), sia personaggi impossibili, immaginari, inverosimili, magici (orchi, fate, piante o animali parlanti…), ma tutti sono DESCRITTI IN MODO GENERICO, indicandone solo la categoria

I PERSONAGGI RICOPRONO RUOLI FISSI , CON CARATTERISTICHE PRECISE E SVOLGONO CIASCUNO 1 FUNZIONE O COMPITO: i ruoli principali interpretati dai personaggi sono SETTE, non sono dunque molti e non sempre sono tutti presenti nella stessa fiaba:

 Il protagonista-eroe è il protagonista della storia, con qualità positive; deve affrontare delle prove, compiere delle imprese per raggiungere l’oggetto del suo desiderio e trionfare;

 Il falso eroe prende con l’inganno il posto dell’eroe. Possono essere i fratelli, il patrigno o la matrigna, esseri fantastici con poteri magici, ecc.;

 Il donatore dà all’eroe uno/più mezzi magici, o un consiglio, per superare le prove; a volte coincide con l’aiutante;

 L’aiutante aiuta l’eroe nel viaggio e nelle prove, magari dopo averlo proprio messo alla prova;

 Il mandante affida all’eroe una missione, un compito da compiere; in genere determina la partenza dell’eroe per cercare qualcuno o qualcosa. Può essere un re, un padre, una mamma, un capo, ecc.;

 L’antagonista è negativo, nemico dell’eroe, lo ostacola con cattiveria e tenacia (ostinazione) nella sua azione. Può essere una strega, una matrigna, un drago, ecc.;

 La persona ricercata è la persona che l’eroe deve ritrovare o liberare.

L’epoca (il tempo) e i luoghi sono indicati in modo generico, imprecisato. L’ambiente è popolare, ossia descrive la vita della povera gente e come il popolo immaginava fossero sovrani e principesse

 sono raccontati sia fatti sia verosimili, che impossibili e immaginari  intervengono oggetti magici (es.: bacchetta)

 il mondo è sempre diviso in due, fra buoni e cattivi , fra bene e male  si presentano motivi ricorrenti

 c’è sempre un lieto fine  c’è sempre una morale

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Il linguaggio è quello del narratore del popolo: è semplice, un po’ sgrammaticato, con espressioni di tipo comune, modi di dire e formule popolari.

Sono presenti:  descrizioni  dialoghi

 formule fisse o ripetizioni (“C’era una volta”, “In un paese lontano”, “Cerca, cerca…”, “Cammina, cammina…”, “E vissero felici e contenti”, “Così visse felice e contento”…

 “triplicazioni” (si racconta più volte lo stesso fatto, con poche varianti, per allungare la storia e il mistero  formule magiche (“Apriti Sesamo”…)

 filastrocche inserite nella narrazione es.: “Ucci ucci

qui c’è puzza di cristianucci o ce n’è o ce n’è stati o ce n’è di rimpiattati”

 voci verbali (presente indicativo nel dialogo; imperfetto indicativo per le descrizioni di personaggi, ambienti, azioni abituali, passato remoto per le azioni)

 Esistono fiabe d’autore del passato e di oggi

AUTORI

Dall’ambiente arabo: Le mille e una notte (introdotte XVIII sec. in Italia)

 Nel XVII secolo (Seicento), in Francia, CHARLES PERRAULT scrisse I racconti di Mamma l’Oca, ispirandosi a motivi popolari. Fra le sue fiabe più conosciute si ricordano: La bella addormentata nel bosco, Cappuccetto Rosso, Il gatto con gli stivali, Cenerentola, Barbablù.  Nell’Ottocento (XIX sec.) i fratelli tedeschi Jacob e Wilhelm Grimm raccolsero molte fiabe

popolari tedesche nel volume “Saghe germaniche”.

 Nel XIX secolo (Ottocento), in Danimarca, HANS CHRISTIAN ANDERSEN rielaborò molte fiabe popolari e ne scrisse di nuove. Fra le più conosciute si citano: La principessa sul pisello e Il brutto anatroccolo. Sempre nell’Ottocento, un altro scrittore fu il russo Aleksandr Nikolaevič Afanasev’ev.

 Nel XX secolo (Novecento) lo scrittore italiano Italo Calvino ha raccolto fiabe italiane popolari nel libro “Fiabe italiane” (1956).

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