• Non ci sono risultati.

La seduta comincia alle 13.

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2022

Condividi "La seduta comincia alle 13."

Copied!
6
0
0

Testo completo

(1)

La seduta comincia alle 13.

Sulla pubblicità dei lavori.

PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori sarà assicurata anche attraverso impianti audiovisivi a circuito chiuso.

(Così rimane stabilito).

Audizione di rappresentanti della Banca d’Italia sulla circolazione monetaria.

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’audizione, ai sensi dell’articolo 143, comma 2, del regolamento, di rappresen- tanti della Banca d’Italia sulla circolazione monetaria. Sono presenti il dottor Pier- luigi Ciocca, vicedirettore generale della Banca d’Italia, e il dottor Roberto Mori, direttore centrale per la circolazione mo- netaria.

La nostra Commissione, dopo aver in- cardinato l’esame in sede referente dei progetti di legge n. 272 e n. 2106 (relatore l’onorevole Caveri), ha ritenuto opportuno acquisire l’autorevole parere dei rappre- sentanti della Banca d’Italia in ordine ad alcune preoccupazioni manifestate circa l’emergere di eventuali tensioni inflattive a seguito di nuove emissioni di banconote.

Nel ringraziare i nostri ospiti per aver prontamente accolto l’invito della Com- missione, do la parola al dottor Ciocca.

PIERLUIGI CIOCCA, Vicedirettore gene- rale della Banca d’Italia. Nella mia esposi- zione farò riferimento alla memoria scritta che abbiamo consegnato alla presi- denza.

Il documento è articolato sostanzial- mente in quattro punti. Innanzitutto, nel richiamare brevemente il quadro giuri- dico-istituzionale che presiede alla emis- sione di carta moneta e di moneta, si sot- tolinea la centralità del ruolo del Parla- mento che deve autorizzare l’emissione di nuovi tagli.

Il secondo punto è strettamente tec- nico, nel senso che attiene alle motivazioni tecniche in base alle quali la Banca d’Italia vede con favore le modifiche alla struttura della circolazione, ipotizzate nei progetti di legge citati dal presidente.

Dopo vent’anni di inflazione alta e va- riabile, e considerata la struttura dei tagli dei biglietti – rimasta invariata dal 1967- 1968 – sono insorte delle criticità con- nesse con la scala dei tagli. Per quanto ri- guarda lo strato inferiore della piramide, o meglio del tronco di cono della circola- zione, a causa della riduzione del valore in esse incorporato, le banconote da 1000 e 2000 lire sono scadute nell’area della mo- neta divisionale o spicciola. Come tali sono soggette al forte logorio connesso con la natura delle transazioni – piccole e fre- quenti – tipiche di questa area di paga- menti.

Attualmente questi tagli rappresentano il 40 per cento del numero totale delle banconote in circolazione (circa 2 miliardi 800 milioni di pezzi), il che implica costi elevati di produzione e di gestione da parte delle Officine carte valori della Banca d’Italia.

I biglietti di taglio basso tendono ad elevare il totale della circolazione carta- cea, perché la loro sostituibilità con ban- conote di taglio più alto è solo parziale.

Inoltre le banconote di taglio minimo ri- fluiscono lentamente nelle casse della

(2)

Banca, il che implica che permangono in circolazione biglietti logori, meno « puliti ».

Sempre in ordine ai tagli delle banco- note vi è il problema al quale mi sono rife- rito citando il concetto di tronco di cono della circolazione. La banconota da 100.000 lire risulta sempre meno adeguata a svolgere la funzione, tipica del taglio massimo, di consentire le transazioni di importo ragionevolmente elevato con un numero contenuto di esemplari: una circo- lazione è efficiente e funzionale se con- sente alle transazioni che l’economia vuole, deve e può svolgere di utilizzare il minor numero di esemplari. Abbiamo con- stato che per i cittadini e gli operatori eco- nomici i costi ed anche i rischi, nel maneg- giare un numero elevato di biglietti da 100.000 lire, sono più alti di quelli che vi sarebbero se fosse disponibile un biglietto di taglio maggiore.

