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Escursioni scolastiche «Fuoco e Acqua» «Fuoco e Acqua sono bravi servitori, ma pessimi padroni»

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Academic year: 2022

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Escursioni scolastiche «Fuoco e Acqua»

09.05.2022 - 28.06.2022

«Fuoco e Acqua sono bravi servitori, ma pessimi padroni»

Guida per gli insegnanti durante la preparazione degli scolari per l’escursione di una giornata a Domat/Ems per gli allievi

della 5

a

e 6

a

classe elementare.

(2)

Indice

Capitolo 1 Fuoco e acqua - affascinanti ma pericolosi! ... 3

Capitolo 2 Nata dalle ceneri - l'Assicurazione fabbricati per il bene di tutti... 4

2.1 Conflagrazione - un colpo del destino ... 4

2.2 Un triplice mandato per i Grigioni ... 4

2.3 Prevenire è meglio che guarire ... 5

Capitolo 3 Fuoco ... 6

3.1 Terminologia ... 6

3.2 Il triangolo del fuoco - Cosa ci vuole affinché un fuoco si accenda? ... 6

3.3 Le cause degli incendi ... 7

3.4 Protezione antincendio e spegnimento di incendi ... 7

3.5 Decorso di un incendio / Propagazione di un incendio ... 7

3.6 Brucia - cosa fare? Sempre e subito: telefono 118! ... 8

3.7 Vie di fuga ed evacuazione ... 9

3.8 Comportamento in caso di ustioni ... 11

3.9 Aspetti inerenti agli incendi ... 11

3.10 I pompieri del passato ... 13

3.11 I pompieri di oggi ... 15

3.12 Incendi di boschi ... 19

Capitolo 4 Acqua ... 20

4.1 Terminologia ... 20

4.2 Quanta acqua esiste sulla Terra? ... 20

4.3 Dal bacino imbrifero fino al lago ... 22

4.4 Come si formano le piene? ... 23

4.4.1 Deposito di materiale alluvionale ... 24

4.4.2 Inondazione... 25

4.4.3 Erosione delle rive ... 26

4.5 Piena - cosa fare? ... 27

4.6 Introduzione alla gestione dei rischi ... 28

4.7 Strategie per proteggersi contro le piene: ieri e oggi ... 30

Capitolo 5 Glossario ... 32

Capitolo 6 Fonti e link ... 34

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Capitolo 1

Fuoco e acqua -

affascinanti ma pericolosi!

Fuoco e acqua - due elementi affascinanti e pericolosi!

Da sempre il fuoco che si manifesta in varie forme è sempre stato un ele- mento molto importante per le persone. Tuttavia da millenni ha avuto e ha tuttora un ruolo ambivalente: utile ma anche nocivo, indispensabile ma anche estremamente pericoloso. Il fuoco ci riscalda; adoriamo guardare le fiamme crepitanti. Una casa divorata da un incendio ci incute paura e terrore, però siamo felici di fronte al calore e alla luce di un fuoco durante il bivacco. I calo- riferi che riscaldano il nostro appartamento sono per noi indispensabili. In questi momenti piacevoli nessuno pensa al pericolo: basta un piccolo fiammi- fero acceso gettato via con noncuranza per ridurre un quartiere in cenere e macerie o per provocare un incendio nel bosco.

Per vivere, le persone hanno bisogno d'acqua. Da un lato i corsi d'acqua pro- curano l'umidità necessaria alla vita, fungono da spazio vitale per piante e animali, servono per generare energia elettrica, alimentano la falda freatica e offrono aree di svago per le persone. D'altro canto l'acqua ha anche una forza devastante: in caso di piena, un tranquillo ruscello può trasformarsi in torrente impetuoso che minaccia o distrugge i nostri averi e i nostri beni, come i fabbricati, le strade e le infrastrutture, le colture, le foreste e i prati.

Nelle zone di pericolo, tra l’uomo e i corsi d'acqua sorgono conflitti relativi all'utilizzazione.

Le persone cercano protezione contro il fuoco divampante e le masse d'ac- qua devastanti. Esse gestivano la protezione antincendio già da quando l'uomo di Neandertal collocava delle pietre attorno al suo focolare. L'istitu- zione dei pompieri risale all'antica Roma, all'epoca dell'imperatore Augusto (21 a. C.). Solamente nel 19° secolo sono stati creati i pompieri moderni gra- zie alle conoscenze e alle tecniche in rapida evoluzione.

Nei due secoli scorsi, la protezione contro le piene si concentrava essenzial- mente sull'arginatura e sulla correzione dei corsi d'acqua. Come di fronte ad

altre forme di minaccia, l’uomo ha cercato di proteggersi da ambedue gli ele- menti Fuoco e Acqua dapprima adeguando il comportamento, più tardi tra- mite misure edilizie e infine ricorrendo a mezzi ausiliari tecnici.

In questa guida per l'escursione vengono elaborati alcuni aspetti importanti riguardanti i pericoli dovuti al fuoco e all'acqua. Si tratta di domande del tipo

«Cosa ci vuole affinché un fuoco si accenda?», «Quali pericoli nasconde il fuoco?», «Brucia - cosa fare?», «Come si forma la piena?», «Allagamento - cosa fare?», ma anche «Quali sono le attuali strategie contro le piene?» che vengono discusse e presentate in questo testo didattico. La consapevolezza del pericolo e la conoscenza dei due processi contribuiscono ad aumentare la sicurezza delle persone e dei beni materiali.

Il singolo individuo non è in grado di difendersi da solo e in modo efficace contro il fuoco e le catastrofi elementari. A tale scopo si rendono infatti ne- cessari provvedimenti di pianificazione del territorio, arginature di fiumi e pre- scrizioni di protezione antincendio da realizzare sotto la sovranità statale. Le assicurazioni cantonali dei fabbricati costituiscono delle comunità anti rischio autonome e complete che coprono tutti i rischi a condizioni adeguate. Orga- nizzano la protezione antincendio e, in parte, la protezione contro i sinistri elementari a scopo preventivo, promuovono il servizio dei pompieri e assicu- rano i fabbricati in base al rispettivo valore a nuovo.

La guida per l'escursione in oggetto costituisce la base didattica per la gior- nata d'escursione organizzata sotto il motto: «Fuoco e acqua sono buoni ser- vitori, ma pessimi padroni». Nel sito internet www.gvg.gr.ch/it potete inoltre trovare interessanti argomenti e link per approfondire le vostre conoscenze in materia di fuoco e acqua.

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Capitolo 2

Nata dalle ceneri - l'Assicurazione fabbricati per il bene di tutti

2.1 Conflagrazione - un colpo del destino

Per gli interessati, l'incendio di un fabbricato rappresenta un duro colpo del destino che in passato spingeva sovente i malcapitati ai margini della loro ca- pacità esistenziale. Per i suoi abitanti, la casa costituiva infatti, in forma an- cora più accentuata rispetto ad oggi, un elemento di protezione vitale ed era spesso anche luogo di lavoro, patrimonio e previdenza per la vecchiaia. Per- dere la casa significava degrado sociale, e talvolta addirittura povertà e mise- ria. Se la casa bruciava si poteva contare sull'aiuto, tuttavia non si aveva al- cun diritto. Presentando una «lettera per la carità inerente all'incendio» (mo- dalità per affrontare il danno) stilata dal presidente del comune o da un sa- cerdote, nella quale si invitava alla benevolenza nei confronti delle vittime dell'incendio, questi sventurati si aggiravano nel paese per raccogliere of- ferte.

Gli incendi di proporzioni catastrofiche, come per es. l'incendio divampato a Londra nel 1666, che distrussero interi quartieri evidenziarono la necessità di istituire una protezione assicurativa. Nel corso del diciassettesimo e del di- ciottesimo secolo, soprattutto in Inghilterra, in Germania e negli Stati Uniti, nacquero compagnie d'assicurazione antincendio. In Svizzera, la prima assi- curazione fabbricati venne fondata nel Cantone di Argovia nel 1805. Nel giro di poco tempo furono poi create delle assicurazioni di diritto pubblico anche in altri 17 cantoni, le ultime due furono quelle dei Grigioni (1907) e del Giura (1979).

2.2 Un triplice mandato per i Grigioni

Dalla sua fondazione avvenuta oltre 100 anni fa, l'Assicurazione fabbricati adempie tre mandati nel e per il Cantone dei Grigioni:

 Garantisce l'assicurazione obbligatoria e illimitata della sostanza edilizia (valore a nuovo) contro il fuoco e, dal 1932, anche contro i danni elemen- tari (della natura).

 Si occupa della protezione preventiva dei fabbricati contro gli in- cendi e, in parte, anche contro i danni elementari.

 Gestisce e promuove il servizio dei pompieri con il versamento di contri- buti nonché attraverso ispezioni e corsi di formazione.

