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L'agricoltura italiana conta. 2007, (20. ed.)

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L’

INEA, istituito con regio decre-to 10 maggio 1928, n.1418 per volere di Arrigo Serpieri, trasse le sue origini dall’Istituto nazionale di economia e statistica fondato dallo stesso Serpieri nel 1924. Con il decreto legislativo 29 ottobre 1999, n.454, successivamente modificato dalla Legge 6 luglio 2002, n.137 è stato previsto, tra le altre cose, il riordino dell’INEA che è stato, recentemente, completato. L’INEA, è dotato di autonomia

scientifica, statutaria, organizzati-va, amministrativa e finanziaria ed è sottoposto alla vigilanza del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali. L’Istituto svolge attività di ricerca socioeco-nomica in campo agricolo, agroin-dustriale, forestale e della pesca, in ambito nazionale, comunitario ed internazionale. Per il raggiungi-mento delle sue finalità, l’Istituto promuove attività di ricerca in col-laborazione con le Università ed

altre Istituzioni scientifiche, nazio-nali, comunitarie ed internaziona-li. L’INEA è stato designato con Decreto del Presidente della Repubblica 30 dicembre 1965, n. 1708, quale organo di collega-mento tra lo Stato italiano e l’Unione europea per la creazione e la gestione della Rete di Informazione Contabile Agricola. L’Istituto fa, inoltre, parte del sistema statistico nazionale (SISTAN) (D.Lgs.454/99, art.10).

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L’agricoltura

italiana conta

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Tutti i dati statistici contenuti nel testo, salvo diverse indicazioni, sono di fonte ISTAT e INEA.

Per i confronti internazionali sono state utilizzate fonti EUROSTAT.

L’“Agricolura Italiana Conta” è disponibile anche in versione inglese. Su Internet, al sito http://www.inea.it/pubbl/itaco.cfm, è possibile consultare

la pubblicazione in lingua italiana, inglese, francese e spagnola. È consentita la riproduzione citando la fonte.

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Giunto alla 20ª edizione “L’agricol-tura italiana conta”, edito dall’Istitu-to Nazionale di Economia Agraria (INEA), costituisce uno strumento informativo agile ed aggiornato sul-l’andamento del sistema agroalimen-tare italiano. Questa edizione appro-fondisce, come di consueto, i princi-pali temi d’interesse per il settore agricolo ed alimentare: il ruolo del settore primario all’interno del siste-ma economico nazionale, i rapporti con l’industria alimentare, la distri-buzione, il mercato, il rapporto con il territorio e la sostenibilità ambienta-le dell’agricoltura, ambienta-le produzioni di eccellenza, le politiche ai diversi li-velli istituzionali (comunitario, na-zionale, regionale).

La peculiarità della pubblicazione è anche quella di comparare, per

quan-to è possibile con riferimenquan-to alla dis-ponibilità dei dati statistici, i risultati del nostro settore agroalimentare con quelli degli altri paesi dell’Unione eu-ropea.

Tra le novità segnaliamo l’inserimen-to del quadro aggiornal’inserimen-to delle azien-de agricole, azien-della SAU utilizzata, azien- de-gli allevamenti, delle persone presenti in agricoltura, secondo l’ultima foto-grafia offerta dall’indagine campio-naria sulle strutture e produzioni del-le aziende agricodel-le 2005 dell’ISTAT. Nella sezione “Multifunzionalità agri-cola” trovano posto il tema delle agro-energie, vista l’importanza cre-scente che stanno assumendo anche a livello nazionale per differenziare le fonti di approvvigionamento e per ot-temperare agli obiettivi di Kyoto, nonchè le foreste che sempre più

as-sumono un ruolo polifunzionale nello sviluppo del territorio, diventando uno strumento strategico non solo nelle politiche ambientali ma anche in quelle economiche e sociali. Anche questa edizione, al fine di ac-crescere il suo valore comunicativo, presenta una versione in lingua ingle-se, alla quale è associato un CD conte-nente le edizioni in francese e spagno-lo. Sia la versione in lingua italiana che quelle in lingua straniera sono disponibili anche nel sito dell’Istituto. Con questo lavoro, l’INEA conferma, ancora una volta, il suo impegno svolto nel campo dell’informazione agricola, riuscendo nell’apprezzabile compito di fornire uno strumento che, alla facile ed immediata consul-tazione, associa la qualità e la com-pletezza dei dati offerti.

Il Ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali

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TERRITORIO E POPOLAZIONE

Clima pag. 10

Superficie e Popolazione pag. 11

Strutture in Agricoltura pag. 20

Lavoro in Agricoltura pag. 26

Mercato Fondiario pag. 29

Risultati Produttivi pag. 31

Reddito Agricolo pag. 36

Consumi Intermedi pag. 37

Prezzi e Costi pag. 38

Credito all’Agricoltura pag. 39

Investimenti pag. 40

Risultati Produttivi secondo la RICA pag. 41

Composizione pag. 52

Industria Alimentare pag. 53

Distribuzione pag. 56

Consumi Alimentari pag. 58

Commercio Estero pag. 60

FILIERA AGROINDUSTRIALE ECONOMIA E AGRICOLTURA

Prodotto Interno Lordo pag. 14

Valore Aggiunto pag. 15

Occupazione pag. 16

Produttività pag. 18

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MULTIFUNZIONALITÀ AGRICOLA

Ambiente e Territorio pag. 66

Agro-energie pag. 70

Foreste pag. 72

Uso dei Prodotti Chimici pag. 75

Agricoltura Biologica pag. 77

Investimenti Irrigui pag. 81

Agriturismo pag. 83

Prodotti a Denominazione pag. 85

POLITICA AGRICOLA

PAC in Italia: I Pilastro pag. 90

PAC in Italia: II Pilastro pag. 94

Spesa Regionale pag. 97

Leggi Nazionali pag. 99

APPENDICE

Revisione dei Conti Economici pag. 110

Glossario pag. 111

Glossario RICA pag. 114

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Scarti rispetto alla norma della temperatura media annua (°C), 2006

-0.5 - 0.0 0.0 - 0.5 0.5 - 0.1 0.1 - 1.5

Precipitazione totale annua (mm.), 2006

Fonte: UCEA. 250 - 400 400 - 600 600 - 700 700 - 800 800 - 900 900 - 1000 1000 - 1350

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Caratteri generali

Il territorio italiano è caratterizzato dalla prevalenza di terreni collinari e montani. Su circa 30 milioni di etta-ri di superficie teretta-ritoetta-riale solo il 23% è rappresentato da pianure, in-cidenza che nel Mezzogiorno scende al 18% e nel Centro al 9%. Nel 2006, la popolazione residente è au-mentata del 4,0 per mille abitanti rispetto al 2005, avvicinandosi alla

soglia dei 59 milioni di abitanti. La crescita si è concentrata nel Centro-Nord (6,6 per mille). Le caratteri-stiche insediative confermano la concentrazione della popolazione in pianura (47,7%) ed in collina (39,3%), mentre solo il 13% risiede in montagna.

La SAU rappresenta il 38,2% del territorio totale delle regioni del Nord, il 39,9% di quelle del Centro e il 47,1% del Sud ed Isole.

Rapporto popolazione/superficie agricola (abitanti/100 ha di SAU), 2005

Utilizzazione del territorio agricolo, 2004 (000 ha)

Italia UE 25 Bulgaria Romania

Superficie Totale 30.132 397.323 11.099 23.839 Coltivazioni agricole 14.710 163.706 5.265 14.270 di cui in % Cereali e riso 29,1 32,3 34,8 43,6 Barbabietola da zucchero 1,3 1,3 0 0,1 Semi oleosi 1,9 4,7 11,7 8,4 Tabacco 0,2 0,1 0,9 0,1 Patate 0,5 1,3 0,6 1,9 Leguni secchi 0,5 1,2 0,3 1,1 Ortaggi e legumi freschi 3,4 1,3 1,2 2,0 Frutta e agrumi 6,6 1,6 2,0 1,7

Olivo 7,9 2,7 -

-Vite 4,9 2,0 2,9 1,5

Fiori e piante ornamentali 0,1 0,1 0,1 0 Erbai e prati avvicendati 13,9 10,7 3,0 4,2 Foraggere permanenti e altre colture 29,7 42,7 47,5 37,4 Coltivazioni agricole/ superficie totale 48,8 41,2 47,4 59,9 Fonte: EUROSTAT. Italia Media UE 25 Bulgaria Romania 152 147 283 397

Superficie e Popolazione

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Andamento del PIL (mio euro), dal 2000 al 2006 0 300.000 600.000 900.000 1.200.000 1.500.000 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006

Andamento del PIL per abitante (euro), dal 2000 al 2006

Prezzi correnti Valori concatenati

1.475.401 1.255.848

PIL/Abitante (euro) Anni Prezzi correnti Valori concatenati1

2000 20.917 20.917 2001 21.915 21.279 2002 22.661 21.285 2003 23.181 21.127 2004 23.903 21.172 2005 24.281 21.035 2006 25.065 21.335

1Valori concatenati: esprimono la dinamica reale (in quantità)

dell’ag-gregato economico con riferimento all’anno 2000. Andamento del PIL per unità lavorativa (euro), dal 2000 al 2006

PIL/Unità lavoro (euro) Anni Prezzi correnti Valori concatenati

2000 50.873 50.873 2001 52.401 50.882 2002 53.672 50.413 2003 54.992 50.119 2004 57.052 50.535 2005 58.492 50.671 2006 59.671 50.791

