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ALLA RICERCA DI VIE EUROPEE COMUNI ALL’INDENNIZZO

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(1)

ALLA RICERCA DI VIE EUROPEE COMUNI ALL’INDENNIZZO di

Gerard Coulot*

Con il titolo "Il prezzo dell'uomo" gli organizzatori hanno concentrato in poche parole le difficoltà che abbiamo nel risolvere un problema in cui interagiscono medicina, morale, diritto, evoluzione sociologica e tecnica e naturalmente economia.

Come dunque apportare una soluzione monetaria accettabile per la vittima e per la collettività di fronte ad un dramma umano insopportabile?

Dopo una rapida quanto necessaria panoramica dello stato di questa materia in Francia, della sua importanza, delle regole generalmente applicabili, metterò in evidenza i punti chiave che separano l'indennizzo dei feriti gravi dagli altri traumatizzati, punti che sono l'oggetto di controversie frequenti nell'ambiente giuridico, ma concetto fondamentale del diritto francese: il principio del risarcimento integrale.

Come risarcimento integrale bisogna intendere l'indennizzo di tutti gli aspetti del danno, di tutte le conseguenze dei danni: le spese mediche, la perdita di reddito, l'incapacità permanente, i danni personali o extrapatrimoniali e il nostro obbiettivo deve essere ambizioso ed allo stesso tempo anche umile: migliorare la sorte delle vittime.

Di quale tipo di vittime si tratta?

Per prendere un punto di riferimento, in Francia, e senza che evidentemente ci sia una norma, si stima che si tratti delle vittime il cui tasso di invalidità permanente sia almeno pari all'80% e interessa lo 0,3% delle vittime secondo uno studio recente dell'APSAD (Associazione Pioniera delle Società di Assicurazione Danneggiati) negli incidenti automobilistici.

Vogliate scusarmi di essere costretto a rapportare dei drammi umani a cifre aride, ma, per chiarezza del soggetto abbiamo bisogno di sapere quello di cui si parla. Gli assicuratori recensiscono annualmente circa 450 casi di gravi handicap totalizzando i rischi automobilistici, di responsabilità medica e di responsabilità generale.

Il costo medio è dell'ordine di 7.500.000 F. (Lo studio dell 'APSAD verte sugli esercizi 1988 fino al 1992 ed illustra l'evoluzione del costo degli indennizzi) (vedi tabella 1).

Per le vittime che hanno un tasso di invalidità del 100%, uno studio fatto dalla SCOR (Società Commerciale di Riassicurazione) nel 1990, mostra una fascia che va intorno a questa media da 2.750.000 F. a 15.000.000 F.

Si noterà che il risarcimento più consistente oggi in Francia è stato deciso dal Tribunale della Grande Istanza di BLOIS in data 22 Novembre 1990 con una valutazione di 28.000.000 F. che darò in dettaglio su una seconda tabella.

Un altro studio della SCOR, più recente ripartisce così il carico totale:

Ripartizione del costo dei sinistri gravi per anno pro capite

1988 1991

In%

Spese mediche 11,5 13,5

Spese future 16,7 11,7

Invalidità permanente 21,4 21,7

Terze persone 38,4 41,4

Adattamento alloggio 3,2 4,2

Danni personali 8,8 7,3

* Direttore della Sezione Tecnica della UAP Assicurazione, la Défence - Paris

(2)

La SCOR esaminava anche lungo il tempo del costo della terza persona e constatava il suo peso sempre più elevato sul totale dell'indennizzo: 32% nel 1983, 38% nel 1988, 41,5% nel 1991.

Esaminiamo rapidamente le differenze poste del danno:

- Le spese mediche e farmaceutiche non richiedono dei commenti particolari, salvo a rinviare al seguito della mia esposizione dove parlerò delle spese future.

