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Schede. Capitolo 4

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Academic year: 2021

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Capitolo 4

Schede.

In questo ultimo capitolo sono raccolte le schede delle opere selezionate nella nostra ricerca.

L’intestazione della scheda contiene il titolo dell’opera e un codice che la identifica. Questo è composto da: sigla della provincia di appartenenza; numero progressivo della scheda; coppia di lettere che indicano il tipo edilizio; epoca di riferimento: anni ‘60, anni ‘70, anni ‘80.

Le opere, suddivise per provincia, sono ordinate cronologicamente e classificate in relazione alle seguenti tipologie funzionali:

Attrezzature Urbane – AU; Attrezzature Tempo libero – AT; Attrezzature per l’Istruzione – IS; Edifici di Culto – EC; Edifici Residenziale – ER; Complesso Residenziale – CR; Residenziale per Vacanza – RV;

Edificio Polifunzionale – EP; Complesso Polifunzionale – CP.

Le schede potranno essere scorse come una carrellata di immagini con testo di accompagnamento, sulla falsariga del Visual Storytelling. Una breve descrizione e alcune fotografie sono completate da indicazioni sintetiche su localizzazione, tipo edilizio, destinazione d’uso, progettista e costruttore dell’edificio.

Sono state vagliate sessantanove opere edilizie a varia scala, di nuova costruzione e realizzate. Le ventitré schede riassuntive che presentiamo sono una selezione degli interventi che abbiamo ritenuto più significativi. I criteri utilizzati per la sintesi sono stati individuati in base a caratteristiche di oggettività e semplicità. Le opere schedate sono state ritenute rilevanti in base ai seguenti criteri: rilevanza storica del progettista; qualità dell’edificio; elevato interesse documentale; aderenza e attinenza ai temi studiati e trattati.

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Casa Mann Borgese. LU01-RV60

Localizzazione:

Forte dei Marmi via Raffaelli, via Mann N 43.957359, E10.182180

Contesto:

Periferia urbana

Tipo edilizio:

Casa per vacanze

Destinazione d’uso attuale:

Residenziale

Destinazione d’uso originaria:

Residenziale

Stato di conservazione:

Inalterato

Committente:

Elisabeth Mann Borgese

Progettista: Leonardo Ricci Anno di progetto: 1957 Costruttore: Anno di costruzione: 1959 Altre informazioni:

Leonardo Ricci è un architetto già noto nel 1957, all’epoca del progetto per la dimora estiva della figlia dello scrittore Thomas Mann, ubicata nel retroterra di Forte dei Marmi, non lontano dal mare.

L’edificio che Ricci realizza è ad un tempo “librato” ed “ancorato” rispetto al terreno e si relaziona organicamente al sito sulla base di un doppio principio di integrazione e esternazione, connaturato alla sua logica progettuale.

La casa, infatti, poggia “a ponte” su robusti “contrafforti a scarpa”, tipico elemento espressivo di Ricci, realizzati in pietrame di marmo con scarti delle cave di Carrara. Il materiale è impiegato anche nel massiccio corpo turriforme del vano scale e segna il forte ancoraggio con il terreno di un « translatlantico pronto a salpare per le montagne », come la stessa Mann definisce la dimora estiva, in un articolo del 1959 apparso su “L’architettura cronache e storia”.

La casa è composta di tre livelli: al pianterreno ospita un soggiorno estivo, sorta di “patio” delimitato dai “contrafforti”, con pianta a doppio ventaglio organizzata per disporsi alle vedute panoramiche verso le montagne e verso la costa tirrenica. La fluidità dello spazio interno è garantita dall’ampio salone, al piano sopraelevato, che si eleva per due terzi dell’intera altezza. Il salone è circondato da un ballatoio aperto che serve le camere al piano superiore.

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Uffici Inpdap di Lucca. LU02-AU60

Localizzazione:

Lucca, via Barsanti e via Matteucci N 43.849288, E10.503905 Contesto: Periferia urbana Tipo edilizio: Attrezzature urbane

Destinazione d’uso attuale:

Uffici

Destinazione d’uso originaria:

Uffici Stato di conservazione: Inalterato Committente: Inpdap Progettista:

Pier Paolo Portoghesi, Eugenio Abbruzzi

Anno di progetto: 1959

Costruttore:

Anno di costruzione: 1960

Altre informazioni:

L’edificio per uffici di Lucca presenta un impianto planimetrico articolato risultante dall’accostamento di tre volumi, diversificati nelle dimensioni, che “muovono” dal fulcro centrale contenente due vani scala.

L’impiego di materiali diversi accostati tra loro segna la dialettica tra le diverse componenti dell’edificio, connettendone la forma contenuta e rigorosa. All’esterno la struttura portante è messa in evidenza inglobando il volume edilizio nella “gabbia strutturale” scandita e misurata dalle fasce orizzontali dei solai e dalle linee verticali dei pilastri. Lungo tutto il perimetro, fino all’altezza del piano terra, i prospetti esterni sono caratterizzati dalla cromia dei ricorsi orizzontali data dall’impiego di fasce alternate di marmo bianco, laterizio e cemento a vista.

L’ingresso principale, posto sul lato nord, immette in un ampio atrio di distribuzione dal quale si accede agli ambienti interni e ai percorsi di collegamento. Un volume minore, alto due piani, contiene al piano terra un ampio salone per il pubblico attualmente destinato agli sportelli dell’Azienda sanitaria locale. Questo ambiente, chiuso da pareti cieche continue, si distingue per la particolare copertura voltata a travi in cemento armato a vista, individuabili anche dall’esterno dell’edificio. Ai piani superiori, il paramento murario, di mattoni prodotti nelle fornaci dell’Impruneta, richiama il laterizio delle mura della città. L’edificio è concluso da grandi cornicioni in aggetto, evidente riferimento alle tradizionali coperture toscane. Sotto l’aspetto formale, la sede di Lucca rappresenta un’anticipazione del linguaggio espressivo maturato successivamente nella progettazione della più nota casa Baldi, realizzata a Roma nel 1960.