La combinazione tra prevenzione, assicurazione e raggruppamento dei vari rischi in un grande sistema integrato permette di garantire una protezione ef- ficace delle persone, degli animali e delle proprietà a costi estremamente bassi. La posizione di monopolio dell'Assicurazione fabbricati consente di riu- nire i due concetti "rendere sicuro" e "assicurare" in un sistema autofinan- ziato dai proprietari immobiliari mirato a ridurre i danni. Nell'ambito di questo triangolo equilibrato, efficiente e sensato dal profilo economico e da quello etico, che contempla i tre elementi prevenzione contro gli incendi, lotta antin- cendio e assicurazione, il principio di causalità è garantito integralmente. Il carattere obbligatorio dell'assicurazione e la posizione di monopolio formano il quadro giuridico.

L'Assicurazione fabbricati del Cantone dei Grigioni appartiene alla comunità solidale dei proprietari delle case nel Cantone dei Grigioni e viene guidata dal parlamento cantonale come ente indipendente di diritto pubblico.

Interazione tra protezione dai danni, corpi pompieri e assicurazione al va- lore a nuovo.

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2.3 Prevenire è meglio che guarire

L'affermato principio secondo cui è meglio prevenire e combattere i danni in modo da evitare riparazioni a posteriori è uno dei motivi principali che con- sentono all'Assicurazione fabbricati dei Grigioni di applicare premi così bassi.

La prevenzione contro gli incendi e la lotta antincendio sono una forma di protezione delle persone e di protezione contro i danni ai beni materiali van- taggiosa per la collettività e per gli assicurati che devono pagare i relativi premi. La protezione delle persone e dei beni contro gli incendi viene garan- tita mediante l'adozione di misure edilizie e provvedimenti tecnici.

L'obiettivo dell'Assicurazione fabbricati è di

 ridurre entro limiti ragionevoli i rischi di sinistro eccessivi adottando misure adeguate.

 in caso di sinistro, i pompieri pronti a intervenire, ben istruiti e ben equi- paggiati dovrebbero il più possibile riuscire ad arginare i danni.

L'Assicurazione fabbricati investe annualmente nel Cantone dei Grigioni circa 10 milioni di franchi delle proprie risorse per la prevenzione e la lotta contro i sinistri. Finanzia un compito che in verità rientrerebbe nella sfera di compe- tenza della mano pubblica. Questi investimenti consentono comunque di mi- gliorare sensibilmente la sicurezza della popolazione e della proprietà.

Dati statistici dell'Assicurazione fabbricati dei Grigioni (GVG)

 Il rapporto annuale 2020 può essere scaricato dal nostro sito www.gvg.gr.ch/it.

INDICATORI

Stato al 31.12.2020

Fabbricati assicurati Quantità 162‘481

Capitale assicurato (CA) mia. CHF 114.81

Entrate premi (inclusa tassa di prevenzione) mio. CHF 37.12 Premio ogni 1'000.00 CHF di CA

(inclusa tassa di prevenzione) ct. 32.34

Danni da incendio / netto mio. CHF 9.00

Danni elementari / netto mio. CHF 3.44

Spese per la protezione antincendio / per i pompieri mio. CHF 15.86 Proventi netti dalla sostanza

(prima degli ammortamenti / degli accantonamenti) mio. CHF 25.99 Eccedenza contabile della GVG, consolidata mio. CHF 26.68 Fondo di riserva della GVG (incluso risultato annuo) mio. CHF 537.70 Fondo di riserva della GVG in rapporto al CA ‰ 4.68

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Capitolo 3

Fuoco

3.1 Terminologia

Il fuoco (dal latino ignis -> focus) è una forma di combustione chimica che sprigiona delle fiamme ed emana luce e calore. Una combustione incontrol- lata è chiamata incendio, mentre una combustione senza fiamme è chiamata brace.

3.2 Il triangolo del fuoco - Cosa ci vuole affinché un fuoco si accenda?

Per accendere un fuoco ci vogliono sempre tre componenti:

 materiale infiammabile (sostanza combustibile),

 ossigeno, che serve al fuoco per «respirare»,

 una fonte di calore per innescare il fuoco (mezzo d'accensione)

Il fuoco si accende quando tutti e tre gli elementi sono presenti contempora- neamente. Se manca una componente, il fuoco non si accende!

Talvolta si riesce a fatica ad accendere il fuoco per cuocere alla griglia, ma se i tre elementi che compongono il triangolo del fuoco si combinano involon- tariamente, le conseguenze possono essere devastanti.

Elementi necessari per l'accensione di un fuoco

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3.3 Le cause degli incendi

Le cause che provocano un incendio possono essere diverse.

Un incendio può svilupparsi per cause tecniche, naturali o può essere doloso causato da un piromane. La presenza di una causa tecnica o naturale non esclude comunque automaticamente la possibilità che l'incendio sia stato provocato da un piromane. Qualora la causa tecnica o naturale di un incen- dio è riconducibile alla mancata osservanza di norme tecniche generalmente riconosciute, può infatti anche essere adempita la fattispecie penale della pi- romania o dell'incendio colposo (per negligenza grave).

Un incendio può essere provocato anche per negligenza nel maneggiare og- getti infiammabili, quali sigarette, corpi pirotecnici e candele, oppure per cause tecniche, quali per esempio il surriscaldamento di cavi elettrici. Per concomitanza di circostanze negative, anche la perdita del controllo su un fuoco utilitario (per esempio il fuoco per bruciare le foglie in giardino, oppure la fiamma per saldare) può innescare un incendio. Inoltre, un incendio può svilupparsi anche in seguito alla propagazione delle fiamme da un focolaio adiacente, per esempio su un edificio abitativo confinante, o per effetto di un'esplosione (gas).

Gli incendi appiccati intenzionalmente o con temerarietà sono perseguibili penalmente come atti piromani. Esistono però anche numerose sostanze che possono incendiarsi da sole qualora entrano in contatto con dell'ossigeno.

Pure le fonti innescanti che riscontriamo in natura, quali per esempio i fulmini e i vulcani, possono scatenare un incendio.

Le indagini per stabilire l'origine di un incendio rientrano nella sfera di compe- tenza dell'organo inquirente in materia di incendi della polizia.

3.4 Protezione antincendio e spegnimento di incendi

La polizia del fuoco della GVG (Assicurazione fabbricati dei Grigioni) assicura la protezione antincendio preventiva. Essa applica le prescrizioni antincendio vigenti a livello svizzero che disciplinano la protezione antincendio dal profilo edilizio, tecnico e organizzativo. Le stesse contengono disposizioni sulle di- stanze tra gli edifici, le vie di fuga, i materiali e gli impianti di rivelazione e di spegnimento degli incendi, la segnalazione delle vie di fuga ecc. Si garanti- sce così la protezione della vita e l’integrità delle persone e la protezione dei beni materiali contro i danni del fuoco.

Protezione antincendio preventiva significa semplicemente evitare con cau- tela che le tre componenti del triangolo del fuoco (vedi cap. 3.2) si uniscano e possano interagire. Per l'industria come anche per le economie domestiche ciò significa: mantenere l'ordine e conservare sistematicamente i mezzi d'ac- censione in un luogo separato dalle sostanze combustibili. È quindi oppor- tuno evitare di collocare la bomboletta spray della lacca per capelli e il fla- cone con lo spirito da ardere sopra all'armadietto del bagno vicino alla luce diretta, oppure di eseguire contemporaneamente lavori di saldatura e di ver- niciatura nello stesso locale; o ancora di mettere una candela accesa ac- canto alle riviste.

Per spegnere il fuoco basta allontanare uno dei tre elementi che compon- gono il triangolo del fuoco.

Infatti, come una persona muore asfissiata se non riceve più «aria», anche un fuoco che non riceve più ossigeno soffoca.

Per spegnere un incendio si sfrutta questo principio, quindi:

 Coprire la friggitrice in fiamme con un coperchio per pentole.

 Usare la coperta antincendio per spegnere il cestino della carta che si è incendiato.

 Rimuovere l'ossigeno con il gas contenuto nell'estintore (CO2).

 Nei locali chiusi talvolta il fuoco soffoca da solo.

Un'altra possibilità per spegnere un fuoco è quella di togliere la sostanza combustibile:

 Tagliando lo stoppino di una candela molto in basso, la cera non riesce più a salire fino alla fiamma e la candela si spegne.

 Senza apporto di benzina, il motore dell'automobile si arresta.

 Chiudendo il rubinetto del gas, il fornello da campeggio si spegne.

Per spegnere il fuoco si può anche rendere inutilizzabile il "mezzo d'accen- sione". I pompieri, per esempio, raffreddano gli oggetti in fiamme con acqua finché il calore dell'incendio non abbia raggiunto un livello tale da non essere più sufficiente per mantenere in vita il fuoco.