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Nel 2006 il valore aggiunto (VA) ai prezzi di base del settore primario, in-clusa la silvicoltura e la pesca, è dimi-nuito, in valore, rispetto al 2005, del 3,1% circa, a causa di una flessione in termini reali. Il contributo dell’agri-coltura alla formazione del valore ag-giunto dell’economia italiana è stato del 2%. In termini di volume, nell’ul-timo decennio, l’incidenza del VA agricolo sul totale nazionale è scesa dal 2,8% al 2,5%. Nello stesso perio-do la quota dell’industria, in senso stretto, è calata dal 24,5% al 21,4%, mentre la pubblica amministrazione e gli altri servizi pubblici si sono stabi-lizzati intorno al 20-21%. In crescita, viceversa, risultano i comparti delle costruzioni, dal 5,3 al 5,6%, del com-mercio, trasporti e comunicazioni, dal 23,0% al 24,7% e delle attività di in-termediazione finanziaria, informati-ca, ricerinformati-ca, ecc., dal 23,9 al 25,2%. L’incidenza del settore agricolo

ita-liano sul totale dell’economia si è av-vicinata a quella degli altri paesi del-l’Europa centro-settentrionale pur con la permanenza di una forte diffe-renziazione territoriale: nel Centro-Nord, infatti, l’agricoltura pesa per il 2,1% in termini di VA a prezzi base e

per il 3,8% in termini di unità di la-voro, mentre al Sud tali valori salgo-no, rispettivamente, al 4,6% e 8,8%. 26,6%

71,4%

2,0%

Agricoltura, silvicoltura, pesca Industria, incluse costruzioni Servizi, inclusa pubb. amm.ne TOTALE

27.192 349.777 939.615 1.316.584 VA a prezzi di base per settore (mio. euro), 2006

Incidenza % dell’agricoltura sul totale dell’economia, 2005

Paesi Valore aggiunto1

Germania 0,6 Grecia 4,7 Spagna 2,8 Francia 1,7 Italia 1,9 Ungheria 2,7 Olanda 1,7 Austria 1,0 Polonia 2,5 Finlandia 0,9 Svezia 0,4 Regno Unito 0,4 UE 25 1,3 Bulgaria 7,2 Romania 8,0 USA 0,9 Giappone2 1,4

1Valore aggiunto lordo ai prezzi di base. 2Banca Mondiale, anno 2001.

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Nel 2006 il numero complessivo de-gli occupati, espressi in unità di la-voro (UL), è aumentato dell’1,6%. In particolare, si è registrato un cremento dell’1,3% nelle attività in-dustriali, in senso stretto, dello 0,6%

nelle costruzioni e dell’1,9% nei ser-vizi. Per quanto attiene alla parteci-pazione delle donne al mercato del lavoro, l’occupazione femminile è cresciuta di più (+2,5%) di quella maschile (+1,5%).

Nel settore agricolo si è registrato un incremento dell’occupazione dello 0,6%, in controtendenza con il calo che perdurava dal 2002. Vi ha con-tribuito il lavoro dipendente, cresciu-to del 3,1%, mentre il lavoro indi-pendente si è ridotto dello 0,8%. L’incidenza del lavoro autonomo del settore agricolo sul totale

componen-te lavoro indipendencomponen-te è dell’11,6%, mentre quella del lavoro dipendente si colloca sul 2,9%.

Il 69,2% degli occupati agricoli, espressi in termini di persone fisiche, è costituito da persone di sesso ma-schile. Il 49% del totale lavoro agri-colo è impegnato nel Mezzogiorno, il 36% al Nord e il 15% al Centro. Il rapporto tra lavoro agricolo e po-polazione è mutato rapidamente nel corso degli ultimi dieci anni: nel 1996 per ogni unità di lavoro agri-colo vi erano 34 abitanti, nel 2006 essi salgono a 45.

Occupati agricoli a tempo pieno e parziale per sesso e ripartizione geografica, 2006

Occupati a tempo pieno Occupati a tempo parziale 000 unità % donne 000 unità % donne

Nord 314 22,6 42 59,5 Centro 121 28,9 21 57,1 Sud e Isole 443 30,0 41 63,4 ITALIA 878 27,2 104 60,6 27,9% 66,8% 5,3% Agricoltura Industria Servizi1 TOTALE 1.319 6.895 16.512 24.726 UL per settori (000 unità), 2006

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Belgio Danimarca Germania Grecia Spagna Francia Irlanda Italia Lussemburgo Ungheria Olanda Austria Polonia Portogallo Finlandia Svezia Regno Unito UE 25 Bulgaria Romania 5,1 2,4 3,4 16,0 3,8 3,2 3,9 7,9 3,1 8,9 10,2 5,0 14,4 9,9 4,2 2,5 1,8 5,7 13,5 17,6

Dotazione di lavoro agricolo nella UE (UL/100 ha SAU), 2005

Fonte: EUROSTAT.

Incidenza % degli occupati in agricol-tura* sul totale dell’economia, 2005

Occupati Paesi Totale Donne1

Germania 2,4 1,7 Grecia 12,4 13,8 Spagna 5,3 3,6 Francia 3,8 2,4 Italia 4,2 3,3 Ungheria 4,9 2,7 Olanda 3,3 2,2 Austria 5,5 5,6 Polonia 17,4 16,7 Finlandia 4,8 2,9 Svezia 2,3 1,0 Regno Unito 1,4 0,7 UE 25 4,9 3,9 Bulgaria 8,9 6,9 Romania 32,3 33,1 USA 0,7 -Giappone 3,9

-* Inclusa silvicoltura, caccia e pesca.

1Incidenza % delle donne occupate in agricoltura sul totale donne

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Nel 2006, il valore aggiunto agrico-lo ai prezzi di base, per unità di la-voro, è pari al 48,5% di quello del-l’industria, incluse le costruzioni, ed al 38,4% dei servizi, che includono commercio, attività alberghiera e ri-storazione, trasporti, comunicazio-ni, intermediazione finanziaria ed altre attività professionali.

Rispetto al 2005, in agricoltura si è verificata una sensibile diminuzione della produttività (-3,7%), come conseguenza soprattutto della ridu-zione del valore aggiunto, mentre nell’industria si è avuto un aumento (+1,2%) ed i servizi sono rimasti stazionari. 50.000 45.000 40.000 35.000 30.000 25.000 20.000 15.000 10.000 5.000 0 Industria1 Servizi2 Agricoltura 55.293 55.293 21.233 43.764 ’00 ’01 ’02 ’03 ’04 ’05 ’06 ’00 ’01 ’02 ’03 ’04 ’05 ’06 ’00 ’01 ’02 ’03 ’04 ’05 ’06 VA ai prezzi di base per UL per settore (euro)*

* Valori concatenati - anno di riferimento 2000 - esprimono la dinamica reale (in quantità) dell’aggregato economico.

1Incluse le costruzioni.

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Secondo i dati ISTAT dell’ultima in-dagine campionaria sulle strutture e produzioni delle aziende agricole (SPA), nel 2005 in agricoltura sono attive poco più di 1,7 milioni di uni-tà che coltivano 12,700 milioni di ettari. La superficie media azienda-le è quindi pari a 7,4 ettari, in cre-scita di 1,3 ha (+21,3%) rispetto al-la fotografia censuaria del 2000 e che deriva dalla progressiva marca-ta contrazione del numero di azien-de (-19,7%) a fronte di una conte-nuta riduzione della SAU (-2,7%). I dati nazionali sono generalizzabili a livello regionale, seppur il fenomeno di contrazione assuma intensità di-versa: al Sud infatti si registra un calo di aziende pari al 17,1% con l’Abruzzo che si ferma al 9,2% e la Campania che raggiunge il 26,7%; il Nord perde il 21,8% di unità, pas-sando dal 17,7% in Trentino A.A. al 27,7% del Friuli Venezia Giulia; mentre il Centro registra una

ridu-Aziende agricole e superficie agricola utilizzata, 2005

Regioni Aziende SAU (ha) Sup. totale 2005 var. % 2005 var. % 2005 2005/2000 2005/2000 Piemonte 76.495 -27,6 1.029.189 -3,6 1.370.757 Valle d’Aosta 4.648 -24,1 68.391 -3,9 149.347 Lombardia 57.420 -19,4 978.667 -5,8 1.233.575 Trentino-Alto Adige 43.917 -17,7 401.078 -3,2 1.000.281 Veneto 143.024 -19,2 797.571 -6,2 1.094.347 Friuli-Venezia Giulia 23.837 -27,7 224.521 -5,6 377.962 Liguria 23.118 -22,9 49.082 -19,4 135.569 Emilia-Romagna 81.476 -21,4 1.029.916 -7,6 1.306.010 Toscana 81.839 -23,7 809.487 -4,6 1.424.670 Umbria 39.346 -14,6 337.915 -7,1 593.713 Marche 53.318 -11,8 497.141 -1,7 682.502 Lazio 107.281 -33,8 684.936 -3,1 967.282 Abruzzo 60.910 -9,2 425.179 -0,2 644.520 Molise 25.034 -13,3 212.608 -0,3 275.038 Campania 157.007 -26,0 563.666 -2,1 789.892 Puglia 249.329 -13,5 1.216.924 -0,5 1.312.616 Basilicata 59.920 -12,5 553.589 3,8 755.068 Calabria 122.849 -15,7 514.343 -4,8 762.138 Sicilia 249.030 -15,8 1.250.703 -0,5 1.402.716 Sardegna 68.730 -24,9 1.062.940 4,9 1.525.011 ITALIA 1.728.532 -19,7 12.707.846 -2,7 17.803.014

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zione del 25% con il Lazio che arri-va al 33,8% e le Marche che si fer-mano all’11,8%. In termini di SAU invece il quadro è più eterogeneo, al Mezzogiorno infatti si registra una lieve inversione di tendenza con un recupero dello 0,3% di superficie ri-spetto al 2000, grazie all’incremento del 3,8% della Basilicata e del 4,9 % della Sardegna, mentre il Centro e il Nord vanno in direzione opposta con un calo rispettivamente del 3,9% e del 5,7%.

