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CCCI SEDUTA. m a r t e d ì 24 MARZO 1970

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R e s o c o n t i Parlam entari — 77 — A ssem blea Regionale Siciliana

VI L e g i s l a t u r a CCCI SEDUTA 24 M a r z o 1970

C C C I S E D U T A

(Serale II)

m a r t e d ì 2 4 M A R Z O 1 9 7 0

Presidenza del Presidente LANZA indi

del Vice Presidente OCCHIPINTI

I N D I C E

P ag , D isegni d i le g g e :

« P ro ro g a d e l te r m in e d i c u i a lia leg g e re g io n a le 27 d ic e m b re 1969, n u m e ro 49, c o n c e rn e n te :

” E sercizio p ro v v is o rio d e l b ila n c io d e lla R e ­ gio n e s ic ilia n a p e r P a n n o fin a n z ia rio 1970 ” » (608) (D isc u ssio n e ) :

P R E S I D E N T E ...

C A R O Ii-O V IN C E N Z O P r e s id e n te d e lla C o m ­ m issio n e e r e l a t o r e ...

DE P A S Q U A L E ...

CORALLO * ...

G R A M M A T IC O * ...

LOM BARDO * SA LLIC A N O =1=

SA LAD IN O * TEPE D IN O RIN D O N E * .

(V o tazio n e p e r a p p e llo n o m in a le ) (R isu lta to d e lla v o ta z io n e ) .

77. 96 77, 88 78 81 84 85 88 91 93 D4

97

La seduta è aperta alle ore 20,40.

DI MARTINO, segretario, dà lettura del processo verbale della seduta precedente, che, non sorgendo osservazioni, si intende appro­

vato.

Discussione del disegno di legge: « Proroga del termine di cui alla legge regionale 27 dicem­

bre 1969, ntunero 49, concernente: ” Esercizio provvisorio del bilancio della Regione sici­

liana per Fanno finanziario 1970 ” » (608).

PRESIDENTE. L ’ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge : « Proroga

del term ine di cui alla legge regionale 27 dicem bre 1969, num ero 49, concernente;

” Esercizio provvisorio del bilancio della Re­

gione siciliana per l’anno finanziario 1970 ” » (608).

Onorevoli colleghi, la discussione del di­

segno di legge che prevede la proroga dello esercizio provvisorio p er i mesi di m arzo e di aprile, avviene con l’accordo di tu tti i gruppi parlam entari, e rappresenta, quindi, in costanza della crisi di governo, una ecce­

zione aUa norm a che postula la necessità di procedere anzitutto alla elezione del P resi­

dente della Regione e della G iunta. Tale ec­

cezione non è assolutam ente l ’inizio di una prassi. Va invece sottolineato che la discus­

sione può avvenire solo perchè nessuno dei novanta deputati vi si è opposto.

Dichiaro quindi aperta la discussione gene­

rale e do la parola al relatore onorevole Ca- rollo.

CAROLLO VINCENZO, Presidente della Commissione e relatore. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il Presidente della Regione, nell’illustrare la necessità di approvare l ’eser­

cizio provvisorio ancor prim a che fosse eletto il nuovo Governo, ha fatto riferim ento giusta­

mente, all’atteggiam ento assunto dalla Corte dei Conti. In effetti, non possono essere bloc­

cate quanto meno le spese correnti, compreso il pagamento degli stipendi dei dipendenti regionali, e, oserei dire non sarebbe neanche conveniente che fosse bloccata la spesa, nel suo complesso, p er una Regione che h a bi­

sogno di assimilare senza rita rd i la spesa pub­

R e so co n ti, f. 15

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Resoconti Parlam entari — 78 — A ssem blea Regionale Siciliana

VI Le g i s l a t u r a CCCI SEDUTA 24 Ma r z o 1970

blica, dal m om ento che ha poche possibilità di beneficiare di investim enti privati.

Credo che m ancherei alla m ia sensibilità di deputato, più che di P resid en te della Com­

m issione di finanza, se ad u n tem po non r i­

cordassi che non ci sarem m o tro v a ti in questa situazione se il governo fosse stato eletto nei term in i costituzionali, o nei term in i politici propri; alm eno nei term in i politici auspicati.

Questa constatazione, potrebbe, signor P re si­

dente, sospingere a form ulare auguri ed au ­ spici, m a non significa che non si possa, sia p u re telegraficam ente, illu strare qualche dia­

gnosi.

Molto tem po è passato dalle dimissioni del Governo, fino al punto che l’esercizio prov ­ visorio è andato a scadere. Evidentem ente, se la crisi regionale non avesse avuto un quadro di riferim ento nella crisi nazionale, forse sa­

rem m o già a rriv a ti ad una conclusione prim a di oggi. Certo se non ci fosse stata la perples­

sità di qualche gruppo politico — e non mi riferisco certo alla Dem ocrazia cristiana (p er­

plessità p e r l’incertezza n ell’attesa) — noi avrem m o oggi da votare non l ’esercizio pro v­

visorio, m a la legge di bilancio. Non avrei che m ancato al mio dovere se questo accenno io non avessi fatto, anche se, dal Presid ente della Cormnissione di finanza e relato re del disegno di legge, l’Assem blea poteva aspet­

tarsi probabilm ente u n a illustrazione più di ordine tecnico che di im plicita sostanza poli­

tica.

Non si può, tu ttav ia, non rib ad ire la nostra perplessità per il lungo, serpentino modo di svilupparsi di una crisi, il cui giudizio sarà dato successivam ente, m a che in tan to ha p ro ­ dotto l ’effetto, p er il quale siamo qui a con­

siderare la possibilità di votare la proroga dell’esercizio provvisorio.

Q ueste b rev i considerazioni reputavo n e­

cessario fare, signor Presidente, e con esse chiudo la m ia relazione.

DE PASQUALE. Chiedo di parlare.

PRESIDEN TE. Ne ha facoltà.

DE PASQUALE. Signor Presidente, onore­

voli colleghi, sono convinto che nessuno dei d eputati qui p resenti (e stasera noi ci tro ­ viam o davanti quasi al p len u m dell’Assem ­ blea) possa sottovalutare le caratteristiche che la situazione politica siciliana assum e in

conseguenza del voto che è stato espresso nella seduta precedente d all’A ssem blea re ­ gionale. E ’ su questa situazione che noi, desi­

deriam o rich iam are l ’attenzione delle forze politiche, dei dep utati e dell’Assem blea nel suo complesso. Credo che non ci sia dubbio che i p a rtiti della cosiddetta m aggioranza di centro-sinistra — la D em ocrazia cristiana, il P a rtito socialista, la Socialdem ocrazia e il P a rtito repubblicano — abbiano considerato la seduta di stasera come il pu nto di approdo, la seduta risolutiva di tu tta la loro tra tta tiv a e di tu tto il loro travaglio. T anto è vero che stasera, finalm ente (dopo sette o otto vota­

zioni andate a vuoto, v olutam ente m andate a vuoto dai p a rtiti che tra tta v a n o p e r la fo r­

m azione del Governo), il q u a d rip a rtito ha sfoderato il P residente della Regione che da uji m ese era in frigorifero, designato dalla D em ocrazia cristiana. Mi p are che tale circo­

stanza, il fatto cioè a dire che stasera, dopo l ’annunzio di u n accordo unanim e sulla fo r­

m ula politica, sul program m a, sulla composi­

zione del Governo e sul dosaggio interno, della G iunta, sia venuto alla rib a lta l’onore­

vole Fasino p e r o tten ere i voti della sua m ag­

gioranza, sta a testim oniare indubbiam ente che le forze politiche che hanno tra tta to per la form azione del G overno avevano riten u to superati tu tti quelli che furono i m otivi ini­

ziali della crisi.