3.5 Decorso di un incendio / Propagazione di un incendio

Il punto di partenza di un incendio è costituito dall'accensione delle sostanze combustibili tramite una fonte d'ignizione. In questa prima fase (fino circa al 4° minuto) nasce un cosiddetto "incendio iniziale o incendio strisciante" la cui

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durata dipende dalla concentrazione d'ossigeno nel locale. Qualora un incen- dio continua a strisciare all'interno di un locale o di un edificio chiuso senza che qualcuno se ne accorga e se sono soddisfatte tutte le altre premesse per l'accensione, al momento in cui viene apportato dell'ossigeno (per esempio attraverso un vetro andato in frantumi oppure aprendo improvvisamente una porta) può verificarsi un'accensione dei fumi o addirittura un'esplosione dei gas dei fumi (backdraft).

Nella seconda fase (circa dal 4° al 9° minuto d'incendio) si sviluppa un incen- dio localizzato che surriscalda sempre di più l'aria nel locale. A partire dal 3°

minuto circa, la concentrazione di gas raggiunge dei valori tali da inibire la capacità di agire delle persone, mentre a partire dal 5° minuto i valori hanno raggiunto un livello tale da mettere in pericolo la loro vita.

Quando la temperatura del locale supera la temperatura d'ignizione degli og- getti che si trovano nel locale, l'incendio divampa di colpo. Ci troviamo di fronte al cosiddetto «flash over» oppure incendio improvviso generalizzato (circa dopo 9 fino a 10 minuti).

A questo punto le temperature possono raggiungere facilmente i 1'000°C e anche oltre. A dipendenza del carico d'incendio disponibile e dell'apporto d'a- ria fresca, il fuoco si mantiene su questo livello di temperatura (fase di pieno sviluppo) finché non diminuirà lentamente (fase di declino).

La quantità d'acqua di spegnimento necessaria aumenta in modo esponen- ziale come la temperatura e le dimensioni dell'incendio. Infatti, mentre per spegnere un cestino della carta in fiamme basta un secchio d'acqua, i pom- pieri necessitano di almeno 30'000 litri d'acqua per spegnere l'incendio di una casa.

3.6 Brucia - cosa fare? Sempre e subito: telefono 118!

Se le persone in preda al panico si accalcano verso l'uscita oppure cercano di salvare dalle fiamme oggetti privi di valore, perdono letteralmente la testa.

In una situazione inusuale come questa è utile ricordarsi di alcuni promemo- ria.

Allarmare - Salvare - Spegnere!

Anche il fuoco più piccolo può trasformarsi in breve tempo in un grosso in- cendio. È quindi utile allarmare i pompieri, prima di tentare di domare il fuoco da soli.

Per esperienza, gli adulti sono meglio in grado di riconoscere una situazione di pericolo di quanto non lo siano i bambini. Inoltre gli adulti hanno molta più forza, utile per esempio per salvare altre persone.

Però i bambini sono capaci di gridare, chiamare e attirare l'attenzione di altre persone sul fuoco, in modo da avvertirle e allarmarle.

Inoltre, i bambini sono in grado di portarsi in salvo da soli.

Naturalmente anche i bambini devono allarmare i pompieri, se veramente brucia.

Per questo i promemoria destinati ai bambini sono adeguati alle loro capa- cità.

[L'adesivo dovrebbe essere applicato su ogni telefono e su ogni cellulare!]

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Esci dalla casa e chiudi la porta!

Schiva il fumo!

Allarma telefonando al 118!

Aspetta i pompieri!

Allarmare i pompieri – telefono 118!

Quando scoppia un incendio, i fatti precipitano; si vuole chiamare i pompieri, ma nessuno si ricorda dove è stato messo l'elenco telefonico e su quale pa- gina sono indicati i numeri di chiamata d'emergenza. È quindi opportuno che tutti, adulti e bambini conoscano a memoria il numero di chiamata di soc- corso dei pompieri: il 118.

È importante che anche i bambini siano in grado di agire e di dare l'allarme da soli. Più le indicazioni fornite durante la chiamata di soccorso sono chiare e precise, più i pompieri saranno in grado di reagire con rapidità e precisione durante l'intervento. È opportuno osservare i seguenti punti:

 Chi sta chiamando?

(nome della persona che telefona)

 Cosa sta bruciando?

(casa d'abitazione, officina, automo- bile, ecc.)

 Dove si trova l'incendio?

(luogo, via, numero civico)

 Ci sono delle persone in pericolo?

Nell'agitazione è facile confondere i dati. Quindi, non riappendete mai prima che i pompieri abbiano terminato la conversazione telefonica!

È importante che i pompieri non vengano solo allarmati, ma che ricevano an- che le necessarie indicazioni e segnalazioni sul luogo dell'incendio. Gli inqui- lini non possono semplicemente andarsene, bensì devono annunciarsi sul posto ai pompieri affinché questi possano accertarsi che sono sani e salvi e non debbano inviare un nucleo di ricerca per le persone apparentemente date per disperse.

Comunque è anche vero che un fuoco che divampa non aspetta certo l'arrivo dei pompieri. È dunque importante che i pompieri vengano allarmati tempe- stivamente, vale a dire subito.

Se il fuoco può essere spento prima dell'arrivo dei pompieri, tanto meglio. I pompieri si accerteranno che il fuoco sia effettivamente completamente spento e che il focolaio d'incendio non nasconda più alcun pericolo.

Se non è possibile spegnere il fuoco prima dell'arrivo dei pompieri, grazie ad un intervento tempestivo, nella maggioranza dei casi i pompieri riescono a evitare danni maggiori o addirittura una catastrofe.

Gli interventi dei pompieri sono per principio gratuiti per le persone colpite e per chi dà l'allarme. I pompieri non apprezzano invece le chiamate fatte per scherzo. Se devono intervenire in seguito a una chiamata di soccorso e, una volta giunti sul posto, constatano che qualcuno si è permesso di fare uno scherzo, vengono avviate delle indagini per individuare la persona che ha ef- fettuato la chiamata. Spesso non è molto difficile identificare il colpevole, in quanto ogni chiamata di soccorso viene registrata. Tenuto conto che una chiamata di soccorso rivolta ai pompieri scatena tutta una serie di azioni, co- sti ed eventualmente anche situazioni pericolose nel traffico stradale, ogni abuso del numero di chiamata di soccorso è perseguibile penalmente. Oltre alla multa, gli adulti o i bambini che si rendono colpevoli di una tale infrazione devono pagare anche i costi dell'intervento del corpo pompieri.

Per quanto riguarda i numeri di chiamata di soccorso vale il principio: meglio una volta di troppo che una di meno, però gli abusi sono vietati!

Suggerimento: esercitate il modo corretto di dare l'al- larme assieme alla vostra classe. Ripetete l'esercizio con scenari diversi (per es.

incendio a scuola, a casa, si- tuazione d'emergenza per strada).

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3.7 Vie di fuga ed evacuazione

Un edificio in preda a un incendio si riempie rapidamente di fumo. Questo fumo si propaga nelle varie stanze attraverso le porte aperte, le intercapedini e le fessure. La visibilità risulta fortemente compromessa, ciò che rende più difficile la fuga dall'edificio. Inoltre, le camere in disordine (ma anche le aule scolastiche, nonché le scale e gli altri disimpegni) ostacolano ulteriormente la fuga. Nella confusione generale s'inciampa nel paio di scarpe dimenticato per terra o nella bicicletta parcheggiata fuori posto. In tal modo si rischia di farsi male e si perde del tempo prezioso.

Mentre il fumo caldo si accumula soprattutto sotto il soffitto, di solito a raso terra c'è abbastanza aria per respirare. Inoltre la visibilità è migliore e le tem- perature più fresche. Strisciando carponi, nel limite del possibile con un panno bagnato davanti alla bocca e al naso, è possibile trovare l'uscita che conduce alla salvezza. Durante la fuga per evitare il fumo, prima di aprire una porta è opportuno eseguire la verifica della maniglia: se la maniglia scotta, vuol dire che dietro alla porta c'è un mare di fiamme. Se invece la ma- niglia risulta normale al tatto, si può aprire tranquillamente la porta (vedi si- tuazione 1 e 2).

Se non è possibile uscire dalla stanza (vedi situazione 3), bisogna affacciarsi alla finestra e attirare l'attenzione agitando le braccia, gridando e chiamando.

Saltare dalla finestra è consigliabile solo se vi trovate a pianterreno! Soprat- tutto i bambini più piccoli in preda alla paura si nascondono volentieri sotto il letto oppure nell'armadio. È però importante sapere che in una camera piena di fumo i pompieri non hanno alcuna possibilità di trovare e salvare un bam- bino nascosto.