Questa anomalia della scala attuale dei tagli italiani emerge in modo netto da con- fronti internazionali. Nella memoria che abbiamo consegnato ai commissari, alcuni grafici evidenziano in modo chiaro che l’I- talia è il paese europeo con il maggior nu- mero di banconote in mano al pubblico.

Infatti ai nostri 2 miliardi ed 800 milioni di esemplari corrispondono i due miliardi e mezzo della Germania, circa 1 miliardo 400 milioni della Francia ed oltre 1 mi- liardo 800 milioni dell’Inghilterra. Il red- dito complessivo e pro capite di questi paesi – eccetto l’Inghilterra – precedono nella graduatoria il nostro.

L’Italia è anche il paese con il biglietto di valore minimo meno elevato: le nostre mille lire, infatti, trovano una corrispon- denza – ai tassi di cambio attuali – con le 5.000 lire della Germania e le quasi 12.000 dell’Inghilterra.

Un altro elemento che sottoponiamo all’attenzione della Commissione è quello della prospettiva della moneta unica euro- pea. Si sta procedendo lungo linee ormai definite le quali, sotto il profilo dei tagli, prevedono l’emissione di EURO in sette ta- gli compresi fra 5 e 500. Se assumiamo un tasso di cambio lira-EURO dell’ordine di quello attuale tra lira ed ECU, il taglio massimo della EURO da 500 è vicino al

milione di lire. Per queste ragioni tecniche guardiamo con favore alle proposte di legge in discussione.

Un altro punto della nostra memoria riguarda gli effetti inflazionistici da taluno temuti. La nostra opinione è che molto probabilmente tali effetti non vi saranno ed anche se dovessero verificarsi sareb- bero comunque di rilievo marginale ri- spetto agli altri fattori che influiscono sul livello dei prezzi. Si tratterebbe comunque di effetti compensabili, annullabili, gover- nabili dalla politica monetaria.

Nella documentazione, inoltre, trove- rete richiami a considerazioni ovvie, come quella sull’inflazione o sull’andamento del livello dei prezzi, fenomeni che hanno de- terminanti fondamentali nell’economia reale (costi delle materie prime, salari, grado di utilizzo della capacità produttiva, spesa pubblica ed imposte indirette). Sono tuttavia importantissime, ai fini della sta- bilità monetaria e del suo contrario, l’in- flazione, anche le aspettative inflazionisti- che o di stabilità dei prezzi. Sappiamo pe- raltro che gli andamenti nel tempo, so- prattutto nel medio periodo, del livello dei prezzi dipendono in ultima analisi dalla politica monetaria.

Vorrei richiamare l’attenzione della Commissione sul fatto che non vi è più, a nostro avviso, illusione monetaria nell’eco- nomia italiana. In altre parole, riteniamo che gli operatori economici decidano più che nel passato, razionalmente, sulla base di valori reali e non di quelli nominali. Se- gnatamente non considerano cinque bi- glietti da 100.000 diversi da un solo bi- glietto da 500.000. Questa convinzione è fondata sulla esperienza diretta, ma è con- fortata anche da un argomento di ordine generale di cui voglio sottolineare il ri- lievo.

Quella italiana è divenuta negli ultimi anni, più che nel passato, un’economia monetaria in cui le aspettative e i compor- tamenti degli operatori economici, dei consumatori, dei risparmiatori, dei lavora- tori sono molto più attenti all’andamento prospettico dei prezzi. Ciò accade perché la nostra economia non è più indicizzata ed i lavoratori dipendenti e le famiglie de-

(3)

tengono, nella composizione della loro ric- chezza, biglietti, depositi e titoli molto più che nel passato. Inoltre, con vent’anni di inflazione alle spalle, l’attenzione verso questo fenomeno è enormemente cre- sciuta. Vi è proprio un’antinomia logica, oltre che empirica, fra un quadro di aspet- tative attente all’inflazione ed il timore che vi sia illusione monetaria.

Vorrei ora fare qualche precisazione sulla questione degli arrotondamenti. Non riteniamo plausibile che l’emissione del nuovo biglietto da 500.000 lire possa dar luogo ad arrotondamenti per eccesso, che favoriscono un aumento dei prezzi, perché questa banconota è destinata a soddisfare esigenze di pagamento relative all’acquisto di beni e servizi per importi di valore uni- tario elevato, per i quali è da ritenere che il bisogno di arrotondamento sia molto esiguo.