Noi abbiam o constatato che la Democrazia cristiana ha autoproclam ato il suo rinnova­

m ento interno, nel corso del congresso regio­

nale, a ttrav erso il cambio del suo segretario regionale, attrav erso la esposizione di un certo program m a di inv estitu ra dello stesso segretario, che è stato approvato a ll’unanim ità da tu tte le correnti del partito. Questo è stato un atto della crisi, un punto dal quale dove­

va scatu rire una diversa configurazione del p artito della Dem ocrazia cristiana, e quindi un diverso impegno, in seno al governo.

Il P a rtito socialista italiano dal cànto suo ha strom bazzato ai q u a ttro venti di avere, ad un certo punto dello sviluppo della vicenda politica siciliana, a ttrav erso u n suo comitato regionale, im presso un cam biam ento, una ster­

zata a ll’andazzo della v ita politica siciliana;

u n a sterzata nei contenuti e negli schiera- m enti. Ci siam o sentiti dire fino alla noia dai giornali del P a rtito socialista italiano che il nuovo im pegno m eridionalistico della Re­

gione, scaturito, per la p rim a volta, da quel

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R e s o c o n t i Parlam entari — 79 — A ssem blea Regionale Siciliana

VI Le g i s l a t u r a CCCI SEDUTA 24 Ma r z o 1970

comitato regionale, aveva invaso le file della Democrazia cristiana, determ inando una in­

fluenza decisiva anche sulle vicende interne di p artito e aveva aperto una nuova era nella politica di centro-sinistra.

Il postulato fondam entale era che i due mo­

menti così qualificanti della vita dei partiti dom inanti in Sicilia — il congresso della De­

mocrazia cristiana e il comitato regionale del Partito socialista — dovevano confluire in un centro-sinistra più avanzato e determ inare un rinnovam ento delle forze politiche, allo interno sem pre della stessa form ula, in una nuova qualificazione del Governo sia per i contenuti, sia p e r gli schieram enti, sia per una m aggiore capacità di realizzazione; vale a dire un G overno nuovo di centro-sinistra, diverso da quello del passato.

Noi abbiam o assistito a tu tta questa vicenda che l’onorevole Carollo definiva serpentina, cioè a dire una vicenda tortuosa, perchè al di sotto di quelle proclamazioni, indubbia­

mente abbiam o constatato tu tta l’oscurità della crisi, tu tti i maneggi, tu tti i tentativi che sono stati fa tti p e r gabellare un nuovo governo di centro-sinistra per quello che in realtà non era e non poteva essere.

Presidenza del V ice Presidente OCCHIPINTI

Stasera noi abbiam o avuto questa dim ostra­

zione. Io ritengo che tu tti i compagni socia­

listi, i quali hanno, in buona fede, in tu tte le loro riunioni, discusso della possibilità di un nuovo centro-sinistra, di u n diverso governo, di una diversa efficienza governativa, di una diversa capacità di affrontare i problem i de­

cisivi della v ita della Sicilia, che nel passato non erano stati affrontati (tanto è vero che per ciò essi hanno messo in crisi il governo Fasino) in base a questa considerazione, i compagni socialisti, ripeto, avrebbero il do­

vere di m editare su quanto è accaduto, di meditare sulla reale situazione della vita del maggior p artito di governo, della Democrazia cristiana, che è una situazione di immobilità.

Al di là di tu tte le parole, al di là di tutte le frasi fatte anche al di là — se ce ne sono

—' di qualche buona intenzione, noi in realtà abbiamo avuto la m anifestazione eclatante di un partito, quello della Democrazia cristiana, dominato sem pre dallo stesso gruppo di po­

tere, da quello stesso gruppo che non ha m ai consentito, in nessun modo, alcun inizio di rinnovam ento reale nelle s tru ttu re della v ita regionale e nei contenuti della lotta p e r un cambiam ento reale della situazione economica e sociale della Sicilia. Abbiamo questa dim o­

strazione. Abbiamo questo gruppo che guida, che comanda la vita del centro-sinistra. E quindi il problem a per il P a rtito socialista, oggi, è quello di fare u n esam e di questa si­

tuazione. Che cosa in rea ltà è cam biato? Che cosa in realtà è cam biato d avanti alla pro­

spettiva di un governo privo di un a m aggio­

ranza, quale quello che dovrebbe em ergere dopo la votazione di questa sera? Un governo che non ha una maggioranza, appunto perchè tu tti i term ini politici aU’interno dei p a rtiti del centro-sinistra non sono stati chiariti; e non potevano esserlo perchè qualunque te n ­ tativo di chiarim ento viene strum entalizzato dal gruppo di potere della Democrazia cristia­

na allo scopo di pervenire ad un governo che sia esattam ente quello di prim a, che non abbia nessuna intrinseca possibilità, nessuna intim a capacità di affrontare i problem i cosi come, si dice, dovrebbero essere affrontati.

Questa è la realtà politica davanti alla quale ci troviamo. Noi abbiamo avuto l’insistenza della Democrazia e l’acquiescenza del P a r­

tito socialista alla formazione di un nuovo governo quadripartito, di una nuova form ula (e questo è stato il prim o dato negativo, il prim o grave cedimento nei confronti degli svi­

luppi che erano ipotizzabili nella situazione siciliana); un nuovo quadripartito identico al precedente, con le stesse divisioni all’interno del precedente, senza nessun cambiam ento;

con le stesse divisioni che oggi, a quanto pare, non suggeriscono, neanche a quelle che si autoproclamano le forze più avanzate del centro-sinistra, un ripensam ento. P e r cui anche in quelle forze — mi riferisco al P a r­

tito socialista, alla sinistra della Dem ocra­

zia cristiana —■ pare prevalga, e indubbia­

mente prevarrà se un ripensam ento su quanto è accaduto non dovesse verificarsi, appunto un calcolo di potere. Il solito calcolo di potere, il calcolo relativo cioè a dire alla necessità e aU’ui-genza di fare un governo che abbia quelle caratteristiche, alla sanzione di u na realtà che non può essere m utata se non a parole e, quindi, alla continuazione di una situazione di governo che è profondam ente contraddittoria con le spinte reali, e anche

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Resoconti Parlam entari — 80 — A ssem blea Regionale Siciliana

VI Le g i s l a t u r a CCCr SEDUTA 24 Mà e z o 1970

con le possibilità di progresso che ci sono nel nostro paese.

L ’onorevole Carollo ha accennato, secondo m e m olto a sproposito, ai legam i tra la situ a­

zione nazionale e quella siciliana. In d u b b ia­

m ente certi legam i ci sono, m a non sono quelli cui ha accennato l ’onorevole Carollo. Quali sono? Noi stiam o assistendo in campo nazio­

nale alla form azione di u n governo quadri- partito, che, così come abbiam o visto, ha le stesse caratteristiche, le stesse debolezze, le stesse lentezze, le stesse incapacità del centro- sinistra siciliano. D avanti ad u na spinta reale della società italiana e davanti alla volontà p red eterm in ata di m an ten ere un a situazione statica e immobile, la conclusione è il ritorno del governo Rum or, accettato dalle forze com­

ponenti del centro-sinistra come u n a rea ltà che non si può cam biare. Q uesta è la situa­

zione in campo nazionale. Ma quella situa­

zione ha u n ’a ltra caratteristica, che si è evi­

denziata d u ran te tu tto lo sviluppo della crisi, quella cioè di un ten tativ o scoperto delle forze di destra esterne ed in terne alla Dem ocrazia cristiana, della socialdemocrazia, di certe fo r­

ze economiche volte a p orre al Paese, alla rea ltà sociale, un ricatto di diversa e p iù grave n atu ra, quale appunto lo scioglim ento delle Camere, l ’interruzione della a ttiv ità legisla­

tiv a e l’arresto di tu tta im a spinta che nel Paese orm ai c’è e che influisce sulle forze poli­

tiche p er andare avanti.