Suggerimento: andate a trovare i vostri pompieri! Essi vi mostreranno il comportamento corretto da adottare in caso d'incendio.

Se già a casa risulta difficile fuggire in caso d'incendio, in un luogo scono- sciuto la cosa si fa ancora più complicata. Quando si entra in un edificio sco- nosciuto è quindi importante guardare subito dove si trovano le vie di fuga.

Nei luoghi pubblici queste sono indicate mediante appositi segnali.

Nei cinema e negli altri luoghi pubblici, in caso d'incendio tutte le porte su cui è affisso un segnale di fuga si aprono subito automaticamente.

Contrassegno per le vie di fuga

Nelle camere d'albergo è affisso un piano sul quale sono indicate le vie di fuga e i po- sti di spegnimento. Un pilota che ha viag- giato molto ci ha raccontato che quando soggiorna in albergo sistema sempre le sue scarpe accanto al letto, pronte da calzare.

Nei casi d'emergenza per terra ci sono in- fatti sempre tanti cocci e frammenti di ma- cerie che rendono una fuga a piedi nudi una vera tortura.

I corridoi degli edifici scolastici sono larghi e liberi. Ciò potrebbe essere inter- pretato come invito a sistemarvi delle panchine o una parete d'affissione per appendere i piccoli capolavori degli allievi. Occorre tuttavia tener presente che un arredamento pianificato con fantasia per ravvivare la scuola potrebbe rivelarsi una trappola mortale in caso d'incendio.

Quindi ricordatevi:

Memorizzare le vie di fuga - non ostacolare le vie di fuga!

Suggerimento: come si presenta la situazione nella vostra scuola? A casa vostra? Disegnate un piano con le vie di fuga. Ponetevi le seguenti domande:

- Dove ci sono ostacoli? Dove sono le coperte antincendio e gli estintori?

Qual è il punto di ritrovo più adatto all'aria fresca per attendere l'arrivo dei pompieri?

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3.8 Comportamento in caso di ustioni

Basta poco, una piccola disattenzione ed ecco che Pietro o Selina si sono scottati con un liquido bollente. Anche per ustionarsi davanti al fuoco della griglia, oppure durante l'accensione di un fuoco d'artificio o ancora davanti al fuoco acceso per fare un picnic nel bosco non ci vuole molto. Comunque, l'importante è reagire correttamente e in fretta.

In ogni caso la parola magica è «raffreddare»!

Raffreddare a lungo (almeno per 15 minuti) la parte ustionata, preferibil- mente con acqua fredda corrente. In- fatti, le ustioni tendono a progredire lungo la pelle distruggendo ulteriore tessuto. Quindi è importante raffred- dare le ferite in modo efficace.

Mai, ma proprio mai, applicare po- mate o altri «rimedi casalinghi» sulle ferite. Infatti queste/i non fanno altro che chiudere i pori impedendo così alla pelle di raffreddarsi. In caso di ustioni importanti è sempre consiglia- bile consultare un medico!

I nostri abiti contengono molte fibre sintetiche che bruciano facilmente. Basta un attimo di disattenzione e il pullover o la giacca prendono fuoco. Cosa fare quando gli indumenti o addirittura le persone bruciano? La persona in fiamme deve assolutamente evitare di mettersi a correre qua e là in preda al panico. Le correnti d'aria alimentano ulteriormente le fiamme. La cosa mi- gliore è sdraiarsi a terra nel punto in cui ci si trova, proteggersi il viso con le mani e rotolare per terra finché il fuoco non si sarà spento per soffocamento.

Naturalmente gli altri possono aiutare il malcapitato versandogli addosso dell'acqua o avvolgendolo con una coperta finché le fiamme non si saranno estinte. Esercitando queste sequenze in forma ludica (per esempio durante la lezione di ginnastica), esse potrebbero contribuire a salvare delle vite in un caso effettivo. Una volta che il fuoco è spento bisogna collocare la persona ustionata sotto una doccia fredda oppure immergerla in un bagno d'acqua fredda.

Suggerimento: invitate un o una rappresentante della locale società dei sa- maritani per discutere su questo tema assieme alla classe

3.9 Aspetti inerenti agli incendi

Il fumo prodotto nell'ambito di un incendio è tossico sia per le persone sia per gli animali. Quando respiriamo, assieme all'aria aspiriamo dell'ossigeno che viene convogliato nei nostri polmoni ed espiriamo anidride carbonica. I nostri globuli rossi sono concepiti in modo tale che, durante la respirazione, l'ani- dride carbonica prodotta dal nostro corpo viene sostituita con dell'ossigeno.

L'ossigeno e l'anidride carbonica si aggrappano ai globuli rossi come una chiusura velcro (a strappo). Viceversa, il monossido di carbonio, invisibile e inodore, si attacca saldamente ai globuli rossi, come una saldatura.

Quindi anche se l'ossigeno arriva nei polmoni attraverso la respirazione non viene più assimilato poiché il suo posto è già occupato. La persona muore per asfissia. Oltre al monossido di carbonio, il fumo scaturito da un incendio contiene anche altri gas nocivi per l'uomo e per gli animali. Pure la fuliggine che rimane sul luogo dell'incendio o che viene trasportata dal fumo contiene sostanze tossiche.

I fuochi di sterpaglia sono un altro fenomeno che contribuisce a fertilizzare il terreno creando luce e spazio per nuove piante. In molti ecosistemi il fuoco è considerato una forza importante che riorganizza continuamente la natura.

Nell'America del Nord si lascia consapevolmente che gli incendi di boschi proseguano il loro corso, anzi talvolta vengono addirittura appiccati volonta- riamente e tenuti sotto controllo. Tuttavia, gli incendi di boschi possono an- che distruggere intere comunità di piante e animali! Un fulmine, un mozzi- cone di sigaretta gettato via con noncuranza oppure un fuoco non completa- mente spento possono devastare un'intera foresta. Contrariamente all'opi- nione comune, solo una minima parte degli incendi di boschi viene provocata dai fulmini. Nella maggioranza dei casi sono causati dall'uomo. Quando con la giusta inclinazione i raggi del sole splendono attraverso le bottiglie e i cocci di vetro, abbandonati ai margini del bosco, hanno lo stesso effetto di una lente focale e possono anche loro dare origine a un incendio!

Oltre alla distruzione e alla contaminazione dovuta agli incendi esiste anche un terzo fattore che grava sull'ambiente: l'enorme consumo d'acqua. Solita- mente per spegnere gli incendi, i pompieri usano dell'acqua che proviene dalle fonti d'approvvigionamento pubbliche. Per quanto riguarda le quantità d'acqua necessarie per estinguere un incendio si possono solo fare delle stime: comunque si tratta sempre di quantità importanti.

(12)

Incendio in una camera

Quantità d'acqua necessaria:

almeno 3’000 litri

Incendio in un appartamento

Quantità d'acqua necessaria:

almeno 20’000 litri

Incendio di una casa

Quantità d'acqua necessaria:

oltre 100‘000 litri

20’000 litri d'acqua sono sufficienti per 1'000 docce (ognuna con 10-20 litri).

Tale quantità d'acqua corrisponde al consumo di una lavastoviglie che viene accesa una volta al giorno durante 3 anni e mezzo, oppure al fabbisogno d'acqua potabile di una persona sull'arco di 27 anni (2 litri al giorno).

Le grandi quantità d'acqua impiegate per domare gli incendi arrecano ulteriori danni. Agli inquilini dei piani inferiori non fa certo piacere se una tale quantità d'acqua s'infiltra nel loro appartamento gocciolando dal soffitto!

L'acqua di spegnimento è sempre molto inquinata. In seguito all'incendio di Schweizerhalle, un incendio di vaste proporzioni che ha colpito la multinazio- nale farmaceutica Sandoz di Basilea il 1° novembre 1986, il Reno è stato contaminato dall'acqua antincendio in misura tale da far temere che nelle sue acque non avrebbe più potuto esserci vita per numerosi anni. Su una lun- ghezza di 450 chilometri si è registrata una moria di pesci di proporzioni gi- gantesche che ha colpito soprattutto le anguille. Inoltre non è più stato possi- bile ricavare acqua potabile dal fiume.

Moria di pesci nel Reno in seguito all'incendio di Schweizerhalle

Al fine di aumentare il potere estinguente dell'acqua vengono spesso ag- giunte delle sostanze tensioattive. Queste formano una schiuma che soffoca il fuoco. Qualora tale acqua di spegnimento s'infiltra in un corso o in uno specchio d'acqua, forma una specie di coperchio che mette a repentaglio le forme vitali acquatiche.

