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Il fotovoltaico fa crescere rendita catastale e tasse

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Academic year: 2022

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LA TRIBUNA DI TREVISO DEL 19 FEBBRAIO 2014

Il fotovoltaico fa crescere rendita catastale e tasse

Circolare dell’Agenzia delle Entrate equipara gli impianti superiori ai 3kw all’ampliamento dell’edificio. Quasi

cinquantamila veneti pagheranno di più

VENEZIA I quasi 50 mila veneti che hanno installato sulla propria abitazione un impianto fotovoltaico superiore ai 3 kWp saranno costretti ad aggiornare la rendita catastale come avessero costruito dei nuovi vani, in relazione al valore del proprio impianto. Lo dice la circolare 36/E dell’Agenzia delle Entrate che impone l’obbligatorietà dell’accatastamento per gli impianti fotovoltaici casalinghi di portata superiore ai 3 kWp il cui valore superi il 15% della rendita catastale dell’immobile che alimentano. Chi un impianto lo ha ed è superiore a questi limiti si vedrà quindi aumentate le imposte che si riferiscono all’immobile connesso. Si tratta principalmente di un aumento dell’Irpef, dell’Imu e della Tares, corrispettivo all’aumento della rendita conseguente all’accatastamento dell’impianto stesso. Secondo i dati forniti da Legambiente, gli impianti incentivati presenti oggi in Veneto mediamente raggiungono i 5,6 kWp e quindi sono soggetti alla normativa. «È assurdo osservare come lo Stato infine punisca i cittadini che sono stati più sensibili alle questioni delle energie rinnovabili proprio aumentando loro le tasse sulla casa» Dichiara Piero de Candia, responsabile Energia di Legambiente Padova «se vogliamo raggiungere gli obiettivi nazionali previsti dall’Ue per il 2020, colpire chi inquina meno è davvero incomprensibile. Oltretutto non è ancora chiaro, in questa circolare nata per chiarire la situazione relativa agli impianti e alla loro fiscalità quali siano le sanzioni per chi non si adeguasse». Andando a fare un calcolo su di una mezza bifamiliare, categoria catastale A/3 classe 3 vani 4,5 costruita negli anni ottanta con una rendita catastale di 488,05 euro il valore catastale raggiungerà i 48.805 euro. Il 15% di tale valore sarà 7.320,75 euro. Ipotizzando un impianto di 6 kWp, il cui costo al kWp ragguagliato al 1988-89 (l’anno dell’ultima revisione degli estimi catastali) sarà di 1.400 euro, il nostro concittadino dovrà fare i conti con il Catasto in quanto il valore del suo impianto sarà superiore al 15% della rendita catastale dell’immobile di riferimento.

Ora per i cittadini che hanno scelto le rinnovabili inizia un calvario. Per capire se dovranno aggiornare la propria rendita catastale dovranno riprendere in mano la documentazione del loro impianto; ricostruire la spesa complessiva sostenuta fino al momento dell’allacciamento con la rete elettrica nazionale; calcolare con svariati coefficienti se il valore del loro impianto (per altro ragguagliato ai valori del 1989) supera o meno il 15% del valore catastale dell’immobile e poi affrontare il Catasto. E se l’aggiornamento della rendita dovrà essere fatta, non si potrà che rivolgersi a un professionista con ulteriori aggravi di spesa. Il tutto all’unico scopo di vedere aumentare le tasse relative a quell’immobile, Irpef, Imu e Tares in primis. E se l’Agenzia delle Entrate non commenta dicendo che è la stessa circolare a parlare per essa, gli uffici del Catasto si stanno attrezzando per rispondere alle domande dei cittadini allarmati. « Il conteggio è alla portata del cittadino» assicura Moreno Benettazzo, del Collegio dei Geometri di Padova «ma sarà possibile rivolgersi a un geometra del Collegio o al Catasto qualora non si volesse provare con il calcolo fai da te. Serve munirsi delle fatture relative alle somme spese per l’impianto e gli estremi catastali dell’unità immobiliare». (r.s.)

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LA TRIBUNA DI TREVISO DEL 19 FEBBRAIO 2014

Il Veneto regione più “rinnovabile” d’Italia

VENEZIA. Il Veneto è la regione più rinnovabile d'Italia. Sono infatti 74.185 gli impianti incentivati in Veneto per una potenza totale 1.606.805 kWp. 21.574 di questi sono impianti fino a 3kWp e raggiungono una potenza complessiva di 60.148 kWp, il 4% cioè della portata totale del fotovoltaico veneto. Il numero degli impianti ta i 3 e i 20 kWp invece raggiunge i 45.720, il 62% quindi dell'intero parco solare della Regione (seguono Lombardia ed Emila), producono il 20% della potenza totale con 320.580 kWp.

LA TRIBUNA DI TREVISO DEL 19 FEBBRAIO 2014

Electrolux, corteo di auto lumaca per sfidare il governo

Manifestazione in vista fra Susegana e Porcia. «Il premier incaricato Renzi dia una soluzione alla trattativa»

SUSEGANA Il sindacato non desiste. Ha preso atto della svolta di Electrolux, con l’impegno a non ridurre il salario, a salvare, almeno parzialmente, lo stabilimento di Porcia e a mantenere parte dei frigo “Cairo 3” a Susegana, in modo da limitare gli esuberi, ma ieri ha di nuovo blindato la portineria dello stabilimento ed ha programmato una protesta. Si tratterà del primo sciopero-corteo all’indirizzo del Governo Renzi per sollecitare la convocazione del tavolo di trattativa al Ministero dello sviluppo. La manifestazione si svolgerà venerdì prossimo o, al più tardi, nei primi giorni della settimana ventura. La data non è stata ancora fissata perché i delegati Rsu di Susegana stanno raccogliendo l’adesione dei sindaci, della Provincia e della Regione. Adesione che dovrà significare, secondo le Rsu, la concreta disponibilità delle Regioni ad intervenire con precisi sostegni finanziari. Il Governo, invece, dovrà farsi carico della decontribuzione dei contratti di solidarietà. «Il nostro obiettivo è di organizzare un lungo corteo di auto che a passo di lumaca si muova tra Susegana e Porcia – spiega Augustin Breda, esponente Rsu di Susegana – per mandare un chiaro messaggio al presidente Renzi: se davvero dai priorità al lavoro, porta a soluzione questa vertenza». Già da ieri sono stati sospesi gli scioperi a singhiozzo, in tutte e quattro le fabbriche del gruppo. Dopo 21 giorni di blocchi e presidi è stata definita la sospensione degli scioperi a rotazione e con la direzione è stata definita l'uscita di un treno con 6 mila frigoriferi e 30 Tir tra frigoriferi e altri prodotti utili a completare i set per i mobilieri, stipati nei magazzini di Susegana. A Porcia è intervenuto il segretario della Uilm Rocco Palombella. «Dal nuovo Governo – ha detto – ci aspettiamo un'immediata assunzione di responsabilità che porti alla conferma dei volumi e dei siti produttivi di Electrolux in Italia». Sul piano industriale presentato a Roma, il leader della Uilm ha aggiunto di non essere sorpreso «perchè ci aspettavamo certi numeri. L'azienda ha provato ad anticipare il piano previsto per aprile, a fine investigazione. Questo è certo un grande campanello di allarme perchè indica esuberi spropositati, ma soprattutto non contempla investimenti adeguati per garantire la continuità produttiva per il futuro». Tra Porcia e