Per quanto riguarda la coniazione delle monete di taglio minore chiamate a sosti- tuire i vecchi biglietti, vi sarà una gradua- lità sia per esigenze di produzione della Zecca dello Stato, sia per dare tempo ai cittadini ed agli operatori di abituarsi alla nuova realtà e di sostituire alla moneta cartacea le monete metalliche.

Inoltre il momento in cui potrà avve- nire l’emissione del biglietto da 500.000 lire, se consentita dal Parlamento (molto probabilmente ciò avverrà nella prima parte del 1997, perché alla Banca d’Italia occorrono circa sei mesi per immettere i nuovi biglietti in circolazione), si configura come acconcio. L’inflazione è oggi sui mi- nimi storici del 3-4 per cento. La previ- sione è che l’inflazione diminuisca ulte- riormente già nel corso di quest’anno. In particolare, la nostra previsione-obiettivo per il 1997, in conformità alle linee cui si ispira il DPEF, è che il livello d’inflazione scenda al di sotto del 3 per cento. L’emis- sione di una banconota di taglio più ele- vato di quelle attualmente in circolazione potrebbe quindi sancire la disinflazione dell’economia italiana, processo, quest’ul- timo, già avviatosi e tuttora in corso. Riba- disco quindi che da parte della Banca d’I- talia non si avvertono soverchie preoccu- pazioni circa gli effetti inflazionistici di or-

dine psicologico che deriverebbero dall’e- missione della nuova banconota.

Quanto agli aspetti operativi, preve- diamo, ripeto, di poter immettere in circo- lazione la banconota da 500.000 lire entro sei mesi dalla promulgazione della legge.

Rivolgeremo cure particolari alla nuova banconota, sia sotto il profilo estetico sia per quanto attiene alla protezione di ca- rattere tecnico di fronte al rischio di falsi- ficazioni. La procedura di stampa e l’im- piego dei materiali saranno quindi realiz- zati al massimo livello di tecnologia, quella più avanzata che la Banca d’Italia è in grado di esprimere.

PRESIDENTE. Ringrazio il dottor Ciocca ed invito i colleghi che intendano formulare quesiti ad intervenire.

GIORGIO PASETTO. Anch’io ritengo che non si debbano nutrire particolari preoccupazioni in ordine agli effetti infla- zionistici che potrebbero essere prodotti dall’emissione della nuova banconota. Mi è parso tuttavia di cogliere dal suo inter- vento che ella non scarti del tutto, se non altro a livello psicologico, questo tipo di preoccupazioni, nonostante ad esse abbia dedicato un minimo accenno. In conside- razione dell’importanza che il livello del- l’inflazione riveste nell’attuale congiun- tura, non sarebbe il caso di procedere gra- dualmente, introducendo dapprima una banconota da 200.000 lire, per poi succes- sivamente introdurre tagli più alti ?

MARIO MICHELANGELI. Le conside- razioni del rappresentante della Banca d’I- talia mi convincono, per cui mi limiterò a porre alcune domande di dettaglio. Anzi- tutto, vorrei sapere se, nel momento in cui sarà immessa in circolazione la banconota da 500.000 lire, la massa complessiva della carta moneta si incrementerà.

Inoltre, chiedo di conoscere – mi scuso se si tratta di una domanda da neofita – i parametri ai quali sarà vincolata l’emis- sione di carta moneta, considerato che in passato era legata ai depositi di oro.

Infine, vorrei sapere se abbiate fatto una stima sul fabbisogno concreto di ban-

(4)

conote necessario a far fronte alle esigenze del mercato.