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Villa Menichetti. LU03-RV70

Localizzazione:

Lucca, loc. Sant’Alessio via Piana N43.864837, E10.474206 Contesto: Periferia urbana Tipo edilizio: Case unifamiliari

Destinazione d’uso attuale:

Residenziale

Destinazione d’uso originaria:

Residenziale Stato di conservazione: Inalterato Committente: Piero Menichetti Progettista: Piero Menichetti Anno di progetto: 1969 Costruttore: Anno di costruzione: 1970 Altre informazioni:

Il designer Piero Menichetti realizza con questo progetto la propria casa-studio che diviene così una sorta di esemplificazione delle idee e delle proposte dell’autore nel campo del design. Le soluzioni distributive e d’interno, furono rese con efficacia dando impulso all’economia dell’edilizia locale. Il muro perimetrale nasconde due cortili interni scoperti. La copertura è a falde molto ribassate con il manto realizzato in lastre di rame su una struttura portante in capriate d’acciaio.

Il fronte nord presenta solo un portone in ferro, verniciato di nero, attraverso il quale si accede al cortile più grande, e una finestratura verticale continua in alluminio. I prospetti est e ovest mostrano un’apertura squadrata e alta dal suolo, chiusa solo con pannelli verticali d’alluminio orientabili con funzione di brise-soleil e che si aprono verso i rispettivi cortili. Sul fronte sud, questo tipo di chiusura ha uno sviluppo maggiore servendo, con persiane mobili, la finestratura in alluminio del soggiorno.

L’interno, destinato ad abitazione, è articolato su una pianta libera. La camera da letto è rialzata e separata rispetto al soggiorno con una bassa parete prefabbricata.

La cucina è quasi aperta sul soggiorno, se non fosse per un lungo mobile in print rigato, ad altezza d’uomo, che contiene tutti gli elementi necessari. Tutto l’appartamento è controsoffittato con doghe di legno d’abete.

Lo studio si trova a una quota inferiore rispetto al terreno ed è, come ogni altro ambiente della villa, privo di intonaco, con la muratura in mattoni in vista come all’esterno.

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La casa che vola. LU04-RV70

Localizzazione:

Camaiore, loc. Vergata, via Belvedere

N 43.938820, E10.277051

Contesto:

Periferia urbana

Tipo edilizio:

Casa per vacanze

Destinazione d’uso attuale:

Residenziale

Destinazione d’uso originaria:

Residenziale

Stato di conservazione:

Restaurato

Committente: Progettista:

Lorenz Papi, Ahmaed Mourad

Anno di progetto: 1973

Costruttore:

Anno di costruzione: 1975

Altre informazioni:

« È un’architettura ecologica, anzi “ornitologica”. […] Ho pensato come si potrebbe vivere sulla punta dell’ala e sulla parte di essa più attaccata al corpo del gabbiano ».

Così descrive l’idea portante del progetto il suo autore.

La villa, situata su un colle all’ingresso della valle di Camaiore che gode di un ampio panorama a 180° sulle Apuane e sul mare, è quasi completamente chiusa a monte a aperta con ampie vetrate a valle. Il volume si articola su tre quote differenti è tripartito con il sospeso che culmina nel superpanoramico volume vetrato sulla terrazza. Le superfici vetrate ombreggiate, dai solai ad ala di gabbiano, negano la materialità del volume architettonico. La struttura in piastri conforma un maglia regolare che sorregge due solai a sbalzo in cemento armato bianco con aggetti superiori a 7 metri. La maglia strutturale ha consentito una libertà distributiva che si realizza nella sequenza di tre tipi di spazi: spazio interno, spazio esterno protetto e spazio en plein air.

La costruzione è in acciaio, in cemento armato e con vetrate policrome, in parte riflettenti, incorniciate da infissi in alluminio anodizzato nero.

Il terreno intorno alla casa rispetta il carattere della natura, selvaggia incontaminata, che lo circonda.

La residenza, danneggiata seriamente da atti vandalici, è stata ricostruita in base al progetto originario.

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Peep “Campo d’Aviazione” di Viareggio. LU05-CR80

Localizzazione:

Viareggio via Mario Paolini N43.856420, E10.263193

Contesto:

Periferia urbana

Tipo edilizio:

Complesso residenziale

Destinazione d’uso attuale:

Residenziale

Destinazione d’uso originaria:

Residenziale e commerciale Stato di conservazione: Ristrutturato Committente: Coop. Viareggio II Progettista: Abicooper, Alberto Pacciardi Anno di progetto: 1983 Costruttore: Impresa Belloni Anno di costruzione: 1984 Collaboratori: Aldo Rossi

La qualità architettonica dell’edificato della periferia di Viareggio ha posto ai progettisti la necessità di confrontarsi e rapportarsi con fabbricati preesistenti di varia altezza e tipologia. Il nuovo complesso di 40 alloggi, previsto dal Piano Attuativo, ha trovato ubicazione in un lotto residuo e si configura come tipico intervento di completamento del tessuto urbano. La risistemazione complessiva del lotto si è risolta in una vera e propria operazione urbanistica a piccola scala. Il progetto ha proposto volumi e superfici lineari, e una gradazione precisa tra spazi privati e pubblici sottolineata anche dall’uso del verde e dalla separazione tra percorsi carrabili e pedonali, strade di scorrimento e zone di parcheggio. Per ottenere una maggiore articolazione volumetrica è stata utilizzata un’ampia gamma di tipi edilizi: torre, linea, schiera che, attraverso un attento bilanciamento del peso dimensionale e visivo dei volumi, e la “ricucitura” dei percorsi, tendono ad amalgamare l’intervento con le preesistenze. Il fronte compatto degli edifici si apre verso la strada pubblica soltanto attraverso dei giardinetti privati di cui tutti gli alloggi, al piano terreno, sono dotati.

La fredda modularità degli edifici trova nell’articolazione volumetrica e nel gioco delle coperture un dialogo con il contesto spezzando la fredda modularità dei prospetti degli altri edifici.