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Susegana gli esuberi arrivano quasi a quota 800. La Regione Lombardia, intanto, ha anticipato la mossa del futuro governo: ha convocato le parti. Francesco Dal Mas

LA TRIBUNA DI TREVISO DEL 19 FEBBRAIO 2014

Allarme per le discariche «Rischio di fuoriuscite»

L’europarlamentare Zanoni: «Paghiamo anni di impunità:

subito i test» Timori per via Orsenigo e le ex cave di Paese e Castagnole trasformate in laghi

Chi abita vicino alla cave ha adesso un panorama diverso: tanti laghi, piccoli e grandi. Il più vistoso, dicono, è quello della cava «Le bandie» della dinasty Mosole: oltre 2 metri di altezza.

Ma anche chi vive a Paese, a Castagnole, a Porcellengo, ai confini delle cave che riconvertite o riqualificate ha visto la mutazione del territorio. Non sarà la Scandinavia dei mille laghi, ma in questi giorni chi ha visto la zona delle risorgive da nord ha visto una Marca con tanti piccoli laghetti... spontanei. La falde sature che hanno innalzato il livello dell’acqua nella fascia tra la zona a nord di Treviso e il Piave hanno prodotto anche questo effetto, destinato a svanire presto, se è vero che il fenomeno della «saturazione» sta per rientrare. Andrea Zanoni, europarlamentare del Pd (ex Idv), già presidente di PaeseAmbiente, e successivamente consigliere comunale a Paese, va oltre i laghi. E lancia un allarme: «Cosa è accaduto nelle ex discariche? Quali effetti ha portato l’innalzamento della falda dove sono stati seppelliti i rifiuti per decenni e decenni? Non possiamo venire tranquillizzati dalla impermeabilizzazione dei teloni. Servono interventi immediati delle autorità competenti, anche per rispettare le direttive europee». A chi si riferisce? «A chi la competenza sull’ambiente in questo territorio. Credo sia doveroso avviare una serie di test monitoraggi e controlli sull’acqua di falda. Solo in Italia, mentre le leggi hanno sempre prescritto che i rifiuti dovessero venir smaltiti nelle zone più distanti dalle falde, è accaduto che invece li scaricassimo e li seppellissimo esattamente sopra di esse. Una follia». Cosa teme? «Che adesso letti interi di rifiuti siano “fradici” di acqua, che è salita sicuramente sopra il piano campagna. In molte zone le falde erano già compromesse, almeno i livelli alti, adesso temo che la situazione sia peggiorata. Paghiamo anni e anni di irresponsabilità e impunità». Ha suggerimenti precisi? «Penso all’ex discarica di via Orsenigo, dove ci sono ancora i piezometri, alla zona dietro il Lando, ma anche alle ex discariche nel comune di Paese, in primis a Castagnole. Ma in generale vanno effettuati controlli a nord del capoluogo». Le norme prescrivevano l’impermeabilizzazione del fondo di discarica e una fascia di rispetto di oltre 1,30 metri fra piano di scavo e livello di falda. «Sui teloni impermeabilizzati è inutile prendersi in giro, ricordo buchi e conseguenti percolamenti già tantissimi anni fa. Il guaio è che la falde, almeno più vicino al piano campagna, sono già un ricettacolo chimico, è come se avessimo già perso questa battaglia. Ma ricordo che entro il 2015, cioè fra un anno, anche l’Italia deve mettersi in regola con le nome Ue sulla qualità dell’acque di falda». Andrea Passerini

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LA TRIBUNA DI TREVISO DEL 19 FEBBRAIO 2014

Allarme per le discariche «Rischio di fuoriuscite»

L’europarlamentare Zanoni: «Paghiamo anni di impunità:

subito i test» Timori per via Orsenigo e le ex cave di Paese e Castagnole trasformate in laghi

Chi abita vicino alla cave ha adesso un panorama diverso: tanti laghi, piccoli e grandi. Il più vistoso, dicono, è quello della cava «Le bandie» della dinasty Mosole: oltre 2 metri di altezza.