Q uesta realtà c’è nel campo nazionale, m a nessuno evidentem ente può dire che a ltre t­

tan to sia in Sicilia. P rop rio l ’esistenza, qui, di alcune possibilità, di un a situazione pro­

fondam ente diversa ed originale, consentiva ed ancora consente di cam biare il quadro del governo, di dare un a m ortificazione politica reale al gruppo d irigente di d estra della Dem ocrazia cristiana, di ap rire nuove pro­

spettive e di realizzare u n nuovo schieram en­

to, u n a nuova rea ltà n ella vita, sia della As­

semblea, come anche del governo. T utto questo nella re a ltà politica siciliana è possi­

bile, perchè il gruppo dirigente della Demo­

crazia cristiana è con le spalle al m uro, non ha alternative, non ha la possibilità di un ricatto, quale quello che è stato fatto sul p a r­

tito socialista e sulle altre forze in campo nazionale. C’erano quindi qui, e perm angono, possibilità e m argini per im reale cam bia­

mento, p er dare alla Sicilia una sua origina­

lità, una sua caratteristica; la possibilità di

u n ’avanzata sulla strad a di u n governo di­

verso, realm ente diverso da quello precedente.

Q uesta è la situazione d avanti alla quale ci troviam o. Ed è certam ente um iliante, m o rti­

ficante, profondam ente negativo che tu tto questo non venga avvertito, che tu tto questo non solleciti spinte o non faccia rinascere opi­

nioni, argom entazioni, convinzioni che p u r ci furono in certi m om enti della vita, sia del P a rtito socialista, sia delle com ponenti di si­

n istra della Dem ocrazia cristiana.

Che tu tto questo non debba avere conse­

guenze; che qui in Sicilia si debba ristagn are in questa situazione, quale si è d eterm in ata dopo il voto di stasera, che dim ostra tu tte le crepe, tu tti i condizionam enti, le lentezze, tu tte le rem ore che hanno caratterizzato la v ita del governo regionale; che non si deb­

bano tro v are nuovi spiragli, nuove possibilità e non si debbano fare passi avanti di n a ­ tu ra diversa nella v ita politica della Sicilia, tu tto questo è profondam ente grave. Io rite n ­ go che tu tti gli onorevoli colleghi qui presenti avvertano il peso di questa realtà, di questa situazione. Sappiam o che se si an d rà avanti (come si tenta), nella form azione di u n go­

verno del tipo di quello che è stato ipotizzato e siglato questa notte in q u attro e q u a ttr’otto, dopo tan te lunghe fatiche che non portavano m ai ad alcuna conclusione, se si a rriv e rà cioè ad uno sbocco di questo tipo della crisi, ciò fa rà crescere la crisi stessa, fa rà aum entare le difficoltà della Sicilia, d eterm inerà nuove fra ttu re , nuove lacerazioni, nuove tensioni nella v ita politica e sociale dell’isola. Questo, tu tti dovete ten erlo presente. Non è ipotiz­

zabile, è im possibile che in questo scorcio di legislatura, u n rinnovam ento profondo della v ita siciliana avvenga con gli stessi uomini, con le stesse forze, con le stesse c a ra tte ri­

stiche, che hanno guidato fin qui la Sicilia.

T utto questo non è pensabile, io sono sicuro che nessuno lo pensa e che m olti forse si prem uniscono e si propongono di te n ta re di gabellare, attrav erso afferm azioni demago­

giche, cose che poi in re a ltà non potranno essere p o rta te a compimento, appunto perchè quanto è successo stasera certam ente si proiet­

te rà su tu tto il resto della v ita della As­

semblea, del G overno e della v ita della re­

gione. Q uanto è successo stasera evidenzia la esistenza di u n gruppo, quello dom inante della Dem ocrazia cristiana, che dopo avere sostanzialm ente piegato, in tu tto e p er tutto,

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R e s o c o n t i Parlam entari — 81 A ssem blea Regionale Siciliana

VI L e g i s l a t u r a CCCI SEDUTA 24 M a r z o 1970

qualunque volontà di rinnovam ento, tende alla form azione di u n governo simile al p re ­ cedente, che non p o trà essere naturalm ente come quello di prim a, m a sarà peggiore perchè nulla resta immobile, e quindi tenderà a giun­

gere alla fine della legislatura in condizioni che negano qualsiasi possibilità di progresso, di unità delle forze, di soluzione dei problemi, di tutto ciò che, come è stato detto da parte di molti, poteva costituire la base della for­

mazione di u n governo nuovo.

Queste sono le considerazioni che noi fac­

ciamo, onorevoli colleghi. L ’occasione della discussione dell’esercizio provvisorio ci dà la possibilità di esprim ere queste nostre opinio­

ni, di rivolgere u n form ale invito alle forze di sinistra che non sono all’opposizione, ma che stanno a ll’interno della m aggioranza go­

vernativa, al P a rtito socialista, alle forze di sinistra della Dem ocrazia cristiana, perchè esse sappiano che quanto è successo stasera può riap rire quel capitolo che esse inopinata­

mente e sciaguratam ente hanno chiuso ieri notte; un capitolo, cioè a dire, di nuove possi­

bilità, di nuove aggregazioni, di nuove solu­

zioni governative. Questo è quello di cui noi abbiamo bisogno, di cui la Sicilia ha bisogno.

Onorevoli colleghi, in base a tu tte queste considerazioni noi abbiam o dato l’assenso a questa anom alia che è la possibilità di discu­

tere un esercizio provvisorio in carenza di un governo. Abbiam o consentito a che questa discussione si facesse appunto perchè, anche attraverso questo atto, noi intendiam o m ar­

care il p e rd u ra re della crisi; di una crisi che non deve essere strozzata, che può non essere strozzata; l’esistenza di una crisi che se viene strozzata — lo si sappia — ciò avviene non per la m ancanza dell’esercizio provvisorio del bilancio m a in base ad una precisa determ ina­

zione, ad un a precisa volontà politica, che è quella di m ortificare tu tte le istanze di rinno­

vamento e di m arciare verso soluzioni, che soluzioni non sono; m arciare, quindi, nel senso di an dare indietro.

Noi, quindi, siamo contro l’esercizio provvi- siorio, pu r consentendo che il disegno di legge si voti in questa situazione anorm ale, sotto­

lineando quanto ha detto il Presidente della Assemblea regionale siciliana e cioè che que­

sto non può costituire e non costituisce in nessun caso precedente p er situazioni che non abbiano le caratteristich e di quella di stasera,

^lel senso che soltanto la volontà unanim e di

tu tti i novanta deputati può consentire una deroga così grave, così pesante alla prassi regolare, dem ocratica della v ita della nostra Assemblea.