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Cimitero di Porcari. LU06-AU80

Localizzazione:

Porcari. Via Molino Sbarra

E43.852450, E10.631297

Contesto:

Periferia urbana

Tipo edilizio:

Attrezzature urbane

Destinazione d’uso attuale:

Cimitero

Destinazione d’uso originaria:

Cimitero Stato di conservazione: Inalterato Committente: Comune di Porcari Progettista:

Pietro Carlo Pellegrini,

Anno di progetto: 1986

Costruttore:

Anno di costruzione: 1989

Altre informazioni:

L’inserimento armonioso e panoramico di questo intervento sfrutta la lieve pendenza del versante collinare che degrada con terrazzamenti. L’accesso al complesso è orlato da filari di cipressi. La planimetria é inscritta in una figura quadrangolare, ottenuta attraverso la rotazione di un rettangolo. Nella piazza antistante il cimitero sono collocati i due volumi cilindrici che ospitano la cappella cerimoniale e la camera ardente.

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Cittadella del Carnevale di Viareggio. LU07-AU90

Localizzazione:

Viareggio, loc. Magazeno Piazza Burlamacco N43.892504, E10.244934 Contesto: Periferia urbana Tipo edilizio: Attrezzature urbane

Destinazione d’uso attuale:

Museo e capannoni-laboratorio

Destinazione d’uso originaria:

Museo e capannoni-laboratorio Stato di conservazione: Inalterato Committente: Comune di Pisa Progettista: Massimo Carmassi,

Ufficio Progetti Comune di Pisa

Anno di progetto: 1998

Costruttore:

Anno di costruzione: 2000

Altre informazioni:

Nella piana di Viareggio, in prossimità dello svincolo autostradale con l’Aurelia, il grande parco urbano accoglie la Città del Carnevale. La Cittadella è una grande piazza “toscana” su cui si affacciano i sedici laboratori in cui vengono costruiti i carri allegorici del carnevale viareggino.

Ad ovest la piazza ellittica è aperta verso la città per consentire l’uscita dei carri; ad est ha come fondale l’edificio dei servizi (Scuola della Cartapesta, Museo della Maschera e gli uffici della Fondazione del Carnevale).

L’idea di un così particolare giardino, che si affaccia sulla fossa dell’Abate è fatta propria dal progetto, come sua collocazione “ideale”. I laboratori dei carri trasformano il parco urbano in un “parco animato” da carnevalesche presenze e legato ad una attività artigianale ed artistica di grande importanza e originalità. L’insieme dei sedici capannoni e degli altri edifici disposti, circonda una piazza, ambiente ideale per feste e rappresentazioni. La forma meglio evidenzia il carattere di fondale e nello stesso tempo sottolinea la volontà di porsi come emergenza del territorio e fulcro ambientale. La forma architettonica del complesso deriva anche da esigenze costruttive. Così le torri poste ai lati delle grandi aperture da cui fuoriescono i carri, servono ad irrigidire i portali di ingresso. Le edicole bianche poste al di sopra delle torri sono destinate ad accogliere “sculture mobili” (farfalle, uccelli marini...) che mosse dalla brezza del mare segnalano la presenza della “carnevalità” a chi percorre le grandi strade di comunicazione limitrofe.

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Chiesa di San Giovanni in Gatano. PI01-EC60

Localizzazione:

Pisa

via Conte Fazio N43.710305, E10.387219

Contesto:

Periferia urbana

Tipo edilizio:

Edifici di culto

Destinazione d’uso attuale:

Chiesa

Destinazione d’uso originaria:

Chiesa Stato di conservazione: Inalterato Committente: Progettista: Saverio Muratori Anno di progetto: 1947 Costruttore: Panichi S.p.a. Anno di costruzione: 1957 Altre informazioni:

La rossa mole della chiesa spicca nel tessuto edilizio del popoloso quartiere di Porta a Mare. La via Conte Fazio era stata aperta nel 1929 per favorire i numerosi insediamenti industriali della zona; con il bombardamento del 31 agosto 1943 il quartiere venne praticamente raso al suolo e il suo volto attuale è quello dato dalla ricostruzione nel Dopoguerra.

Rialzata rispetto al piano stradale tramite una scalinata rettilinea in travertino, la chiesa presenta una pianta rettangolare con abside quadrata sul fondo. È divisa in tre navate di cui quella centrale più alta ed elevata su archi ribassati poggianti su pilastri in cemento armato a vista a sezione rettangolare, allargati nel capitello e collegati da una piattabanda continua sempre in cemento armato. Il paramento in laterizio faccia a vista è decorato con sottili ricorsi orizzontali in marmo bianco.

La struttura verticale è denunciata all’esterno per l’intero perimetro dell’edificio tramite affioramenti nella muratura: nella zona inferiore i pilastri sorreggono la piattabanda di rigiro in cemento armato e appaiono collegati dalla sequenza di arcatelle ordite nel rivestimento in laterizio; sulle pareti laterali della navata centrale risaltano gli alti pilastri di sostegno della copertura. Quest’ultima è a capanna e viene sorretta da capriate in cemento armato, in sostituzione della volta lunettata prevista nel progetto, con manto in coppi e tegole.

Il prospetto principale, su via Conte Fazio, si apre con tre portali sull’ampio sagrato in travertino, sul cui braccio laterale sono collocate tre campane commemorative in bronzo. Il fronte elevato della navata centrale riprende il motivo tipico dell’architettura sacra pisana del loggiato sovrapposto mediante cinque file di colonne in cemento armato rivestite in marmo bianco, creando, in funzione dell’esposizione a sud della facciata, una grande

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transenna marmorea con funzione di frangisole.

Sul fondo della chiesa si attesta, ad angolo retto, il corpo di fabbrica della casa parrocchiale, elevata su un solo piano. Con identico paramento dei fronti in laterizio a vista costituisce con la chiesa un insieme omogeneo.

All’interno, la chiesa si presenta luminosa ed imponente. Il trattamento delle pareti è identico a quello dell’esterno, con il laterizio a vista segnato dai ricorsi orizzontali in marmo bianco; la pavimentazione è a bullettonato con fasce marmoree di tonalità più scura che indicano il percorso verso l’altare maggiore e suddividono il pavimento in grandi riquadri.

Le navate laterali sono suddivise in sei cappelline ciascuna e presentano il solaio inclinato di copertura in legno e laterizio, sostenuto da arcate ribassate poggianti sui pilastri. Gli altari e gli arredi sono originali.

L’abside è coperto con volta a botte ribassata, interrompendo così la sequenza delle capriate in calcestruzzo della navata centrale. Sotto l’abside si trova la cripta-sacrario, dedicata ai caduti della seconda guerra mondiale.