Ma anche chi vive a Paese, a Castagnole, a Porcellengo, ai confini delle cave che riconvertite o riqualificate ha visto la mutazione del territorio. Non sarà la Scandinavia dei mille laghi, ma in questi giorni chi ha visto la zona delle risorgive da nord ha visto una Marca con tanti piccoli laghetti... spontanei. La falde sature che hanno innalzato il livello dell’acqua nella fascia tra la zona a nord di Treviso e il Piave hanno prodotto anche questo effetto, destinato a svanire presto, se è vero che il fenomeno della «saturazione» sta per rientrare. Andrea Zanoni, europarlamentare del Pd (ex Idv), già presidente di PaeseAmbiente, e successivamente consigliere comunale a Paese, va oltre i laghi. E lancia un allarme: «Cosa è accaduto nelle ex discariche? Quali effetti ha portato l’innalzamento della falda dove sono stati seppelliti i rifiuti per decenni e decenni? Non possiamo venire tranquillizzati dalla impermeabilizzazione dei teloni. Servono interventi immediati delle autorità competenti, anche per rispettare le direttive europee». A chi si riferisce? «A chi la competenza sull’ambiente in questo territorio. Credo sia doveroso avviare una serie di test monitoraggi e controlli sull’acqua di falda. Solo in Italia, mentre le leggi hanno sempre prescritto che i rifiuti dovessero venir smaltiti nelle zone più distanti dalle falde, è accaduto che invece li scaricassimo e li seppellissimo esattamente sopra di esse. Una follia». Cosa teme? «Che adesso letti interi di rifiuti siano “fradici” di acqua, che è salita sicuramente sopra il piano campagna. In molte zone le falde erano già compromesse, almeno i livelli alti, adesso temo che la situazione sia peggiorata. Paghiamo anni e anni di irresponsabilità e impunità». Ha suggerimenti precisi? «Penso all’ex discarica di via Orsenigo, dove ci sono ancora i piezometri, alla zona dietro il Lando, ma anche alle ex discariche nel comune di Paese, in primis a Castagnole. Ma in generale vanno effettuati controlli a nord del capoluogo». Le norme prescrivevano l’impermeabilizzazione del fondo di discarica e una fascia di rispetto di oltre 1,30 metri fra piano di scavo e livello di falda. «Sui teloni impermeabilizzati è inutile prendersi in giro, ricordo buchi e conseguenti percolamenti già tantissimi anni fa. Il guaio è che la falde, almeno più vicino al piano campagna, sono già un ricettacolo chimico, è come se avessimo già perso questa battaglia. Ma ricordo che entro il 2015, cioè fra un anno, anche l’Italia deve mettersi in regola con le nome Ue sulla qualità dell’acque di falda». Andrea Passerini

LA TRIBUNA DI TREVISO DEL 19 FEBBRAIO 2014

Straordinari della Polizia locale sull’asse

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Paese-Istrana-Morgano

PAESE. Velocità e guida dei mezzi pesanti: questi i due fronti sui quali si concentrerà nei prossimi giorni l’attività della Polizia locale di Paese-Istrana-Morgano. Le pattuglie coordinate dal comandante William Cremasco saranno schierate sulle principali arterie dei tre Comuni, in particolare sulle strade regionali e provinciali nei tratti di competenza, con l’ausilio degli apparecchi per il rilevamento della velocità. Particolare attenzione verrà riservata anche agli accertamenti sui camionisti e sui tempi di guida e di riposo attraverso la verifica dei cronotachigrafi, ovvero i dispositivi che registrano tutte le informazioni sul camion. L’input per i controlli straordinari è arrivato alla Polizia locale dai sindaci dei tre Comuni che a loro volta hanno raccolto, così come gli agenti, le istanze dei cittadini preoccupati per la pericolosità di certe strade soprattutto per quanto riguarda l’alta velocità. (ru. b.)

LA TRIBUNA DI TREVISO DEL 19 FEBBRAIO 2014

Discarica abusiva dietro al cantiere del centro acquisti

di Claudia Stefani MOTTA DI LIVENZA Una discarica abusiva nel centro commerciale Sant’Antonino. È stata scoperta lo scorso fine settimana: una selva di rifiuti casalinghi nascosti dietro all’ultimo edificio posto in fondo all’area commerciale. Il capannone, i cui lavori non sono stati ultimati, versa in stato di abbandono da anni. La parte retrostante si affaccia sui campi e sull’argine del fiume Monticano, completamente nascosta alla vista di quanti transitano lungo viale Aldo Moro. Proprio in quest’area qualcuno ha pensato di disfarsi dei suoi rifiuti: numerosi sacchetti sono stati abbandonati sul piazzale. Si tratta di rifiuti solidi urbani:resti di cibo in decomposizione, bottiglie di plastica e di vetro, cassette di plastica, videocassette, lattine, imballaggi, indumenti, confezioni di tetrapack e persino dei cuscini.

Alcuni sacchetti sono ancora chiusi, mentre la maggior parte risulta sparpagliata a terra. La carta, più leggera, è sparsa ovunque e ricopre le aiuole poste agli angoli. Numerosi i mucchietti di rifiuti creati in vari punti e nascosti dietro le colonne della facciata. Oltre al degrado del luogo, tale gesto incivile peserà sulle tasche dei contribuenti mottensi: a doversi occupare della raccolta di tali rifiuti dovrà essere il Comune. Sul retro l’edificio commerciale è stato probabilmente anche oggetto di vandalismo: la vetrata di una porta è stata scalfita dal lancio di pietre o sassi e la maniglia di una porta è stata rotta nel tentativo di forzarla. In ogni caso, come si può vedere dalle vetrate laterali, all’interno l’edificio è vuoto. Sul pavimento, non piastrellato, sta crescendo l’erba. Tutto ciò a pochi passi dal resto della zona commerciale che appare perfettamente in ordine, grazie anche alla presenza quotidiana di numerose persone a causa del supermercato. Il problema di difficile contrasto dell’abbandono dei rifiuti affligge ormai da anni tutto il territorio: sacchetti di spazzatura indifferenziata vengono rinvenuti ai bordi delle strade o nei fossi, un po’ ovunque. Anche la pioggia ed il conseguente innalzamento dei fiuti ha portato a galla i rifiuti gettati nei vari corsi d’acqua.

IL GAZZETTINO DI TREVISO DEL 19 FEBBRAIO 2014

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Guerra al porta a porta, ora si passa alle vie legali

Anche la minaccia di azioni legali per fermare il "porta a porta". Dopo la raccolta firme, le proteste, le lettere di fuoco inviate a Cà Sugana e a Contarina, arrivano gli avvocati. Un gruppo di residenti del centro storico ha contattato lo studio legale di Fabio Capraro per valutare l'ipotesi di impugnare la delibera con cui viene dato ufficialmente il via alla nuova tipologia della raccolta rifiuti. Atto firmato ad agosto dalla giunta Manildo che però non ha fatto altro che ratificare quanto già deciso dall'amministrazione precedente guidata da Lega e Pdl. Nel caso in cui un ricorso amministrativo non fosse attuabile il mandato è quello di intraprendere comunque una qualsiasi altra azione.«Impugnare la delibera della giunta ormai non è più possibile - spiega l'avvocato - dal punto di vista amministrativo sono scaduti tutti i termini. I cittadini però mi hanno lasciato un corposo fascicolo che adesso voglio esaminare bene. Sottolineano tutti i disagi che il