Onorevoli colleghi, queste sono le opinioni che il nostro gruppo voleva esprim ere. Opi­

nioni che noi ribadirem o ulterio rm ente, spe­

rando che stasera — per lo m eno stasera — dopo quanto è accaduto, i p a rtiti della m aggio­

ranza non sottopongano l ’A ssem blea a u n a m anifestazione di m utism o, di indifferenza nei confronti di una realtà che va v alutata, come che sia, da tu tte le forze presenti n ell’As- semblea stessa, così come noi lo stiam o v a lu ­ tando, dando il nostro modesto contributo. La situazione certam ente è così grave, così im por­

tante e così critica che le opinioni, le afferm a­

zioni, le determ inazioni che le forze della m ag­

gioranza vorranno prendere, hanno la loro im portanza e la loro p o rtata anche p e r l ’av­

venire.

CORALLO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CORALLO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, dobbiamo m otivare l’assenso dato dal nostro gruppo alla discussione e alla vo­

tazione deU’esercizìo prov\àsorio con una innovazione, rispetto alla prassi dell’Assem- blea, che non fa precedente, in quanto è strettam ente legata all’assenso di tu tti i grup­

pi parlam entari e quindi di tu tti i deputati.

L ’assenso dato dai gruppi di opposizione, che consente questa sera di votare l ’esercizio provvisorio, di norm alizzare la v ita am m ini­

strativa della Regione, è u n a tto di responsa­

bilità che si contrappone alla irresponsabilità dei gruppi della defunta maggioranza. Che i gruppi del centro sinistra si siano com portati in tu tta questa vicenda in modo irresponsa­

bile mi sem bra assolutam ente pacifico p er tutti. Si è aperta una crisi senza bilancio quando votare la legge di bilancio era possi­

bile; ma non si volle il bilancio perchè si voleva detenere u n ’arm a di ricatto sull’As­

semblea; e quindi: esercizio provvisorio e non bilancio; e per un periodo di due mesi, perchè la presunzione accompagna sem pre la responsabilità del centro-sinistra; di dvie mesi soltanto per aum entare il peso del ricatto.

Noi demmo un giudizio negativo sulla m o­

tivazione che il P a rtito socialista italiano ave­

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R e so c o n ti P a r la m e n ta r i — 82 — A s s e m b le a R e g io n a le S ic ilia n a

V I L e g i s l a t u r a

cccr

SED U TA 24 M a r z o 1970

va dato alla sua decisione di ap rire la crisi.

E proprio questa sera viene la clam orosa con­

ferm a alle nostre tesi e la secca sm en tita agli scritti ed ai discorsi dei dirigenti del P a rtito socialista italiano. Noi dicemmo che la crisi era estranea al travaglio della società sici­

liana; percJiè se una crisi si doveva ap rire si doveva farlo p e r seppellire il centro-sinistra.

Dire invece che si apriva la crisi p er rila n ­ ciare il centro-sinistra era una menzogna. Io vorrei chiedere ai colleghi del P a rtito socia­

lista, aU’onorevole Capria, che n ella più r e ­ cente occasione di dibattito in Assem blea ha riten u to p ru d en te o pudico tacere, se ritiene di potere sostenere, con un m inim o di credi­

bilità, la tesi secondo la quale ci si appresta oggi al rilancio del centro sinistra. Noi dice­

vam o che il m otivo ispiratore della decisione del P a rtito socialista era quello di aum en tare le sue posizioni di potere; se di questo non si fosse tra tta to si sarebbe dovuta m ettere in discussione la form ula. Il P a rtito socialista italiano ha dichiarato più volte, in polem ica con noi, che invece il problem a era un altro:

il Governo Fasino aveva esaurito il suo com­

pito, ed era necessario un rilancio pro g ram ­ matico, un governo dinamico, u n governo espressione della volontà realizzatrice del P a rtito socialista italiano; ci voleva u n go­

verno efficiente.

Ebbene, questa sera è successo un fatto che, se non si fosse verificato in u na società politicam ente sottosviluppata come la nostra, significherebbe certam ente la conclusione di una esperienza. Dopo tre m esi di tra tta tiv e , dopo tre m esi di com unicati, dopo tre m esi di interviste e di discorsi, avendo definito pro­

gram m a e ripartizioni degli assessorati, si viene in A ula con una m aggioranza di cartel­

lo sovrabbondante e non si riesce a eleggere il P residente della Regione neppure con il m inim o dei voti! Il te tto m assim o raggiunto questa sera dalla m aggioranza del centro- sin istra è stato di 43 voti. Calcolando l ’assen­

za d ell’onorevole N atoli possiamo a rriv are a quota 44; se Fassenza dell’onorevole N atoli non h a significato politico, cosa che a m e non risu lta nè in u n senso nè n e ll’altro. E si dice che non c’è da fare altro che procedere alle successive votazioni, perchè il regolam ento prevede che nella successiva seduta, chi o tte r­

rà più voti, qualunque ne sia il num ero, v e rrà eletto P residente della Regione.

Cioè il P a rtito socialista ritien e di non do­

vere rim ed itare su quello che è avvenuto;

non ritiene, questo p a rtito ciie dà lezioni di democrazia, di dovere convocare i suoi organi p e r sottoporre ad essi la situazione che si è ven u ta a determ inare, p er avere alm eno la lealtà di dire: tu tto quello che abbiam o detto finora non vale più, il governo del rilancio del centro sinistra non è più possibile. T or­

nando a votare oggi o dom ani senza avere chiarito n u lla — parliam oci chiaro — si può eleggere non u n governo m a un governino;

e non è certo ad u n governino che si può affi­

dare il compito di rilan ciare il centro-sinistra, di realizzare u n ambizioso program m a di r i­

form e. Un governino che può assolvere solo la funzione di g a ra n tire determ in ate posizioni di potere; u n governino in balia dell’Assem ­ blea e dei suoi m utevoli um ori: questo potete avere, non altro. E come m ai tu tto questo si può accettare da p a rte del P a rtito socialista italiano senza m uovere ciglio, senza rip en ­ sare u n m om ento? Andiam o avan ti purché ci restituiscano i n o stri assessorati, il resto non conta, il resto non esiste; il program m a, le ambizioni, il rilancio del centro-sinistra, tutto questo non esiste; restano le volgarità e le insinuazioni del P a rtito socialista di unità proletaria! A queste volgarità si acconcia oggi il P a rtito socialista italiano!

Onorevoli colleghi, ho detto pochi giorni fa in quest’A ula proprio in quella occasione, che poc’anzi ricordavo, del d ib attito nel corso del quale il P a rtito socialista italiano, unico par­

tito, riten n e di non dovere ap rire bocca) che non è detto si debbano fare per forza governi di m aggioranza; ci può essere anche un go­

verno di transizione, di m inoranza. Ma allora si dica che si va al governo di m inoranza, al governo di transizione. Si abbia il coraggio di d ire che la crisi non si è risolta, che si realizza una soluzione di em ergenza p er assi­

curare la norm alità am m inistrativa in attesa di un chiarim ento politico. Ma se governo di transizione, se governo di em ergenza oggi si può realizzare, p er carità, allora non p arlia­

mo di form ule, di program m i, di grandi ri­

lanci. Diciamo le cose come stanno, chiam an­

dole col loro nome. Il m ascherarsi, il nascon­

dere la realtà, non è possibile, non è giusto.

Si deve avere il coraggio di dire che il centro- sinistra in Sicilia non ha capacità nè possi­

bilità di governo; che la crisi del centro-sini­

stra è cronica, e m anifesta orm ai gli spasmi dell’agonia.