Emerge ancora con chiarezza la for-te polverizzazione dell’agricoltura italiana: nel 2005 quasi la metà (49,3%) delle aziende ha meno di 2 ettari e coltiva solo il 6% circa della SAU totale mentre il 2,2% delle aziende risulta maggiore di 50 ettari concentrando però quasi il 40% della SAU totale. Tale caratteristica è presente in tutta la penisola sep-pur con alcune sfumature: infatti al Nord le aziende inferiori ai 2 ettari

24,2% 28,4% 20,9% 11,9% 7,6% 4,7% 2,2% Meno di 1 ha 1 - 2 2 - 5 5 - 10 10 - 20 20 - 50 50 ha ed oltre

Distribuzione % delle aziende e della SAU per classi di superficie, 2005 AZIENDE Meno di 1 ha 1 - 2 2 - 5 5 - 10 10 - 20 20 - 50 50 ha ed oltre 2,0% 3,9% 10,3% 11,1% 14,3% 19,6% 38,9% SAU

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sono il 23,3% e coltivano l’1,2% della SAU, al Centro sono il 23,7% con il 1,5% di terra, mentre al Sud rappresentano il 32,1% e hanno a disposizione il 2,8% degli ettari; ro-vesciata la situazione delle grandi aziende che sono il 3,3% al Nord e gestiscono il 44,1% della superficie coltivata, il 2,5% al Centro con il 42,3% di SAU e solo l’1,7% al Mez-zogiorno e una dotazione di terra pari al 33,4% degli ettari agricoli. A livello regionale, il primato della polverizzazione spetta alla Liguria in cui le aziende più piccole sono il 53,3% e coltivano l’11,3% della SAU; all’estremo opposto la situa-zione in Emilia-Romagna dove le aziende con meno di due ettari sono l’11,8% e rappresentano solo lo 0,5% della superficie agricola regio-nale. Viceversa, la Lombardia e la Sardegna si distinguono per la più alta quota di grandi aziende: rispet-tivamente l’8,2% e il 7,7% del

tota-le regionatota-le, tali aziende concentra-no oltre il 50% della SAU (54,4% e 56,1%).

La superficie totale delle aziende agricole nazionali risulta principal-mente utilizzata per i seminativi (39,7%), seguiti da boschi e arbori-coltura da legno (21,2%), dai prati permanenti e pascoli (18,8%) e, in-fine, dalle coltivazioni permanenti (12,8%), mentre tare e altra super-ficie rappresentano solo il 7,4%. Fra le regioni emergono ampie dif-ferenze nell’uso del suolo: in Valle d’Aosta la superficie utilizzata è so-lo il 55% con una netta prevalenza di prati e pascoli (44,9%) e una modesta percentuale di boschi (10,1%); in Piemonte e in Sicilia, invece, solo il 5,3% della terra dis-ponibile risulta non utilizzata. La Calabria è l’unica regione in cui l’arboricoltura da frutto è predomi-nante con il 27,9% della superficie totale; Liguria e Trentino A.A. si

di-stinguono per la prevalenza delle superfici forestali che rappresenta-no rispettivamente il 55,9% e il 53% del totale, mentre la Sicilia si colloca all’estremo opposto con solo il 5,6% di ettari ricoperti da colture boschive.

Il 55% della SAU nazionale è inve-stita a seminativi, oltre un quarto a prati permanenti e pascoli (circa 3,3 milioni di ettari), meno di un quinto (18%) è occupata dalle colti-vazioni permanenti da frutto (2,3 milioni di ettari). Fra le coltivazioni erbacee, prevalgono i cereali e le le-guminose da granella cui sono de-stinati quasi un terzo degli ettari coltivati (31,7%) seguite dalle pian-te sarchiapian-te da foraggio (14,2%); sommando la superficie foraggera a quella dei prati e pascoli permanen-ti si evidenzia che ben il 40,6% del-la SAU nazionale è destinata all’ali-mentazione del bestiame. L’olivo si caratterizza come specie arborea

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Superficie totale per forma di utilizzazione e per regione (%), 2005 ITALIA Piemonte Valle díAosta Lombardia Trentino-Alto Adige Veneto Friuli-Venezia Giulia Liguria Emilia-Romagna Toscana Umbria Marche Lazio Abruzzo Molise Campania Puglia Basilicata Calabria Sicilia Sardegna 0 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100% Seminativi Coltivazioni permanenti

Superficie agricola non utilizzata e altra superficie

Prati permanenti e pascoli Boschi e arboricoltura da legno

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nazionale (7,9%) seguito dalla vite (5,7%). I terreni a riposo rappre-sentano il 3,7% della SAU.

Nel 2005 le aziende con allevamenti sono il 17,5% del totale con un’alta variabilità regionale: in Lombardia e in Valle d’Aosta, infatti, il bestia-me è allevato in circa il 40% delle aziende agricole, mentre in Puglia solo nel 2,3%.

La Campania è la regione in cui si concentra la maggior quota delle aziende con allevamenti (11,4%), all’estremo opposto la Valle d’Aosta con lo 0,6% della zootecnia italiana. La Lombardia registra il primato nazionale di capi bovini (25%) e suini (47,1%), la Sardegna di quelli ovini (42,9%) e caprini (29,9%), il Veneto quello dei conigli (47,6%) e degli allevamenti avicoli (27,2%).

31,7% 5,7% 3,7% 2,1% 3,7% 14,2% 7,9% 4,2% 0,4%

26,4% Cereali e leguminose da granellaPatate e ortaggi

Piante industriali Foraggere Terreni a riposo Vite Olivo Agrumi e Frutta Altri (vivai, orti familiari) Prati permanenti e pascoli TOTALE 4.010.921 266.835 468.632 1.794.659 473.423 726.881 996.604 532.480 55.070 3.346.951 12.672.455 Superficie investita per principali coltivazioni (%), 2005

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Aziende con allevamenti e numero di capi per specie di bestiame, 2005

Regioni Aziende con Numero di capi

allevamenti Bovini Suini Ovini Caprini Equini Conigli Allevamenti

e bufalini avicoli Piemonte 17.929 785.582 1.010.315 64.072 37.422 11.067 841.583 6.323.275 Valle d’Aosta 1.852 37.209 25 2.273 3.240 71 631 1.851 Lombardia 23.521 1.544.937 4.121.299 82.445 53.575 15.720 78.936 33.512.132 Trentino-Alto Adige 12.729 186.047 20.402 70.644 28.417 4.902 71.379 1.482.516 Veneto 22.027 860.324 757.113 13.127 3.324 9.384 3.353.588 40.526.558 Friuli-Venezia Giulia 4.298 104.031 267.283 2.692 1.767 1.235 352.632 5.119.715 Liguria 4.705 16.594 455 22.195 7.161 1.764 52.385 74.711 Emilia-Romagna 14.055 608.787 1.342.878 54.093 3.081 17.076 439.025 31.860.039 Toscana 13.236 104.582 217.548 600.432 10.176 12.347 182.032 982.481 Umbria 10.898 65.311 233.237 157.719 7.079 5.138 108.886 3.815.200 Marche 16.907 75.631 111.909 206.367 6.995 3.667 319.579 5.256.491 Lazio 25.911 301.324 48.885 584.733 30.519 14.063 364.703 1.680.216 Abruzzo 15.815 91.276 69.352 293.886 4.587 7.817 134.205 1.594.920 Molise 6.791 52.676 38.548 92.899 6.232 1.147 6.191 7.246.110 Campania 34.579 390.841 100.389 260.546 53.094 4.365 144.202 3.471.121 Puglia 5.717 160.356 29.102 196.666 44.645 5.687 82.156 1.392.227 Basilicata 12.481 110.717 62.608 445.541 111.239 3.853 284.737 157.199 Calabria 20.622 95.524 70.186 297.263 149.824 2.143 49.453 747.713 Sicilia 17.073 330.233 45.932 545.161 81.021 8.679 29.890 2.311.659 Sardegna 21.116 257.561 210.178 2.998.383 274.456 11.950 151.136 1.508.335 ITALIA 302.264 6.179.541 8.757.641 6.991.138 917.853 142.074 7.047.329 149.064.469

(28)

Secondo l’indagine SPA del 2005 il 60,2% della manodopera comples-sivamente impiegata nell’agricoltu-ra italiana si concentnell’agricoltu-ra nel Mezzo-giorno, con Puglia, Sicilia e Campa-nia ai primi posti.

Tra il 2005 e il 2003 il numero tota-le di persone impegnate in agricol-tura è diminuito a livello nazionale dell’11,8%. Tale decremento si dis-tribuisce in maniera molto diversifi-cata: il Mezzogiorno presenta una riduzione media del 15,7%, con un massimo del 26,5% in Sardegna; il Centro registra valori più contenuti e pari in media al 10,6%. Al Nord invece il numero di persone impe-gnate in agricoltura è rimasto me-diamente piuttosto stabile e in alcu-ne regioni addirittura in crescita: in Piemonte (+7,8%), in Valle d’Aosta (+2,5%) e in Veneto (+1,3%). La riduzione media complessiva è da attribuirsi soprattutto alla ma-nodopera familiare (-13,2%),

non-Numero di persone presenti in agricoltura per categoria di manodopera aziendale, 2005

Conduttore Altra Altra Totale Var. % manodopera manodopera generale 2005/2003

familiare aziendale Piemonte 73.898 60.222 28.033 162.153 7,8 Valle d'Aosta 4.544 4.691 547 9.782 2,5 Lombardia 50.770 38.537 35.953 125.260 -6,5 Trentino-Alto Adige 43.134 65.811 40.080 149.025 -2,4 Veneto 139.467 120.298 37.023 296.788 1,3 Friuli-Venezia Giulia 22.984 21.323 10.067 54.374 -3,2 Liguria 22.818 18.807 4.374 45.999 -14,3 Emilia-Romagna 79.251 75.034 60.785 215.070 -5,7 Toscana 78.939 77.549 45.333 201.821 -4,3 Umbria 38.208 30.371 18.994 87.573 -17,7 Marche 51.837 37.288 15.524 104.649 -7,3 Lazio 105.997 76.502 24.857 207.356 -14,4 Abruzzo 60.435 63.653 18.077 142.165 3,9 Molise 24.907 24.747 5.030 54.684 -5,8 Campania 156.487 173.428 95.671 425.586 -4,5 Puglia 248.094 187.472 300.797 736.363 -15,3 Basilicata 59.563 46.391 32.953 138.907 -21,3 Calabria 122.255 96.764 115.797 334.816 -22,4 Sicilia 248.207 163.794 127.270 539.271 -19,9 Sardegna 67.668 45.314 22.805 135.787 -26,5 ITALIA 1.699.463 1.427.994 1.039.966 4.167.423 -11,8

(29)

ché agli addetti a tempo determina-to (-10,9%). Si registra invece un aumento molto sostenuto del nume-ro di dipendenti a tempo indetermi-nato (+46,5%), motivato probabil-mente dal miglioramento delle mo-dalità di rilevazione delle informa-zioni presso le aziende.