"porta a porta" si trascinerà dietro: l'impossibilità di tenere i grandi bidoni in piccoli appartamenti, la difficoltà di trovare spazi comuni dove posizionarli per la raccolta. E poi i timori sotto il profilo sanitario per la conservazione del rifiuto umido in casa per più giorni, il rischio che usando bidoni aperti chiunque possa utilizzarli. Insomma i dubbi sono tanti. E se un ricorso amministrativo non è più possibile valuteremo quali altre strade intraprendere».Capraro non è comunque intenzionato a gettare subito la spugna e lascia intendere che la partita è ancora tutta da giocare. In centro storico intanto l'insofferenza si diffonde. E non è tanto la difficoltà nel differenziare a spaventare, quanto la gestione dei bidoni. L'argomento è molto delicato come sanno benissimo gli addetti di Contarina, che toccano con mano rabbia e disagio durante ogni incontro con la cittadinanza. E continua anche la raccolta di firme avviata dalla Farmacia di piazza Borsa: ormai i firmatari hanno superato quota novecento e la petizione inizia a diventare importante. Per Cà Sugana sarà difficile ignorarla. Paolo Calia

IL GAZZETTINO DI TREVISO DEL 19 FEBBRAIO 2014

L’allarme del Comune: cava e discarica confinano

«Se i rifiuti sotterrati nella discarica dovessero in qualche modo finire nell'acqua della falda sarebbe un disastro»: non usa giri di parole Vigilio Piccolotto, assessore all'ambiente, per esprimere tutta la sua preoccupazione davanti al piano di approfondimento della cava Biasuzzi di via Vecelli a Padernello. I cavatori, stando al progetto presentato pubblicamente a metà dicembre in mezzo alle polemiche, chiedono di poter far scendere le loro ruspe dagli attuali 27 a 55 metri di profondità, sotto la falda acquifera. Per un salto di 28 metri e un volume di circa 3,7 milioni di metri cubi di ghiaia da scavare. Il tutto nel giro di 11 anni. Quello che fa veramente rizzare i capelli alla giunta Pietrobon, però, è che a confinare con la cava in questione è la discarica ex Sev.

Sito dove è stato stivato di tutto e che ora, fallita la società di gestione, è seguito dalla Provincia.

«La discarica ha tutt'oggi aperto un procedimento per lo smaltimento di rifiuti non conformi classificati come speciali, tossici e nocivi - mette in chiaro l'ufficio servizi ambientali del Comune - l'approfondimento dell'attuale bacino di cava potrebbe costituire elemento di criticità in relazione alla stabilità delle scarpate confinanti proprio con la discarica e pertanto si ritiene

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assolutamente ingiustificato aggiungere, in tale contesto, nuovi elementi di disequilibrio». Per villa La Quiete il rischio di un disastro ambientale è troppo grande. La giunta Pietrobon intende dirlo a chiare lettere anche alla commissione regionale per la valutazione dell'impatto ambientale chiamata a valutare il progetto di Biasuzzi. Per questo ha aggiunto altre osservazioni a quelle già espresse, condivise in pieno, dalla precedente amministrazione Mardegan. Tra queste ultime spicca quella relativa al territorio già sacrificato alle escavazioni: a Paese è già stato scavato circa il 6,6 per cento delle zone agricole nonostante la legge oggi in vigore dica che non è possibile andare oltre alla soglia del 3 per cento. «Queste sono le osservazioni al piano di approfondimento - conclude Piccolotto - fermo restando il ricorso al Tar contro la proroga dell'attività nel sito di via Vecelli». Paese, insomma, ha dichiarato guerra alle ruspe su tutti i fronti. Mauro Favaro

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“Non siamo una discarica ora chiuderemo la strada”

MOGLIANO - (N.D.) Gli ecovandali arrivano di notte per scaricare ogni genere di rifiuti in via degli Angeli a Bonisiolo. È la zona agricola della frazione di Mogliano che si trova in uno stato di preoccupante degrado ambientale. «La nostra zona è diventata da troppo tempo la pattumiera per gentaglia che non ha il minimo rispetto per l'ambiente e per la salute della gente», tuonano gli abitati di via degli Angeli e della vicina via Prati. Davanti ai resti di una vecchia casa colonica sono stati scaricati cumuli di materiali di risulta da demolizioni edilizie. Tra calcinacci, pietre, tegole e barattoli di vernice, ci sono anche lastre frantumate di eternit. Tra via Prati e via degli Angeli è stato realizzato il passante di Mestre che ha cambiato i connotati urbanistici del territorio di Bonisiolo. Come se non bastasse, via degli Angeli è stata anche individuata come l'area dove realizzare il discusso progetto del termovalorizzatore di Unindustria Treviso. Progetto contro il quale si battono gli amministratori di Mogliano e dei comuni contermini di Casale, Quarto d'Altino e Marcon, gli ambientalisti e il Comitato intercomunale per la difesa dell'ambiente.

Bonisiolo confina anche con la famigerata ex "Nuova Esa", il mega impianto di stoccaggio e trattamento dei rifiuti tossico-nocivi situato a Gaggio di Marcon e, per circa 5mila metri quadrati, anche in territorio di Mogliano a ridosso del fiume Zero. Intanto gli abitanti di via degli Angeli tornano a minacciare di voler mettere una sbarra all'inizio della zona agricola per impedire agli ecovandali di continuare a scaricare camionate di rifiuti.