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R eso co n ti P a r la m e n ta r i — 83 — A ssem blea Regionale Siciliana

VI L e g i s l a t u r a CCCI SEDUTA 24 M a r z o 1970

L’onorevole Carello si richiam a alla solu­

zione rom ana; -ma è ben chiaro che anche quella è u n a soluzione di estrem a precarietà, di estrem a provvisorietà, che tende ad evitare 10 scioglimento delle Cam ere e a garantire la possibilità delle elezioni regionali. Ma chi può pensare che a ll’indom ani di quelle elezioni il problema non si rip resen terà in tu tta la sua gravità ed in tu tta la sua dram m aticità? Cioè da un lato l’esigenza di una svolta politica nel Paese, che si av verte ogni giorno di più, e dall’altro il distacco tra le soluzioni adottate e la realtà politica e sociale.

E tu ttav ia al Com itato centrale del P artito socialista italiano, abbiam o avvertito questo travaglio. Io, ho passato, onorevole Saladino, le prim e ore del pomeriggio a leggermi atten ­ tam ente V A vanti!

SALADINO. Anche lei?

CORALLO. Lei avrà ascoltato con le sue orecchie i discorsi del Comitato centrale, io 11 ho letti; lei li av rà ascoltati. Io non li ho ascoltati. Io mi devo lim itare a leggere le cronache sui giornali.

Se andiam o a leggere le cronache del Co­

mitato centrale del P a rtito socialista italiano di ieri, notiam o questo travaglio. C’è addirit­

tura una p a rte consistente della corrente demartiniana, oggi raggruppatasi attorno al­

l’onorevole Bertoldi, che, nel dichiarare il consenso alla ricostituzione del governo, ne denuncia la p recarietà e dice: questa è una soluzione soltanto p e r alcuni mesi; il pro­

blema si ripropone. P e r non parlare della sinistra, del P a rtito socialista italiano che ha preso a d d irittu ra quella nota posizione.

Quando parlo di zona sottosviluppata, ono­

revole Saladino, intendo dire proprio questo:

che se un fatto di tale gravità, come quello che si è realizzato questa sera in Assemblea, si fosse verificato al P arlam ento nazionale, nessun 'Segretario del P a rtito socialista ita ­ liano si sarebbe m ai sognato di fa r finta di niente. Ma qui siamo zona sottosviluppata, qui c’è l’onorevole L auricella che può m et­

tere in riga il Com itato regionale, che può smentire anche lei — come lo ha sm entito — mentre lei tra tta v a . E siccome oggi la solu­

zione siciliana non è più in contrasto con quella rom ana, a tu tti i costi una soluzione deve essere trovata.

La nostra opinione, onorevoli colleghi, è

che dopo quello che è successo stasera, tu tti si avesse il dovere di rim editare: ogni p a r­

tito, ogni gruppo parlam entare. E ’ ben strano quello che sta avvenendo stasera. Noi siamo stati qui senza esercizio provvisorio, con una situazione di estrem a dram m aticità e si chie­

devano i tem pi lunghi e i rinvii di otto giorni.

Questa sera, per senso di responsabilità dei gruppi di opposizione, si sdram m atizza la si­

tuazione dell’ente Regione, nel senso che si consente lo sblocco del bilancio attraverso l’esercizio provvisorio. E proprio nel m om ento in cui questo elem ento di dram m aticità viene meno e quindi sarebbe possibile un rinvio di alcuni giorni per consentire ai p a rtiti p ro ta ­ gonisti della vicenda di questa sera di fare i conti in casa propria, no, stasera no, stasera si chiede di andare a domani, di votare do­

mani, costi quello che costi. Perchè l ’im por­

tante non è avere una maggioranza, u n p ro ­ gram m a e un governo: l’im portante è soltanto occupare dei posti, occupare degli assessorati.

E la Sicilia poi si pianga il resto.

Noi dobbiamo esprim ere la nostra m erav i­

glia, il nostro dissenso rispetto a questo pro­

gram m a dei lavori. In fondo, onorevoli col­

leghi, si vuole um iliare l ’Assemblea. Si fanno dei grandi discorsi sui regim i p arlam en tari e chi ha un regim e diverso viene additato al pubblico disprezzo; però di questo regim e parlam entare non si vogliono accettare le re ­ gole elem entari. C’è un Parlam ento, che non esprime una maggioranza. Nossignore la deve esprim ere per forza! Si vuole usare violenza all’Assemblea, di questo si tra tta . Si vuole per forza eleggere un governo senza però dichiararne la natura. Ripeto, se si trattasse di un governo di emergenza, provvisorio, di­

chiaratam ente m inoritario, nessuno di noi ne trarrebb e motivo di scandalo; t u tt’al più mo­

tivo di preoccupazione politica, m a non di scandalo. E si vuole, sempre agitando lo spau­

racchio del milazzismo, condannare le oppo­

sizioni a subire la prepotenza, non di una m ag­

gioranza dell’Assemblea, m a di organi e stra ­ nei. N eppure i gruppi parlam entari sono stati convocati, nè si è ritenuto di chiedere ima sospensione di mezz’ora per convocarli. N ien­

te. Una telefonata a ll’onorevole Lauricella, una all’onorevole D ’Angelo. E tutto si risolve in questo modo.

La realtà è che la crisi investe orm ai la form ula e i p a rtiti del centro-sinistra. Quello di questa sera non è un atto che interessa sol-

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R eso c o n ti P a r la m e n ta r i 8 4 A s s e m b le a R e g io n a le S icilia n a

VI Le g is l a t u r a CCCI SEDUTA 2 4 Ma k z o 1 9 7 0

tan to il gruppo della Dem ocrazia cristiana, parliam oci chiaro; interessa anche il gruppo del P a rtito socialista italiano e quello del P a rtito repubblicano. E ’ un atto che investe tu tti i p a rtiti di governo; quindi, dovrebbe in d u rre ciascun p a rtito a riconsiderare la si­

tuazione e a non volere, invece, forzare la m ano aU’Assemblea.

Onorevoli colleghi, noi questa sera non vote­

rem o a favore dell’esercizio provvisorio (credo che nessuno pretendesse tan to da noi) m a r i­

teniam o che si debba ugualm ente apprezzare l ’assenso da noi dato a ll’esam e del disegno di legge. Pensavam o che questo dovesse essere un gesto tenden te a sdram m atizzare la situ a­

zione e a consentire la ricerca di soluzioni politiche più rispondenti alla re a ltà siciliana.

Al nostro gesto di responsabilità si risponde con un nuovo atto di irresponsabilità. Ne prendiam o atto e chiam erem o n atu ralm en te l ’opinione pubblica a giudicare su quello che è avvenuto qui stasera e che si vuole avvenga domani.

Il nostro giudizio è estrem am ente severo.

Il nostro appello, ancora in questo m om ento, è rivolto ai p a rtiti del centro-sinistra perchè rim editino, o perchè abbiano il coraggio, al­

meno, di rin u n ziare alle ta n te parole sprecate in questi mesi, alle tan te in u tili frasi pole­

m iche rivolte a noi p e r il nostro giudizio, oggi dim ostratosi veritiero; ed abbiano alm eno il coraggio della um iltà che è proprio una delle c aratteristich e che hanno dim ostrato di non possedere.

GRAMMATICO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GRAMMATICO. Onorevole Presidente, ono­

revoli coUeghi, anche noi del gruppo del M ovi­

m ento sociale italiano sottolineiam o la esi­

genza cJie non abbia a costituire precedente la discussione del disegno di legge per l’eser­

cizio provvisorio del bilancio, d u ran te la crisi di Governo. Abbiam o dato la no stra ade­

sione solo perchè sensibili verso gli interessi dei terzi, dei dipendenti deli’A m m inistrazione regionale, che hanno il diritto di avere pagati a fine mese gli stipendi, dei fornitori che hanno il d iritto di riscuotere i m andati di pagam ento.