RAFFAELE VALENSISE. Per ragioni generazionali, appartengo a quell’espe- rienza di vissuto nel corso della quale ab- biamo sempre visto la riforma dei segni monetari accompagnarsi all’inflazione. Ri- cordo, in particolare, il carattere non vir- tuoso del passaggio che segnò l’emissione del biglietto da 10.000 lire, che coincise, appunto, con una fase d’inflazione. Non sono un tecnico, come invece lo sono gli autorevoli rappresentanti della Banca d’I- talia che abbiamo oggi il piacere di avere con noi, ma mi sembra di cogliere una contraddizione ontologica tra l’asserita, e in parte verificata, linea di contenimento dell’inflazione e la manovra finalizzata a portare a 500.000 lire il taglio massimo della banconota nel nostro paese.

La seconda contraddizione che colgo è nel fatto che la Banca d’Italia, nella prege- vole memoria che ci è stata distribuita (che ho letto con l’attenzione che sempre chi, come me, esercita la professione di av- vocato, dedica alle memorie, in questo caso non per trarre elementi per alimen- tare un contenzioso ma per ricavare ele- menti di conoscenza), non affronta la que- stione legata alla concreta e diffusa abitu- dine di sostituire la moneta con altri mezzi di pagamento. Penso, in particolare, agli assegni (chi di noi ne è sprovvisto ?), che fino a qualche tempo fa erano esclu- siva prerogativa di categorie ad alto red- dito, tanto che un padre di famiglia non disponeva di assegni. Oggi, invece, quando si tratti di corrispondere cifre superiori alle centomila lire, si mette subito mano al libretto degli assegni. Analogo discorso vale per le carte di credito, ormai diffusis- sime. Il ricorso a nuovi strumenti di circo- lazione monetaria mi appare un’oggettiva contraddizione con la necessità di interve- nire con l’emissione di nuove banconote.

LUCIANO CAVERI. L’intervento del rappresentante della Banca d’Italia ha for- nito molti più chiarimenti in positivo di quanti io stesso ne avessi dato con la mia

relazione. Tra coloro che nutrono qualche dubbio sull’emissione della nuova banco- nota (alcuni dei quali, nonostante avessero richiesto l’audizione di oggi, sono assenti), qualcuno aveva sollevato perplessità sulla prescrizione delle banconote, disciplinata da una delle norme contenute nel provve- dimento. Mi pare che anche in questo caso, a supporto della norma, vi fossero alcune difficoltà che la stessa Banca d’Ita- lia aveva segnalato.

PIERLUIGI CIOCCA, Vicedirettore gene- rale della Banca d’Italia. Vorrei anzitutto dire con molta franchezza all’onorevole Pasetto che l’accenno a qualche minima preoccupazione nella mia esposizione in- tendeva solo riconoscere a chi aveva posto la questione una qualche fondatezza della domanda formulata. Sulla base della mia esperienza e delle mie conoscenze, posso dire che il problema del rischio inflazioni- stico non si pone nel modo più assoluto.

L’inflazione dipende da ben altre forze;

soprattutto, in ultima analisi è governabile con gli strumenti della politica monetaria antinflazionistica. Nella memoria che ab- biamo consegnato alla Commissione, per esempio, un grafico (tavola 4) riporta l’ov- via ed ulteriore conferma di quanto dico:

esiste una strettissima correlazione fra il valore delle banconote di taglio massimo ed il tasso d’inflazione. Ma è una correla- zione che va a sostegno della mia tesi e non delle preoccupazioni opposte: l’infla- zione è più bassa laddove i tagli massimi sono più alti.

L’onorevole Michelangeli ha doman- dato, inoltre, se aumenterà la massa mo- netaria. La risposta deve considerare a cosa è ancorata l’emissione di banconote.

Se ci riferiamo alla massa nel senso di

« numero dei biglietti », è ragionevolmente prevedibile che questa grandezza dovrebbe diminuire proprio per il combinato dispo- sto della sostituzione (sia pure graduale) dei numerosi biglietti da 1.000 e da 2.000 lire con monete di analogo valore e della sostituzione (che ci auguriamo consistente) di buona parte dei biglietti da 100.000 con la nuova banconota da 500.000.

(5)

Se invece l’onorevole Michelangeli si ri- feriva al valore complessivo della circola- zione ...

MARIO MICHELANGELI. L’uno e l’al- tro aspetto.