L’altare maggiore è rialzato su una scalinata marmorea di otto gradini, le cui balaustrate in travertino piegano ad angolo retto per delimitare lo spazio del presbiterio. Dietro l’altare in marmo bianco è collocato un pannello marmoreo quattrocentesco finemente scolpito ai cui lati si dispongono le canne metalliche dell’organo.

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Sacrario dei Caduti di Kindu. PI02-EC60

Localizzazione:

Pisa, loc. Aeroporto viale Caduti di Kindu N43.693019, E10.394287

Contesto:

Periferia urbana

Tipo edilizio:

Edifici di culto

Destinazione d’uso attuale:

Sacrario e Chiesa

Destinazione d’uso originaria:

Sacrario e Chiesa

Stato di conservazione:

Inalterato

Committente:

Ministero della Difesa

Progettista: Giovanni Michelucci Anno di progetto: 1961 Costruttore: Panichi S.p.a. Anno di costruzione: 1962 Altre informazioni:

Nel novembre del 1961 tredici aviatori italiani impegnati in una missione umanitaria vengono uccisi nella località di Kindu, in Congo.

Il Sacrario commissionato dal Minisero della Difesa in memoria dei caduti è situato nell’immediata adiacenza dell’aeroporto militare. La chiesa si erge quale episodio plastico isolato dal contesto, su di un manto erboso che reca, unica traccia commemorativa dell’eccidio, tredici massi lapidei. La cappella presenta una planimetria e una volumetria compatte, sviluppate su un solo piano fuori terra. La massa è caratterizzata dal disegno lineare dei volumi e dalla cromia grigia del cemento a vista, in cui risaltano il corpo stereometrico e massiccio della torre campanaria e la superficie ramata della copertura che sul retro si impenna con un plastico profilo.

Concordemente con la semplicità dei volumi, i fronti hanno superfici finestrate dal disegno lineare: quello in facciata presenta un’ampia fascia a moduli rettangolari mentre quello retrostante ha un nastro che corre per tutta la lunghezza.

L’interno, a pianta trapezoidale, presenta un’unica aula articolata in diversi luoghi tramite il segno dei quattro poderosi pilastri metallici (piloni, collegati da cerniere a travi reticolari, ai quali corrispondono sul lato opposto altrettanti snelli pilastri a struttura reticolare) e la doppia quota del ballatoio retrostante l’altare: i primi, conferenti allo spazio un carattere proto industriale, definiscono una sorta di deambulatorio.

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Chiesa di San Ranieri in Barbaricina. PI03-EC60

Localizzazione:

Pisa, loc. Barbaricina piazza San Ranieri N43.710119, E10.373964

Contesto:

Periferia urbana

Tipo edilizio:

Edifici per il culto

Destinazione d’uso attuale:

Chiesa

Destinazione d’uso originaria:

Chiesa Stato di conservazione: Inalterato Committente: Progettista: Italo Gamberini Anno di progetto: 1960 Costruttore: Anno di costruzione: 1971 Altre informazioni:

La chiesa di San Ranieri, realizzata per il quartiere autosufficiente di Barbaricina (conosciuto come CEP), è collocata in prossimità dell’Arno, in posizione strategica rispetto al crocevia stradale e preminente rispetto al paesaggio. La chiesa è caratterizzata dalla chiarezza aggregativa dei volumi e dall’uso di materiali secondo il loro corretto impiego tecnologico, con un’attenzione alla qualità delle sensazioni percepite, quali integrabilità naturalezza, gradevolezza, accettabilità. Sono, infatti, ben evidenti i volumi della chiesa ad aula, del Battistero (realizzato in dimensioni ridotte rispetto al progetto) e del campanile in cemento armato, collegato all’aula da un camminamento aereo.

Gli elementi di sostegno sono autonomi e identificabili nella struttura a scheletro in cemento armato. Gli elementi di contenimento dovevano essere realizzati in blocchi di pietra di San Giuliano sistemati a faccia vista, rinforzati con tre cinture in cemento armato. Le attuali facciate lapidee furono rivestite, invece, con lastre di pietra grezza di Trani. Le pareti di contenimento sono distanziate dalla copertura in capriate in acciaio (controsoffittate da pannelli in legno Douglas rosso) da tagli luminosi orizzontali in vetro “antico soffiato” e “soffiato pregiato”. Il calore dei materiali e l’inserimento di mensole in calcestruzzo bocciardato, che tripartiscono percettivamente l’aula, conferendo all’ambiente una dimensione a scala umana.

La tensione assiale dello spazio interno è evidenziata dall’abside, che all’esterno sfalsa e stacca dalle pareti laterali dell’aula, e viene inondato di luce da una vetrata verticale a tutta altezza.

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Complesso scolastico Concetto Marchesi. PI04-IS70

Localizzazione:

Pisa, loc. Pisanva Largo Concetto Marchesi N43.714805, E10.417116

Contesto:

Periferia urbana

Tipo edilizio:

Attrezzature per l’istruzione

Destinazione d’uso attuale:

Scuola

Destinazione d’uso originaria:

Scuola Stato di conservazione: Inalterato Committente: Progettista: Luigi Pellegrin Anno di progetto: 1972 Costruttore: Impresa Benini Anno di costruzione: 1974 Altre informazioni:

Il progetto di Pellegrin si affermò in un concorso per un Liceo Scientifico e un Istituto Tecnico per Geometri, la cui giuria era presieduta da Bruno Zevi.

Pellegrin elaborò un progetto che costituisce probabilmente il risultato più alto di una lunga ricerca da lui condotta nell’ambito dell’edilizia scolastica, che ha prodotto una radicale innovazione nel modo stesso di concepire l’istruzione in Italia.

Sul piano tipologico attraverso l’introduzione di spazi collettivi destinati non solo agli studenti ma anche, in orario extrascolastico, alla popolazione del quartiere. Sul piano tecnologico, con la messa a punto di un sistema di prefabbricazione estremamente sofisticato, capace di evitare gli effetti di standardizzazione e massificazione. Sul piano urbanistico, perché la scelta di sviluppare in senso orizzontale l’edificio non soltanto produceva una sua più agevole fruizione, ma offriva altresì una copertura interamente accessibile.