- Le perdite di reddito vengono compensate per la durata dell’incapacità temporanea, sia che essa sia totale o parziale, su giustificazione. Per le persone senza professione, l'indennizzo è generalmente forfetario con una somma mensile dell'ordine dello SMIC ( Salario minimo Interprofessionale di Crescita), di un valore attuale in Francia di 6.500 F.

Per le professioni libere e commerciali il ricorso ad una esperienza contabile è spesso indispensabile. L'incapacità permanente è fissata secondo una tabella che non ha valore ufficiale, ma unanimamente utile. Si tratta della tabella Rousseau, pubblicata nella rivista Le Concours Medical del 19 Giugno 1992.

Non esistono tabelle che fissino il valore del punto, dunque si constata che esso dipende da due criteri essenziali: dall'età della vittima dove il valore del punto è inversamente proporzionale all’età, e dal tasso stesso, che significa che il valore del punto aumenta con esso (vedi tabella 3).

E' giocoforza constatare che se la legge è uguale per tutti, ma la giustizia invece non lo è; il valore del punto varia fortemente da una Corte di Appello ad un'altra, e da un tipo di giurisdizione all'altra ( Tribunali Civili e Tribunali Amministrativi, questi ultimi sono nettamente meno generosi) ( vedi tabella 4).

Per gli incidenti automobilistici, e per rendere chiare le loro relazioni, gli assicuratori e la Previdenza Sociale si sono messi d'accordo nell’adottare ufficialmente una tabella del valore del punto.

- I danni personali, come il pretium doloris e il danno estetico, costituiscono l'oggetto di una quotazione su scala che va da 1 a 7 con un indennizzo non tabellato e dipendente, come per l'incapacità permanente, dall'apprezzamento dei tribunali (vedi tabella 5 ).

- Il danno di piacere, per esempio la privazione dell'esercizio di uno sport regolarmente praticato quando non viene indennizzato nell'incapacità permanente, viene fissato secondo gli stessi principi.

Altri danni specifici, danno sessuale per esempio, sono l'oggetto di un indennizzo speciale, caso per caso.

- Infine, il danno degli aventi diritto è frequentemente indennizzato nel caso di handicap grave.

Per esempio, il danno morale dei genitori di un bambino handicappato è del 100%. Questo danno morale costituisce l'oggetto, anche qui, di un esame individuale.

Dopo questo rapido giro d'orizzonte vorrei affrontare la seconda parte della mia relazione: i punti chiave dell'indennizzo dei gravi handicap.

Una delle prime difficoltà incontrate e senza dubbio la più importante sul piano morale è il risarcimento delle vittime in stato vegetativo.

Lo stato di inconscienza di una persona gravemente handicappata deve avere un'incidenza sulla riparazione del suo danno?

La giurisprudenza francese è stata chiara per lungo tempo: il danno deve essere riparato senza tener conto dello stato di incoscienza (Camera Criminale della Corte di Cassazione, 3 aprile 1978, J.P..1979-11-1908). E' la teoria chiamata "oggettiva".

Un'altra teoria, detta soggettiva sviluppata da un magistrato parigino, Signor Barrot (si veda il suo libro "il danno corporale e il suo risarcimento", edizione LITEC, 1988), porta ad indennizzare soltanto la soddisfazione dei soli bisogni correnti della vittima perché "lo stato vegetativo della vittima esclude ogni danno che deriva dalla coscienza del suo raggiungimento reale" (Corte d'Appello di RENNES, del 16 gennaio 1976).

(3)

Questa teoria fu adottata dalla seconda Camera Civile della Corte di Cassazione (21 giugno 1989). Questa stessa camera, in una sentenza criticata dalla dottrina in data 1 aprile 1992, ha rifiutato di censurare una Corte di Appello, che ha risarcito i danni personali, ma rifiutato ogni altro indennizzo, considerando che il danno era interamente riparato dalle prestazioni sociali che la vittima aveva ricevuto: il danno fisiologico ed il danno economico non erano dunque risarciti.

Questa nuova decisione è stata considerata come una violazione del principio della riparazione generale partendo dal presupposto che non sta al giudice definire ciò che è risarcimento integrale.