Suggerimento: informatevi presso l'amministrazione comunale riguardo alla capienza del serbatoio dell'acquedotto. Un confronto con il consumo d'acqua di un'economia domestica o dei pompieri può offrire lo spunto per un compito di matematica un po' diverso: raffigurare il consumo sotto forma di cubi, op- pure come un grande lombrico formato da imballaggi Tetrapack da 1 litro, ecc.

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3.10 I pompieri del passato

Storia e compiti attuali (prevenzione, intervento, rigenerazione)

L'invenzione dei pompieri viene attribuita all'epoca romana, precisamente all'imperatore Augusto (21 a. C.). Gli schiavi liberati venivano obbligati a inter- venire come «vigiles» (guardie) per spegnere numerosi incendi. Sebbene nell'Antica Roma l'approvvigionamento idrico tramite gli acquedotti fosse mi- gliore rispetto a quello delle città medievali, spesso la lotta antincendio non era molto efficace. Infatti non esistevano ancora gli idranti e in inverno l'acqua gelava spesso nei secchi. Ci si avvaleva di mezzi di spegnimento primitivi:

scale, secchi, asce e coperte di feltro inzuppate d'acqua, nonché pompe ma- nuali. Con questi mezzi, i «vigiles» non poterono naturalmente fare molto di fronte all'incendio di Roma appiccato da Nerone nel 64 d. C.

Nel medioevo bruciava di frequente. Le persone hanno vissuto numerosi in- cendi di città e di villaggi. Anche le varie località della Svizzera sono state col- pite da almeno un incendio di vaste proporzioni.

Una volta le case erano di legno, rivestite di scandole e con tetti di paglia. Al loro interno lavoravano, a fuoco aperto e senza particolari accorgimenti di si- curezza, i panettieri, i fabbri e i vetrai. Non c'è quindi da stupirsi che si verifi- cassero spesso degli incendi. Anche le case d'abitazione venivano spesso colpite da un incendio. La constatazione secondo cui molti di questi incendi si verificavano di notte, quando il focolare era incustodito, ha indotto ben presto i responsabili a promulgare la "legge del coprifuoco", la quale imponeva che di sera la brace del focolare venisse coperta con una campana di metallo o di terracotta affinché non potesse essere sparpagliata dal vento o dagli animali domestici.

Le ultime guardie notturne in servizio nei Grigioni attorno al 1931

Richiamo della guardia notturna

«Udite vostri Signori, lasciatevi dire a tutto fiato la nostra campana le dieci ha suonato.

Custodite la luce e il fuoco

e non pensate, una scintilla è cosa da poco!

Una scintilla di fuoco, pur piccola che sia, città e paesi in cenere porta via.»

Quando risuonava la campana serale, il focolare doveva essere freddo e chiuso, altrimenti i contravventori rischiavano una severa pena.

Dato che i mezzi di spegnimento erano pochi, e per giunta poco efficienti, si puntò soprattutto sulla prevenzione. Molti buoni propositi dal profilo tecnico hanno però dovuto soccombere alla superstizione, ampiamente diffusa nel me- dioevo. Il fuoco era infatti visto come potere demoniaco, ma inviato da Dio. Il pa- rafulmine è per esempio stato rifiutato perché i preti ritenevano che potesse su- scitare le ire di Dio.

Con il passare del tempo, le catastrofi hanno indotto i responsabili a emanare prescrizioni in materia di polizia del fuoco e, inoltre, sono stati intrapresi degli sforzi per ostacolare il fuoco adottando modalità di costruzione adeguate: le case non furono più costruite così vicine l'una all'altra, le mura vennero realizzate in mattoni e i tetti di paglia furono sostituiti con tetti in tegole. Inoltre, in ogni cucina, doveva esserci un secchio pieno d'acqua pronto all'uso. Si cominciarono a co- struire stufe chiuse e comignoli per convogliare il fumo verso l'esterno.

Tuttavia non ci furono grossi cambiamenti per quanto riguarda l'utilizzo del fuoco.

Ci si limitò infatti a proibire che i bambini piccoli, i «malati di mente» nonché le persone anziane o malate venissero lasciate sole davanti alla luce e al fuoco nonché a vietare l'accesso ai fienili, alle stalle e ai solai con una fonte luminosa aperta.

«Coltello, forchetta, fuoco e luce non sono adatti ai bambini piccoli».

Dato che nonostante le varie prescrizioni e i divieti continuavano a verificarsi in- cendi devastanti, si tentò di migliorare anche la lotta antincendio. In primo luogo venne ampliato l'approvvigionamento idrico. Furono posate condutture idriche in legno alimentate da ruote di captazione. Più tardi furono costruite condutture idri- che lungo le strade e vennero installati i primi idranti.

Si dovette però attendere la fine del 18° secolo prima di vedere dei progressi im- portanti nel campo della lotta antincendio. Fu scoperto l'ossigeno e, di riflesso, venne individuato l'ultimo tassello che compone il triangolo del fuoco. A questo punto erano state create le premesse per analizzare il fuoco, la sua origine e la lotta antincendio in modo metodico.

(14)

I numerosi nuovi insegnamenti nonché la rapida evoluzione tecnica permisero di istituire i pompieri moderni. Nel 1864 fu inventato l'estintore ad anidride carbo- nica, mentre le maschere respiratorie dotate di filtro risalgono al 1870 e la prima pompa antincendio mobile a vapore reca la data 1828.

Alla fine del 19° secolo, l'allarme dei pompieri è stato semplificato tramite l'inven- zione del telefono.

Oggi il rischio d'incendio è notevolmente calato, soprattutto grazie alla configura- zione delle vie, più larghe e meno tortuose di quelle medievali. Inoltre ci sono stati importanti cambiamenti anche per quanto riguarda la tecnica di costruzione delle case. L'approvvigionamento idrico è garantito tramite una fitta rete di idranti.

Ciononostante si verificano tuttora numerosi incendi, imputabili essenzialmente a ignoranza, disattenzione, mania di giocare con il fuoco o dolo.

Inserzione pubblicata sulla Rivista svizzera dei pompieri del 1° giugno 1891

(15)

3.11 I pompieri di oggi

Negli ultimi decenni i compiti dei pompieri si sono cambiati in modo sostan- ziale. Il nemico classico, il fuoco, viene sempre più relegato in secondo piano.

I seguenti compiti vengono oggi affrontati dai pompieri:

 interventi per incendi

 interventi di difesa chimica

 maltempo: piene, tempeste, frane di fango e colate di detriti

 difesa contro gli idrocarburi: trabocco di gasolio dalle cisterne, benzina nell'acqua, tracce d'olio sulle autostrade, ecc.

 interventi di salvataggio: salvataggi sul ghiaccio, salvataggi in altitudine e in profondità, salvataggio di animali

 soccorso stradale: salvataggio di persone rimaste intrappolate nei veicoli

 soccorso ferroviario: salvataggio di persone dai convogli ferroviari

 ricerca di persone date per disperse

 interventi tecnici: salvataggio dagli ascensori, apertura di porte d'entrata delle case

 difesa contro le acque: rottura di condutture idriche, idranti divelti.

Interventi dei pompieri nel Cantone dei Grigioni (2017 - 2021)

Essendo sempre raggiungibili tramite il numero 118, i pompieri sono l'orga- nizzazione ideale per far fronte ai vari sinistri. Per molti ciò rappresenta una

grande sicurezza e la possibilità di poter beneficiare in ogni momento di un aiuto rapido e competente.

La maggior parte dei corpi pompieri sono di milizia. Si tratta quindi di donne e uomini che esercitano una «normale» professione e indossano i panni del pompiere solo nei casi d'emergenza. Nelle città più vaste e nelle grandi fab- briche esistono anche pompieri professionali e pompieri aziendali.

I singoli corpi pompieri hanno una grande responsabilità. Infatti, oggigiorno un pompiere deve disporre di un notevole bagaglio di conoscenze in vari am- biti e molte abilità per poter partecipare in modo efficace a diversi tipi di inter- vento. Dunque l'elemento principale dei corpi pompieri è costituito dai suoi militi.

Di seguito presentiamo le principali attrezzature dei pompieri per quanto ri- guarda la lotta antincendio:

Autobotte (AB)

Trasporta una riserva d'acqua che può essere impiegata immediatamente per le operazioni di spegnimento. Durante questo primo intervento, i militi hanno il tempo di posare una conduttura di tubi verso l'idrante o il corso d'ac- qua più vicino, dopo di che avranno a disposizione una quantità d'acqua quasi illimitata.

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Idranti/chiavi per idranti Per aprire i 310'000 idranti di- sponibili in Svizzera, che rap- presentano la fonte princi- pale di prelievo di acqua per i corpi pompieri.

Motopompe

Sono in grado di trasportare acqua su grandi distanze con una pressione notevole.