Lo abbiam o fatto perchè la crisi del centro- sinistra, che ha privato in questo m ese di m arzo la Regione del suo strum ento fonda­

m entale, che è appunto il bilancio, con conse­

guenze gravissim e p er la nostra Isola (crisi ancora non risoltà, m a che, anzi, è esplosa stasera ,gravissim a) non venisse condotta co­

m e è avvenuto fino a questo m om ento, sulla pelle delle popolazioni siciliane.

Va rilevato, infatti, che assistiam o, ormai da tre mesi, a tu tto un giuoco politico che si svolge purtroppo fuori dell’Assem blea; a tu tto im giuoco politico ài quale fanno capo soltanto interessi di p a rte e di gruppi, e che, sostanzialm ente, ha messo in crisi l ’istituto autonom istico. E ’ evidente che, se da parte della m aggioranza d eterm in ate responsabilità non sono sta te avvertite, da p a rte delle oppo­

sizioni però queste responsabilità sono state colte, ed è in questo quadro che si è consen­

tito l’esam e del disegno di legge che proroga l’esercizio provvisorio del bilancio. E vidente­

m ente non può pretendersi, da p a rte delle opposizioni, u n voto favorevole, anche perchè, in m ancanza di rm governo, non saprem m o a chi affidare l’esercizio provvisorio. P e r conse­

guenza noi del M ovim ento sociale esprim e­

rem o il nostro voto contrario.

N on c’è dubbio però che va m esso in evi­

denza che quanto è accaduto questa sera segna un fatto di estrem a g ravità sul piano politico, cioè la crisi della form ula del centro-sinistra e la crisi dei p a rtiti che fanno p a rte della coalizione del centro-sinistra.

Noi in fa tti abbiam o registrato risu lta ti ne­

gativi su un p u nto fondam entale, vale a dire la scelta della persona che avrebbe dovuto capeggiare il G overno della Regione; è su tale scelta che si sono m anifestati numerosi franchi tirato ri. Il che sta ad indicare che la crisi investe orm ai la form ula e i p artiti, nel senso che nel loro in tern o i p a rtiti non rie­

scono a tro v are un punto di incontro neppure p e r quanto rig uarda gli uom ini che li deb­

bono rap p resen tare in seno al G overno che dovrebbe essere costituito.

Da p a rte delle sinistre (abbiam o ascoltato l’onorevole De Pasquale e l ’onorevole Coral­

lo) si sostiene che la crisi del centro-sinistra è d eterm in ata dal fatto che non si dà ad essa uno sbocco verso una m aggioranza che vada più in là dei q u a ttro partiti, cioè a dire una m aggioranza capace di com prendere anche il P a rtito com unista. Io non ritengo che si possa dare un a valutazione di questo tipo. Se do­

vessi in tu itiv am ente cercare di capire da quale p a rte sono v enu ti i fran chi tiratori, se

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R e s o c o n t i Parlam entari — 85 — A ssem blea Regionale Siciliana

VI L e g i s l a t u r a CCCr SEDUTA 2 4 Ma r z o 1 9 7 0

dovessi cercare di capire qual è il loro inten­

dimento di fondo, dovrei giungere a delle conclusioni diverse. Dovrei cioè ritenere che la politica negativa del centro-sinistra — che, senza tem a di essere sm entito, posso afferm a­

re che è stata (qui, almeno, aU’Assemblea regionale siciliana sul terren o dell’attiv ità le­

gislativa) condizionata dal P a rtito comunista

— ha creato quella situazione di gravissimo disagio n elle popolazioni, aggravando la crisi economica e sociale che esiste in Sicilia.

La crisi, pertanto, non va considerata nel senso di una m aggiore spinta a sinistra del­

l’attuale form ula. A l contrario va in terp retata nel senso che è arriv ato il m omento di ra d ­ drizzare la linea politica siciliana, cercando, nel rap porto con a ltre forze politiche e sul terreno di u n a intesa chiara e di program m i aperti dal punto di vista sociale, di realizzare una nuova linea che possa favorire la rinascita delle popolazioni siciliane.

Noi siamo a rriv ati ad u n pim to cruciale della vita della Regione siciliana. A questo punto cruciale ci siamo arriv ati dopo quasi un decennio di politica di centro-sinistra; e tu tto questo — proprio perchè la politica del cen­

tro-sinistra è stata condizionata dal partito comunista — ci dice che la strada da battere è una altra. La strada da battere è diversa da quella che viene prospettata dai colleghi comunisti, dalla sinistra della Democrazia cri­

stiana.

Questo il valore che noi diamo alle vota­

zioni negative di stasera; ed è in questo senso che invitiam o la Dem ocrazia cristiana e tu tti gli altri p a rtiti che fanno capo alla coalizionè di centro-sinistra a m editare ed a cercare di rivedere le loro posizioni. Cercare soprattutto di rivederle m ettendo da parte i dissidi in­

terni, i contrasti di carattere personalistico, cioè gli aspetti di una politica che diviene senza dubbio riprovevole, quando si aggancia soltanto a posizioni di potere. Se si continua come p e r il passato noi avrem o sì, nei pros­

simi giorni, u n centro-sinistra più avanzato, ma più avanzato soltanto nei contrasti interni, cioè a dire soltanto sul piano di quel nullismo che ha caratterizzato la vita politica siciliana in questi ultim i mesi.

Questo è l’invito che noi ci perm ettiam o responsabilm ente di rivolgere alla Democrazia cristiana, quale p artito di maggioranza rela­

tiva, e a tu tte le altre forze politiche, nella speranza che quanto è accaduto valga a far

sì che si possano com inciare a considerare (come si devono considerare) gli interessi obiettivi delle popolazioni siciliane.

LOMBARDO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LOMBARDO. Onorevole P residente, l’oc­

casione della proroga deU’esercizio provviso­

rio ha dato lo stu ra ad un riesam e di alcuni problem i politici che erano già stati affron­

tati dall’Assemblea alcuni giorni fa, e che senza dubbio hanno trovato nella votazione di stasera un incentivo. Abbiamo già preci­

sato nei giorni scorsi i tem i e gli argom enti che sono stati oggetto della tra tta tiv a politi­

ca tra i p artiti del centro-sinistra nelle u lti­

m e settim ane. Una tra tta tiv a — abbiamo detto in quella occasione e desideriam o ricon­

ferm are questa sera — di estrem a serietà ed interesse, che ha determ inato la conclusione di un accordo politico generale proprio ieri sera. Il program m a che è stato concordato, i problem i che sono stati esam inati p er la loro soluzione, in term ini di accordo politico, quel program m a che sarà esam inato nei prossimi giorni da questa Assemblea, in occasione del dibattito dopo le dichiarazioni del Presidente della Regione, dim ostreranno con chiarezza e con sufficienza di m otivazione lo sforzo se­

rio, costruttivo, m editato di tu tti i p a rtiti del centro-sinistra per form ulare un program m a ed iniziare una nuova politica di rinnova­

m ento della economia e del sistem a nella nostra Regione. Noi non vogliamo prevenire questo dibattito, nè vogliamo preannunciare alcuni tem i di notevole rilevanza politica.

Ritengo che i colleghi potranno esam inare questo program m a a tempo debito, soprat­

tu tto dopo le enunciazioni e le esplicazioni che il Presidente della Regione farà, a ttra ­ verso il suo discorso di presentazione del pro­

gramma, all’Assemblea.