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“No Ogm” documento in Consiglio

VEDELAGO - (gvol) Nel prossimo consiglio comunale verrà proposto un ordine del giorno per scoraggiare ogni iniziativa legata all’uso di Ogm. «Il Veneto non ne ha bisogno», ha anticipato l’assessore Daniele Soligo, spiegando i contenuti dell’incontro organizzato ieri sera su "Pac,

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seminativi e Psr 2.0 - Quale futuro per l'agricoltura?", promosso in collaborazione tra l'Ais, associazione italiana coltivatori Vicenza, l'associazione coltivatori della Castellana, col supporto di Credito Trevigiano. L'agroalimentare sta diventando un’opportunità alla quale si stanno avvicinando i giovani, tutti sotto i trent'anni. «Lo scorso anno - ha ricordato Luigino Rossetto, presidente dell’Aic - una decina di aziende di taglio familiare tra Vedelago, Loria e Riese Pio X, hanno scelto la filiera corta produttore-consumatore. Una cinquantina di posti di lavoro tra vivaismo, ortofrutta, zootecnia; la cosa sta funzionando benissimo. Una novità di nicchia è il succo di melograno». «Ogni Stato deve recepire le direttive previste dalla riforma della politica agricola comune in base ai seminativi per il prossimo settennato, per le aziende e sulle possibilità di investimento - ha poi sottolineato Rossetto- Spagna e Germania hanno già deciso, l'Italia è completamente assente». L'unico ministro che in materia si è fatto valere, è stato, secondo i presenti, Luca Zaia, dopo, il buio. Poi si è parlato di piano di sviluppo rurale. «Lo sviluppo regionale va di pari passo con quello turistico-rurale, -ha aggiunto l'assessore di comparto Daniele Soligo - è un’opportunità per mettere insieme le eccellenze del nostro territorio».Ha sottolineato anche l'importanza sulla salute che deriverà dalla qualità dei prodotti. Senza contare sullo scambio di prodotti tra aziende di nord e sud.

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Una discarica nel parcheggio della stazione

CASTELLO DI GODEGO - (gz) Stazione ferroviaria e non discarica: farebbe bene a ricordarselo l’anonimo ecovandalo che da qualche tempo abbandona i suoi rifiuti in stazione, precisamente in via Pagnana nel parcheggio. È un punto molto frequentato, soprattutto da giovani, studenti e lavoratori che vanno a prendere il treno per recarsi a scuola o al lavoro. Ultimamente qualcuno lo ha scambiato per una discarica e fanno bella mostra di sè sacchi neri e altre immondizie che vengono tranquillamente abbandonate con buona pace del rispetto dell’ambiente e dell’igiene.

IL GAZZETTINO DI TREVISO DEL 19 FEBBRAIO 2014 Gattile al Campidui: Comune in giudizio contro il ricorso al Tar per farlo chiudere

CONEGLIANO - Battaglia legale per la casa progettata in città con lo scopo di ospitare gatti e cani abbandonati, in un'area comunale di Campidui. Il Comune si è costituito in giudizio, affidandosi all'avvocato Vincenzo Grosso, per contrastare il ricorso depositato al Tar del Veneto, con cui viene richiesto l'annullamento della delibera del consiglio comunale del 4 luglio 2013, che concedeva in diritto di superficie per 40 anni un'area verde per la costruzione di un manufatto di 100 m/q, con un investimento di circa 150 mila euro, a carico dell'Enpa. Confidando nella sensibilità della popolazione, l'Enpa si era impegnata a realizzare la struttura, recinzione e a gestirla. Si tratterebbe di un gattile, in grado di ospitare una sessantina di animali abbandonati, non solo gatti, ma anche cani. Verrebbero rispettati tutti i parametri di legge e ci sarebbe il parere favorevole dell'Usl 7. Il ricorrente principale contro la concessione dell'area è la ditta Arte Gelato srl di via Fabbri 6, mentre quelli secondari, che operano con le loro attività o risiedono nella zona, sono la Alpago Giuseppe e Boffo Giuseppe snc, il Centro di Medicina Spa, la Idealstile srl, Da Re Giorgio, Fontana Sandra e Franceschin Ivano. Giampiero Maset

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IL GAZZETTINO DI TREVISO DEL 19 FEBBRAIO 2014

Un’antenna radio a Pianezze: la Provincia dice

VALDOBBIADENE - Il Comune di Valdobbiadene l'aveva bocciata, la provincia di Treviso invece dice sì: l'antenna di radio Gelosa sarà installata in località Pianezze. La Provincia ha autorizzato, dopo il voto favorevole espresso dalla Conferenza dei Servizi, la società Radio Birikina srl a

«installare ed esercire un impianto di radiodiffusione, denominato Radio Gelosa, in località Pianezze, sul traliccio di proprietà di Klasse Uno srl», rispondendo così alla domanda di installazione fatta lo scorso giugno. Unica condizione: l'impianto dovrà essere installato in diplexer sull'impianto radiante esistente di Radio Base Popolare Network e senza che avvenga alcuna nuova installazione o manomissione del traliccio. In sostanza, dal punto di vista estetico, non ci sarà alcun aumento del numero di parabole ora presenti su quel traliccio. Il paesaggio, sebbene ci sia ancora aperto un contenzioso al Tar del Veneto per un vincolo paesaggistico imposto dalla Sovrintendenza, non subirebbe deturpamenti. Sulla questione, nei mesi scorsi, il comune di Valdobbiadene aveva espresso parere negativo. «Di fronte alla richiesta di trasferirsi su una nuova antenna - ricorda il sindaco Bernardino Zambon - avevamo detto di no, perché questa emittente non compariva su quel traliccio, chiedendo coerenza rispetto alla convenzione». Per il Comune di Valdobbiadene ora si profilano varie ipotesi: ricorrere contro quanto stabilito dalla Provincia, rivedere la convenzione con l'emittente o accogliere favorevolmente quanto espresso dall’amministrazione provinciale. Claudia Borsoi

IL GAZZETTINO DI TREVISO DEL 19 FEBBRAIO 2014

Scioperi sospesi alla Electrolux

SUSEGANA - Electrolux, dopo 21 giorni sospensione immediata degli scioperi articolati e per linee, ma con mantenimento dei presìdi alle portinerie. È una risposta, una mezza apertura decisa dalle Rsu dopo le affollate assemblee di ieri in seguito all'incontro di Roma di lunedì: «Segnale positivo di apertura all’azienda». I lavoratori hanno espresso questo tipo di reazione dopo che pure le Rsu, e i massimi rappresentanti delle organizzazioni sindacali nazionali avevano espresso un giudizio cauto: «È stato un mezzo passo nella direzione giusta fatto dalla multinazionale nel superare il piano A», con la presentazione di un piano «B», che abbiamo valutato ancora insufficiente negli aspetti industriali - hanno detto i delegati al termine delle assemblee -.

