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Catalogo dei manoscritti della Biblioteca Piana di Cesena, a cura di Lucrezia Signorello, con un saggio introduttivo di Angela Adriana Cavarra, Roma, Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, 2019

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Bibliothecae.it, 8 (2019), 2, 405-407 DOI <10.6092/issn.2283-9364/10376>

Catalogo dei manoscritti della Biblioteca Piana di Cesena, a cura di Lucrezia Signorello, con un saggio introduttivo di Angela Adriana Ca-varra, p. 251, ill. (Indici e Cataloghi. Nuova Serie, 30), Roma, Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, 2019, isbn 978-88-240-1192-1.

Il catalogo dei manoscritti della Biblioteca Piana, curato da Lucre-zia Signorello, mostra un nuovo passo in avanti nella meritoria ope-ra di catalogazione dei fondi manoscritti conservati nelle biblioteche pubbliche italiane. Grazie ad uno studio approfondito e a una ricerca puntuale su una delle più rilevanti collezioni librarie conservate sul terreno nazionale, si presenta, infatti, la catalogazione analitica della Biblioteca Piana che, oggi in deposito presso la Biblioteca Malate-stiana di Cesena, prende il nome proprio dal suo primo possessore, il Pontefice Pio VII, al secolo Gregorio Barnaba Chiaramonti, che costituì una raccolta libraria composta da 5165 volumi a stampa e da 105 manoscritti rappresentati da 59 codici medievali e 46 testimoni moderni.

Nella presente occasione sono stati descritti tutti quei “reperti manoscritti” che costituiscono un nucleo – come rileva l’autrice del catalogo – originalmente disomogeneo per provenienza. Lucrezia Si-gnorello, appunto, pone l’accento su come questa collezione si sia for-mata in maniera del tutto disorganica, fatto che, in realtà, dimostra quella che potremmo chiamare “stratificazione del sapere”, specchio delle vicissitudini e interessi del possessore. Partendo da un nucleo

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originario del precedente Pontefice-concittadino, Giovanni Angelo Braschi (1717-1799) – salito al soglio pontificio col nome di Pio VI – la biblioteca si arricchì mediante acquisti nel mercato antiquario e donazioni dirette al papa, oltre che di quei manoscritti che possiamo definire di uso amministrativo e gestionale del possessore, ossia, che testimoniano le attività burocratiche del cardinale di Roma. Un suc-cessivo passo in avanti, per la formazione di tale collezione, avvenne nell’anno 1814 quando la biblioteca si munì del considerevole dono di quaranta manoscritti, fatto dal Marchese Giovanni Giacomo Lepri. Questa donazione è testimoniata da un piccolo manoscritto cartaceo (Cesena, Biblioteca Malatestiana, ms. Piana 3.206), inviato a corre-do dei libri, un volumetto in cui compare appunto la: Descrizione di num.o 40 manoscritti, cioè, num.o 32 membranacei, num.o 7 cartacei, e

no unico bombicino, quali vengono devotamente umiliati, ed offerti alla

Santità di nostro signore papa Pio VII felicemente regnante dall’infimo dei suoi sudditi il marchese Giovanni Giacomo Lepri l’anno di nostra salute 1814. Lepri, marchese di Rota, nel celebrare il ritorno a Roma del papa, in seguito ai cinque anni di prigionia in Francia, donava quindi una scelta di codici recuperati nel mercato antiquario di ini-zio Ottocento, e che venivano offerti al Pontefice quasi a «colmare le perdite causate dai saccheggi dell’occupazione francese». Il dono del marchese, collezionista e bibliofilo, arricchiva così la raccolta di Pio VII con volumi di particolare interesse contenutistico giacché frutto di una scelta operata tra manoscritti «di Santi Padri, e di altre ope-re Ascetiche». Altra importantissima caratteristica di questo nucleo è che, tra i manoscritti offerti al Pontefice, risaltano alcuni volumi riccamente miniati e altri testimoni datati.

Il catalogo dei manoscritti della Biblioteca Piana, è anticipato, inol-tre, da un saggio della Presidente della Commissione Nazionale “In-dici e Cataloghi delle Biblioteche Italiane”, Angela Adriana Cavarra, in cui nel dare alle stampe la presente fatica, descrive in maniera det-tagliata l’impegno dello Stato Italiano rivolto al recupero e alla valo-rizzazione di importantissime raccolte manoscritte. Cavarra, inoltre,

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sottolinea in maniera precisa le vicissitudine storiche che portarono la collezione Piana a rimanere patrimonio dello stato italiano, come già detto appunto, oggi conservato e valorizzato mediante la tutela e l’operato della Biblioteca Malatestiana di Cesena.

Dopo questa presentazione e l’introduzione dell’autrice, prima del vero e proprio catalogo, nella parte dedicata ai ringraziamenti, si ri-corda come le descrizioni dei manoscritti della Biblioteca Piana siano fruibili anche in maniera informatica grazie all’inserimento delle sche-de sia nel “Catalogo aperto sche-dei Manoscritti Malatestiani” che nella Banca dati Nazionale dell’Istituto Centrale per il Catalogo Unico.”

Il catalogo infine presenta la schedatura analitica dei manoscritti in maniera particolarmente accurata e puntuale, seguita, come dovuto in un lavoro di questa portata, dagli indici degli autori, delle opere, da quelli di persone e dei luoghi che orientano il lettore nella ricerca di particolari attinenze in maniera precisa e veloce. Dopo l’indicazio-ne delle fonti, chiude il volume, la parte il’indicazio-nerente alla bibliografia a stampa, quella non a stampa, la bibliografia on line e l’indice di quelle immagini che costituiscono una scelta di trentasei tavole fotografiche particolarmente rappresentative dell’enorme ricchezza sia dei mano-scritti della collezione che del grande valore librario della Biblioteca Piana.

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