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Architettura al limite 2_insediamento residenziale nell'area ex-Bramante a Pesaro_Plugin Building - Gianluca Lattanzi

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Academic year: 2021

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Testo completo

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Prospetto frontale_1:200

Planivolumetria_1:1000

Abstract

L’ex Liceo Bramante si svuota riducendosi ad uno scheletro.

Travi e pilastri non sono meramente parti strutturali, ma diventano generatori di spazio; sostegni per dispositivi modulari da inserire come tasselli in un mosaico in perenne divenire. L’intento del progetto è quello di fornire un supporto di default che renda l’architettura flessibile nel tempo.

Mettendo a disposizione degli utenti un abaco di funzioni, materiali e soluzioni spaziali si produce una complessità da degli standard, dando la possibilità di preconfigurare il proprio modulo prima della sua costruzione. La strategia adoperata è pensata per il lotto dell’ ex Bramante, ma genera un dispositivo di per sè funzionante; uno standard costituito da elementi standardizzati, adattabile a luoghi diversi.

Esploso assonometrico

Responsabile: Cristiano Toraldo di Francia

Tutors: Massimo Guidotti, Timothy Brownlee, Simone Pirro, Luca Tappatà, Roberto Turtu’

studente: GIANLUCA LATTANZI ARCHITETTURA AL LIMITE 2_Insediamento residenziale nell’area ex Bramante a Pesaro

Laboratorio di Orientamento finale_PROGETTAZIONE DELL’ARCHITETTURA

(2)

Sezione_1:200

Pianta Livello 1_1:200

Pianta Livello 0_1:200

Responsabile: Cristiano Toraldo di Francia

Tutors: Massimo Guidotti, Timothy Brownlee, Simone Pirro, Luca Tappatà, Roberto Turtu’

studente: GIANLUCA LATTANZI ARCHITETTURA AL LIMITE 2_Insediamento residenziale nell’area ex Bramante a Pesaro

Laboratorio di Orientamento finale_PROGETTAZIONE DELL’ARCHITETTURA

PLUGIN BUILDING

2

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1 6 7 8 9 10 19 2 4 5 3 11 12 13 14 15 16 17 18 Legenda Sezione_1:20 1_Pannello in calcestruzzo 150 mm 2_Trave HEB 400 mm 3_Lamiera forata 20 mm 4_Trave IPE 300 mm

5_Controsoffitto in cartongesso con pacchetto isolante 6_Pannello Uglass in doppia posa 60 mm 7_Profilo in acciaio a U 150 mm 8_Finestra a taglio termico 9_Scatolare 150x300 mm 10_Pannello in alluminio 11_Pavimento in legno 12_Massetto di sottofondo 40 mm 13_Pannello radiante

14_Massetto in calcestruzzo alleggerito 50 mm 15_Pannello isolante 100 mm 16_Freno Vapore 17_Cemento armato 80 mm 18_Lamiera grecata trapezoidale 19_Pannello in calcestruzzo con cavedi per il verde

Pianta Livello 2_1:200

Pianta Livello 3_1:200

Pianta Livello 4_1:200

Responsabile: Cristiano Toraldo di Francia

Tutors: Massimo Guidotti, Timothy Brownlee, Simone Pirro, Luca Tappatà, Roberto Turtu’

studente: GIANLUCA LATTANZI ARCHITETTURA AL LIMITE 2_Insediamento residenziale nell’area ex Bramante a Pesaro

Laboratorio di Orientamento finale_PROGETTAZIONE DELL’ARCHITETTURA

PLUGIN BUILDING

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studenti: GIANLUCA LATTANZI_ALESSIA CONCETTI HOUSING STRATEGIES_Cohousing nell’area ex Hotel Marche a Senigallia

Laboratorio di Progettazione Urbana

MESS IS MORE

4

Concept

2015 2012 2020 2025

Timeline

Attacco a terra 1:500

Masterplan 1:2000

Sezione 1:500

Responsabile: Emanuele Marcotullio

Tutors: Caterina Micucci, Mattia Rebichini, Eder Staffolani

Abstract

Il sito, posto tra il centro storico ed il lungomare di Senigallia, si configura come un grande vuoto urbano. La grande cesura determinata dalla stazione e la fatiscenza delle preesistenze (ex IAT ed Hotel Marche), definiscono un'area inutilizzata, destinata ad una necrosi potenzial-mente dilagante. Il progetto ha l'ambizione di sfruttare le potenzialità latenti del luogo, innal-zandolo a fulcro per la città.

Immaginando l’Hotel Marche costituito da elementi modulari, lo si fa implodere, così da disseminarli producendo un disordine controlla-to; aprendosi libera il passaggio verso il mare e definisce una nuova stereometria. In quanto unico organismo simmetrico nel disordine generale l’Hotel diventa punto di riferimento e quindi monumento.

Il piano basamentale conferma e contraddice la logica del progetto configurandosi come contro-parte bidimensionale e ordinata degli stessi moduli estrusi: Una Supersuperficie nei cui punti nodali alloggiano i cablaggi preconfigurando dunque la crescita del complesso nel tempo, oltre alle sedute, i pali per l’illuminazione e le essenze.