In tutte le regioni, la manodopera familiare è preponderante sul totale della manodopera aziendale. Il mo-do in cui si configura questa preva-lenza a livello territoriale varia, pe-rò, sia riguardo all’intensità che ri-spetto alla distribuzione tra le di-verse categorie. Ai primi posti per presenza di manodopera familiare si trovano la Puglia e la Sicilia. Tra le regioni del Nord è il Veneto a mo-strare i valori più elevati.

Il coniuge è, dopo il conduttore, la fi-gura familiare più impiegata in tutte le regioni, con valori più elevati al Sud piuttosto che nelle altre riparti-zioni. Piemonte Valle d’Aosta Lombardia Trentino-Alto Adige Veneto Friuli-Venezia Giulia Liguria Emilia-Romagna Toscana Umbria Marche Lazio Abruzzo Molise Campania Puglia Basilicata Calabria Sicilia Sardegna 0 50.000 100.000 150.000 200.000 250.000 300.000 A tempo determinato TOTALE ITALIA: A TEMPO INDETERMINATO 97.963

A TEMPO DETERMINATO 942.003

A tempo indeterminato Occupati dipendenti in agricoltura per tipologia di impiego, 2005

(30)

Sul lavoro prestato da soggetti non appartenenti alla famiglia, il Nord è caratterizzato da una maggiore pre-senza di manodopera a tempo inde-terminato. In particolare la Lom-bardia detiene da sola una porzione pari al 26% del totale nazionale. Il lavoro extrafamiliare avventizio si concentra, invece, nel Mezzogiorno.

54%

26% 14%

6%

Conduttore Coniuge che lavora in azienda Altri familiari che lavorano in azienda Parenti del conduttore TOTALE 1.699.463 800.566 449.727 177.701 3.127.457 Ripartizione della manodopera familiare per categoria, 2005

(31)

Nel 2005 il mercato fondiario ha re-gistrato una brusca frenata. Le quo-tazioni medie a livello nazionale hanno evidenziato una sostanziale stabilità rispetto all’anno preceden-te (+0,1%), in contrasto con gli au-menti segnalati negli anni passati. A livello territoriale si osserva una si-gnificativa riduzione del valore del-la terra in quasi tutte le fasce alti-metriche delle regioni nord-orientali (-1,3%). Modesti aumenti sono stati registrati nel Nord-ovest e nelle re-gioni meridionali, mentre una dis-creta crescita ha interessato le regio-ni dell’Italia centrale e in particola-re della collina litoranea. Nel 2005 si è inoltre verificata un’erosione del patrimonio fondiario, espresso in termini reali, a seguito di un au-mento del tasso di inflazione (+1,9%) superiore a quello dei va-lori fondiari (+0,1%).

Tale andamento viene attribuito alla contrazione dei prezzi dei prodotti

agricoli e all’aumento dei costi di produzione. Il volume degli scambi di terreni è stato inoltre influenzato dalla riforma della PAC che ha de-terminato un clima di incertezza e una certa prudenza nelle trattative. Gli aumenti più consistenti (oltre il 60%) dei prezzi medi della terra ne-gli ultimi dieci anni sono concentrati nell’area centrale della Pianura Pa-dana, dove i sistemi agricoli intensi-vi e specializzati e il forte

dinami-smo dell’economia locale inducono un’elevata capitalizzazione dei terre-ni agricoli. Un’altra area che ha su-bito notevoli incrementi è l’area vi-tata del Chianti in Toscana, mentre la crescita riscontrata in alcune zone al confine tra Basilicata e Puglia sembra imputabile al rinnovato in-teresse per terreni quasi marginali e con valori fondiari piuttosto bassi. Le contrazioni dei valori fondiari so-no concentrate nel territorio abruz-Valori fondiari medi (migliaia di euro/ha), 2005

Zona Altimetrica Var. % Montagna Montagna Collina Collina Pianura Totale 2005/2004

interna litoranea interna litoranea

Nord-Ovest 5,6 14,2 18,2 36,4 32,2 21,7 1,1 Nord-Est 18,2 - 26,9 25,2 36,1 29,8 -1,3 Centro 7,0 11,0 10,8 16,2 20,0 11,7 1,6 Meridione 6,4 9,9 10,0 15,0 14,2 10,8 0,6 Isole 5,7 9,4 7,3 9,2 12,4 8,3 0,2 TOTALE 8,7 9,9 11,8 13,5 26,7 15,8 0,1

Fonte: INEA, Banca dati dei valori fondiari.

(32)

zese e laziale: in Abruzzo la flessione riguarda soprattutto i terreni margi-nali e di scarsa fertilità di collina e montagna; nel Lazio la riduzione è imputabile ai terreni di collina. Le regioni meridionali e insulari sono state, in genere, interessate da au-menti molto contenuti dei prezzi della terra che hanno portato a una erosione del patrimonio fondiario in termini reali.

La flessione della redditività nel set-tore agricolo ha influito sul livello dei canoni di affitto dei terreni, stabili o in leggera diminuzione rispetto al 2004. A sostenere la domanda ha contribuito la necessità di disporre di superfici ammissibili da associare ai nuovi titoli introdotti con la riforma della PAC. È rimasta elevata anche la richiesta di terreni in affitto da parte delle aziende zootecniche, per il rispetto dei limiti del carico di be-stiame per ettaro.

< di 0 0 - 25 25 - 40

> di 60 40 - 60 Variazione percentuale del valore medio dei terreni per regione agraria fra il 1995 e il 2005

(33)

Nel 2006, la produzione agricola ai prezzi di base, inclusa la silvicoltura e la pesca è diminuita in valore dell’1%, rispetto al 2005, come ri-sultato di una contrazione delle quantità prodotte (-2,4%) e di un aumento dei prezzi di base (+1,5%). I risultati per comparto evidenziano una flessione dei livelli produttivi soprattutto per le colture erbacee (-4,9%), una lieve diminuzione per le arboree (-1%), una stazionarietà per le foraggere (0,2%) ed infine una caduta del 2,7% della zootecnia. Il settore cerealicolo è stato caratte-rizzato da una notevole flessione del-le quantità prodotte (-5,5%), soprat-tutto del frumento duro (-12,1%), che ha risentito del ridimensiona-mento della superficie investita, in seguito alla riforma della PAC e al-l’introduzione del regime di aiuto disaccoppiato. Anche le produzioni industriali hanno registrato un signi-ficativo calo produttivo (-3,5%),

im-putabile soprattutto al ridimensiona-mento della bieticoltura (-62,3%), che ha subito anch’essa le conse-guenze della riforma della OCM, con il taglio del 50% della quota zucche-ro italiana.

Nel settore floricolo si è registrato un modesto recupero delle coltivazioni (+1,4%), associato però ad una

di-minuzione dei prezzi (-3,3%). Il set-tore orticolo ha presentato, in com-plesso, una flessione del livello pro-duttivo (-1,2%), sintesi di dinamiche alquanto differenziate tra le varie produzioni: in aumento risultano pi-selli (+22,7%), poponi (+7,8%), me-lanzane (+4,1%), patate (+1,9%); in diminuzione pomodori (-11,6%), ce-Produzione e servizi ai prezzi di base per principali comparti, 2006

Italia Variazione % 2006/05 mio. euro % quantità prezzi

Erbacee 13.105 27,3 -4,9 3,8 Arboree 10.601 22,1 -1,0 -3,5 Foraggere 1.578 3,3 0,2 -0,2 Zootecnia 14.004 29,1 -2,7 2,4 Servizi connessi1 4.810 10,0 -0,3 4,5 Attività secondarie2 1.178 2,5 2,1 1,3 Silvicoltura 451 0,9 -4,8 3,9 Pesca 2.330 4,8 2,3 2,7 TOTALE3 48.057 100,0 -2,4 1,5

1Comprende contoterzismo attivo e passivo, confezionamento prodotti agricoli, manutenzione parchi e giardini, servizi annessi all’allevamento,

fecondazione artificiale, nuovi impianti produttivi.

2Agriturismo, trasformazione latte, frutta, carne ed altre attività esercitate dalla branca agricola. 3Al lordo delle attività secondarie a carattere agricolo esercitate da altre branche di attività economica.

(34)

Produzione agricola ai prezzi di base per principali settori (mio. euro), 2006

Cereali e legumi secchi1 Ortaggi2 Colture industriali3 Florovivaismo Vite Olivo Frutta e agrumi Foraggere Carni Latte Uova e altri4 Servizi connessi 3.692 7.064 752 2.835 3.188 2.191 3.985 1.578 8.781 4.299 923 4.810 TOTALE 44.098 8,4% 16,0% 1,7% 6,4% 7,2% 5,0% 9,0% 3,6% 9,7% 19,9% 10,9% 2,1%

1Legumi secchi (83 mio. euro).