Affinché vi sia risarcimento, non è forse necessario che vi sia coscienza di questa compensazione, dunque possibilità di goderne direttamente e non indirettamente tramite gli aventi diritto?

La presa in carico di tutte le spese non corrisponde, di fatto, ad una assistenza integrale adattata al caso specifico.

Il dibattito non è chiuso, lo si ritroverà nella discussione che faremo sulle due modalità di indennizzo: in rendita o capitale.

1. L'indennizzo separato o no dal danno fisiologico o dal danno economico

Secondo alcune giurisdizioni bisogna valutare separatamente le conseguenze fisiologiche, indennizzarle quindi al di fuori delle loro consequenze economiche e fissare queste ultime separatamente analizzando il caso di ciascuno, tenendo conto della perdita annuale di guadagni o di reddito durante il periodo di sopravvivenza lucrativo (fino a 60 o 65 anni secondo i casi).

Per altre giurisdizioni, le conseguenze economiche non costituiscono che uno degli aspetti della perdita di capacità fisica e fanno dunque parte integrante del danno che deriva dall'incapacità permanente. Le somme concesse integrano allora l'insieme del risarcimento.

Personalmente prediligo la prima soluzione. Mi sembra più equa nella misura in cui essa obbliga ad interrogarsi distintamente e seriamente sulle ferite fisiche, da una parte, sulle conseguenze economiche dall'altra. Più equo anche perché essa permette una migliore valutazione delle decisioni dei Giudici in una materia in cui, sfortunatamente, ci sono troppe differenze, essendo l'indennizzo dei danni dipendente dallo spazio geografico ( è meglio essere feriti ad AMIENS che a CAEN) o dallo spazio giuridico ( i Tribunali Civili sono più generosi dei Tribunali Amministrativi).

L'amalgama del fisiologico e dell'economico rende ancora più difficile fare delle valutazioni, ecco quindi le ineguaglianze.

2. Le terze persone

E' un tema di difficile discussione, sopratutto il caso dei gravi handicap che presenta una grande incidenza economica. Ricordiamoci l'affare Marion di Blois dove, a titolo della terza persona era stato previsto un indennizzo di 20.000.000 F. Per due terze persone a tempo pieno, stimate necessarie dal giudice, ci vogliono, tenendo conto del tempo legale del lavoro, delle ferie pagate, dei weekend, 9 terze persone e 1/2, una camera per alloggiarle etc., in breve, un vero ospedale attrezzato a domicilio, in più, un gruppo elettrogeno per delle ragioni di sicurezza.

Si pongono diverse questioni essenziali:

- Bisonga dare una rendita o un capitale?

-Le spese devono essere pagate su giustificativi?

-Dove finiscono gli obblighi familiari e dove inizia l'assistenza da parte di una terza persona?

-Cosa accade quando la vittima viene riospedalizzata?

Su tutte queste domande la giurisprudenza è stata esitante. La Camera Criminale della Corte di Cassazione ha sempre rifiutato di tener conto di un eventuale aiuto familiare o di subordinare il risarcimento ai giustificativi delle spese presentate (C. Criminale 11 ottobre e 13 dicembre 1988, 21

(4)

febbraio e 7 marzo 1991), quando la seconda Camera Civile distingueva tra le terze persone ed i membri della famiglia (Civile, 21 giugno 1989).

Con una sentenza del 14 ottobre 1992, la seconda Camera Civile precisa che l'importo dell'indennizzo per terze persone "non può essere ridotto in caso di assistenza familiare né essere subordinato alla produzione di giustificativi di spese effettive."

Il giudice può tuttavia riservare prioritariamente una parte della rendita al rimborso delle spese di ospedalizzazione nel caso in cui un nuovo intervento fosse necessario.