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Elementi costitutivi

Masterplan 1:2000

Stazione Pedonale Carrabile

Percorrenze

Verso la dogana Verso Pescara Verso gli imbarchi

2

Itinerari di imbarco

parcheggio a lunga sosta imbarco Ipotesi 1

_Ho già il biglietto _Non imbarco la macchina _Ho il bagaglio a mano

Ipotesi 2

_Non ho ancora il biglietto _Non imbarco la macchina _Ho il bagaglio a mano

Ipotesi 3

_Non ho ancora il biglietto _Imbarco la macchina _Ho il bagaglio a mano

Ipotesi 4

_Non ho ancora il biglietto _Imbarco la macchina _Non ho il bagaglio a mano

Ipotesi 5

Ipotesi 6

_Ho già il biglietto _Non imbarco la macchina _Non ho il bagaglio a mano

_Non ho ancora il biglietto _Non imbarco la macchina _Non ho il bagaglio a mano

3 4 3 parcheggio a lunga sosta biglietteria imbarco

biglietteria parcheggioa breve sosta dogana imbarco imbarco parcheggio a lunga sosta deposito bagagli imbarco parcheggio a lunga sosta deposito bagagli biglietteria imbarco

biglietteria parcheggioa breve sosta dogana

deposito bagagli

studenti: GIANLUCA LATTANZI_FEDERICA BINI_ALESSIA CONCETTI L’ENIGMA DELL’ATTESA_Progettazione di una stazione marittima a Pescara

Laboratorio di Progettazione dell’Architettura

FLOATING STONES

5

Responsabile: Luigi Coccia

Tutors: Maria Teresa Granato, Alessio Palmieri

Concept

La progettazione di una stazione marittima non implica solo la realizzazione di spazi funzionali. Di qui nasce l’esigenza della demolizione di quella esistente, che oltre a non fornire i servizi necessari all’imbarco va a costituirsi come un punto isolato in un vuoto urbano, un elemento slegato dal contesto a livello relazionale, soprattutto per quanto riguarda la rete delle infrastrutture. Svantag-gio di non poco conto per un edificio che dovrebbe fare dell’interscambio fra i mezzi di locomozione la sua essenza.

L’idea progettuale parte dall’infrastruttura, che innerva una stazione “litomorfa” e ne genera gli spazi modificando il waterfront, ponendosi come una cerniera tra la terra e il mare.

Essa diventa il fulcro di una nuova centralità, accogliendo servizi che esulano dalla mera funzionalità di una stazione, in cui l’attesa è più facile da ingannare per i viaggiatori ponendosi come luogo di incontro e svago per i pescaresi. L’edificio ha l’intento di mediare tra la grande scala del ponte sul mare e il vuoto che lo circonda, modificando il profilo cittadino ponendosi come un’ecce-zione non invasiva per lo sguardo, che deve contribuire insieme al ponte a fare da catalizzatore per un’area in divenire.

E’ dunque un’alterità determinata, un oggetto apparentemente indipendente che possiede invece legami latenti con la città.

Il complesso, sul piano morfologico, è costituito da due poli che si congiungono tramite una passerella in quota.

La forma di questi ultimi si ispira ai sassi bianchi, quasi piatti, che comunemen-te si trovano nelle spiaggie adriatiche

Come pietre posate su un basso strato d’acqua i poli parzialmente immersi nel cemento, disegnano onde dalla cui traiettoria scaturiscono le essenze arboree. L’elemento naturale, dunque, subisce un passaggio di scala e viene invaso dall’elemento artificiale dell’infrastruttura, che lo taglia, lo scava e lo plasma, rendendolo accessibile alle macchine e ai pedoni su tracciati diversi che trovano però aree di promiscuità.

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PLUGIN BUILDING_Relazione

L’ex Liceo Bramante di Pesaro si colloca in una posizione privilegiata della città, snodo tra

il centro storico e la moderna città giardino, punto di riferimento per la passeggiata verso il

mare e verso la rocca.

Le condizioni in cui versa pongono però un notevole interrogativo: cosa fare di una

volumetria spropositata, al centro della città, priva di qualsivoglia valore architettonico e

come adattarla ad edificio residenziale?

Poiché tipologicamente la costruzione non si presta al tema dell’housing la scelta

progettuale evita un inutile accanimento terapeutico: l’edificio viene abbattuto sfuggendo

pretestuose conservazioni di elementi originari dell’opera (come il mantenimento della

facciata principale).

L’ex Liceo Bramante mantiene però la sua identità, si limita a svuotarsi riducendosi ad uno

scheletro metallico.

Travi e pilastri non sono meramente parti strutturali, ma diventano generatori di spazio;

sostegni per dispositivi modulari da inserire come tasselli in un mosaico in perenne

divenire.

L’intento del progetto è quello di fornire un supporto di default che renda l’architettura

flessibile nel tempo, la struttura diventa elemento regolatore della crescita, ospitando gli

impianti permette di costruire secondo necessità evitando di lasciare locali invenduti.

Mettendo a disposizione degli utenti un abaco di funzioni, materiali e soluzioni spaziali si

produce una complessità da degli standard, dando la possibilità di preconfigurare modulo

prima della realizzazione.

La strategia adoperata è pensata per il lotto in questione, dà luogo ad un dispositivo di per

sè funzionante; uno standard costituito da elementi standardizzati, adattabile a luoghi

diversi.

Alla modularità degli spazi abitabili (il complesso è residenziale ma dispone di servizi per

la comunità, uffici e parti commerciali) si affianca quella del piano basamentale, diversa

ma concepita dallo stesso elemento: la campata.

La superficie calpestabile non rimane vincolata alla bidimensionalità, sfruttando la

pendenza del sito modella la corte interna originando sedute, spazi verdi, rampe,

conformandosi secondo texture diverse le une dalle altre a ribadire l’eterogeneità dei

materiali già appartenente alla modularità abitativa.

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