PIERLUIGI CIOCCA, Vicedirettore gene- rale della Banca d’Italia. Benissimo. At- tualmente il valore complessivo della cir- colazione monetaria è di circa 100.000 mi- liardi di lire. Su questo fronte la previ- sione è molto meno facile: la domanda di banconote dipenderà da variabili economi- che che soprattutto nel lungo periodo non è agevole prevedere.

In termini generali, però, 100.000 mi- liardi di biglietti di banca in Italia rappre- sentano una porzione non elevata del complesso dei mezzi di pagamento (quello che noi chiamiamo stock di moneta) esi- stente nell’economia italiana: se di mo- neta, di mezzi di pagamento, diamo un’ac- cezione restrittiva, questi 100.000 miliardi sono parte di un totale (che definiamo M1:

la moneta – per intenderci – che si usa nelle transazioni quotidiane) di circa 600.000 miliardi. Se invece ci riferiamo al concetto di moneta più ampio (quello su cui la Banca d’Italia basa la sua politica monetaria) quei 100.000 miliardi sono sol- tanto un decimo del totale di M2 (1.050.000 miliardi di lire), lo stock di mo- neta complessivo: la somma di banconote, depositi a vista, depositi a risparmio o a tempo, certificati di deposito con scadenza inferiore ai 18 mesi. Questa è la variabile- chiave da cui nel lungo periodo (tenden- zialmente) dipende l’inflazione.

In sostanza la politica monetaria con- trolla questi due totali, le variabili cruciali ai fini del controllo del processo inflazio- nistico. Le banconote rappresentano – di- ciamo – un fatto tecnico all’interno di questi aggregati di fondamentale impor- tanza economica.

L’ancoraggio all’oro, come è noto, non esiste più: oggi l’ancoraggio si sostanzia nel rigore antinflazionistico nelle banche cen- trali (nel quale non posso che avere dove- rosa ed istituzionale fiducia).

Sull’ipotesi di una banconota da 200.000 lire lascerei la parola, se il presi- dente lo consente, al dottor Mori.

PRESIDENTE. Prego, dottor Mori.

ROBERTO MORI, Direttore centrale per la circolazione monetaria. Sull’ipotesi di ampliare la scala dei tagli progressiva- mente, con maggiore gradualità, si possono fare alcune osservazioni. Innanzitutto una notazione di carattere psicologico: in Italia il pubblico non ha mai gradito biglietti la cui prima cifra sia il 2. In proposito posso citare la triste esperienza che abbiamo avuto con la banconota da 2.000 e con quella da 20.000: per quest’ultima, nono- stante i nostri sforzi e nonostante una ve- ste molto bella (ispirata a Tiziano: Amor sacro ed Amor profano), purtroppo ab- biamo dovuto rassegnarci a cessarne la produzione, poiché il pubblico assoluta- mente non la gradiva; quanto alla banco- nota da 2.000 è ancora in circolazione, ma in realtà non si profila un futuro molto roseo. Dal punto di vista dell’accoglienza da parte del pubblico, quindi, anche la banconota da 200.000 avrebbe avuto pro- babilmente scarso successo.

Dal punto di vista tecnico, poi, il dete- rioramento del potere d’acquisto dell’at- tuale taglio massimo (100.000) è talmente elevato che un intervento graduale (a li- vello di 200.000) sarebbe stato insuffi- ciente e non avrebbe risolto il problema.

Anzi, se proprio dovessi rivolgere una cri- tica a questo provvedimento, direi che forse si perde l’occasione per introdurre la banconota da 1.000.000: forse sarebbe stato più opportuno introdurre contempo- raneamente i biglietti da 500.000 e da 1.000.000.

PIERLUIGI CIOCCA, Vicedirettore gene- rale della Banca d’Italia. Vorrei tornare a rispondere all’onorevole Valensise ed alla sua interessante doppia sollecitazione, che parte dall’esperienza vissuta. L’introdu- zione di un nuovo taglio o la sostituzione di tagli esistenti con altri nuovi e diversi è cosa radicalmente differente dalla sostitu- zione del mezzo monetario. Abbiamo vis-

(6)

suto, almeno nei libri, l’introduzione del Rentenmark nella Germania di Weimar:

ma quello fu un cambio della moneta.