Il complesso è situato in un’area di espansione periferica di Pisanova. Il tessuto edilizio, di recente edificazione, è costituito da edifici estremamente eterogenei, nel lessico come nella tipologia. Con tale realtà il complesso Marchesi non cerca una sintesi ma si pone come elemento autonomo e volutamente refrattario al dialogo urbanistico, capace di attrarre gli interessi della collettività: in tal senso va letta la grande copertura inclinata (in origine praticabile) che diviene grande piazza collettiva dalla quale si accede ai diversi spazi scolastici.

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Edificio residenziale a Cisanello. PI05-ER80

Localizzazione:

Pisa, loc. Cisanello via Gennaro Fiore N43.707079, E10.423285

Contesto:

Periferia urbana

Tipo edilizio:

Edificio residenziale

Destinazione d’uso attuale:

Residenziale

Destinazione d’uso originaria:

Residenziale Stato di conservazione: Inalterato Committente: Utco Progettista: Roberto Martini, Luca Tosi Anno di progetto: 1976 Costruttore: Anno di costruzione: 1977 Altre informazioni:

Il progetto, un multipiano a gradoni di 5 piani per complessivi 10 alloggi, ubicato nel “Peep di Cisanello”, propone un oggetto edilizio isolato dal contesto preesistente, caratterizzato da una espansine periferica disomogenea.

La forma semplice e rigorosa, risulta molto compatta su due lati mentre, il fronte esterno ed uno dei due prospetti principali sono mossi dai volumi dei balconi, gradonati ed aggettanti. Il profilo articolato che ne deriva domina il panorama circostante, distaccandosi nettamente dall’edificato limitrofo per la sua lineare monumentalità, accentuata anche dal gioco delle ombre.

L’impianto distributivo interno si restringe dal basso verso l’alto, con alloggi sempre più piccoli. Il ritmo delle aperture, dal disegno lineare, si accompagna alla cadenza delle terrazze che si dilatano in corrispondenza dell’entrata principale al piano terra, quasi a sottolinearne l’importanza.

Il gioco dei volumi cambia attraverso una ulteriore articolazione della facciata, data dalla presenza di logge chiuse che vengono ripetute per tutta la fascia del prospetto posteriore. L’uso del mattone faccia-vista esalta le caratteristiche stereometriche dell’edificio declinate in un gioco di luci e ombre.

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Asilo Nido, loc. San Marco. PI06-IS80

Localizzazione:

PISA, loc. San Marco Via G. Conti

N 43.708328, E 10.425310

Contesto:

Periferia urbana

Tipo edilizio:

Attrezzature per l’istruzione

Destinazione d’uso attuale:

Asilo nido

Destinazione d’uso originaria:

Asilo nido Stato di conservazione: Inalterato Committente: Comune di Pisa Progettista: Massimo Carmassi,

Ufficio Progetti Comune di Pisa

Anno di progetto: 1975

Costruttore:

Anno di costruzione: 1980

Altre informazioni:

Si tratta di un complesso formato da quattro distinte sezioni, riconnesse entro un perimetro in muratura di mattoni che si pone come deciso limite di separazione tra l’asilo e l’ambiente esterno. L’idea progettuale è quella di creare uno spazio isolato, calmo e sicuro, luogo protetto rispetto al contesto ambientale. Essa si fonda su una composizione degli spazi di tipo aggregativo: le quattro sezioni sono unità funzionali che si ripetono; ognuna si articola in una sequenza lineare di spazi per il riposo, per i servizi e per le attività ordinate che si dilatano all’esterno attraverso una loggia, che introduce all’area giardino.

La loro sequenza è l’elemento di rilievo dell’opera: il passaggio dai locali per il riposo, compatti e con poche aperture, ai locali per le attività libere, più decisamente proiettati verso l’esterno con ampie finestrature rotonde, è mediato da una zona filtro. Altro elemento di mediazione è costituito dalla loggia tra l’ambiente interno e l’ambiente esterno.

Il taglio delle finestre, l’utilizzo di gabbie metalliche e del mattone arricchiscono la composizione rendendone stimolante la fruizione.

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Complesso di San Michele in Borgo PI07-EP80

Localizzazione:

PISA via degli Orafi,

N43.716608, E10.403231

Contesto:

Centro storico

Tipo edilizio:

Edificio polifunzionale

Destinazione d’uso attuale:

Residenziale commerciale

Destinazione d’uso originaria:

Residenziale commerciale Stato di conservazione: Abbandonato Committente: Comune di Pisa Progettista: Massimo Carmassi,

Ufficio Progetti Comune di Pisa

Anno di progetto: 1985

Costruttore:

Panchetti, Del Debbio

Anno di costruzione: 2002

Altre informazioni:

Il complesso residenziale è il risultato della ristrutturazione di un isolato parzialmente distrutto durante l’ultima guerra. Esso è costituito da tre corpi a tre piani che insieme all’abside della chiesa adiacente delimitano una nuova piazza di forma quadrangolare. La muratura esistente del lato nord viene completata con una teoria di archi risegati mentre il lato est viene ricostruito sul tracciato delle fondazioni medioevali riportate in luce e riutilizzate come base delle nuove murature. Queste vengono realizzate mediante due fodere di mattoni quali casseforme a perdere della struttura in cemento armato.

L’edificio nord accoglie due appartamenti a tre camere affacciati sui tre lati liberi, dotati di terrazzi. Il lotto est determina, al piano terra, un volume unitario destinato ad attività commerciali; i piani sovrastanti accolgono complessivamente 5 appartamenti. Qui i diaframmi che separano le fenditure dai tripli volumi sono disegnati secondo linee spezzate per ottenere la massima fluidità spaziale tra la strada perimetrale e la piazza e sono costruiti in ferro e vetro al piano terra in modo da ottenere una trasparenza completa da un capo all’altro. Ai piani superiori sono invece costituiti da pannelli doppi di tavole di larice che assorbono anche le aperture e gli scuri a scomparsa.

Gli appartamenti, tutti diversi l’uno dall’altro si affacciano prevalentemente verso la piazza, e seppure di modesta superficie, sono disegnati in modo da ottenere spazi piacevoli e ricchi di opportunità funzionali come terrazzi e trasparenze incrociate.