Uno studio dell'INED (Istituto Nazionale degli Studi Demografici) ha constatato che l'85% delle terze persone sono dei membri della famiglia non dichiarati alla Previdenza Sociale, può sembrare illogico fissare una rendita, spese sociali comprese, quando la terza persona non verrà remunerata realmente, essendo questo il caso che si verifica più frequentemente nell'ambito familiare. Non c'è allora indennizzo superiore al danno subito?

3. Le spese future

Quanto alle spese future, per essere risarcite, devono essere certe, prevedibili e posteriori alla data del consolidamento, non c'è obbligo di pagarle anticipatamente sotto forma di capitale.

Nonostante ciò, il meccanismo di ricorso degli organismi sociali, in caso di divisione della responsabilità per esempio, obbliga il regolatore o il giudice a stimarli ed a capitalizzarli per determinare l'assetto su cui si eserciterà il ricorso e dunque per differenziare la somma che è destinata alla vittima.

Una decisione importante dell'Assemblea Plenaria della Corte di Cassazione emessa il 6 giugno 1978 ritiene che un avvenimento rivelato dopo il giudizio può giustificare, per l'organismo che paga, un supplemento d'indennizzo.

Si inaugura così un diritto in qualche modo autonomo dalle spese future, che obbliga i praticanti ad un temibile esercizio che consiste nel calcolare queste spese preventive. Notiamo che in materia automobilistica e nei confronti , in particolare, di pedoni e ciclisti, la legge detta Badinter del 1985, sopprimendo in qualche maniera il concorso di responsabilità, ha ridotto l'importanza del problema che resta nonostante tutto d'attualità da un lato per i conducenti, dall’altro anche in altri campi al di fuori dell’assicurazione automobilistica.

Per semplificare ancora la questione gli assicuratori e la Previdenza sociale, nel protocollo che evocavo prima, hanno trattato specificamente delle spese future nell'allegato 6 del protocollo. Le spese vengono valutate su base forfettaria, pagate in capitale per le spese poco importanti, in rendita per quelle superiori.

Questo pragmatismo, evidentemente non proponibile alle vittime, deve ispirare il praticante tant’è vero che i bisogni della vittima devono essere valutati concretamente, caso per caso, in funzione del quadro e del modo di vita della vittima, senza sovraccaricare il costo economico per il responsabile o per il suo assicuratore.

4. Capitale o rendita?

In tutta questa mia relazione, avrete percepito quanto sia centrale la questione sulle modalità del risarcimento dei feriti gravi, in capitale o rendita. Segnaliamo che le rendite vitalizie come risarcimento di un danno corporale, senza la necessità di una terza persona, non sono imponibili (articolo 81-9 bis del Codice Generale delle Imposte). Non è dunque normale che lo siano quando vi è necessità di una terza persona, ciò rende quindi preferibile l'indennizzo in capitale essendo esso fiscalmente deducibile.

Segnaliamo ugualmente che le rendite, per soddisfare i bisogni della vittima, sono previste a partire dalla legge del 27 dicembre 1974. Questa indicizzazione risponde alle regole fissate dall'art. l.434-17 del Codice della Previdenza Sociale.

(5)

Prima del 31 dicembre 1989, l’importo pesava su un fondo di rivalutazione alimentato da un contributo dello 0,10% delle quote di assicurazione "Responsabilità Civile Automobile" pagata dunque da ogni assicurato. Dal 1 gennaio 1990 essa incombe sullo stato.

Negli altri campi, la rendita è sottoposta sia ad una rivalutazione prevista dalla legge del 24 maggio 1951, anche se le maggiorazioni legali che ne derivano sono a volte insufficienti a compensare l'aumento dei prezzi, che ad una indicizzazione pronunciata dal giudice e sostenuta dal responsabile o dal suo assicuratore. Una unificazione a nome dell'eguaglianza è quindi indispensabile.

Ritorniamo alla nostra questione centrale: capitale o rendita?

Vi direi di primo acchito che la mia scelta è a favore dell'indenizzo sotto forma di rendita quando si tratta di feriti gravemente handicappati.