Tubi

In Svizzera si contano oltre 4'500 km di tubi antincendio, sufficienti per posare 11 con- dotte da Ginevra a Ror- schach.

Ventilatore in sovrappres- sione

Per evacuare il fumo dai fab- bricati e dalle gallerie.

Fotocamera a immagine termica

Consente di individuare e salvare persone e animali anche nell'oscurità e in mezzo al fumo, inoltre evi- denzia i focolai d'incendio na- scosti.

Apparecchi per la prote- zione respiratoria Servono ai pompieri come protezione delle vie respira- torie (fumo e calore).

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Scale

Le 6'500 scale disponibili in Svizzera hanno una lun- ghezza media di 10 metri per un totale di 65 km, in alto verso il cielo!

Autoscala

Grazie all'autoscala girevole è possibile osservare e com- battere direttamente l'incen- dio. Le autoscale vengono anche impiegate per trarre in salvo delle persone rimaste intrappolate ai piani superiori.

Il telo di salvataggio viene in- vece utilizzato solo rara- mente.

Estintori

Si distinguono quattro tipi di estintori:

 estintori ad acqua;

 estintori a schiuma per in- cendi di liquidi;

 estintori a polvere per ab- battere le fiamme;

estintori ad anidride car- bonica per evitare i danni dell'acqua e per non ri- schiare un cortocircuito.

Ricetrasmittenti

Questi apparecchi vengono utilizzati per la comunica- zione tra i pompieri e le al- tre organizzazioni a luce blu (polizia, sanità, …)

Pager

Con questo apparecchio vengono allertati dalla cen- trale operativa le unità di condotta (per es. coman- danti dei pompieri o un gruppo)

Cellulare

Oggi il cellulare è il terminale più importante per mobilitare i pom- pieri. Viene inviato un SMS e il pompiere viene informato con una chiamata.

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Indumenti di protezione antincendio

La giacca di protezione antincendio è composta da tre strati. Lo strato esterno di protezione è realizzato con un tessuto ignifugo, mentre lo strato in- terno è costituito da un tessuto permeabile all'aria tipo Gore-Tex. La fodera in lana serve invece come coibentazione contro il calore e il freddo. Gli stivali sono muniti di punta e di suola d'acciaio che proteggono contro le macerie e il calore.

Casco e paranuca

Il paranuca impedisce che degli elementi volanti o cadenti causino ustioni alla nuca del pompiere.

Alcune cifre relative al Cantone dei Grigioni 2020:

Numero di corpi pompieri 54

Corpi pompieri professionali 0

Corpi pompieri aziendali 1

Effettivo 3'850

Di cui uomini 3'476

Di cui donne 374

Lotta antincendio 352

Eventi elementari 702

Soccorso stradale 46

Assistenza tecnica

(ascensori, ricupero veicoli, salvataggio persone e animali, ecc.) 166

Difesa idrocarburi 45

Difesa chimica 32

Interventi su impianti ferroviari 2

Falsi allarmi e allarmi per sbaglio 196

Casco con pa- ranuca e vi- siera

Guanti

Buone calzature Giacca di

protezione antincendio

Pantaloni di protezione antincendio

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3.12 Incendi di boschi

Quando sussiste un acuto pericolo d'incendio di boschi?

È comprovato che la maggioranza degli incendi boschivi è dovuta alla poca at- tenzione nell'accendere fuochi nelle foreste e ai margini dei boschi. Le disatten- zioni hanno effetti particolarmente devastanti quando sussiste un acuto pericolo d'incendio di boschi. Ciò è soprattutto il caso:

 durante gli inverni con poca neve;

 durante un lungo periodo di siccità;

 in presenza di forti venti! Le valli meridionali dei Grigioni sono confrontate ogni primavera con un acuto pericolo d'incendio di boschi a causa del disgelo pre- coce e dei forti venti da nord.

Prescrizioni in materia di fuoco

Il servizio forestale cantonale sorveglia la situazione di pericolo e, in caso di acuto pericolo d'incendio di boschi, proibisce di accendere fuochi nei boschi e nelle loro vicinanze. I Comuni hanno la facoltà di emanare prescrizioni ancora più severe. A causa del frequente pericolo d'incendio di boschi, nella maggior parte dei comuni delle valli meridionali vige quindi un divieto generale di accendere fuochi all'aperto.

Così si possono impedire gli incendi boschivi:

 osservare le informazioni diramate dalla radio, dalla televisione, sui giornali, tramite l'applicazione Meteoswiss come anche sulla pagina internet dell'Ufficio foreste e pericoli naturali Carta pericolo incendio boschivo (gr.ch)

 chiedere ragguagli presso il servizio forestale o presso i pompieri

 rispettare assolutamente i divieti di accendere fuochi

 cautela nell'uso di accendini e articoli per fumatori

 annunciare subito al 118 gli incendi di boschi osservati

Lotta contro gli incendi boschivi

Principio: nel limite del possibile, tutti gli incendi di boschi vengono spenti com- pletamente, in quanto anche la minima fiammella può avere conseguenze impre- vedibili! La lotta contro gli incendi di boschi compete ai pompieri e al servizio fore- stale che sono quindi preparati ed equipaggiati. Da alcuni anni sono stati istituiti dei centri d'intervento regionali dotati di materiale per la lotta contro gli incendi di boschi e sono anche stati allestiti dei semplici concetti d'intervento per l'intero ter- ritorio cantonale.

Nei boschi facilmente accessibili gli incendi boschivi possono essere spenti con maggior rapidità ed efficacia.

E dopo l'incendio nel bosco?

Gli incendi boschivi possono compromet- tere la funzione protettiva del bosco / della foresta.

Per il ripristino ci si affida al seguente prin- cipio:

 Osservare come reagisce la natura.

Nel limite del possibile si devono creare le premesse affinché il bosco possa rigenerarsi in modo naturale.

Sovente si rendono necessarie anche piantagioni di ripristino e semine erba- cee per prevenire l'erosione del suolo.

 Osservare dove si manifestano dei pe- ricoli. Se necessario, oltre ai provvedi- menti nella selvicoltura si devono rea- lizzare anche dei ripari, per es. contro le valanghe, l'erosione o la caduta di sassi.

Il cartello segnala che qui vige un divieto assoluto di accendere fuochi.

Frequenza degli incendi boschivi nei Grigioni

Nei Grigioni si registrano mediamente 20 incendi di boschi all'anno. Tra il 1981 e il 2008 si sono verificati complessivamente 528 incendi di boschi. L’anno 2003 a causa dell’estrema siccità e della canicola estiva ha registrato ben 44 incendi, ci- fra in modo evidente superiore alla media annuale. Solo con tanta fortuna e tra- mite il lavoro professionale ed eccellente delle autorità responsabili si è potuto al- lora evitare il peggio.

Negli anni 1996 fino al 1998 ci sono stati 4 grandi incendi boschivi (Bever, aprile 96; Brusio, marzo 97; Mesolcina, aprile 97; Brusio, aprile 98). I costi delle opera- zioni di spegnimento ammontarono da alcune centinaia di migliaia di franchi a cinque milioni nel caso più estremo.

Nel dicembre 2016 ci fu nuovamente un grande incendio boschivo nella valle Me- solcina. I lavori di spegnimento durarono complessivamente più di 3 settimane.

Servizio al telegiornale (in lingua tedesca)

L'assicurazione contro i costi d'intervento dei pompieri e i contributi versati in base alla legge forestale aiutano i Comuni colpiti a coprire i costi delle opera- zioni di spegnimento.

(20)

Capitolo 4

Acqua

4.1 Terminologia

L'acqua (H2O) è un composto chimico formato dagli elementi ossigeno (O) e idrogeno (H).

L'H2O è l'unico composto chimico che si manifesta in modo naturale in tutti e tre gli stati d'aggregazione. La designazione acqua viene utilizzata essenzial- mente per definire lo stato liquido. Allo stato solido, quindi congelato, è chia- mato ghiaccio, mentre allo stato gassoso si usa la designazione vapore ac- queo o semplicemente vapore.

Composto chimico dell'acqua (H2O)

In condizioni di pressione normale, l'acqua raggiunge il suo volume minimo e la densità massima (0,999972 g/cm³) a 3.98 °C. Quindi, partendo da questa temperatura iniziale, essa cresce di volume sia durante il riscaldamento sia durante il raffreddamento (in entrambi i sensi, la densità diminuisce). L'acqua presenta complessivamente 41 cosiddette anomalie (irregolarità). Tra le altre cose è un dato di fatto che le bottiglie di vetro riempite d'acqua a raso collo e chiuse in modo ermetico possono scoppiare quando vengono messe in con- gelatore, o anche che le acque ferme (acquitrini, stagni e laghi) non gelano mai completamente fino in profondità. Questi fenomeni sono effetti delle

«anomalie dell'acqua». Ed è grazie a queste anomalie che i pesci non conge- lano nei loro spazi vitali nemmeno durante gli inverni più rigidi.