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Cimitero di San Piero a Grado. PI08-AU80

Localizzazione:

Pisa, loc. San Piero a Grado via D. Orlandi N43.683124, E10.347147 Contesto: Periferia urbana Tipo edilizio: Attrezzature urbane

Destinazione d’uso attuale:

Cimitero

Destinazione d’uso originaria:

Cimitero Stato di conservazione: Inalterato Committente: Comune di Pisa Progettista: Massimo Carmassi,

Ufficio Progetti Comune di Pisa

Anno di progetto: 1986

Costruttore:

Anno di costruzione: 2002

Altre informazioni:

Un lungo muro curvo, concluso alle due estremità da torricini cilindrici, emerge dal piatto paesaggio circostante definendo perentoriamente il limite nord del nuovo cimitero di san Piero a Grado. In pianta, il muro descrive un ampio arco di cerchio che contiene una serie di elementi lineari: gli ossari, le edicole private, i recinti dei colombari, reciprocamente slittati e divaricati con l’intento di definire un rapporto articolato tra pieni e vuoti.

L’artificio compositivo è arricchito dall’introduzione di due fulcri visivi, quali il volume cilindrico dei servizi al pubblico, che conclude su un lato il fabbricato d’ingresso, e la cappella a pianta ottagonale (completata di recente) verso la quale converge il percorso compreso tra i due colombari. I blocchi delle edicole private sono schermati da un filare continuo di cipressi, mentre i recinti dei colombari sottraggono chi vi sosta allo sguardo di chi cammina lungo il viale esterno.

Il tema dello spazio protetto, luogo di sosta e raccoglimento, già visitato dal progettista sin dal cimitero suburbano di Pisa, è qui affinato e diversamente declinato.

In questo progetto, la ripresa delle pratiche costruttive della tradizione pisana rivela l’oramai consapevole trasfigurazione di un modello lungamente studiato. Il doppio paramento in laterizio con riempimento in calcestruzzo delle murature, il ferro e il vetro delle sovrastrutture di tamponamento, quali infissi, coperture e pensiline, rimandano infatti alle case-torri pisane e alla dialettica tra il permanere delle solide cortine murarie e il trascorrere dei leggeri ballatoi in legno che originariamente ne caratterizzavano i fronti.

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Club-house Golf Cosmopolitan. PI09-AT90

Localizzazione:

PISA, loc. Tirrenia Via Pisorno N43.629618, E10.297900 Contesto: Centro urbano Tipo edilizio: Attrezzature sportive

Destinazione d’uso attuale:

Ricreazione e sport

Destinazione d’uso originaria:

Ricreazione e sport Stato di conservazione: Inalterato Committente: Club Cosmopolitan Progettista:

Aldo Rossi, Marco Brandolisio, Massimo Scheurer

Anno di progetto: 1990

Costruttore:

Anno di costruzione: 1993

Altre informazioni:

L’intervento è teso al recupero e al rafforzamento dei caratteri territoriali attraverso la riorganizzazione formale e funzionale dell’area comprendente gli ex-stabilimenti cinematografici, in continuità con quelle che furono le tendenze della zona espresse chiaramente dalle norme tecniche d’attuazione del progetto per il piano territoriale del parco naturale di San Rossore, Migliarino e Massaciuccioli.

In maniera più specifica i progettisti hanno inteso recuperare gli storici studi degli stabilimenti cinematografici trasformandoli in un centro congressuale polifunzionale con annessi servizi alberghieri.

Le nuove costruzioni sono una club-house a servizio del nuovo campo di golf e una serie di case-albergo a completamento della struttura ricettiva.

Sono state previste inoltre, sull’area, strutture sportive nuove (campo di calcio, campi di tennis e piscina scoperta) e ampliamenti di quelli esistenti (golf club); un parco pubblico con pista ciclabile e attrezzature ricreative oltre ad aree parcheggio a servizio della club-house, dell’albergo e del centro congressi completano l’intervento.

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Ville Allungata e Ottagonale. LI01-RV60

Localizzazione:

Isola d’Elba, Capo Perla via Straccoglio

N42.750301, E10.404278

Contesto:

Extraurbano

Tipo edilizio:

Case per vacanza

Destinazione d’uso attuale:

Residenziale

Destinazione d’uso originaria:

Residenziale

Stato di conservazione:

Inalterato

Committente: Progettista:

Giò Ponti, Cesare Casati.

Anno di progetto: 1960

Costruttore:

Anno di costruzione: 1961

Altre informazioni:

L’importanza di queste architetture sta nel fatto che rappresentano un chiaro esempio di un approccio sensibile e attento verso un territorio prezioso e delicato. I progetti furono commissionati da una società immobiliare inglese e prevedevano la lottizzazione di una piccola porzione di terreno in località Capoliveri. La lottizzazione proponeva la realizzazione di dieci villini, un albergo e un ristorante. L’intento generale del progetto fu volto a creare un disegno unitario e armonioso, fatto di geometrie decise e regolari, dalla comune matrice. Le case si presentano con una forma raccolta e poco articolata, principalmente caratterizzate da volumi geometricamente definiti e semplici.

Dei progetti studiati ne vengono realizzati soltanto due: la Villa Allungata e la Villa Ottagonale. La Villa Ottagonale presenta una forma geometrica precisa, studiata per porzioni di terreno più raccolte, ed è distribuita su più livelli: la zona giorno al piano terra, la zona notte al primo piano. La forma stessa dell’edificio, la profondità delle aperture e la zoccolatura di pietra, richiamano alla mente le antiche architetture fortificate presenti nell’isola.

La Villa Allungata è invece caratterizzata da una pianta con impianto longitudinale, studiata per essere inserita su porzioni di terreno lunghe e strette. Distribuita su un unico livello, si affaccia su un’ampia terrazza che permette di ottenere un esteso fronte panoramico sul golfo, così che ogni ambiente instaura un dialogo continuo con il mare e il verde. La forma nasce da un elemento rettangolare, con una chiara divisione degli ambienti: la zona giorno aperta verso una ambiente esterno pensato come un soggiorno all’aperto, munito di un elegante camino angolare; la zona notte composta da una successione di camere, tutte comunicanti tra di loro e molto ampie.