Ricordiamo che in Francia, ogni anno, tra le 450 vittime la cui invalidità permanente supera l'80%, soltanto il 40% di loro viene indennizzato sotto forma di rendita.

Perché questa scelta?

Per prima cosa principalmente per salvaguardare i diritti della vittima che, la maggior parte delle volte, non è in grado di gestire il proprio capitale. La sua sorte dipende allora in genere dalle capacità di gestione della sua famiglia, di un tutore negli altri casi. Senza mettere in causa la buona volontà degli uni e degli altri, si deve constatare che le vittime, nonostante un corretto indenizzo, diventano un carico per la società, essendo stato dilapidato il capitale versato.

Con la rendita invece la vittima è protetta e senza inquietudine per il suo avvenire e dopo l'eventuale sparizione della sua famiglia, quando abbiamo visto, il potere d'acquisto della rendita viene preservato dall'indicizzazione.

Inoltre anche perché la rendita corrisponde più precisamente allo svolgimento cronologico delle conseguenze pecuniarie di un incidente grave. Le terze persone vengono pagate mensilmente. Le spese sono esposte man mano; le protesi, i rinnovi dell'attrezzature anche in funzione della loro usura. Il giudice o il regolatore può allora rendere il suo indenizzo più adeguato ai bisogni della vittima.

Prima di avviare il nostro dibattito vorrei concludere innanzitutto parlando delle vittime.

Anch'esse sono a loro volta interessate dal progresso tecnologico. Sicuramente, questo progresso, queste tecniche non apportano solo palliativi, ma possono cambiare la vita. Altre nuove esperienze si susseguono. Citerei in particolare, le esperienze condotte con gli scafandri dei cosmonauti, nell'Istituto di Medicina del Centro di Spedizioni Spaziali ZVEDA, ma anche all'ospedale Raymond Poincaré di Garches e all'Università di Rens di Descartes. Queste esperienze danno dei risultati estremamente promettenti, anche se bisogna essere cauti. Essi riguardano in particolare i bambini affetti da incapacità motrice cerebrale. Grazie agli adattamenti degli scafandri dei cosmonauti, lo stato di salute dei pazienti potrebbe migliorare di sensibili proporzioni, in condizioni che nessun'altro metodo ha ottenuto fino ad oggi.

Dobbiamo andare più avanti nella ricerca per migliorare i sistemi di indennizzo. In breve, bisogna fare meglio con gli stessi mezzi.

Infine, in un colloquio così vasto ed internazionale come questo, terminerei insistendo sulla volontà che deve animarci a ricercare delle vie europee comuni, economicamente sopportabili, affinché per la vittima non si aggiunga all'ingiustizia evidente del suo handicap quella più sorda ed insidiosa della geografia.

Tabella 1

(6)

Evoluzione del valore medio del punto I.P.: per i diversi danni

Indice base 100 nel 1988

1988 1989 1990 1991 1992

da 1 a 9%

Transazioni

Capitali I.P.P: 100 103 109 114 120

Extrapatrimoniali 100 109 118 128 137

Risarcimento globale 100 106 113 119 128

Decisioni giudiziarie

Capitali I.P.P. 100 104 110 112 118

Extrapatrimoniali 100 107 119 127 136

Risarcimento globale 100 104 108 112 120

da 10 a 49% Transazioni

Capitali I.P.P: 100 104 110 118 122

Extrapatrimoniali 100 113 122 134 147

Risarcimento globale 100 106 116 122 133

Decisioni giudiziarie

Capitali I.P.P. 100 103 107 111 117

Extrapatrimoniali 100 110 121 131 149

Risarcimento globale 100 105 110 118 133

>50%Transazioni e decisioni giudiziarie

Capitali I.P.P. 100 109 110 123 125

Terze persone 100 99 108 123 131

Extrapatrimoniali 100 92 88 109 117

Risarcimento globale 100 99 99 117 121

Dal 1988 al 1992, i danni extrapatrimoniali sono aumentati più rapidamente dei capitali d'incapacità permanente, qualunque siano i tassi del I.P: ed il modo di regolamento (Transazioni o decisioni giudiziarie).