4.2 Quanta acqua esiste sulla Terra?

Il 71 % della superficie terrestre è ricoperto d'acqua, ciò che equivale a circa 1'385'984'600'000'000'000’000 di litri (=1’386 trilioni di litri oppure

1'386'000'000 km3, chilometri cubi). Qualora si volesse versare tutta que- st'acqua in un cubo in modo da riempirlo, i suoi lati dovrebbero misurare 1'115 km di lunghezza.

Meno del 3 % dell'acqua dispo- nibile sulla Terra è acqua dolce, di cui la maggior parte è costi- tuita dal ghiaccio polare. Solo circa lo 0.03 % dell'intero vo- lume d'acqua presente sulla Terra può essere utilizzato come acqua potabile (approvvi- gionamento d'acqua potabile dalla falda freatica e dai corsi d'acqua). Ciò equivale a circa 415'795'380'000'000’000 litri. Se si volesse versare quest'acqua in un cubo in modo da riempirlo completamente, i suoi lati do- vrebbero avere una lunghezza di 74.6 km.

Quantità d'acqua presente sulla Terra

Presenza d'acqua sulla Terra Quantità d'acqua (in km3)

in %

rispetto al totale

Mari e oceani 1’349’864’600 97.390

Ghiaccio polare, ghiacciai 27’820’000 2.010

Falda freatica, umidità del suolo 8’060’000 0.580

Laghi e fiumi 230’000 0.019

Atmosfera 10’000 0.001

Totale 1’385’984’600 100

(21)

I

Il ciclo idrologico globale descrive il complesso circuito di regolazione delle precipitazioni (P), dell'evaporazione (E) e del deflusso (D). Per farsi un'idea dell'ordine di grandezza di questo circuito applicato alla Svizzera, vi propo- niamo il seguente esempio.

Se le precipitazioni che si verificano in Svizzera sull'arco di un intero anno stagnassero su uno strato impermeabile:

a fine anno l'acqua ci arriverebbe fino alla gola.

Gli esperti parlano di 1'456 mm o 1'456 litri per m2.

in media ne evaporerebbero 50 cm, vale a dire che tutta l'acqua sopra alla cintura verrebbe immessa nell'aria.

tutto il resto, vale a dire dalla cintura in giù, defluirebbe verso il mare.

Quantità d'acqua presente sulla Terra

D

E

P

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4.3 Dal bacino imbrifero fino al lago

Nel bacino imbrifero di un torrente selvaggio vengono preparate e spostate sostanze solide, quali detriti, corpi galleggianti (alberi, rami, blocchi di ghiac- cio) e sostanze in sospensione. Dalle sorgenti di materiale solido di fondo i detriti cadono in forre, in seguito al franamento di un pendio le sostanze so- lide presenti sul pendio scivolano a valle e vengono convogliate negli alvei.

Dopo un temporale o in caso di rapido disgelo le grandi masse d'acqua tra- sportano a valle le sostanze solide contenute nell'estuario attraverso il canale di deflusso accumulandolo sul cono di deiezione. In questi periodi l'acqua erode i pendii portandosi dietro tutto quello che riesce a trasportare e ab- bassa il suo alveo, mentre i detriti si rimpiccoliscono per effetto dell'attrito.

Nella zona di distacco i pendii franano a valle e, partendo dal cono di deie- zione, il torrente può distruggere insediamenti e vie di comunicazione oppure seppellire preziose colture sotto una massa di detriti. Sulle rocce morbide, impermeabili e scistose l'erosione provocata dai torrenti è particolarmente forte con effetti devastanti. Molti di loro si sono fatti una cattiva fama a causa della distruzione che hanno seminato (Nolla presso Thusis, Poschiavino nei pressi di Poschiavo, Lammbach nei pressi di Brienz, Grosse e Kleine Schlie- ren presso Alpnach, Illbach presso Sierre).

L'acqua prodotta dallo scioglimento dei ghiacciai e dei nevai, nonché quella dei laghi alpini e dei ruscelli confluisce a valle per poi riversarsi in un fiume dall'andatura più tranquilla e proseguire così il suo cammino verso la pianura.

La sua forza d'erosione dipende dalla quantità d'acqua e dalla velocità di scorrimento. Maggiore è la velocità e più le masse d'acqua sono grandi, tanto più forte è l'erosione. Di norma, più il fiume è lungo più la sua pendenza è dolce (e quindi la velocità minore), in compenso si registra un aumento della massa d'acqua. Così, sebbene il suo modo di agire sia cambiato, la forza erosiva rimane intatta. Nell'ambito della curva delle pendenze distinguiamo quindi tre settori, ovvero il corso superiore, il corso medio e il corso inferiore.

Bacino imbrifero e sistema degli alvei di un torrente (www.planat.ch)

(23)

Valli strutturali fluviali con i relativi processi principali (www.klett.de)

Il corso superiore ha una pendenza tale che, a causa della forte velocità di scorri- mento dell'acqua, prevale ancora l'erosione in profondità. I pendii erosi dall'acqua slittano a valle dando origine a delle valli a V nelle zone di roccia morbida rispetti- vamente a delle gole nelle zone caratterizzate da roccia dura.

Nel corso medio la velocità di scorrimento è già sensibilmente calata. Tuttavia, i detriti immessi nell'acqua vengono trasportati oltre cosicché in quel tratto, di norma, si denota un equilibrio tra erosione e sedimentazione. Il fiume può for- mare anse molto ampie (meandri) andando a toccare le rive. Proseguendo, l'ero- sione laterale subentra all'erosione in profondità e il fiume si allarga dando ori- gine a un fondovalle. Nelle anse ad ampio raggio l'acqua erode la riva esterna (sponda concava con forte pendenza), mentre sul lato interno del gomito si de- pongono ghiaia e sabbia (sponda convessa piatta).

Nel corso inferiore predomina invece la sedimentazione. Per effetto della pen- denza ridotta, il fiume si dirama dando origine a zone golenali che vengono sal- tuariamente sommerse dalle inondazioni (per es. disgelo). Nei punti in cui il terra- pieno sfocia in un lago, il fiume forma un delta.

Le massicciate di pietrisco formate dall'acqua scivolano sopra il frontale del delta e non si sedimentano in senso orizzontale, bensì formano degli strati obliqui, ciò che costituisce un'eccezione. La sabbia e il fango vengono invece trasportati più in avanti nel lago.

4.4 Come si formano le piene?

È chiamato piena lo stato di un corso o di uno specchio d'acqua in cui il livello dell'acqua o il suo deflusso raggiungono o superano un determinato livello (so- glia). Nella quasi totalità dei casi le piene vengono provocate da fenomeni meteo- rologici, ovvero da processi atmosferici.

Gli eventi quali le precipitazioni estreme, che si manifestano in modo molto vio- lento oppure durano a lungo, possono scatenare una piena. Le piene possono però anche essere causate per effetto di un rapido disgelo dovuto a un sensibile e repentino aumento della temperatura.

L'interazione tra configurazione del terreno (rilievo), saturazione idrica del ter- reno, vegetazione, quantità di detriti che possono essere mobilitati, ripartizione della neve nonché interventi tecnici ai corsi e agli specchi d'acqua (per es. argini, bacini di ritenuta, ecc.) determinano la predisposizione di un bacino imbrifero a formare delle piene.

A dipendenza del sistema di anse, le piene producono effetti differenziati. Nei si- stemi di torrenti predominano il trasporto e la sedimentazione di sostanze solide.

Qui si registrano prevalentemente fenomeni quali deposito di materiale alluvio- nale, erosione delle rive e alluvionamenti da sedimento grossolano. Viceversa, nei corsi e negli specchi d'acqua del fondovalle prendono il sopravvento le inon- dazioni, ma possono manifestarsi anche fenomeni quali l'erosione delle rive e dell'alveo, ciò che provoca degli scalzamenti. Inoltre possono verificarsi degli in- nalzamenti del letto.

In considerazione dei possibili effetti prodotti, nella prassi, per quanto riguarda la Svizzera, il pericolo di piena viene suddiviso nelle seguenti categorie:

 deposito di materiale alluvionale;

 inondazione;

 erosione delle rive.

I provvedimenti atti a combattere e arginare le piene sono elencati e illustrati nel capitolo 4.7 «Introduzione alla gestione dei rischi».

Corso superiore

Corso medio

Corso inferiore

Mare o lago

Erosione in profondità Trasporto Erosione laterale Sedimentazione

(24)

4.4.1 Deposito di materiale alluvionale

I depositi di materiale alluvionale sono sedimentazioni di colate detritiche fuori dall'alveo. Spesso contengono componenti molto grossolane. In senso più lato vengono annoverate tra i depositi di materiale alluvionale anche ulteriori sedi- mentazioni di detriti torrentizi per effetto di processi fluviali.