GIACALONE VITO. Non l’hanno capito nemmeno quelli del suo gruppo, il program ­ ma!

LOMBARDO. Ecco perchè, onorevoli colle­

ghi, alcuni giudizi negativi, che sono stati form ulati stasera dai colleghi del P a rtito co­

m unista, del P artito socialista italiano di unità proletaria ed anche dal M ovimento sociale

Resoconti, f. 16 (500)

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Resoconti Parlam entari 8 6 A ssem blea Regionale Siciliana

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italiano, noi riteniam o siano del tu tto p rem a­

turi. Sul piano politico, noi vogliamo dire con estrem a chiarezza che il procedere della Dem ocrazia cristiana, come quello degli a ltri p a rtiti della coalizione di centro-sinistra, è stato corretto e responsabile. Non ci sem bra di p o ter condividere gli apprezzam enti che sono stati fatti poco fa anche da un mio col­

lega di gruppo, d all’onorevole Carello, circa presu n ti atteggiam enti tortuosi o poco chiari che alcuni p a rtiti del centro-sinistra hanno m anifestato d u ran te la tra tta tiv a ; non pos­

siamo...

CORALLO. F o rtu n a che siete della stessa corrente. Qui siamo alle sottocorrenti!

RINDONE. Della stessa cordata!

LOMBARDO. Possiam o essere della stessa corrente, onorevole Corallo, m a è chiaro che dinanzi a determ in ati giudizi politici ognuno deve assim iere le p roprie responsabilità. Io ho partecipato di persona, come componente della delegazione, alla tra tta tiv a p er la fo r­

m azione del centro-sinistra e devo dire con m olta chiarezza che non posso condividere gli atteggiam enti, le opinioni e i p u n ti di v ista che cercano, in un certo senso, di qualificare tale tra tta tiv a o possono qualificare atteggia­

m enti di qualcuno dei p a rtiti della coalizio­

ne in term ini di to rtu osità o di poca chia­

rezza politica. Del resto, onorevoli colleghi, il fatto fondam entale che i p a rtiti del centro- sinistra hanno dedicato lunghe settim ane allo esam e del program m a, lasciando agli ultim i giorni la discussione della s tru ttu ra del go­

verno (o come si dice com unem ente dei pro­

blem i del potere) dim ostra sufficientem ente, che l’interesse m aggiore dei p a rtiti stessi si è m anifestato sul tem a di un effettivo rin ­ novam ento, cioè a dire di un rilancio del cen­

tro-sin istra in Sicilia.

L ’onorevole Corallo e l’onorevole De P a ­ squale hanno ripreso stasera il tem a dei sette, degli otto 0 dei sei voti che d u ran te le tre votazioni...

CORALLO. Mi p are che siano nove.

LOMBARDO. ...sono m ancati al cartello della maggioranza. Ma, onorevole Corallo, su questo problem a dobbiamo intenderci. E ’ chiaro che, da parte sua e degli a ltri colle­

ghi della opposizione, è più facile e più con­

veniente d are a questo episodio u n signifi­

cato di n a tu ra politica che m ette in forse tu tta la m aggioranza e fa p recipitare nel vuoto 0 nel ridicolo, come lei h a afferm ato, tu tta l ’im postazione politica e program m atica del centro-sinistra. Noi non siamo d ’accordo su tale giudizio e im postazione. Se si dà un valore politico ai voti di una m inoranza, di alcuni deputati, trascurando l’im portanza po­

litica della strag ran d e m aggioranza di alcuni gruppi parlam en tari, io credo che in questo caso...

CORALLO. Sono correnti di partito, non sono individui. Non confondiamo. Qui c’è una polem ica pubblica, politica; non diminuisca...

LOMBARDO. Certo, lei vuole identificare quei voti in u na determ in ata corrente; non credo che codesta sua im postazione possa es­

sere assolutam ente accolta. P e r noi sono voti anonimi, sono voti di d ep utati che, nel segreto delle urne, contravvengono ad un a regola mo­

ra le e politica. Contravvengono anzitutto ad u na regola m orale, che è quella di votare a scrutinio segreto nello stesso modo come una m aggioranza dem ocraticam ente ha stabilito.

E ’ u na valutazione negativa sul piano politico perchè se si dovesse dare m aggiore rilevanza alle m inoranze che nel segreto delle u rn e vo­

tano in senso contrario, ponendo in non cale la volontà politica della m aggioranza, allora in questi casi si rib altereb b e lo stesso metodo dem ocratico e la stessa dialettica democratica.

A llora, in questa ipotesi, onorevoli colleghi, nessun partito, nessuna m aggioranza p arla­

m en tare potrebbe p o rta re avanti program m i politici, p erchè alcuni, pochi, u n a sp aru ta m i­

noranza, nel segreto delle urne, con un a p ra ­ tica che noi non possiamo che condannare sul piano politico e sul piano m orale m ettereb ­ bero in non cale la volontà della stessa m ag­

gioranza e quindi la realizzazione del pro­

gram m a.

Noi diamo un giudizio negativo di questo fenomeno, così come condanniamo, sul piano m orale e politico, i colleghi che nel segreto delle urn e m anifestano p a re ri e voti contrari a quelle che sono state le decisioni dèlia mag­

gioranza. E vorrei rip e tere che a n u lla var­

rebbe, onorevoli colleghi, la battaglia che noi abbiam o fatto a ll’inizio di questa legislatura, attorno al voto segreto e alla chiarezza della

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R e s o c o n t i P a r l a m e n t a r i — 87 — A ssem blea Regionale Siciliana

VI Le g i s l a t u r a CCCI SEDUTA 24 M a h z o 1970

posizione politica in Aula, se anche gli altri gruppi della opposizione danno valore a certe m anifestazioni di volontà politica che vengo­

no espresse al buio, senza, cioè a dire, una caratterizzazione chiara ed univoca e, quindi, senza la possibilità di dare un giudizio sere­

no, pubblico, obiettivo.

P er questi m otivi, onorevoli colleghi, noi riteniam o che il voto o i voti che sono m an­

cati stasera p er la elezione del Presidente della Regione, non possano avere il signifi­

cato politico che i colleghi, che mi hanno p re ­ ceduto, hanno voluto dare. Non significa cioè, che all’interno della m aggioranza non ci sia una tensione politica e m orale per portare avanti u n certo program m a. Anzi, il fatto che la stragrande m aggioranza, con estrem a lealtà e chiarezza, concorda un disegno politico, m entre a ltri preferiscono assum ere atteggia­

menti così criticabili e deteriori, è la prova evidente che un program m a, una tensione, una volontà politica c’è e va portata avanti, nonostante questi fenom eni che noi non pos­

siamo ancora che giudicare negativi e deplo­

revoli.

Ecco perchè, onorevoli colleghi, noi voglia­

mo andare avanti. Non perchè quello che è successo stasera non abbia nessun valore, ma perchè non vogliamo essere impacciati, de­

term inati, bloccati nella nostra volontà e azione, da u na sparu ta m inoranza, il cui giu­

dizio politico, tra l’altro, non è chiaro, e non è qualificabile, perchè non si m anifesta a ttra ­ verso una posizione chiara, una enunciazione di principi, m a resta nell’anonimato, con un voto contrario alla volontà democraticam ente espressa dai gruppi politici del centro-sinistra.

Sono questi i m otivi per i quali affermiamo che il giudizio espresso dai colleghi che ci hanno preceduto, non può essere da noi ac­

colto.