A tassi dell'I.P. eguali, gli indennizzi versati (capitali I.P. e danni extrapatrimoniali) in seguito ad una transazione amichevole si sono evoluti più velocemente di quelli versati in seguito ad una sentenza giudiziaria.

Tabella 2

(7)

Tribunale della grande istanza di Blois 22 novembre 1990

Vittima: 9 anni tetraplegia completa con sola mobilità attiva dei movimenti facciali spese mediche e diverse: 4'000'000 F ( fra cui l’adattamento dell'alloggio)

spese future ed apparecchiature capitale 400'000 F

terze persone: 2'050'000 F

+ capitale 18'000'000

incapacità temporanea --- invalidità permanente 1'400'000 F

pretium doloris 400'000 F

danno estetico 300'000 F

Danno sessuale 800'000 F

Danno degli aventi diritto:

-padre 300'000 F

-madre 300'000 F

-fratelli e sorelle 3 x 50'000 F 150'000 F _________

Totale 28'100'000 F

=========

Tabella 3

Valore medio del punto I.P: secondo l'età della vittima:

Capitali I.P:

(8)

tasso I.P.

in %

meno di 20 anni da 20 a 39 anni

da 40 a 49 anni

da 50 a 59 anni

60 anni e più

1 a 4 3.280 3.160 3.085 2.935 2.530

5 a 9 4.300 4.210 3.935 3.635 2.920

10 a 14 5.410 5.295 4.900 4.300 3.215

15 a 19 6.190 6.175 5.850 5.225 3.520

20 a 29 7.735 7.380 6.640 6.015 3.875

30 a 49 10.045 10.070 8.845 8.050 4.870

50 a 74 15.640 14.400 11.305 10.3250 5.230

75 e più 19.020 17.900 16.475 12.710 6.880

valore medio 6.665 6.525 5.400 5.435 3.570

risarcimenti dei danni tranne le spese mediche, farmaceutiche, ospedaliere ed incapacità temporanea.

i valori sono espressi in Franchi

tasso in I.P.

in %

meno di 20 anni da 20 a 39 anni

da 40 a 49 anni

da 50 a 59 anni

60 anni e più

1 a 4 8.130 6.540 5.830 5.550 5.135

5 a 9 8.095 7.320 6.375 5.680 4.955

10 a 14 8.545 8.320 7.340 6.355 4.985

15 a 19 9.445 9.210 8.420 7.315 5.115

20 a 29 11.220 10.335 9.570 8.565 5.445

30 a 49 13.230 14.205 12.505 10.985 7.055

50 a 74 20.395 20.400 16.115 15.465 8.050

75 e più 48.480 34.285 34.470 24.890 11.930

valore medio 12.005 10.540 8.455 8.365 5.585

risarcimento integrale del danno

Valore medio del punto I.P.

(capitali I.P)

secondo l'età della vittima GRAFICO

Tabella 4

Casi di I.P. per circoscrizione di Corte d’Appello

Ripartizione in numero, gravità media, valore medio dal punto di vista dell’I.P.P.

(9)

Transazioni e decisioni giudiziarie

Corte d’appello

Ripart. dei feriti gravi con

risarcimento I.P. in %

Ripartizione dei feriti gravi in %

Casi di I.P.

regolament ati a seguito di una transazione

tasso medio di I.P.P.

Casi di I.P.P. in % inferiore al 10%

Valore medio del punto I.P.P:

( in franchi francesi)

_____________________________

__________

I.P. tutti i parte (*) danni dell’I.P.P.