Parliamo dell'aspetto occupazionale e di tutela generale dei lavoratori, anche se appaiono innegabili i passi avanti grazie all'impegno e alla lotta dei lavoratori».

Ora inizia la spasmodica attesa del confronto al ministero, ma bisognerà attendere che il primo ministro Renzi nomini il nuovo ministro dello Sviluppo Economico e i sottosegretari. Finchè non si arriverà a questo rimarrà attuata la decisione assunta dalle assemblee dei lavoratori con la sospensione degli scioperi articolati per linee, con il mantenimento nel contempo di un presidio

«sindacale» flessibile alle portinerie.Si tratta di un compromesso da una parte tra un'azione distensiva e di positiva risposta alle aperture della Direzione, e dall'altra con la conferma della

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necessità di non mollare in alcun modo la pressione e la mobilitazione nei confronti della multinazionale. Si profila, in base a quanto sta avvenendo a livello nazionale, una vertenza ancora lunga, complessa e per nulla conclusa.Nel pomeriggio di ieri alle assemblee è seguita la riunione dei rappresentanti sindacali per una valutazione dello stato della vertenza e per definire il proseguo delle mobilitazioni, manifestazioni e azioni di sciopero, da attuare in questa nuova fase.

Si pensa ad una iniziativa-sciopero-manifestazione congiuntamente alle istituzioni locali, leggi sindaci, per fare pressione sul nuovo governo nei primi giorni della prossima settimana. Fulvio Fioretti

OGGITREVISO.IT DEL 19 FEBBRAIO 2014

"Curare la terra": storie ed esperienze alle Giornate di studio sul paesaggio

Domani e venerdì la decima edizione alla Fondazione Benetton

TREVISO - Storie, racconti, esperienze su piccola scala per riflettere sulla cura della terra e sul bisogno, oggi, di “coltivare” i luoghi abitati. I giardini condivisi come spazio di costruzione dei cittadini, la protezione del paesaggio a Battir, piccolo comune palestinese che separa la

Cisgiordania da Israele, come strumento di difesa di diritti umani, i giardini-biblioteca a Dhaka, in Bangladesh, come spazio pubblico, ordinato e sicuro, per educare e far interagire i bambini.

Sono numerose e diverse le storie e le necessità sulle pratiche del paesaggio che verranno affrontate alla Fondazione Benetton Studi Ricerche, giovedì 20 febbraio e venerdì 21 febbraio, dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18, per la decima edizione delle Giornate internazionali di studio sul paesaggio. L’incontro seminariale annuale, con cui Fondazione promuove un aggiornamento critico e un confronto di idee per chi lavora con diverse competenze nel campo del paesaggio, vedrà la partecipazione di una ventina di relatori, provenienti da diversi paesi europei ed extraeuropei.

«L’edizione 2014 - spiega Luigi Latini, presidente del comitato scientifico e docente di Architettura del paesaggio presso l’università Iuav di Venezia - vuole ragionare sulle pratiche ed esperienze che oggi esprimono una nuova, necessaria condizione mentale e un diffuso senso di responsabilità civile che può manifestarsi come cura e coltivazione dei luoghi abitati». Quest’anno le giornate sul paesaggio sono dedicate a Louis Guillaume le Roy, pioniere della cultura del paesaggio ecologico. Il “re delle erbacce”, come lui stesso si è definito, trasformò, per primo, la sua tenuta in Olanda in un giardino costruito solo con materiali di scarto.La partecipazione alle giornate di studio è libera e le sessioni saranno disponibili in diretta streaming nel sito della Fondazione.

Isabella Loschi

OGGITREVISO.IT DEL 19 FEBBRAIO 2014

Electrolux, stop agli scioperi

A Susegana presidio sospeso dopo l'incontro con l'azienda

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SUSEGANA - L'assemblea dei lavoratori Electrolux di Susegana ha deciso la sospensione degli scioperi articolati per linee, in atto da 21 giorni con il presidio alle portinerie, per "abbassare" il livello delle agitazioni attraverso il mantenimento di un presidio sindacale agli ingressi. Ne danno notizia le Rsu, spiegando che si tratta di una scelta di "compromesso tra un'azione distensiva, di positiva risposta alle aperture della direzione e la necessità di non mollare pressione e mobilitazione, in vista di una vertenza ancora lunga, complessa e per nulla conclusa".Le rappresentanze dei lavoratori hanno espresso un giudizio cauto sull'esito dell'incontro che si è svolto ieri a Roma fra organizzazioni sindacali ed azienda, parlando di "un mezzo passo nella direzione giusta compiuto dalla multinazionale nel superare il piano iniziale con la presentazione di un piano meno impattante", ritenuto tuttavia "insufficiente negli aspetti industriale, occupazionale e di tutela generale dei lavoratori".

CORRIERE DELLE ALPI DEL 19 FEBBRAIO 2014

«I safari delle montagne un’offesa per le Dolomiti»

Gli ambientalisti di Mountain Wilderness contro la pratica dell’eliski: «Segnaleremo questo scempio nel libro nero che consegneremo all’Unesco»

di Francesco Dal Mas BELLUNO «I safari in elicottero? Sono un’offesa alle montagne patrimonio naturale dell’umanità». Chi parla è uno dei più noti alpinisti, oltre che ambientalisti, italiani, Carlo Alberto Pinelli, presidente del movimento “Mountain Wilderness”. Riguarderà proprio l’eliski il primo capitolo del libro nero delle Dolomiti, che l’anno prossimo sarà presentato all’Unesco. La pratica aveva per teatro, fino a qualche tempo fa, il ghiacciaio della Marmolada. La famiglia Vascellari ha avuto la forza di rinunciare, applaudita proprio da Mountain Wilderness e da altre associazioni. Altri operatori no. Anzi,

«hanno incrementato questa “vergogna”», come la chiama Pinelli. «La vergogna della pratica dell’eliski e dell’eliturismo sulle Dolomiti svilisce i contenuti della stessa e sta trasformando le Dolomiti in un grande circo sportivo e turistico privato di ogni passaggio culturale, di rispetto e del senso del limite. Si viene così a perdere definitivamente la visione, l’immaginario e lo scenario reale delle Dolomiti per sposare ogni iniziativa che sia tesa a costruire un banale marketing: le Dolomiti sempre più simili a un qualunque villaggio balneare». Sulle Dolomiti accade, invece, che questo sport venga ormai sostenuto da tutte le realtà amministrative.