2Incluse patate (661 mio. euro) e fagioli freschi (266 mio. euro).

3Barbabietola da zucchero (258 mio. euro), tabacco (323 mio. euro), girasole (60 mio. euro) e soia (93 mio. euro). 4Di cui miele 27 milioni euro.

(35)

trioli (-6,9%), radicchio (-5,4%), fragole (-3%). In crescita le legumi-nose da granella (+1,4%).

Nelle colture arboree si sottolinea il calo della produzione dell’olio d’oli-va (-8,8%), che ha risentito delle scarse condizioni climatiche. Anche per la frutta si è registrato un anda-mento negativo, che ha riguardato soprattutto le produzioni di albicoc-che (-4,8%), nettarine (-3,8%), mele (-6,5%) e pere (-1,2%); incrementi si segnalano, tuttavia, per nocciole (+48,9%), actinidia (+9,1%), cilie-gie (+7,4%).

Nel settore vitivinicolo si è registrata una flessione delle uve vinificate ed una riduzione della produzione di no (-2%); il livello qualitativo del vi-no è comunque risultato buovi-no in tutte le regioni italiane. Per gli agru-mi si segnala una modesta crescita produttiva (+1%), accompagnata da una sensibile diminuzione dei prezzi (-7,4%). In forte crescita le produ-Principali produzioni vegetali, 2006*

Quantità Valore1

000 t var. % 2006/05 mio. euro var. % 2006/05

Frumento tenero 3.074 -6,5 405 3,8 Frumento duro 3.894 -12,1 827 -2,7 Mais ibrido 10.073 -3,4 1.393 5,8 Riso 1.417 -1,5 489 38,3 Barbab. da zucchero 5.343 -62,3 258 -61,6 Tabacco 112 -0,5 323 -2,1 Soia 543 -1,9 93 -4,9 Girasole 307 6,0 60 2,2 Patate 1.788 1,9 661 18,6 Pomodori 6.355 -11,6 1.056 -7,5 Uva tavola 1.493 -9,4 594 1,9

Uva da vino venduta 3.913 -0,2 804 1,8

Vino2(000 hl) 21.311 -2,0 1.779 -3,0 Olio2 542 -8,8 1.972 -19,9 Mele 2.048 -6,5 599 -11,3 Pere 915 -1,2 446 -0,4 Pesche e nattarine 1.641 -3,1 635 7,5 Arance 2.358 4,3 603 -3,0 Limoni 577 -4,4 286 -1,9 Mandarini e clementine 642 -0,7 189 -21,3 Actinidia 453 9,1 297 15,3 * Dati provvisori. 1Ai prezzi di base.

2Secondo la metodologia SEC95, rientrano nelle produzioni agricole il vino e l’olio prodotto da uve e olive proprie dell’azienda, ad esclusione di

(36)

zioni vivaistiche (+5,8%).

Il settore zootecnico è stato caratte-rizzato da una forte contrazione della produzione delle carni avicole (-11,4%), che hanno continuato a risentire del crollo dei consumi a se-guito dell’influenza aviaria. Per gli ovicaprini è proseguita la crisi deri-vante dal persistere di focolai di “lingua blu” con una flessione della

produzione dell’1,6%.

Nel comparto della silvicoltura la produzione sia del legname da lavoro che della legna da ardere è scesa in generale del 4,8%. Nella pesca si è registrata una ripresa delle quantità pescate (+2,1%), che ha interessato anche la pesca in acque interne. Riguardo ai servizi connessi all’agri-coltura e zootecnia si registrano

risul-tati stazionari (-0,3%), mentre per le attività secondarie delle aziende agri-cole (agriturismo, trasformazione, ecc.) si evidenzia una significativa ri-presa (+ 2,1%), accompagnata da un aumento dei prezzi (+3,6%). Nella UE, l’annata agricola 2006 è stata caratterizzata da una flessione del volume della produzione di circa l’1,6%, compensata da un aumento dei prezzi alla produzione di circa l’1,8%. La diminuzione delle quan-tità prodotte ha interessato soprat-tutto le colture vegetali (-2,7%) ed in misura più limitata, la zootecnia (-0,6%). Tra le colture vegetali sono diminuite la barbabietola da zucche-ro (-17,8%), l’olio di oliva (-12,7%), i cereali (-5,6%), gli ortaggi (-2,6%); in aumento la frutta (+3,6%). Per la zootecnia, si è registrata una più ac-centuata flessione per le carni avico-le (-4,3%) e per avico-le uova (-2,3%); in modesto recupero le carni bovine e suine (+0,7%).

Principali produzioni zootecniche, 2006*

Quantità1 Valore2

000 t var. % 2006/05 mio. euro var. % 2006/05

Carni bovine 1.440 0,3 3.390 1,8

Carni suine 1.869 -0,5 2.371 8,3

Carni ovicaprine 66 -1,6 225 -8,7

Carni avicole 1.230 -11,4 1.644 -7,5

Carni di coniglio e selvaggina 479 -1,6 1.090 5,8

Uova (milioni di pezzi) 12.123 -5,2 885 2,9

Latte vaccino3(000 hl.) 104.522 -2,6 3.851 -6,4 Latte ovicaprino (000 hl.) 5.855 -1,3 448 7,6

Miele 119 -4,8 27 -1,3

* Dati provvisori.

1Peso vivo per la carne.

2Ai prezzi di base. 3Incluso latte bufalino.

(37)

Produzione agricola ai prezzi base e consumi intermedi nei paesi dell’UE, 2005 (%)

Produzione Consumi intermedi

Belgio 2,1 2,6 Danimarca 2,5 3,1 Germania 12,4 15,3 Grecia 4,0 2,3 Spagna 12,8 8,8 Francia 20,3 20,7 Irlanda 1,8 2,1 Italia 14,2 10,6 Lussemburgo 0,1 0,1 Ungheria 2,0 2,2 Olanda 6,7 7,4 Austria 1,8 1,8 Polonia 4,8 5,3 Portogallo 2,1 2,3 Finlandia 1,4 1,7 Svezia 1,4 1,9 Regno Unito 6,6 7,9 UE 25 (mio. euro) 311.569 168.460 Bulgaria (mio. euro) 3.356 1.812 Romania (mio. euro) 12.853 6.530

Peso dei consumi intermedi sulla produzione (%)

Belgio Danimarca Germania Grecia Spagna Francia Irlanda Italia Lussemburgo Ungheria Olanda Austria Polonia Portogallo Finlandia Svezia Regno Unito UE 25 Bulgaria Romania 74,1 63,9 54,1 54,0 50,8 68,3 60,1 59,4 56,8 59,3 61,1 59,6 40,5 61,8 55,1 37,4 31,8 66,8 67,7 66,3

(38)

Nel 2006 la composizione del valore della produzione agricola, inclusi i contributi alla produzione e le im-poste indirette, mostra una inciden-za dei consumi intermedi (sementi, concimi, mangimi, energia,servizi, ecc.) pari al 38,2%.

I redditi da lavoro dipendente con-tano per il 17,9%. La remunerazio-ne del lavoro autonomo (coltivatori, coadiuvanti familiari, imprenditori, ecc.), del capitale e dell’impresa, al lordo degli ammortamenti, ha as-sorbito il 33,4%.

I contributi e le sovvenzioni erogati dallo Stato, amministrazioni centra-li e dalla UE hanno inciso per il 9%.

Ripartizione del valore della produzione agricola, 2006*

TOTALE 51.181 38,2% 1,5% 9,0% 17,9% 33,4% Consumi intermedi Imposte indirette sulla produzione Contributi alla produzione Redditi da lavoro dipendente Redditi da lavoro autonomo, capitale e impresa1

19.539 790 4.615 9.139 17.098

* Inclusa la silvicoltura e la pesca.

(39)

Nel 2006 la spesa per i consumi inter-medi dell’agricoltura, inclusa silvicol-tura e pesca, è aumentata in valore del 2,1%, in seguito ad una contrazio-ne delle quantità utilizzate (-1,4%) e ad una sensibile crescita dei prezzi (+3,5%). Ad eccezione delle sementi (+1%), la diminuzione delle quantità utilizzate ha riguardato quasi tutti i mezzi tecnici. Si registrano contrazio-ni soprattutto per i prodotti fitosacontrazio-ni- fitosani-tari (-6,1%), per i mangimi e spese per il bestiame (-2%) e per i servizi ed altri beni connessi all’attività agricola (-1,5%). Questi dati confermano l’o-rientamento degli agricoltori verso il contenimento dei costi di produzione e l’utilizzo di pratiche agronomiche ecocompatibili.

Circa un terzo della spesa per consu-mi intermedi deriva dai servizi e beni connessi, mentre circa un quarto è da attribuirsi ai mangimi ed alle spe-se per il bestiame.

I consumi intermedi forestali

registra-no una diminuzione (-4,1%), mentre quelli della pesca ed acquacoltura ri-sultano in aumento (+1,2%). Prosegue con ritmo sostenuto la cre-scita dei prezzi dell’energia motrice (+10,1%), in particolare quelli

del-l’energia elettrica (+14%); consi-stente anche l’aumento dei prezzi dei fitosanitari (+9,3%) e dei conci-mi (+3,5%); più contenuto l’au-mento dei prezzi dei reimpieghi (+2,9%) e dei mangimi (+1%). Concimi Sementi Mangimi1 Antiparassitari Energia Altri beni e servizi2 Reimpieghi Totale silvicoltura Totale pesca TOTALE 1.167 1.098 4.926 683 2.507 6.184 2.149 89 736 19.539 25,2% 5,6% 6,0% 3,8% 0,5% 3,5% 12,8% 11,0% 31,6%

1Incluse spese varie per il bestiame.

2Spese generali, servizi di intermediazione finanziaria, attività di consulenza, acqua, trasporti, quote associative, manutenzioni, ecc.