Presidenza del Presidente LANZA

Vorrei chiedere all’onorevole De Pasquale quali sono i m otivi per i quali egli dà una importanza così rilev an te ai pochi deputati, anonimi e generici, che hanno votato in un certo modo per la elezione del Presidente della Regione e non vuole dare, volutamente, alcun giudizio positivo alla volontà politica, nianifestata dalla stragrande maggioranza dei deputati dei gruppi parlam entari del centro­

sinistra. I quali, attraverso un program m a, un dibattito, una presa di posizione politica pub­

blica, chiara e coerente, vogliono p o rtare avanti un program m a di rinnovam ento; vo­

gliono cim entarsi in questa A ula e fuori, nella società siciliana, per in sta u ra re un a d ialetti­

ca contrassegnata da chiarezza e da distin­

zione di posizioni politiche. Questo rilievo dato all’azione di gruppi m inoritari, i quali lavorano nel buio e senza una precisa quali­

ficazione politica, è la continuazione di un atteggiam ento m entale che risale a m olti anni fa e che ha caratterizzato, talvolta, gli aspetti più negativi della vita politica dell’Assemblea.

La collusione, la pratica, cioè, delle opposi­

zioni di favorire anche sul piano m orale, i responsabili di un così triste fenom eno, di fare diventare eroi coloro i quali fanno i fra n ­ chi tiratori in Aula, e di disattendere, invece, la posizione politica chiara e ap erta della s tra ­ grande m aggioranza dei gruppi del centro- sinistra, questa m entalità e questo atteggia­

m ento noi condanniamo duram ente, perchè pensiamo che non è su queste basi che un discorso politico chiaro, m oderno può essere continuato in questa Assemblea e nel Paese.

Chi ha opinioni politiche da avanzare, lo fac­

cia con estrem a chiarezza, facendosi chiam a­

re per nome e cognome, e assum endo sul piano politico e su quello delle idee una posi­

zione di estrem a lealtà, senza trin cerarsi in atteggiam enti che sono, senza dubbio, equi­

voci e comunque deteriori sotto il profilo mo­

rale e politico.

Sono questi i motivi, onorevoli colleghi, per i quali noi riteniam o che la conclusione della tra tta tiv a fra i p a rtiti del centro-sini­

stra, ha portato alla form ulazione e alPappro- vazione di un program m a di notevole im por­

tanza per lo sviluppo economico e civile della nostra Isola. E’ su questi tem i, e su questi program m i che prossim am ente n ell’Assem- blea e nella società siciliana ci batterem o. E non saremo certam ente ferm ati da posizioni equivoche o da atteggiam enti di n ostri colle­

ghi i quali, con sistemi deprecabili, cercano senz’altro di ferm are o di atten u are il nostro impegno e la nostra tensione politica.

CAROLLO VINCENZO, Presidente della Commissione e relatore. Chiedo di p arlare per fatto personale.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà. D esidererei

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Resoconti Parlam entari A ssem blea Regionale Siciliana

VI Le g i s l a t u r a CCCI SEDUTA 24 M a r z o 1970

sapere però in che cosa consiste il fatto p e r­

sonale.

CAROLLO VINCENZO, P residente della Commissione e relatore. Signor P residente, il fatto personale per il quale m i perm etto di chiedere la parola, consiste n e ll’avere l’ono­

revole Lom bardo attrib u ito a me, pensieri che

— alm eno nel modo come lui li ha in te rp re ­ ta ti — non sono stati espressi. E poiché la interpretazione che lui ha dato — se fosse vera — avrebbe delle im plicazioni di un giu­

dizio m orale espresso da m e sul conto dei p a rtiti politici che hanno concluso la tr a tta ­ tiva, io certo, respingendo l’aspetto m orale, m a accettando quello politico, m i sento in do­

vere di chiedere la parola p e r spiegare più chiaram ente il mio pensiero.

E ’ stato detto che il giudizio da m e espresso risiede nelle parole: tra tta tiv a turtu o sa, tr a t­

tativ a poco chiara, tra tta tiv a , quindi, che così presentata, e illu strata, non po rtereb b e solo pregiudizio politico m a anche m orale.

Io ho detto, signor Presidente, che le tr a t­

tativ e hanno avuto un andam ento serpentino ed ho aggiunto che il fatto in particolare, non rigu ard ava tanto la Dem ocrazia cristiana.

Nessuno può negare, signor P residente, che le tra tta tiv e di due m esi (forse anche più), p er il fatto stesso, quanto meno, che due mesi sono durate, non potevano essere rettilin ee (nel senso cioè della linea re tta non nel senso della m oralità) m a dovevano necessariam ente essere a singhiozzo, a doccia scozzese, ser­

pentine. Ho aggiunto che darem o im giudizio, quando l ’Assem blea sarà chiam ata a discu­

tere delle dichiarazioni del nuovo governo, sulle tra tta tiv e , sui program m i, sui protago­

n isti e sulle prospettive. Ma certo non pote­

vo non dich iarare che il ritardo, — che ci ha indotto a innovare tu tta la procedura, per inserire nelle operazioni di rinnovo del go­

verno l ’approvazione deU’esercizio provviso­

rio — non può non essere attrib u ito esatta­

m ente e alla lunghezza (nel senso tem porale) delle tra tta tiv e e alla n a tu ra serpentina, im ­ plicita, delle tra tta tiv e stesse.

Io apprezzo, onorevole Presidente, il fatto che...

LOMBARDO. T ra ttativ e rettilinee... o tr a t­

ta tiv e serpentine?...

PRESID EN TE. Onorevole Lom bardo, non facciamo della polemica.

CAROLLO VINCENZO, P residente della Com missione e relatore. ...il p residente del gruppo p arlam entare al quale io appartengo abbia sentito il cordiale dovere di anticipare le dichiarazioni del presidente del gruppo p arlam en tare socialista, o di sostituirsi addi­

rittu ra al presidente del gruppo socialista per difendere cose che, alm eno in quel modo, non erano state condannate e p er sviluppare p en­

sieri in contradittorio con il mio che, almeno in quei term ini m orali, non era stato espresso.

I term ini politici sono incontrovertibili ed evidentem ente sotto questo aspetto, non ci può essere nè offesa di chicchessia, nè p atro ­ cinio gratuito di chicchessia.

SALLICANO. Chiedo di parlare.

PRESID EN TE. Ne ha facoltà.

SALLICANO. Onorevole P residente, ono­

revoli colleghi, nói abbiam o acconsentito as­

sieme a tu tti i colleghi dell’Assemblea, alla discussione e alla votazione del disegno di legge che proroga l’esercizio provvisorio per a ltri due mesi. L ’abbiam o consentito per il p articolare m om ento che attraversiam o, in Sicilia, e con quella precisazione — che acco­

gliamo in pieno — fa tta dal P resid en te del- TAssemblea, che non costituisce, in alcun modo, precedente p e r il fu tu ro; o comunque i P residen ti di questa Assem blea lo potranno richiam are ove la unanim ità dell’Assemblea dovesse rite n e re che m otivi di emergenza, come nel caso in ispecie, lo impongano.

Il mio gruppo v oterà contro l’esercizio provvisorio, consentendo però che si form i in questa Assemblea m ia m aggioranza che possa votarlo ugualm ente. E v oterà contro non sol­

tanto perchè non condivide il docum ento fon­

dam entale sul quale si articola l’esercizio provvisorio, m a perchè non sa quale governo dovrà spendere questi a ltri due dodicesimi del bilancio. D ovrà spenderli un governo di cen­

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