Mountain Wilderness, lo scorso anno, aveva duramente criticato la modifica della legge provinciale trentina sull’eliturismo, che portava il limite dei decolli e degli atterraggi dai 1000 ai 1500 metri di quota. «Non era necessario essere dotati di grande lucidità per comprendere come quel passaggio del Consiglio provinciale avrebbe portato le Dolomiti a essere invase dai voli in elicottero, cosa che infatti è puntualmente accaduta». Accade, addirittura, che guide alpine e maestri di sci, partendo da Canazei, da quest’anno propongano voli che dal Sella invadono i gruppi del Sassolungo e della Marmolada. Non solo, in Alto Adige la pratica dell’eliski non ha mai avuto tregua, grazie alle deroghe che gli elicotteristi hanno ottenuto dalla Provincia autonoma, i voli partono regolarmente da Passo Gardena e da Pontives, violando le vette tutelate dall’Uunesco: Catinaccio, Odle, Puez, Marmolada fino alle Tre Cime di Lavaredo e al Cristallo. «Nel Bellunese misere scelte di alcune amministrazioni comunali permettono di raggiungere, sempre accompagnati da compiacenti guide alpine e addirittura con

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il sostegno del Cai, i grandi canaloni dell’Antelao e di sorvolare i gruppi più affascinanti delle Dolomiti», sottolinea, con amarezza, Pinelli. «Addirittura questa pratica viene proposta con regolarità anche nel periodo estivo, vedasi quanto accaduto sul Civetta (rifugio Tissi) e nel Centro Cadore». Mountain Wilderness chiede al consiglio di amministrazione della Fondazione Dolomiti Unesco di «far cessare, da subito, questa pratica turistica e di avviare in tempi brevi pratiche di frequentazione della montagna e degli ambienti naturali che siano coerenti con il significato del patrocinio Unesco e, come conseguenza diretta, rispettosi dell’insieme del patrimonio naturale e paesaggistico di queste splendide montagne».

CORRIERE DELLE ALPI DEL 19 FEBBRAIO 2014

Discarica a cielo aperto nella valle dell’Ardo

BELLUNO Un divano da discarica. Non si sa come quel sofà, magari un po’ fuori moda, sia finito sulla scarpata prima della riva destra dell’Ardo. Ma è lì, sotto via Bolzano, all’altezza dell’asilo Dartora, in un’improvvisata discarica sotto il sole, in compagnia di altri rifiuti, che dovrebbero essere altrove. Non si vede nulla dalla strada che porta alla chiesa dei santi Pietro e Paolo apostoli, ma basta avvicinarsi al container tipo autorimessa in lamiera e guardare giù, facendo attenzione a non finire di sotto. Il panorama è tanto desolante quanto preoccupante.

Tra gli alberi e le sterpaglie ancora vestiti d’inverno, c’è di tutto, man mano che si scende fino all’acqua dell’affluente del Piave. Una zona turistica, nella quale il Comune di Belluno sta sperimentando con successo l’ospitalità diffusa, ma in quella vecchia ottomana arrivata lì da chissà quale soggiorno non c’è niente che richiami il turismo. Uno dei cuscini è più a valle, segno che è stata proprio scaraventata dall’alto e non depositata con delicatezza. Non se n’era accorto il consigliere comunale del Pd, Roberto De Moliner, al quale di solito non sfugge niente della sua frazione, ma adesso che lo sa: «Conosco piuttosto bene il proprietario di quel terreno e la prima cosa da fare sarà andare a parlare direttamente con lui, per sapere se è a conoscenza di quello che sta succedendo nel suo terreno. In un secondo momento, credo sarà il caso di presentare un’interrogazione, che serva a sanare questa situazione obiettivamente grave. Fino all’altro giorno, abbiamo parlato di turismo nella valle dell’Ardo e una cosa del genere non può andarci bene». Ci sarebbe un sistema per smaltire rifiuti ingombranti come un divano: «C’è un servizio offerto dal Comune, che prevede una spesa del tutto abbordabile per chiunque. Non capisco perché non se ne sia approfittato». Gigi Sosso

CORRIERE DELLE ALPI DEL 19 EBBRAIO 2014

Pd Ponte-Soverzene dice ok alla nomina di De Menech

PONTE NELLE ALPI Anche il Circolo del Pd Ponte nelle Alpi-Soverzene ha ratificato la nomina del deputato Roger De Menech alla segreteria regionale del partito. La sede del Pd di Polpet era gremita. L'assemblea è stata presieduta dalla neosegretaria Francesca Da Borgo (consigliere comunale uscente). «È stata un'assemblea caratterizzata dalle vicende “romane”»

ha fatto presente la Dal Borgo «A molti iscritti e simpatizzanti non è molto piaciuto «lo

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strappo» di Renzi. E prima della conclusione dei lavori è giunto Roger De Menech che ha, nel corso del suo intervento chiarito ai convenuti le motivazioni che hanno suggerito al segretario del Partito democratico la svolta che dovrebbe portarlo alla guida del governo». Il dibattito che non si è soffermato solo sulle vicende «romane» ma anche su tematiche locali e regionali. «Per quanto riguarda il rinnovo del consiglio comunale ci sono stati fino ad ora dei colloqui informali per verificare la volontà degli esponenti della maggioranza uscente a ricandidarsi.

Mentre» ha concluso Francesca Dal Borgo «registro con piacere che c'è un consistente gruppo di giovani che ha voglia di impegnarsi a far politica».