(**) (%)

AGEN 1.2 1.7 88.4 7.0 78.4 5.165 7.485 69.0

AIX EN PROV. 15.2 6.8 88.7 5.2 86.4 5.035 7.455 67.6

AMIENS 1.6 3.8 83.5 8.5 72.8 6.885 9.605 71.7

ANGERS 1.8 2.3 89.7 8.2 71.6 6.685 8.945 74.7

BASTIA 2.2 1.6 83.4 5.8 88.1 4.935 7.055 69.9

BESANCON 1.4 2.3 86.2 8.4 73.3 6.205 8.815 70.4

BORDEAUX 4.9 3.6 89.0 7.0 78.3 5.555 8.180 67.9

BOURGES 4.0 1.7 85.4 8.2 71.2 5.105 7.415 68.8

CAEN 2.0 3.0 87.0 6.8 78.1 4.450 6.745 65.9

CHAMBERY 1.3 2.3 89.9 6.8 80.9 5.070 7.600 66.7

COLMAR 1.3 2.6 86.1 9.4 68.7 5.100 7.145 71

DIJON 2.4 2.8 87.5 6.8 79.9 4.980 6.915 72.1

DOUAL 3.6 4.8 90.8 7.9 73.1 5.455 7.705 70.8

GRENOBLE 2.9 2.7 87.1 7.5 76.0 5.430 7.735 70.2

LIMOGES 1.2 1.4 89.8 7.5 75.0 5.325 7.730 68.9

LYON 5.9 5.2 90.7 6.2 81.6 5.060 7.420 68.2

MONTPELLIER 2.6 4.2 87.5 8.0 72.0 5.195 7.385 70.3

NANCY 1.5 2.6 87.3 8.6 71.2 6.115 8.415 72.7

NIMES 3.2 3.5 89.7 7.6 75.3 5.775 8.130 71.1

ORLEANS 2.6 2.7 90.3 7.5 77.4 5.785 8.335 69.2

PARIS 11.7 8.7 91.9 6.6 80.5 5.465 8.140 67.2

PAU 2.6 2.4 89.0 6.6 79.5 4.805 7.305 65.8

POITIERS 2.3 3.8 88.7 8.7 70.0 5.750 8.080 71.1

REIMS 1.8 2.4 92.4 7.3 76.4 5.485 7.895 69

RENNES 6.2 6.0 92.7 7.7 75.7 5.465 8.070 67.7

RIOM 3.1 2.9 84.9 7.6 77.4 5.965 7.925 75.3

ROUEN 2.5 3.1 97.9 7.5 76.2 5.295 7.650 69.2

TOULOUSE 3.2 3.0 91.3 6.9 78.6 5.870 8.270 71.0

METZ 1.1 1.7 86.7 7.6 77.8 5.155 7.590 67.9

VERSAILLES 4.7 4.4 90.4 6.4 81.0 5.040 7.585 66.4

D.O.M. 1.0 - 81.3 9.9 69.3 6.290 9.145 68.8

FRANCIA TOT. 100.0 100.0 89.2 7.0 787 5.470 7.855 69.6

(*) danno solamente fisiologico ed economico

(**) tutti i danni tranne le spese mediche, farmacologiche, ospedaliere ed incapacità temporanea (1) ripartizione dei feriti gravi, contati dalla Securité Routière nel corso dell’anno 1992

D.O.M.: Département d’Outre-Mer (BASSE TERRE, FORT DE FRANCE, SAINT DENIS, SAINT PIERRE E MIQUELON)

(10)

TABELLA 5

Transazioni e decisioni giudiziarie:

Pretium doloris Danno estetico

grado di gravità numero % di casi

costo medio in franchi

numero % di casi

costo medio in franchi

0. nullo 0,4 - 57,9 -

1. molto leggero 5,1 3.045 21,0 2.260

2. leggero 34,6 5.100 12,7 5.490

3. moderato 32,8 9.280 6,3 12.520

4. medio 17,8 17.860 1,5 27.115

5,6,7 grave 9,3 42.365 0,6 61.860

totale 100.0 12.075 100,0

media di gravità 3,2 1,8

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