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Grattacielo Livorno. LI02-CP60 Localizzazione: Livorno piazza Matteotti N43.538086, E10.312499 Contesto: Periferia urbana Tipo edilizio: Complesso polifunzionale

Destinazione d’uso attuale:

Residenziale uffici comm.le

Destinazione d’uso originaria:

Residenziale uffici comm.le

Stato di conservazione:

Inalterato

Committente:

Ministero del Tesoro

Progettista: Giovanni Michelucci Anno di progetto: 1957 Costruttore: Anno di costruzione: 1966 Altre informazioni:

L’edificio, che si sviluppa su 26 piani fuori terra più una terrazza alla sommità, è costituito da due diversi corpi: una piastra basamentale sormontata dalla torre vera e propria.

Il basamento, a pianta poligonale, presenta tre fronti principali, dei quali quello sulla piazza è diagonale, mentre i due laterali sono allineati con i fronti stradali di via Montebello e Borgo Cappuccini: tali fronti sono caratterizzati, al piano terra, da aperture vetrate sovrastate da mezzanino ed inquadrate da un rivestimento in marmo, ed ai quattro piani superiori, costituenti un corpo lievemente aggettante rispetto al sottostante, da una serie di finestre a nastro riquadrate dal paramento laterizio. Tale piastra basamentale, chiaramente differenziata sul fronte stradale, è invece integrata con il corpo torre negli articolati prospetti della corte interna, caratterizzati da aperture più contenute nelle dimensioni.

Il piano terra dell’edificio è occupato da attività commerciali e direzionali, mentre i rimanenti piani della piastra sono occupati da uffici. Il corpo della torre è invece interamente adibito a residenze.

La permanenza di un asse di simmetria, esibito esplicitamente nella piastra inferiore, individua un sistema di riferimento, una sorta di norma con la quale si misurano scarti e varianti. L’affioramento del telaio modulare in cemento armato introduce un’altra griglia di controllo, scandita regolarmente nel blocco basamentale, ritagliata e slabbrata nei registri superiori.

Michelucci rappresenta la complessità dei fenomeni urbani contrapponendo alla rigida convenzionalità dello zoccolo la tumultuosa frizione dei volumi alti.

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Corte residenziale in via Giuseppe Orosi. LI03-CR70

Localizzazione:

Livorno

via Giuseppe Orosi N43.560384, E10.337020

Contesto:

Periferia urbana

Tipo edilizio:

Complesso residenziale

Destinazione d’uso attuale:

Residenziale

Destinazione d’uso originaria:

Residenziale Stato di conservazione: Inalterato Committente: Abicooper Progettista: Luca Tosi Anno di progetto: 1978 Costruttore: Anno di costruzione: 1983 Altre informazioni:

L’intervento di via Giuseppe Orosi, a Livorno, si inserisce in un tessuto urbano periferico caratterizzato da insediamenti di scarsa qualità sia morfologica che ambientale. L’impostazione progettuale del piano di zona si è posta l’obiettivo di ribaltare le previsioni originali, volte alla realizzazione di una strada carrabile di penetrazione del lotto edificabile. Il differente orientamento della proposta ha consentito la realizzazione di uno spazio semipubblico, all’interno del tessuto di nuova edificazione, attorno a cui focalizzare la vita sociale dell’intero insediamento.

I progettisti hanno puntato a realizzare uno spazio intermedio, tra il pubblico e il privato, volto al godimento dell’intimità familiare e, al contempo, di forme di socializzazione. L’organizzazione spaziale è caratterizzata dalle dimensioni ridotte degli edifici. Questi sono geometricamente degradanti verso l’interno dell’edificato in contrappunto con l’esterno dalla stereometria controllata e rigida, che rifiuta il rapporto con il contesto malamente costruito.

Il complesso residenziale è formato da due blocchi ad “elle” per complessivi 50 alloggi, specularmente uguali rispetto all’asse diagonale che percorre l’area interna. I due edifici adottano il modello a gradoni con fronti esterni compatti e con piccole aperture. Le fughe prospettiche delle lame in cemento armato sono sormontate da una fascia in laterizio.

Il verde che adorna lo spazio centrale attrezzato, con il percorso pedonale diagonale e la piazzetta, ha una valenza architettonica: con la sua rigogliosità si contrappone al rigore dei volumi edilizi.

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Interventi residenziali, Peep Salivoli, Piombino LI04-CR80

Localizzazione:

Piombino via Pietro Nenni N42.937736, E10.504169

Contesto:

Periferia urbana

Tipo edilizio:

Complesso residenziale

Destinazione d’uso attuale:

Residenziale

Destinazione d’uso originaria:

Residenziale Stato di conservazione: Inalterato Committente: Coop. La Villa Consorzio Etruria Coop. Piombino Progettista: M. Fregoli, R. Martini, L. Tosi, A. Pacciardi Anno di progetto: 1978 Costruttore: Edile Risorgimento Consorzio Etruria Anno di costruzione: 1984 Collaboratori: Aldo Rossi

I due corpi di fabbrica ad “elle, per un complessivo di 73 alloggi, si fronteggiano su un lotto di forma quadrata e delimitano una corte interna urbana che assolve il compito di creare un ampio spazio di relazione. La presenza di questa piazza interna e il posizionamento dei fabbricati sulle colline degradanti ne fanno risaltare il rapporto con l’ambiente naturale. L’insediamento si propone come una “cittadella murata” all’interno città, i cui margini formano delle barriere fisiche all’espansine caotica esterna. L’attacco a terra, costituito da piccoli giardini privati, che ripropongono la tematica dell’organizzazione dello spazio pubblico nella città moderna con passaggi graduali tra interno ed esterno. Ogni edificio è, così, direttamente partecipe della vita comunitaria.

L’estrema chiusura dei fronti esterni, austere mura di una piccola fortezza urbana, viene sottolineata dalla scansione di portali a tutta altezza, incorniciati da piccole aperture regolari.

Lo schema dei percorsi e delle aree pedonali, separato nettamente da quello degli accessi veicolari, assume la funzione connettiva dell’intervento.