CORRIERE DELLE ALPI DEL 19 EBBRAIO 2014

Pescare nell’area del Parco un corso al Museo di Seravella

CESIOMAGGIORE Il Parco nazionale Dolomiti bellunesi, in collaborazione con i Bacini di pesca 5, 9 e 10, ha organizzato un nuovo corso di abilitazione per chi intenda esercitare l’attività di prelievo selettivo della fauna ittica nei corsi d’acqua all'interno del Parco. Il corso si terrà lunedì 24 febbraio, dalle 19 alle 22, nella sala riunioni del Museo etnografico di Seravella, a Cesiomaggiore. Il corso sarà tenuto dal professor Alvise Lucarda, della facoltà di Veterinaria dell’università di Torino, che da anni studia l’ittiofauna alpina e del Parco nazionale Dolomiti bellunesi. La quota di partecipazione al corso è fissata in 10 euro. Il corso è aperto ai soci dei bacini di pesca n. 5 “Agordino”, n. 9 “La Marmorata” e n. 10 “Acque Feltrine”, i quali curano la segreteria organizzativa. Per informazioni e iscrizioni i pescatori possono contattare direttamente i rispettivi bacini di appartenenza. L’iniziativa rientra tra le tante attività di formazione e informazione svolta dai bacini di pesca con l’obiettivo di garantire il rispetto dell’ecosistema costituito dai torrenti che scorrono nell’area del Parco.(l.m.)

CORRIERE DELLE ALPI DEL 19 EBBRAIO 2014

Un processo da rifare

Cadore. Cassata l’assoluzione del cliente di una banca

CADORE Riprenderà il 6 ottobre il processo a carico di G.O. classe 1951 (assistito dall’avvocato Marinella Pasin) accusato di esercizio arbitrario delle proprie ragioni con violenza alle persone. La vicenda è piuttosto complessa e comprende una causa civile.

Secondo l’accusa, l’imputato diede dei soldi al direttore di una filiale cadorina della Banca Popolare dell’Alto Adige, parte civile con l’avvocato Antonio Prade. Con quei soldi (il documento contabile parla di 25 mila euro, l’imputato di 90 mila) il bancario doveva aprire un conto corrente per l’imputato, ma il conto non fu mai aperto, anche per problemi in capo all’affidabilità del cliente. L’uomo chiese la restituzione dei soldi, fino ad arrivare ad una telefonata, nella quale disse: “ridatemi i soldi altrimenti vengo su con un bastone”.

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L’impiegato che rispose al telefono non sporse denuncia, ma la banca sì. L’imputato fu assolto dal giudice Trentanovi, perché al limite poteva trattarsi di una minaccia ma senza querela di parte, ma la parte civile si è opposta e la Cassazione ha annullato quella sentenza rinviando il giudizio a un altro giudice del tribunale di Belluno. Ieri c’è stato il rinvio dell’udienza.(i.a.)

IL GAZZETTINO DI BELLUNO DEL 19 FEBBRAIO 2014

Valle del Mis, Valsabbia contro tutti

Ancora una causa per la centralina in Valle del Mis. Valsabbia non vuole pagare per demolire quanto realizzato con i lavori di costruzione di una centralina in Valle del Mis. La società promuove una nuova causa, dopo quella civile in cui pretende un risarcimento di 39 milioni di euro.Stavolta il ricorso è stato presentato al Tribunale superiore delle acque dove la Eva Valsabbia, assistita dall’avvocato Maurizio Paniz, impugna quanto stabilito dalla Regione Veneto, che ordina alla società bresciana di ripristinare l’ambiente. Sta inoltre andando avanti la causa civile intentata sempre da Valsabbia contro Regione Veneto, Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi, Comuni di Sospirolo e Gosaldo, e Commissione Via, con la quale la società chiede il risarcimento di 39 milioni di euro per i danni subiti in seguito allo stop del cantiere imposto dalla Cassazione nel novembre 2012.Perché pare assodato che nel territorio del Parco una centralina idroelettrica non si debba costruire, ma allora perché a suo tempo tutti gli organismi preposti dettero l’autorizzazione o l’assenso, secondo i casi, ai lavori?

Domani pomeriggio, nella riunione del consiglio direttivo dell’Ente Parco, verranno approvate le costituzioni in giudizio in entrambi i processi, affidando l’incarico all’avvocato Livio Viel.

Per quanto riguarda la causa davanti al tribunale di Venezia il Parco, che ha chiamato in causa l’assicurazione, Lloyd, deve ricostituirsi in giudizio dopo essere stato citato a sua volta dal Comune di Gosaldo che chiede garanzia di manleva verso l’Ente. In tutta questa ingarbugliata, oltre che assurda vicenda, c’è anche chi ha avuto qualche soddisfazione. Come gli ambientalisti di Acqua Bene Comune il cui ricorso in Cassazione ha permesso di mettere la parola fine ai lavori della centralina. Anche se lo scempio, per il Parco, non è ancora finito.

IL GAZZETTINO DI BELLUNO DEL 19 FEBBRAIO 2014

“Non uccidete i cigni, New York ce li regali”

Appena hanno saputo che migliaia di cigni hanno le ore contate i ragazzi delle quinte della scuola elementare di Pieve di Cadore hanno scritto al sindaco di New York. «Abbiamo saputo che il 14 febbraio sarebbe cominciata l'operazione di sterminio dei cigni che si sono riprodotti a dismisura e vi creano tanti problemi» così i ragazzi cadorini a Bill de Blasio appena eletto. Due fogli di quaderno a righe, scritte a mano, pieni di sentimento e dolore per la sorte dei poveri cigni. Negli States l'hanno già chiamato «massacro di San Valentino»; le autorità che vigilano sull'ambiente nello stato di New York hanno deciso di ucciderli perchè sono troppi ed invasivi, i cigni reali che sono stati importati dall'Europa nell'800 distruggono l'habitat naturale per anatre e oche indigene e pongono un rischio per i voli di linea. Ergo, vanno uccisi. Ce ne sono circa 2.200, troppi, l'obiettivo è di eliminarli tutti entro il 2025. Ma per i ragazzi di Pieve c'è una una soluzione diversa e così ecco la lettera al sindaco d'oltre oceano. «Le proponiamo di inviarci alcuni esemplari da mettere nel nostro lago. In questo modo vi sbarazzerete di una parte dei... problemi e noi avremo arricchito una

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delle nostre aree turistiche. Sarebbe bello avere i suoi cigni nel lago e, magari, lei potrebbe venire a trovarci, saremo lieti di farle da guida. In attesa di risposta, speriamo positiva, porgiamo cordiali saluti». Seguono le firme dei ragazzi. Non resta che attendere la risposta di Bill de Blasio che certo di rimostranze e protesta sulla questione ne ha ricevute molte altre ma questa, made in Cadore e fatta da ragazzi molto sensibili, è sicuramente unica. Giuditta Bolzonello

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