Consumi intermedi dell’agricoltura, silvicoltura e pesca (mio. euro), 2006

(40)

Nel 2006 i prezzi dei consumi inter-medi agricoli sono aumentati me-diamente del 3,5%, mentre quelli degli investimenti sono cresciuti di circa il 3%. Il costo del lavoro di-pendente è aumentato dell’1%, cir-ca, anche a motivo della crescita dell’impiego del lavoro dipendente nel settore (+3,1%).

I prezzi alla produzione per i pro-dotti agricoli e servizi hanno presen-tato un incremento medio dell’1,4%, dopo la sensibile flessione avvenuta nel 2005 (-5,7%). Aumenti si sono registrati, in particolare, per i pro-dotti cerealicoli ed orticoli (+2%), dopo il crollo delle quotazioni degli anni precedenti. Si segnala la forte crescita dei prezzi delle patate (+16,5%). Anche nel comparto zoo-tecnico le quotazioni sono risultate in aumento (+4,3%), soprattutto le uova (+8,5%) e le carni.

L’evoluzione della ragione di scam-bio dell’agricoltura, misurata dal

rapporto fra l’indice dei prezzi alla produzione e quello dei consumi in-termedi, ha presentato un ulteriore

deterioramento (-2%), in linea con quanto avvenuto negli anni prece-denti.

Costo lavoro dipendente Investimenti Consumi intermedi Prezzi agricoli alla produzione Prezzi consumo - Alimentari e bevande

100 105 110 115

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006

(41)

Nel 2006 la crescita degli impieghi bancari per il settore agricolo è sta-ta del 7,3% rispetto all’anno prece-dente, meno elevata di quella regi-strata per il complesso delle attività economiche (12%). Tale crescita ha interessato in modo omogeneo tutte le ripartizioni geografiche del no-stro paese. Il rapporto fra impieghi totali e produzione agricola è salito dal 67,5% al 73,1%. È proseguito il processo di ricomposizione della struttura finanziaria delle imprese verso fondi a più lunga scadenza: gli impieghi a medio e lungo termi-ne sono cresciuti dal 69% al 70% del totale impieghi, registrando un incremento dell’8,8%, a fronte del 3,8% per quelli a breve termine. Le erogazioni per gli investimenti han-no subito una flessione di circa il 4% riguardo alle costruzioni e fab-bricati rurali, in controtendenza con la forte crescita del 2005; è proseguita la flessione per gli

ac-quisti di terreni ed altri immobili rurali (-1,3%), mentre si è avuta

una ripresa per le macchine ed at-trezzature (+7,2%).

Finanziamenti bancari per l’agricoltura, silvicoltura e pesca*

Totale Breve termine Medio - lungo termine % su Produzione1

mio. euro % % 2002 24.991 35,0 65,0 51,6 2003 27.726 32,8 67,2 56,3 2004 29.943 32,1 67,9 58,2 2005 31.831 31,0 69,0 67,5 2006 34.148 30,0 70,0 73,1

* I dati tengono conto dell’ammontare complessivo dei finanziamenti bancari e non solo di quelli delle operazioni classificate come “credito agrario”.

1Produzione ai prezzi base.

Fonte: Osservatorio banche e imprese - ABI.

Finanziamenti oltre il breve termine all’agricoltura (mio. euro), 2006

Finanziamenti Totale Var. % 2006/05 Agevolato su tot. %

Macchine e attrezzature 1.827 7,2 18,7

Acquisto immobili rurali1 677 -1,3 7,8

Costruzioni e fabbricati rurali 2.845 -4,1 0,4

IN COMPLESSO 5.349 -0,1 7,6

1Inclusi terreni agricoli.

Fonte: Banca d’Italia.

(42)

Nel 2006 gli investimenti fissi lordi in agricoltura hanno fatto registrare una lieve ripresa (+0,6%), a parziale re-cupero della flessione verificatasi nel 2005 (-2,4%). L’incidenza degli in-vestimenti agricoli sul totale dell’e-conomia si mantiene stabile negli ul-timi anni (intorno al 4%).

Lo stock di capitale netto, in termi-ni reali, è cresciuto in agricoltura dello 0,7%, mostrando una decele-razione rispetto al 2005 (+1%). La spesa per macchine ed attrezza-ture rappresenta circa il 56% della spesa complessiva per investimenti del settore. Gli investimenti agricoli in tecnologie della informazione e comunicazione rappresentano una quota piuttosto ridotta, pur manife-stando una dinamica in crescita (+9,1% nel 2005 e +6,2% nel 2006).

Andamento degli investimenti fissi lordi agricoli

Anni Valori correnti Valori concatenati* % su1

mio. euro mio. euro tot. invest. VA agricolo

2000 9.670 9.670 4,0 32,5 2001 9.657 9.527 3,8 32,8 2002 10.559 10.154 3,9 36,1 2003 11.144 10.496 4,1 39,2 2004 12.257 11.209 4,3 37,0 2005 12.340 10.938 4,3 37,8 2006 12.728 11.004 4,2 39,3

* Valori concatenati: esprimono la dinamica reale (in quantità) dell’aggregato economico con riferimento all’anno 2000.

1Incidenza su valori concatenati; VA agricoltura a prezzi base.

Investimenti fissi lordi: rapporti caratteristici per principali settori, 2006*

Agricoltura Industria Servizi Totale

Investimenti per addetto

euro 8.300 10.700 10.800 10.600

% 82,5 95,6 103,3 100,0

Var. % 2006/05 0,0 0,9 0,9 1,0

Stock netto di capitale per addetto

000 euro 119,7 112,1 184,6 161,0

% 74,3 69,6 114,7 100,0

Var. % 2006/05 7,6 1,6 -1,2 -0,2

(43)

La RICA è stata istituita con reg. (CEE) 79/65 per raccogliere, con analoga metodologia in tutti i paesi membri, i dati contabili aziendali allo scopo di determinare il reddito e analizzare i risultati della gestione delle imprese agricole.

A partire dal 2004, il numero com-plessivo di aziende RICA dell’UE-25 ammonta a circa 81.000 unità, sele-zionate fra quelle professionali, ov-vero quelle orientate al mercato. In ogni azienda vengono registrati i dati relativi a circa 1.000 variabili

fisiche strutturali economiche e contabili; sono anche raccolte le in-formazioni relative all’accesso e uti-lizzo delle misure PAC. I dati rileva-ti, inoltre, consentono la classifica-zione di ciascuna azienda per tipo-logia produttiva e dimensione eco-nomica (OTE e UDE), parametri utilizzati anche per la classificazio-ne delle aziende rilevate durante i censimenti; ciò rende possibile la comparabilità dei dati del campione con l’universo di riferimento. A seguito di accordi istituzionali fra

MIPAAF, ISTAT, Regioni ed INEA, a partire dall’anno 2003 sono state integrate le due indagini economi-che sull’agricoltura (RICA e REA). Ciò ha determinato un rinnovamen-to radicale del campione RICA, estratto secondo criteri probabilisti-ci a partire dall’universo delle aziende agricole definito dal censi-mento ISTAT del 2000. Di seguito si presenta un’anteprima delle elabo-razioni dei dati RICA relativi all’an-no contabile 2004; per ragioni di corretta utilizzazione del dato stati-Italia: risultati per OTE - media aziendale 2004

SAU UL ULF PLV Contributi Costi variabili Costi fissi Reddito netto

ha euro euro euro euro euro

Seminativi 18,7 1,04 0,93 34.697 8.542 13.442 10.546 11.003

Ortofloricoltura 3,5 2,40 1,57 91.926 1.190 41.379 17.522 33.244

Arboreo 7,3 1,27 0,97 37.557 2.732 12.313 10.350 14.941

Erbicolo 31,1 1,81 1,71 106.841 10.118 61.179 21.945 43.000

Granivoro 14,9 2,46 2,18 400.280 7.311 223.871 46.584 140.112

Fonte: RICA - INEA.

(44)

ITALIA Piemonte Lombardia Liguria Bolzano Trento Veneto Friuli V.G. Emilia-Romagna Toscana Marche Umbria Lazio Abruzzo Molise Campania Puglia Basilicata Calabria Sicilia Sardegna 0 20 40 60 80 100

Costi variabili Costi fissi Reddito netto Aziende specializzate in seminativi: composizione % della PLV media aziendale, 2004

ITALIA Piemonte Lombardia Liguria Bolzano Trento Veneto Friuli V.G. Emilia-Romagna Toscana Marche Umbria Lazio Abruzzo Molise Campania Puglia Basilicata Calabria Sicilia Sardegna

Costi variabili Costi fissi Reddito netto

-20 0 20 40 60 80 100

Aziende specializzate in ortofloricoltura: composizione % della PLV media aziendale, 2004

(45)

Costi variabili Costi fissi Reddito netto ITALIA Piemonte Valle d’Aosta Lombardia Liguria Bolzano Trento Veneto Friuli V.G. Emilia-Romagna Toscana Marche Umbria Lazio Abruzzo Molise Campania Puglia Basilicata Calabria Sicilia Sardegna 0 20 40 60 80 100

Aziende specializzate in arboricoltura: composizione % della PLV media aziendale, 2004

Costi variabili Costi fissi Reddito netto ITALIA Piemonte Valle d’Aosta Lombardia Liguria Bolzano Trento Veneto Friuli V.G. Emilia-Romagna Toscana Marche Umbria Lazio Abruzzo Molise Campania Puglia Basilicata Calabria Sicilia Sardegna 0 20 40 60 80 100

Aziende specializzate in allevamento di erbivori: composizione % della PLV media aziendale, 2004

(46)

risultati in termini di produttività sia della terra sia del lavoro, perfor-mance però che si ridimensionano considerevolmente in termini di redditività, specialmente per il

fat-tore umano. Concorrono a determi-nare tali risultati una superficie spe-cializzata doppia rispetto alla media (5,5 ha vs. 2,6) e una dotazione di lavoro in linea con gli altri paesi stico si fa presente che vengono

pubblicate solo le informazioni rela-tive alle regioni in cui la numerosità campionaria per il polo OTE è al-meno superiore a 10 unità.