Accanto a quest’area si trova un grosso complesso di edilizia economica popolare che, con un’operazione di rilettura totale degli interventi, è stato il più possibile uniformato al linguaggio formale dei due edifici riorganizzando un frammento importante del tessuto periferico secondo i dettami di una progettazione omogenea degli interventi.

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Edificio sperimentale bioclimatico, Peep Salviano. LI05-CR80

Localizzazione:

Livorno, loc. Salviano via Costanza N43.536575, E10.337128 Contesto: Periferia urbana Tipo edilizio: Complesso residenziale

Destinazione d’uso attuale:

Residenziale

Destinazione d’uso originaria:

Residenziale Stato di conservazione: Inalterato Committente: Coop. Livorno Progettista: Alberto Pacciardi, Luca Tosi Anno di progetto: 1981 Costruttore:

Impresa Edile Risorgimento

Anno di costruzione: 1982

Consulenza energetica:

Agip Petroli, Apre, Sed.

Questo prototipo bioclimatico fa parte di un programma più vasto di sperimentazione condotto, alla fine degli anni ’70, dalla Regione Toscana con l’Agip Petroli ed con il sostegno finanziario del Ministero dei Lavori Pubblici.

L’edificio in linea di 6 piani, per un totale di 24 alloggi, è orientato in direzione est-ovest per massimizzare gli apporti energetici ricevuti dall’esposizione solare.

Il prospetto esposto verso sud presenta, infatti, ampie superfici vetrate, mentre le pareti esposte verso nord sono quasi prive di finestre ad eccezione di piccole aperture necessarie alla minima illuminazione degli spazi di servizio retrostanti: bagni, cucine e corpi scala. Il guadagno energetico “diretto”, dovuto all’esposizione solare, viene integrato da un sistema a guadagno “passivo”: un muro Trombe, che sfrutta la circolazione naturale dell’aria all’interno di una intercapedine. Questa è formata da una superficie trasparente che consente alla luce di filtrare e da una parete “assorbente” in blocchi di calcestruzzo che trattengono il calore. La ventilazione naturale all’interno dell‘intercapedine è permessa da apposite bocchette.

I balconi, infine, grazie al loro aggetto, fungono da brise-soleil nella stagione estiva, proteggendo gli alloggi dall’irraggiamento diretto del sole.

Tutti gli alloggi godono del doppio affaccio per usufruire dei vantaggi ambientali sfruttati dalla costruzione. La copertura ha un’inclinazione che consente di ottimizzare il funzionamento dei collettori solari per la produzione di acqua calda sanitaria.

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Complesso residenziale, Peep La Leccia, Livorno. LI06-CR80

Localizzazione:

Livorno, loc. La Leccia via Giotto N43.526945, E10.349245 Contesto: Periferia urbana Tipo edilizio: Complesso residenziale

Destinazione d’uso attuale:

Residenziale

Destinazione d’uso originaria:

Residenziale Stato di conservazione: Inalterato Committente: Abicooper Progettista: Abicooper Anno di progetto: 1984 Costruttore: Anno di costruzione: 1985 Collaboratori: Aldo Rossi

La necessità di “salvare” il quartiere livornese La Leccia dal degrado urbanistico e dall’incuria fu tra le cause che promossero questo piano urbanistico di edilizia popolare. Il progetto puntò ad inserire, nel disordine urbano circostante, un frammento di segno diverso rispetto contesto urbanistico ed edilizio. Questo è caratterizzato dalla volontà di isolamento della proposta insediativa, che presenta superfici regolari e compatte verso il quartiere e una notevole varietà di soluzioni volumetriche e tipologiche declinate nelle tre sistemi edilizi, di diversa altezza ed intensità insediativa. L’articolazione dei volumi fu dettata dal privilegiare l’affaccio del complesso verso le vicine colline e dalla necessità di installare sistemi solari “attivi” e “passivi”.

I tre sistemi edilizi che compongono l’intervento degradano, a diversa altezza, verso l’interno del lotto. Le villette a schiera, che rappresentano l’ultimo di livello di questa variazione tipologica sono dotate di ampie vetrate e serre solari; protette verso nord dagli edifici più alti retrostanti.

Le facciate degli edifici più alti si presentano assai compatte e regolari, ritmate soltanto dalla presenza dei corpi scala curvilinei.

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Chiesa e complesso parrocchiale di Santa Rosa. LI07-EC90 Localizzazione: Livorno via Macchiavelli N43.524364, E10..321856 Contesto: Periferia urbana Tipo edilizio:

Attrezzature per il culto

Destinazione d’uso attuale:

Chiesa

Destinazione d’uso originaria:

Chiesa Stato di conservazione: Modificato Committente: Progettista: Giovanni Michelucci, Bruno Sacchi. Anno di progetto: 1975 Costruttore: Anno di costruzione: 1998 Altre informazioni:

La chiesa si inserisce nel contesto delle limitrofe case popolari, ereditandone la semplicità materica e cromatica del rivestimento in laterizio, materiale che il progettista estende anche agli interni a alle pavimentazioni.

Il complesso presenta un impianto e una volumetria articolate, sviluppate su uno e due piani fuori terra. Il corpo ad “U” si sviluppa attorno a una piazza centrale gradonata ed è qualificato dall’interessante gioco dei livelli e dei raccordi. Il centro parrocchiale si compone di due diversi nuclei (l’aula per il culto e i diversi servizi) unificati, nel lessico come nei materiali, a formare una porzione di città omogenea, integrata nel tessuto urbano circostante.

Il fronte lungo la strada presenta un profilo articolato, dominato dal caratteristico segno della copertura in acciaio ad ala di gabbiano. Su questo fronte è ricavato l’accesso alla cappella del piano terra, la cui copertura è costituita dal sagrato-piazza della sovrastante chiesa. Il fronte sulla piazza interna è caratterizzato, su tutti e tre i lati, dal risalto cromatico e materico degli elementi della copertura e dei parapetti sulla cortina in laterizio, qui risolta con un gioco di superfici più articolate rispetto a quelle del fronte stradale.

All’interno di questo edificio sono concentrate le aule, una sala per conferenze e l’abitazione del parroco.

Tuttavia l’attuale configurazione è assai diversa da quella ipotizzata da Michelucci, negli anni settanta. Oltre alle destinazione meno sociale di alcuni ambienti, è variata anche l’immagine dell’architettura.

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