Dal 1967 e, poi, dal 1973 non abbiamo più modificato la struttura dei tagli: le banconote da 50.000 e da 100.000 sono state introdotte nel 1967, quelle da 2.000 e da 20.000 nel 1973. Non c’è correlazione tra l’inflazione alta e variabile (che ab- biamo avuto dalla metà degli anni ’70 fino a « ieri ») e la modifica o l’aggiunta di tagli più elevati ai biglietti già in corso.

Sul problema del legame fra la nuova moneta « tecnologica » ed i biglietti, le so- stituzioni – che pure si registrano – non sono del 100 per cento: ciò è dimostrato dal fatto che paesi avanzati per certi aspetti più di noi, nell’uso delle forme nuove di mezzi monetari continuano a fare ampio ricorso alle banconote della banca centrale con tagli – sia minimi sia massimi – molto più elevati di quelli at- tualmente in circolazione in Italia.

Sull’ultimo quesito formulato dall’ono- revole Caveri, riguardo alla prescrizione dei biglietti fuori corso, cederei nuova- mente la parola al dottor Mori.

ROBERTO MORI, Direttore centrale per la circolazione monetaria. A seguito del rinnovo che ha interessato i biglietti di banca, sia per adeguarli alle nuove tecno- logie sia per proteggerli dagli attacchi dei falsari, in Italia esistono sette tagli suddi- visi in venticinque tipi di cui diciotto fuori

corso legale, ma ancora cambiabili presso l’istituto di emissione e dunque portati a debito dell’Istituto sulla situazione patri- moniale. Alcuni di questi biglietti sono fuori corso ormai da ventisei anni, perciò è da tutti avvertita un’esigenza di « puli- zia ».

Con i provvedimenti di legge in discus- sione dinanzi a questa Commissione ver- rebbero eliminati biglietti fuori corso il cui valore è di circa 470 miliardi di lire, che verrebbe devoluto all’erario. C’è da aspet- tarsi che in imminenza della scadenza del termine di prescrizione, attraverso un’op- portuna opera di informazione molti bi- glietti possano essere presentati per il cambio, per cui la perdita subita dal citta- dino sarebbe estremamente esigua e ri- guarderebbe per la maggior parte biglietti andati distrutti o smarriti.

PRESIDENTE. Ringrazio nuovamente i nostri ospiti per le risposte fornite agli in- terrogativi posti.

La seduta termina alle 13,45.

IL CONSIGLIERE CAPO DEL SERVIZIO STENOGRAFIA

DOTT. VINCENZO ARISTA Licenziato per la stampa

dal Servizio Stenografia il 19 settembre 1996.

STABILIMENTI TIPOGRAFICI CARLO COLOMBO

Stampato su carta riciclata ecologica STC13-5AU-2

Lire 500

Riferimenti

Documenti correlati

Conformemente alle disposizioni contrattuali o regolamentari applicate dalla rispettiva BCN (o dalla BCE), l’Eurosistema può decidere di imporre sanzioni pecuniarie alle controparti,

perché sulla sua base vengono perché sulla sua base vengono determinati il tasso d'interesse, determinati il tasso d'interesse, applicato dalle banche ai propri applicato

La moneta legale è oggi sempre moneta fiduciaria e lo è anche per le monete metalliche, il cui valore intrinseco è di. regola fortemente inferiore al valore

La Comunità ha il compito di promuovere nell’insieme della Comunità, mediante l’instaurazione di un mercato comune e di un’unione economica e monetaria e mediante

La spesa pubblica perequativa fra regioni genera infatti un aumento delle esportazioni nelle regioni più ricche e un aumento delle entrate fiscali (o dei risparmi destinati

Il decaupling è ora perfetto nel senso che la banca centrale è libera di variare variare l’offerta di liquidità oltre quanto domandato dalle banche per soddisfare l’obbligo

ü  La domanda di moneta emessa dalla banca centrale è uguale alla domanda di circolante da parte degli individui più la domanda di riserve da parte delle banche.. ü  L’offerta

Oltre ad una breve premessa, nel testo sono presentati una descrizione sintetica del calcolo di adeguamento valutario tra differenti periodi temporali, un esempio numerico pratico