RICA Europa

L’eterogeneità dell’agricoltura co-munitaria si riflette nei dati RICA che evidenziano come, tra i paesi membri, si registrino consistenti dif-ferenze di produttività e reddito, ri-conducibili alla diversa dotazione di terra e lavoro, ma anche ad una di-versa efficienza gestionale. I nuovi paesi membri dal 2004, insieme al Portogallo, registrano risultati consi-stentemente inferiori alla media co-munitaria, mentre i paesi dell’UE-15 manifestano comportamenti diversi a seconda del comparto.

In quello ortofloricolo, i dati confer-mano la forte vocazione delle azien-de olanazien-desi che ottengono i migliori

0 20 40 60 80 100

Costi variabili Costi fissi Reddito netto ITALIA Piemonte Lombardia Trento Veneto Friuli V.G. Emilia-Romagna Toscana Marche Umbria Lazio Abruzzo Molise Campania Basilicata Sicilia Sardegna

Aziende specializzate in allevamento di granivori: composizione % della PLV media aziendale, 2004

(47)

(0,7 UL/ha), ma fortemente sbilan-ciata sul lavoro salariato che rap-presenta il 71,2% delle UL contro un dato medio del 55,7%. Le azien-de spagnole si caratterizzano invece per comportamento opposto: ad una produttività inferiore alla me-dia si affianca un’elevata redditività di entrambi i fattori, che nel caso del lavoro risulta addirittura supe-riore al valore della produzione. Ta-le risultato è raggiunto grazie al pe-so contenuto dei costi totali sulla PL (specialmente in virtù della quota ridotta di oneri per ammortamento, 2,9% vs. 9,3%) che garantisce la trasformazione di quasi la metà del-la PL in un reddito pressoché dop-pio rispetto alla media comunitaria disponibile per i lavoratori familia-ri, che rappresentano il 41,6% delle unità impiegate in azienda. Le aziende italiane si distinguono per la redditività del lavoro e soprattut-to della terra, più che doppia

rispet-to alla media; risultati ascrivibili al-l’inferiore disponibilità sia di super-ficie specializzata (2,6 ha), sia di la-voro (0,6 UL/ha, di cui il 66% è rappresentato da manodopera fami-liare).

Nel comparto vitivinicolo emerge la Francia, le cui aziende specializzate ottengono ottimi risultati in termini di produttività e reddito special-mente riguardo al fattore lavoro, la cui redditività è superiore del 73% rispetto alla media, grazie anche al-la minore dotazione di al-lavoro (0,12 UL/ha vs. 0,14) per metà rappre-sentato da manodopera familiare. La maggiore incidenza del lavoro salariato determina anche una più alta quota sulla PL dei costi legati alla retribuzione (il 27,6% a fronte di una media del 21,2%).

La Spagna raggiunge risultati pro-duttivi e di reddito nettamente infe-riori alla media, con una estensione della superficie vitata ampiamente

superiore a quella europea, 11,6 et-tari e un impiego di lavoro pari alla metà della disponibilità media (0,07 UL/ha). Le aziende italiane registrano risultati in linea con la media comunitaria, manifestando una bassa efficienza del lavoro a causa del maggior impiego di ma-nodopera (0,20 UL/ha) in parte compensata dal fattore terra grazie alla minore estensione del vigneto (4,9 ha).

Le prestazioni delle aziende olivicole specializzate, secondo i dati RICA, appaiono altamente eterogenee; cia-scun paese sembra infatti caratteriz-zato da una propria olivicoltura, di-versa per dotazione, produttività e redditività dei fattori e per struttura dei costi. Le aziende cipriote e por-toghesi sono accomunate da insod-disfacenti valori dei quattro indica-tori sebbene si discostino anche for-temente in termini di struttura pro-duttiva e dotazione lavoro.

(48)

Belgio Rep. Ceca Danimarca Germania Grecia Spagna Estonia Francia Italia Ungheria Lituania Paesi Bassi Polonia Portogallo Finlandia Regno Unito UE Consumi intermedi

Ammortamento Fattori esterni e Stato

Reddito netto familiare

-20 0 20 40 60 80 100

Aziende specializzate in ortofloricoltura: composizione percentuale della PL, 2004 Aziende specializzate in ortofloricoltura:

risultati aziendali medi (euro), 2004

PL/UL RN/ULF PL/ha RN/ha

Belgio 71.191 19.602 48.514 6.592 Rep. Ceca 21.852 6.558 4.709 451 Danimarca 88.150 20.843 56.172 2.201 Germania 59.591 17.471 68.615 6.674 Grecia 21.578 16.653 20.384 9.566 Spagna 35.397 40.027 21.060 9.914 Estonia 17.405 -12.521 7.583 -1.150 Francia 53.406 14.240 30.798 2.863 Italia 43.270 24.918 35.644 13.595 Ungheria 14.946 1.632 4.738 294 Lituania 9.389 8.341 2.362 987 Paesi Bassi 104.549 23.419 76.242 4.920 Polonia 15.782 6.010 19.033 3.892 Portogallo 14.637 5.409 6.881 2.191 Finlandia 58.846 15.439 62.564 8.122 Regno Unito 62.482 21.198 36.927 2.008 UE 45.115 20.414 31.880 6.391

(49)

In tutti i paesi prevale la manodo-pera familiare che rappresenta me-diamente oltre i tre quarti del lavoro (79,4%), con un minimo nelle aziende spagnole (74,5%) e italiane (75,4%) e un massimo in quelle ci-priote (89,9%), portoghesi (86,4%) e greche (88,5%). Le aziende spa-gnole conseguono risultati in linea con la media anche se risultano più efficienti in termini di incidenza dei costi complessivi, anche grazie alla ridotta quota impiegata per gli am-mortamenti (5,2 % vs. 8,9%). Le aziende italiane primeggiano in ter-mini di produttività e redditività dei fattori, avendo a disposizione 7 et-tari, di cui 5,3 sono oliveti, e impie-gando 0,15 UL/ha.

Il comparto frutticolo (comprensivo di alberi da frutta, agrumi, frutta in guscio, piccoli frutti, con esclusione delle fragole, e relativi vivai) risulta ampiamente variegato, con paesi del Nord Europa che primeggiano

con indici di produttività più che doppi rispetto alla media (Paesi Bassi, Belgio, Danimarca, Regno Unito) ma con redditività non al-trettanto elevate a causa della quota PL molto più alta per i consumi in-termedi, per la remunerazione dei fattori esterni (compreso il lavoro salariato) e per le tasse ed imposte. Fra i paesi mediterranei, l’Italia si distingue per i buoni risultati di tut-ti gli indici, specialmente con riferi-mento alla redditività del lavoro ma soprattutto della terra. Tali perfor-mance delle aziende italiane posso-no essere ricondotte alla miposso-nore estensione (5,8 ha vs. 7,8 ha), alla dotazione di lavoro in linea con la media (0,2 UL/ha) ma più sbilan-ciata sulla manodopera familiare, che rappresenta il 79% del totale a fronte di un dato medio del 68% e alla maggiore efficienza nella ge-stione che permette di impiegare so-lo metà (50,7%) della PL per

copri-re i costi aziendali. Le aziende spa-gnole, insieme con quelle greche, ri-sultano in assoluto le più efficienti in termini di costi di produzione che assorbono solo circa il 45% della PL. Fra Centro-Nord e Sud dell’Eu-ropa si evidenzia anche una diversa dotazione dei fattori: al Nord le aziende frutticole specializzate han-no una maggiore estensione (dai 12 ettari di quelle austriache e olande-si, ai 18,4 di quelle ungheresi e ai 22 di quelle danesi e tedesche fino ai 27,2 di quelle francesi e ai 41,7 di quelle britanniche) e ricorrono maggiormente al lavoro salariato (oltre il 62% in quelle belghe, fran-cesi, ungheresi e inglesi); nell’Euro-pa del Sud le aziende sono più pic-cole (8 ettari quelle spagnole, 6,7 le portoghesi, 5,8 le italiane e 3,4 le greche) e prevale la manodopera fa-miliare, che rappresenta circa l’80% in Spagna, Italia, Grecia, e Porto-gallo e raggiunge il 95,6% a Cipro.