Come sorge un deposito di materiale alluvionale?

Un deposito alluvionale (chiamato anche colata detritica o flusso detritico) è una massa pastosa composta di acqua e sostanze solide (sabbia, ghiaia, sassi, bloc- chi, legname) con un elevato tenore di sostanze solide (circa dal 30 al 60 %) che spesso scorre a velocità sostenuta. Questo fenomeno si manifesta in alta monta- gna e nelle Prealpi, precisamente nei luoghi caratterizzati da un fondo geologico sensibile all'erosione, quale il flysch (anche torbiditi che sono sedimenti clastici ossia deposizione di materiale a opera di correnti d’acqua torbide) o l'ardesia dei Grigioni, che fornisce materiale incoerente. Inoltre ci vogliono acqua e una pen- denza sufficiente (almeno 25 -30 %). Numerosi bacini imbriferi di torrenti presen- tano queste premesse.

L'evento scatenante può essere costituito da precipitazioni persistenti, da forti piogge, da grandine e/o da un disgelo particolarmente intenso. In definitiva il de- posito di materiale alluvionale si produce per effetto della liquefazione di mate- riale incoerente oppure a causa della rottura di un'ostruzione dell'alveo.

Un'ostruzione d'alveo è un intasamento dell'alveo prodotto da un ristagno di le- gname galleggiante, detriti o altro materiale. Questa massa intrisa d'acqua può scorrere a valle, nella maggioranza dei casi a scatti, a velocità sostenuta (da 40 a 60 km/h) nell'alveo o lungo vecchi solchi a girapoggio.

Un deposito di materiale alluvionale possiede una notevole forza erosiva. È infatti in grado di spostare grandi masse di detriti e pietrisco (blocchi con un volume di vari m3, tronchi d'albero, automobili, ecc.). Lungo i margini della colata detritica si formano dei cordoni detritici. Sul cono di colata detritica, la massa si arresta im- provvisamente dando origine alle tipiche sedimentazioni non assortite chiamate depositi di materiale alluvionale con i relativi frontali e lobi detritici.

Che tipi di danno possono prodursi?

La forza erosiva di un deposito di materiale alluvionale può provocare importanti abbassamenti del letto con relativa destabilizzazione delle scarpate di sponda.

Inoltre si producono anche danni dovuti all'impatto del frontale detritico che pos- sono essere ulteriormente rafforzati per effetto dei blocchi di pietra trasportati.

D'altro canto si manifestano anche danni imputabili ai massicci depositi di blocchi di pietra, detriti e legname sul lobo detritico. Possono quindi essere colpiti dalla

forza distruttrice di un deposito di materiale alluvionale fabbricati, strade, ma an- che persone. Il pericolo viene stabilito in base alle tracce lasciate da eventi pre- cedenti, nonché al rilevamento del potenziale di detriti e alla pendenza dell'alveo.

Colata detritica a Bondo, 25.08.2017, fotografo Ruben Wyttenbach, Berna

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4.4.2 Inondazione

È chiamata inondazione, o allagamento, la sommersione temporanea di una superficie di terreno. Le sostanze e i materiali solidi trasportati dall'acqua si depositano sulla superficie inondata (alluvionamento da sedimento grosso- lano).

Ostruzione presso il bagno pubblico di Klosters 2005; foto: J. Jägli

Come si formano le inondazioni?

Le piogge intense o di lunga durata nonché il disgelo possono aumentare no- tevolmente il deflusso. L'alveo non riesce più a contenere tutta l'acqua e stra- ripa. Inoltre l'alto contenuto di detriti può portare a una colmata dell'alveo creando le premesse favorevoli per un'inondazione. Anche le ostruzioni che provocano dei ristagni d'acqua possono dar adito a delle inondazioni.

In caso di piena persistente sussiste il pericolo d'inondazione per effetto della rottura di una diga.

Si distinguono due forme di inondazione che possono comunque manife- starsi a fasi alternate:

 Inondazione dinamica

Sui terreni in pendenza, lungo i torrenti e i fiumi alpini, l'acqua fuoriesce dall'alveo ad alta velocità. Per effetto della notevole energia di scorri- mento, trascina a valle grandi masse di detriti e pietrisco che vengono de- positati fuori dall'alveo (alluvionamento da sedimento grossolano). Di norma, le inondazioni dinamiche sono di breve durata (alcune ore). Infatti, a causa della pendenza del terreno, l'acqua defluisce abbastanza rapida- mente, provocando eventualmente nuove erosioni.

 Inondazione statica

Qualora il livello dell'acqua di uno specchio o di un corso d'acqua pianeg- giante si alza lentamente può dare origine a uno straripamento progres- sivo. Nei terreni pianeggianti l'acqua si muove solo lentamente o rimane addirittura ferma.

Quali danni possono sorgere?

Nel caso delle inondazioni dinamiche i danni vengono provocati dalle forti correnti. Sovente si manifestano simultaneamente dei fenomeni d'erosione.

Viceversa, di fronte a un'inondazione statica vengono causati dei danni per effetto della profondità dell'acqua nella zona inondata. Spesso si registrano dei danni d'umidità nelle opere in muratura. In seguito all'acqua e ai detriti de- positati, le inondazioni possono danneggiare il pianterreno e i sotterranei dei fabbricati nonché le colture. I danni d'erosione provocati per effetto dell'affos- samento (abbassamento del letto dovuto alle correnti) si manifestano soprat- tutto nei pressi di pilastri in muratura, tralicci e fabbricati.

Le installazioni tecniche (riscaldamento/serbatoio, quadro elettrico) e i locali di servizio (impianti per lavatrici e asciugatrici, motori di ascensori ecc.) sono sovente collocati nei piani interrati. I cantinati vengono inoltre sempre più spesso adibiti a taverna o locale per hobby. Di conseguenza, la vulnerabilità ai danni in caso di inondazione aumenta sensibilmente.

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4.4.3 Erosione delle rive

È chiamata erosione delle rive l'asportazione di materiale pietroso e mate- riale incoerente dalle scarpate di sponda per effetto della forza trainante di un corso d'acqua.

Erosione delle rive a Klosters 2005; foto: Chr. Wilhelm, UFPN

Come si forma un'erosione delle rive?

Qualora in caso d'inondazione la corrente è sufficientemente forte, l'acqua nell'alveo riesce ad assumere e a trascinare con sé sostanze solide (detriti e materiale più fine). L'acqua corrente esercita un effetto erosivo sia sui lati (erosione delle rive) sia in profondità (erosione del letto, erosione di profon- dità):

 Erosione delle rive

A dipendenza della potenza del corso d'acqua e della capacità di resi- stenza della scarpata di sponda, il materiale della scarpata può essere eroso per effetto dell'erosione delle rive e/o dell'erosione del letto. La con- sistenza della scarpata di sponda dipende dalle caratteristiche del mate- riale (per es. dimensione del granulato) e dalla vegetazione. L'erosione delle rive provoca frane di sponda e spostamenti dell'alveo.

 Erosione del letto ed erosione di profondità

Quando l'acqua si abbassa e la portata d'acqua si normalizza, il materiale trasportato, piuttosto grossolano, si deposita, mentre il materiale più fine viene rimosso, formando un rivestimento naturale del letto. In occasione della prossima piena è possibile che questo venga nuovamente squar- ciato (erosione del letto). Ciò provoca un abbassamento del letto le cui proporzioni dipendono dalla forza trainante e dalla capacità di trasporto dell'alveo, rispettivamente dalla resistenza e dalla consistenza del fondo.

La portata dell'erosione del letto rispettivamente l'abbassamento del fondo (erosione in profondità) dipendono dalla quantità d'acqua trasportata, dallo stato del letto, dalla conformazione geologica, dalla pendenza, dalla geome- tria dell'alveo, nonché dalla quantità e dalla composizione dell'apporto di so- stanze solide provenienti dai segmenti di letto superiori e dalle scarpate. Nei depositi di materiale alluvionale si denota sovente una spiccata tendenza all'erosione. L'erosione e la sedimentazione cambiano spesso a piccoli vo- lumi.

Quali danni possono insorgere?

In seguito a una possibile modifica del corso dell'alveo sono minacciate le co- struzioni vicine all'acqua, quali i ponti. Per effetto del franamento delle scar- pate di sponda potrebbero essere minacciate anche le costruzioni (fabbricati, strade e ferrovie) sopra il livello della piena. Di conseguenza, la potenza me- dia del franamento della scarpata, che ci si aspetta, costituisce un criterio de- terminante per indicare l'intensità del processo d'erosione.

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