(50)

Consumi intermedi

Ammortamento Fattori esterni e Stato Reddito netto familiare Cipro Rep. Ceca Germania Grecia Spagna Francia Italia Lussemburgo Ungheria Austria Portogallo Slovenia UE 0 20 40 60 80 100

Aziende specializzate in vitivinicoltura: composizione percentuale della PL, 2004 Aziende specializzate in vitivinicoltura:

risultati aziendali medi (euro), 2004

PL/UL RN/ULF PL/ha RN/ha

Cipro 12.173 3.620 2.877 715 Rep. Ceca 28.469 15.675 3.591 1.636 Germania 48.310 20.545 9.595 3.073 Grecia 16.532 11.534 5.308 3.075 Spagna 22.198 16.812 1.659 987 Francia 65.765 35.895 7.930 2.162 Italia 33.661 16.582 6.713 2.478 Lussemburgo 67.810 45.417 14.948 6.225 Ungheria 15.214 6.421 4.193 651 Austria 52.927 29.238 9.010 4.007 Portogallo 11.825 5.448 2.673 795 Slovenia 9.364 1.888 4.548 852 UE 40.276 20.283 5.716 1.888

(51)

Consumi intermedi

Ammortamento Fattori esterni e Stato Reddito netto familiare Cipro Grecia Spagna Italia Portogallo UE -20 0 20 40 60 80 100

Aziende specializzate in olivicoltura: composizione percentuale della PL, 2004 Aziende specializzate in olivicoltura:

risultati aziendali medi (euro), 2004

PL/UL RN/ULF PL/ha RN/ha

Cipro 6.626 -2.282 2.242 -694 Grecia 10.284 6.864 2.887 1.705 Spagna 16.517 12.272 2.091 1.157 Italia 22.022 13.885 2.831 1.345 Portogallo 9.485 989 368 33 UE 15.455 10.424 2.306 1.235

(52)

Consumi intermedi

Ammortamento Fattori esterni e Stato Reddito netto familiare Belgio Cipro Danimarca Germania Grecia Spagna Francia Italia Ungheria Paesi Bassi Austria Polonia Portogallo Regno Unito UE -20 0 20 40 60 80 100

Aziende specializzate in frutticoltura: composizione percentuale della PL, 2004 Aziende specializzate in frutticoltura:

risultati aziendali medi (euro), 2004

PL/UL RN/ULF PL/ha RN/ha

Belgio 57.415 39.113 12.395 3.192 Cipro 9.193 2.382 5.253 1.301 Danimarca 58.871 -15.212 2.806 -448 Germania 39.132 6.862 5.870 493 Grecia 17.554 12.389 5.886 3.287 Spagna 22.765 16.163 3.507 1.940 Francia 42.435 15.601 6.773 812 Italia 31.136 19.435 6.657 3.281 Ungheria 14.968 -4.646 1.615 -166 Paesi Bassi 65.956 19.930 14.830 2.034 Austria 36.013 21.287 7.113 2.699 Polonia 8.324 2.715 2.505 512 Portogallo 11.570 3.349 2.290 536 Regno Unito 50.771 -10.731 7.566 -336 UE 24.711 13.474 4.815 1.794

(53)
(54)

Il sistema agroindustriale costitui-sce un complesso di attività in cui l’agricoltura interagisce con tutti i settori ad essa collegati: produzio-ne di mezzi tecnici (fertilizzanti, antiparassitari, mangimi, energia, ecc.), industria alimentare, distri-buzione al consumo e ristorazione collettiva.

Per il 2006, la dimensione economi-ca del complesso agroindustriale viene stimata in circa 229 miliardi di euro ai prezzi di base, pari al 15,5% del PIL.

Le principali componenti sono rap-presentate da circa 27,2 miliardi di valore aggiunto (VA) agricolo, 19,5 miliardi di consumi intermedi agri-coli, 18,6 miliardi di investimenti agroindustriali, 24,3 miliardi di VA dell’industria alimentare, 34 mi-liardi di VA dei servizi di ristorazio-ne e 89,2 miliardi di valore della commercializzazione e distribuzio-ne.

Utilizzando i valori ai prezzi di mer-cato, il VA dell’agricoltura e quello dell’industria alimentare risultano

alquanto dissimili dai dati a prezzi base, con valori, rispettivamente, di circa 28 e 34,8 miliardi di euro.

11,9% 10,6% 8,5% 39,0% 14,9% 5,6% 1,4% 8,1% VA dell’Agricoltura Consumi intermedi agricoli Commercio e distribuzione VA Industria alimentare VA Servizi di ristorazione Imposte indirette settori agroindustriali Sostegni alla produzione1

Investimenti agroindustriali2 TOTALE 27.192 19.539 89.215 24.292 34.033 12.885 3.124 18.600 228.880

* NellÕagricoltura è co mpresa la silvicoltura e la pesca; nell’industria alimentare sono comprese le bevande e il tabacco.

1 Importo riferito alle sovvenzioni per l’agricoltura sulla “produzione ed attività d'impresa“; la quota di sovvenzioni sui “prodotti agricoli”, pari a

1.491 milioni di euro, è inclusa nel valore aggiunto agricolo, ai prezzi di base.

2Stima su dati ISTAT.

Principali componenti del sistema agroindustriale* ai prezzi di base (mio. euro), 2006

(55)

L’industria alimentare e bevande italiana annovera nel 2006 circa 78.000 aziende (unità locali), di cui solo il 3,7% con almeno 20 addetti (ISTAT). L’occupazione ha raggiun-to 476.100 unità di lavoro ed una incidenza del 9,5% sul totale indu-stria. Permangono forti squilibri di diffusione territoriale: nel Centro-Nord si concentrano il 70% degli occupati e il 78% circa del valore aggiunto ai prezzi base.

La produzione dell’industria ali-mentare e delle bevande ha regi-strato un aumento dello 0,6%, mol-to al di sotmol-to della media dell’intero comparto industriale (+2,7%). L’in-dustria del tabacco ha registrato una flessione dell’1,8%.

Il valore aggiunto del settore ha evi-denziato un aumento, in valore, del 3,4% rispetto al 2005; l’incidenza sul VA dell’industria in senso stretto (attività estrattive e manifatturiere) e su quello dell’agricoltura è pari

ri-spettivamente al 9% ed all’89,3%. Rispetto al 2005, si segnalano au-menti per la produzione di biscotti, pane e altri prodotti da forno

(+2,7%), lavorazione e trasforma-zione di prodotti ortofrutticoli (+3%), produzioni lattiero-casearie (+3,2%) e prodotti dolciari (+2,3%).

* Incluse bevande e tabacco.

1A prezzi di base.

Fonte: stime su dati ISTAT.

(mio. euro) Produzione totale1 Valore aggiunto1 Contributi produzione

VA dell’industria alimentare in % su VA del totale industria VA dell’agricoltura UL (000) Occupati totali di cui dipendenti 89,3 349,0 969 24.292 107.800 476,1 9,0

Industria alimentare*: principali aggregati macroeconomici, 2006

(56)

Altri comparti1 Lattiero-caseario Dolciario Salumi Carni bovine Mangimistico Avicolo Pasta Conserve vegetali Olio di oliva e di semi Molitorio Surgelati Vino2 Birra Zucchero Succhi di frutta Riso Ittici

TOTALE 110.000 mio. euro (%)

31.108 14.200 10.146 7.370 5.800 4.950 3.900 3.519 3.220 4.200 2.407 2.100 10.700 2.450 1.100 1.060 870 900 28,4 12,9 9,2 6,7 5,3 4,5 3,5 3,2 2,9 3,8 2,2 1,9 9,7 2,2 1,0 1,0 0,8 0,8

Fatturato dell’industria alimentare per settori (mio. euro), 2006 Variazione della produzione alimentare, per comparti, in quantità (%) Var. 2006/05 Lavorazione granaglie1 -2,2 Pasta -0,5 Riso lavorato -8,8 Biscotti e panificazione 2,7 Lavorazione ortofrutticoli2 3,0 Oli e grassi vegetali e animali -8,9 Macellazione bestiame e lav.ne carni 0,7 Lattiero-caseario3 3,2 Zucchero -60,1 Dolciario 2,3 Condimenti e spezie -3,8 Vino4 3,4 Birra 0,8

Acque minerali e bibite analcoliche 1,8

Mangimi -1,7

TOTALE 0,6

1Incluse farine di grano tenero, semole di grano duro e prodotti

ami-dacei.

2Inclusi succhi di frutta e ortaggi (var. 5,1%). 3Inclusa fabbricazione gelati (var. 12,9%). 4Da uva non autoprodotta. 1Di cui, infanzia e dietetici 1.300 milioni di euro, bevande gassate 1.750, caffè 2.200, acque minerali 2.200.

2Incluse le cooperative e le filiere corte (agricoltori - produttori).

(57)

In aumento anche le bevande, in par-ticolare il vino (+3,4%). Sono vice-versa diminuite le produzioni di gra-naglie e farine (-2,2%), riso lavorato (-8,8%), oli e grassi raffinati (-12%). Da sottolineare la forte caduta della

produzione saccarifera (-60%), che ha risentito dei nuovi livelli produt-tivi imposti dalla OCM zucchero. Considerando il complesso dei 25 paesi dell’UE nel 2003, ultimo anno per cui sono disponibili i dati,

l’agroa-limentare incluso il tabacco ha rag-giunto un valore agrag-giunto di circa 192 miliardi di euro e 4,5 milioni di occupati, pari, rispettivamente al 11,3% del valore aggiunto e al 12,8% degli occupati del settore industriale.

Industria alimentare e tabacco nell’UE, 2003

VA Su VA industria Occupati Su occupati industria VA/occupato mio. euro % 000 unità % 000 euro

Totale UE 25 192.000 11,3 4.490 12,8 42,8

Carne 30.605 1,8 1.004 2,9 30,5

Lattiero-caseari 18.000 1,1 390 1,1 46,2

Pane, paste e altro1 66.657 3,9 1.911 5,4 34,9

Trasf. frutta e ortaggi 10.900 0,6 265 0,8 41,1

Grassi e oli veg./anim. 4.000 0,2 59 0,2 67,8

Farine, granaglie e amidi 6.026 0,4 108 0,3 55,8

Mangimi 7.000 0,4 130 0,4 53,8 Bevande 33.814 2,0 437 1,2 77,4 Prodotti ittici 3.752 0,2 129 0,4 29,1 Tabacco 10.000 0,6 60 0,2 166,7 Bulgaria 399 - 112 - 3,6 Romania 961 - 204 - 4,7

1Zucchero, dolciari, thè, caffè,alimenti dietetici e per l’infanzia, condimenti, spezie.

Fatturato industria alimentare nei paesi UE, 2003*

Fatturato Paesi mio euro %

Belgio 29.296 3,7 Danimarca 19.809 2,5 Germania 146.447 18,4 Spagna 76.613 9,6 Francia 142.794 17,9 Italia 94.717 11,9 Regno Unito 100.356 12,6 Olanda 47.696 6,0 Polonia 27.309 3,4 Altri 112.032 14,0 Totale UE 25 797.069 100,0 Bulgaria 2.632 -Romania 5.906

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